Resoconti. FarlamentaTi 609 Assemblea Regionale Siciliana
VII Lbgislatuha C D X X III SEDU TA 10 -Febbraio 1976
C D X X I I I S E D U T A
ma r t e d ì io febbraio 1976
Presidenza del Presidente FASINO
I N D I C E
Commissione legislativa (Su i lavori) :
P R E S I D E N T E ...
PAO LD NE ...
Congedo ... »
Disegni di leg g e:
(Annunzio di presentazione) . . . .
(Comunicazione d ’in vio alle C om m issioni le g i
slative) ...
«N uove norm e per rA n un in istrazione della R e
gione e per gli enti locali e ospedalieri in Sicilia » (7 8 1 /A ) (Seguito della discussione) : PRESIDENTE 613, 616, 618, 619, 621, 626, 627, 628,
CUSIMANO . . . . 614, 619, 622, 623, 626, C A V A L L A R O ... 614, 615, 628, MESSINA . . . . 614, 619, 624, 625, 627, m u r a t o r e, Assessore agli enti locali . 615,
Pag.
613 612
616, 618,
. 621, 623;
Commissione MANCUSO
t r i c o l i PAOLONE
FERRARI . . .
g r i l l o M O R A S S U T T I g r a m m a t i c o .
C AN GIALO SI, Presidente della e relatore
DE P A S Q U A L E .
Ente ospedaliero;
(Annunzio di nomina del consiglio di ammi
nistrazione) ...
^terpellanza:
(Annunzio) . ...
630, 633, 634 638 629, 630, 631 633, 636, 638 629, 630, 636 619, 620, 626 627, 632, 637 615 618, 620, 636 625, 627, 632 619, 625, 634 620 624, 637, 638
629,632 638
609
611
Interrogazioni:
(Annun zio)
Verifica del num ero legale
La seduta è aperta alle ore 17,30.
MESSINA, segretario, dà lettura del pro
cesso verbale della seduta precedente, che, non sorgendo osservazioni, si intende appro
vato.
Annunzio di costituzione di consiglio di ammi
nistrazione di Ente ospedaliero.
PRESIDENTE. Comunico che, con decreto mi mero 14119 del 28 gennaio 1976, l’A pes- sore alla sanità ha nominato il consiglio di amministrazione dell’Ente ospedaliero « Pie
monte e Regina Margherita » di Messina.
Annunzio di presentazione di disegni di legge.
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti disegni di legge: ■
Resoconti, f. 83 (500)
Assemblea Regionale Siciliana
V II Legislatura C D X X III SE D U T A 10 Febbraio 1975
— « Indennità di espropriazione per zone agrarie in applicazione della legge 22 otto
bre 1971, numero 865 » (851), dagli onore
voli Parisi, Grillo Salvatore, locolano, Ordite, Lo Giudice, Nicita, in data 9 febbraio 1976;
— « Strutture e servizi in favore dei non vedenti » (852), dagli onorevoli Ordite, Ales
si, Cangiatosi, Grillo, Mantione, in data 10 febbraio 1976.
Comunicazione d’invio di disegni di legge alle Commissioni legislative.
PRESIDENTE. Comunico che, in data odierna, i seguenti disegni di legge sono stati inviati alle Conmhssioni legislative com
petenti:
— « Norme concernenti i servizi di cassa e di tesoreria (845), alla Commissione legi
slativa « Finanza, bilancio e programma
zione »;
—■ « Aumento dell’assegno mensile con
cesso ai vecchi lavoratori e ai minorati fisici e psichici irrecuperabili » (847), alla Com
missione legislativa « Pubblica istruzione, la
voro, cooperazione, assistenza sociale, igiene e sanità »;
— « Proroga del termine di scadenza del
la concessione per acque termominerali de
nominata San Calogero del comune di Li- pari » (850), alla Commissione legislativa
« Agricoltura, foreste, industria, commercio, pesca e artigianato ».
Congedo.
PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole Genna ha chiesto congedo per le sedute del
10 e dell’ 11 febbraio 1976.
Non sorgendo osservazioni, il congedo si intende accordato.
Annunzio di interrogazioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura delle interrogazioni per
venute alla Presidenza.
MESSINA, segretario:
« A ll’Assessore agli enti locali, per sapere se è a conoscenza:
1) che gli abitanti della contrada Ciancio di Marsala da diversi anni sono rimasti sen
za una scuola, poiché quella in atto esistente, di proprietà comunale, è stata dichiarata ina
gibile dagli organi competenti, e Tammini- strazione comunale non ha ancora provve
duto alla necessaria riparazione;
2) che nonostante l’inagibilità del plesso scolastico suddetto, Tamministrazione del co
mune ha peraltro ritenuto di cederlo gra
tuitamente a privati cittadini, i quali lo uti
lizzano solo nei giorni di festa 0 nei periodi estivi;
3) che la Cassa per il Mezzogiorno, nel 1967-68, ha concesso al comune di Marsala un finanziamento di lire 80 milioni per la costruzione di mi plesso scolastico che avreb
be dovuto sorgere presso la via Tunisi delle contrade Ciancio e Cozzano, e nonostante da oltre sei anni sia stata individuata l’area fabbricabile e ottenuta l’autorizzazione di esproprio, non si è ancora provveduto alla costruzione.
Gli interroganti chiedono di sapere, per
tanto, quali urgenti provvedimenti si inten
dono adottare al fine di accettare i fatti e le responsabilità del caso e rimuovere ogni ostacolo alla costruzione del suddetto plesso scolastico, di cui la cittadinanza interessata ha tanto bisogno » (1326).
Marino Gioacchino - Messina - Bellafiore - Giubilato.
« AlTAssessore all’agricoltura e foreste, per sapere:
se* è a conoscenza :
a) che in data 27 ottobre 1969, con de
creto numero 7630 deH’Assessore all’agricol
tura e foreste, venne accolta la domanda di assegnazione del lotto di terreno agricolo numero 2 del piano di ripartizione numerò
Resoconti Parlamentari. — 611 Assemblea Regionale Siciliana
VII le g islatu ra C D X X III SED U TA 10 Febbraio 1976
314 in territorio di Ramacca presentata dal signor Nicotra Benedetto;
b) che nel giugno 1970 l’Esa autorizzò con propria lettera il Nicotra ad ” esplicare ogni attività ” migliorativa sul predetto lotto di terreno;
c) che il 12 aprile 1973, con decreto numero 2069 l’Assessore all’agricoltura e fo
reste, accogliendo un ricorso presentato da tali Di Liberto Alfio e Gurrisi Antonio, con
finanti del predetto lotto numero 2 del piano di ripartizione numero 314, frazionò il fondo in tre parti sottraendo al Nicotra i due terzi del terreno che furono ceduti ai due ricor
renti;
d) che il Nicotra ha presentato avverso il decreto ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa sostenendo che in base al de
creto di assegnazione del fondo, originaria
mente inconto, aveva proceduto a trasfor
marlo in agrumeto e che uno dei ricorrenti, precisamente il Gurrisi, era deceduto in Ra
macca il 7 luglio 1973 senza lasciare eredi validi a condurre in proprio il fondo;
e) che, nonostante il ricorso presentato dal Nicotra al Consiglio di giustizia ammini
strativa, l’Esa ha autorizzato i ricorrenti ad immettersi nelle parti del fondo loro asse
gnate;
/) che dietro ripetute sollecitazioni, l’As
sessore all’agricoltura ha inviato all’Esa una lettera con l’invito a sospendere l’immissione in possesso del fondo da parte dei ricorrenti in attesa del parere del Consiglio di giustizia amministrativa;
g) che in data 26 maggio 1975, in con
traddizione con quanto sostenuto nella let
tera inviata all’Esa, l’Assessore all’agricol
tura e foreste, con decreto numero 1818, ha stabilito che il terreno assegnato al Gur
risi venisse ” girato ” alla di lui figlia Do
menica, da tempo emigrata e residente in Germania, come è possibile accertare attra
verso le informazioni fornite dall’Arma dei carabinieri;
— se non ritiene di dovere intervenire per fare cessare la manovra prevaricatoria 3i danni del Nicotra e per tutelare il diritto di questi a coltivare il fondo regolarmente assegnatogli dall’Esa, che egli ha migliorato 3 proprie spese e che ora gli si vuole par
zialmente sottrarre, ed in subordinato se non ritiene di dovere imporre la sospensione di ogni atto in attesa del parere del Consiglio di giustizia amministrativa » (1327) (Gli in
terroganti chiedono lo svolgimento con ur
genza).
CusiMANO - Grillo Moras- suTTi - Paolone - Trincali.
« Al Presidente della Regione e all’Asses
sore alla sanità — in relazione alla legge regionale 28 giugno 1973, numero 27, la quale impone che il Collegio dei revisori degli enti ospedalieri, previsto dall’articolo 12 della legge 12 febbraio 1968, numero 132, costituito con decreto dell’Assessore alla sa
nità deve essere composto fra gli altri da un rappresentante del Ministero del tesoro nella qualità di presidente — per sapere i motivi per cui nonostante le designazioni di competenza del Ministero del tesoro siano state fatte da tempo, non si sia provrmduto alla emanazione del relativo decreto, e se non ritengono di dovere intervenire con im
mediatezza al fine di adempiere al disposto della predetta legge regionale » (1328).
CUSIMANO - MaNCUSO - ViRGA - Merendino - Cavallaro - Grillo Morassutti - Trincali.
« Al Presidente della Regione, per cono
scere i motivi per i quali non è stata ancora nominata la Commissione di studio prevista dalla legge 29 dicembre 1975, numero 86 » (1329).
De Pasquale - Cagnes - Mes
sina - Motta.
PRESIDENTE. Le interrogazioni testé let
te saranno iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.
Annunzio di interpellanza.
PRESIDENTE. Invito il deputato segreta
rio a dare lettura della interpellanza perve
nuta alla Presidenza.
MESSINA, segretario:
Resoconti Parlamentari — 612
V II Legislatura C D X X III SE D U T A 10 Febbraio 1976
« Al Presidente della Regione, per cono
scere quali azioni la Giunta regionale inten
de svolgere a difesa della nostra produzione vinicola e della potestà legislativa autonoma della Regione in relazione all’indagine che la Commissione Cee si appresta a svolgere sulle leggi regionali siciliane attinenti al set
tore vinicolo e delle quali il governo fran
cese, promotore della pretestuosa e contrad
dittoria iniziativa, mette in discussione la legittimità.
Poiché le leggi sul vino assunte dalla Re
gione siciliana, in quanto riguardano essen
zialmente le anticipazioni sul prodotto con
ferito alle cantine sociali del 90 per cento sul prezzo di orientamento Cee, impediscono manovre a ribasso e perciò assicurano quel principio della libera concorrenza di cui al trattato di Roma che il governo francese viola ostentatamente con la illegale imposta sui vini italiani, gli interpellanti chiedono di sapere:
a) se non ritiene opportuna ed urgente, previ accordi con il Governo nazionale, l’ini
ziativa di un incontro di una delegazione unitaria dell’Assemblea regionale siciliana con la Commissione Cee al fine di sostenere in quella sede la legittimità dell’azione legi
slativa della Regione nel settore vinicolo e la sua corrispondenza alle norme del Trat
tato di Roma, nonché la richiesta di un intervento finanziario del Feoga per il po
tenziamento delle strutture delle cantine so
ciali e per il pagamento dei contributi sugli interessi per le anticipazioni ai produttori conferenti;
b) se non ritiene opportuno, altresì, ri
chiedere al Governo nazionale l ’assunzione di una ferma posizione in sede Cee soste
nendo;
— il rifiuto a discutere l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli (che oltretutto discrfinina i nostri prodotti quali l’olio d’oli
va, il grano duro, eccetera) e il nuovo sche
ma di regolamento vitivinicolo sino a quan
do il governo francese non ritirerà gli ille
gali provvedimenti contro le nostre espor
tazioni vinicole;
— la revisione della politica agricola comune che elimini le inammissibili discri
minazioni contro le produzioni agricole me
ridionali, metta sullo stesso piano tutti i pro
duttori della Cee, tenga conto dell’interesse
dei consumatori, riformi in senso democratico la struttura centralizzata e burocratica degli organi comunitari e riconosca l’azione delle regioni specie in materia di interventi strut
turali » (513).
Am MAVUTA - De Pasquale - Rindone - R usso Michelan
gelo - Marilli - Marino Gio
acchino - Carpì - Orlando - Lauricella - Chessari - Ra
gusa.
PRESIDENTE. Avverto che, trascorsi tre giorni daU’odierno annunzio senza che il Go
verno abbia dichiarato che respinge l’inter
pellanza 0 abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarla, l ’interpellanza stessa sarà iscritta all’ordine del giorno per essere svolta al suo turno.
Sui lavori di Commissione legislativa.
PAOLONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLONE. Onorevole Presidente, vorrei caldamente pregarla di sollecitare il Presi
dente della quarta Commissione di porre allo ordine del giorno della Commissione stessa alcuni disegni di legge riguardanti il settore dello sport. Si tratta — come ho già avuto occasione di evidenziare in una seduta pre
cedente — di iniziative che sono particolar
mente attese dalle categorie interessate.
Si sostiene, da parte di alcuni, che il dise
gno di legge concernente il settore del turi
smo contemplerebbe anche provvidenze per 10 sport, poiché in esso è prevista la realiz
zazione di infrastrutture sportive. Ma si trat
ta di opere che sono in connessione diretta col turismo, e che non riguardano specifi
camente lo sport.
Quindi, io ho il dovere, a chiusura di legi
slatura, di fare tutto quello che mi è pos
sibile perché i disegni di legge riguardanti 11 settore dello sport (e non la costruzione del campo di tennis o di golf previsti dalla legge sul turismo) vengano discussi e votati.
Resoconti Parlamentari — 613 Assemblea Regionale Siciliana
VII Legislatura C D X X III SEDU TA 10 Febbraio 1976
Peraltro, come ho già detto in una pre
cedente seduta, si era già iniziato Pesame di questi provvedimenti ed era stato ascol
tato il dottor Orlandi dell’Assessorato com
petente. E, ripeto, non hanno niente a che vedere con la legge sul turismo: riguardano lo sport come servizio sociale.
Quest’Assemblea è stata capace in lun
ghissimi anni di trarre vantaggi dallo sport __ come fa lo Stato, in definitiva — senza dare ai giovani una normativa per lo sport in quanto servizio sociale.
Qual è, onorevole Presidente, a parte il valore altamente sociale, l’aspetto prevalente di questo impegno che PAssemblea dovrebbe assumere? Si effettuerebbero degli investi
menti che darebbero lavoro a tanti disoc
cupati, anche nei comuni più piccoli, con il ricorso al credito sportivo, che comporte
rebbe un onere irrilevante per la Regione.
Si tratta di consentire ai giovani di pra
ticare dello sport e non di fare giocare a tennis i turisti.
Quindi, la prego, signor Presidente, di in
tervenire anche con l’autorità che le deriva dalla sua carica.
Se ci sono degli ostacoli di natura eco
nomica, sia la Commissione a valutarli. Per
ché, ripeto, si metterebbero in moto centi
naia di miliardi.
Se il Governo è contrario lo dica chiara
mente. Ma non si può ammettere che dise
gni di legge, già posti in discussione, ven
gano, senza giustificazione alcuna, tolti dal
l’ordine del giorno della Commissione.
La pregherei, onorevole Presidente, di farsi portavoce di questa mia istanza anche in sede di conferenza di capigruppo.
Glielo dico con grande passione, anche per quella che è la particolare vocazione che io ho verso lo sport. Mi auguro che non vada il mio appello a vuoto, come mi è sembrato sia andato a vuoto quando l’ho rivolto, in una precedente seduta, al Pre
sidente di turno, onorevole Corallo. La rin
grazio.
PRESIDENTE. Onorevole Paolone, la Pre
sidenza farà presente la sua richiesta a chi di competenza.
Seguito della discussione del disegno di legge;
« Nuove norme per l’amministrazione della Regione e per gli enti locali e ospedalieri in
Sicilia» (781/A).
PRESIDENTE. Si passa al punto secondo dell’ordine del giorno che reca il seguito del
la discussione del disegno di legge: « Nuove norme per l’amministrazione della Regione e per gli enti locali e ospedalieri in Sicilia » (781/A).
Come l’Assemblea ricorda, è stato già ap
provato l’articolo 18.
Invito il deputato segretario a dare let
tura dell’articolo 19.
GIUBILATO, segretario ff.:
« Art. 19.
Dopo il penultimo comma dell’articolo 53 deH’ordinamento anmiinistrativo degli enti locali approvato con legge regionale 15 mar
zo 1963, numero 16, è aggiunto il seden te:
” Ove il parere del Consiglio di giustizia amministrativa non sia reso entro quattro mesi dalla richiesta, si prescinde dal mede
simo ” .
Nell’ultimo comma delTarticolo 54 dello stesso ordinamento le parole ” dei due ultimi commi ” sono sostituite con le seguenti ” dei tre ultimi commi ” ».
PRESIDENTE. Non vi sono emendamenti.
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(E’ approvato)
Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 20.
GIUBILATO, segretario #.:
« Art. 20.
L’ultimo comma delTarticolo 60 dell’Ordi
namento amministrativo degli enti locali ap
provato con legge regionale 15 marzo 1963, numero 16, è così modificato:
” La seduta del Consiglio per discutere e deliberare la mozione di sfiducia ha luogo solo se ne sia stata fatta richiesta sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri in, ca
Assemblea Regionale Siciliana
V I I Legislatura C D X X III SE D U T A 10 Febbraio igyg
rica non prima di otto giorni e non oltre il ventesimo giorno dal deposito di essa presso la segreteria del comune ” ».
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati, dagli onorevoli Paolone, Tricoli, Cusimano e Grammatico, i seguenti emen
damenti:
aggiungere il seguente comma:
« L’inosservanza dei suddetti termini com
porta la decadenza del sindaco e degli asses
sori »;
aggiungere il seguente comma:
« Decorso il termine finale previsto dal suddetto comma l’Assessore per gli enti lo
cali è tenuto a convocare, entro i successivi tre giorni, il consiglio comunale per discu
tere e deliberare la mozione »;
aggiungere il seguente comma:
« Qualora la seduta del consiglio per di
scutere e deliberare la mozione di sfiducia non possa aver luogo per mancanza del nu
mero legale, il sindaco e gli assessori deca
dono dalla carica ».
CUSIMANO. Chiedo di illustrare il primo emendamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Onorevole Presidente, onore
voli colleghi, la modifica prevista dall’arti
colo 20 in effetti viene a risolvere un an
noso problema che ha determinato in diversi consigli comunali contrasti e contrapposizioni tra gruppi politici in diverse occasioni. La legge prevedeva, e prevede attualmente, che le mozioni di sfiducia non possono essere discusse prima di otto giorni dal deposito delle stesse presso la segreteria del comune.
Ciò significa teoricamente che una mozione di sfiducia non può essere discussa otto giorni prima ma può essere discussa anche dopo cento anni.
L’avere incluso nell’articolo 20 la dizione che non può essere discussa otto giorni prima (per motivi comprensibilissimi) e non oltre il ventesimo giorno dal deposito mi sembra in un certo senso correttivo della vecchia impostazione. Però può accadere che un sin
daco e una giunta, per motivi vari (perché
non dispongono di una maggioranza, o per contrasti interni alla maggioranza stessa), non mettono all’ordine del giorno la mozione di sfiducia. Cioè, nell’articolo non c’è un vin
colo: si dice non prima di otto giorni e non oltre il ventesimo giorno. Con il nostro emendamento diciamo che l’inosservanza dei suddetti termini comporta la decadenza del sindaco e degli assessori. Cioè, con questa norma che proponiamo il sindaco deve con
vocare il consiglio comunale, deve aprire un dibattito; altrimenti, non facendolo, non con
vocando il consiglio comunale, non discuten
do la mozione il sindaco (o la giunta) sa che eventualmente la mancata discussione porta alla decadenza sua e degli assessori.
Invitiamo, quindi, l’Assemblea ad appro
vare l’emendamento che servirà a fugare quegli inconvenienti che spesso si sono ve
rificati in molti consigli comunali.
CAVALLARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAVALLARO. Signor Presidente, onore
voli colleghi, desidero ricordare all’Assemblea che la modifica introdotta con l’articolo 20 è frutto del lavoro della prima Commis
sione. Il Governo in prima Commissione non era d’accordo per l’introduzione di questa norma; con soddisfazione prendiamo atto che in questa sede, invece, la condivide. Però riteniamo, come diceva giustamente l’ono
revole Cusimano, che bisogna prevedere una sanzione. Altrimenti, così com’è, non avrebbe senso e resterebbe soltanto un luogo comune.
PRESIDENTE. Su questo emendamento qual è il parere della Commissione?
MESSINA. Onorevole Presidente, la Com
missione è contraria perché gli emendamenti che sono stati proposti stravolgono tutto il meccanismo oggi vigente. Il meccanismo at
tuale prevede all’articolo 91 l’assunzione, da parte dell’Assessore agli enti locali, di atti sostitutivi: la diffida prima e la nomina del commissario ad acta poi. Non si può modi
ficare tutta la normativa in atto prevista neU’ordinamento degli enti locali. La mo
difica proposta con Temendamento Paolone comporta necessariamente una modifica com-
Resoconti Parlamentari 615 Assemblea Regionale Siciliana
VII Legislatura C D X X III SED U TA 10 Febbraio 1976
plessiva di tutta quella che è l’attività sosti
tutiva che l’Assessore deve svolgere.
Per questi motivi la Commissione è con
traria, facendo presente che è già stato op
portunamente ampliato il testo dell’articolo perché è stato inserito un termine perentorio entro il quale deve essere convocato il con
siglio comunale.
PRESIDENTE. Per la verità nel testo del
la Commissione che i termini siano peren
tori non è specificato. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Signor Presidente, il Governo è contrario perché l’ordinamento degli enti locali con
tiene dei rimedi a cui si può ricorrere ove un’amministrazione comunale volesse perde
re tempo aU’infìnito. Comunque, la legge prevede più frequenti convocazioni dei con
sigli comunali e che i firmatari della mo
zione possono chiedere la convocazione di urgenza che deve avvenire entro i dieci giorni dalla richiesta.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il pri
mo emendamento aggiuntivo Paolone ed altri.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
[Non è approvato)
Si passa al secondo emendamento aggiun
tivo.
MANCUSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MANCUSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, brevemente, per dire che questo emendamento ritengo possa essere approvato.
Con esso proponiamo che, « decorso il ter
mine previsto dal comma precedente », l’As
sessore agli enti locali sia obbligato a con
vocare entro i successivi tre giorni il con
siglio comunale per discutere e deliberare sulla mozione.
Purtroppo avviene in tutti i consigli co
munali, specie quelli che non hanno grossa rilevanza, che le posizioni politiche si esa
sperano fino al punto che pur di non discu
tere una mozione di fiducia si rinvia, alle calende greche. I nostri emendamenti pre
sentati a questo articolo mirano, appimto, ad impedire queste situazioni e ad obbligare il sindaco oppure l’Assessore agli enti locali a convocare il consiglio comunale per discu
tere la mozione di sfiducia.
PRESIDENTE. Qual è il parere della Com
missione?
MESSINA. E’ contraria aH’emendamento.
PRESIDENTE. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emen
damento Paolone che inizia con le parole;
« Decorso il termine finale... ».
Chi è favorevole si alzi; chi è contrario resti seduto.
[Non è approvato)
Si passa al terzo emendamento aggiuntivo, Paolone ed altri.
CAVALLARO. Chiedo di illustrarlo.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CAVALLARO. Signor Presidente, poco fa ella faceva notare come i termini dell’arti
colo 20 non fossero perentori. Noi riteniamo che debba darsi una perentorietà a questo termine e che debbano essere previste delle sanzioni, altrimenti i sindaci non convoche
ranno i consigli comunali. Non solo. Ma nel momento in cui li convocheranno, sicura
mente, se non hanno raggiunto certi accordi, faranno mancare il numero legale. Per cui la norma dell’articolo 20 non avrà alcun effetto. Noi riteniamo che si debba inserire se non altro questo nostro terzo emenda
mento che dice che « qualora la seduta del consiglio, per discutere e deliberare la mo
zione di sfiducia non possa aver luogo per mancanza del numero legale, il sindaco e gir assessori decadono dalla carica».
D’altra parte chi può far mancare fi riu- mero legale è solo la maggioranza, è il sin
daco, sono gli assessori. Riteniamo sia giu
sto che si ponga una sanzione se non vo
gliamo votare delle norme senza alcun ef
fetto concreto.
Assemblea Regionale Siciliana
V II Legislatura C D X X m SE D U T A 10 Febbraio 1975
PRESIDENTE. Su questo emendamento, qual è il parere della Commissione?
CANGIATOSI, Presidente della Commis
sione. E’ contraria.
PRESIDENTE. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Contrario.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il terzo emendamento aggiuntivo, Paolone ed altri.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(Non è approvato) Pongo in votazione l’articolo 20.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(E’ approvato)
Comunico che è stato presentato, dagli onorevoli Cavallaro, Paolone, Cusimano e Grammatico, il seguente emendamento:
« Art. 20 bis. — A ll’articolo 199 della leg
ge regionale 15 marzo 1963, numero 16, è aggiunto il seguente comma: I consiglieri comunali ed i consiglieri del libero consor
zio hanno facoltà, senza recare pregiudizio al normale lavoro degli uffici, di prendere visione di tutte le deliberazioni adottate dal consiglio e dalla giunta e dei relativi atti ».
TRICOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRICOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’emendamento aggiuntivo, articolo 20 bis, è ritenuto dal gruppo del Movimento sociale italiano - Destra nazionale uno dei momenti più qualificanti della nostra batta
glia nella discussione di questo disegno di legge, perché riguarda la potestà ispettiva del consigliere comunale e del consigliere dei liberi consorzi. E’ veramente, secondo noi, una lacuna gravissima il fatto che nel
l’ordinamento degli enti locali della Regione siciliana non sia assolutamente tutelata né favorita l’attività ispettiva dei consiglieri co
munali e provinciali. La materia è discipli
nata soltanto dall’articolo 199 deH’Ordina- mento degli enti locali. Ma l’articolo 199
dà al consigliere comunale la stessa possi
bilità che ha ogni cittadino. Cioè, quella di potere richiedere, attraverso istanza in carta legale, copia delle varie delibere as
sunte dalla giunta provinciale o comunale 0 dal consiglio comunale 0 provinciale.
Ritengo che su questo punto sia neces
sario intervenire (e bisogna farlo in questo momento) per migliorare questo disegno di legge, che noi abbiamo criticato non sol
tanto per quanto riguarda gli aspetti gravi relativi al funzionamento delle Commissioni provinciali di controllo, ma per quanto ri
guarda le norme innovative che interessano 1 consigli comunali e provinciali. L’abbiamo criticato perché non ci sembra che quelle proposte in questa sede siano innovazioni di una certa importanza, capaci, cioè, di dare un nuovo volto ai consigli comunali e pro
vinciali. Non lo danno perché non si riesce ad inserire, dopo anni ed anni di battaglie svolte anche in queste assemblee, un arti
colo che dia al consigliere comunale e pro
vinciale la possibilità di svolgere la sua po
testà ispettiva.
Se ricordiamo o rileggiamo gli atti di que
sta Assemblea ci accorgiamo quante interro
gazioni, quante interpellanze, quante mozio
ni siano state presentate non soltanto dalla opposizione del Movimento sociale italiano - Destra nazionale ma anche dalle opposizioni di sinistra in questi anni; quanti strumenti parlamentari siano stati adottati per invo
care la possibilità che il consigliere comu
nale e provinciale abbia la facoltà di sin
dacare gli atti dell’amministrazione.
Anche a noi è capitato in questi ormai quasi cinque anni di attività legislativa e di mandato parlamentare di presentare di
verse interrogazioni e interpellanze per sol
lecitare l’Assessore agli enti locali a irrobu
stire la capacità ispettiva del consigliere co
munale. Sappiamo benissimo qual è spesso la sorte dei consiglieri comunali della mi
noranza, specialmente nei centri più remoti della Sicilia, laddove l’amministrazione co
munale viene considerata mancipio personale del sindaco o quantomeno di una ristretta consorteria, che ritengono di poter fare e disfare nel migliore dei modi secondo la loro convenienza, impedendo ai consiglieri comunali della minoranza di potere eserci
tare il loro mandato, impedendo l ’esame de
gli atti amministrativi, specialmente quelli
Resoconti Parlamentari — 617 — Assemblea Regionale Siciliana
VII Legislatura C D X X III SEDU TA 10 Febbraio 1976
che vengono assunti dalla giunta con i poteri del consiglio.
Noi in varie occasioni siamo intervenuti su questa materia; abbiamo più volte solle
citato l’Assessore agli enti locali affinché la figura del consigliere comunale fosse esal
tata maggiormente, più di quanto non av
venga attualmente. Il consigliere comunale oggi è in una condizione di assoluta infe
riorità, in quanto spesso gli viene impedito l’esercizio della funzione ispettiva. Cosicché per conoscere a volte i retroscena delle vi
cende amministrative dei diversi comuni del
l’Isola. si è costretti a fare ricorso alle Com
missioni provinciali di controllo. Oppure sia
mo noi costretti a presentare interrogazioni 0 interpellanze all’Assessore agli enti locali perché lo stesso costringa l ’amministrazione comunale a dare notizie sugli atti ammini
strativi a quei consiglieri che ne facciano richiesta.
E’ una questione che conosciamo molto bene, che abbiamo denunziato in molti casi.
Noi abbiamo un enorme cdhier des doléances da parte dei consiglieri comunali delle mi
noranze nei vari centri dell’Isola che si ri
volgono ai parlamentari perché conoscono i modi per potere esercitare la loro funzione ispettiva. E spesso ci troviamo di fronte ad un muro di omertà, di resistenza, da parte delle giunte comunali e provinciali.
Ora, questo avviene quanto più la mino
ranza è debole. Spesso accade in certi centri dell’Isola che un solo consigliere di opposi
zione, che cerca di svolgere la propria atti
vità ispettiva nell’ambito del comune, non è in grado di esercitare la funzione cui è stato delegato dal popolo perché il vigente Ordinamento degli enti locali non garantisce l’attività del consigliere stesso.
Ritengo, quindi, che l’emendamento in di
scussione sia un punto assolutamente qua
lificante della nostra battaglia politica; e sia
mo convinti che tutte le altre forze poli
tiche non possono non accogliere lo spirito deiremendamento stesso, che può anche es
sere modificato secondo quelle che possono essere le valutazioni di altri gruppi politici.
Noi vogliamo che intanto sia accettato il principio di conferire al consigliere comunale, attraverso un preciso articolo di legge, una esplicita possibilità di intervento ispettivo che vada al di là degli strumenti attual
mente in vigore (l’interrogazione, l’interpel
lanza, la mozione) e consenta al consigliere stesso di prendere visione dei vari atti (nel momento in cui diventano pubblici eviden
temente) e quindi anche quelli assunti dalla giunta.
Sappiamo benissimo che c’è un articolo deirOrdinamento degli enti locali, il 198, il quale afferma che gli atti amministrativi debbono essere ostensibili al pubblico. Sap
piamo benissimo che i vari atti deliberati dalla giunta debbono essere resi pubblici at
traverso l’affissione all’albo comunale nel primo giorno festivo utile dopo la delibe
razione. Ma sappiamo anche benissimo come spesso questa estensibilità non sia chiara;
sappiamo benissimo che certi albi concor
rono a rendere illeggibili gli atti ammini
strativi; sappiamo benissimo che spesso ci sono albi nei nostri comuni (e non soltanto nei piccoli ma anche nei grandi) che non rendono assolutamente facile la lettura di questi atti, sia perché l’albo è spesso rico
perto, non da un vetro che renderebbe facile la lettura ma da una retina così fitta che impedisce anche alla vista più acuta di per
cepire le varie parole; sappiamo benissimo che spesso questi atti (diciamo cose che abbiamo vissuto attraverso le nostre vecchie esperienze di consiglieri comunali e provin
ciali) vengono affissi molto in alto sicché nemmeno chi possiede un occhio di lince può riuscire a decifrarne i termini; sappia
mo benissimo che spesso di questi atti vie
ne pubblicato soltanto l’oggetto, e così via.
Sicché non è possibile al cittadino e nem
meno al consigliere comimale prendere co
noscenza attraverso questa via degli atti amministrativi.
Da ciò nasce la necessità di varare un nuovo articolo di legge da inserire nell’Or- dinamento degli enti locali (lo chiameremmo articolo 199 bis) che consenta, in modo chiaro ed esplicito, ai consiglieri comunali di svol
gere la loro attività ispettiva. Ripetiamo, noi con questo emendamento abbiamo voluto fis
sare il principio, e riteniamo che tutte le altre forze politiche non possano non esser d’accordo sul principio. Se si tratta di defi
nire i modi perché questo principio venga accolto nell’Ordinamento degli enti locali, sia
mo disposti a concordare un emendamento diverso.
PAOLONE. Chiedo di parlare.
Resoconti, f. 84 (500)
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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLONE. Onorevole Presidente, onore
voli colleglli, sappiamo che su questa ma
teria si può raggiungere un accordo e chie
diamo, quindi, che si sospenda eventualmente la seduta, magari per pochi minuti.
Riteniamo che il nostro emendamento pos
sa essere accolto perché consente ai consi
glieri comunali di prendere esatta conoscenza delle delibere delle giunte comunali e quin
di intervenire per ridurne, se possibile, gli eventuali effetti negativi.
PRESIDENTE. Comunico che è stato pre
sentato dalla Commissione il seguente emen
damento sostitutivo dell’emendamento arti
colo 20 bis:
« A ll’articolo 199 della legge regionale 15 marzo 1963, numero 16, è aggiunto il se
guente comma: I consiglieri comunali e i consiglieri del libero consorzio hanno facoltà, senza recare pregiudizio al normale lavoro degli uffici, e nei giorni e nelle ore che verranno stabiliti dai rispettivi consigli, di prendere visione di tutte le deliberazioni adottate dal consiglio e dalla giunta ».
PAOLONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLONE. Onorevole Cangialosi, dovrem
mo considerare che la giunta non adotta le delibere in un giorno fisso; a volte per la pubblicazione di una delibera si utilizza la domenica o una festività e rindomani. Do
vremmo prevedere un meccanismo che con
senta ai consiglieri comunali di prendere vi
sione delle delibere, stabilendo un giorno fisso, per esempio il sabato, perché vengano poi regolarmente pubblicate.
MANCUSO. Si potrebbe stabilire almeno un giorno la settimana.
CANGIALOSI, Presidente della Commis
sione. Ogni consiglio comunale deve almeno stabilire la data e le ore.
PAOLONE. Noi vediamo che c’è una di
sponibilità a trovare una linea di accordo su questo emendamento. Se questa disponi
bilità c’è, onorevole Cangialosi, bisogna con
siderare che è necessario prevedere la pos
sibilità di prendere visione non soltanto della delibera ma anche di tutti gli atti in base ai quali la delibera è stata assunta.
Quindi, signor Presidente, riassumendo, noi riteniamo necessario prevedere con una norma di legge che i consigli comunali fis
sino un giorno della settimana nel quale i consiglieri possano prendere visione delle de
libere assunte dalla gimita e degli atti rela
tivi.
TRICOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRICOLI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo atto della disponibilità della Commissione e di altre forze politiche di ac
cogliere il principio che noi abbiamo esposto, quello cioè di rafforzare la funzione ispet
tiva del consigliere comunale. Però mi pare che i modi secondo cui questo principio è stato tradotto nell’emendamento presentato dalla Coimnissione, siano molto sfumati, tali da togliere aU’emendamento quell’efficacia e quella chiarezza che noi riteniamo utili.
Insieme all’articolo 20 bis, abbiamo predi
sposto un articolo 20 ter, che riproduce esat
tamente un disegno di legge presentato nella scorsa legislatura dall’onorevole Corallo.
PRESIDENTE. Comunico che è stato pre
sentato dalla Commissione il seguente emen
damento:
alla fine dell’emendamento sostitutivo del
l’articolo 20 bis aggiungere le parole: « ed i relativi atti ».
Pongo in votazione l ’emendamento della Commissione sostitutivo delTemendamento articolo 20 bis.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione remendamento aggiun
tivo delle parole « ed i relativi atti ».
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(E’ approvato)
Comunico che è stato presentato, dagli ono-
I
Resoconti Parlamentari 619 Assemblea Regionale SicilianaVII Legislatura C D X X III SED U TA 10 Febbraio 1976
revoli Grammatico, Cavallaro, Paolone e Cu- simano, il seguente emendamento:
« Articolo 20 ter. — A ll’articolo 203 della legge regionale 15 marzo 1963, numero 16, le parole ” quattro anni ” sono sostituite con le parole ” cinque anni ” ».
CUSIMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Onorevole Presidente, ono
revoli colleglli, è un emendamento molto semplice: modifica la durata in carica degli amministratori prevista dall’articolo 203. Il primo comma dell’articolo 203 recita così:
« L’amministrazione consorziale dura in carica quattro anni, salvo che lo statuto non disponga altrimenti ».
Poiché è noto che gli enti locali — i con
sigli comunali, i liberi consorzi — durano in carica cinque anni, occorre portare questo termine a cinque anni.
PRESIDENTE. Qual è il parere della Commissione?
MESSINA. Onorevole Presidente, credo che la norma dell’articolo 203 vada bene;
non c’è motivo di modificarla. In definitiva l’articolo 203 rimanda ai consigli stessi la possibilità di stabilire una data anche diver
sa per quanto riguarda la scadenza. Si tratta di consorzi di interessi e quindi è rimessa ad essi la fissazione del termine di scadenza, infatti, l’articolo 203 pur fissando il termine di quattro anni prevede che lo statuto del consorzio possa stabilire un termine diverso, e Tuindi anche inferiore. La durata in defi
niti 'a è commisurata aU’obiettivo che il con
sorzi. di interessi intende raggiungere: può essere anche di sei mesi, di uno, due o anche fette anni. Lo stabilisce il consorzio sulla bai » degli interessi per cui si è con
sorziato.
CUSIMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. L’articolo 203, in analogia con quanto stabilisce l’ordinamento degli enti focali, parla di quattro anni, « salvo che lo
statuto non disponga altrimenti ». Pertanto, secondo noi, bisogna portare la durata a cin
que anni, rimanendo sempre salva la fa
coltà del consorzio di prevedere un termine diverso.
PRESIDENTE. Qual è il parere del Go
verno sull’emendamento?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Il Governo si rimette all’Assemblea. Ci sono dei motivi a favore e dei motivi contro. Si attiene all’autonomia degli enti locali la fa
coltà di costituire dei consorzi per soddisfare servizi o altri interessi particolari. E poiché sono i consorzi a stabilire il termine della loro stessa esistenza (che può essere di tre, di otto 0 anche di dieci anni), non è pregiu
dizievole la norma che indica la durata di quattro anni.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emen
damento Grammatico articolo 20 ter.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Il Governo si astiene.
(Non è approvato)
PRESIDENTE. Comunico che è stato pre
sentato, dagli onorevoli Ferrari, Tringali e Grammatico, il seguente emendamento:
« Articolo 20 quater. — Ai consiglieri co
munali e ai consiglieri dei liberi consorzi che ne fanno richiesta, vengono^ rilasciate le copie degli atti deliberativi in carta sem
plice ».
FERRARI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FERRARI. Onorevole Presidente, abbia
mo presentato questo emendamento perché si è verificato in passato che alcune cimmi- nistrazioni comunali, nel momento in cui qualche consigliere, soprattutto dell’opposi
zione, ha chiesto la copia degli atti delibe
rativi del consiglio o della giunta, hanno fatto presente che sia la richiesta, sia la copia dell’atto deliberativo deve essere ripor
tata su carta da bollo. Noi riteniamo che
Resoconti Parlamentari
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qualunque consigliere comunale, nell’eser
cizio delle proprie funzioni, nel momento in cui richiede copia di un atto che è stato og
getto e frutto di un deliberato di un qual
siasi consiglio comunale e comunque anche della Giunta, debba ottenerne il rilascio in carta semplice; non solo, ma che anche la domanda debba essere avanzata su carta esente da bollo.
PRESIDENTE. Qual è il parere della Com
missione su questo emendamento?
CANGIATOSI, Presidente della Commis
sione. E’ contraria.
FERRARI. Perché?
PRESIDENTE. Per la salvaguardia delle finanze regionali. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali. Il Governo è contrario perché ci troveremmo di fronte a dei cittadini privilegiati. E’ pro
prio una questione morale. Quando il consi
gliere fa una richiesta, nella qualità di cit
tadino, deve poter pagare gli stessi contri
buti che pagano tutti i cittadini.
GRILLO MORASSUTTI. Chiedo di par
lare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRILLO MORASSUTTI. Onorevole Presi
dente, onorevoli colleghi, non mi sembra che questo articolo aggiuntivo crei una categoria di cittadini privilegiati, in quanto svolgere una funzione di controllo — come fa il con
sigliere comunale — è un fatto che è pre
visto dallo stesso mandato che il consigliere riceve. E obbligare il consigliere a sborsare denaro per avere copia di una deliberazione che vuole controllare con calma, neU’inte- resse della cittadinanza, significa dissuadere questo tipo di azione che la Costituzione prevede che deve essere in ogni caso una azione libera e che, in tal maniera, verrebbe
— anche se parzialmente — coartata. Po
tremmo anche trovarci di fronte ad un con
sigliere che non ha la possibilità di spen
dere cinque o sei mila lire di carta bollata per ottenere il rilascio di una delibera molto lunga.
Del resto, onorevole Assessore, la legge prevede che il cittadino, che ne ha interesse, può avere la deliberazione in carta semplice.
E a me sembra che la particolare configura
zione dell’interesse che il consigliere ha di avere una deliberazione, sia un fatto ovvio e che noi non dovremmo far altro che co
dificare attraverso questa normativa.
Peraltro, considerata la possibilità data ai consiglieri di controllare la deliberazione, cosa costa aU’Amministrazione di rilasciare copia della stessa? E’ un non senso che ov
viamente andrà a discapito di quella fun
zione di controllo del consigliere che questa Assemblea, con la norma testé votata, ha valorizzato.
Quindi, onorevole Assessore, vorrei che ci fosse un ripensamento da parte del Governo e della Commissione in merito al voto su questo nostro articolo aggiuntivo.
TRICOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TRICOLI. Signor Presidente, molto bre
vemente per contestare la motivazione che l’Assessore ha dato al parere contrario del Governo su un emendamento che si inse
risce nella logica di rafforzare la funzione ispettiva del consigliere comunale.
In varie occasioni questa Assemblea ha varato leggi concernenti compensi al consi
gliere comunale per lo svolgimento della sua attività. L ’indennità di carica che cosa rap
presenta se non la possibilità di consentire al consigliere comunale anche meno abbiente di svolgere la sua attività senza subire per
dite dal punto di vista finanziario. Ora, non capisco perché un’Assemblea che legifera per riconoscere un’indennità al consigliere comu
nale, e non considera tale indennità come un privilegio rispetto al semplice cittadino, debba considerare invece come privilegio il fatto che il consigliere possa avere copia degli atti (del bilancio, per esempio, che e l’atto più importante) senza sopportare un onere ‘ fiscale.
Questa — come dire? — ratio dell’Asses
sore agli enti locali non riesco assolutamente a capirla se non come una remora che serva ad impedire al consigliere comunale di eser
citare il proprio mandato. Mi rivolgo, quindi, ancora una volta, alla sensibilità delia Com
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VII Legislatura C D X X in SEDU TA 10 Febbraio 1976
missione e del Governo perché venga accolto il principio che il consigliere comunale o quanto meno un rappresentante per ogni forza politica nell’ambito dei consigli comu
nali e provinciali, possa avere copia del bi
lancio e comunque di tutti gli atti importanti.
Se TAssemblea vuol favorire il mandato del consigliere comunale, penso che non possa non accogliere questo emendamento.
Se vuole bocciarlo, lo faccia, ma senza ad
durre a giustificazione dei motivi che sono assolutamente speciosi.
GRAMMATICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAMMATICO. Onorevole Presidente, ri
tengo che il problema di cui ci occupiamo sia molto importante, soprattutto se riferito alle deliberazioni del consiglio e della giunta se si tiene conto della considerazione svolta poc’anzi dall’onorevole Tricoli. Cioè, su ri
chiesta, almeno una copia di queste delibe
razioni (e non mi riferisco agli atti in gene
rale) venga concessa ad un rappresentante per ogni gruppo.
A mio giudizio sono valide tutte le consi
derazioni che sono state svolte. Si incontrano, cioè, molti ostacoli per ottenere copia di una delilDera. Né mi sembra sostenibile il prin
cipio che il consigliere comunale o provin
ciale debba essere messo sullo stesso piano del cittadino, anche perché, in termini di le
galità, è il rappresentante della cittadinanza.
V’è da dire poi che c ’è una contraddizione in termini: sostanzialmente, non approvando questo emendamento, neghiamo al consigliere che ha partecipato aH’elaborazione di una delibera, il diritto ad avere copia della deli
bera stessa. Non c’è dubbio, peraltro, che la richiesta viene fatta nel momento in cui la delibera si presta a delle osservazioni da portare, in sede di consiglio.
Ora, esigere la carta bollata, sia per la richiesta sia per il rilascio del documento, significa ostacolare al consigliere comunale e provinciale lo svolgimento del suo mandato.
Per queste considerazioni vorrei pregare lei, onorevole Presidente della Commissione, ma onche l’Assessore, che vedo molto distratto, occupato in altri problemi, di rivedere la
loro posizione. Noi stiamo cercando di crea
re le condizioni perché in assoluta libertà e senza ostacoli il consigliere comunale e pro
vinciale possa esercitare il proprio mandato come strumento di quella pratica democra
tica alla quale tutti ci rifacciamo istante per istante.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emen- damento Ferrari, articolo 20 quater.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
{Non è approvato)
GRAMMATICO. Prendiamo atto di questa posizione della maggioranza.
PRESIDENTE. Propongo che l’articolo 21, che a mio parere si ricollega all’articolo 3 già accantonato, venga accantonato.
Non sorgendo osservazioni, così rimane stabilito. Invito il deputato segretario a dare lettura dell’articolo 22.
GIUBIEATO, segretario ff.:
« Art. 22.
Le deliberazioni adottate dai consigli di amministrazione degli enti ospedalieiri sulle materie appresso indicate divengono esecu
tive se, nel termine di venti giorni dal ri
cevimento delle medesune, la Comnussione provinciale di controllo non ne abbia pro
nunciato, con provvedimento motivato, l’an
nullamento per vizi di legittimità e non ne abbia dato, entro il medesimo termine, co
municazione all’ente interessato.
Le deliberazioni diventano esecutive anche prima del decorso del termine suindicato, se la Commissione dà comunicazione di non aver riscontrato vizi di legittimità.
Le disposizioni di cui ai precedenti comrm si applicano alle deliberazioni concernenti le seguenti materie:
1) statuti e relative modifiche:
. 2) adempimenti previsti dal piano regio
nale ospedaliero;
3) regolamento organico del personale e relativa pianta organica disciplina del rap
porto di lavoro ai sensi dell’articolo 40, ul
timo comma, della legge statale 12 febbraio 1968, numero 132;
Resoconti Parlamentari
V II Legislatura C D X X III SE D U T A 10 Febbraio 1973
4) regolamenti relativi al servizio sani
tario interno ed esterno, al servizio ammi
nistrativo ed altri regolamenti sanitari;
5) bilancio preventivo e conto consun
tivo, destinazione di nuove 0 maggiori en
trate, storno di fondi da capitolo a capitolo;
6) tutti i concorsi e le assunzioni di per
sonale ed attribuzioni allo stesso di mansioni superiori o comunque diverse da quelle atti
nenti alla qualifica;
7) atti di gestione straordinaria concer
nenti immobili; alienazioni ed acquisti di immobili, di titoli del debito pubblico, di titoli di credito, di azioni industriali; acquisti di beni mobili di valore superore a lire 10 milioni;
8) accettazione di donazioni, eredità e legati;
9) nomina del tesoriere;
10) convenzioni attinenti all’attività del
l’ente;
11) contratti di locazione e conduzione di immobili di durata superiore a tre anni ».
PRESIDENTE. Comunico che sono stati presentati i seguenti emendamenti;
— dagli onorevoli Tricoli, Paolone, Cusi- mano e Cavallaro:
al numero 5 dell’articolo 22 aggiungere:
« I termini previsti dal primo comma del presente articolo per l ’esame dei bilanci sono
elevati a quaranta giorni »;
— dagli onorevoli Paolone, Tricoli, Cusi- mano e Cavallaro;
al numero 6 dell’articolo 22, dopo le pa-- role: « allo stesso » aggiungere: « di fun
zioni o »;
— dagli onorevoli Cusimano, Paolone, Tri- coli e Cavallaro:
al numero 6 aggiungere: « nonché pro
mozioni del personale »;
— dagli onorevoli Tricoli, Paolone, Cusi
mano e Cavallaro:
al numero 7 sopprimere la parola « straor
dinaria »;
— dagli onorevoli Cusimano, Tricoli, Ca
vallaro e Paolone;
al numero 7 dell’articolo 22 sostituire:
« lire 10 milioni » con: « lire 5 milioni »;
— dagli onorevoli Paolone, Tricoli, Cusi
mano e Cavallaro:
all’articolo 22 aggiungere il seguente comma:
« I verbali delle riunioni del Consiglio di anuuinistrazione sono approvati dallo stesso consiglio nella seduta successiva.
I componenti hanno diritto a fare annotare le opportune rettifiche »;
— dagli onorevoli Cusimano, Cavallaro, Tricoli e Paolone:
all’articolo 22 aggiungere il seguente comma:
« La mancata approvazione del bilancio entro il 30 dicembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce comporta la decadenza del consiglio di amministrazione »;
— dagli onorevoli Cusimano, Tricoli, Pao
lone e Cavallaro:
alla fine dell’articolo 22 aggiungere il seguente comma:
« Le deliberazioni indicate ai numeri 1, 3, 4, 5 e 10 sono sottoposte anche al con
trollo di merito ».
Iniziamo anzitutto l’esame dell’emenda
mento Tricoli aggiuntivo al numero 5.
CUSIMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Onorevole Presidente, ono
revoli colleghi, l’articolo 22 prevede che le deliberazioni adottate dai consigli di ammi
nistrazione degli enti ospedalieri diventano esecutive se nel termine di venti giorni dal ricevirfiento delle medesime la Commissione provinciale di controllo non ne ha pronun
ciato, con provvedimento motivato, Tannul- lamento. E poi prevede tutti i casi che sono sottoposti a questa normativa; Al punto 5 si dice: « bilancio preventivo, e conto con
suntivo, destinazione di nuove o maggio^
Resoconti Parlamentarì — 623 Assemblea Regionale Siciliana
VII LEGISLATURA C D X X III SEDU TA 10 Febbraio 1976
entrate, storno di fondi da capitolo a ca
pitolo ».
Non capisco esattamente cosa si voglia dire con queste ultime parole perché uno storno di fondi è chiaro che non può, non avvenire che da capitolo a capitolo. E non abbiamo presentato un emendamento sop
pressivo delle parole « da capitolo a capi
tolo » per non rendere ridicolo l’emenda- mento e soprattutto la conseguente vota
zione.
Mi riferisco invece al problema tempo.
Un bilancio preventivo e un conto consun
tivo può anche essere approvato entro venti giorni, ma mi sembra un termine molto risicato. Un bilancio preventivo va appro
fondito e un termine così breve non mi sembra opportuno.
Questo dimostra ancora una volta il nostro tentativo per migliorare la legge. Cioè, noi presentiamo solo emendamenti tendenti a migliorare, a nostro giudizio, la legge. Noi riteniamo che la Commissione di controllo debba essere messa nelle condizioni di do
vere, entro i quaranta giorni, esaminare il bilancio e quindi approvarlo. Generalmente cosa succede? Che nei venti giorni, siccome non c’è possibilità pratica di esaminare tutti gli atti, si fa la solita lettera interlocutoria che non serve a niente, che rinvia ma non porta all’approvazione o al rigetto del bilan
cio preventivo e del conto consuntivo.
Tenete presente che l’esame di merito del conto consuntivo è un po’ diflBcoltoso perché bisogna esaminare anche gli atti, cioè ricer
care il riscontro obiettivo tra le delibere e gli atti allegati al bilancio. Ecco perché noi prevediamo di elevare questo termine da venti a quaranta giorni. Entro venti giorni diffìcilmente una Commissione di controllo, oberata da tanti e da tanti lavori, può assol
vere a questo compito.
Mi affiderei poi alla Presidenza per la soppressione delle parole « da capìtolo a capitolo », perché mi sembra una dizione che non torna a prestigio di un legislatore.
PRESIDENTE. Qual è il parere della Com
missione sull’emendamento Tricoli aggiuntivo 3l numero 5?
Me s s i n a. E’ contraria.
PRESIDENTE. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Contrario.
PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole si alzi; chi è contrario resti seduto.
{Non è approvato)
Si passa alTemendamento Paolone al nu
mero 6:
dopo le parole: « ed attribuzioni allo stes
so », aggiungere le parole: « di funzioni o ».
CUSIMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CUSIMANO. Proponiamo questa aggiunta perché riteniamo che lo spirito del comma sia quello di includere funzioni e mansioni che sono termini tecnici che riguardano la sistemazione del personale in ordine a fun
zioni 0 mansioni svolte.
PRESIDENTE. Su questo emendamento qual è il parere della Commissione?
MESSINA. E’ favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
MURATORE, Assessore agli enti locali.
Favorevole.
PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole resti seduto; chi è con
trario si alzi.
(E’ approvato)
Si passa alTemendamento Cusimano al numero 6:
aggiungere alla fine: « nonché di pro
mozioni del personale ».
GRAMMATICO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GRAMMATICO. Onorevole Presidente, il comma indicato, al numero 6 dice; « tutti i concorsi e le assunzioni del personale e attri
buzioni allo stesso di mansioni superiori o