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BIBLIOTECA NAZ. Vittorio Emanuele III XLTII

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(1)
(2)

BIBLIOTECA NAZ

VittorioEmanueleIII

XLTII

(3)
(4)

r

I

(5)

-

^

LE MOLTE

ET DIVERSE VIRTV«'

*

«» #*'

\v.

,

f

7 A

ì.

Vi

A~

[Air

fta

'

)

1 I

*

DclliSaui antichi da Greci,

& latini auttori in uoL gar fermone per

M.Nicolo Li-

Aj « -*

. i

burnio tra- dotte*

'

> *

v tt

"“V .

MOTTI ELEGANTISSIMI DE DI*

uerji

Auttori

*

Tradotti

di

La*

tino in

Volgare

* r

^

V;

M D XXXVII

(6)

Al

nobilifjimo

y

fplendidiffimoCaualiermeffcrPrancefco

Cornare

difan

M

arco trocuratorfapientiffimo

,fudel

Chiariamo

, Caualier

,y

procuratormeffcrGiorgio.

nicololibvrnio,

ETERNO

iddio fóntepuriffimo dibontàineffa

*

bile,

via

ingegnofanatura, Meffcr Prancefco

Magnani À'fìkSjii

1110caualier

,V

Procurator,tradiuerfiimerualli ditempi ogniqualità di

faenze

pr0 duffc marauigliofi,

y

eccel

<entiingegni:perla cui uirtu

Inumana

gencratioepotejjceffcr

ammae

firata,

y

condottaalla diritta uia del

bene,y

beatamenteuiuere.

L a

onde( accioparliamodeilianticbiffimiautboridifapienfa)latheolo giàdiMercurio'Trimegifìo è conofciutaeffcr [aiutifera,

y di

celejle

intelligenza uefiita,sublimi luconoimijlerid'

Orpheo

.llluflri

fono

tfecreti diPitbagora,AltaueramenteèlafantimoniadiSocrate,

y

uenerabiledaciafcuna partelamaefìadel diurnoPlatone.Piacemi qui per noneffcrtediofo, preteriraltri infinitibuominidellafùffcguente età inl’una,yl’altralingua

fommamente

fcientiatiJaUiquaìi leggeri

do

ioper giornata,moltieffcmpli,ynotabilidocumential uirtuofoui nere opportuni

y

conduceuoiiconb'reuitanel thofcoidioma

trafora

tati,In cotal

mia

nondisbonefiaperauentura

y non

inutilfatica

par

roio effcrfiato

come

imitatoredell’apimellifère,lequali nelle cereria*

ticilavorando

da

unfol

ramuf

cello di fiorenon raccogiiono cioche lo roè dimefiiero,ma

daum V

diuerfifioreggiatitialberi

uanno

ruba

bando

dellaprimauera purpureagli odoriferibonari,Nellaqualcojà

gran

partedi folenni precetti,

V

fentenfediphiiofopbi,poeti,oratori:

hifiorici

,y

d'altri principi in dottrine daltijfimo fiatocofiGreci,

come

Latinipofiafù da

me f

òtto/or titolo

non

fan\adilettaticme di ciafcuno candidolettore,Ilperche gja qualche tempoauanti,effcndo io

da

certibuominidi folleuatoingegno,

y

dinonbajfafortunaifpeffc fiate efibortatoadarin luce la nofira prefanteopera,mentreconaffie.

duecogitationi dimentemirauolgo

d

intorno, intrail

numero

deltifa

mofixel^brky

honoreuoliffimigentiluominidelpuniuerfa antica ita ìia,nofiraMagnificenza primadiqualunquealtro di

fama

degno,tutta

(7)

dottofirfe

pinolo

àiudore,

ma

ài fide

certameuM,&

offcruanfy uer folasignoria uofiratefiimoniofempiterno,

Non

può dunque

dmefe non

ad honor grandijfmoriufcfie,concionacofa che nella

prima fron

te dellemieifcrittecarteuedutofiatipreclaro

nome

diunotanto

ua

lorojòCaualiere,Perocheadocchioalsplendoredellanominatici*

ma,U magni

ficentijjìmafamiglia Cornata,fe alle abondeuoliffime rie eh

e^e

mitrafporto,gr féuerropoiànouerargliantiqui

,Cr

moder

*

ni tricmphi

&

ornamenti d'una Ziadicypriinclita

R

eina ,d'unfra tellochenella chiefa di

c

hrijìo fu eminentijjimo Cardinale,grd'un padrelodatifjimo

c

aualier,ty fauijjìmoprocuratore,/renderòardire diuguagliarlapoffentefbrtuna(diro latinamente)Corneliaallanobil tadi Mecenate,allediurne di Lucullo,gr allafublimita deltriupban*

tePompeio.TefJcre bifognerebbeet

me

lungafioria, fe iouolejjipure inunaparticella

commemorar

larara prudenza,ilmaturoconfiglio, la

fide/

interitadellaricolendamemoriadel uofirofignore padre,fe*

natorinognietà eccellente,

&

benmeriteuo’e precetto dellafia cari/

fimapatria, di cui

nkebbe

fempre cura maggiore, che dèli proprifigli uoli,MaL’ordine dinarrarele

mar

auigliofe,uincredibiliuofire

impre

fe,riferuatoèda

me

conpiuacconciotempo àgliaccenti della

compo

nitura latina,

Ubora

nonè alluogoaffaibafieuole gentilijfimo

Caua*

lierMeJfcrPrancefcoProcuratori’io poffa ifprimere le dottidell’ani

mo

mirabiliffime dellaonnipotente naturaalgraue\ereno,<& gratiofo appetto uofiroconceduteci

come

fi

formo

Iddionell’aperto cieloheb be àconfiituireilJplendente foleà guifa difiobellijjìmo,

p

giocon

*

diffimo fimulacro,cofi nella dilicatamodefia, grufili imagineuofira collocoeunacerta foaue,defiderab ile.gr tacita luce,di tanta benigni

*

ìa,v

grafiaornata,che per confinone

pubhca

dituttigli honefii,

&

uirtuofiintelletti,

non

è traiuiuentiperfona alcunadiqualunquefiato fifia

Ja

qualper immenfodifiod’ardentijfmo

amore

non brami,

&

bea

mando

preghidiuederenoi pofiocontinuamenteinogni profperita, inogni aumentid'honori,inogni perpetuafilicita,Mentrea cofi fitto

modo

io

da perme

fontutto incontemplatanedalle rarijjime uirtudi uofirasignoria, Mejfcr

Angelo Milledom

ilmiomaggior,gr abanti quofidelamico, tyilmedefimo accortoconofcitor del

mondo,

gr ho

no

ratorinfiperabiledel chiaro

nome

uofiro,toccommiall'improuifia di Speronifi

d

..emente fungenti,che iouer amente

da

ciafcun giufiogiu die epiu maligno,che ingrato fareitenutole datutthoreco gltoccbi,co gliorecchij(j colprontofpirito

non

abbracciaci gli ottimicofimifir

A

II

#

T

1

\

(8)

ilrigoredel prefantijfimoingegnouoflro.Peroehe la dirittaJbrJa

di

natura procreouoi

come

efficmpio riuacijjìmo

ad

ognibonefa, a

gru*

Ulta,a tem eran\a,a

grande\\a

d'animo

,

cr ultimamentealle cofè

di giu

fiitiaAipietà

,

C7dituttel’altre uirtu fèceui

buomo

eccelfio:*7di perfratonicompiuto.

Ma

hoggimai perfinire,tanta e laridondante ubertadellaueralode uofìraper

me

nellamemoria conceputa,che di

ueronon

ho,ondeiomi conofiaidunio fcrittore0 confacondia,0

con

ingegno ocon dotrinata tantofplendor adirare. Intimamente,io ila qualgiadagiiannidimia primagiouanefiffa grandijfima

merenda,

V

feruentijjìmoaffettodibenuolere fempretacitameleportai alla

Ma

gnificen^auojlraycolcapocerto

,£7 con l’animo mchineuoleallegra

*

men

ehouolutoaquella

dedicare

cofiacrar laprefente opera.

D

oue fregochecontalpronte'fóadi cuore,

&

talgaudio

d

mente uogliate cotefto neftro hbbrettonceuere,conqual io fedeiijfimo firuidorghel

porgo

indono.

Ho

rain ciòche

mi auan\a

,ficotai dolcifatiche del

mio

jludionon farannoforfècommendatedillidottrinati,

& humani

lettor ijì.iranfialmenoficureaffai fiottol'ombra felice del

nome

cele*

bratiffìmo dellaSignoriauojtrayalla cuigrattabumilmente,&fian\*

fine

mi

raccomando.

TauoladellamateriatrattanteintuttaP opera.

Della potenza flddio.

Di Amore.

Di

fède.

Di

Speranza.

Di

Adustione,

&

Lufinghf*

Di Ambinone

.

Di

Inuidia.

Di

Auaritiajy Auari*

Di

prodigalità.

Di

lingua mendace audaciadi parlar.

Di

SilentiOyQrFaueUa opportuna.

Di

lnfipien\a,i

7

imprudenza.

Di

conoficerfieflefjò.

Di

Amici tia,&amici.

Di

liberalità.

Di

nobiltà,

&

magnanimità.

Titolo.Primo.

Titolo, iù Titolo.Hi, Titolo,iiii.

Titolo, v.

Titolo, ri.

Titolo. \ii ,

Titolo,riti.

Titolo.ìx.

Titolo, x.

Titolo, xi.

Titolo,xii.

T

itolo,xiii.

Titolo,xiiii.

Titolo, xv*

Titolo.x\i.

(9)

Di B

onta;# bumanita*

Di

Beneficio

;p

bonore

*

Di

esercitati

one:#

ir,dufiria.

Di

ira.

Di

Patien^a.

Di

Ricchfftelodate.

Di

RiccbeY[euituperate.

Di Legge

,

#

confuetudine* {

Di Fama;#

Gloria

Di

vitabreu

e,#

infirma*

Di

Pouertadiftre\\ata.

Di P

ouerta(o data.

Di

telieffa.

Di

Audacia,

Di

Pietà,

v

clemenza.

Di

Liberta;#firuitu.

Di

Ignoranza.

Di

dottrinai ^

7

ingegno, DiAfiinen\a:

#

continenti»

Di

Prudenza,

Di

Forteti*,

Di

Giufiitia:#gjiudicio.

Di

Moglie

,#

Matrimonio,

Di

fortuna.

Di

regno, principe,!?magifirato*

Di

capitani diguerra;#precetti di battaglia,

Rifroftediuerfe.acccrte;# pronte,

Virtù.

Di

morte*

Di

filicita*

Titolo*

xvf.

Titolo,

xh

i}\

Titolò. x»x.

Titolo*

xx

4,

Titolo, xxi Titolo. Xxif*

Titolo, xxiif*

Titolo, xxiiif

*

Titolo

*

xxv*

Titolo. xxvi*

'Titolo* xxiif*

Titolo, xxviij*

Titolo, xxix.

Titolo,

xxx

, Titolo, xxxi.

Titolo*xxxij , Titolo,xxxiif*

Titolo* xxxiiij, Titolo* xxxy.

Titolo*

xxx

vi.

Titolo, xxxvif, Titolo, xxxviif.

Titolo,

xxxò

e*

Titolo, xl»

Titolo, xlù Titolo, xlij.

Titolo* xhif»

Titolo,xlmi»

Titolo. xl y.

Titolo.xlyit

IL VINI»

A Hi

»

1

(10)

Pindaro poeta.

Diogene

Philoji

,

Della potenzadiDi## Titoloprimo.

O

jìuiueggiendo huominidi fiutanti della

na

turadel

fcmmo

Iddio.diceua chequellipi

?

gliau.vwfrutto imperfètto difapien\a. r Ejfcndounafìroiogo nella pia'tf.i,che

dima

flraua pelle dipinte in unatauoletta:dicen»

do amolti dintornoiquejìefonoleftclleerra

Eufebio Philojò,

Camillo

t/che,o amico,dtffc,nonuolermentire.checertoquelle

non fono

lepelle erranti,

ma

cojlorciq?dimofìrauaqueichelo cercondauam••

Diceua, cheera cofa difficiliffimaconofcereiddio:oj dir

non

poffiamoinche

modo

egli jia

,perche

non

fiamofuffi*

denticolcorpoifftimerunacofa incorpQrea-.p-unaco/à perfèttada unaimperfèttanon puòeffcrcomprefa,unacofa eternaconunafinitanoneconfaceuole,laultabrtuedel

Vhuomo

uola,tr fimpiternoe Iddio,ilqual e la uerita,qjr

rhuomo

ecdubratoà'imaginatione-.un debileda unforte: unptcio lettoda un grandijfimoetato differite,quanto

un

mortale da

un

immortale. Penfò adunquequelloeffcrlddiot ilqualecolingua

humana

non

può

effcrdichiarato

.

Soleuadire cofi-.voi trouerete tuttelecofeprofpereeffcp capitanodi interuenuteaglihucminifeguitanti Iddio,qjtutte lead»

Romani,

uerfeallidiff

recanti

Iddio

.

Seneca

mo

Dijfcchelideietiandioaglihuominiingratifogliono mol ral. tecofedonare.

TertulMo

Dice Iddio creatoreditutto’l

mondo

no poter ageuolmen

»

tbeulogo. te effcrtrouato 'tycondiffnultapotereffcrnarrato.

Yenophon commandaua

aglih uomini, chenelle cofeprofpere douef»

teorator. fono

grand tomamente

arricordarfi

ddh

dei.

Piatone Diceua che

rhuomo

buonoera fimigliitea

D

iotanfi

Vhuo mo

buonoeffcrfacrificatiffimo dituttele cofe-.qjl’huomocat Apolloniotiuo al contrario.

Ttameo

Diceuabonacofaeffcrilficrificarallidei,fàn\aliqualinoi

mago

fiamonulla,

Sophocle Scriffceffcrfidamenteconceffoallideinon inocchiar e

}

&

poeta, tuttel’altre cofe daltempofiuperatefono,

(11)

Titolofecondo, ^ x

Piatone

Scriffcintutteco/èdaeffcrpenfateirdettedouer fbnpre ef

fer pigliatoilprincipiodalli

fammi

Iddij.

Platone

. DiffelacogmtionediDioeffcrfapientia£r uerauirtu.

Tnodoro H

ebbeaJ'criueretche tramoltafelicitaiddio e difpreffata hifionco. Scriffe,cheIddio

no

e conosciuto

da

noi,fuoriche nelleco Lattar.tio fe aduerfa dicalamita.

tbeologo. Cantava che mentrelecofi deVi mortalifonoindubbio Siluioita;conpauragrande honore fannoallidei,

ma

quando fanule lico poeta, cofefelicigii altarinon fumano. -

H omno

Scrive,coluieffcrueramentebeato,ilqualufa]dirittamente

po

età. idonidel

fammo

Iddio.

StatiopoeDiffepriaejfcrfiata lapaura,laccai faceci coflituirlidei*

ta. cantaua

non

effcrlecito,eh'alcunficonfidicontràiluoler Virgilio deltidei.

poeta. Dijfc temiIddio,

p

uolgi e fuoimudaticufiodire

&r

inique Salamone.fiodeueeffcre ciafcu

kuomo,p

chi in quefionoe nulla e; Eufebio. Dice, chelihebreicredonoilcielo, la terra,iltépo,tmari

,

ipianeti,

V

tuttePai trecoffemouerfipelverbodiDio.

AntifihenDiffe Iddioa niunacofaeffcr firmile,peroeffcrimponìbile philofa. a conofcerio.

Xeno ph

de

Dicevamo

effcrIddio,ilqual nelcorpo,neconlamente philofa. era fimilealtimortali.

Euripide Dicea,cheiddiotoccavalecofegrandi,

&

lepicciolepera poeta. metteuaallafortuna.

Di Amore

Titolo fecondo,

PliniooraDiffeniunacofaejfcrnell’amore piudegnadi lode,chela tor. conflanfa.

QuintiliaScriffc,chegliamantinondrittamentefaglionodelle

fanne

nooratorgiudicare,perche l'amoreffofea ilfenfadegli occhi.

Plautopoe

se

colui,che

ama

epovero,eappajfivnato da mtferacala

ta, mita.

Inutilcofaevederquellafigura,percuifafiialcunavolta Girolamo,prefatcr malecommettertiaU'ifaerimento di quelle cofa,

datlequai affante poi fiarecondifficulta.

Agoftino.Meglioe

amar

cófauerita, checomdfuetudine ingannare»

A Hii

(12)

V

Di

Amor*.

Cipriano

.

licoftumedegli amantiè cofifetto:che

pamcr

lorono

pof

favo coprire.

Platone. PeJJìmo è queluo/gar amatore,ilqual

ama

piuilcorpo, che

i

anima, perche none fiabile,conciojiaco/àchefieguacofa infi-bile.

Chi

attiprimiajfcltid'amorfe refijìen\ayritornaubici*

ture .

Amor

fi dilettad'habitar'in cafealtijjìme.

Chi nodre C amor,fera tardoalanciar

ma

ilgiogo,ehe

una

fiatahauerapofiofuicotto.

Gliamanti meglioche giialtrifogliono numerarigiorni.

Soìoèl

amor

,chefiuer

gogna

aconofier

nome

alcunodi

Ago

fino,difficulta.

. .

Platone. Gliamatoripofeiachehannofi empiutoildifiodilibidi*

senec.poe. nepentifionfi deldonatobeneficio.

Virgi.poe.

Amor

fjrejfc fiate

impon

ilfrenoatticuori ojlinati

*

Virgilio

AW

amorfie maimifiaraalcuna

mina:

poeta. intraliconuiui,

v

nino

amor

brufeia piu ferocemente.

Virgilio Gliamanti hannoin ufocominciarparlare,

&

nel

me\\*

poeta. 'dettauoce fermarfi.

Virgilio

a

chefigrande

,fj fupremacofa

amor

nonJoJJringelipetti Poetat dethmortali.

Seneca poeta

.

Seneca poeta.

Seneca poeta.

Ouidio

ti

fede. Titoloterjo.

Theogni Scriffe Platone,che Theogni da

Megara

dueua.in tepodi Megarejè.ajfcdiol'huomofedelemeglioejfcred'agniargento

&

oro.

Cicerone,coluichealtrui

da

configho,checofadeue piùprefio dar, chefede?

'

Vitruuio.

Hiuna

cofaueramente

può

effer fettafan\afedefcrcafitta.

Agoftino. Fede,Jperan\a,&charitafono fondamentodella ulta

cbn

jìiana.

Salufiio.

Afe

perfinein

mi

feriapofiepocafede fuoleffer Phalar. tribuita.

Ambruot L

afede negliamici raratrouiamo., gio. Veliagiuflitiafondamentoè la fede.

Stucca

La

fedeebenfantijfmo

deVhumano

petto,dantceffita

i

1

ì

+

;

r/Goc

(13)

T

itoloquarto,

ninnae direttaad ingannare da premioneijòno e corrota ta-.Brufcia

ammala, non

/apra maitradire.

Paulo. In granmoltitudine dimalicondifficultafiporgefede

Orofio alle cofe.

5

Seneca, chiunque perdelafide,non

ha

chepiuoltr^perdere.

Seneca,'

La

fide èmiglior guardiadelprincipe chelajpada*

poeta.

La

fedelifinno,tr uentofallaci fino.

Cuidio

La

fidenonfuolentrarneti paVa\\idiRe.

poeta..

La

fidein>luogo

nimo

è ficura.

'

Sene.poe.Sacrificavano gli antichi alla fideconla

mano

copertadi Virgilio.yantio bianco,perchela fidedeueefferedritta

&

coperta

.

S

eruio/

La

fide e/orelladellagiuftitia.

Oratio ^PadrediAlefjandro

magno

hauendocreatoungiudice,il*

poeta. qual tingeuafi lakarba\<&ècapeglifubitopriuctlodet'uf Philip

po

ficio,dicendo, chechicontrafaipelinonedaejfir ifiima*

Re. > todegno,chedebbaferuar la fide nelle cofe.

Cicerone.Metello'Nipote ifdegnato con Ciceronelidijfc

fmoltopiu

^

huominihai fittomorirecol tuo tefiimonio,cbenon haifera 'vaticontua difinfioneyacui rijfofe,certamentee in

me

pi*

fide che eloquenza.

Paulo

apo

IIgiufiouiue di fide, fiolo. J

Di

fitrarffa. Titolo, iiij .

Donato

co

Speran\a.&

paura fino due manigoldidellecofe future, mentator,S pejfc fiateintervengono piutofio le cofenon Jperate}cbe Plauto« legiferate.

sene.poe.Miferijfima cofa e temere,fferandonulla.

Sene.mor.La

Jperan\ael'ultimofolayyodelle cofeaduerfi.

C

urtio hifQuandi)lafortuna abbandonaleprime fperanfe,lecofe fioric o. fu turepaiono migl iondelleprefinti.

Claudiano

La

fferan\ainiquanon

può

temai lungamenteallea poeta grarfi.

Ouid.poe.

Lafferan\a

e,cbepafier

amor

fiUace.

Aufimo Data

folamoriela(feran\a

può

efferuccifa.

A

gofiino.si comeper lafptràn\* fiamofaluiycofiperlafper3\afia»

\

(14)

Di

adulatane,

mo

pereffer beati.

Lino poeta

Dobbiamo

jperarognicofo,i

7

nulla Aifrerare.

Democrito

Le

jperan\edicoloro,equaifono[aninon fono nane,

ma

philofo. deltiimprudenti fonoleggiereyuote ,qjdifficili, Diogene Fuinterrogato,checofa era

fomma

nella uitayrifrofi,lafpe pbilofo. ran\a

.

Socratepki

Le

male fperan\e,come, malicapitanietconduconoin era lofopko rorif(7dilitti.

E

pitteto

'No»

lanaui con un'ancora,nela uitacon una (peranja philofo. formarfideue.

Socrate

La

fornivafonja mafehio,

&

labuona jperan\a fin^afotta philofo, ca nulla cofabuona può generare,

T

heocrito stiamodibuon animo,forfèdemaniforameglioylaJperan poeta.

\a

enettiuiui,fon\afremelimorti,

Pindaro

La

fperan\aefognodeUi uigilanti.

poeta.

La

[per

an\a

emolto

commune

tra glihuomini;Quetliatli Thalepbi.quai nluna altra cofo refla,fonoogni

modo

inJperanJa.

Guidio,

Do

uee

maggior

Jperan\adell'amante,iui,

maggior

difio dilibidine,

Ouidio,

La

jperan\ache uienper meritoe giujìa.

Di

Adulatone

,&

LuftngheTitolo.*,

Girolamo11

mondo

e cofi corrottoychechinonfo adular,paia oinufo

do

youer fuperboftareputato.

Seneca

mo

Uabbiamoin ufo dicompiacer anoi intanto, che difideria fai.

mo

in quellacofoefforlaudati

,aUaqual grandijfimamente facciamoilcontrario.

Seneca

mo

vogliopiu tofioconle cofi uere offendere,chepiacerlu*

ral. fingando

.

Phocioca* Effondo richiedodaAntipatro afarunacofo ingiujìa/appi pitano

a

trifrofe,che tunon mipotrai uforperamico,

V

adulatore,

theniefi.

Dimandando

ilmagiforato dicenfore,£r uedendoyche

mol

Catoneil tipregauanojtjlufingauano la plebe confufo,folletto

una

piuuect uccegndìdo,cheilpopolo

Romano

bifogno haueacofi di chio. fiueromedico

come

digrU purgatione.Diceua anchorail medefimo

c

ato,chequelliequai nelle cofi ridicoleeranofot»

(15)

Titolofijfo,

diofi,nellecofepoigratti,!?

da

doueroeranotali,chedi li

Ambruot

robifognauaridere,

giio.

Non può

effcrueraamicitia,douee fallaceadulatone»

Serietà

mo Sono

di nulla fede quegli, cheaffdouamentelusingano .

ral. Mortifera,!?ingannatrice e

V

adulinone

Lattando Quando

iofitjjì/fintodaneceJfita,uorreipiu prefiocafcar firmia. tra corui,che tra gli adulatori.

Anjìippo Veggiendo un

giouanericcoeffcraccompagnato

da

molti philojo. adulatori,ogiouane,diJfc,iopigliogran compajjìonedella

C

rate

phu

tuafchtudine

.

lo/òpbo.

La

beniuolen^adi adulatori,!?gli infortuni degliamici S ocrate fuggi

come

cofaabomineuole

.

Zenone Rimoui da

te l’audacia delparlardegli adulatori

.

Socrate» Gli lupi fonofinaliatlicani,!?gli adulatori fimiliagli amici,!?nondimeno

bramano

ccfe difimilù

phauorinoSi

come

Attecne fudijfipatodallicanidafenudriti,cofi phiiofo. queifono dagliadulatori lacerati, Uquali

hanno

conelfo

loro famigliarità.

Socrate. Glicacciatori

prendono

leleprico cani,!? moltialtrico falfelodepiglianoglihuominiftolti.

fiutareboGliadulatori,deVi poueri fonodiftrelatori,uiuonoall’ap petito di ricchi,ridono fan\a cagione daperfe,lìberiper fot tunajèruiperelettioneuiliffimi.

Di A

mbitione. Titolo, vi*

PlinioOffVambitione !?fauorallbora fignorreggìa,quandofinafeo tor. defittomaniera difiuerita.

Saluftio Vambitionefacilmente e tenuta della età di ueccbiefffa, Euftbio. colui ueramèteilqualeintantoauidodigloria cheetiandio Paolo

Apo

dalli cattiuiuogliaeér lodato, e di neceffitaelfoeffcrpejfimo

f

ofio lo

.

Non

diuentiamodiuanagloriacupidi,perturbinoci !?in Salujìio uidiandocitra noi.

LattantioVambitione infegnaglihuominifalfidiuenire.

frmiano. Poi chel

ambinone hapo/feduti glihonoti, che uollej

ma

\ Claudianaueccbia.

poeta. Vambitionee nutrice bruxiflima deU’auaritia,

(16)

... Di

imito,

Statto

La

gloria ambitiofa rovinaejjimedefimi fratelli.* <

foeta.-

L buomo

avidodi podejìamal agevolmente ofjérua lagru Cicerone. flttia:& fncilijfimamentecafra a cofe ingiùile.chi ecupido

di gloria, r

Di

Invidia, Titolo, tij,

Cafoilpiu

No

n ehauutainvidiaacolitiche

man

fritta

&

moderarne

vecchio, tevialafòrtuna.nonhannoinvidia

anoi,ma

allecofibua ne,iequaifonoin noi.

Theophra E

malihuomininonfiallegranocofi deltipropi beni.come Jiopbuof.delltdanni

u

incommodialtrui,

hip

pia L'invidia e punitanon folamente dafùoipropi mali,

ma

phhopho, ctiandiodagli benialieni.

Ono

sidroofficio e dek'inuido difiar,chenonacch afrbibeneadal

*

philufò. cuna.

Saiutilo. Vinuidia nafredalfoverchiobavere.

Cicerone,Eui di queflo fecolauna macchia, bauer imidia alla virtù, Bion

pbv M

irandò uninuido col tàfbingiupiegatoydijfc,o,quakbe lofopbo, gran maleinteruenutoacofluì

}oadaltriqualchegra bene

\aierio

N

ivna e tantomodeflafelicita,che poffafuggiregli denti maffmo. dimalignità.

Nicomao

FaticofaZ7 mal ageuolcofa eifcbiflirgli occhi deglinuidi, nephilo.

Dobbiamo

arricordarfidapoila gloria,feguirVinuidia, Saluflio, 'Nellegrandi

V

liberecittaqveflo inveroe

commune

vitio Probohitche Vinuidia fia

compagna

della gloria,

ftorico. Sicomela rugitiecofumailfèrro

,cofi l'inuidia gfi inuidi.

Arifiippo.Vedendo uninuido ditriflauuglia:diffe;nonfife ateinter phiiofi, uenuto

fraalcun male-.oadaltriqualche bene.

Bionephi.

L

imidiitacite;

&

occoltefono daefjcrpiu temute,chele Cicerone.mamiefieitraperte.

Martial

N

iega Vinuidiadar famaattiuiuenti.

poeta. Vinuidia mefla aUekofrd'altruiliete, ,

S

tatio

V

inuidiamaeflradiingiuflitiaAaqualfpingela

mi

te

& U

poeta.

mano

alle feelerita. i

Eufebio, Chiunque portainuidiaadalcun

buomo

da bene:Z7 be*

l u0

& d

bauerinuidiaa

ma

laRepublica.

& 4

fistiò*

(17)

Titolo

ottm.

Plutarcho,

S

cipiohAphricano temendo giacchi deglinuidi,partìuaf{

dijiint

mente da Roma,&

andana aJìar inuitla}accio dejf filuogodi rifairarealtimaligni.

Di Auar

itia.grAuari,

T

itolo, riti,

Cicerone. L’auaritia fùoldiminuir eruiolarogniufficiofanto .<& foli Saluflio

.

L’auariùafarouinarla frde.zr la bontà. (ne Agofiino.

V

auariùa ocupidità

none

uiùodell’oro,

ma delThuomo

ufanteiniquamentel’oro.

Baiamone L

Ughi furanoigiorni di colui.che aodiohauera V auariùa Seneca

mo

Atla inopiamoltecofemancano.all'auariùatutte. ral.

Sono

duecofe.lequaipojjono/fingere

Ihuomo

albrutto Cicerone,

guadagno

.cioe.l'inopia,#f auariùa.

Salamone

Chi congregatbefcriconlinguamédace.e nano.£rfàn\a cuore.

&

fora gittatoagli lacci dellamorte.

Theopopo

Se alcune,che poffieda moltiffimi beni,cr con animo an*

philojó. xio.gr perturbatotraducala fua uita.ejfo certo fora infilicif fimoditutticoloro ,cbemai furono faranno.

Democrito Gli huomini

far

fifannolauita delle api,affatic2do,crope philofo. rando comefe douelfono Jèmpreuiuere.

T

heocritoVeggiomolti ricchiguardianidelle riccheTffe loro,

'&

non poeta. padrinidellepecunie,

Epicuro

Vna

fiatafiamonati

.noneconceffo nafiexdueuolte.Et philofo* concionachetunon

fiepadronedelgiornodidomani,

non

dilungariltempo.<&hoggiuogli uiuere. \ GieremiaTutti dalminoreinfin almaggiorefiudianoaWauaritiai&

propheta. dalprophetainfinoalficerdote tutùfanno frode.

Virgilio

A

chefiperuerfomale noninduci tu epettidimortali

,

o

poeta. ma!adettafamedell'oro.

saluftio.

Ha

l’auariùaio Jìudio didanari,cuiniunfauiodeuedifide

*

rare;

Siliopoeta Dalle cauernedella terra. Iddioapperfel’orocagiondelle feelerita.

Arinotele. Io dico alcunhuominieffertantoauori.comefefuffono.per douer fempreuiuere.altripoitantoprodighi

come

fi /ubi

*

tamentefienopermorire.

i

(18)

Veliaprodigalità,

iMeretio

Vhuomo

confumai etàconuanecure,pernonCaper qualfia poeta. ilfine dell’hauere,

,

Platone Licattiuihuomini fonocoft auidi(Tuopicciolocomed’uit granlucro,

Salufiio Li danari fono piucariche la fede.

Vi

prodigalità, VTitolo, ix,

Zenone

Effondo alcuni ifcufanti la prodigalità,

V

dicenti, cheperla philofot moltaabondan\a

fipoteuaufarla-.Rijpofe

Zenone

cendo inuerita<&etiandio ai cuochi èda perdonare?feperla trop

pa

copia del faledirannod’hauer fotteliuiuandetropofalfe Viogene

Vimandando

ad uno prodigo una

minaxhe

edanar,diua*

pbilojb, lor forfè di cento<&cinquanta piccioligriffiofe colui,perche dimandituà

me

una mina vj dagli altri chiedifolamente tre piecicli}ouerdanarini ?Cui Diogenerifpofepercheda gliatricertojperoun’altra uolta di

mandare,mada

te

no

piu giamai,

Socrate

Guardando

uncertohuomo,ilqual fan\a ragion alcuna

a

philofo. tuttigratificauaconfùafhculta,poffa,tudiffi,

mal

perire, che legratie uerginijhi diuentar meretrici,dinotando dieil

uerodonarfiufaper cagiondimeriticruirtu,<&

non

con*

fofm'ente.

Crate phif Viceualepecuniedeltiricchiprodighiefferfimigliantia lofopbo, glifichiinrupi,Z7 altemontagnepiantati,dalli qualinulla neprendeuanoglihuomini,

ma

folamentenibbiercorui

ne

pigliauano,cofi etiandio glidanaridicofiorodanejjùn ala :

nro fono goduti fenon daruffiani, meretrici,

&

adulatori• Senecam,

La

parymoiàaètormentodella luffuria

.

Cicerone

,

Li prodighitendanolilordanariin quelle cofi,dellequali o breueo nulla

memoria

fono perlaf

darne

difi*

Arifiotel.

lìmo

prenda marauigliadi cuifpargelefùefoculta ,

renderfi la moltitudineuclgarbetiiuoìa.

Suetcnio

Nero»

imperadore noniflimaua altrofruttodelleriche L

je

tranquillo.

V

danari,fenonla effusione di prodigalità

.

Cicerone,Moltigittano uiailpatrimonio,donando fim\a configlio:ma che cofaèpiufiolta,che jìudiar}aquella cofa}qualuolontie

ì

(19)

Titolodecimo

.

ri filinotipoter lungamentefare.

Di

lingua

mendace

,rjaudaciadi parlar» Titolo, x.

i

,r. 9 i

-DmoficnePfrilojTcno

huomo

dottrinato ejfcndo flato pojlo inprigione orator. da Dionigi TirannodiSaragofa perbauer di[pre\\atial cuni uerfiperluicompojìi,facetorichiamardal carcere

ad

udir un'altrafiatailpredettopoema.la onde ucnuto, <u udì tifiuerfi, leuoffia certotipoperpartirliJntenogollo

Dio*

nigidoueegliandana

,rijf ofe PhiloJJcno,Io

mene

ritorno 1 allaprigione,dinotando che

comeprima

e fuoi uerfierano

da effarbiafimati.

Diogene

Diceua,checerti canicantraglinemici

abbauuano

,accio pbiiofo. li

morde

fino, rjio latrando

mi

uoagliamici,acciopurgìt

tufoni loroda mal operare.

tìippocraEjfcndo efjcrtatodacerto

huomo

,che douejfcandar atro*

te philvfouarXer/è

Re

di

P

erfia,percheeglierabuonRe,rifpofe

a phoJ me

nonfaimejìieri dibuon padrone.

T

baie

phu

Interrogatoquantalontananzaè dallabugiaalla uerita,ri lojòpbo. fpofa,quantodagli orecchifonogiiocchi lontani.

Theopbra;

Ejfcndogiàueccbio<& canuto andatoalacedemoni, per ef fio pbiiofofar

huomo

gratiofohaueapiacerconcertafuatintura occul

pho

nuoratar e fuoi capelli canuti.Qjaui dauanti untribon.ilbauene t0re. doijfaofolecagioni

d

una fualite,fuconofciutoda un bua tnonelparlar moltoliberochiamato

Archedamo

,ilqualfù tirodiffc,

Deh

perdiochecofa di uerita

può

dir cofirn,ih qual fecodintorno portalebugie

non

fellamentecon Vani

ma, ma

etiandio colcapo.

Demoflhe

Mal

nefin maggiore.oueroinfelicità

può

interuenireàgli ne. buominiliberi,cbeeffcrepriui deità liberta del fausti are.

Erogene Ejfcndo acculatoda un

huomo

attico,checoncio JuJfc cofa 'hiloJò. cheegli lodajfcpiuèLacedemoni chealtre genti,nondime i no nonuiuea preffò loro,rifiofachelmedicodifanitacura

ture

non

dimorauatra favi.

Genove,

volendo ammonire

un

gwuane

moltopiuauidoalparlare pbiiofo, cheall'udire,o giouane,diffc,lanaturadiedeànoidueorec

chie acciopiu dobbiamo

udirete

parlare*

(20)

Titolodecimo.

P

latore. ParlandoAnthiflhenephilofophoprolifjàmente in

una

co*

rana dhuomini.dijfcPiatone,tunon[ailamifura del

par*

larenonejfcrdi cotti, che dice,

ma

dicolui, cheode

.

Ifccrate Volendo

canone huomo

loquace ejfcrammae'ìratofiòtto orator. laeloquenzad'Ijecrate

,quejìiglidimando mercede

dop*

pia,perqualcagione doppiacifubitointerrogala

c

areo*

ne,rifìoft jfocrate,una acciotuimpariaparlare,[altra

ac

ciòimpari atacere

.

Theocrito

Anajjmene

hauendo aparlare,dijfcTheocrito,ecco inco

*

philofo. minciadirilfiume delleparole lagocciadellamente

.

Themijlio

a

quelli,che fogiiono jpeljòpeccareilmentire,è cofaprò*

philojo, notijfma.

Charemon

Agli huomini buoni

&

fòrti labugia noncontiene,

philofo.

E

altijìoltiunteforo nettalinguapojio,chepaiano fargua Plauto,

dagnu

dir maledeltimigliori.'

Girolamo

Non

è cofa in noi,concuipeccarepiuageuolmentepojfia*

mo,chela

lingua

.

Seneca. Ilfermoneèimaginedell'animo,grandeejfcrdeueiltem*

pesamentodeltauoce,crdelfilentio.ufapiu Jfejjò gli orec*

chichelalingua.

Biatephi.

N

onejfcrprejìo al parlare,percheè fegnal'dijloltitia.

Aulogeii

Sono

alcuni parlatori leggieri, uani,

V

importuni,di cui

Sermone

fijìimanajca nettabocca, nonnelpetto.

M.

Tulio Difiauapiu tojloun parlarfaggiononeloquente,che

una

loquacità dipa\\iauejìita

.

ChilSephi

Sempre

effcrdeue lalinguaritenuta,tr majfimamentenel lofopho. conuiuio.

Gregorio,

Dobbiamo

curar

non

lelinguedeglihuomini,

ma

lacon

*

fcien\anojira.

Platone.

Non

faitucheIddioMeramente, 17tuttiglihuomini hanno

ad odiolabugia. .

Apollonio

La

bugiaè deglihuominiferuija ueritadetli liberi .

philofo.

Afermo

effercofa piufoauedirlecofe nere,che udirle.

p

alemon

La

moltitudine dette parole-per lamaggiorparte,

u

l’igno

philofo.

ran\a

fignoreggia.

C

ueobolo

philofo*

Di

filentio

&

jauettaopportuna* Titolo, xt.

(21)

Titolo. xi.

"Xenocratc

Hauenpo

in ufoaciafiun'hora delgiornoattribuir lafua pbilofi. propria operatone,etiandio al filentiodonaua urìhora

.

simonide Belfilentio

non

m'hebbiutjqueapentiret

mad'hauerpare

poeta» latofi.

Dione

ti

P

enfiateuoioAtheniefi,ch’ionon fappiailfilentioejfcreoa ranno, fafiderà!

Menddro O

fanciullotacvpercio cheilfilentioin fitienemoltebuo

»

poeta. vecofi.

Antenodo

IIfilentio eun dono fan\aperiglio.

ro

poeta. Diceua uno

huomo

perche cagionegli Lacedemoniufi

no

Licurgo, tanta breuita nelparlar!Licurgo rihofipereh e la breuita

ftaprejjò lo filentio.

Simonide Beuefihauer grancuratacelonon parliamo cofinon

come

poeta. neuolv.perciocheufficio ed’huomoindottrinato fauetlarco

fidaejfcr taciute.

Pithagora Si deuepiuprefio eleggere di lanciarfioltamente una pie»

,

philofo. trajjindarno; eh e fuori fioccarfirmonotiofo.

S

olone EJJcndo

Soloninmenjacon

PeriandroTirannodiCorina philofo. thiani,

V

ftandofitaciturno.dal

Tiranno

fu interrogato, fi’lfilentioprocedeuadallainopia delfirmone,odafiol*

titia:

R

iffofi prefioSolon-.diuerochi nelconuiuio

può

ta*

cerenone fiolto.

S

olone Auifiiuaglihuomini ad ouerfigillarifirmonicolfilentio , philofo. £rilfilentioejfcrfigillato col

tempo

.

Ijò crate

Bue

tempidiceuaejfcre,nejuai fan

\a

riprenfione lecitoera

'crator. parlaretuno quandofiragionadicofi ,lequalimanififio»

mente cpnofiiamol’altroquando parliamo dette cofine»

cejfcrie.Inquefiitempi folamentcilfirmonemigliorche ilfilentiotneglialtritempilo filentio e

da

ejfcrpropofio alfirmone

.

Lattando Loquelae

un

fitritoprolato

conuoce

qualchetofq fignifi»

fir. cante.

ouidio

E

uirturarafaper prefiar filentio alle cofi.

poeta. Mifiracofa eejfcrafirettoatacer quellelofi.che

urne

fi i Seneca, diret

.maral.

Bilnfipietqa^

impudenza» Titolo, xiù

A

(22)

Df

infip\tn\a<& imprudenza.

Nenadro

Se alcun adoperain contrario qualchebeneattuidinatu*

foeta. raconcejjo

,edaejfcrchiamato imprudente,<&

pa\\o,non

beato

»

Piatone io dicoquelli,equai esercitano e corpi,erdiffreffiano

Va*

rimanuli altra cofa fare,chenoncurarfi delle cojc

comman

date,17affaticarfiin farlenon commandate.

Diog

ene

Veggio

gli

huomim

congran penfierinuefiigar quelle cofé, philofo. che s'apertengonoaluiuereima non filmar,

V

difi

re\\ar

quellecheutilifonoalbuono.tr beatouiuere.

Ifòcrate Proteo(

come

fidice)non radeuolte cangiauafi di

forma

tirator. l'huomo ignoranteinciafchedunacofa

fiuaria,tr mutafi .

Pemade

Paiono a

me

g!i Atheniefi certo fmiliacoloro ,chefonano crator. di piffero, attiraichiunquetoghejfi lalingua,nuli'altraco

falafcierebbelorodiragione.

Theocrito Veggiendo

un

maefiro,chefaifornenteinfegnauaalcunidel

*

poeta. lanaturadettielementi glidijfc,perche noninfegni tu

Geo

metria,dicendocolui

,nonla fo:rifiefedehperdio,che cofa diparatae quefia tua, conciofia,che tunon [oppietian dio

pur

leggere.

Drnocri La

gloria;trlediuitiefan\a

prudenza

finopojfcfjìoni

non

lophilo. ficure.

Bione phi Interrogato checofa era fioItitia;

R

ifiofiimpedimento di tofipko» fatticita.

Eufebio coloro fino daejfcrhauutiperftolti:liquaihonoranoe rie philofo» chiperuerfi,tr difirenfianoidotti,trornati di uirtu.

Socrate. Si

come

liincontinenti

,

V

intemperantinon poffonoeffer medicatinette infermità,cofinettecofe aduerfelipcPfiifi*

no

immedicabili

.

Arinone

Da

Scio diceua,che coloro iquali difirtfifiauano-ifiudidi philofi4 letterecreffcrcitauanfinelucri

S

artemeccanica,eranofi*

migliamiattiamatoridiPenelopebettamoglied’Vliffefi*

quali effindodifire\yti dalei,conlefiefanticette

me

fio*

lauanfi di libidine.,

ocrate,

s

apiateduefieri*ejfcre di p<fifiia,una eftoltuia,^7 furo*

re,l’altraneramente

ignoranti?

grofjelffia, Cleante Gli

huomim

dallibruttianimalinon finoinaltro dificren

4

philofi» tife

non

netta,firma.

(23)

Titolo. xiij.

Ificrate GliJbrafiieri,!? peregrinantiperdonfinelle vie,gli indota orator, trinati,(7di

ro\\o

ingegnoinognifirada etiandiopiana

errando uanno.

Socrate. si

come

nelconuimoiluincrudonoèdefiderabile,cofinel la brigata,

&

confottiol'buomrujiico,

&

inettononè

da

ejfcrriceuuto,

Di

conofierfeflejjò. Titolo. xiiù

Philippo Padre

$

Aleffandro

magno

bauendofuperati gliAtheniefi Re. inCherroniaIfoia della

Morea

yquantunqueficonofieffp ejfcrinfùperbitopertanta uettoria,nondimeno feguendo laragione

non

feceinfolen\a ueruna contraglipopoli con quifiati,

Ma

confederandotuttauiaquanta fir\akauejftla felicita,£r quantofuffemalageuole a temperarela letitia dellafuperbauettoria

,giudicoejfcrnecejfario

ammonir un

fuo

raga^OyChe

ogni mattinadoueffearrecardarliydia tendocofi:oPhilippo,tufeibuomo.

IsraelitaEjfcndogiouane folamente

$

quefia cofatenutofufàpientijfi philofo.

mo

dituttiperciochefefleljbconofceuanulla fapere.

Vemon

Interrogatoin chetempobaueffecominciato pht’ofopbaryri philofo. ftofequando cominciai a conofcer

me

fiejjb,

T

beocrito

Dimandato

,perche cagione non

componeua

qualche cofa9 rijpofe

,perchenonpofjb

come

vorrei,

ma come

poJJòy

non

\ voglio.

Chilone Molti affermano,conofrite fieffo^p-efferproverbiodi

chi

philofo. lone-.laqval cofa eglidiffe efferdifficilijfma.

Socrate Alcibiadegiovanebellijfimoconofeiuto

da

Socrate infùper Philofo. bireperlemolte ricch&ffe,crpojfcjfioni terrenechete

0

nea,fumenato daIviin

un

luogofecreto dellacitta,

t7

dia

mofirolliunatauola dipinta del

Mappamondi V

c

ammana

doViche in quella trouajfc laregione

£

Attica loro patria, diffeAlcibiadebolla trouata.'RjftoJiSocrate,adocchia pre fio le pojfcjfioni

&

tuoipropi campi,cui Alcibiade:

Non

seggioliqui inalcuna parte dipwti RifrofeaflboraSocra

tuadunqueinfùperbifiiperquefiicampuliqualiin ala cunaparte della terra

non

appaiono

ì

il

(24)

I T

"—

>1

Di

Amicitia,#amici.

Hippojìhe Conciofia chetufienato

huomo

tuti arricorderaidetta nephilofo.communeuolefortuna,Etfe tufcinafciuto

Re

uogli udire

co

me

mortale

.

S

ocrate.

Le

cofeuane

#

uote dalli uentifonogonfiate,

#

lifolti

di

uerodalla fuperbia.

Diogene Quelli, cheparlanocofeopportune

,

# non

odonojèfiejjì, pbtlofo. feguitanole lire,che

mandano

fuori foauiffimo

fuono,# non

fentono feJieJfc.

Appollo* Molti huomini fono padroni deUidilittiloro,

#

accufatori

tuophiio.deVipeccati alieni.

Piatone.

Quando

noi

uoghamo

beffaralcuno,guardiamo

prima noi

, medefimi,

#

contempliamofeaqueuici fejlejfifono

po fi

jiamoiprercbel’amorpropriomolti peccati occulta in noi.

j

Di

amicitia,

#

amici. Titolo, xiiii.

Cicerone.

Di

tutte lecofe,chealbenuiuercifuronodallafapien\a

da

te,niuna èmaggior, ninna piu pingue,ninnapiugioconda dell'amicitia.

5 alamone chidi/fregiaildanno per f amico,è

huomo

giujlo.

Girolamo. L'amicitia,chepuotefinire,non fu mainera.

Cicerone.Iopììgoilfruttodellano

fra

amicitiaefjàpropriaamicitia.

fuciano. L'amicodeltirannoè operfferanja,o per

p

aura.

C

utrio bit L' amicitia intra glibuominiugualiè ferma,tra liquali

non

floriep. interuenga ifferimento ditefior^e.

P

h

mo

era L'amico non deue pregarl'amico

dimandando

.

tor.

V

amicitiaférmaèuna medefima cofauolere,

#

non uoe

salujìio.lere.

Anjlotele.tiellapouerta,!

7

intuttefaltrecalamitagli amicifonoifli matiefferunicorefugio.

>Arifiotile.

La

perfetta amicitia è tra gli

buoni,#

finii* di utrtu.

Piatone.

V

amicitiaèuna honejta unionediperpetuauvlonta.

Arinotele.

Vna

ugualità

,#

fimiglian\a11'amicitia,#ilfruttodegli

Marial

amicie

amar

.

poeta. L'amico nuouo

non

deueeffirgiwdicefo nel conuiuio.

Ho

ratio Lrrorcornette chipenfadiracomandarfi afu 01amici» poeta,

s

eguir deuefi l’amico infinoaUa.morte*

9 v

igiti

1

(25)

Titolo,

X V*

Plauto,

Mi

uergogno

abbandonerà

nonaiutar l’amico, Bufebto, Ciafcunfaniuno potereffcr deltibuoni amico ,ilqualeofi

fattamente uiua,che aglihuomtnicattiui fiagratijjimo.

Anacharh Meglio

è pojfider

un

amicoegregio, che molti digreggia, pbilofc. Gli amicifono daejfcraiutaticolbenefetoaccio fianopin Cleobolo amici.

Di

liberalità, magmficen\a. Titolo, xv.

Ambruoe

Quellanonè perfètta liberalità,fidonerai piu per

cagkm

gio. di iattanzachedimifiricordia.

Seneca

Ogni

liberalitàdeueaffrettarli-

E

propioufficio dicui

da

inorai, uolentieri,darprefUr.chi digiornoingiornodilatando

ha

giouato.nonface dibuoncuore,

Artaxerfi Diceuaeffcrmolto piu regaicofaifdonaraltrui

,cheri*

Re, ceuere,

Philippe Padre<TAleffandrobauendo gran dolorfintitoperla

mor

Re, tetttìipparcho

huomo

negropontino,dicendouncerto

, nondimenoèmorto a tempo,

u

uecchio:

R

ijfofi Philip*

po

inueroprejlopurtroppoemorto, 17

prima

chehaueffe da

me

riceuuta qualcheliberalitàdegnadellamia

ami

*

citta,

A

leffddroPeriHo

uno

degliamici

&

Aleffandrodimandavi qualche

magno,

quantità didanari per maritar alcunefue figliuole,cui fu

»

bitamentefacedarcinquantaetfin talentiqualera

grana

diffìmafonmaiAllhordiffiPenilo. dieci taiétio fignorera

a

no

affoimfrofi Aleffandroaffaicerto eraateilriceuere,ma

non

affaia

me

ildare,

AleffSdro Hauendo commejfoalfuo camarlingo,che ad Anaffcrcho ntagno, philofo

pho

deffe tantapecunia quantaeglidimandale,gli rifarilocamarlingo,o

Re

dimandatalenti cento:cuidiffi Aleffandro egli fapulitamente,perocheconofcebauer

un

amico 17cotefio certocofifattoamico, chetant’orouoglia 17poffa uolentieridonare.

Ptolomeo

c

enaua

&

ftelfo inconuiuio flaua in cafa di fuoiamici:

Re, 17oltre lecoffeneceffariealuiuere:nulla pvfffcdeua-Et

non

radeuoltediceua-,effirpiucoffaregai far giiaftri ricchi;che

8 Ut

l

(26)

De

liberalità

&

magnificenza, fimedefimo.

PlinioeraLiberalitàuera e:donaroliipropinqui ,parenti amici .

*

tore lUuflre d'Atbeniejì fu di tanta hberanta-.chetenendo

pof*

Cintone fiffionhty giardini in diuern luoghi-.nonpofimai

guardia

capitano afioi poderi;percujlodir e frutti:accio eh'

ognuno

ufafifc

quegliafuoi piaceri,

D

omitiano Moltehereditadahuominiricchiafi lafciate

non

uolfiri,

impador

.cenere.

Cicerone Eljcr beneficio liberalijìimoefferlode regali .

Arinotele

p

ropioufficio edi

magnifico™

qualunquecofaiche

fa

far*

lamagnificamente.

Arijiotele

n

on ageuolcofaecheunricco.fia libera’'.percheillibera*

lenon a raunar

V

confiruar:

ma

inclineuoi ea pinger

Co

rofuori.

Spartano m

arco Antonio philofopho niunacofapiuhebbeiodioche

monco

. l’auaritia.

Di

nobilta.£rMagnanimità. Titolo, xyi.

Soffrato Effcndorimproueratoad unpiffero la ignobiltà delsague :

thilojo. Riffefean\iperqueffo di

ammiratone &

lodo

maggiore

fon degno:perche

da me

cominciailfangue.et la nobiltà.

D

emoffene

A

Ci nobili

V

honejìihuominiinprimaficonuienelabel*

ta del unito£7lamoderatonedell’animoicr queffeduetti

hanno

bifegnodi farte\\a;Caltre dilicate\\e,

V

lafciuié

hanno grata

neli’herbe.

Anacharfi EffcndouituperatoAnacharfi:£rdatoliadinfamia.che egli philofo. tradinationetarterefea:

ma

certo riffofinonon finotar

*

tero di ccftumi.

Socrate Interrogato-.che cofa era nobiltà:ripofe euna temperatila dell’

animo V

delcorpo

.

Socrate Si

come

noi non giudichiamoquell' efferottimopaneufeie tod'unbeVijfimocampo;fi

non

faralieuato'.etconfaticaben compoffocofietiandionon iflimeremo

huomo

alcunodi famiglialUufìrenato:fidi coftumi £r«1 rtunonforaprefi Seneca filante nobile.

rnoral.

L’huom magnanimo

ffaffidrittofittoqualunque pefi t

0

(27)

Titolo. XVII.

r cbetuuoii

tjaHuiniuna

cofadtfiiacediquelleche fino

da

ejfcrtolerateiconofie lefue forfè:

&

conuirtuuincela

firt una.

noetiophi

La

chiarita del(anguealtrui

non

tirende'filendido,fi

da

lofivbo. perte

non

1barrai.

A

pulepio

La

nobiltànonedaejfcrconfederata dal/àngue,

ma

dagli cofiumi.

Fabio Diciamo alcunoejfcro ttimo non perchiarita dinajcimen* Quìtilianoto,

ma

pereccellenzadi uirtu.

orator.

La

ueranobiltàdauirtudipende:£rl'altrecofi tuttefino

Phalarti*della fortuna. . f

ranno. L’animonobile a quefiopropio,chefi

moue

alle cofe

bone

0

Seneca fie:& niunouedrai di eccelfiingegno,chefidilettidi cofi maral, burniti

V

brune.

ouan* Chi gioua ad alcunolachiarita del fangueifiliuici lo

im

* chrififiofbruttanoEt che nuoce acolui la uilta delnascimento

fida mo.

beUiJJìmi cofiumi eadornato!

Salujlio. Nobiltàeappoggfarfiallefuepropie

,v

nonalle uirtu

d’altri .

Arsotele.Elfi

grandma

dell’animo:«

come

certoornamentodelle uirtu.

Ariflotele.coluie dettoejfcr

magnanimo

,ilqual edegnodicofi

gran

di.tyifilmafidi cofegrandi degno.Etcerto chinon

fiqut*

fiofecondoilpoter dellafua degnita:fioItoereputato

.

Platone,

Di

quatro forti di nobiltàprimae di coloro.che natifino dibuoni

V

gjufii padriilaficodaedequei:licuipadri fur

* potenti{7principi:laterfadiqueglvc'hebbero lorauoli per fimaùtlnfinla quarta prefiantijfimaditutte equando

un

per propiauirtu d'ingegno-.tr

animo

eccelle;

Di

bontà

& bum

anit a. Titolo, xvij.

LicurgolaFudettodi cofiui.Vauittoriaejfcrcontenuta perlericchtf*

cedemoio

.fc.txlabontà per fidedi cofiumi,

Anfiippo Interrogatole

cofa in quefia uitaera

degna

di

ammira*

pbtlofi. tione-.Riftofil’buomo:cbebuono <& modefiofia.

S

cip,apbr.Offcruandol’

ammonitone

diPolibio:ognidinonuolea.1

8 ini

(28)

Vi

bontà,tybumanita.

partirfimaidellapiatta;ft

prima

nonbauejfc*acquifero un'amico.

Alefiadro Hauendo mandatoindono talenticentoa PkocioneAthe*

magno

, niefe, dalliportadondiejjìdanarifu interrogato-.che

con

ciofificcofoicbeeficndo tantonouero d’AthemeJi:perche cagionedonaffea

P

bocionefilotantaquantità:

Ri

fiofi Alejfandrù-.perche

muno a

tbeniefifiori che

P

bacionegiu*

dicobuono tygjufio.

T

hemiftoeFacendo uenderealpublicounapofirfiione.diffi all'ufficiai de. dell'incanto:grida:cbedintorno babitano buoniuicirtt.

VemcfibCf

Hauendo

un aringonel fenato:

t

dallalunga ueggien ut*

neorator. nirPhocione:Ecco:ddfc:uienilmartello:

u

l’acuta

fiada

delmiofermone-.dinotauacontaiparol&neluolerperfua*

dercoldire.nontanto ualerlafir\adell'oratione:quanto poterlaeccellenza dibuonicoiturm,

Vemocrito ^coloroneUiqualifinoe coflumiben compoftf.aloro eti2*

}hil ofi. dio la uita eben compofia.

Arifeippv.Atlhorauederete lacittadouercafcar inrouina,quandoti buoninon/aranoconofciutidalli cattiui.

Arijiotile. sifognalibuonieficr eccittati alleuirtucon premio,licat

*

tiuiton penaltygli infanabilieffcrcacciatiin(jfeho.

Seneca

.

E

cofadifeonueneuoleportarlabontànelle labbra,tynon.

nel petto.

Xitruuio. Sicvm'euitiorecitarlecofe alieneperfue.cofx e diorna

*

mento,ty humanitaconfifiar coloroperliqualitufeidiuc

*

mitodottrinato.

Suetonio.Giulio

c

efar ninnacofa piufileuadimenticar^:cheleria ceuute ingiurie.

Phalarti'(tìefiun ebuon perl’altruiuolontafinon perla fio.

ranno. Setufii buonotolerailmale.gcbe chriflo tolerauaGiu*

Agofhno. da-.quantunque fipefic-cbe ladro eglifific.

Tito uefiaEffcndoincoronatodallegenti diGterufalem:dific

non

frano- eficrdegnodi cofafittoho nore:percheeglinon hauea con

*

quifiata la uettoria.ma Iddio glihaueafiuoritocontragli* Giudei.

Ottomano Non

uólfemai raccomSdarifioi figliuoli alpopolo,fato Augufto. bauejfcaggiuntequefiedue parolefi manterranno,

(29)

Platone»

Ottauiano Augujio.

K

;

C

eolio

Me

tetto

Titolo.

xvm»

Tre

finolefpecieUbumanita:laprima quando alcunofiat lutabenignamenteylafeconda quando;alcuno

porge

aiuto a coloro che finoincalamita}o perdifauentura kdnoper*

àuto fuoipropibeni;!a ter\a quandoglibuominiuolentieti lieticonuiuiapparecchiano ftejfoagli amici.

Vn

certo

buomo

riftriad Ottauiano che Emilio Eiianodi

ceua molto maledifio\ioGiulio

ce

far:

R

ifpojè

A

uguflo 10uorrei che tu

me

prouaffiquefioipercbefarointender

ad

EmilioEiianofcheancborioholingua.

Senatorinimicijjìmo diScipionAphricano

,mentreegli uilfc;intefa lamortedieffoScipione:nericeuettemole*

filagrauijjima:pr

commando

a fioifigliuoli,ch’andajfc*

rocongli bomerilorofitto’Ipheretroditanto

buomo per

portarloafepeVire,dicendotaiparole ,ioper cagiondi

RQ ma

hogratieinfiniteagliIddijimmortali,pofciachecifu datoin forte;cheScipionAphricano apprejjbaltri

popò*

11nato nonfia.

Vefferbuonoocattiuoepoftoin noi.

La man

fietudine euna mediocritàcirca Pira.

Vhumamta

fraglibuominie

un

grandijfmouincolo:cui chirompete

buomo

federato:!? homicida

u

L'ufficiod'humanitaè:fiuenire alla necejfita;ly'alperir gliodett’huomo

.

Il

fimmoben

deU’buomoè uitaeter patii

fimmo malumore

teeterna

Di

Beneficio bonore.

%

Titolo

*

Jtnjf»

P

baiar tu

Dando

beneficiattibuonibuomini:non

mi pardon

;

ma

ranno. riceuere.

S

eneca coluv.cheetiandiodalfioferuo riceuealcunbeneficioh ab

*

moral. bialo girato;q? iflimimon dacui;

ma

checofa fia fiata ria ceuuta

da

lui.

Bioephilo. Prontofuil'buomo acontribuir beneficio,crfia fbtdiofi

a S

trabone, farchenafcofla fia la grafia data.

bifiorico» Li mortai quando firmo benefattori,fieg/tonoidei»

*.

Arsotele

Arinotele Lattantio firmiano Lattantio

firmiano.

A

gofiino.

(30)

De

effereità fotte ,£r Indufiria.

ApulegioGlibeneficijricéuuticonpreghiere, nullauagliono.

philofo.

Non

e beneficiodar acuinon

ha

necejjita.

Lattantio

D

arhonore ad alcuno inpiudiciò che merita

(come

di*

firmianOf ce

D

emofihene)edaruiaaglifiottidi fentir,

V

penfar

Gregorio male.

Ha\a\eno H

onora

me

pareaccular gli

carni

:

&

difender,glibuo*

Cicerone.mini dabene,

Salufiio.

D

euefiacquifiarrhonor conuirtu,

no

con inganni,pero*

/ chequefio e ufficio di ghiotti:

V

quetl’altro

d'huomni da

bene

.

Platone.

Vhonor

inueroeun bendiurno:niunacofadeltifielerati deue efir honorata.

Conine E

/fendomandato da Ph arnaba^o per ambafeiadoral

Re

Atheniefi Artaxerfifuauifatodachiliarcho,chegli era dimiflieri, far d'inchino alcofpettodel

Re

,acuiRijpofi

cononca me

nonegrauecofa,farchehonor chetu uoial

Re

,

ma

dubito chenonfiade uergognaallamiapatria:perche in cofi'fhttacittafon natoio,laccaihebbeincofiume atutte

V

altrefioreggiare,

Arifiotele. Vfficio e dell’amico tribuirbenefici

maffimmente

inquel a

li,che fonobifognofi,innanzi che etimo ncbiedano.percia

cbeatl’unrjl’altroè cofapiu bonefia,rj piugioconda.

Arifiotele

Ad

una rarauirtu,certamente

non

fi

può

darconueneuo-l honore.

De

ejfcrcitazione,!?indufiria. Titolo. xix*

Theodetto Colui deueaffaticarli,ilqualka cominciatocongloria

a

philofo. laudepervenire,veramentela pigritiatytardila, fùolpria

ma

parturirunfubito piacere-dapoitrifiitia:tr di'lore.

Demofiene Vaffidoua rj continouafatica coll'ufodiuentapitilega Democritogiera.

philofo.

Molto

piufonoquegli,che pereffircitatione,cheper tatù*

Xeno

phanera buona divengono,

philofo.

Non amaua

gloriaalcuna:féperellaprima nons'haueffi Ciro

Re

di affaticato

non

cenava;«edefinaua fi

prima non

fifujfi perfi. firaccato,

(31)

; *

ni

ira*

t

Pithagora.

D

ieeuaVartefànfala effcrcitatione niente ejfcrctflaefa ftrcitationefenfal’arte effcrnulla

,

fi Apollonio

Non

effcrnato enufla-.effcrnafciuto e fatica,

uà philofv. interrogatoa che

modo

nell’arte del direfuffipiueccellen

D

emojlenetedeglialtri.RÌJfoJèconfumandopiu olio.che uino,

»

orator-

R

ichiefio chifujfcfiato fuo precettore:Rifpofinltribunal Dem.ide d’Atkeniefi:dimofirandolaifperien\aeffcrpiuprefiante tt orator. d’ognidifdplina,

iii

Diomggit

Tiranno hauendotoltoun cuoco Laconicoydoue gufiando

ilbrodoiportatoliinfiuto fubito la fcodeUa:et iterrogail

tuo

ri co.perqualcagioneiLaconicidicoiaibrodofidilettauano concioftijfccofaicbeegli fiaagro.trinfoaueiripofegliilcuo

Kf co.fignor quefiobrodonon halocondimento che fuobhauer

n, ilLaconicoiperoateparinfoaue-.allhoradiffcDioniggi.cbe

« condimenti hailbrodoloroydiffcilcuoco auanti cenaaffa a

w ticanoilcorpo,

n Cicerone

V

affidoua ejfcrcitatione:laqualuince liprecettidituttie

i maeflri,

Quiriliano

Hiuno

affetti farfieloquenteperfatica d’altri,

i

h Quitiliano

La

effcrfitatiqeeartefice,;trmaefiraottima della eloquefa a Pli.orator,

La

ejfcrcitatione emaefiraottima del dire.

Virgilio

N

ellatenera etàeffcrcitarfimoltogioua,

1 1

Di

ira. Titolo» xx»

Platon Biffead

uno

fuo ftruidore,babbilegratieadiddio4,perciò*

chefe io

non

fuffiiratofhauereifattopatir lapena,

i Naucrate

D

ieeua glihuominiadiratieffcrfimiglianti allalucerna

» philofo, laqualperfouerchiaabondan\a(Volio non luceima fiama

me

getta fuori, a

i Fiutarebo Tuttelecofe,che fannoglihuominiirati,e dineceffitaf chefieno cieche,trflotte;peroche non ageuolcofàe;che

i l’huomoiratoufiragionejtrciòchefifafan\aragioneitut a

toe farina arte;bifogna:co laragion guidafarlecofr.trche deltutto l’ira:fialungi

,

cicerone L’ira enemicaal configlio:trla uettorianaturalmente e fuperba

»

\

i

(32)

p

ri*:

•»

r5-<

'-,

iIti

» l

[

*i.

.4»

il

é

•iift

iSr'-ì

7

Titolo.

'

XXI.

Piimo orai

Vira

e lodatole,quandogiufla e la cagione*

tor.

Vira

eun maldijidcrio di uendetta.

Ago

fimo, Effendoiratoperefferflato uintodagliAtheniefi

con

fro*

Vario

Re

de

gemmando

ad

un

fùofermdore,cheognifiatacheegli di

P

exfi. cenavafli dicejfc,o fignorfachetut'arricordidegli

A

thè*

niefi.

L

attantio

Vira

none infermità,ouerirarfi,

ma

efferiracondo eil firmiano. morbo.

L

attantio

Vhuomo

iracondofetenimperio, i?j?odej?a:co« Vira

mio

firmiano. ce pertutto,egli{fargeil[angueflrakoccale citta,uccide

glipopoli

y

riduceleprouincieafolitudine.

Quìtiliano

D

euemancard'irailbuondifputatore.

Arinotele.

Sono

ueramentevituperaticoloro,lujuaiperle cofèchefit di meflieri

no

ficorruciano.ficome:quàdv.& acuibifogna Ouidio Bella cofa e uincer l'animo iracondo,

poeta.

N

luna cofa e:che facciapitil’kuomo iracondo,cheilnu*

Seneca, drimento molleojrlufingkeuofedafelicitafuolnudrirl'ira

»

Arifiotele.Piu diffidi cofa e(dice tìeraclito) contraffar alla libidine, cheall'ira,

*

Di

patienfax Titolo.XXI.

Vemoflhtr

Ad

uncerioche uiUaneggiaua

D

emoflhenedifjc .

Io

non

ne. entro in quella battaglia:nellaqualilfuperatoemigliordei

vincitore.

Platone. Effcndoco parolemultoingiuriatodaunolidiffr.di tu

ma

leipciche nonhaiimparato a bendire.

Ariflippo.

Ad

uno, chelidicea villania,cofiriffofe-.Tu dimaldirefri philojo. padrone,!?iodell'udire.

Euripide,

a

due che intrambiuiUaneggianfidiJJc:Colui}cbefiaJhene di dir villania e piu fauio

.

Ago

fiino.quell'animoemaggiore,ilqualpiupreflo

può

tolerarla vitacalamitosi, che fuggirla,

archilochoBiffeefferinuentionedeltidei lapatien'fa.

Vionigi tvEjftndo cacciato dalla tirannia.fii interrogato,checofali ranno hauea giovato Platone

&

laphilofophia,Riffofemhdno in legnatoa fopportar con parente animo:!? agevolmentela

i

>

l

i

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