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Venerdì 14 dicembre 2012

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Academic year: 2022

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Venerdì 14 dicembre 2012 Indice

Province, maggioranza divisa ma la legge passa in commissione ... 2

Ieri primo incontro tra i segretari Costa, Medde, Ticca e il governatore Cappellacci ... 3

Ryanair, nuovi voli per il Nord Europa ... 4

Ryanair rilancia l'aeroporto di Cagliari ... 5

«Salvare le low cost»: sì della Camera ... 7

Vertenza Meridiana fly. L'azienda avvia le trattative con i sindacati ... 8

Meridiana: «O l’intesa o i licenziamenti» ... 9

Tirrenia lancia i biglietti a rate ... 10

Eurallumina, salvi gli assegni per gli operai ... 12

Eurallumina, firmata la cassa integrazione ... 12

Due aziende cinesi all'assalto dell'E.On ... 13

Cinesi a Fiume Santo. Soddisfatti Cappellacci e Zedda ... 13

Imprese Saipem Intermare in ritirata, lavori a rischio ... 14

L’Imu gela il mattone, prezzi in caduta ... 15

Piccole imprese APAN: il presidente è Enrico Devoto ... 17

Pos per imprese e professionisti ... 18

Cig, fondi insufficienti ... 19

Norme e incentivi a misura di startup ... 20

Fondi formazione, soluzione in arrivo ... 21

Banca dati sugli appalti, partenza dal 1° aprile ... 23

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L’Unione Sarda Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)

Province, maggioranza divisa ma la legge passa in commissione

Prima manca il numero legale, poi l'accordo: restano le 4 storiche

Il cammino delle riforme continua a rivelarsi stretto, nel Consiglio regionale sardo. Se quella sulle Province, pur contestata, è stata ieri licenziata dalla commissione Autonomia, sull'azzeramento dei Consigli di amministrazione in enti, società e agenzie controllate si è registrato un nuovo nulla di fatto. Quasi che i partiti non vogliano rassegnarsi ad allontanarsi da quelle poltrone di sottogoverno, in barba all'inequivocabile risultato del referendum celebrato nella primavera scorsa.

LA TENSIONE Nel primo pomeriggio Pdl e Riformatori hanno fatto mancare il numero legale sulla risoluzione azzera-Cda presentata dalle opposizioni e la seduta è stata rinviata, mentre la legge sulle Province è passata sul filo di lana: 6 voti a favore e 5 contro (quelli dell'opposizione più il consigliere del Pdl Renato Lai). Nonostante lo strappo interno alla maggioranza, il provvedimento è stato varato e ora approderà in Aula per il via libera definitivo. Plauso dai Riformatori: «Mentre lo scioglimento anticipato del Parlamento affossa la riforma per l'abolizione delle Province in Italia, grazie ai referendum votati il 6 maggio in Sardegna si va avanti - sottolineano Michele Cossa e Pierpaolo Vargiu - nonostante i mille mal di pancia e i centomila tentativi sotterranei di insabbiamento».

IL TESTO La riforma prevede di mantenere in vita 4 delle 8 Province attuali: quelle storiche di Cagliari, Nuoro, Sassari e Oristano, mentre il commissariamento scatterà dal 28 febbraio 2013. Si avranno enti snelli: niente Giunta, resteranno solo i Consigli con l'elezione del presidente da parte dei componenti l'assemblea, che a loro volta saranno eletti dai sindaci.

LA CRITICA DI DIANA «La maggioranza di centrodestra ha partorito un mostro e per giustificare i commissariamenti rinviano a non si capisce quando questioni importanti come la definizione delle competenze, delle risorse e il futuro dei dipendenti», ha detto il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Giampaolo Diana, «si tratta dell'ennesimo atto di irresponsabilità della maggioranza di centrodestra, che non risponde neppure al quesito referendario. Sarebbe stata l'occasione buona per mettere mano al riordino complessivo degli enti locali in Sardegna che oggi sono in forte difficoltà. Alcune Unioni di Comuni rischiano addirittura di bloccare il pagamento degli stipendi».

SEL NON CI STA «La maggioranza, peraltro divisa, ha dato il via libera al peggiore dei provvedimenti di riordino delle Province. Quello che il Consiglio delle autonomie ha integralmente bocciato»: così Luciano Uras, secondo il quale il provvedimento è contrario ai principi e alla normativa costituzionale vigente: «Ripropone quattro Province alle quali non affida alcun compito gestorio, dando origine a un arcaico sistema di enti di secondo grado capaci di soddisfare solo la voglia di poltrone delle burocrazie partitiche di turno».

IL CONTRATTACCO PDL «Avremmo dovuto discutere del disegno di legge sul personale dopo quello sulle Province, ma l'opposizione ha portato una risoluzione generica che non possiamo accettare - dice il capogruppo Pietro Pittalis - la legge sull'abolizione degli enti intermedi è stata approvata dalla prima commissione e non credo si possa parlare di spaccatura nella maggioranza per il semplice fatto che un solo esponente ha potuto esprimere, liberamente, la sua scelta. Questo è un argomento che vede il Pdl compatto e in prima linea e su cui ha cominciato a operare, subito dopo l'esito referendario, lo stesso presidente Cappellacci».

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L’Unione Sarda Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)

Ieri primo incontro tra i segretari Costa, Medde, Ticca e il governatore Cappellacci

Giunta-sindacati, sì al dialogo. Appello di Cgil, Cisl e Uil: «Ora infrangiamo il Patto di stabilità»

Nel mezzo i quattro scioperi del 2012. Ma il muro che da un anno separava Giunta e sindacati, è buttato giù. A colpi di dialogo e proposte. E obiettivi che collimano. Perché ieri Ugo Cappellacci è tornato a vedere i leader di Cgil, Cisl e Uil. «Un incontro positivo e costruttivo», racconta il presidente. Un'identica sensazione rimbalza dalle segreterie confederali. Ora si deve fare la Finanziaria, e le tre sigle suggeriscono di azzardare un passo: «Se è necessario, sforiamo il Patto di stabilità». Cappellacci deve prima sentire la sua Giunta. Risponderà tra una settimana, mettendo nero su bianco un programma su cui intessere la definitiva convergenza con le parti sociali.

BRUXELLES La chiama «istruttoria vera» Enzo Costa, numero uno della Cgil sarda: «Abbiamo convenuto - spiega - di chiedere all'Ue il riconoscimento dell'insularità». Non fosse altro che

«l'isolamento è il primo gap dell'Isola», osservano Giovanni Matta, responsabile Cisl delle Attività produttive, e Francesca Ticca, leader della Uil. Non solo: «Insularità - appuntano i tre - vuol dire nuove politiche di trasporto, aereo e marittimo, un settore che continua a precipitare in termini di servizi offerti». Costa ricorda: «È necessario concertare anche la riprogrammazione delle risorse Ue per il 2014-2020, le ultime alle quali possiamo aggrapparci».

L'OCCUPAZIONE Cappellacci allunga convinto il suo ramoscello d'ulivo, per poi passare al lavoro.

Fari riaccesi sul Piano straordinario di settore e sulle politiche attive per l'occupazione. «Altri due temi - sottolinea il presidente - che vanno individuati come obiettivi comuni». Del resto i numeri della Sardegna sono impietosi. L'esercito di chi non ha una busta paga, vale il 14,6 per cento della popolazione. Ma il dato sale al 40, se si considerano i giovani. Ancora: «Dall'ultima relazione Inps - rimarcano ancora Costa, Matta e la Ticca - risulta che nell'Isola 140 mila persone sopravvivono grazie agli ammortizzatori sociali». Si aggiungono i 25 mila che possono sfamarsi solo per via della cassa integrazione in deroga. «Ma sta per finire - è il monito di Costa - a Roma ci sono solo 32 milioni».

LA FINANZIARIA Una cosa è sicura: i sindacati vogliono la nuova manovra economica. «Per non mortificare ancora di più i sardi che stanno pagando il prezzo altissimo della crisi», rilancia Matta.

Ecco il doppio invito: «La Finanziaria va fatta per programmare e censire i reali bisogni della nostra Isola. Ma sul Patto di stabilità bisogna intervenire alla radice. Quindi, se sarà il caso, si può pensare di sforarlo». Cappellacci non ha dato risposte definitive. Ora ne parlerà con i suoi, ma entro una settimana metterà sul tavolo un canovaccio programmatico: «Confidiamo - assicura il presidente - di porre in essere pure quelle iniziative che possono trarre maggior forza e maggior efficacia proprio dal livello di coesione e condivisione che saremo in grado di raggiungere».

Insomma, tra sindacati e Giunta sta venendo fuori un gioco di squadra che, ovviamente, potrà mostrare la sua efficacia solo quando a Roma ci sarà un nuovo governo. «Al momento - ragionano dalle segreterie confederali - tutti insieme dobbiamo definire priorità, emergenze e percorsi su cui cominciare a lavorare». Vien da sé che margini per l'attesa non ce ne siano più: «Adesso servono unicamente risposte», chiariscono a Cappellacci i vertici di Cgil, Cisl e Uil.

Alessandra Carta

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La Nuova Sardegna Pagina 9 - Sardegna

Ryanair, nuovi voli per il Nord Europa

CAGLIARI Dal primo aprile 2013 Cagliari sarà collegata a Oslo, aeroporto di Rygge, e Kaunas in Lituania, città che, nel raggio di cento chilometri, raccolgono dai tre ai cinque milioni di abitanti, destinazioni che si aggiungono alle ripristinate rotte per Edimburgo e Dusseldorf, anche questi centri densamente popolati e con redditi pro capite molto elevati. Un altro flusso di traffico potenziale aperto da Ryanair il cui rappresentante per l’Italia, Matteo Papaluca, ieri in conferenza stampa all’aeroporto di Elmas, ha illustrato i nuovi record della compagnia irlandese: prima nel mondo per puntualità, 79 milioni di passeggeri messi in movimento, 2 miliardi di euro che i passeggeri europei (24 milioni) hanno risparmiato volando con la flotta più giovane del mondo.

Meraviglie attentamente ascoltate dall’assessore regionale al turismo Luigi Crisponi che ha documentato la necessità di «sante alleanze» con i privati per riportare i turisti in Sardegna. Dopo l’estate negativa 2012, «abbiamo bisogno di partner affidabili», ha detto, bene anche l’apertura di canali col nord Europa, «necessari al nostro turismo». Stamani Crisponi ad Alghero presenterà i risultati di uno studio sui viaggiatori low cost per intercettarne le preferenze. Crisponi non ha minimizzato il suo dissenso sulla guerra di fatto che il governo ha avviato contro i low cost, abbagliava per la sua assenza l’assessore regionale ai Trasporti, Christian Solinas, che non sembra aver fretta di dialogare con la compagnia se è vero che da agosto a oggi ancora non ha risposto alla ipotesi avanzata da Ryanair di aumentare i voli su Bologna, Trapani, Torino in regime di continuità territoriale. A proposito di affidabilità ieri è stato ricordato che due anni fa la stessa Regione sferrò un attacco contro Ryanair che alla fine rinunciò a qualche rotta su Cagliari. Il presidente della società di gestione Sogaer, Vincenzo Mareddu, ha sottolineato come le perdite di traffico sull’aeroporto di Cagliari siano state contenute al 2 per cento contro le enormi percentuali di altri scali, l’assessore alle Attività produttive del comune di Cagliari, Barbara Argiolas, ha annunciato l’impegno dell’amministrazione per fare del capoluogo una destinazione turistica interessante.

a.s.

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L’Unione Sarda Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)

Ryanair rilancia l'aeroporto di Cagliari

Nuove rotte da marzo ma la continuità è sempre in crisi. Nonostante l'aumento dei voli a basso costo passeggeri in calo del 2,7%

CAGLIARI. I problemi e i tagli alla continuità territoriale, oltre che danneggiare migliaia di sardi, hanno avuto ripercussioni anche sull'aeroporto di Cagliari. «Quest'anno siamo in contro tendenza con una flessione dei passeggeri del 2,7 per cento», spiega Vincenzo Mareddu, il presidente della Sogaer, la società che gestisce lo scalo “Mario Mameli”. I numeri in calo, legati al taglio delle rotte da parte di Meridiana e Alitalia, vengono in parte controbilanciati grazie ai voli low cost, come quelli Ryanair che hanno visto un incremento del 5 per cento di passeggeri e dell'8 per cento di rotte, a cui, a partire dal prossimo primo aprile si aggiungono anche quelle per Rygge, cittadina vicino alla capitale norvegese Oslo, e Kaunas in Lituania.

LE NUOVE TRATTE «I voli avranno doppia frequenza settimanale. Prevediamo di trasportare complessivamente circa 60.000 passeggeri nel primo anno di attività», specifica Matteo Papaluca, Marketing manager di Ryanair per l'Italia. Ieri, durante la presentazione al Business center dell'aeroporto, ha anche sottolineato che «per quanto riguarda la prossima stagione estiva Ryanair ha già annunciato altre due nuove rotte: Edimburgo e Norimberga». Per festeggiare l'iniziativa, Ryanair ha lanciato una promozione, valida fino alla mezzanotte di lunedì, che dà la possibilità di prenotare un volo di sola andata (partenza da lunedì a giovedì) in Europa, oltre che per Roma- Ciampino e Bari, a partire da 12 euro, tasse incluse.

Il presidente Mareddu è entusiasta e sottolinea due aspetti. Il primo «riguarda la conferma dei collegamenti Ryanair della scorsa stagione che consente di dare continuità al lavoro degli operatori turistici sardi». Dal 2007, quando è sbarcata a Cagliari, la compagnia aerea irlandese è cresciuta fino a operare su 26 rotte, sulle quali nell'anno che si sta concludendo ha fatto viaggiare oltre un milione e mezzo di passeggeri. Il secondo aspetto è la «reciproca fiducia commerciale» con il vettore irlandese, che permette di sviluppare contatti con nuove città. «Edimburgo», sottolinea infatti Mareddu, «ha un bacino di utenza di 3 milioni di persone ed è la seconda città britannica per reddito pro capite: 41 mila euro. Kaunas ha un bacino di 2 milioni di passeggeri e Rygge è la seconda città della Norvegia. Norimberga ha un'area vasta che comprende 3,5 milioni di persone».

Insomma, la speranza è che arrivino turisti con più ampie capacità di spesa rispetto a quelli di Rodi e Siviglia, le due tratte che sono state soppresse di recente.

LA POLEMICA Alla conferenza erano presenti anche l'assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi, e quello comunale delle Attività produttive, Barbara Argiolas. La loro presenza al Business center dell'aeroporto è stata l'occasione per riaccendere la polemica sulla continuità territoriale. Il primo ad accennare al problema è stato il manager Ryanair. «Meridiana fa delle false affermazioni quando parla di aiuti di Stato in nostro favore», ha affermato Papaluca, che poi ha anche sottolineato che «Ryanair ha fatto una proposta ad agosto all'assessorato regionale dei Trasporti non chiedendo sussidi ma con l'intenzione di aumentare le rotte includendo Bologna, Trapani, Palermo e Torino ma non ci hanno ancora risposto». L'assessore del Turismo, incalzato dai giornalisti, ha replicato: «Io mi chiamo Crisponi, non Solinas», facendo polemicamente riferimento al suo collega dei Trasporti, titolare della cosiddetta “cabina di regia” per la continuità.

Crisponi ha colto la palla al balzo per un affondo sul governo, che «sta mettendo i bastoni “tra le ali” dei voli low cost». Il riferimento è alla volontà di tassare le compagnie aeree straniere che hanno basi in Italia. Come Ryanair, per l'appunto. Su questo punto Papaluca ha ribadito: «Noi rispettiamo la normativa europea». Ma in materia di fiscalità la competenza rimane ai singoli Stati,

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per cui è facile immaginare che, con un giro di vite fiscale, si aprirà una stagione di ricorsi alla magistratura.

Rientrando nell'ambito che gli è proprio, Crisponi ha ricordato come il mercato turistico sardo sia sempre più caratterizzato dai voli low cost e che, per questo motivo, Ryanair «è un partner affidabile». Anche per l'assessore comunale alle Attività produttive Barbara Argiolas questo segmento «è strategico per Cagliari città turistica». Soprattutto in vista delle nuove rotte per il Nord Europa, «dove si trovano gli unici paesi con un Pil in crescita». Per questo il Comune «sta lavorando per migliorare l'accoglienza».

Mario Gottardi

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L’Unione Sarda Cronaca Regionale (Pagina 5 - Edizione CA)

«Salvare le low cost»: sì della Camera

Approvato l'ordine del giorno proposto dal deputato Pdl Mauro Pili: vigileremo sul Governo Passa la linea del deputato sardo Mauro Pili per rilanciare le compagnie a basso costo. «Le low cost sono un patrimonio straordinario per l'Italia, per l'occupazione e lo sviluppo del turismo e dell'intera economia del Paese», commenta il parlamentare del Pdl. «Nessun atto ostile deve essere compiuto verso queste compagnie che hanno consentito di trasportare oltre 40 milioni di passeggeri in un anno, tre milioni solo in Sardegna».

IL REGIME FISCALE Con il decreto crescita, il Governo ha messo sotto lo stesso regime fiscale tutte le compagnie, low cost e tradizionali. Ma Pili non ha dubbi: «L'Italia si deve adeguare all'imposizione fiscale più bassa in Europa, proprio perché le low cost sono uno strumento in grado di generare e moltiplicare le opportunità di crescita». Pili ha presentato un ordine del giorno sul decreto crescita per salvaguardare il settore e «sventare l'agguato messo in atto dal Governo proprio per affondare le compagnie a basso costo».

L'INDIRIZZO L'ordine del giorno, a prima firma Pili, è stato sottoscritto anche dai parlamentari di Bergamo, l'ex ministro Gelmini e Fontana, dal presidente della Provincia di Frosinone Iannarilli, e dai deputati della Lega nord. «Un asse trasversale che ha indotto il Governo ad accettare l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e un'estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia», aggiunge Pili.

«NO A MONOPOLI» «L'approvazione da parte della Camera dell'ordine del giorno», spiega il deputato, «costituisce un chiaro atto di indirizzo che condiziona pesantemente l'azione del Governo sulla materia più delicata del trasporto aereo. Non si possono creare monopoli o riserve indiane», sostiene Pili, «a scapito della concorrenza. Per questo motivo, vigileremo con grande attenzione perché il Governo attui il chiaro indirizzo parlamentare».

I NUMERI Secondo i dati di traffico 2011, pubblicati dall'Enac, i passeggeri transitati lo scorso anno in Italia sono stati complessivamente 47.946.210 di cui, dice Pili, «Alitalia Gruppo Cai 25.896.582 passeggeri, Ryanair 22.114.392, EasyJet 10.526.297 e Meridiana 4.323.926. È evidente», puntualizza il deputato sardo, «che le low cost trasportano più della metà dei passeggeri che transitano in Italia. Questi dati costituiscono la conferma di un'analisi ormai consolidata: il cliente è cliente del vettore low cost più che della destinazione. Oggi, infatti, si sceglie una data meta perché esiste un biglietto vantaggioso».

LE OPPORTUNITÀ «Questa decisione della Camera», conclude Pili, «consente di promuovere una straordinaria opportunità di sviluppo del turismo italiano, ma anche un'assoluta necessità per l'Italia di potenziare i voli low cost e per crescere nell'incoming dall'estero». Secondo le previsioni dell'Association of European Airlines, «nel 2020 i vettori a basso costo arriveranno a detenere, nel Vecchio Continente, una quota che dovrebbe attestarsi attorno al 45 per cento».

Lanfranco Olivieri

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L’Unione Sarda Economia (Pagina 17 - Edizione CA)

Vertenza Meridiana fly. L'azienda avvia le trattative con i sindacati

Tempi stretti per assicurare la cassa integrazione piena ai lavoratori Meridiana fly. Dopo la decisione ratificata dal consiglio di amministrazione della compagnia di estendere gli ammortizzatori sociali a 1.450 persone (lasciando a terra altri 10 aerei), ieri a Roma si è tenuto un primo incontro tra i vertici dell'azienda e i rappresentanti sindacali per stabilire il calendario degli incontri. L'obiettivo è quello di trovare un accordo su come concedere i nuovi ammortizzatori sociali entro l'anno.

IL RISCHIO Dal 1° gennaio, infatti, entrerà in vigore la riforma Fornero e sarà quindi cancellato il fondo aereo che integra sino all'80% la retribuzione garantita dall'Inps ai lavoratori del settore in cassa integrazione. Piloti e assistenti di volo, però, temono di perdere il contributo (e quindi in media i due terzi del sussidio) anche se l'accordo venisse firmato entro il 2012. La legge, infatti, parlerebbe soltanto di una cancellazione del fondo a partire dal 2013, per i vecchi e nuovi accordi, quindi. «Ci vedremo con l'azienda la settimana prossima», precisa Marco Veneziani, segretario nazionale della Uilt, «ma di sicuro non firmeremo nulla senza l'approvazione dei lavoratori». Dopo la recente sentenza del tribunale di Tempio che ha dato ragione agli assistenti di volo che non riconoscevano l'accordo tra sindacati e azienda del 2009, oggi le sigle vogliono la certezza che le intese vengano rispettate. «Dopo l'apertura della procedura di mobilità, discuteremo su come assegnare la cassa integrazione, ma prima di firmare davanti al Ministero», aggiunge Veneziani,

«sottoporremo l'accordo tra noi e il management ai lavoratori con un referendum». L'esito sembra tuttavia scontato visto che l'alternativa all'intesa sarebbe la chiusura della compagnia.

PROPOSTA «La situazione è davvero grave», dice Francesco Staccioli dell'Usb. «La soluzione più semplice sarebbe quella di estendere la cassa integrazione già aperta due anni fa». La discussione proseguirà la settimana prossima, e si vedrà se tutte le sigle saranno compatte. Ieri, infatti, non hanno partecipato all'incontro i rappresentanti di Fit Cisl e Filt Cgil, sembra per protesta.

Nei giorni scorsi i sindacati avrebbero scritto in una lettera di non reputare credibile l'attuale management. La Cgil, nonostante la firma dell'ultimo accordo sul contratto (contestato da molte altre sigle), afferma che l'azienda non è affidabile perché non rispetterebbe l'intesa.

Annalisa Bernardini

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La Nuova Sardegna Pagina 9 - Sardegna

Meridiana: «O l’intesa o i licenziamenti»

Presentato ai sindacati il piano d’emergenza: se non accetteranno la Cig, subito i tagli. A rischio anche 150 amministrativi

OLBIA Di soldi ce ne sono pochi, di tempo anche meno. L’ennesimo allarme rosso in casa Meridiana fly prospetta uno scenario nero. Per il futuro dei lavoratori e per quello della compagnia.

Ieri l’azienda ha illustrato un po’ più nel dettaglio il piano d’emergenza ai sindacati. Non a tutti, perché alcuni erano assenti per via di un difetto di comunicazione. Un problema nel problema perché l’accordo sui tagli - 10 aerei dismessi, cassa integrazione per 1450 dipendenti, il 70% della forza lavoro - deve essere siglato entro il 31 dicembre prossimo. Pena far scattare la legge Fornero che prosciuga il fondo per gli ammortizzatori sociali. O, peggio ancora, aprire la porta al licenziamento di 650 dipendenti. È un rebus di difficile soluzione. Partiamo dai soldi. Meridiana fly è a secco. Il cda dell’altro ieri ha convocato l’assemblea degli azionisti, chiamati a deliberare sulle perdite che - ecco la novità - hanno eroso il capitale di oltre un terzo (articolo 2446 del codice civile). Non solo: come si legge nell’ultima informativa della compagnia, l’indebitamente finanziario è schizzato a 136,2 milioni al 31 ottobre 2012 contro i 119,5 del mese precedente. Tutto questo si somma al buco di 56 milioni prodotto nei primi nove mesi di quest’anno. I dirigenti (Gentile era assente) hanno fatto capire ai sindacati che la società intende restare attiva fino al 2015, anno in cui dovrebbe esserci l’equilibrio finanziario. È probabile che serviranno altri soldi, però. Il cda si è limitato a dire che approfondirà la finanziabilità del nuovo piano. La cassa integrazione potrebbe non bastare, anche se è imponente. Meridiana fly vuole estenderla a 1450 dipendenti, riducendo ad appena 685 i lavoratori in servizio. Quelli che dovranno far viaggiare 26 aerei, non più 36. Addio al lungo raggio, pochi voli in Italia, focus concentrato sulla Sardegna, la possibile ancora di salvataggio. Ma anche sull’Isola, che non vedrà toccati i propri voli, si abbatteranno effetti dannosi:

contrariamente a quanto finora detto, in cassa andranno anche i dipendenti amministrativi. C’è anche il numero: 150 dipendenti della palazzina. L’unica certezza è che la procedura di crisi andrà affrontata e risolta in fretta. A disposizione ci sono 18 giorni (feste incluse) per stringere l’intesa sulla cassa con i sindacati e vederla approvata dal Governo senza che scattino i tagli della legge Fornero. Il cammino non è cominciato nel migliore dei modi. Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto di poters spostare di un giorno il vertice di ieri a Roma. Non è andata così, e alla fine la Uil si è presentata insieme all’Usb e alle organizzazioni dei piloti. I dirigenti sono stati chiari su un punto: o c’è l’accordo o l’azienda, senza cassa, dovrà avviare la mobilità. Ovvero, il maxi licenziamento di 650 dipendenti (gli altri 850, già in cassa integrazione con l’accordo del 2011, resterebbero protetti). Perché i 10 aerei messi a terra non torneranno più nella flotta, e Meridiana fly, per sopravvivere, tornerà alle dimensioni della vecchia Alisarda. Oggi a Roma ci sarà un altro incontro, presenti anche Cgil e Cisl. Comincia il conto alla rovescia.

Guido Piga

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L’Unione Sarda Economia (Pagina 17 - Edizione CA)

Tirrenia lancia i biglietti a rate

Dilazione a tasso zero e nuovi accordi con gli albergatori sardi. L'ad Morace firma una convenzione per formare studenti cagliaritani: «Presto assumeremo»

La nuova Tirrenia vuole dimenticare il passato. Non solo per quanto riguarda il servizio marittimo («su 1.384 partenze da luglio a oggi abbiamo avuto problemi solo in tre viaggi», precisa subito l'amministratore delegato della compagnia Ettore Morace) ma anche per il personale. «I dipendenti della società hanno un'età media avanzata e dobbiamo pensare al futuro», spiega l'ad. Come? Per esempio, formando gli studenti sardi e preparandoli per avventurarsi nel mondo del trasporto marittimo. È questa la ragione della firma del protocollo d'intesa siglato tra Tirrenia e l'Ufficio scolastico regionale (rappresentato dal direttore Enrico Tocco) ieri mattina a Cagliari a bordo del traghetto Bonaria. I primi stage per la formazione degli studenti sono previsti già a febbraio e permetteranno ai ragazzi di conoscere da vicino flotta, equipaggi, tecnologie e attività della compagnia.

Questa, tuttavia, non è l'unica novità che Morace ha annunciato ieri, «a partire da Pasqua, per incrementare i passeggeri».

Entriamo nello specifico.

«Intanto, tutte le iniziative della compagnia saranno condivise sul sito Tirrenia.it e sarà avviata una campagna anche sui social network».

Un po' poco per dimostrare che oggi la Tirrenia non ha niente a che fare con il passato.

«Questo è solo l'inizio. Stiamo per firmare una convenzione con un gruppo bancario per fare in modo che i nostri clienti possano finanziare la loro vacanza con un pagamento a rate a tasso zero.

Un sostegno importante per le famiglie. E poi dal 20 dicembre arriverà una nuova nave sulle tratte tra Cagliari e Napoli (due volte alla settimana), Palermo e Trapani (una corsa settimanale)».

Sarà la Moby Tommy?

«Assolutamente no. Era una delle opzioni, ma l'abbiamo scartata dopo la gara. Sarà la Dimonios, utilizzata la scorsa estate dalla Saremar. Il proprietario Visentini ce la noleggerà a un prezzo inferiore a quello che avremmo pagato se avessimo deciso di comprarla. E dopo 5 anni possiamo anche vantare un'opzione d'acquisto».

Il noleggio dei traghetti da Grimaldi, ex socio di Compagnia italiana di navigazione, ha sollevato non poche polemiche.

«Ma non ne comprendo la ragione. I rilievi dell'Antitrust Ue riguardavano il socio Aponte e non Grimaldi, uscito dalla compagnie sociale. Abbiamo fatto un bando e scelto le navi migliori che potevamo trovare sul mercato e al prezzo migliore».

I traghetti sono nuovi ma il traffico ancora piuttosto basso. D'altronde i prezzi sono alti.

«Le nostre tariffe, sia per i passeggeri che per le merci, sono quelle stabilite dalla convenzione dello Stato che ci impone le regole per la continuità territoriale. E le tariffe sono ferme al 2004.

Tirrenia, da luglio a oggi, ha aumentato il traffico del 10% nonostante Saremar».

Vuol dire che Saremar non ha portato via passeggeri a voi e agli altri armatori?

«Saremar ha dimostrato solo che non si poteva andare in pareggio con quelle tariffe e oggi si vedono i risultati».

Però i trasportatori sardi si lamentano ancora delle tariffe merci e anche del fatto che spesso non trovano posto.

«Le tariffe, ripeto, sono quelle indicate dal ministero. Anzi, sulla Livorno-Cagliari, i prezzi sono più bassi di quelli della convenzione. Nel Nord Sardegna non sempre si trova posto perché le navi che

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operano sulla rotta Porto Torres-Genova, Bithia e Janas, trasportano molti passeggeri e 800 metri lineari per i camion, a differenza di Bonaria e Amsicora, che invece hanno mille metri lineari e meno posti. Ecco perché dal 10 gennaio e fino a Pasqua, le due navi di Porto Torres saranno spostate sulla Cagliari-Civitavecchia e viceversa».

Ma rivedremo le promozioni degli anni scorsi, per esempio con l'auto a un euro?

«Credo di no. Quei tempi sono finiti e hanno drogato il mercato. Oggi una tonnellata di carburante costa 600 euro, allora non andava oltre i 160. Però stiamo firmando delle convenzioni con gli albergatori per garantire pacchetti turistici a prezzi favorevoli e allungare la stagione, agevolando i flussi dai mercati del Nord Europa, dove non si va in vacanza solo in agosto. Stiamo anche rinegoziando tutti i contratti della compagnia e chiuderemo in pareggio il 2012 per andare in utile nel 2013. Lo ribadisco: questa è la nuova Tirrenia».

Giuseppe Deiana

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L’Unione Sarda Sulcis Iglesiente (Pagina 31 - Edizione PC)

Eurallumina, salvi gli assegni per gli operai

Portovesme. È stata firmato ieri a Cagliari, all'assessorato regionale al Lavoro, il rinnovo della cassa integrazione per i 308 dipendenti dell'Eurallumina. Non si tratta più di cassa integrazione in deroga ma straordinaria, cioè per ristrutturazione aziendale, in virtù del protocollo firmato il 22 novembre per il rilancio della fabbrica: l'azienda ora potrà anticipare i soldi ai lavoratori mensilmente.

«È un passo importante - commenta Nino D'Orso, segretario Femca Cisl - col quale si è evitata la decurtazione degli assegni a cui i lavoratori sarebbero andati incontro in caso di nuova deroga.

Ora si continua a lavorare per concretizzare il rilancio della fabbrica».

Sarebbe pronto anche il disegno di legge regionale per la partecipazione della Sfirs alla New Co.

«La vertenza sarà conclusa quando tutti i lavoratori torneranno in fabbrica - sottolineano dalla Rsu Antonello Pirotto e Gianmarco Mocci - sarebbe importante che si trovasse una soluzione per il bacino dei fanghi rossi».

a. pa.

La Nuova Sardegna Pagina 23 - Ed_Cagliari

Eurallumina, firmata la cassa integrazione

PORTOVESME. È stata firmata ieri mattina all’assessorato regionale del Lavoro, la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori dell’ Eurallumina di Portovesme. L’accordo viene considerato dai sindacati «importante per la vertenza»; un vero e proprio passo in avanti verso la riapertura della fabbrica di alluminio, chiusa ormai da tre an ni e per la quale manifestano da tempo i lavoratori . «Con questa firma – ha spiegato Nino D’Orso, segretario provinciale della Femca-Cisl – i lavoratori, invece della terza deroga potranno ora avere la cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale. Che tradotto significa nessuna ulteriore decurtazione dello stipendio e anticipazioni a carico dell’azienda. In un periodo come questo non è poco davvero». Per i lavoratori si tratta di

«un primo risultato dell’accordo – ha sottolineato Gian Marco Mocci, delegato Rsu-Cgil – un passo avanti di un cammino che deve essere ancora compiuto». Resta da sciogliere, infatti, il nodo del bacino dei fanghi rossi e quello dei finanziamenti per la costituzione della New Co per la costruzione della centrale per l’energia. «L’atto di ieri mattina all’assessorato al lavor è stato possibile solo perchè si è passati per l’accordo del 22 novembre scorso – ha concluso Antonello Pirotto, delegato Rsu-Cisl – certo è che adesso si deve andare avanti con gli altri atti che dovranno portare alla risoluzione completa della nostra vertenza».

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L’Unione Sarda Provincia di Sassari (Pagina 29 - Edizione OL)

Due aziende cinesi all'assalto dell'E.On

P. Torres. Due aziende cinesi, la Shenzen Energy Group e la China Energy Holding, sono interessate all'acquisto della termocentrale E.On di Fiume Santo. Una formale proposta di subentro alla multinazionale tedesca nella proprietà dell'impianto è stata formalizzata nei giorni scorsi. La notizia è stata ufficializzata dalla Regione con una nota del suo ufficio stampa. Il presidente Ugo Cappellacci e l'assessore all'Industria Alessandra Zedda hanno manifestato tutta la loro soddisfazione per l'attenzione delle aziende cinesi al nostro territorio: «Fiume Santo è un'infrastruttura energetica fondamentale. Abbiamo offerto la nostra collaborazione istituzionale alla Shenzen Energy Group e alla China Energy Holding costituendo un gruppo di lavoro tecnico per sostenere l'iniziativa imprenditoriale». I dirigenti dei due gruppi erano stati ricevuti il 7 novembre scorso a Villa Devoto. In quell'occasione era stata effettuata una ricognizione delle necessità energetiche dell'isola e dell'opportunità di investimenti asiatici nell'isola. Fiume Santo era stato il primo obiettivo di cui i vertici delle due società avevano parlato. La Regione è pressata soprattutto dalle organizzazioni sindacali che non perdonano a E.On di avere disatteso gli impegni assunti a suo tempo proprio per investire nell'innovazione della centrale. I tedeschi avevano sottoscritto un protocollo in cui manifestavano l'intendimento di portare a compimento il progetto, già previsto da Endesa, per eliminare i due gruppi più vecchi a olio combustibile sostituendoli con un quinto gruppo a carbone. Poi la rinuncia e i primi problemi occupazionali. Ora E.On non può più tergiversare.

La Nuova Sardegna Pagina 8 - Sardegna

Cinesi a Fiume Santo. Soddisfatti Cappellacci e Zedda

CAGLIARI Viva soddisfazione è stata espressa dal presidente della Regione, Ugo Cappellacci, e dall’assessore dell’industria, Alessandra Zedda, per l’interesse manifestato formalmente a E.On e all’amministrazione regionale dai gruppi cinesi, Shenzhen Energy Group e China Environmental Energy Holdings, per la realizzazione della centrale termica di Fiume Santo. «Si tratta di un’infrastruttura energetica fondamentale – hanno osservato – per lo sviluppo economico della nostra isola. Come d’accordo con la holding cinese, la Regione ha offerto la propria collaborazione istituzionale e ha costituito un gruppo di lavoro tecnico che supporterà l’iniziativa».

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L’Unione Sarda Provincia Ogliastra (Pagina 31 - Edizione NU)

Imprese Saipem Intermare in ritirata, lavori a rischio

TORTOLÌ. Inquietanti segnali di crisi scuotono la Saipem Intermare sotto Natale. A Milano le inchieste giudiziarie hanno portato all'azzeramento dei vertici societari. Ad Arbatax alcune imprese d'appalto che lavorano per la fabbrica metalmeccanica più importante dell'isola stanno ritirando uomini e mezzi nel momento del massimo sforzo per il completamento di 7 moduli della raffineria petrolifera destinata al Suriname, ex Guyana Olandese. Poche settimane fa il consiglio di fabbrica aveva presidiato i cancelli per denunciare il ricorso selvaggio allo straordinario. Non è ancora chiaro se tra le vicende di San Donato Milanese e quella di Arbatax ci sia una correlazione. Resta il fatto che il conto alla rovescia per il varo dei primi 7 moduli (su un totale di 24) è già slittato da fine dicembre al 15 gennaio, termine ultimo per la consegna dei manufatti al committente, pena il pagamento di forti penali. Il mercato dell'off shore petrolifero è impietoso con i ritardatari.

GLI APPALTI Le imprese d'appalto che lavorano al progetto Suriname sono 14, per un totale di 700 addetti «Nel meccanismo dell'appalto unificato adottato dalla Saipem - accusa Giovanni Olianas delegato della Cgil per il settore industria e servizi a rete - va ricercato il principale responsabile della situazione di difficoltà attraversata dall'Intermare». Gli appalti alle imprese, solo in parte sono ogliastrine, sono stati affidati dalla Saipem alla società Sices con sede a Porto Torres. I forti ribassi applicati in gara, sommati alla debolezza strutturale di alcune imprese d'appalto, avrebbero determinato il corto circuito che ha portato allo stato attuale. «La risultante - insiste Olianas - è il ricorso selvaggio alle ore di straordinario. Con quello che consegue anche sul piano della sicurezza. Ma, a quanto pare, è servito a poco. Ci auguriamo che le difficoltà vengano superate e che i lavori possano essere consegnati puntualmente». Se ne saprà di più martedì prossimo quando i sindacati incontreranno ad Arbatax il direttore Saipem Vincenzo Giangravè e il capo del personale Maurizio Brivio.

Nino Melis

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La Nuova Sardegna Pagina 3 - Attualita

L’Imu gela il mattone, prezzi in caduta

Proprietari spaventati, corsa alle vendite ma pochi acquisti. Gli immobiliaristi: colpo di grazia in una situazione già critica

SASSARI Sboom da Imu. Case ancora più sottocosto rispetto ai prezzi di qualche mese fa. Ma gli acquisti restano pochi. E i mutui crollano del 41-42%. Con conseguenze immediate: vendite in calo dappertutto, perfino nei punti più pregiati delle coste. «L’ultima rata dell’Imu sta dando il colpo di grazia al mercato sardo: la gente fa due conti e comincia a pensare che investire nel mattone non sia più conveniente», lanciano l’allarme proprietari, agenti immobiliari, operatori turistici e addetti all’edilizia, settore che mese dopo mese non cessa di perdere forza- lavoro. È un coro di preoccupazioni, proteste, denunce. Tra mille tensioni. Molti avvisi ai naviganti, in queste acque tempestose, li aveva già trasmessi Tecnocasa con i suoi rapporti semestrali. Ora a manifestare timori sono parecchi altri. Dice Giovanni Ninniri, past president regionale della Fiaip: «Eravamo già allo stremo perché l’Imu aveva inciso. Ma quest’imposta non è che la goccia capace di far traboccare il vaso di una situazione resa difficilissima dal calo del 10-20% dei canoni d’affitto, spese di manutenzioni alle stelle, altre uscite ordinarie e straordinarie». «Alle solite considerazioni se ne aggiungono due non meno rilevanti – prosegue il rappresentante della Federazione degli agenti immobiliari professionali – La prima è che non esiste più una certezza nelle imposte: le aliquote Imu iniziali hanno raggiunto una certa entità, le successive sono cambiate e in genere aumentate, quindi sono parecchi a domandarsi che cosa succederà nei prossimi anni senza però trovare risposte sicure. Nel frattempo persino gli uffici tecnici comunali faticano ad aiutare i privati con i conteggi per via di ostacoli interpretativi». «La seconda argomentazione – incalza – è che, a causa della crisi internazionale che non accenna a mitigarsi, non è più detto che la casa un domani mantenga o aumenti il proprio valore». Ovunque nell’isola si assiste così al paradosso di migliaia di potenziali acquirenti che non comprano perché non ce la fanno con i risparmi messi da parte o perché le banche non li aiutano abbastanza. E, allo stesso tempo, si scorgono centinaia di venditori virtuali, in genere molto restii ad abbassare comunque i prezzi, che invece non riescono a piazzare i loro beni sul mercato neppure tra gli investitori istituzionali o tra i pochi che continuano ad avere importanti riserve e cercano l’”affare”. In questi mesi vanno deserte, dopo tutti i ribassi consentiti, perfino tante aste giudiziarie. E alla fine a comprare sono soltanto società satellite degli istituti di credito. «E se a tutto questo si aggiunge che con la fine dell’anno, oltre alle tasse, vanno pagati i ratei periodici di mutui e prestiti, il clima da strisciante economia bellica si apprezza in tutta la sua gravità», si affannano a spiegare altri analisti. A ben vedere, è un giro quasi perverso di demotivazioni, oneri e disincentivi. «Ma in realtà i cali nel numero delle compravendite e la diminuzione dei prezzi dipendono in parte dall’Imu – sostiene Maurizio Matera, della Kronos di Sassari – A voler cedere le case, spesso seconde residenze, sono persone che hanno bisogno di soldi per mandare fuori i figli a studiare, che non vogliono più sostenere costi di manutenzione, che hanno problemi di salute o che semplicemente vogliono investire altrove. Così oggi il fenomeno interessa più i privati che i costruttori, dato che poi proprio gli impresari sono quelli più pronti ad abbassare i prezzi». «Il discorso di fondo è tuttavia un altro – conclude l’immobiliarista – Molti in Sardegna non hanno ancora capito che non stiamo solo attraversando un periodo difficile: siamo di fronte a una nuova era finanziaria».

Pierluigi Monceri (Banca di Credito Sardo) «Incertezze e pressioni fiscali comprimono anche il turismo»

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«In questa fase la pressione fiscale comprime anche i fatturati dell’industria delle vacanze». In un mondo finanziario che guarda con attenzione ai cambiamenti il direttore generale della Banca di credito sardo si dice convinto che l’Imu stia provocando più di un contraccolpo. E come lui la pensano naturalmente molti esponenti delle altre più importanti banche che operano nell’isola, in queste settimane di fine dicembre alle prese con le difficoltà di quasi tutti i loro clienti: privati, imprenditori, rappresentanti di società. A cominciare dai proprietari di hotel, residence, B&B, ristoranti. «Tra le operazioni di mutuo per la prima casa riscontriamo una maggiore frequenza di compravendite tra privati, mentre è ridotto in misura significativa quello con le imprese di costruzioni, anche come operazioni di accollo», sostiene Monceri. «Quest’incremento di offerta d’immobili dal lato privato è certamente dovuto a un mutato atteggiamento volto a realizzare, monetizzando, la parte di patrimonio non direttamente utilizzato dai proprietari – afferma con cognizione di causa il dirigente dell’istituto di credito – C’è in sostanza un interesse che si modifica e il fenomeno appare riscontrabile anche nella significativa riduzione del numero di finanziamenti per l'acquisto di seconde residenze». «Per quest’ultima tipologia resistono, sebbene non siano numerose, le operazioni d’importo rilevante per acquisti di lusso nelle località di pregio», osserva ancora Monceri. Per rilevare poi come, su questo attegiamento che si modifica, «influiscano certamente molteplici fattori». «Come – puntualizza – il generale clima di incertezza». «Ma senza dubbio la maggiore pressione fiscale sui beni immobiliari non contribuisce a favorirne la domanda, mentre per quanto riguarda le strutture ricettive è diminuita la domanda di finanziamenti per investimenti – è la conclusione del direttore generale della Banca di credito sardo – Il settore turistico, nell'ultimo biennio, ha infatti segnato un calo dei fatturati e l'Imu andrà a intaccare la marginalità reddituale già oggi in forte riduzione»

Pier Giorgio Pinna

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L’Unione Sarda Cronaca di Nuoro (Pagina 23 - Edizione NU)

Piccole imprese APAN: il presidente è Enrico Devoto

Cariche rinnovate

È Enrico Devoto è il nuovo presidente dell'Apan Sardegna, l'Associazione piccole e medie aziende che rappresenta centinaia di imprese in tutto il territorio regionale. Devoto, rappresentante di una famiglia e un'azienda che ha fatto la storia dell'imprenditoria nuorese, è stato eletto nei giorni scorsi insieme al nuovo direttivo. «La spina dorsale della nostra economia è costituita dalle piccole aziende, quasi tutte a conduzione familiare. Stiamo attraversando un periodo difficile e faremo di tutto per essere sempre più efficienti per assistere i nostri associati - ha dichiarato Devoto - è essenziale un dialogo costruttivo con tutte le istituzioni. Ci batteremo perché il lavoro delle aziende non venga appesantito da aggravi burocratici, finanziari, fiscali».

GLI ELETTI Del direttivo fanno parte Marco Rubiu della Irei di Villagrande, Mauro Zoncheddu dell'Immobiliare Sarda di Olbia, Andrea Attene della Attene Costruzioni di Nuoro, Luca Mereu della Me.De.As. di Santa Maria Navarrese, Gian Franco Sanna della S.E.M. di Nuoro, Gianni Ledda della Sigma Sistemi di Nuoro, Luca Demurtas della Efesto di Nuoro, Antonio Mele della Spiga d'oro di Orosei e Gian Franco Seddone, direttore dell'Apan Nuoro. Durante l'assemblea è stato ricordato il primo presidente dell'Apan, Michele Ciusa «tenace e accomodante, accettava il dialogo col privilegio di saper ascoltare e riuscire ad adottare, sempre, la giusta e più equilibrata delle decisioni» ha detto il direttore dell'Apan Gian Franco Seddone.

I PREMIATI Queste le aziende premiate: Michele Ciusa (Nuoro), Marco Rubiu (Irei Di G.M. Rubiu

& C. Villagrande), Graziano Seddone (S.G.P Nuoro), Giuseppe Carta (Marmi e Graniti San Teodoro), Gian Franco Goddi (Ghoddy Service Center, Nuoro), Ciriaco Onnis (Onnis S.n.c.

Nuoro), Domenico Pittorra (Pittorra Trasporti Nuoro), Me.De.As. (Santa Maria Navarrese), Pietro Angius (Nuova Angius & Concu Sorgono), Enrico Devoto (Enrico Fu G. Devoto Nuoro) 3 Mario Vincenzo Gardu (Auto Demolizioni Nuoro).

f. le.

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Italia Oggi DIRITTO E FISCO - pag. 26

Pos per imprese e professionisti

DECRETO CRESCITA/La camera converte in legge il dl 179/2012. Tutte le novità Pagamenti elettronici in ogni impresa e attività di servizi

Chiunque venda prodotti e presti servizi, anche professionali, dovrà obbligatoriamente dotarsi di strumenti elettronici di pagamento. Di più: i pagamenti elettronici, per esempio per l'acquisto di ticket per i mezzi pubblici, potranno essere effettuati tramite tablet e smartphone.

E anche le pubbliche amministrazioni saranno obbligate ad accettare pagamenti in formato elettronico e dovranno pubblicare sui loro siti internet i rispettivi codici Iban. Sono solo alcune delle innovazioni contenute nel decreto crescita 2.0 (n. 179/2012), ieri definitivamente convertito in legge dalla camera dei deputati. Il provvedimento, tra le altre cose, liberalizza l'accesso universale a internet, mette in rete gli edifici scolastici, prevede uno sgravio di imposta per gli editori di opere digitali, introduce il fascicolo sanitario elettronico e servizi sanitari online per il cittadino.

Internet scuole. Con la legge in questione è stato disposto che per garantire il regolare svolgimento del servizio scolastico in ambienti adeguati e sicuri, il ministro dell'istruzione, d'intesa con la Conferenza unificata, definirà appositi piani triennali e i relativi finanziamenti. Ma un dato è già certo: per i nuovi edifici scolastici gli enti locali responsabili dovranno includere l'infrastruttura di rete internet tra le opere edilizie necessarie.

Credito di imposta per il digitale. Sarà riconosciuto un credito d'imposta del 25% dei costi sostenuti, nel rispetto dei limiti della regola de minimis, alle imprese che sviluppano piattaforme telematiche per la distribuzione, la vendita e il noleggio di opere dell'ingegno digitali.

L'agevolazione si applicherà per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015, nel limite di spesa di 5 milioni di euro annui e fino a esaurimento delle risorse disponibili.

Carta dei diritti. È riconosciuta l'importanza del superamento del divario digitale, in particolare nelle aree depresse del paese, per la libera diffusione della conoscenza fra la cittadinanza. Per superare il deficit deve essere assicurato l'accesso pieno e aperto alle fonti di informazione e agli strumenti di produzione del sapere. A tal fine, lo stato ha deciso di promuovere una «Carta dei diritti», nella quale sono definiti i princìpi e i criteri volti a garantire l'accesso universale della cittadinanza alla rete internet senza alcuna discriminazione o forma di censura.

Domicilio digitale. A decorrere dal 1° gennaio 2013, le amministrazioni pubbliche e i gestori o esercenti di pubblici servizi comunicano con il cittadino esclusivamente tramite il domicilio digitale dallo stesso dichiarato e senza oneri di spedizione a suo carico. Ogni altra forma di comunicazione non può produrre effetti pregiudizievoli per il destinatario. L'utilizzo di differenti modalità di comunicazione rientra tra i parametri di valutazione della performance dei dirigenti.

Pec delle imprese. Nuovo rinvio per le imprese individuali attive e non soggette a procedura concorsuale. Le stesse, infatti, sono tenute a depositare, presso l'ufficio del registro delle imprese, il proprio indirizzo di posta elettronica certificata entro il 30 giugno 2013. L'ufficio del registro delle imprese che riceve una domanda di iscrizione che non ha iscritto il proprio indirizzo di posta elettronica certificata, anziché sanzionare l'impresa, com'è previsto attualmente, sospende la domanda fino a integrazione della stessa con l'indirizzo di posta elettronica certificata e comunque per 45 giorni; trascorso tale periodo, la domanda si intende non presentata.

La rubrica delle Pec. L'accesso all'Ini-Pec (Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (Ini-Pec) delle imprese e dei professionisti, tenuto dal ministero per lo sviluppo

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economico è consentito non solo a p.a., professionisti e imprese, ma anche ai gestori o esercenti di pubblici servizi ed a tutti i cittadini tramite sito web e senza necessità di autenticazione.

Biglietto con il cellulare. Tenuto conto del carattere di pubblica utilità del servizio e al fine di assicurarne la massima diffusione, le aziende di trasporto dovranno consentire l'utilizzo della bigliettazione elettronica attraverso strumenti di pagamento in mobilità, anche attraverso l'addebito diretto su credito tramite qualsiasi dispositivo di telecomunicazione. Il titolo digitale del biglietto è consegnato sul dispositivo di comunicazione.

Luigi Chiarello e Marilisa Bombi

Italia Oggi DIRITTO E FISCO - pag. 26

Cig, fondi insufficienti

Troppo scarse le risorse destinate agli ammortizzatori sociali. La denuncia è della Cgil (che ha per questo organizzato un presidio nazionale per lunedì prossimo a Roma, nel giorno in cui la legge di stabilità approderà nell'aula del senato), secondo cui i fondi al momento previsti sono assolutamente insufficienti e, secondo una proiezione fondata sulla spesa per la cassa in deroga nel 2012, basteranno «a coprire soltanto i primi mesi dell'anno». Secondo uno studio del sindacato di Corso d'Italia sul ricorso alla cassa integrazione in deroga emerge che da inizio anno a fine novembre si sono registrate 330 milioni di ore di cassa in deroga per un totale di lavoratori coinvolti a zero ore pari a oltre 170 mila persone. Il tutto per una spesa stimata per l'intero 2012 pari a 2 miliardi di euro. Per questi motivi la Cgil denuncia che il miliardo messo in campo per il 2013

«rischia di non garantire le coperture necessarie» a quei 170 mila lavoratori mediamente coinvolti nei processi di cassa in deroga. Nel dettaglio dello studio, frutto di rielaborazioni di dati forniti dall'Inps, si osserva che nei primi 11 mesi dell'anno gli interventi in deroga sono stati pari a 327,9 milioni di ore per una crescita, sullo stesso periodo dello scorso anno, pari al +9,2% (quando il totale di ore sugli 11 mesi era pari a 298,6 milioni di ore). I settori maggiormente investiti dalla Cig sono il commercio per un monte ore, sempre per il periodo gennaio-novembre, pari a 123.444.134 e per 64.294 mila lavoratori coinvolti (calcolando il 50% del tempo lavorabile globale). A seguire il settore della meccanica per 66.260.096 ore e 34.510 lavoratori investiti. Per quanto riguarda le regioni, invece, la Cgil rileva che le prime tre maggiormente esposte con la cassa in deroga sono la Lombardia, seguita dall'Emilia-Romagna e dal Veneto.

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Il Sole-24 Ore Primo piano - Pag. 13

Norme e incentivi a misura di startup

Semplificazioni già operative Via agli incubatori certificati e stop per i primi 4 anni alle procedure fallimentari Per gli sgravi fiscali servirà un Dm dell'Economia

Ottocento secondo il Censis, qualche migliaio se si allarga lo sguardo alle numerose Start Cup regionali, business competition accademiche e non. Da oggi le startup che ogni anno nascono nel nostro Paese hanno una legge tutta per loro. Per la prima volta, nell'ordinamento italiano viene introdotta la definizione di impresa innovativa (startup) e sono stabilite agevolazioni fiscali e semplificazioni che toccano tutte le fasi del ciclo di vita di una startup, dalla nascita alla fase di sviluppo, fino alla sua eventuale chiusura. Quello delle startup è stato il capitolo del decreto sviluppo bis più chiacchierato, in rete e non solo. A sollevare perplessità la definizione di startup ritoccata e migliorata nel suo passaggio parlamentare in modo da essere più inclusiva. Apprezzata la scelta dell'autocertificazione per startup e incubatori, una scelta antiburocratica e di trasparenza, le misure per incentivare la raccolta di capitale, una disciplina speciale per i rapporti di lavoro. Più in generale è stato però salutato positivamente un impianto legislativo che ha voluto capire, prima che regolare un mercato emergente come quello dei nuovi imprenditori innovatori.

Cosa si intende per startup

Gli emendamenti approvati hanno esteso il perimetro delle nuove aziende che possono essere ammesse ad agevolazioni e semplificazioni. In base al testo approvato con startup si intende una società di capitali che opera principalmente in Italia, non quotata, costituita da non più di quattro anni e che registra un valore della produzione inferiore ai 5 milioni di euro. La maggioranza del capitale deve essere detenuta da persone fisiche (almeno per due anni) e deve avere come oggetto sociale prevalente (e non esclusivo) lo sviluppo di prodotti innovativi. Per essere considerate startup devono inoltre avere almeno uno di questi requisiti: destinare almeno il 20%

(prima era il 30%) delle spese in ricerca e sviluppo; impiegare almeno per un terzo della forza lavoro ricercatori, dottori o dottorandi; essere titolari, licenziatari di un brevetto (o quantomeno aver presentato domanda di registrazione).

Le novità

Viene introdotta la categoria degli incubatori certificati, società di capitali italiane che sono in grado di offrire servizi qualificati alle startup innovative. Si potranno pagare i fornitori e dipendenti con le stock option, per i primi quattro anni di vita le startup sono escluse dall'applicazione delle procedure fallimentari. Sul fronte dell'accesso al credito di imposta per startup e acceleratori è prevista una corsia preferenziale in caso di nuove assunzioni di profili altamente qualificati. Regole ad hoc anche sul fronte di assunzioni e fisco: alle startup innovative il bonus fiscale (35%, con un limite massimo pari a 200mila euro annui per impresa) «è concesso in via prioritaria rispetto alle altre imprese».

I tempi dell'attuazione

Le agevolazioni burocratiche partono da subito (l'esonero dalle spese per l'iscrizione al registro delle imprese). Mentre le detrazioni fiscali Irpef pari al 19% per il 2013, 2014 e 2015 avranno bisogno di un decreto attuativo a 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Le conseguenze sul mercato

L'impatto della legge sul sistema delle startup è ancora tutto da verificare a partire dai registri delle Camere di Commercio chiamati a raccogliere le iscrizioni online. Startup Business, portale dedicato a questo ecosistema, ha provato a spegnere facili entusiasmi espressi in rete affermando che un terzo delle startup già esistenti attualmente non rientrerebbe nella nuova definizione.

Positiva la reazione degli investitori e dei capital venture che in questi mesi hanno seguito passo a passo l'iter in Parlamento anche se però la loro attenzione è rivolta all'introduzione di misure a favore del fondo dei fondi. Meno interessati gli startup pari già attivi. Le richieste da mesi a questa parte sono più che altro per misure volte a rendere il mercato italiano competitivo. Tradotto:

agevolazioni Iva, incentivi al commercio elettronico e misure per accogliere talenti e professionisti da tutto il mondo.

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Il Sole-24 Ore Primo piano - Pag. 15

Fondi formazione, soluzione in arrivo

Recuperato il decreto «salva-infrazioni» - Per i precari della Pa proroga al 31 luglio 2013 ROMA Dote aggiuntiva per la Cig in deroga senza attingere dai fondi interprofessionali Inps per la formazione. A proporre due ipotesi alternative di copertura per gli oltre 800 milioni in più da garantire nel 2013 agli ammortizzatori è stato ieri il Governo. Due opzioni che sono state sottoposte ai tecnici del Tesoro e alla commissione Bilancio del Senato, dove è proseguito fino a tarda sera l'esame della legge di stabilità, a partire dagli emendamenti presentati. Nel variegato puzzle delle proposte di modifica si sono aggiunge altre tessere attraverso due correttivi del Governo: il recupero del decreto salva-infrazioni, con i Monti bond (si veda articolo a pagina 14) e i congedi parentali anche su base oraria; il sostanziale salvataggio dell'Agenzia per i beni confiscati alla mafia, con paletti precisi sull'utilizzo del personale e la possibilità per i tribunali di affidare l'oggetto dei sequestri in «custodia giudiziale agli organi di polizia giudiziaria».

Una terza tessera già ieri sera era considerata quasi sicura, ovvero l'assorbimento nella "stabilità"

di un ristretto pacchetto di proroghe di termini, compresa quella (al 31 luglio 2013) per il salvataggio dei precari della Pa. Previste deroghe mirate al blocco del turn over negli uffici pubblici (anche per il comparto sicurezza) e il prolungamento degli incarichi per i giudici onorari, i vice- procuratori onorari e i giudici di pace con il mandato in scadenza fino al varo della riforma organica della magistratura e comunque non oltre il 31 dicembre 2013. Slittamenti di termini anche sul fronte del Coni.

Ma l'emendamento abbozzato ieri dall'Esecutivo, che in tarda serata non risultava ancora depositato in commissione, potrebbe "ingrossarsi". Dal primo elenco, ad esempio, manca la proroga degli sfratti che scadono il 31 dicembre di quest'anno e mettono a rischio circa 250mila famiglie.

Confermato l'emendamento del governo su Tobin tax, pacchetto assicurazioni e tetto di 4.500 euro nel 2013 per il bollo sui titoli (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Soprattutto sulla Tobin tax per tutta la giornata di ieri non sono però mancate le fibrillazioni e non veniva considerato del tutto escluso il via libera a qualche sub-emendamento.

Una lunga partita, insomma. Così come quelle giocate sul terreno di Comuni e Province e sul versante del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. In quest'ultimo caso fino a tarda sera si è cercata di mettere nero su bianco una copertura alternativa a quella dei fondi interprofessionali Inps, duramente criticata dalle imprese, ma anche da sindacati e una parte del Pd. Non a caso sempre ieri sera il salvataggio dei fondi per la formazione veniva considerato quasi sicuro.

Sulle Province si è lavorato per tutto il giorno a una doppia ipotesi: proroga di un anno del termine fissato dal "Salva Italia" per il trasferimento delle funzioni ai Comuni oppure sospensione di tutti gli effetti di questa misura. Complessa la partita anche sull'Imu. Alla fine l'accordo è stato trovato garantendo agli enti locali tutto il gettito dell'Imu sulle abitazioni in cambio dell'azzeramento del fondo di riequilibrio. Fino ai ieri l'obiettivo era di inserire questa misura in un pacchetto che comprendesse anche l'allentamento del patto di stabilità interno e la Tares.

Anche altri nodi ancora in sospeso stanno per essere sciolti. I relatori, Giovanni Legnini (Pd) e Paolo Tancredi (Pdl), hanno lavorato ad alcuni emendamenti su ricerca, tassazione delle pensioni di guerra e sicurezza. Il Governo poi dovrebbe raddoppiare l'attuale dote di 200 milioni in favore dei malati di Sla.

Quanto all'Agenzia per i beni confiscati alla mafia, a illustrare l'emendamento in Commissione è stato il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri in persona. Dopo il parere negativo del Tesoro alla richiesta di prorogare di un anno le disposizioni che consentivano l'impiego di personale proveniente da altre amministrazioni e di stipulare contratti a tempo determinato la struttura ha corso il rischio di rimanere "congelata". Ma con il correttivo presentato ieri arrivano misure ad hoc per rafforzare l'organico dell'Agenzia. Viene poi stabilito che i proventi dei beni sequestrati affluiscano «al Fondo unico Giustizia per essere versati nell'apposito capitolo di entrata del bilancio dello Stato» che alimenta il Fondo per le vittime delle estorsioni. I beni mobili sequestrati alla

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mafia, anche iscritti in pubblici registri, possono inoltre «essere affidati dal tribunale in custodia giudiziale agli organi di polizia giudiziaria» per «l'impiego delle attività istituzionali», oppure possono essere affidati all'Agenzia per i beni confiscati, o agli enti territoriali, «per finalità di giustizia, di protezione civile o di tutela ambientale».

Le modifiche alla stabilità SALVA-INFRAZIONI Dl recepito con modifiche

Un emendamento del Governo depositato ieri fa confluire nella stabilità il Dl salva-infrazioni Ue approvato la settimana scorsa dal Cdm. Con una modifica sui Monti-bond: lo slittamento al 1°

marzo 2013 del termine entro cui Mps può emettere e vendere queste obbligazioni al Tesoro MILLEPROROGHE

Resta il rebus sugli sfratti

Il Ddl stabilità spalanca le sue porte al tradizionale decreto milleproroghe di fine anno. Al suo interno è contenuta la proroga al 31 luglio 2013 per i contratti dei precari nella Pa. Ancora in cerca di soluzione invece il rebus sfratti che interessa circa 250mila famiglie

MAFIA

Vendibili i beni sequestrati

Un emendamento del ministro Anna Maria Cancellieri autorizza la vendita dei beni dei mafiosi sequestrati (e non ancora definitivamente confiscati) se essi sono deperibili, nonché l'utilizzo dei beni mobili, come le vetture, da parte della polizia e degli enti territoriali

AMMORTIZZATORI

Salvi i fondi interprofessionali

Si avvicina la soluzione per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga. il Governo sarebbe infatti vicino a trovare una copertura alternativa rispetto all'utilizzo dei fonti interprofessionali sulla formazione paventata nei giorni scorsi

Marco Mobili Marco Rogari

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Il Sole-24 Ore Primo piano - Pag. 29

Banca dati sugli appalti, partenza dal 1° aprile

Pubblica amministrazione. Sperimentazione da gennaio

Parte il conto alla rovescia per l'avvio della banca dati appalti gestita dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici. L'obbligo per le stazioni appaltanti di servirsi del portale battezzato «Avcpass»

per la verifica dei requisiti di costruttori, progettisti e fornitori di beni e servizi scatterà il primo aprile 2013 e sarà limitato alle gare di importo superiore a un milione di euro.

Dal primo gennaio il sistema partirà in forma sperimentale. Lo slittamento di tre mesi rispetto al termine previsto dal Dlgs 163/2006 (articolo 6-bis) servirà per permettere a enti e imprese di prendere confidenza con la nuova procedura di gestione delle gare, evitando di mandare in tilt il mercato. Una volta diventato operativo il servizio costituirà una vera e propria rivoluzione per il settore degli appalti, in cui operano circa 40mila amministrazioni, con oltre 1,2 milioni di gare bandite ogni anno.

Lo scopo di Avcpass è di dare alle amministrazioni la possibilità di verificare in via telematica e in un colpo solo tutti i requisiti di chi parteciperà alle gare: dalla regolarità contributiva (Inarcassa, Inail) alla documentazione antimafia (ministero dell'Interno), dalla certificazione di qualità (Accredia) a quella di regolartà fiscale rilasciata dall'Agenzia delle Entrate.

Perché tutto ciò si tramuti in realtà bisognerà però attendere ancora. Per ora la possibilità di accesso diretto ai dati telematici da parte dell'Autorità funziona solo con Inarcassa, in tutti gli altri casi sarà comunque l'Autorità a "mediare" tre le Pa, verificando la sussistenza dei requisiti e dandone comunicazione, ancora in forma cartacea, agli enti interessati.

Lo schema di delibera con le indicazioni operative per stazioni appaltanti e imprese è stato posta ieri in consultazione. Associazioni e amministrazioni coinvolti nell'operazione avranno a disposizione pochissimo tempo per far pervenire le proprie valutazioni utilizzando il modulo scaricabile dal sito dell'Autorità. Il termine ultimo scade lunedì 17 dicembre. Poi, dopo aver incassato il parere del Garante della privacy sulla gestione dei dati sensibili forniti dalle imprese Via Ripetta darà l'ok definitivo al documento.

Confermate le anticipazioni pubblicate sull'ultimo numero del settimanale Edilizia e Territorio. Dopo la fase sperimentale il sistema diventerà obbligatorio per i bandi al di sopra di un milione dal primo aprile 2013. Nel terzo trimestre il sistema diventerà vincolante i bandi oltre 150mila euro. Infine da ottobre non ci saranno sconti: il servizio sarà obbligatorio per tutti i bandi da 40mila euro in su, pena la nullità della gara.

Mauro Salerno

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