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Vespa & Ape due icone di una storia italiana infinita. presentazione di due opere scultoree celebrative ideate dall'arch.

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Academic year: 2022

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Vespa & Ape

due icone di una storia italiana infinita

presentazione di due opere scultoree celebrative

ideate dall'Arch. Francesco Vallini

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Un segno che ci place

Francesco Vallini e un valido professionista e, soprattutto, un concitta- dino cui sento di manifestare la mia piu profonda stima. Con segno sa- piente, questo nostro architetto e riuscito a cristallizzare un'idea, anzi due: i concetti, in termini diremmo quasi ontologici, di Vespa e di Ape, i prodotti industriali che hanno cambiato la storia della nostra citta e della nostra comunita. Vallini ha trovato, evitando il ricorso a qualsiasi tentazione celebrativa, I'essenzialita del segno per raccontare il senso e la forma di questi due mezzi moderni di locomozione, che sono di- ventati oggetti simbolo di un'epoca.

Penso che I'efficacia ed il successo di questo tentativo possano essere percepiti da tutti. Le linee sono decisamente belle e di una suggestiva perfezione formale. Vallini e riuscito a narrare i due storici prodotti con magistrale segno evocativo; cosi la Vespa e I'Ape risultano elegante- mente richiamate e ricondotte alio stile originario.

Le opere di Francesco Vallini ci piacciono e vorremmo valorizzarle. In sintonia con una diffusa istanza che ci giunge anche da numerosi citta- dini pontederesi, e nostra convinta aspirazione tradurre queste propo- ste in vere e proprie realizzazioni artistiche, da collocarsi nel contesto urbano della citta, come richiamo ai simboli del lavoro e dell'inventiva della nostra comunita. A partire dalla presentazione qui offerta, ci muoveremo in questa direzione. Insieme al Museo ed alia Fondazione Piaggio, valuteremo come proseguire nella concretizzazione della no¬

stra idea. Grazie al lavoro di Francesco Vallini, il segno della Vespa e quello dell'Ape saranno un bel biglietto da visita per la nostra citta.

Paolo Marconcini

Sindaco di Pontedero

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Nel 1 996, la Vespa, il mito italiano delle due ruote, ha compiuto cin- quant'anni. Ma, come ricordava I'editore Giorgio Nada nel numero speciale "La Vespa 1946-1996" (La Manovella e Ruote a Raggi, Anno XXXV]: "... Un sapore non ha eta: e sempre lo stesso.

Quello della Vespa sa di fiori, di bosco, di frutta fresca, di mare e di montagna". Proprio cosi, I'inconfondibile scooter della Piaggio, dopo aver attraversato la rinascita post-bellica ed il boom economico degli anni '60, la crisi energetica degli anni '70 e gli eccessi edo- nistici degli anni '80 e '90, rappresenta ancora oggi una leggenda che corre suite strode di tutto il mondo.

Legati alia Vespa sono i ricordi di tanti italiani: ricordi di chi quegli

scooter ha contribuito a produrre, lavorando negli stabilimenti di

Pontedera, e ricordi legati ai momenti di svago di chi, prima, I'auto

non poteva ancora permettersi e, successivamente, dei mille ragazzi

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desiderosi di "mordere" la pienezza dell'adolescenza e della giovi- nezza, alio stesso modo di una gustosissima mela.

La Vespa, dunque, man mano che si afferma come originate prodot- to industriale, dalle linee inizialmente un po' goffe ma ben presto di inequivocabile eleganza, diventa un pezzo importante della storia italiana ed una pietra miliare in quella del design.

Seppur meno celebrato della sorellina minore, I'ineguagliabile Ape, I'altro funzionale "insetto" concepito negli stabilimenti di Pontedera fin dagli anni della ricostruzione, rappresenta il complemento della saga Piaggio, pur con significati assai diversi rispetto alia Vespa.

Nella citta che ha dato i natali a questo mito industriale e continua

oggi ad alimentarlo, e giunto dunque il tempo di celebrare in ma-

niera tangibile e duratura un legame cost importante con I'epopea

di una produzione ingegneristica unica nel suo genere.

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"Identita di un mito"

Nella scultura "Identita di un mito", I'autore ha voluto suscitare, nel dinamico ed irrego- lare svolgimento di un'elicoide carenata, i connotati estetici distintivi della scocca del¬

la Vespa, al di la dell'evoluzione diacronica dei modelli susseguitisi in quasi sessant'an- ni di produzione. II nastro continuo delimita, con spire progressive, uno spazio tridimen- sionale che evoca i volumi della scooter.

L'elica diventa scudo nell'estremita anterio- re ed accenna al pedale di awiamento in quella posteriore che si stacca dai tratteggi volumetrici delle inconfondibili sacche late- rali. E sembra di avvertire, oltre le feritoie d'areazione, il sibilo, anch'esso mitico, del piccolo motore, protagonista di una storia che sembra infinita.

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E tutto su tre ruote"

Nella scultura "... E tutto su tre ruote'', I'auto- re sfrutta, per una plastica sintesi evocativa dell'altro immarcescibile prodotto dell'epo- pea Piaggio, I'Ape, gli stilemi gia adottati nella scultura "Identita di un mito", dedicata alia Vespa. Qui, pero, il nastro di lamiera si contrae in volute piu awolgenti. Del ver¬

satile motocarro prendono quindi forma sia I'accenno essenziale all'abitacolo, perfetta- mente riconoscibile nelle filologiche linee di un ovoide protettivo, sia I'espansione dei tratti del cassone posteriore di carico. Que- st'ultimo, terminando in un guizzo dinami- co, sembra imprimere all'opera quella sen- sazione di instabilita apparente, da sempre connaturata all'Ape. Cosi, quantunque non compaiano, riesce palpabile per I'osserva- tore la percezione delle tre ruote, forza e li- mite di una Vespa che voile essere trasfor- mata in una sorta di versione coperta, da lavoro: economica, versatile, generosa nel carico, essenziale e dall'inconfondibile, vi- brante, rumore.

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Francesco Vallini e nato a Pontedera nel 1953. Laureatosi in Architettura presso I'Universita degli Studi di Firenze, vi- ve e svolge I'attivita professional nel capoluogo della Val- dera, con interessi che spaziano dalla progettazione di edi- fici e d'ambienti per uso civile o commerciale al recupero strutturale e funzionale di fabbricati di valore storico-artisti- co, all'ideazione e sviluppo di mobili ed accessori d'arre- damento come razionale applicazione di un design sobrio ed innovativo. Per puro diletto, ama estrinsecare le proprie intuizioni formali anche attraverso gli strumenti pittorici e della progettazione statuaria, con proposte fino ad oggi ac- cessibili soltanto ad una stretta cerchia di amici.

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Testi

Giovanni VaMini

Foto

Luca Pinato

Ideazione grafica

Francesco Va Mini

Realizzazione grafica

Romina Bartolini Marco Macelloni

Stampa

Bandecchi & Vivaldi Pontedera

Giugno 2004

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