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Gentile    Ministra,

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Academic year: 2022

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Gentile    Ministra,  

è  con  gioia  che  Le  faccio  i  migliori  auguri  per  la  gravidanza  gemellare  che  porta   in  grembo.

E  mi  fa  particolarmente  piacere  rivolgermi  oggi  non  solo  alla  sensibilità  di  una   donna  ma  anche  allo  sguardo  nuovo  che  questa  esperienza  dona  non  solo  al   Suo  ruolo  ma  anche  al  desiderio  di  maternità  che  è  qualcosa  che  nella  vita  non   è  opzionale  ma  profondamente  radicato  anche  nella  nostra  umanità.

 

Ho  letto  una  sua  recente  intervista  in  cui  ha  dichiarato  “Un  paese  che  non  fa   bambini   muore”:   a   partire   da   questa   comune   convinzione   per   tanti   anni   insieme  al  partito  radicale,  all’Associazione  Luca  Coscioni  e  a  tanti  cittadini  ho   combattuto   per   eliminare   i   divieti   della   legge   40   e   garantire   così   alle   coppie   italiane   che   non   hanno   la   possibilità   di   avere   una   gravidanza   in   sicurezza   la   stessa  gioia,  la  stessa  pienezza  che  dà  l’esperienza  che  Lei  sta  provando.

E   questo   non   perché   debba   esistere   un   diritto   ad   “avere   un   figlio   a   tutti   i   costi”,   come   spesso   sostengono   i   detrattori   delle   tecniche   di   riproduzione   assistita,   ma     perché   credo   che   tutti   debbano   essere   posti   nelle   stesse   condizioni  di  poter  perseguire  questa  speranza  senza  subire  discriminazioni  né   di  censo  né  di  età.

 

Sempre   nella   stessa   intervista   Lei   ha   confessato   «Ho   43   anni   e   questa   gravidanza,  cercata,  voluta,  è  arrivata  quasi  fuori  tempo  massimo.  Mi  ero  quasi   rassegnata».

 

Proprio   per   questo,   per   scongiurare   ogni   tipo   di   rassegnazione   nel   desiderio   genitoriale   più   che   mai   penso   che   Lei   possa   comprendere   il   senso   di   alcune   richieste   ancora   oggi   inevase   nel   nostro   Paese   a   cui   va   posto   un   rimedio   urgente.

 

Chiedo   a   Lei   che   sia   rispettata   la   legge   40   con     l’emanazione   di   nuove   linee   guida,   che   aboliscano   il   limite   illegittimo   dei   43   anni   introdotto   con   le   linee   guida  della  conferenza  stato  regioni  per  l’accesso  all’eterologa  con  pagamento   di  ticket  nel  pubblico  e  nel  privato  convenzionato:  nessuno  venga  discriminato   da  un  limite  così  arbitrario,  non  contemplato  nella  stessa  legge  40,  e  costretto   a   rivolgersi   a   strutture   private   o   a   rinunciare   in   assenza   di   disponibilità   economiche.

 

È   fondamentale   anche   avviare   una   campagna   ministeriale   informativa,   come  

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previsto  già  da  altri  Stati,  sulla  donazione  di  gameti:  un  dono  che  tanti  italiani   sarebbero   pronti   a   fare   per   consentire   ad   altre   coppie   di   diventare   madri   e   padri.

 

Non  meno  importante  la  questione  del  Registro  nazionale  dei  donatori  per  la   fecondazione  eterologa:  è  necessario  rispettare  la  loro  privacy  così  anche  per  i   nati.   Questi   registri   se   utilizzati   diversamente   costituirebbero   un   deterrente   molto  forte  per  la  donazione  stessa.

 

Come   Associazione   Luca   Coscioni   auspichiamo   che   anche   gli   ultimi   divieti   previsti  dalla  stessa  legge  40  non  cadano,  come  i  precedenti,  per  merito  della   Corte  Costituzionale,  ma  bensì  per  una  volontà  politica,  e  quindi  nella  sua  sede   più   naturale,   degna   di   una   democrazia   matura,   attraverso   una   legge   abrogativa   che   preveda   anche   l’accesso   alle   tecniche   per   le   coppie   fertili   e   l’utilizzo   degli   embrioni   non   idonei   per   una   gravidanza   ai   fini   della   ricerca   scientifica,  come  già  avviene  in  altri  Paesi.  Significherebbe  da  un  lato  far  tonare   l’Italia   e   i   suoi   scienziati   ad   essere   competitivi   a   livello   internazionale   e   dall’altro   potenziare   la   ricerca   di   cure   a   malattie   fino   ad   ora   inguaribili   e   invalidanti  e  dare  risposte  ai  malati.

 

E   a   partire   da   quest’ultimo   punto   che   concludo   con   un   forte   appello   per  

l’aggiornamento  dei  Livelli  Essenziali  di  Assistenza  -­‐    in  cui  inserire  le  tecniche  

di  fecondazione  medicalmente  assistita  sia  omologhe  che  eterologhe  -­‐    e  del  

nomenclatore  tariffario:  termini  forse  complessi  ma  che  equivalgono  a  fornire  

una  dignitosa  assistenza  e  una  vita  indipendente  a  migliaia  di  persone,  troppo  

spesso  tradite  dalla  burocrazia  e  dalla  politica  indifferente.

 

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