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I SISTEMI RISARCITORI EUROPEI A CONFRONTO: DIFFERENZE E PUNTI IN COMUNE

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Academic year: 2022

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I SISTEMI RISARCITORI EUROPEI A CONFRONTO: DIFFERENZE E PUNTI IN COMUNE

Siewert D. Lindenbergh

1. Introduzione

I sistemi legali dei paesi europei presentano notevoli differenze in materia di responsabilità civile e sistemi risarcitori. Per quanto riguarda i danni, vi sono delle differenze sia negli approcci sistematici (o c’è un sistema comune di risarcimento in caso di responsabilità civile e inadempienza contrattuale o una differenza anche nel risarcimento per responsabilità civile), che nei risultati (categorie di danni risarcibili e somme risarcite). Per arrivare ad una certa armonizzazione, non basta analizzare queste differenze; bisognerebbe studiare anche il retroscena culturale e le possibili giustificazioni. Di fatto ciò probabilmente non può essere realizzato senza prestare attenzione agli altri sistemi di risarcimento, come i sistemi di sicurezza sociale e le polizze private. In questa analisi mi soffermerò su alcune differenze sostanziali nell’approccio e nei risultati di casi quasi identici.

I limiti di tempo mi costringono ad essere sintetico. Un confronto tra i sistemi risarcitori europei è decisamente un compito piuttosto vasto.

Cercherò di dare almeno un piccolo contributo.

Durante un soggiorno di studio come professore esterno all’Università di Gent in Belgio, ho avuto l’opportunità di fare delle ricerche per confrontare la legislazione del Belgio e quella dell’Olanda. Perciò, su questa base ristretta, vorrei discutere in particolare di due casi recenti: uno discusso dalla Suprema Corte Belga nel Novembre 2001 e uno dalla Suprema Corte Olandese nel Febbraio 2002. Entrambi i casi riguardano la posizione di quelle che possono essere definite ‘vittime secondarie’ o ‘terze parti’.

Quello che voglio mettere in evidenza in questi casi, è che gli approcci sistematici possono variare considerevolmente nei diversi sistemi giuridici.

Il loro punto di partenza può essere anche opposto da un sistema all’altro.

Questa differenza nell’approccio sistematico, tuttavia, non dà sempre un quadro adeguato delle differenze reali nei risultati nelle varie giurisdizioni.

Questo significa che, se vogliamo mettere a confronto i sistemi risarcitori europei, non è sufficiente confrontare i diversi approcci, ma dobbiamo considerare anche i risultati effettivi.

2. Il ‘caso dei nonni’ in Belgio

a. Caso e sentenza

Nathan, otto anni, di padre sconosciuto, perdeva la madre in un incidente d’auto. I nonni decidevano di prenderlo con sè. Per questo essi non

Professor at University of Leiden, The Netherlands

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chiedevano soltanto il pagamento dei costi necessari per mantenere il bambino, ma anche un risarcimento per il tempo e le energie spese per l’educazione di Nathan.

La Suprema Corte del Belgio ha riconosciuto la richiesta dei nonni. L’Art.

1382 del Codice Civile Belga, l’articolo generale sulla responsabilità civile, assicura a chi subisca una perdita per un danno da responsabilità civile il diritto al risarcimento di questi danni. Dal momento che l’impegno di educare il bambino poggiava su valide basi, i nonni in questo caso avevano diritto al risarcimento.

Secondo la legislazione belga sulla responsabilità civile, non c’è limite al numero di persone che possono chiedere un risarcimento per lo stesso danno. Fino a quando l’esistenza del danno e della sua relazione causale con ciò che lo ha causato sono sufficientemente ‘certi’, c’è, in linea di principio, diritto al risarcimento del danno.

b. Secondo la legge olandese?

Sotto questo aspetto la legge sulla responsabilità civile in Olanda è molto diversa, in quanto parte dal punto di vista opposto. Secondo la legge olandese, un’azione – in linea di principio – viene considerata dannosa soltanto nei confronti della vittima diretta. ‘Le terze parti’, o ‘vittime secondarie’, possono chiedere un risarcimento solo se ne trovano motivazione specifica all’interno del Codice Civile, o se riescono a dimostrare che quell’atto, in quelle particolari circostanze, è stato nocivo anche verso di loro. Cioè nel caso in cui possano essere effettivamente considerati essi stessi ‘vittime primarie’.

In caso di morte, il Codice Civile Olandese garantisce il diritto di risarcimento per la perdita di sostegno finanziario solo ad alcuni parenti. I genitori del defunto non sono tra questi, a meno che il defunto non provvedesse egli stesso al loro mantenimento. Secondo la legge olandese, tuttavia, il bambino avrebbe sicuramente avuto diritto al risarcimento della sua perdita di sostentamento. E ci sono ragioni per ritenere che, secondo la legge olandese, il bambino stesso possa avere diritto a chiedere un risarcimento per gli ulteriori impegni assunti dai nonni.

La giustificazione fornita a questa conclusione sta in un caso della Suprema Corte del 1999, relativo a Johanna Kruidhof, una bambina di 11 anni che serviva ai tavoli presso la caffetteria della sua scuola. Per questo motivo era autorizzata a lasciare l’aula alcuni minuti prima degli altri per preparare tè e caffè per i professori. Un giorno, mentre assolveva a questo compito, la sua T-shirt prendeva fuoco e la bambina riportava delle gravi ustioni. I genitori non solo impiegavano molto del loro tempo per andare a farle visita in ospedale per mesi, ma una volta rientata a casa impiegavano anche molto tempo ad occuparsi delle sue ferite. In questo caso i genitori chiedevano a nome della figlia un risarcimento per il tempo impiegato per le visite in ospedale e per le cure prestatele. La Suprema Corte stabiliva che la bambina aveva effettivamente diritto ad un risarcimento per il tempo trascorso dai genitori ad occuparsi di lei, perché, se essi non lo avessero fatto, avrebbe dovuto chiedere un risarcimento per le spese richieste da un’assistenza professionale. Così, la richiesta fatta dai genitori in suo

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professionale per ‘far visita in ospedale’, la richiesta relativa al tempo impiegato per le visite è stata respinta).

Ciò mostra come, secondo la legge olandese, i nonni non avranno diritto ad un risarcimento essi stessi, ma, invece, il bambino può averne diritto per il tempo impiegato dai nonni per la sua educazione.

3. Il ‘caso dell’autobus’ in Olanda

a. Caso e sentenza

Il secondo caso che vorrei considerare, è la recente sentenza della Suprema Corte Olandese nel cosìddetto caso dell’autobus.

I fatti di questo caso sono anche più orribili. Una bambina di cinque anni, che faceva i giri con la sua bicicletta vicino a casa in un quartiere residenziale, veniva investita da un autobus. Questo le schiacciava letteralmente la testa. La madre veniva immediatamente avvertita da uno dei vicini e trovava la figlia con il volto rivolto verso terra. Per prima cosa, correva di corsa a casa a chiamare un’ambulanza; poi tornava sul luogo dell’incidente. Lì cercava di voltare la testa della figlia per guardarla in faccia. In quel momento realizzava che la sua mano spariva dentro il cranio della figlia, e che la sostanza vicina alla testa della bambina non era, come pensava, vomito, ma il cervello della bambina. In conseguenza di ciò cominciava ad accusare gravi problemi psichici.

Nella legislazione olandese i casi relativi allo ‘shock nervoso’ sono problematici, in quanto il legislatore ha espressamente deciso che non è previsto un risarcimento per danni non patrimoniali derivanti dalla morte di un congiunto. Per lungo tempo la questione è stata in quali circostanze questa decisione avrebbe lasciato ‘spazio’ per un risarcimento relativo ad un danno psichico in caso di perdita di un congiunto.

Il caso dell’autobus è il primo in cui è stato riconosciuto il diritto al risarcimento di danni non patrimoniali ad una madre che ha perso la figlia in un incidente stradale. La Suprema Corte ha stabilito che l’atto compiuto nei confronti della bambina doveva – in questo caso – essere considerato dannoso anche nei confronti della madre. Tuttavia, secondo la Suprema Corte, bisognerebbe fare una distinzione tra le conseguenze della morte della bambina, per le quali non possono essere riconosciuti danni non patrimoniali, e le conseguenze del confronto con l’incidente, per il quale possono invece essere riconosciuti i danni. La madre in questo caso ha ottenuto 14.000 Euro di danni non patrimoniali.

In aggiunta a questo, dovrei evidenziare che il legislatore sta riconsiderando al momento la decisione riguardo alla non concessione di danni non patrimoniali in caso di perdita o danno grave di un congiunto. Si sta infatti lavorando ad una proposta che assegni a determinati congiunti (tra cui i genitori di un bambino morto) una somma prefissata di danni non patrimoniali di 10.000 Euro.

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Nel prossimo futuro ciò potrebbe voler dire che la madre, in un caso come quello dell’autobus, riceverà un risarcimento per la perdita di un congiunto di 10.000 Euro e, secondo le circostanze, un risarcimento per danno psichico di, facciamo, 15.000 Euro. Tutto ciò rientra nel quadro del danno non patrimoniale. In aggiunta, il risarcimento del danno economico, che comprende le spese per il trattamento psichiatrico e la perdita dell’apporto economico che il soggetto avrebbe potuto eventualmente portare in futuro.

b. Secondo la legge belga?

Secondo la legge belga, la madre in questo caso potrebbe anche chiedere un risarcimento sulla base dell’articolo generale sulla responsabilità civile, art. 1382 del Codice Civile Belga. Come già evidenziato prima, questo articolo assicura il diritto al risarcimento a chiunque subisca un danno da responsabilità civile. Inoltre, secondo la legge Belga, viene di solito riconosciuto un risarcimento per danni non patrimoniali dovuti alla morte di un congiunto. Dal momento che non c’è limite al numero di richieste di risarcimento possibili, e non ci sono altre restrizioni alle richieste di risarcimento relative al danno da lutto nel caso in cui il danno sia sufficientemente ‘certo’, secondo la legge belga l’intera materia del danno psichico dovuto a shock nervoso è inesistente. Così, per la legge belga non c’è un equivalente nell’analisi del ‘confronto delle conseguenze’, di cui ho parlato nel caso della legislazione olandese.

Il Tribunale in Belgio tende, nei casi di perdita di un figlio, a risarcire i genitori nell’ordine di 10.000 Euro. Ciò è considerevolmente meno della somma risarcita nel caso dell’autobus. Situazione ancora più rilevante se si pensa che in quel caso il danno non patrimoniale dovuto alla morte della bambina doveva essere lasciato fuori. Se la proposta legislativa diventerà legge, la madre nel caso olandese potrebbe chiedere un risarcimento per altri 10.000 euro oltre alla richiesta di danno psichico.

4. I rischi del confronto tra sistemi legislativi

Possiamo prendere questi casi come esempio, su base ridotta, delle difficoltà che incontriamo quando cerchiamo di mettere a confronto i sistemi risarcitori europei.

Da una parte, per quanto riguarda i danni alla ‘terza parte’ o ‘vittima secondaria’, il punto di partenza della legge sulla responsabilità civile in Belgio e in Olanda è quasi opposto. Secondo la legge Belga non c’è limite al numero e al genere di persone che possono chiedere un risarcimento che ricada nel campo della responsabilità civile, né ci sono restrizioni particolari riguardo ai tipi di danno che possono essere risarciti. Secondo la legge olandese, per principio, ‘le vittime secondarie’ non hanno diritto al risarcimento, a meno che non siano tutelate da provvedimenti particolari, o nel caso in cui incontrino gli standard più alti per essere considerate esse stesse delle ‘vittime primarie’.

Questa differenza nel punto di partenza conferma la convinzione che riguardo ai danni alle ‘vittime secondarie’ la legge olandese sia (come è noto che sono gli Olandesi stessi) molto più ‘economa’ o ‘Calvinista’, di

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Dall’altro lato, tuttavia, i risultati reali di questi casi mostrano che vi sono valide eccezioni alla regola generale olandese che la ‘terza parte’ non ha diritto al risarcimento, mentre, in aggiunta a questo, l’ammontare del risarcimento risulta, almeno in alcuni casi, sostanzialmente più alto che in Belgio.

Questi esempi mostrano che confrontare i sistemi di risarcimento non vuol dire solo studiare i sistemi legali nella loro organizzazione, ma anche studiare il risultato effettivo della loro applicazione. Il caso belga dei nonni e quello olandese dell’autobus mostrano che non è sufficiente un confronto a livello generale; è indispensabile confrontare anche casi particolari.

Insomma, nel confrontare i sistemi risarcitori europei, non dobbiamo mai giudicare a prima vista!

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