BIBLIOTECA NAZ
VittorioEmanueleIII
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LE MOLTE
ET DIVERSE VIRTV«'
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DclliSaui antichi da Greci,
& latini auttori in uoL gar fermone per
M.Nicolo Li-
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burnio tra- dotte*
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MOTTI ELEGANTISSIMI DE DI*
uerji
Auttori
*Tradotti
diLa*
tino in
Volgare
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M D XXXVII
Al
nobilifjimoy
fplendidiffimoCaualiermeffcrPrancefcoCornare
difanM
arco trocuratorfapientiffimo,fudel
Chiariamo
, Caualier
,y
procuratormeffcrGiorgio.nicololibvrnio,
ETERNO
iddio fóntepuriffimo dibontàineffa*
• bile,
via
ingegnofanatura, Meffcr PrancefcoMagnani À'fìkSjii
1110caualier,V
Procurator,tradiuerfiimerualli ditempi ogniqualità difaenze
pr0 duffc marauigliofi,y
eccel<entiingegni:perla cui uirtu
Inumana
gencratioepotejjceffcrammae
firata,
y
condottaalla diritta uia delbene,y
beatamenteuiuere.L a
onde( accioparliamodeilianticbiffimiautboridifapienfa)latheolo giàdiMercurio'Trimegifìo è conofciutaeffcr [aiutifera,y di
celejleintelligenza uefiita,sublimi luconoimijlerid'
Orpheo
.llluflrifono
tfecreti diPitbagora,AltaueramenteèlafantimoniadiSocrate,y
uenerabiledaciafcuna partelamaefìadel diurnoPlatone.Piacemi qui per noneffcrtediofo, preteriraltri infinitibuominidellafùffcguente età inl’una,yl’altralingua
fommamente
fcientiatiJaUiquaìi leggerido
ioper giornata,moltieffcmpli,ynotabilidocumential uirtuofoui nere opportuniy
conduceuoiiconb'reuitanel thofcoidiomatrafora
tati,In cotal
mia
nondisbonefiaperauenturay non
inutilfaticapar
roio effcrfiatocome
imitatoredell’apimellifère,lequali nelle cereria*ticilavorando
da
unfolramuf
cello di fiorenon raccogiiono cioche lo roè dimefiiero,madaum V
diuerfifioreggiatitialberiuanno
rubabando
dellaprimauera purpureagli odoriferibonari,Nellaqualcojàgran
partedi folenni precetti,V
fentenfediphiiofopbi,poeti,oratori:hifiorici
,y
d'altri principi in dottrine daltijfimo fiatocofiGreci,come
Latinipofiafù dame f
òtto/or titolonon
fan\adilettaticme di ciafcuno candidolettore,Ilperche gja qualche tempoauanti,effcndo ioda
certibuominidi folleuatoingegno,y
dinonbajfafortunaifpeffc fiate efibortatoadarin luce la nofira prefanteopera,mentreconaffie.duecogitationi dimentemirauolgo
d
intorno, intrailnumero
deltifamofixel^brky
honoreuoliffimigentiluominidelpuniuerfa antica ita ìia,nofiraMagnificenza primadiqualunquealtro difama
degno,tuttadottofirfe
pinolo
àiudore,ma
ài fidecertameuM,&
offcruanfy uer folasignoria uofiratefiimoniofempiterno,Non
può dunquedmefe non
ad honor grandijfmoriufcfie,concionacofa che nellaprima fron
te dellemieifcrittecarteuedutofiatipreclaronome
diunotantoua
lorojòCaualiere,Perocheféadocchioalsplendoredellanominatici*ma,U magni
ficentijjìmafamiglia Cornata,fe alle abondeuoliffime rie ehe^e
mitrafporto,gr féuerropoiànouerargliantiqui,Cr
moder
*
ni tricmphi
&
ornamenti d'una ZiadicypriinclitaR
eina ,d'unfra tellochenella chiefa dic
hrijìo fu eminentijjimo Cardinale,grd'un padrelodatifjimoc
aualier,ty fauijjìmoprocuratore,/renderòardire diuguagliarlapoffentefbrtuna(diro latinamente)Corneliaallanobil tadi Mecenate,allediurne di Lucullo,gr allafublimita deltriupban*tePompeio.TefJcre bifognerebbeet
me
lungafioria, fe iouolejjipure inunaparticellacommemorar
larara prudenza,ilmaturoconfiglio, lafide/
interitadellaricolendamemoriadel uofirofignore padre,fe*natorinognietà eccellente,
&
benmeriteuo’e precetto dellafia cari/fimapatria, di cui
nkebbe
fempre cura maggiore, che dèli proprifigli uoli,MaL’ordine dinarrarelemar
auigliofe,uincredibiliuofireimpre
fe,riferuatoèdame
conpiuacconciotempo àgliaccenti dellacompo
nitura latina,Ubora
nonè alluogoaffaibafieuole gentilijfimoCaua*
lierMeJfcrPrancefcoProcuratori’io poffa ifprimere le dottidell’ani
mo
mirabiliffime dellaonnipotente naturaalgraue\ereno,<& gratiofo appetto uofiroconcedutecicome
fiformo
Iddionell’aperto cieloheb be àconfiituireilJplendente foleà guifa difiobellijjìmo,p
giocon*
diffimo fimulacro,cofi nella dilicatamodefia, grufili imagineuofira collocoeunacerta foaue,defiderab ile.gr tacita luce,di tanta benigni
*
ìa,v
grafiaornata,che per confinonepubhca
dituttigli honefii,&
uirtuofiintelletti,
non
è traiuiuentiperfona alcunadiqualunquefiato fifiaJa
qualper immenfodifiod’ardentijfmoamore
non brami,&
beamando
preghidiuederenoi pofiocontinuamenteinogni profperita, inogni aumentid'honori,inogni perpetuafilicita,Mentrea cofi fittomodo
ioda perme
fontutto incontemplatanedalle rarijjime uirtudi uofirasignoria, MejfcrAngelo Milledom
ilmiomaggior,gr abanti quofidelamico, tyilmedefimo accortoconofcitor delmondo,
gr hono
ratorinfiperabiledel chiaronome
uofiro,toccommiall'improuifia di Speronifid
..emente fungenti,che iouer amenteda
ciafcun giufiogiu die epiu maligno,che ingrato fareitenutole datutthoreco gltoccbi,co gliorecchij(j colprontofpiritonon
abbracciaci gli ottimicofimifirA
II#
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• 1
\
ilrigoredel prefantijfimoingegnouoflro.Peroehe la dirittaJbrJa
di
natura procreouoicome
efficmpio riuacijjìmoad
ognibonefa, agru*
Ulta,a tem eran\a,a
grande\\a
d'animo,
cr ultimamentealle cofè
di giu
fiitiaAipietà,
C7dituttel’altre uirtu fèceui
buomo
eccelfio:*7di perfratonicompiuto.Ma
hoggimai perfinire,tanta e laridondante ubertadellaueralode uofìraperme
nellamemoria conceputa,che diueronon
ho,ondeiomi conofiaidunio fcrittore0 confacondia,0con
ingegno ocon dotrinata tantofplendor adirare. Intimamente,io ila qualgiadagiiannidimia primagiouanefiffa grandijfimamerenda,
V
feruentijjìmoaffettodibenuolere fempretacitameleportai allaMa
gnificen^auojlraycolcapocerto
,£7 con l’animo mchineuoleallegra
*
men
ehouolutoaquelladedicare
cofiacrar laprefente opera.D
oue fregochecontalpronte'fóadi cuore,&
talgaudiod
mente uogliate cotefto neftro hbbrettonceuere,conqual io fedeiijfimo firuidorghelporgo
indono.Ho
rain ciòchemi auan\a
,ficotai dolcifatiche delmio
jludionon farannoforfècommendatedillidottrinati,& humani
lettor ijì.iranfialmenoficureaffai fiottol'ombra felice del
nome
cele*bratiffìmo dellaSignoriauojtrayalla cuigrattabumilmente,&fian\*
fine
mi
raccomando.TauoladellamateriatrattanteintuttaP opera.
Della potenza flddio.
Di Amore.
Di
fède.Di
Speranza.Di
Adustione,&
Lufinghf*Di Ambinone
.
Di
Inuidia.Di
Auaritiajy Auari*Di
prodigalità.Di
lingua mendace audaciadi parlar.Di
SilentiOyQrFaueUa opportuna.Di
lnfipien\a,i7
imprudenza.Di
conoficerfieflefjò.Di
Amici tia,&amici.Di
liberalità.Di
nobiltà,&
magnanimità.Titolo.Primo.
Titolo, iù Titolo.Hi, Titolo,iiii.
Titolo, v.
Titolo, ri.
Titolo. \ii ,
Titolo,riti.
Titolo.ìx.
Titolo, x.
Titolo, xi.
Titolo,xii.
T
itolo,xiii.Titolo,xiiii.
Titolo, xv*
Titolo.x\i.
Di B
onta;# bumanita*Di
Beneficio;p
bonore*
Di
esercitatione:#
ir,dufiria.Di
ira.Di
Patien^a.Di
Ricchfftelodate.Di
RiccbeY[euituperate.Di Legge
,#
confuetudine* {Di Fama;#
GloriaDi
vitabreue,#
infirma*Di
Pouertadiftre\\ata.Di P
ouerta(o data.Di
telieffa.Di
Audacia,Di
Pietà,v
clemenza.Di
Liberta;#firuitu.Di
Ignoranza.Di
dottrinai ^7
ingegno, DiAfiinen\a:#
continenti»Di
Prudenza,Di
Forteti*,Di
Giufiitia:#gjiudicio.Di
Moglie,#
Matrimonio,Di
fortuna.Di
regno, principe,!?magifirato*Di
capitani diguerra;#precetti di battaglia,dì
Rifroftediuerfe.acccrte;# pronte,DÌ
Virtù.Di
morte*Di
filicita*Titolo*
xvf.
Titolo,
xh
i}\Titolò. x»x.
Titolo*
xx
4,Titolo, xxi Titolo. Xxif*
Titolo, xxiif*
Titolo, xxiiif
*
Titolo
*
xxv*
Titolo. xxvi*
'Titolo* xxiif*
Titolo, xxviij*
Titolo, xxix.
Titolo,
xxx
, Titolo, xxxi.Titolo*xxxij , Titolo,xxxiif*
Titolo* xxxiiij, Titolo* xxxy.
Titolo*
xxx
vi.Titolo, xxxvif, Titolo, xxxviif.
Titolo,
xxxò
e*Titolo, xl»
Titolo, xlù Titolo, xlij.
Titolo* xhif»
Titolo,xlmi»
Titolo. xl y.
Titolo.•xlyit
IL VINI»
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»1
Pindaro poeta.
Diogene
Philoji,
Della potenzadiDi## Titoloprimo.
O
jìuiueggiendo huominidi fiutanti dellana
turadel
fcmmo
Iddio.diceua chequellipi?
gliau.vwfrutto imperfètto difapien\a. r Ejfcndounafìroiogo nella pia'tf.i,che
dima
flraua pelle dipinte in unatauoletta:dicen»do amolti dintornoiquejìefonoleftclleerra
Eufebio Philojò,
Camillo
t/che,o amico,dtffc,nonuolermentire.checertoquelle
non fono
lepelle erranti,ma
cojlorciq?dimofìrauaqueichelo cercondauam••Diceua, cheera cofa difficiliffimaconofcereiddio:oj dir
non
poffiamoinchemodo
egli jia,perche
non
fiamofuffi*denticolcorpoifftimerunacofa incorpQrea-.p-unaco/à perfèttada unaimperfèttanon puòeffcrcomprefa,unacofa eternaconunafinitanoneconfaceuole,laultabrtuedel
Vhuomo
uola,tr fimpiternoe Iddio,ilqual e la uerita,qjrrhuomo
ecdubratoà'imaginatione-.un debileda unforte: unptcio lettoda un grandijfimoetato differite,quantoun
mortale daun
immortale. Penfò adunquequelloeffcrlddiot ilqualecolinguahumana
nonpuò
effcrdichiarato.
Soleuadire cofi-.voi trouerete tuttelecofeprofpereeffcp capitanodi interuenuteaglihucminifeguitanti Iddio,qjtutte lead»
Romani,
uerfeallidiffrecanti
Iddio.
Seneca
mo
Dijfcchelideietiandioaglihuominiingratifogliono mol ral. tecofedonare.TertulMo
Dice Iddio creatoreditutto’lmondo
no poter ageuolmen»
tbeulogo. te effcrtrouato 'tycondiffnultapotereffcrnarrato.
Yenophon commandaua
aglih uomini, chenelle cofeprofpere douef»teorator. fono
grand tomamente
arricordarfiddh
dei.Piatone Diceua che
rhuomo
buonoera fimigliiteaD
iotanfiVhuo mo
buonoeffcrfacrificatiffimo dituttele cofe-.qjl’huomocat Apolloniotiuo al contrario.Ttameo
Diceuabonacofaeffcrilficrificarallidei,fàn\aliqualinoimago
fiamonulla,Sophocle Scriffceffcrfidamenteconceffoallideinon inocchiar e
}
&
poeta, tuttel’altre cofe daltempofiuperatefono,
Titolofecondo, ^ x
Piatone
Scriffcintutteco/èdaeffcrpenfateirdettedouer fbnpre effer pigliatoilprincipiodalli
fammi
Iddij.Platone
. DiffelacogmtionediDioeffcrfapientia£r uerauirtu.Tnodoro H
ebbeaJ'criueretche tramoltafelicitaiddio e difpreffata hifionco. Scriffe,cheIddiono
e conosciutoda
noi,fuoriche nelleco Lattar.tio fe aduerfa dicalamita.tbeologo. Cantava che mentrelecofi deVi mortalifonoindubbio Siluioita;conpauragrande honore fannoallidei,
ma
quando fanule lico poeta, cofefelicigii altarinon fumano. -H omno
Scrive,coluieffcrueramentebeato,ilqualufa]dirittamentepo
età. idonidelfammo
Iddio.StatiopoeDiffepriaejfcrfiata lapaura,laccai faceci coflituirlidei*
ta. cantaua
non
effcrlecito,eh'alcunficonfidicontràiluoler Virgilio deltidei.poeta. Dijfc temiIddio,
p
uolgi e fuoimudaticufiodire&r
inique Salamone.fiodeueeffcre ciafcukuomo,p
chi in quefionoe nulla e; Eufebio. Dice, chelihebreicredonoilcielo, la terra,iltépo,tmari,
ipianeti,
V
tuttePai trecoffemouerfipelverbodiDio.AntifihenDiffe Iddioa niunacofaeffcr firmile,peroeffcrimponìbile philofa. a conofcerio.
Xeno ph
deDicevamo
effcrIddio,ilqual nelcorpo,neconlamente philofa. era fimilealtimortali.Euripide Dicea,cheiddiotoccavalecofegrandi,
&
lepicciolepera poeta. metteuaallafortuna.Di Amore
Titolo fecondo,PliniooraDiffeniunacofaejfcrnell’amore piudegnadi lode,chela tor. conflanfa.
QuintiliaScriffc,chegliamantinondrittamentefaglionodelle
fanne
nooratorgiudicare,perche l'amoreffofea ilfenfadegli occhi.Plautopoe
se
colui,cheama
epovero,eappajfivnato da mtferacalata, mita.
Inutilcofaevederquellafigura,percuifafiialcunavolta Girolamo,prefatcr malecommettertiaU'ifaerimento di quelle cofa,
datlequai affante poi fiarecondifficulta.
Agoftino.Meglioe
amar
cófauerita, checomdfuetudine ingannare»A Hii
V
Di
Amor*.Cipriano
.
licoftumedegli amantiè cofifetto:che
pamcr
loronopof
favo coprire.Platone. PeJJìmo è queluo/gar amatore,ilqual
ama
piuilcorpo, chei
anima, perche none fiabile,conciojiaco/àchefieguacofa infi-bile.Chi
attiprimiajfcltid'amorfe refijìen\ayritornaubici*ture .
Amor
fi dilettad'habitar'in cafealtijjìme.Chi nodre C amor,fera tardoalanciar
ma
ilgiogo,eheuna
fiatahauerapofiofuicotto.Gliamanti meglioche giialtrifogliono numerarigiorni.
Soìoèl
amor
,chefiuergogna
aconofiernome
alcunodiAgo
fino,difficulta.. .
Platone. Gliamatoripofeiachehannofi empiutoildifiodilibidi*
senec.poe. nepentifionfi deldonatobeneficio.
Virgi.poe.
Amor
fjrejfc fiateimpon
ilfrenoatticuori ojlinati*
Virgilio
AW
amorfie maimifiaraalcunamina:
poeta. intraliconuiui,
v
ninoamor
brufeia piu ferocemente.Virgilio Gliamanti hannoin ufocominciarparlare,
&
nelme\\*
poeta. 'dettauoce fermarfi.
Virgilio
a
chefigrande,fj fupremacofa
amor
nonJoJJringelipetti Poetat dethmortali.Seneca poeta
.
Seneca poeta.
Seneca poeta.
Ouidio
ti
fede. Titoloterjo.Theogni Scriffe Platone,che Theogni da
Megara
dueua.in tepodi Megarejè.ajfcdiol'huomofedelemeglioejfcred'agniargento&
oro.Cicerone,coluichealtrui
da
configho,checofadeue piùprefio dar, chefede?'
Vitruuio.
Hiuna
cofaueramentepuò
effer fettafan\afedefcrcafitta.Agoftino. Fede,Jperan\a,&charitafono fondamentodella ulta
cbn
jìiana.Salufiio.
Afe
perfineinmi
feriapofiepocafede fuoleffer Phalar. tribuita.Ambruot L
afede negliamici raratrouiamo., gio. Veliagiuflitiafondamentoè la fede.Stucca
La
fedeebenfantijfmodeVhumano
petto,dantceffitai
1
ì
+
;
r/Goc
T
itoloquarto,ninnae direttaad ingannare da premioneijòno e corrota ta-.Brufcia
ammala, non
/apra maitradire.Paulo. In granmoltitudine dimalicondifficultafiporgefede
Orofio alle cofe.
5
Seneca, chiunque perdelafide,non
ha
chepiuoltr^perdere.Seneca,'
La
fide èmiglior guardiadelprincipe chelajpada*poeta.
La
fedelifinno,tr uentofallaci fino.Cuidio
La
fidenonfuolentrarneti paVa\\idiRe.poeta..
La
fidein>luogonimo
è ficura.'
Sene.poe.Sacrificavano gli antichi alla fideconla
mano
copertadi Virgilio.yantio bianco,perchela fidedeueefferedritta&
coperta.
S
eruio/La
fide e/orelladellagiuftitia.Oratio ^PadrediAlefjandro
magno
hauendocreatoungiudice,il*poeta. qual tingeuafi lakarba\<&ècapeglifubitopriuctlodet'uf Philip
po
ficio,dicendo, chechicontrafaipelinonedaejfir ifiima*Re. > todegno,chedebbaferuar la fide nelle cofe.
Cicerone.Metello'Nipote ifdegnato con Ciceronelidijfc
fmoltopiu
^
huominihai fittomorirecol tuo tefiimonio,cbenon haifera 'vaticontua difinfioneyacui rijfofe,certamentee inme
pi*fide che eloquenza.
Paulo
apo
IIgiufiouiue di fide, fiolo. JDi
fitrarffa. Titolo, iiij .Donato
coSperan\a.&
paura fino due manigoldidellecofe future, mentator,S pejfc fiateintervengono piutofio le cofenon Jperate}cbe Plauto« legiferate.sene.poe.Miferijfima cofa e temere,fferandonulla.
Sene.mor.La
Jperan\ael'ultimofolayyodelle cofeaduerfi.C
urtio hifQuandi)lafortuna abbandonaleprime fperanfe,lecofe fioric o. fu turepaiono migl iondelleprefinti.Claudiano
La
fferan\ainiquanonpuò
temai lungamenteallea poeta grarfi.Ouid.poe.
Lafferan\a
e,cbepafieramor
fiUace.Aufimo Data
folamoriela(feran\apuò
efferuccifa.A
gofiino.si comeper lafptràn\* fiamofaluiycofiperlafper3\afia»\
Di
adulatane,mo
pereffer beati.Lino poeta
Dobbiamo
jperarognicofo,i7
nulla Aifrerare.Democrito
Le
jperan\edicoloro,equaifono[aninon fono nane,ma
philofo. deltiimprudenti fonoleggiereyuote ,qjdifficili, Diogene Fuinterrogato,checofa era
fomma
nella uitayrifrofi,lafpe pbilofo. ran\a.
Socratepki
Le
male fperan\e,come, malicapitanietconduconoin era lofopko rorif(7dilitti.E
pitteto'No»
lanaui con un'ancora,nela uitacon una (peranja philofo. formarfideue.Socrate
La
fornivafonja mafehio,&
labuona jperan\a fin^afotta philofo, ca nulla cofabuona può generare,T
heocrito stiamodibuon animo,forfèdemaniforameglioylaJperan poeta.\a
enettiuiui,fon\afremelimorti,Pindaro
La
fperan\aefognodeUi uigilanti.poeta.
La
[peran\a
emoltocommune
tra glihuomini;Quetliatli Thalepbi.quai nluna altra cofo refla,fonoognimodo
inJperanJa.Guidio,
Do
ueemaggior
Jperan\adell'amante,iui,maggior
difio dilibidine,Ouidio,
La
jperan\ache uienper meritoe giujìa.Di
Adulatone,&
LuftngheTitolo.*,Girolamo11
mondo
e cofi corrottoychechinonfo adular,paia oinufodo
youer fuperboftareputato.Seneca
mo
Uabbiamoin ufo dicompiacer anoi intanto, che difideria fai.mo
in quellacofoefforlaudati,aUaqual grandijfimamente facciamoilcontrario.
Seneca
mo
vogliopiu tofioconle cofi uere offendere,chepiacerlu*ral. fingando
.
Phocioca* Effondo richiedodaAntipatro afarunacofo ingiujìa/appi pitano
a
trifrofe,che tunon mipotrai uforperamico,V
adulatore,theniefi.
Dimandando
ilmagiforato dicenfore,£r uedendoychemol
Catoneil tipregauanojtjlufingauano la plebe confufo,follettouna
piuuect uccegndìdo,cheilpopoloRomano
bifogno haueacofi di chio. fiueromedicocome
digrU purgatione.Diceua anchorail medefimoc
ato,chequelliequai nelle cofi ridicoleeranofot»Titolofijfo,
diofi,nellecofepoigratti,!?
da
doueroeranotali,chedi liAmbruot
robifognauaridere,giio.
Non può
effcrueraamicitia,douee fallaceadulatone»Serietà
mo Sono
di nulla fede quegli, cheaffdouamentelusingano .ral. Mortifera,!?ingannatrice e
V
adulinoneLattando Quando
iofitjjì/fintodaneceJfita,uorreipiu prefiocafcar firmia. tra corui,che tra gli adulatori.Anjìippo Veggiendo un
giouanericcoeffcraccompagnatoda
molti philojo. adulatori,ogiouane,diJfc,iopigliogran compajjìonedellaC
ratephu
tuafchtudine.
lo/òpbo.
La
beniuolen^adi adulatori,!?gli infortuni degliamici S ocrate fuggicome
cofaabomineuole.
Zenone Rimoui da
te l’audacia delparlardegli adulatori.
Socrate» Gli lupi fonofinaliatlicani,!?gli adulatori fimiliagli amici,!?nondimeno
bramano
ccfe difimilùphauorinoSi
come
Attecne fudijfipatodallicanidafenudriti,cofi phiiofo. queifono dagliadulatori lacerati, Uqualihanno
conelfoloro famigliarità.
Socrate. Glicacciatori
prendono
leleprico cani,!? moltialtrico falfelodepiglianoglihuominiftolti.fiutareboGliadulatori,deVi poueri fonodiftrelatori,uiuonoall’ap petito di ricchi,ridono fan\a cagione daperfe,lìberiper fot tunajèruiperelettioneuiliffimi.
Di A
mbitione. Titolo, vi*PlinioOffVambitione !?fauorallbora fignorreggìa,quandofinafeo tor. defittomaniera difiuerita.
Saluftio Vambitionefacilmente e tenuta della età di ueccbiefffa, Euftbio. colui ueramèteilqualeintantoauidodigloria cheetiandio Paolo
Apo
dalli cattiuiuogliaeér lodato, e di neceffitaelfoeffcrpejfimof
ofio lo.
Non
diuentiamodiuanagloriacupidi,perturbinoci !?in Salujìio uidiandocitra noi.LattantioVambitione infegnaglihuominifalfidiuenire.
frmiano. Poi chel
’
ambinone hapo/feduti glihonoti, che uollej
ma
\ Claudianaueccbia.
poeta. Vambitionee nutrice bruxiflima deU’auaritia,
... Di
imito,Statto
La
gloria ambitiofa rovinaejjimedefimi fratelli.* <foeta.-
L buomo
avidodi podejìamal agevolmente ofjérua lagru Cicerone. flttia:& fncilijfimamentecafra a cofe ingiùile.chi ecupidodi gloria, r
Di
Invidia, Titolo, tij,Cafoilpiu
No
n ehauutainvidiaacoliticheman
fritta&
moderarnevecchio, tevialafòrtuna.nonhannoinvidia
anoi,ma
allecofibua ne,iequaifonoin noi.Theophra E
malihuomininonfiallegranocofi deltipropi beni.come Jiopbuof.delltdanniu
incommodialtrui,hip
pia L'invidia e punitanon folamente dafùoipropi mali,ma
phhopho, ctiandiodagli benialieni.Ono
sidroofficio e dek'inuido difiar,chenonacch afrbibeneadal*
philufò. cuna.
Saiutilo. Vinuidia nafredalfoverchiobavere.
Cicerone,Eui di queflo fecolauna macchia, bauer imidia alla virtù, Bion
pbv M
irandò uninuido col tàfbingiupiegatoydijfc,o,quakbe lofopbo, gran maleinteruenutoacofluì}oadaltriqualchegra bene
\aierio
N
ivna e tantomodeflafelicita,che poffafuggiregli denti maffmo. dimalignità.Nicomao
FaticofaZ7 mal ageuolcofa eifcbiflirgli occhi deglinuidi, nephilo.Dobbiamo
arricordarfidapoila gloria,feguirVinuidia, Saluflio, 'NellegrandiV
liberecittaqveflo inveroecommune
vitio Probohitche Vinuidia fiacompagna
della gloria,ftorico. Sicomela rugitiecofumailfèrro
,cofi l'inuidia gfi inuidi.
Arifiippo.Vedendo uninuido ditriflauuglia:diffe;nonfife ateinter phiiofi, uenuto
fraalcun male-.oadaltriqualche bene.
Bionephi.
L
imidiitacite;&
occoltefono daefjcrpiu temute,chele Cicerone.mamiefieitraperte.Martial
N
iega Vinuidiadar famaattiuiuenti.poeta. Vinuidia mefla aUekofrd'altruiliete, ,
S
tatioV
inuidiamaeflradiingiuflitiaAaqualfpingelami
te& U
poeta.
mano
alle feelerita. iEufebio, Chiunque portainuidiaadalcun
buomo
da bene:Z7 be*l u0
& d
bauerinuidiaama
laRepublica.& 4
fistiò*Titolo
ottm.
Plutarcho,
S
cipiohAphricano temendo giacchi deglinuidi,partìuaf{dijiint
mente da Roma,&
andana aJìar inuitla}accio dejf filuogodi rifairarealtimaligni.Di Auar
itia.grAuari,T
itolo, riti,Cicerone. L’auaritia fùoldiminuir eruiolarogniufficiofanto .<& foli Saluflio
.
L’auariùafarouinarla frde.zr la bontà. (ne Agofiino.
V
auariùa ocupiditànone
uiùodell’oro,ma delThuomo
ufanteiniquamentel’oro.
Baiamone L
Ughi furanoigiorni di colui.che aodiohauera V auariùa Senecamo
Atla inopiamoltecofemancano.all'auariùatutte. ral.Sono
duecofe.lequaipojjono/fingereIhuomo
albrutto Cicerone,guadagno
.cioe.l'inopia,#f auariùa.Salamone
Chi congregatbefcriconlinguamédace.e nano.£rfàn\a cuore.&
fora gittatoagli lacci dellamorte.Theopopo
Se alcune,che poffieda moltiffimi beni,cr con animo an*philojó. xio.gr perturbatotraducala fua uita.ejfo certo fora infilicif fimoditutticoloro ,cbemai furono faranno.
Democrito Gli huomini
far
fifannolauita delle api,affatic2do,crope philofo. rando comefe douelfono Jèmpreuiuere.T
heocritoVeggiomolti ricchiguardianidelle riccheTffe loro,'&
non poeta. padrinidellepecunie,Epicuro
Vna
fiatafiamonati.noneconceffo nafiexdueuolte.Et philofo* concionachetunon
fiepadronedelgiornodidomani,
non
dilungariltempo.<&hoggiuogli uiuere. \ GieremiaTutti dalminoreinfin almaggiorefiudianoaWauaritiai&propheta. dalprophetainfinoalficerdote tutùfanno frode.
Virgilio
A
chefiperuerfomale noninduci tu epettidimortali,
o
poeta. ma!adettafamedell'oro.saluftio.
Ha
l’auariùaio Jìudio didanari,cuiniunfauiodeuedifide*
rare;
Siliopoeta Dalle cauernedella terra. Iddioapperfel’orocagiondelle feelerita.
Arinotele. Io dico alcunhuominieffertantoauori.comefefuffono.per douer fempreuiuere.altripoitantoprodighi
come
fi /ubi*
tamentefienopermorire.
i
Veliaprodigalità,
iMeretio
Vhuomo
confumai etàconuanecure,pernonCaper qualfia poeta. ilfine dell’hauere,,
Platone Licattiuihuomini fonocoft auidi(Tuopicciolocomed’uit granlucro,
Salufiio Li danari fono piucariche la fede.
Vi
prodigalità, VTitolo, ix,Zenone
Effondo alcuni ifcufanti la prodigalità,V
dicenti, cheperla philofot moltaabondan\afipoteuaufarla-.Rijpofe
Zenone
cendo inuerita<&etiandio ai cuochi èda perdonare?feperla troppa
copia del faledirannod’hauer fotteliuiuandetropofalfe ViogeneVimandando
ad uno prodigo unaminaxhe
edanar,diua*pbilojb, lor forfè di cento<&cinquanta piccioligriffiofe colui,perche dimandituà
me
una mina vj dagli altri chiedifolamente tre piecicli}ouerdanarini ?Cui Diogenerifpofe‘percheda gliatricertojperoun’altra uolta dimandare,mada
teno
piu giamai,Socrate
Guardando
uncertohuomo,ilqual fan\a ragion alcunaa
philofo. tuttigratificauaconfùafhculta,poffa,tudiffi,mal
perire, che legratie uerginijhi diuentar meretrici,dinotando dieiluerodonarfiufaper cagiondimeriticruirtu,<&
non
con*fofm'ente.
Crate phif Viceualepecuniedeltiricchiprodighiefferfimigliantia lofopbo, glifichiinrupi,Z7 altemontagnepiantati,dalli qualinulla neprendeuanoglihuomini,
ma
folamentenibbiercoruine
pigliauano,cofi etiandio glidanaridicofiorodanejjùn ala :nro fono goduti fenon daruffiani, meretrici,
&
adulatori• Senecam,La
parymoiàaètormentodella luffuria.
Cicerone
,
Li prodighitendanolilordanariin quelle cofi,dellequali o breueo nulla
memoria
fono perlafdarne
difi*Arifiotel.
lìmo
prenda marauigliadi cuifpargelefùefoculta ,renderfi la moltitudineuclgarbetiiuoìa.
Suetcnio
Nero»
imperadore noniflimaua altrofruttodelleriche Lje
tranquillo.V
danari,fenonla effusione di prodigalità.
Cicerone,Moltigittano uiailpatrimonio,donando fim\a configlio:ma che cofaèpiufiolta,che jìudiar}aquella cofa}qualuolontie
ì
Titolodecimo
.
ri filinotipoter lungamentefare.
Di
linguamendace
,rjaudaciadi parlar» Titolo, x.i
,r. 9 i
-DmoficnePfrilojTcno
huomo
dottrinato ejfcndo flato pojlo inprigione orator. da Dionigi TirannodiSaragofa perbauer di[pre\\atial cuni uerfiperluicompojìi,facetorichiamardal carceread
udir un'altrafiatailpredettopoema.la onde ucnuto, <u udì tifiuerfi, leuoffia certotipoperpartirliJntenogolloDio*
nigidoueegliandana
,rijf ofe PhiloJJcno,Io
mene
ritorno 1 allaprigione,dinotando checomeprima
e fuoi uerfieranoda effarbiafimati.
Diogene
Diceua,checerti canicantraglinemiciabbauuano
,accio pbiiofo. limorde
fino, rjio latrandomi
uoagliamici,acciopurgìttufoni loroda mal operare.
tìippocraEjfcndo efjcrtatodacerto
huomo
,che douejfcandar atro*te philvfouarXer/è
Re
diP
erfia,percheeglierabuonRe,rifpofea phoJ me
nonfaimejìieri dibuon padrone.T
baiephu
Interrogatoquantalontananzaè dallabugiaalla uerita,ri lojòpbo. fpofa,quantodagli orecchifonogiiocchi lontani.Theopbra;
Ejfcndogiàueccbio<& canuto andatoalacedemoni, per ef fio pbiiofofarhuomo
gratiofohaueapiacerconcertafuatintura occulpho
nuoratar e fuoi capelli canuti.Qjaui dauanti untribon.ilbauene t0re. doijfaofolecagionid
una fualite,fuconofciutoda un bua tnonelparlar moltoliberochiamatoArchedamo
,ilqualfù tirodiffc,Deh
perdiochecofa di ueritapuò
dir cofirn,ih qual fecodintorno portalebugienon
fellamentecon Vanima, ma
etiandio colcapo.Demoflhe
Mal
nefin maggiore.oueroinfelicitàpuò
interuenireàgli ne. buominiliberi,cbeeffcrepriui deità liberta del fausti are.Erogene Ejfcndo acculatoda un
huomo
attico,checoncio JuJfc cofa 'hiloJò. cheegli lodajfcpiuèLacedemoni chealtre genti,nondime i no nonuiuea preffò loro,rifiofachelmedicodifanitacura•
ture
non
dimorauatra favi.Genove,
volendo ammonire
ungwuane
moltopiuauidoalparlare pbiiofo, cheall'udire,o giouane,diffc,lanaturadiedeànoidueorecchie acciopiu dobbiamo
udirete
parlare*Titolodecimo.
P
latore. ParlandoAnthiflhenephilofophoprolifjàmente inuna
co*rana dhuomini.dijfcPiatone,tunon[ailamifura del
par*
larenonejfcrdi cotti, che dice,
ma
dicolui, cheode.
Ifccrate Volendo
canone huomo
loquace ejfcrammae'ìratofiòtto orator. laeloquenzad'Ijecrate,quejìiglidimando mercede
dop*
pia,perqualcagione doppiacifubitointerrogala
c
areo*ne,rifìoft jfocrate,una acciotuimpariaparlare,[altra
ac
ciòimpari atacere.
Theocrito
Anajjmene
hauendo aparlare,dijfcTheocrito,ecco inco*
philofo. minciadirilfiume delleparole lagocciadellamente
.
Themijlio
a
quelli,che fogiiono jpeljòpeccareilmentire,è cofaprò*philojo, notijfma.
Charemon
Agli huomini buoni&
fòrti labugia noncontiene,philofo.
E
altijìoltiunteforo nettalinguapojio,chepaiano fargua Plauto,dagnu
dir maledeltimigliori.'Girolamo
Non
è cofa in noi,concuipeccarepiuageuolmentepojfia*mo,chela
lingua.
Seneca. Ilfermoneèimaginedell'animo,grandeejfcrdeueiltem*
pesamentodeltauoce,crdelfilentio.ufapiu Jfejjò gli orec*
chichelalingua.
Biatephi.
N
onejfcrprejìo al parlare,percheè fegnal'dijloltitia.Aulogeii
Sono
alcuni parlatori leggieri, uani,V
importuni,di cuiSermone
fijìimanajca nettabocca, nonnelpetto.M.
Tulio Difiauapiu tojloun parlarfaggiononeloquente,cheuna
loquacità dipa\\iauejìita.
ChilSephi
Sempre
effcrdeue lalinguaritenuta,tr majfimamentenel lofopho. conuiuio.Gregorio,
Dobbiamo
curarnon
lelinguedeglihuomini,ma
lacon*
fcien\anojira.
Platone.
Non
faitucheIddioMeramente, 17tuttiglihuomini hannoad odiolabugia. .
Apollonio
La
bugiaè deglihuominiferuija ueritadetli liberi .philofo.
Afermo
effercofa piufoauedirlecofe nere,che udirle.p
alemonLa
moltitudine dette parole-per lamaggiorparte,u
l’ignophilofo.
ran\a
fignoreggia.C
ueobolophilofo*
Di
filentio&
jauettaopportuna* Titolo, xt.Titolo. xi.
"Xenocratc
Hauenpo
in ufoaciafiun'hora delgiornoattribuir lafua pbilofi. propria operatone,etiandio al filentiodonaua urìhora.
simonide Belfilentio
non
m'hebbiutjqueapentiretmad'hauerpare
poeta» latofi.Dione
tiP
enfiateuoioAtheniefi,ch’ionon fappiailfilentioejfcreoa ranno, fafiderà!Menddro O
fanciullotacvpercio cheilfilentioin fitienemoltebuo»
poeta. vecofi.
Antenodo
IIfilentio eun dono fan\aperiglio.ro
poeta. Diceua unohuomo
perche cagionegli Lacedemoniufino
Licurgo, tanta breuita nelparlar!Licurgo rihofipereh e la breuitaftaprejjò lo filentio.
Simonide Beuefihauer grancuratacelonon parliamo cofinon
come
poeta. neuolv.perciocheufficio ed’huomoindottrinato fauetlarcofidaejfcr taciute.
Pithagora Si deuepiuprefio eleggere di lanciarfioltamente una pie»
,
philofo. trajjindarno; eh e fuori fioccarfirmonotiofo.
S
olone EJJcndoSoloninmenjacon
PeriandroTirannodiCorina philofo. thiani,V
ftandofitaciturno.dalTiranno
fu interrogato, fi’lfilentioprocedeuadallainopia delfirmone,odafiol*titia:
R
iffofi prefioSolon-.diuerochi nelconuiuiopuò
ta*cerenone fiolto.
S
olone Auifiiuaglihuomini ad ouerfigillarifirmonicolfilentio , philofo. £rilfilentioejfcrfigillato coltempo
.
Ijò crate
Bue
tempidiceuaejfcre,nejuai fan\a
riprenfione lecitoera'crator. parlaretuno quandofiragionadicofi ,lequalimanififio»
mente cpnofiiamol’altroquando parliamo dette cofine»
cejfcrie.Inquefiitempi folamentcilfirmonemigliorche ilfilentiotneglialtritempilo filentio e
da
ejfcrpropofio alfirmone.
Lattando Loquelae
un
fitritoprolatoconuoce
qualchetofq fignifi»fir. cante.
ouidio
E
uirturarafaper prefiar filentio alle cofi.poeta. Mifiracofa eejfcrafirettoatacer quellelofi.che
urne
fi i Seneca, diret.maral.
Bilnfipietqa^
impudenza» Titolo, xiùA
Df
infip\tn\a<& imprudenza.Nenadro
Se alcun adoperain contrario qualchebeneattuidinatu*foeta. raconcejjo
,edaejfcrchiamato imprudente,<&
pa\\o,non
beato»
Piatone• io dicoquelli,equai esercitano e corpi,erdiffreffiano
Va*
rimanuli altra cofa fare,chenoncurarfi delle cojc
comman
date,17affaticarfiin farlenon commandate.
Diog
eneVeggio
glihuomim
congran penfierinuefiigar quelle cofé, philofo. che s'apertengonoaluiuereima non filmar,V
difire\\ar
quellecheutilifonoalbuono.tr beatouiuere.
Ifòcrate Proteo(
come
fidice)non radeuolte cangiauafi diforma
tirator. l'huomo ignoranteinciafchedunacofafiuaria,tr mutafi .
Pemade
Paiono ame
g!i Atheniefi certo fmiliacoloro ,chefonano crator. di piffero, attiraichiunquetoghejfi lalingua,nuli'altracofalafcierebbelorodiragione.
Theocrito Veggiendo
un
maefiro,chefaifornenteinfegnauaalcunidel*
poeta. lanaturadettielementi glidijfc,perche noninfegni tu
Geo
metria,dicendocolui,nonla fo:rifiefedehperdio,che cofa diparatae quefia tua, conciofia,che tunon [oppietian dio
pur
leggere.Drnocri La
gloria;trlediuitiefan\aprudenza
finopojfcfjìoninon
lophilo. ficure.Bione phi Interrogato checofa era fioItitia;
R
ifiofiimpedimento di tofipko» fatticita.Eufebio coloro fino daejfcrhauutiperftolti:liquaihonoranoe rie philofo» chiperuerfi,tr difirenfianoidotti,trornati di uirtu.
Socrate. Si
come
liincontinenti,
V
intemperantinon poffonoeffer medicatinette infermità,cofinettecofe aduerfelipcPfiifi*no
immedicabili.
Arinone
Da
Scio diceua,che coloro iquali difirtfifiauano-ifiudidi philofi4 letterecreffcrcitauanfinelucriS
artemeccanica,eranofi*migliamiattiamatoridiPenelopebettamoglied’Vliffefi*
quali effindodifire\yti dalei,conlefiefanticette
me
fio*lauanfi di libidine.,
€
ocrate,s
apiateduefieri*ejfcre di p<fifiia,una eftoltuia,^7 furo*re,l’altraneramente
ignoranti?
grofjelffia, Cleante Glihuomim
dallibruttianimalinon finoinaltro dificren4
philofi» tife
non
netta,firma.Titolo. xiij.
Ificrate GliJbrafiieri,!? peregrinantiperdonfinelle vie,gli indota orator, trinati,(7di
ro\\o
ingegnoinognifirada etiandiopianaerrando uanno.
Socrate. si
come
nelconuimoiluincrudonoèdefiderabile,cofinel la brigata,&
confottiol'buomrujiico,&
inettononèda
ejfcrriceuuto,
Di
conofierfeflejjò. Titolo. xiiùPhilippo Padre
$
Aleffandromagno
bauendofuperati gliAtheniefi Re. inCherroniaIfoia dellaMorea
yquantunqueficonofieffp ejfcrinfùperbitopertanta uettoria,nondimeno feguendo laragionenon
feceinfolen\a ueruna contraglipopoli con quifiati,Ma
confederandotuttauiaquanta fir\akauejftla felicita,£r quantofuffemalageuole a temperarela letitia dellafuperbauettoria,giudicoejfcrnecejfario
ammonir un
fuoraga^OyChe
ogni mattinadoueffearrecardarliydia tendocofi:oPhilippo,tufeibuomo.IsraelitaEjfcndogiouane folamente
$
quefia cofatenutofufàpientijfi philofo.mo
dituttiperciochefefleljbconofceuanulla fapere.Vemon
Interrogatoin chetempobaueffecominciato pht’ofopbaryri philofo. ftofequando cominciai a conofcerme
fiejjb,T
beocritoDimandato
,perche cagione noncomponeua
qualche cofa9 rijpofe,perchenonpofjb
come
vorrei,ma come
poJJòynon
\ voglio.
Chilone Molti affermano,conofrite fieffo^p-efferproverbiodi
chi
philofo. lone-.laqval cofa eglidiffe efferdifficilijfma.Socrate Alcibiadegiovanebellijfimoconofeiuto
da
Socrate infùper Philofo. bireperlemolte ricch&ffe,crpojfcjfioni terrenechete0
nea,fumenato daIviin
un
luogofecreto dellacitta,t7
diamofirolliunatauola dipinta del
Mappamondi V
cammana
doViche in quella trouajfc laregione
£
Attica loro patria, diffeAlcibiadebolla trouata.'RjftoJiSocrate,adocchia pre fio le pojfcjfioni&
tuoipropi campi,cui Alcibiade:Non
seggioliqui inalcuna parte dipwti RifrofeaflboraSocra• tuadunqueinfùperbifiiperquefiicampuliqualiin ala cunaparte della terra
non
appaionoì
il
I T
"—
>1Di
Amicitia,#amici.Hippojìhe Conciofia chetufienato
huomo
tuti arricorderaidetta nephilofo.communeuolefortuna,Etfe tufcinafciutoRe
uogli udireco
me
mortale.
S
ocrate.Le
cofeuane#
uote dalli uentifonogonfiate,#
lifoltidi
uerodalla fuperbia.Diogene Quelli, cheparlanocofeopportune
,
# non
odonojèfiejjì, pbtlofo. feguitanole lire,chemandano
fuori foauiffimofuono,# non
fentono feJieJfc.
Appollo* Molti huomini fono padroni deUidilittiloro,
#
accufatorituophiio.deVipeccati alieni.
Piatone.
Quando
noiuoghamo
beffaralcuno,guardiamoprima noi
, medefimi,
#
contempliamofeaqueuici fejlejfifonopo fi
jiamoiprercbel’amorpropriomolti peccati occulta in noi.
j
Di
amicitia,#
amici. Titolo, xiiii.Cicerone.
Di
tutte lecofe,chealbenuiuercifuronodallafapien\ada
te,niuna èmaggior, ninna piu pingue,ninnapiugioconda dell'amicitia.5 alamone chidi/fregiaildanno per f amico,è
huomo
giujlo.Girolamo. L'amicitia,chepuotefinire,non fu mainera.
Cicerone.Iopììgoilfruttodellano
fra
amicitiaefjàpropriaamicitia.fuciano. L'amicodeltirannoè operfferanja,o per
p
aura.C
utrio bit L' amicitia intra glibuominiugualiè ferma,tra liqualinon
floriep. interuenga ifferimento ditefior^e.P
hmo
era L'amico non deue pregarl'amicodimandando
.
tor.
V
amicitiaférmaèuna medefima cofauolere,#
non uoesalujìio.lere.
Anjlotele.tiellapouerta,!
7
intuttefaltrecalamitagli amicifonoifli matiefferunicorefugio.
>Arifiotile.
La
perfetta amicitia è tra glibuoni,#
finii* di utrtu.Piatone.
V
amicitiaèuna honejta unionediperpetuauvlonta.Arinotele.
Vna
ugualità,#
fimiglian\a11'amicitia,#ilfruttodegliMarial
amicieamar
.
poeta. L'amico nuouo
non
deueeffirgiwdicefo nel conuiuio.Ho
ratio Lrrorcornette chipenfadiracomandarfi afu 01amici» poeta,s
eguir deuefi l’amico infinoaUa.morte*9• v
igiti
1
Titolo,
X V*
Plauto,
Mi
uergognoabbandonerà
nonaiutar l’amico, Bufebto, Ciafcunfaniuno potereffcr deltibuoni amico ,ilqualeofifattamente uiua,che aglihuomtnicattiui fiagratijjimo.
Anacharh Meglio
è pojfiderun
amicoegregio, che molti digreggia, pbilofc. Gli amicifono daejfcraiutaticolbenefetoaccio fianopin Cleobolo amici.Di
liberalità, magmficen\a. Titolo, xv.Ambruoe
Quellanonè perfètta liberalità,fidonerai piu percagkm
gio. di iattanzachedimifiricordia.Seneca
Ogni
liberalitàdeueaffrettarli-E
propioufficio dicuida
inorai, uolentieri,darprefUr.chi digiornoingiornodilatandoha
giouato.nonface dibuoncuore,
Artaxerfi Diceuaeffcrmolto piu regaicofaifdonaraltrui
,cheri*
Re, ceuere,
Philippe Padre<TAleffandrobauendo gran dolorfintitoperla
mor
Re, tetttìipparchohuomo
negropontino,dicendouncerto, nondimenoèmorto a tempo,
u
uecchio:R
ijfofi Philip*po
inueroprejlopurtroppoemorto, 17prima
chehaueffe dame
riceuuta qualcheliberalitàdegnadellamiaami
*
citta,
A
leffddroPeriHouno
degliamici&
Aleffandrodimandavi qualchemagno,
quantità didanari per maritar alcunefue figliuole,cui fu»
bitamentefacedarcinquantaetfin talentiqualera
grana
diffìmafonmaiAllhordiffiPenilo. dieci taiétio fignoreraa
no
affoimfrofi Aleffandroaffaicerto eraateilriceuere,manon
affaiame
ildare,AleffSdro Hauendo commejfoalfuo camarlingo,che ad Anaffcrcho ntagno, philofo
pho
deffe tantapecunia quantaeglidimandale,gli rifarilocamarlingo,oRe
dimandatalenti cento:cuidiffi Aleffandro egli fapulitamente,perocheconofcebauerun
amico 17cotefio certocofifattoamico, chetant’orouoglia 17poffa uolentieridonare.Ptolomeo
c
enaua&
ftelfo inconuiuio flaua in cafa di fuoiamici:Re, 17oltre lecoffeneceffariealuiuere:nulla pvfffcdeua-Et
non
radeuoltediceua-,effirpiucoffaregai far giiaftri ricchi;che8 Ut
l
De
liberalità&
magnificenza, fimedefimo.PlinioeraLiberalitàuera e:donaroliipropinqui ,parenti amici .
*
tore lUuflre d'Atbeniejì fu di tanta hberanta-.chetenendo
pof*
Cintone fiffionhty giardini in diuern luoghi-.nonpofimai
guardia
capitano afioi poderi;percujlodir e frutti:accio eh'ognuno
ufafifcquegliafuoi piaceri,
D
omitiano Moltehereditadahuominiricchiafi lafciatenon
uolfiri,impador
.cenere.Cicerone Eljcr beneficio liberalijìimoefferlode regali .
Arinotele
p
ropioufficio edimagnifico™
qualunquecofaichefa
far*lamagnificamente.
Arijiotele
n
on ageuolcofaecheunricco.fia libera’'.percheillibera*lenon a raunar
V
confiruar:ma
inclineuoi ea pingerCo
rofuori.Spartano m
arco Antonio philofopho niunacofapiuhebbeiodiochemonco
. l’auaritia.Di
nobilta.£rMagnanimità. Titolo, xyi.Soffrato Effcndorimproueratoad unpiffero la ignobiltà delsague :
thilojo. Riffefean\iperqueffo di
ammiratone &
lodomaggiore
fon degno:perche
da me
cominciailfangue.et la nobiltà.D
emoffeneA
Ci nobiliV
honejìihuominiinprimaficonuienelabel*ta del unito£7lamoderatonedell’animoicr queffeduetti
hanno
bifegnodi farte\\a;Caltre dilicate\\e,V
lafciuiéhanno grata
neli’herbe.Anacharfi EffcndouituperatoAnacharfi:£rdatoliadinfamia.che egli philofo. tradinationetarterefea:
ma
certo riffofinonon finotar*
tero di ccftumi.
Socrate Interrogato-.che cofa era nobiltà:ripofe euna temperatila dell’
animo V
delcorpo.
Socrate Si
come
noi non giudichiamoquell' efferottimopaneufeie tod'unbeVijfimocampo;finon
faralieuato'.etconfaticaben • compoffo•cofietiandionon iflimeremohuomo
alcunodi famiglialUufìrenato:fidi coftumi £r«1 rtunonforaprefi Seneca filante nobile.rnoral.
L’huom magnanimo
ffaffidrittofittoqualunque pefi t0
Titolo. XVII.
r cbetuuoii
tjaHuiniuna
cofadtfiiacediquelleche finoda
ejfcrtolerateiconofie lefue forfè:&
conuirtuuincelafirt una.
noetiophi
La
chiarita del(anguealtruinon
tirende'filendido,fida
lofivbo. pertenon
1‘barrai.A
pulepioLa
nobiltànonedaejfcrconfederata dal/àngue,ma
dagli cofiumi.Fabio Diciamo alcunoejfcro ttimo non perchiarita dinajcimen* Quìtilianoto,
ma
pereccellenzadi uirtu.orator.
La
ueranobiltàdauirtudipende:£rl'altrecofi tuttefinoPhalarti*della fortuna. . f „
ranno. L’animonobile a quefiopropio,chefi
moue
alle cofebone
0Seneca fie:& niunouedrai di eccelfiingegno,chefidilettidi cofi maral, burniti
V
brune.Gì
ouan* Chi gioua ad alcunolachiarita del fangueifiliuici loim
* chrififiofbruttanoEt che nuoce acolui la uilta delnascimentofida mo.
beUiJJìmi cofiumi eadornato!Salujlio. Nobiltàeappoggfarfiallefuepropie
,v
nonalle uirtud’altri .
Arsotele.Elfi
grandma
dell’animo:«come
certoornamentodelle uirtu.Ariflotele.coluie dettoejfcr
magnanimo
,ilqual edegnodicofigran
di.tyifilmafidi cofegrandi degno.Etcerto chinonfiqut*
fiofecondoilpoter dellafua degnita:fioItoereputato
.
Platone,
Di
quatro forti di nobiltàprimae di coloro.che natifino dibuoniV
gjufii padriilaficodaedequei:licuipadri fur* potenti{7principi:laterfadiqueglvc'hebbero lorauoli per fimaùtlnfinla quarta prefiantijfimaditutte equando
un
per propiauirtu d'ingegno-.tranimo
eccelle;Di
bontà& bum
anit a. Titolo, xvij.LicurgolaFudettodi cofiui.Vauittoriaejfcrcontenuta perlericchtf*
cedemoio
.fc.txlabontà per fidedi cofiumi,Anfiippo Interrogatole
cofa in quefia uitaeradegna
diammira*
pbtlofi. tione-.Riftofil’buomo:cbebuono <& modefiofia.
S
cip,apbr.Offcruandol’ammonitone
diPolibio:ognidinonuolea.18 ini
Vi
bontà,tybumanita.partirfimaidellapiatta;ft
prima
nonbauejfc*acquifero un'amico.Alefiadro Hauendo mandatoindono talenticentoa PkocioneAthe*
magno
, niefe, dalliportadondiejjìdanarifu interrogato-.checon
ciofificcofoicbeeficndo tantonouero d’AthemeJi:perche cagionedonaffea
P
bocionefilotantaquantità:Ri
fiofi Alejfandrù-.perchemuno a
tbeniefifiori cheP
bacionegiu*dicobuono tygjufio.
T
hemiftoeFacendo uenderealpublicounapofirfiione.diffi all'ufficiai de. dell'incanto:grida:cbedintorno babitano buoniuicirtt.VemcfibCf
Hauendo
un aringonel fenato:t
dallalunga ueggien ut*neorator. nirPhocione:Ecco:ddfc:uienilmartello:
u
l’acutafiada
delmiofermone-.dinotauacontaiparol&neluolerperfua*dercoldire.nontanto ualerlafir\adell'oratione:quanto poterlaeccellenza dibuonicoiturm,
Vemocrito ^coloroneUiqualifinoe coflumiben compoftf.aloro eti2*
}hil ofi. dio la uita eben compofia.
Arifeippv.Atlhorauederete lacittadouercafcar inrouina,quandoti buoninon/aranoconofciutidalli cattiui.
Arijiotile. sifognalibuonieficr eccittati alleuirtucon premio,licat
*
tiuiton penaltygli infanabilieffcrcacciatiin(jfeho.
Seneca
.
•
E
cofadifeonueneuoleportarlabontànelle labbra,tynon.nel petto.
Xitruuio. Sicvm'euitiorecitarlecofe alieneperfue.cofx e diorna
*
mento,ty humanitaconfifiar coloroperliqualitufeidiuc
*
mitodottrinato.
Suetonio.Giulio
c
efar ninnacofa piufileuadimenticar^:cheleria ceuute ingiurie.Phalarti'(tìefiun ebuon perl’altruiuolontafinon perla fio.
ranno. Setufii buonotolerailmale.gcbe chriflo tolerauaGiu*
Agofhno. da-.quantunque fipefic-cbe ladro eglifific.
Tito uefiaEffcndoincoronatodallegenti diGterufalem:dific
non
frano- eficrdegnodi cofafittoho nore:percheeglinon hauea con*
quifiata la uettoria.ma Iddio glihaueafiuoritocontragli* Giudei.
Ottomano Non
uólfemai raccomSdarifioi figliuoli alpopolo,fato Augufto. bauejfcaggiuntequefiedue parolefi manterranno,Platone»
Ottauiano Augujio.
K
;C
eolioMe
tettoTitolo.
xvm»
Tre
finolefpecieUbumanita:laprima quando alcunofiat lutabenignamenteylafeconda quando;alcunoporge
aiuto a coloro che finoincalamita}o perdifauentura kdnoper*àuto fuoipropibeni;!a ter\a quandoglibuominiuolentieti lieticonuiuiapparecchiano ftejfoagli amici.
Vn
certobuomo
riftriad Ottauiano che Emilio Eiianodi•
ceua molto maledifio\ioGiulio
ce
far:R
ifpojèA
uguflo 10uorrei che tume
prouaffiquefioipercbefarointenderad
EmilioEiianofcheancborioholingua.Senatorinimicijjìmo diScipionAphricano
,mentreegli uilfc;intefa lamortedieffoScipione:nericeuettemole*
filagrauijjima:pr
commando
a fioifigliuoli,ch’andajfc*rocongli bomerilorofitto’Ipheretroditanto
buomo per
portarloafepeVire,dicendotaiparole ,ioper cagiondiRQ ma
hogratieinfiniteagliIddijimmortali,pofciachecifu datoin forte;cheScipionAphricano apprejjbaltripopò*
11nato nonfia.
Vefferbuonoocattiuoepoftoin noi.
La man
fietudine euna mediocritàcirca Pira.Vhumamta
fraglibuominieun
grandijfmouincolo:cui chirompetebuomo
federato:!? homicidau
L'ufficiod'humanitaè:fiuenire alla necejfita;ly'alperir gliodett’huomo
.
Il
fimmoben
deU’buomoè uitaeter patiifimmo malumore
teeterna
Di
Beneficio bonore.%
Titolo*
Jtnjf»
P
baiar tuDando
beneficiattibuonibuomini:nonmi pardon
;ma
ranno. riceuere.S
eneca coluv.cheetiandiodalfioferuo riceuealcunbeneficioh ab*
moral. bialo girato;q? iflimimon dacui;
ma
checofa fia fiata ria ceuutada
lui.Bioephilo. Prontofuil'buomo acontribuir beneficio,crfia fbtdiofi
a S
trabone, farchenafcofla fia la grafia data.bifiorico» Li mortai quando firmo benefattori,fieg/tonoidei»
*.
Arsotele
Arinotele Lattantio firmiano Lattantiofirmiano.
A
gofiino.De
effereità fotte ,£r Indufiria.ApulegioGlibeneficijricéuuticonpreghiere, nullauagliono.
philofo.
Non
e beneficiodar acuinonha
necejjita.Lattantio
D
arhonore ad alcuno inpiudiciò che merita(come
di*firmianOf ce
D
emofihene)edaruiaaglifiottidi fentir,V
penfarGregorio male.
Ha\a\eno H
onorame
pareaccular glicarni
:&
difender,glibuo*Cicerone.mini dabene,
Salufiio.
D
euefiacquifiarrhonor conuirtu,no
con inganni,pero*/ chequefio e ufficio di ghiotti:
V
quetl’altrod'huomni da
bene.
Platone.
Vhonor
inueroeun bendiurno:niunacofadeltifielerati deue efir honorata.Conine E
/fendomandato da Ph arnaba^o per ambafeiadoralRe
Atheniefi Artaxerfifuauifatodachiliarcho,chegli era dimiflieri, far d'inchino alcofpettodel
Re
,acuiRijpoficononca me
nonegrauecofa,farchehonor chetu uoialRe
,ma
dubito chenonfiade uergognaallamiapatria:perche in cofi'fhttacittafon natoio,laccaihebbeincofiume atutte
V
altrefioreggiare,Arifiotele. Vfficio e dell’amico tribuirbenefici
maffimmente
inquel ali,che fonobifognofi,innanzi che etimo ncbiedano.percia
•
cbeatl’unrjl’altroè cofapiu bonefia,rj piugioconda.
Arifiotele
Ad
una rarauirtu,certamentenon
fipuò
darconueneuo-l honore.De
ejfcrcitazione,!?indufiria. Titolo. xix*Theodetto Colui deueaffaticarli,ilqualka cominciatocongloria
a
philofo. laudepervenire,veramentela pigritiatytardila, fùolpria
ma
parturirunfubito piacere-dapoitrifiitia:tr di'lore.Demofiene Vaffidoua rj continouafatica coll'ufodiuentapitilega Democritogiera.
philofo.
Molto
piufonoquegli,che pereffircitatione,cheper tatù*Xeno
phanera buona divengono,philofo.
Non amaua
gloriaalcuna:féperellaprima nons'haueffi CiroRe
di affaticatonon
cenava;«edefinaua fiprima non
fifujfi perfi. firaccato,; *
ni
ira*t
Pithagora.
D
ieeuaVartefànfala effcrcitatione niente ejfcrctflaefa ftrcitationefenfal’arte effcrnulla,
fi Apollonio
Non
effcrnato enufla-.effcrnafciuto e fatica,uà philofv. interrogatoa che
modo
nell’arte del direfuffipiueccellenD
emojlenetedeglialtri.RÌJfoJèconfumandopiu olio.che uino,»
orator-R
ichiefio chifujfcfiato fuo precettore:Rifpofinltribunal Dem.ide d’Atkeniefi:dimofirandolaifperien\aeffcrpiuprefiante tt orator. d’ognidifdplina,iii
Diomggit
Tiranno hauendotoltoun cuoco Laconicoydoue gufiandoilbrodoiportatoliinfiuto fubito la fcodeUa:et iterrogail
tuo
ri co.perqualcagioneiLaconicidicoiaibrodofidilettauano concioftijfccofaicbeegli fiaagro.trinfoaueiripofegliilcuo
Kf co.fignor quefiobrodonon halocondimento che fuobhauer
n, ilLaconicoiperoateparinfoaue-.allhoradiffcDioniggi.cbe
« condimenti hailbrodoloroydiffcilcuoco auanti cenaaffa a
w ticanoilcorpo,
n Cicerone
V
affidoua ejfcrcitatione:laqualuince liprecettidituttiei maeflri,
Quiriliano
Hiuno
affetti farfieloquenteperfatica d’altri,i
h Quitiliano
La
effcrfitatiqeeartefice,;trmaefiraottima della eloquefa a Pli.orator,La
ejfcrcitatione emaefiraottima del dire.Virgilio
N
ellatenera etàeffcrcitarfimoltogioua,1 1
Di
ira. Titolo» xx»Platon Biffead
uno
fuo ftruidore,babbilegratieadiddio4,perciò*chefe io
non
fuffiiratofhauereifattopatir lapena,i Naucrate
D
ieeua glihuominiadiratieffcrfimiglianti allalucerna» philofo, laqualperfouerchiaabondan\a(Volio non luceima fiama
me
getta fuori, ai Fiutarebo Tuttelecofe,che fannoglihuominiirati,e dineceffitaf chefieno cieche,trflotte;peroche non ageuolcofàe;che
i l’huomoiratoufiragionejtrciòchefifafan\aragioneitut a
toe farina arte;bifogna:co laragion guidafarlecofr.trche deltutto l’ira:fialungi
,
cicerone L’ira enemicaal configlio:trla uettorianaturalmente e fuperba
»
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Titolo.
'
XXI.
Piimo orai
Vira
e lodatole,quandogiufla e la cagione*tor.
Vira
eun maldijidcrio di uendetta.Ago
fimo, Effendoiratoperefferflato uintodagliAthenieficon
fro*Vario
Re
degemmando
adun
fùofermdore,cheognifiatacheegli diP
exfi. cenavafli dicejfc,o fignorfachetut'arricordidegliA
thè*niefi.
L
attantioVira
none infermità,ouerirarfi,ma
efferiracondo eil firmiano. morbo.L
attantioVhuomo
iracondofetenimperio, i?j?odej?a:co« Viramio
firmiano. ce pertutto,egli{fargeil[angueflrakoccale citta,uccideglipopoli
y
riduceleprouincieafolitudine.Quìtiliano
D
euemancard'irailbuondifputatore.Arinotele.
Sono
ueramentevituperaticoloro,lujuaiperle cofèchefit di meflierino
ficorruciano.ficome:quàdv.& acuibifogna Ouidio Bella cofa e uincer l'animo iracondo,poeta.
N
luna cofa e:che facciapitil’kuomo iracondo,cheilnu*Seneca, drimento molleojrlufingkeuofedafelicitafuolnudrirl'ira
»
Arifiotele.Piu diffidi cofa e(dice tìeraclito) contraffar alla libidine, cheall'ira,
*
Di
patienfax Titolo.XXI.Vemoflhtr
Ad
uncerioche uiUaneggiauaD
emoflhenedifjc .Io
non
ne. entro in quella battaglia:nellaqualilfuperatoemigliordeivincitore.
Platone. Effcndoco parolemultoingiuriatodaunolidiffr.di tu
ma
leipciche nonhaiimparato a bendire.
Ariflippo.
Ad
uno, chelidicea villania,cofiriffofe-.Tu dimaldirefri philojo. padrone,!?iodell'udire.Euripide,
a
due che intrambiuiUaneggianfidiJJc:Colui}cbefiaJhene di dir villania e piu fauio.
Ago
fiino.quell'animoemaggiore,ilqualpiupreflopuò
tolerarla vitacalamitosi, che fuggirla,archilochoBiffeefferinuentionedeltidei lapatien'fa.
Vionigi tvEjftndo cacciato dalla tirannia.fii interrogato,checofali ranno hauea giovato Platone
&
laphilofophia,Riffofemhdno in legnatoa fopportar con parente animo:!? agevolmentelai
>
l
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