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La stranezza

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Academic year: 2021

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(1)

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Prof. A. Andreazza

La stranezza

Lezione 12

(2)

La “stranezza”

•  Esperimenti coi raggi cosmici dimostrarono anche la presenza di altre nuove particelle,

•  confermate da esperimenti agli acceleratori.

•  Vennero chiamate strane:

–  Prodotte con sezione d’urto forte

–  Decadimento con tempi tipici delle interazioni deboli

•  Si osservava che venivano sempre prodotte in coppie:

–  Un nuovo numero quantico: stranezza –  Conservato nelle interazioni forti

–  Violato nelle interazioni deboli

•  Consistente con l’introduzione di un nuovo quark: s

–  Le interazioni deboli di questo quark apriranno la strada alla

sistematizzazione delle interazioni deboli degli adroni.

(3)

Particelle strane

•  Nell’esposizione di camera a nebbia a raggi cosmici, si misero in evidenza decadimenti di nuove particelle.

–  Si poteva ricavare il momento dalla curvatura in campo magnetico –  Ma non sufficiente capacità di identificare la massa

Rochester e Butler 1947

Decadimento di una particella carica Decadimento di una

particella neutra

(4)

Esercizio

P

+

P

-

θ

•  P+ = 340 ± 100 MeV

•  P- = 350 ± 150 MeV

•  θ = 66.6o

•  PV = 600. ± 300 MeV

•  P+ = 770. ± 100 MeV

•  θ = 161.1o

P

V

P

+

θ

P

n

P

nT

P

+T

•  Calcolare la massa invariante delle particelle che decade assumendo che le particelle prodotte siano note:

•  cariche: p, µ, π

±

•  neutre: n, ν, π

0

•  Verificare se alcune delle combinazioni possono corrispondere a masse già note.

(5)

Particelle strane

•  La sfida successiva era costruire rivelatori in grado di identificare senza ambiguità la massa delle particelle osservate:

–  Esperimenti con camere a nebbia in alta montagna (es.: Pic du Midi)

–  Emulsioni nucleari in palloni

(6)

Camera a nebbia

•  Il momento si misura tramite il raggio di curvatura

•  β, o γβ, dalla Perdita di energia nella materia per ionizzazione: formula di Bethe-Bloch

–  K = 0.307 MeV cm2

–  z carica della particella

•  Per gli eventi che stiamo discutendo la regione importante è quella rela- tiva a velocità “basse”

p = mβ

1 −β2 = mγβ

dE

dx = Kz2 Z A

1 β2

× 1

2ln2mec2β2γ2Tmax

I − β2 −δ 2

⎣⎢ ⎤

⎦⎥

(7)

Emulsioni nucleari

densità dei grani

dE

dx = Kz2Z A

1 β2[ ]...

θ

θrms =13.6 MeV βp z x

Xo

(8)

Particelle strane

•  Numerose nuove particelle

•  Le nuove particelle sono pesanti: hanno diversi decadimenti possibili

•  Mesoni:

•  Iperoni:

•  Vite medie dell’ordine di 10

-8

-10

-10

s:

–  Decadimenti deboli

•  Dal tasso di produzione si poteva evincere una sezione d’urto in alluminio (involucro della camera a nebbia) dell’ordine del mb

–  La produzione è un processo forte

K+ → π+π+π K+ → π+π0 K+ → µ+ν

mK+ = 493.677 MeV K0 → π+π mK0 = 497.646 MeV

Λ0pπ Σ+pπ0 Σ± → nπ± Ξ → Λ0π

mΛ = 1115.683 MeV mΣ+ = 1189.37 MeV mΣ = 1197.449 MeV mΞ = 1321.31 MeV

(9)

•  Prima di procedere nella nostra discussione sulle particelle strane analizziamo la conservazione del numero barionico

•  Il decadimento b del neutrone: n → p e

-

ν

–  Abbiamo un nucleone nello stato iniziale e uno nello stato finale

•  Sorge la domanda: perchè non esiste il decadimento p → e

+

π

0

•  Oppure: perchè non esiste la reazione e

-

p → π

+

p

-

•  La vita media del protone ( τ

p

> 1.6 ×10

33

anni ) è il risultato degli studi più recenti

•  L’esperimento consiste nel tenere una grande massa “sotto osservazione”

•  Ad esempio 1 cm

3

di ferro contiene ρ/A N

A

Z = 2.2 × 10

24

nuclei/cm

3

–  Un esperimento sensibile richiede pertanto: elevata massa (1000 ton) e basso fondo (caverne, miniere)

•  L’elevato valore di τ

p

suggerisce che il protone sia stabile

•  Dal momento che il neutrone decade in protone e i decadimenti degli iperoni portano sempre ad un protone si stabilisce che:

–  Gli Iperoni sono Barioni

–  Il Numero Barionico è conservato: in una reazione o decadimento il numero dei nucleoni è costante

Il numero barionico

(10)

Produzione associata

•  Nel 1953 il gruppo di Fowler a Bro- okhaven, utilizzando un fascio di π- di 1.5 GeV dell’acceleratore Cosmotron osservò il seguente evento

•  L’evento fu interpretato come

•  L’importanza di questo evento fu la dimostrazione della produzione asso- ciata delle particelle strane

•  Nello stesso esperimento il gruppo di Fowler osservò anche il decadimento

•  L’osservazione della produzione asso- ciata porta all’ipotesi che ci sia una quantità conservata:

–  la stranezza

p π

-

π

-

π

+

Λ

0

K

0

π

-

π p → Λ0 K0

π+ π p π

π p → Σ K+

n π

(11)

Isospin e stranezza: iperoni

•  Per spiegare tutte le osservazioni, Gell-Mann e Nishijima proposero:

–  un numero quantico additivo: la stranezza

–  nelle interazioni forti la stranezza è conservata –  nelle interazioni deboli la stranezza non è

conservata: |ΔS|=1 nei decadimenti

•  Includendo la stranezza, la relazione per la carica deve venire modificata:

–  dove si è introdotta l’iper-carica Y=B+S

Q = B

2 + S

2 + I3 = Y 2 + I3

Q B S T T

3

p 1 1 0

12 12

n 0 1 0

12

-

12

Λ

0

0 1 -1 0 0

Σ

+

1 1 -1 1 1

Σ

0

0 1 -1 1 0

Σ

-

-1 1 -1 1 -1

𝝣

-

-1 1 -2

12

-

12

𝝣

0

0 1 -2

12 12

(12)

Isospin e stranezza: mesoni

•  Innanzitutto consideriamo la reazione

–  Assumendo che nella interazione forte la stranezza sia conservata dobbiamo concludere che il mesone K0 ha S = +1

•  Per quanto riguarda l’Isospin assumiamo che esso sia conservato nella reazione di produzione

–  Deve essere semintero

–  Assumiamo che il K0 abbia Isospin T = ½

•  La formula per la carica applicata al K

0

implica che esso è il membro T

3

= -½ di un doppietto

–  Il membro T3 = +½ deve avere carica +1 ed è pertanto il mesone K+

•  Il mesone K

-

è l’antiparticella del K

+

–  Anch’esso deve avere Isospin T = ½ –  Deve esserci anche un partner neutro: K0

•  Le particelle K

0

e K

0

sono distinte:

hanno stranezza differente

•  In definitiva i numeri quantici dei mesoni sono

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π p → Λ0 K0 0 0 S −1 1

12

0 0

1 0 ?

p K

pπ- p → ΛÆ L 0 K0 1 12 T 0 12 Q = B

2 + S

2 + T3 → 0 = 1 2 + T3

Q B S T T3

π+ 1 0 0 1 1 π0 0 0 0 1 0 π- -1 0 0 1 -1 K+ 1 0 1 12 12 K0 0 0 1 12 1

-

2

K0 0 0 -1 12 12 K- -1 0 -1 12 1

-

2

(13)

Decadimenti delle particelle strane

•  Le particelle strane decadono tramite interazione debole violando la conservazione della stranezza

•  Le prime particelle strane studiate sono anche le più leggere

–  Possono decadere soltanto in particelle “normali” con S = 0

–  La violazione della stranezza proibisce che l’interazione sia forte

•  Infatti i seguenti decadimenti

–  Sarebbero permessi dalla conservazione della stranezza –  Sono proibiti dalla conservazione della energia

•  Il decadimento

•  è invece permesso sia dalla conservazione della stranezza che dalla conservazione dell’energia

–  avviene tramite interazione elettromagnetica

Λ → N K Σ → N K Ξ → Λ K

Ξ → Σ K Σ → Λ π

Σ0 → Λ0 γ

(14)

Interpretazione nel modello a quark

•  Il modello a quark si può estendere con l’aggiunta di un nuovo quark:

–  s: stranezza S=-1, B=1/3, Y=-2/3, I=I

3

=0 ⇒ Q = -1/3 –  massa m

s

~ m

K

-m

π

= 360 MeV

•  Gli adroni sono stati legati dei 3 quark u, d, s

•  Come esempio notiamo la composizione dei seguenti adroni:

•  Veniamo alla reazione π

-

pΛ

0

K

0

–  I quark u e u si annichilano tramite interazione forte (gluone) e producono successivamente quarks s e s

•  Per il decadimento Λ

0

π

-

p

–  Il quark s si trasforma in u tramite interazione debole (emissione W-) p = uud

( )

Λ = uds

( )

π = ud

( )

K0 = ds

( )

ud du u

du s ds

p

π K 0

Λ 0

g

du du

s

du u

π Λ 0

W

-

p

(15)

SU(3) di sapore

•  Reiteriamo l’idea che le interazioni forti sono independenti dalla carica dei quark:

–  sia elettrica

–  che di ipercarica

•  Invarianza rispetto a rotazione nello spazio di tre stati |u⟩, |d⟩, |s⟩

–  gruppo SU(3)

•  La massa delle particelle strane ≫ particelle ordinarie:

–  la simmetria è meno buona di quella di isospin

Y

T3

12

12

13

23

d u

s

Y

T3

12

12

13

23

u d

s

(16)

Gruppi SU(N)

•  Per definizione, una matrice n×n del gruppo U(N) soddisfa la relazione

•  L’equazione precedente implica n×n rela- zioni fra gli n×n elementi di matrice

•  Pertanto dei 2×n×n parametri reali solo 2×n×n - n×n = n×n sono indipendenti

•  La richiesta poi che il determinante sia 1 (cioè appartenga al gruppo SU(N) ) riduce di un’altra unità questo numero

•  Pertanto i parametri indipendenti dei 2 gruppi più importanti per la fisica delle particelle sono

–  SU(2) 3 parametri reali –  SU(3) 8 parametri reali

•  Veniamo alle rappresentazioni:

–  Una rappresentazione è un omomorfi- smo di un gruppo con un gruppo di matrici definite su uno spazio vetto- riale di dimensione n

–  I fisici spesso chiamano rappresenta- zione i vettori dello spazio vettoriale

•  Tutti i gruppi hanno una rappresentazione banale di dimensione 1 che corrisponde all’elemento 1

•  La dimensione della rappresentazione di dimensione più piccola successiva dipende dal gruppo

–  SU(2): è realizzata su uno spazio vettoriale di dimensione 2

•  Coincide con la rappresentazione coniugata delle matrici U*

•  Una sola rappresentazione: 2 –  SU(3): è realizzata su uno spazio

vettoriale di dimensione 3

•  Non coincide con la rappresenta- zione coniugata delle matrici U*

•  Due rappresentazioni: 3 e 3 UU = I

(17)

La rappresentazione 3 di SU(3)

•  Le 8 matrici della rappresentazione 3 (matrici di Gell-Mann) sono:

•  La generica rotazione:

•  Le regole di commutazione:

•  Si definiscono gli operatori T

3

e Y

•  Comportamento sulla base

λ1 =

0 1 0 1 0 0 0 0 0

λ2 = 0 −i 0 i 0 0 0 0 0

λ3 =

1 0 0 0 −1 0 0 0 0

λ4 =

0 0 1 0 0 0 1 0 0

λ5 = 0 0 −i 0 0 0

i 0 0

λ6 =

0 0 0 0 0 1 0 1 0

λ7 =

0 0 0 0 0 −i 0 i 0

λ8 = 1 3

1 0 0 0 1 0 0 0 −2

Y = 13λ8 T3 = 12λ3

u = 1 0 0

d = 0 1 0

s = 0 0 1

T3 u = 12 u T3 d = −12 d T3 s = 0 s

Y u = 13 u Y d = 13 d

Y s = −23 s

Y

T3

12

12

13

23

d u

s

U = exp i αnλn

n=1 8

λi,

λj

⎡⎣ ⎤⎦ = 2ifijk λk

ijk fijk ijk fijk ijk fijk

123 1 246 12 367 12 147 12 257 12 458 23 156 12 345 12 678 23

(18)

Operatori di SU(3)

•  Abbiamo finora visto il comportamento degli stati per gli operatori T3 e Y

•  Definiamo per comodità gli operatori

•  Gli operatori F1, F2, F3 ≡ T3 hanno le stesse regole di commutazione dell’isospin

•  fijk è totalmente antisimmetrico e f123 = 1 e coincide pertanto con εijk

•  Infatti riconosciamo le matrici di Pauli

•  Definiamo pertanto gli operatori di innal- zamento e abbassamento

•  In modo analogo si definiscono gli operatori

•  Le regole di commutazione fra questi nuovi operatori sono facilmente

derivabili

•  In particolare le regole

•  permettono di calcolare il

comportamento degli operatori V± e U± nel piano

Y-T

3

•  Ad esempio U+ applicato ad un autostato di T3 con autovalore α produce uno stato con autovalore α - ½

•  Analogamente U+ applicato ad un auto- stato di Y produce uno autostato con un autovalore aumentato di una unità

Fi = 12λi

λ1 =

0 1 0 1 0 0 0 0 0

λ2 = 0 −i 0 i 0 0 0 0 0

λ3 =

1 0 0 0 −1 0 0 0 0

T± = F1± iF2

V± = F4 ± iF5 U± = F6 ± iF7 V3 = 12

(

F3+ 3F8

)

U3 = 12

(

−F3 + 3F8

)

Fi, Fj

[ ]

= ifijkFk

T3,T±

[ ]

= ±T±

[

Y,T±

]

= 0

T3,U±

[ ]

=12U±

[

Y,U±

]

= ±U±

T3,V±

[ ]

= ±12V±

[

Y,V±

]

= ±V±

= U

(

+T312U+

)

α

T3U+ α

=

(

α 12

)

U+ α

=αU+ α 12U+ α

(19)

La rappresentazione 3 * di SU(3)

•  Analogamente si può studiare la rappre-sentazione coniugata in cui generatori sono

•  Riportiamo per brevità solo gli operatori λ

3

e λ

8

•  Definiamo nuovamente

•  Studiamo infine l’effetto dei generatori diagonali sulla base

•  Abbiamo

•  Rappresentiamo sul piano Y-T

3

i 3 stati

λn → − λn*

λ3* =

−1 0 0 0 1 0 0 0 0

λ8* = 1 3

−1 0 0 0 −1 0 0 0 2

Y = − 1

3λ8* T3 = −12λ3*

u = 1 0 0

d = 0 1 0

s = 0 0 1

T3 u = −12 u T3 d = 12 d

T3 s = 0 s

Y u = −13 u Y d = −13 d Y s = 23 s

Y

T3

12

12

13

23

u d

s

(20)

Ottupletto mesonico

•  Nel modello a quark i mesoni sono uno stato legato di un quark e di un antiquark

•  Per i 3 “sapori” (flavors) esistono 9 possibili combinazioni q + anti-q

•  Gli stati con I3=Y=0 sono combinazioni lineari che hanno i numeri quantici corrispondenti a stati fisici:

•  In realtà, siccome SU(3) è rotta dalla massa di s gli stati reali sono combinazioni di questi.

•  Specialmente nel caso dei mesoni vettoriali 1--

1

3

(

uu + dd + ss

)

=η'

1

6

(

uu + dd − 2ss

)

=η

1

2

(

uu − dd

)

=π0 T = 1 T3 = 0 T = 0 T3 = 0

T = 0 T3 = 0

1

2

(

uu − dd

)

=ρ0, 12

(

uu + dd

)

=ω

ss =φ

Singoletto di SU(3)

(21)

Classificazione dei barioni

•  Anche nel caso dei barioni si possono classificare gli stati possibili in termini di I

3

ed ipercarica: Y=(B+S)/2

•  Gli stati fondamentali corrispondono ad un ottetto ed un decupletto.

(22)

La scoperta del barione Ω -

•  Un significativo successo del modello a quark fu la predizione dell’esistenza di uno stato (sss):

–  B=1, I=0, S=-3, Q=-1

–  Scoperto nel 1964 in un esperimento in camera a bolle

(23)

Decadimento dei mesoni K

•  Applichiamo lo stesso approccio del decadimento β ai mesoni K:

•  Nel caso Qme, si ha che

•  Nel caso del decadimento

–  approssimazione peggiore di quella per i decadimenti super-permessi:

–  non potrei trascurare i fattori di forma f(q2) –  simmetria rotta da ms

•  Da cui otteniamo

mK − mπ = 497.6 −139.6 MeV

τ

K

L

0 = 5.116 ± 0.021

( )

×10−8 s

BR K

(

L0

π

+e

ν

e

)

= 40.55± 0.11

( )

%

Γ K (

0

→ π

+

+ e

+ ν

e

) = G

s

2

( m

K

− m

π

)

5

60π

3

λ = GF2 Mfi 2

(

mec2

)

5

3! f Z,Q

( )

mec2

( )

5 f Z,Q( ) Q

5

30

K0 →π++ ee Mfi ≈ π+ V+ K0 = 1

Usando queste semplificazioni:

Molto minore di GF.

G

s

= 0.13×10

−5

GeV

−2

Q valore

(24)

L’angolo di Cabibbo

•  Facendo un trattamento accurato dei fattori di forma nei decadimenti delle particelle strane, si ottiene:

•  Dai decadimenti β, abbiamo visto che

•  I dati sperimentali ci forniscono l’informazione che

•  che può anche venire riscritta introducendo un angolo θ

C

(angolo di Cabibbo):

•  Ciò permette di conservare l’universalità delle interazioni deboli assumendo che il quark che partecipa alle interazioni deboli sia:

G

s

/ G

F

= 0.2252 ± 0.0009

G

β2

+ G

s2

= G

F2

u ↔ ʹ d = cos θ

c

d + sin θ

c

s

Gβ/GF Gs/GF

G

F2

cos

2

θ

C

+ G

F2

sin

2

θ

C

= G

F2

G

β

/ G

F

= 0.98563± 0.00013

(25)

Il quarto quark

•  La teoria di Cabibbo presenta una forte asimmetria tra il quark u da una parte e la combinazione lineare di d ed s dall’altra:

•  Ciò portò a supporre l’esistenza di un quarto quark, il charm (c)

–  Nuovo numero quantico, C: conservato nelle interazioni forti ed elettromagnetiche, violato nelle deboli

–  Y=B+S+C e Q(c)=+2/3

•  Probabilità di transizione nei decadimento deboli, mediata da una matrice di mescolamento:

•  Quark effettivamente scoperto nel 1974, con m

c

~1.6 GeV

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 12 A. Andreazza - a.a. 2015/16

25

u ↔ ʹ d = cos θ

c

d + sin θ

c

s

( u c ) −sinθ cosθ

c

sinθ

c

c

cosθ

c

⎝ ⎜ ⎞

⎠ ⎟ d

( ) s

Z

49. Plots of cross sections and related quantities 5

σ and R in e+eCollisions

10

-8

10

-7

10

-6

10

-5

10

-4

10

-3

10

-2

1 10 102

σ[mb]

ω

ρ φ

ρ J/ψ

ψ(2S) Υ

Z

10

-1

1 10 102 103

1 10 102

R ω

ρ φ

ρ

J/ψ ψ(2S) Υ

Z

√s [GeV]

Figure 49.5: World data on the total cross section of e+e→ hadrons and the ratio R(s) = σ(e+e→ hadrons, s)/σ(e+e→ µ+µ, s).

Risonanze cc

σ

(

e+e → adroni

)

√s [GeV]

(26)

I quark

•  I quark possono essere classificati in famiglie, come i leptoni.

•  Nel 1977 venne scoperto anche un quinto quark b (bottom or beauty)

–  Q=-1/3, mb ~5 GeV

•  Il suo partner top (t) osservato solo nel 1995

•  Q=+2/3, mt ~175 GeV

–  Diversamente dai leptoni, le transizioni deboli sono mediate dalla matrice di Cabibbo-Kobayashi-Maskawa (CKM)

•  Matrice unitaria

•  Transizioni sempre più improbabili all’aumentare della differenza di massa.

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare – Lezione 12 A. Andreazza - a.a. 2015/16

26

49. Plots of cross sections and related quantities 5

σ and R in e+eCollisions

10

-8

10

-7

10

-6

10

-5

10

-4

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1 10 102

σ[mb]

ω

ρ φ

ρ J/ψ

ψ(2S) Υ

Z

10

-1

1 10 102 103

1 10 102

R ω

ρ φ

ρ

J/ψ ψ(2S) Υ

Z

√s [GeV]

Figure 49.5: World data on the total cross section of e+e→ hadrons and the ratio R(s) = σ(e+e→ hadrons, s)/σ(e+e→ µ+µ, s).

Risonanze bb

σ

(

e+e → adroni

)

√s [GeV]

⎟ ⎟

⎜ ⎜

=

tb ts

td

cb cs

cd

ub us

ud

CKM

V V

V

V V

V

V V

V

V

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