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Economia – Pag. 14 5 aprile 2009

A VERONA LA REGIONE SI APPELLA AI PRODUTTORI DI VINO: NON VA ABBANDONATO UN PRODOTTO NATURALE CHE GARANTISCE LA QUALITÀ

«Lunga vita al sughero sardo»

IL MINISTRO: SENZA I VOSTRI TAPPI NON CI SAREBBE IL PROSECCO

Al Vinitaly la Regione tiene alto il buon nome del sughero sardo e trova uno sponsor d'eccezione: il ministro.

VERONA «Senza il sughero sardo non ci sarebbe il Prosecco». Luca Zaia , ministro delle Politiche agricole, si inchina davanti a uno dei prodotti simbolo dell'ambiente sardo e della Gallura in particolare. E lo fa al Vinitaly, la più grande rassegna mondiale del vino.

«Noi», riprende il ministro, «siamo ancora convinti che il vino si faccia in campagna e non nelle industrie, nonostante una pessima riforma del settore ora consenta, in Europa, di fare il rosato semplicemente mescolando bianco e rosso. Il vero valore aggiunto del vino italiano», rimarca Zaia, «è il territorio. Un binomio inscindibile. Nel territorio si fa il vino.

E si fa il sughero. Da ministro, dico grazie ai sardi, che ci aiutano a conservare il vino con i tappi di sughero. E da veneto dico ancora grazie ai produttori e ai trasformatori della Sardegna: senza di loro il mondo non avrebbe il Prosecco».

LA REGIONE L'assessore regionale all'Agricoltura, Andrea Prato , gongola. Seduto alla destra dell'amico ministro, nel soppalco che domina la casba che ospita a Veronafiere 69 delle 72 aziende isolane (quello sardo è un allestimento superato, uno dei peggiori della rassegna), Prato ha appena lanciato un appello al mondo del vino. «Chi vuole produrre qualità non può prescindere dal tappo in sughero. Non possiamo e non vogliamo dire che non si possano usare altri prodotti. Ma chi coccola per mesi il suo vigneto e poi fa altrettanto in cantina con il vino, perché vuole fare qualità, non può rinunciare a un prodotto naturale, il sughero. Natura che sposa natura».

LA RISTORAZIONE Assente Giacomo Tachis , ma l'influenza che lo ha tenuto a casa ha forse evitato qualche contestazione tra i produttori di vino, offesi da una recente dichiarazione sull'Unione Sarda in cui Tachis parlava dell'incapacità dei sardi a valorizzare il Cannonau. C'era, invece, Lino Stoppani , presidente nazionale della Fipe (la Federazione dei pubblici esercizi, legata a Confcommercio) e proprietario a Milano del negozio Peck, tre piani dedicati all'alta gastronomia. Stoppani giura di avere solo tappi in sughero, e non anche vetro o materiali sintetici, tra le 100 mila bottiglie della sua casa di bontà . «È una questione di qualità. Al riguardo, devo dire che nel nostro mondo si deve fare uno sforzo ulteriore per la formazione del personale. C'è una ristorazione media che, nel presentare il vino, si limita a dire rosso, bianco o della casa».

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I LIMITI Ma il leader della Fipe non nasconde i possibili effetti collaterali del tappo in sughero, «a partire dal prezzo. Un buon tappo può arrivare a costare, al produttore di vino, anche un euro. E poi ci sono i famigerati difetti, che comportano la tragedia di dover buttar via una bottiglia di vino. Anche se si tratta di un fatto sempre più occasionale, anche per il grande lavoro della ricerca». Un esempio, ieri al Vinitaly, è arrivato da Sardegna Ricerche, che ha presentato il nuovo disciplinare per la produzione del tappo in sughero. Un lavoro che Marco Tarantola , direttore di Confindustria del Nord Sardegna, ha definito «un fatto epocale. Attorno a questo discorso», ha aggiunto, «c'è il futuro del tappo. E io dico del vino stesso». Dando una grossa mano allo sviluppo e al territorio. «Produrre sughero», dice Giuliano Murgia , presidente di Sardegna Ricerche,

«vuol dire produrre ambiente. E sostenere l'economia. Tappi in sughero, ma anche prodotti per l'edilizia, come gli isolanti acustici, calzature, abbigliamento».

PIANO DI FORESTAZIONE Da Verona l'assessore Prato annuncia di voler realizzare con il collega dell'Ambiente «un piano di riforestazione, con la sughera grande protagonista.

Ci vorranno 25, 30 anni, ma dobbiamo crederci. Partiremo dalle sugherete colpite dal fuoco, che nel giro di 5 anni ci daranno i primi risultati». Sebastiano Sannitu , vicepresidente della Giunta regionale (è assessore al Turismo), lo dice con orgoglio, anche perché è sindaco di Berchidda: «Il sughero è una risorsa preziosa, per l'economia, l'ambiente, la cultura. Ed è l'unico prodotto, pensateci, che viene da una pianta che resta in piedi, che non deve essere abbattuta». Appelli, buone intenzioni e progetti per difendere il sughero sardo che, nel tempio del vino, hanno trovato uno sponsor d'eccezione, il ministro delle Politiche agricole. «In fatto di sughero i sardi possono dare lezione all'Italia intera. E poi», ripete Luca Zaia pensando un grande vino di casa sua, un prodotto del Trevigiano, «senza i sardi non ci sarebbe il Prosecco».

Emanuele Dessì

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