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DEFORMAZIONE ELETTRICA DEL VETRO ] 5

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DEFORMAZIONE E L E T T R I C A DEL VETRO ] 5

Ho potuto cosi asciugare s c r u p o l o s a m e n t e il vetro, ed ho poi i n t r o d o t t o l' olio d' oliva aspit'ando con la m a c c h i n a . As- gettato alle solite est)elqenze, questo c o n d e n s a t o r e si ~ compor- tato all' i n c i r c a come tutti gli altei.

Dall' insieme di queste ricevche risulta un fatto sul quate mi s e m b e a n o n possa c a d e t dubbio, che, ciob, tutte le canne s p e r i m e n t a t e si allungano sotto l' influenza d' un c a m p o elet- trico. [nfatti gli a l l u n g a m e n t i vegolari si sono s e m p e r prodotti e sono andati c~'escendo col t e m p o di eariea e col potenziale, d i m i n u e n d o al c~-escere delia gl'ossezza di I)al'ete del tubo, e si sono prodotti a n c h e quando gli spostamenti iniziali cor'ei- s p o n d e v a n o ad accorciamenti. C e r c a r e di misuearli mi b, sem- brato rosa poco utile sia perch~ su essi pub a v e r e influenza un p o ' la d u r a t a di carica e an po' quella dei p r i m i movi- menti, sia perchb, non viesce s e m p e r tcoppo netto 1' istante in cui cominciano.

Mi p a r e quindi di p o t e r concludere che a n c h e da queste espevienze risulta essere t~ p o M t i v a cio~ la c o s t a n t e dielet- t r i c a del verso a u m e n t a con la t r a z i o n e .

Arpino, R. Licoo Tulli~no Giugno 1901.

AZIONE DELLA LUCE SOLARE SU LA DISTANZA ESPLOSIVA DELLE $CINTILLE NELL'ARIA.

Nora di A. GARBASSO

(ia Torino).

Nel IV volume degli Arts della R. A c c a d e m i a delle S e i e n z e di Toriho,l), alla p a g i n a 766, 6 detto:

<< I1 Prof. Govi comunica da p a r t e del Sig. Manuelli (Pro-

<< fessore di fisica nell' Istituto teenico di Reggio-Emilia) una

<< sua o s s e r v a z i o n e eosi c o n c e p i t a : (< Nella sco~sa s e t t i m a n a

l) Adunanza del 20 Giu%no 1869. Devo 18 conosconza di questo lavoro ad una cortese comunicazione del Prof. A. Naccari.

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1 6 A. G A R B A S S 0

<< facendo esperienze agli scolari col rocchetto di R u h m k o r f f

<(restai sorpz'eso dell' influenza della luce solare anche diffusa

<, sulla scarica eletteica, la quale cessa nella oscuritA, p e r una

<~conveniente distanza dalle [sic] p u n t e ~) dello scaricatore (( universale, e ricomincia appena si a p r o n o le imposte. Avendo

<< esposto 1' e c c i t a t o r e univevsale al sole, vi notai l' influenza (< del passaggio di una nube ~->.

Se non mi i n g a n n o questo sarebbe appunto il fenomeno del Hertz.

E la cosa mi ~ sembrata abbastanza i n t e r e s s a n t e perchb valesse la pena di r i p e t e r e l' espevienza, v a r i a n d o l a in modQ da acquist~ire u n ' idea un po' netta del processo.

Ho provato anzitutto a m e t t e r m i in condizioni simili a quelle, in cut il Manuelli d o v e g e s p e r i m e n t a r e . Ua piccolo rocchetto del Gaiffe (che pub dare al massimo cinque o set cm.

di scintilla) fu eccitato con un paio di elementi Bunsen, ed i poll si congiunsero alle due braccia di uno spinterometro, con palline di ottone ') di 16 millimeiri. T u t t o l' appavecchio stava sopra nn tavolo, presso la finestra, v i v a m e n t e illuminata dal sole. E l' ovdine dell' esperienza f u i l s e g u e n t e : io disposi le palline ad una tale distanza che le scintille scoccasse,'o ad in- tervalli un po' grandi, cost che le si potevano contar.e con sicurezza; e contai effettivamente le scariche, per un mezzo minuto, lasciando a p e r t e le imposte della finestra; dopo, le imposte si tenrmro cI~iuse per u n altro mezzo m i n u t o ; quindi si viapersero e cosi di ,eguito.

Fin da principio appatwe chiaro che al sole passavano molte pifl scintille, t h e non se ne avesse i n v e c e nell' oscuNt~.

P e r esempio, in una serie di determinazioni abbastanza con- cordanti ~), p r o l u n g a t a per 10 minuti, tt'ovai c h e s i a v e v a n o in media 24,0 seal%he alla luce (in tI'enta secondi) e 8,8 sca- fiche all' ombra (nello stesso intervallo di tempo). In u n ' a l t r a

1) Probabilmen~o il M,~nuelli sorivo pun/e por dire estremi~ o pallino; s e n z a

voler indicaro Ia forma particolarmente aguzza.

2) Lo pallhJe voglioao essoro ripulito di frosco, o r molta clira, por mozzo di carta smorigliata a grana finissima.

8) Lo esporiouzo, del]e quali ripor~o i risulf~ti namorici, furono fatto noIM oro prossimo al merigglo, in una bolla giornata d'Aprilo.

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AZIONE D E L L A L U C E SOLARE SU LA D I S T A N Z A ESPLOS.. ECC. 17

espei'ienza simile contai 18,1 scintille al sole e 6,3 nell' oscu- rith ').

Una eosa si mostrb a n e h e subito, assai n e t t a m e n t e , e cio~

che 1' ell'etto della luee solare, qualunque possa essere il sue meeeanismo, s e m b r a pcolungarsi p e r qualehe tempo, dope t h e cessata 1' azione. In i'eal~& nei mezzi minuti, in cui la fi- nestra r i m a n e v a ehiusa, le scintille eeano pi{t rrequenti da peineipio e meno in a p p r e s s o ; e forse in quei primi istanti r i m a n e v a qualehe eosa delia illuminazione p r e e e d e n t e .

I1 fenomeno, ad ogl~i mode, esisie; e con un po' di 1)a- zienza si potr~t forso o t t e n e r e quegli stessi eesultati cosl in- tensi, ehe il Manuelli deserisse; io non he f, ttto altro in que- sta direzione, perchb 1' interesse della cosa mi s e m b r a v a al- quanto limitato. Piuttosto volli t e n t a r e u n a via, che mi per- metl, esse di ottenepe i f~ttti con m a g g i o r e nettezza, e s(~pra tutto di riconoseere so a n e h e qul 1' azione sia d i v e r s a sopra i due elettrodi, e seeoudo quali leggi.

Poieh~ a priori non si sa cr avveng,t l'4~l'etto del M.t- nuelli, se 1o si debba, p e r esempio, attpibuire alle radiazioni nltraviolette, o a quelle, luminose, o alle t e r m i c h e oseure, sem- bea o p p o r t u n e di non rieopeere ad una lento p e r c o n c e n t r a t e i raggi.

La sostanza delia leute poteebbe esereitaee infatti degli assopbimenti dannosi.

Ma inveee convereh assai bene di far use di uno speechio sferieo, il quale non assocbe nulla, e raceoglie tutti i r a g g i insieme in un unieo punto: Lo specehio ~ v a n t a g g i o s o a n c h e per l' altro motive t h e la sua superfie{e puO esseee g r a n d e in eonfronto di quella delle lenti usuali, e per6 la quantitg della radiazione raeeolta riesee n o t e v o l m e n t e maggiof'e.

Oedinai l' espeeimlza nel mode, t h e ~ r a p p r e s e n t a t o sehe- m a t i e a m e n t e dalla figura: lo s p i n t e r o m e t r o e r a d u n q u e eem- preso nel piano di riflessione dello speeehio, e le palline sta- vane, quasi in vertieale, u n a sopra l' altra; cosi ehe si p o t e v a p o r t a r e il foeo dei raggi riflessi sopra uno degli elettrodi, e

24,0 o 18,1

1) Facendo i rapporli si t r o v a : - - : . , 7 8 ~ , S o 6 ~ " ---~ 2,$7.

serie V. Fol. 1L

t

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] 8 A. GARBASSO

f e r m a r l o in quel tratto appunto, dal quale pactivano le sca- riche. Provai con questa dlsposizione che vi ~ una distanza

delle palline, per cu, i non passano scintille se lo specchio gica,,to, m e n t r e si stabilisce un flusso ininterL-otto ducante I'il- luminazione ~).

L' effetto si palesa pectuL'bando uno qHalunque degli elet- tcodi, ma 6 senza cont'l'onto pi~ manifesto pec la perturba- zione del polo n e g a t i v e ~).

Questa influenza della luce solace a t t r a v e r s a bensi, inal- terata, una lamina di quaczo (di un c e n t i m e t c o ) e un cristallo di gesso (di qualche millimeti~o di spessol'e), m a d ' altra p a r t e non ~ tz'attenuta da pacecchi t'egti di mica e n e m m e n o da una grossa lastca di v e t r o (di due c e n t i m e t r i circa).

]nvece una vascheLta piena d' acqua (di quattro c e n t i m e t r i in tcaverso), posta sul cammino dei raggi incidenti, indebo- lisce it t'enomeno; e la stessa cosa, in mode a a c h e pi~z chiaco, si osserva sostituendo all' acqua una soluzione di allume.

Se ne conclude c h e : non alia pcesenza di caggi ultL-avio- letti si deve questo effetto del Manuelli, ma piuttosto al riscal- damento degli elettrodi.

Quando 1' i n t e r p r e t a z i o n e ~i)sse esat~a ne seguirebbe anche un' altra cosa; che ciob alle esperienze del nostro italiano sa-

1) ]l fenomeno i~ altrettanto chiaro e visibite come queno, the si pub ottenere im- piegaodo )a lute dell'arco o ur) bu~o~l tnbe u vuefo.

2) Lo spinterometro era Tm]lo stesso, dol qur he parlato dianzi; anche qui necessario c h e l e palline siano bona lucenti. Lo speechio avev~ 35 eentimetri di ~per- tura e mezzo metro d i disfanza locale.

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AZIONE DELLA LUCE SOl.ARE SU LA DISTANZA ESPLOS., ECC. 1 9

r e b b e r o identiche, in sostanza, quelle, posteriori d' assai, dei H e v w i g 1). Il quale s p e r i m e n t a t o r e , scaricando un rocchetto fva due fi[i di platino, che p o t e v a n o ~%ca]darsi a piaceve, vi- conobbe a g e v o l a t a la formazione d e l l a scintilla, sop~'a t u t t o se 1' elettrodo p e r t u r b a t o epa il n e g a t i v e ~).

H e r t z p u r e r i t r o v b l' effetto del Manuelli, m a non se ne occupb di proposito, come a p p a r e dalla Memor'ia S u l ' i n f l u e n z a della l u t e u l t r a v i o l e t t a s u la s c a r i c a . Egli scvive 3): (( Vom (~ S o n n e n l i c h t erhielt ich n i e m a l s eine u n z w e i d e u t i g e W i r k u n g ,

<< zu w e l c h e r Zeit des Tages uud des J~hces ich bishee auch

<< zu prfifen Gelegenheit hatte. Coneentpirte ich das Sonnen- (< lieht m i t Hi'tlfe e i n e r Quarzlinse aut" den F u n k e n , so w a r (< eine g e r i n g e W i p k u n g v o c h a n d e n , doeh wap eine solche (< aueh mit HiiIge e i n e r Glaslinse zu ephalten und diirl~te des- (< halb (let' Ecw/~emung ;:ugesehrieben we,'den ,.

S e i l f e n o m e n o gli a p p a r v e poeo chiavo, la rosa si deve senza dubbio a l l ' i m p i e g o della lente invece che dello spec- chio ').

1) P ~ g . Ann. CLIX, 565, 1876.

'2) Riporto. come esempio, i resultati di una esperienza (1. c. pagina 567):

Deviazioni

di un galvanometro inserito al secondario Dis~anza dei fili' Fill freddi hnodo rovente Cab, do rovente

4 m m . 4 15 30

3) Wied. Ann XX[, .q99~ 1887.

4) Lavoro eseguito nell' lstituto fisico della 1L Universith di 'l'orino~ diretto dal Prof. A. Naccari.

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