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4. The birth of a new sustainability label: “Filiera Solidale PEFC –VAIA 2018 – Insieme si può”

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Nell’attuale scenario economico e sociale si è affermata l’esigenza di orientare i sistemi di produzione e gli stili di consumo verso nuovi modelli virtuosi di gestione in cui l’inno-vazione, la qualità e la sostenibilità rappresentano elementi fondanti per la creazione di strategie sapienti e lungimiranti capaci di creare un valore “sostenibile” per tutti gli attori della “rete della vita”.

Tale sfida rappresenta un tema ampiamente dibattuto nell’ambito delle Scienze Merceo-logiche e, in particolare, durante il XXIX Congresso Nazionale di Scienze MerceoMerceo-logiche dove sono stati coniugati contributi teorici con esperienze pratiche in un’ottica di valoriz-zazione delle conoscenze.

Il congresso ha rappresentato un’occasione di confronto, di condivisione e di approfon-dimento di percorsi di sviluppo su tematiche fortemente focalizzate sui seguenti aspetti:

• Industria 4.0, analizzata attraverso i binomi di innovazione e imprenditorialità, innovazione, start-up e spin-off, tecnologia e innovazione gestionale, ricerca e trasferimento tecnologico; • Qualità 4.0, intesa come qualità di sistema e di prodotto e sistemi di gestione per la qualità; • Sostenibilità e Corporate Social Responsability, che prende in esame l’analisi del ciclo di

vita, i sistemi di gestione per l’ambiente, i metodi e gli strumenti di ecologia industriale, fino al concetto di economia circolare.

Benedetta Esposito è borsista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Aziendali Management and Innovation Systems dell’Università degli Studi di Salerno e cultore della materia in Scienze Merceologiche. I suoi interessi di ricerca sono nell'ambito della Corpo-rate Social Responsibility e della Circular Economy nel settore agroalimentare.

Ornella Malandrino, professore ordinario di Scienze Merceologiche, Direttrice dell’Osservatorio Interdipartimentale per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità del-l’Università degli Studi di Salerno e Delegata del Rettore all’Orientamento. La sua attività scientifica si focalizza prevalentemente sulla CSR e sulla relazione tra i vari sistemi e stru-menti di gestione delle differenti dimensioni della qualità.

Maria Rosaria Sessa, PhD in Management & Information Technology e docente a contratto dell'insegnamento di Gestione Controllo della Qualità dei Servizi Turistici presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli Studi di Salerno.

I suoi principali interessi di ricerca sono: sviluppo di sistemi di gestione della qualità e dell'ambiente, responsabilità sociale delle imprese, strumenti di valutazione ambientale e certificazione delle competenze.

Daniela Sica, PhD in Scienze Merceologiche e docente a contratto di Gestione Con-trollo della Qualità dei Servizi Turistici presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Ma-nagement & Innovation Systems dell’Università degli Studi di Salerno. I principali interessi di ricerca sono rivolti alla sostenibilità dei processi produttivi, al Quality Management Sy-stems e alla CSR.

Le scienze merceologiche

nell’era 4.0

a cura di

Benedetta Esposito, Ornella Malandrino,

Maria Rosaria Sessa, Daniela Sica

XXIX CONGRESSO NAZIONALE DI

SCIENZE MERCEOLOGICHE 2

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2

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Atti del Convegno

Salerno

13-14 Febbraio 2020

(2)

Il presente volume è pubblicato in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access

(http://bit.ly/francoangeli-oa).

FrancoAngeli Open Access è la piattaforma per pubblicare articoli e mono-grafie, rispettando gli standard etici e qualitativi e la messa a disposizione dei contenuti ad accesso aperto. Oltre a garantire il deposito nei maggiori archivi e repository internazionali OA, la sua integrazione con tutto il ricco catalogo di riviste e collane FrancoAngeli massimizza la visibilità, favorisce facilità di ricerca per l’utente e possibilità di impatto per l’autore.

Per saperne di più:

http://www.francoangeli.it/come_pubblicare/pubblicare_19.asp

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Le scienze merceologiche

nell’era 4.0

a cura di

Benedetta Esposito, Ornella Malandrino,

Maria Rosaria Sessa, Daniela Sica

XXIX CONGRESSO NAZIONALE DI

SCIENZE MERCEOLOGICHE 2020

Atti del Convegno

Salerno

(4)

Comitato scientifico

Riccardo Beltramo (Università di Torino) Fabrizio D’ascenzo (Università Roma 1)

Benedetta Esposito (Università degli Studi di Salerno)

Giovanni La Gioia (Università degli Studi di Bari Aldo Moro) Maria Claudia Lucchetti (Università Roma 3)

Ornella Malandrino (Università degli Studi Salerno)

Bruno Notarnicola (Università degli Studi di Bari Aldo Moro) Maria Proto (Università degli Studi di Salerno)

Andrea Raggi (Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara) Annalisa Romani (Università degli Studi di Firenze)

Alessandro Ruggieri (Università della Tuscia)

Roberta Salomone (Università degli Studi di Messina) Maria Rosaria Sessa (Università degli Studi di Salerno) Daniela Sica (Università degli Studi di Salerno)

Stefania Supino (Università Telematica San Raffaele Roma) Comitato editoriale

Benedetta Esposito Ornella Malandrino Maria Rosaria Sessa Daniela Sica

Copyright © 2020 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, Italy.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non Commerciale-Non opere derivate 4.0 Internazionale (CC-BY-NC-ND 4.0)

L’opera, comprese tutte le sue parti, è tutelata dalla legge sul diritto d’autore. L’Utente nel momento in cui effettua il download dell’opera accetta tutte le condizioni della licenza d’uso

dell’opera previste e comunicate sul sito

(5)

INDICE

Prefazione pag. 11

1. I sistemi di gestione ambientale nell’industria alberghiera: una revisione

sintetica della letteratura, di Acampora A., Merli R., Lucchetti M.L. » 13 2. Pratiche di sostenibilità nel settore alberghiero: un’analisi delle barriere

e dei drivers per l’implementazione, di Acampora A., Merli R., Arcese

G., Martucci O. » 21

3. ERP 4.0 per una corretta gestione dei rifiuti, di Amendola C.,

Sava-stano M., Belcastro M., La Bella S. » 28

4. I semi di tabacco per la produzione di sustainable aviation fuel, di

Ami-carelli V., Patruno A., Lagioia G., Bux C. » 36

5. Towards a definition of circular tourism: a literature review, di

Arzou-manidis I., Mancini E., Walker A. M., Petti L., Raggi A. » 44

6. Stakeholder involvement to improve accessibility in a protect natural

area: a case study, di Bianchi P., Cappelletti G. M., Sica E., Sisto R. » 53 7. Innovation potential assessment and business models creation in media

convergence sector: evidences from i3 project, di Bellini F., Dulskaia

I., D’Ascenzo F. » 62

8. La stakeholder theory applicata al turismo nel Canavese (Torino):

ri-sultati preliminari, di Beltramo R., Peira G., Pasino G., Fabbri P. » 74 9. Diversità di genere e innovazione nei Paesi dei Balcani occidentali, di

Biscione A., Miccoli M. C. » 83

10. Analisi della percezione dei giovani consumatori sulla dicitura

facol-tativa prodotti di montagna, di Bonadonna A., Peira G., Duglio S. » 90 11. Adjustments of premises for the processing of Aloe vera in Fifa

(Jor-dan), according to international standards, di Borsacchi L., Pinelli P. » 98 12. Medjool dates cultivation in Jericho: reorganisation of farmers’

co-operative and implementation of QMS, di Borsacchi L., Testi E.,

Pi-nelli P. » 105

13. New legislation on reclaimed water for agriculture: remarks and fu-ture scenarios of “circular cities”, di Borsacchi L., Brogi A., Fibbi D.,

(6)

14. Re-use of buildings and spaces in a circular economy: innovative

ur-ban policies and tools, di Borsacchi L., Barberis V., Pinelli P. pag. 121 15. Industry 4.0: how additive manufacturing affect quality management

in the wood-furniture sector, di Bravi L., Murmura F., Liberatore L. » 130 16. Le eco-birre in Italia: tecnologie emergenti e startup innovative, di

Campana P., Proietti L., Tarola A. » 139

17. Foglie d’olivo: analisi cromatografica del profilo fenolico e analisi qualitativa dei gruppi funzionali tramite FTIR-ATR, di Campo M.,

Durazzo A., Lucarini M., Santini A., Franconi F., Romani A. » 153

18. Water footprint della Granella® da scorie di acciaieria, di Contardo

L., Piani L., Masotti P., Bogoni P. » 161

19. Search engines: definition and state of art, di Carelli A., Papetti P. » 170 20. Search engines: operation and optimization, di Carelli A., Papetti P. » 178 21. Production planning and control in the industry 4.0 era, di Carvello

R., Nastasia M., Nota F. D., Nota G. » 186

22. Environmental performance of fresh-cut salad: water and carbon footprinting, di Cappelletti G. M., Nicoletti G. M., Russo C.,

Spalatro M. » 196

23. Good practices regarding sustainability in the universities: the cases of University of Foggia and Cracow University of economics, di

Cappelletti G. M., Nitkiewicz T. » 205

24. Strumenti di scelta sostenibili: il Morningstar Sustainability Rating,

di Cerrone R., Sica N., Tortora F. » 217 25. Storia di un’eccellenza salernitana. La sartoria Bignardi dalle origini

a oggi, di Cicatiello C. » 223 26. Cities as circularity ecosystems: smartness indicators and industrial

ecology methods for measuring transition towards smart circular

economy, di D’Amico G., Ioppolo G. » 232 27. Le imprese italiane e il paradigma “industria 4.0”: uno studio

stati-stico sull’utilizzo di strumenti informatici avanzati, di D’Amore R.,

Garofalo M. R., Iorio R. » 242

28. An assessment of the social performance of an Italian wine-produc-ing consortium: testwine-produc-ing social organisational life cycle assessment, di

D’Eusanio M., Tragnone B. M., Petti L. » 263

29. Il consumo di acqua imbottigliata nella prospettiva dell’economia cir-colare: il caso Salento (Sud Italia), di De Leo F., Coluccia B.,

Gam-bino I. » 272

30. Italian protect natural areas registred under Emas: role of interested

parties, di Di Noia A. E., Nicoletti G. M., Cappelletti G. M. » 281 31. L’economia circolare e la valorizzazione degli avanzi nella

ristora-zione in Italia, di Esposito B., Malandrino O., Sessa M. R., Sica D. » 289 32. L’utilizzo di sensoristica per la gestione dei dati nelle industrie. Il

contributo dello Scatol8® al life cycle inventory in un caso concreto (parte prima), di Evola R. S., Ingrao C., Cantore P., Togliatti S.,

(7)

33. L’utilizzo di sensoristica per la gestione dei dati nelle industrie. Il contributo dello Scatol8® al life cycle inventory in un caso concreto (parte seconda), di Evola R. S., Ingrao C., Cantore P., Togliatti S.,

Vesce E., Beltramo R. pag. 307

34. The birth of a new sustainability label: “Filiera Solidale PEFC – VAIA 2018 – Insieme si può”, di Geatti P., Novelli V., Marangon F.,

Troiano S. » 317

35. Characterization of whole-wheat pasta by product or process mark-ers approach: a breaf review, di GiannettiV., Boccacci MarianiM.,

LiviG. » 325

36. Valorisation of grappa Gi: new approaches for the protection of made

in Italy, di Giannetti V., Boccacci Mariani M., Torrelli P., Marini F. » 335 37. Correlazione tra inquinamento atmosferico da benzene e produzione

di acciaio nella città di Taranto, di GiungatoP., BasurtoV., RanaR.

L., TricaseC. » 344

38. Quali-quantitative analyses of flavonoids and aroma compounds in different tissues of lotus (Nelumbo nucifera), di Ieri F., Vignolini P.,

Giannini E., Romani A. » 352

39. Green bay project - an opportunity to improve the quality of life in

Europe, di Jalmuzna I., Romani A., Fiume P., Sekieta M., Pasini M. » 361 40. Presenza di alcani nell’olio essenziale di Cannabis sativa L. cv.

Co-dimono, di Lanuzza F., Mondello F., Saija G., Galati E.M. » 380 41. Accoppiamento on-line LC-GC nella determinazione degli steroli

nell’olio di semi di Cannabis sativa L. cv. Codimono, di Lanuzza F.,

Mondello F., Saija G., Primerano P., Galati E.M. » 388

42. Measuring circular economy at the micro level: is the social

dimen-sion included?, di Lindgreen E. R., Salomone R., Reyes T. » 396 43. Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari. Applicazione di nuove

metodiche d’indagine: sensori multiparametrici, di Maddaloni L.,

Ruggieri R., Santonico M., Vinci G. » 404

44. Analysis of the principal factors limiting the widespread adoption of

smart farming technologies in Sardinia, di Manca G., Galante A. » 413 45. La sostenibilità nel comparto turistico: il caso “Parco nazionale

delle Cinque Terre”, di Martucci O., Arcese G., Acampora A.,

Montauti C. » 421

46. Inventari regionalizzati italiani per il grano duro, di Masini S.,

Tas-sielli G., Notarnicola B., Renzulli P.A. » 429

47. Sostenibilità degli attuali strumenti di pagamento: aspetti tecnici e

ambientali, di Massari S., Pastore S., Ruberti M. » 436 48. L’approccio di ciclo di vita nei sistemi di gestione ambientale, di

Mazzi A., Scipioni A. » 446

49. Measuring circular economy at company level: the role of life cycle

(8)

50. Stato dell’arte della simbiosi industriale in Europa: tipologie di net-work e modelli di cooperazione, di Montauti C., Lucchetti M. C.,

Martucci O. pag. 464

51. Modellistica previsionale del biogas di discarica di rifiuti solidi ur-bani: proposta di un modello semplificato, di Notarnicola B.,

Tas-sielli G., Renzulli P. A., Di Capua R. » 471

52. La complessità e le prospettive di innovazione 4.0 in sanità: la

condi-zione di fragilità, di Notaro F., Piscopo G., Adinolfi P. » 480 53. Nitrate content in wild rocket cultivated in the province of Udine

(Northern Italy) by employing different growing techniques, di

No-velli V., Geatti P., Ceccon L., Dalla Costa L., Ceccone S., Della

Donna E., Cattivello C., Vicentini L. » 490

54. Steel production and sustainability, di Novelli V., Geatti P.,

D’Odo-rico A. » 498

55. I GRI come indicatori di performance ambientale nel settore

crocie-ristico, di Paiano A., Crovella T., Pontrandolfo A., Gallucci T. » 507 56. La gamification nell’industria del turismo: una revisione sistematica

della letteratura, di Pasca M. G., Renzi M. F., Guglielmetti Mugion

R., Toni M., Di Pietro L., Ungaro V. » 515

57. Industry 4.0, start-up e spin-off universitari: una revisione siste-matica della letteratura negli studi manageriali, di Piccarozzi M.,

Aquilani B. » 525

58. Safety and quality uncertainties in food import and consumption: the

case of Singapore, di Pinelli P., Ferroni I., Borsacchi L. » 535 59. A bio-district for circular economy, di Poponi S., Mosconi E. M.,

Pacchera F. » 543

60. Localization for academic spin-off: a driver for the innovative performance, di Poponi S., Arcese G., Ruggieri A., Piovesan G.,

Pacchera F. » 552

61. Dall’analisi importance-performance alla teoria three-factor nella ricerca sul turismo (parte prima), di Preziosi M., Acampora A.,

Merli R. » 562

62. Dall’analisi importance-performance alla teoria three-factor nella ricerca sul turismo (parte seconda), di Preziosi M., Acampora A.,

Merli R. » 570

63. Algoritmi per l’analisi predittiva dei malfunzionamenti di macchine

industriali, di Postiglione A. » 577 64. Sostenibilità della produzione nel settore vitivinicolo, di Preti R.,

Ta-rola A. M. » 586

65. Alimentazione e sostenibilità: la carbon footprint di una tazzina di

caffè, di Rana R. L., Giungato P., Tricase C » 595 66. Canapa industriale e sostenibilità: un approccio life cycle thinking, di

Rapa M., Ciano S., Ruggieri R., Gobbi L., Vinci G. » 603

67. Additive manufacturing: an immense opportunity or a new

(9)

68. Plastic no problem: production of eco-oils, eco-fuel, eco-char and green energy from plastic waste, di Romani A., Pasini M., Masci C.,

Ciani Scarnicci M., Jalmuzna I., Campo M. pag. 622

69. Cioccolato italiano: principali indicatori di qualità e percezione dei consumatori, di Ruggieri R., D’Ascenzo F., Gobbi L., Maddaloni L.,

Ruggeri M., Vieri S., Vinci G. » 629

70. Closing the loop: circular economy and BS8001 as value chain opti-mization tools for SME’s, di Ruggieri A., Mosconi E. M., Poponi S.,

Fortunati S. » 639

71. Rilocalizzazione di attività produttive su un territorio. Analisi preli-minare di sostenibilità di una filiera lana-carne ovina, di Sanua M.,

Simboli A., Taddeo R. » 647

72. Alcuni aspetti del ruolo dei claim ambientali/etici nell’attuazione del

“green deal” europeo, di Saija G., Lanuzza F., Saija F. » 657 73. To green or not to green: an evaluation of the influence of hotel green

practices on guests satisfaction, di Savastano M., Belcastro M.,

Amendola C. » 665

74. “Impronta digitale” come strumento di gestione per la qualità del vino: applicabilità sul Negroamaro, di Serio F., De Leo F., Idolo A.,

Girelli C. R., De Donno A., Fanizzi F. P. » 675

75. Un nuovo paradigma ecologico: la proposta di papa Francesco per

un’economia sostenibile, di Serpe V. » 684 76. The implementation of “Apea” through economic evaluation model,

di SessaM. R., SicaD., EspositoB., MalandrinoO., De FalcoM. » 691 77. Il contributo alla sostenibilità della filiera del biogas in Italia, di Sica

D., SessaM. R., EspositoB., MalandrinoO., SupinoS., Martucci O. » 702

78. Corporate social responsibility and millennial generations, di

Silve-stri C., Ruggieri A., Poponi S. » 713

79. Frazioni naturali sostenibili come antiossidanti, antimicrobici e bio-cidi in agricoltura green, di Simone G., Campo M., Bernini R.,

Ro-mani A. » 730

80. Environmental label: a survey, di Spalatro M., Cappelletti G. M.,

Ma-landrino O. » 739

81. Pine nuts production in the shouf biosphere reserve: quality and

mar-ket perspectives, di Tacconi D., Pinelli P., Borsacchi L. » 747 82. La relazione tra strumenti di miglioramento e innovazione. Una

veri-fica nel settore produttivo jonico, di Tacente A., Tassielli G., Renzulli

P. A., Di Capua R. » 754

83. L’evoluzione dei claim per la promozione dei prodotti alimentari: una content analysis su 2 riviste di genere maschile, di Tarabella A.,

Api-cella A. » 762

84. Approccio ampliato alla sostenibilità sociale in ambito sanitario. Le opportunità della digital health, di Testa M., Lo Presti L., Marino V.,

(10)

85. Valutazione ambientale del pretrattamento di rifiuti in polietilene da

attività agricole, di Toniolo S., Trevisanello C. pag. 787 86.I criteri end-of-waste da risorsa ad ostacolo all’economia circolare:

breve panoramica del contesto normativo nazionale, di Tragnone B.

M., Petti L. » 795

87. Valutazione degli aspetti sociali e socioeconomici di un prodotto tipico, di Tragnone B. M., Pelino M., D’Eusanio M., Di Santo C.,

Petti L. » 804

88. Produzione innovativa di una linea bakery a base di estratti antiossi-danti naturali per l’aumento della shelf-life, di Urciuoli S., Cassiani

C., Vita C., Ieri F., Romani A. » 814

89. Caratterizzazione e nuove formulazioni per terapie a carattere sociale di Crocus sativus L. tracciato territoriale, di Vignolini P., Vita C.,

Ur-ciuoli S., Bettiga A., Di Marco F., Vago R., Trevisani F., Romani A. » 822

90. Olio extra vergine di oliva e certificazioni ambientali: caso studio

della regione Lazio, di Vinci G., Rapa M., Gobbi L. » 829 91. Industry 4.0 oggi, industry 5.0 domani?, di Vinci G., Ruggeri M.,

Ruggieri R. » 839

92. Insicurezza alimentare e studenti universitari: una revisione sistema-tica della letteratura, di Zahan M., Varese E., Lo Giudice A.,

Bona-donna A. » 846

93. Environmental assessment of an industrial solution for the use of waste materials: comparative life cycle assessment applied to a com-mercial product based on iron oxides, di Zuliani F., Manzardo A.,

Marson A. » 854

94. Le nuove tecnologie dell’industria 4.0 nel settore agroalimentare:

(11)

PREFAZIONE

Nell’attuale scenario economico si è affermata l’esigenza di orientare i sistemi di produzione e gli stili di consumo verso nuovi modelli virtuosi di gestione in cui l’innovazione, la qualità e la sostenibilità rappresentano ele-menti fondanti per la creazione di strategie sapienti e lungimiranti, capaci di creare un valore sociale per tutti gli attori della “rete della vita”.

Tale sfida rappresenta un tema ampiamente dibattuto nell’ambito dell’Accademia delle Scienze Merceologiche e, in particolare, durante il XXIX Congresso Nazionale di Scienze Merceologiche, dove sono stati co-niugati contributi teorici con esperienze pratiche in un’ottica di valorizza-zione delle conoscenze.

Il Congresso ha rappresentato un’occasione di confronto, di condivisione e di approfondimento di percorsi di sviluppo su tematiche fortemente foca-lizzate sui seguenti aspetti:

 “INDUSTRIA 4.0”, analizzata attraverso i binomi di “innovazione e imprenditorialità”, “innovazione, start-up e spoff”, “tecnologia e in-novazione gestionale”, “ricerca e trasferimento tecnologico”;

 “QUALITÀ 4.0”, intesa come qualità di sistema e di prodotto e sistemi di gestione per la qualità;

(12)

Gli oltre novanta contributi, presenti nel volume, sono caratterizzati da metodologie di ricerca particolarmente innovative e spunti di riflessione molto importanti. In particolare, i lavori in alcuni casi rappresentano un am-pio e articolato background, utile come base conoscitiva di future attività di ricerca e vanno da disamine della letteratura scientifica ad analisi dettagliate dell’evoluzione di alcuni settori di produzione. In altri casi, sono invece og-getto dei lavori tematiche particolarmente innovative, quali le nuove fron-tiere della metodologia Life Cycle Assessment, soprattutto in chiave social.

La crisi da epidemia, esplosa a conclusione del Convegno, ha ulterior-mente acceso i riflettori sugli aspetti connessi alla sostenibilità e agli obiettivi raccolti nell’Agenda 2030, rispetto ai quali il nostro Paese si pone tra i prin-cipali attori. In tale ambito, gli interventi da suggerire potrebbero riguardare le differenti tematiche ampiamente presenti nei contributi e che sono ricon-ducibili all’efficienza energetica, all’efficacia e efficienza distributiva, attra-verso la tracciabilità dei prodotti, e ancora la conversione green con la ridu-zione degli imballaggi, l’ottimizzaridu-zione dei flussi logistici, la sensibilizza-zione del consumatore verso forme di consumo ‘sostenibile’ attraverso la diffusione della consapevolezza del valore dei prodotti ‘circolari’ e, infine, l’economia circolare e l’estensione del ciclo di vita dei prodotti e la riduzione degli scarti in una prospettiva di ecosostenibilità dei processi. Sotto quest’ul-timo profilo si deve sviluppare, in modo particolare, il tema dell’innovazione nella progettazione dei prodotti e dei processi. Si deve incrementare l’efcienza nell’uso delle risorse (materie prime, prodotti intermedi e prodotti fi-nali), incentivando la diffusione e la condivisione nelle imprese sulla possi-bilità di riutilizzo degli scarti di lavorazione (ad esempio upcycling) lungo l’intera filiera di produzione. Occorre rafforzare il coinvolgimento dei citta-dini e la sensibilizzazione dei consumatori, ovvero formare il consumatore ‘sostenibile’, che sappia riconoscere e apprezzare i prodotti ‘circolari’. È ne-cessario affrontare e risolvere in modo definitivo la questione dei rifiuti, per cui occorre un cambiamento radicale, culturale, normativo e tecnologico, che coinvolga le istituzioni, i cittadini e le imprese. In particolare, occorre dif-fondere tecnologie innovative già oggi disponibili e individuate come “indu-stria 4.0”. Particolare attenzione in tema di rifiuti va prestata, anche con ri-ferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile SDGs, alla gestione delle perdite e degli scarti della filiera agroalimentare Food Losses and Waste la cui riduzione e minimizzazione può sicuramente contribuire alla definizione di modelli di produzione e consumo “sostenibili”.

(13)

1. I SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE

NELL’INDUSTRIA ALBERGHIERA:

UNA REVISIONE SINTETICA

DELLA LETTERATURA

di Alessia Acampora

1

, Roberto Merli

2

, Maria Claudia Lucchetti

3

1 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

alessia.acamporauniroma3.it

2 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

[email protected]

3 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

[email protected]

Abstract

In recent years, tourism has experienced continued expansion and diversification to become one of the largest and fastest-growing economic sectors in the world, occupying a prominent role in the European economy. However, the growth of the tourism sector goes hand in hand with its increasing environmental impact. As a result of consumers’ concern toward environmental sustainability, the hospitality industry is developing voluntary-based tools to reduce its environmental impacts and to satisfy the increasing market segment of green customers. In this context, Enviromental Management Systems (EMS) ensure hotel compliance with specific environmental performance criteria and offer a reliable communication to their guests. Together with the ISO 14001:2015 standard, the Eco-Management and Audit Scheme (EMAS) is the most widely known third-party certified EMS. This article explores the academic literature and the most recent data on the diffusion of these instruments in the accommodation sector.

Keywords: Sustainable Tourism, Hotel industry, Environmental Management

Sys-tem (EMS), EMAS, Green practices.

Introduzione

(14)

loro impatto ambientale e ottenere riconoscimenti dai clienti (Hsiao et al., 2018; Martínez García de Leaniz et al., 2018). Le certificazioni ambientali aiutano gli hotel a garantire ai clienti il loro genuino interesse per le questioni ambientali e il loro impegno per la gestione sostenibile delle attività alberghiere (Martínez García de Leaniz et al., 2018). Geerts (2014) ha sotto-lineato i motivi principali per l’attuazione di un sistema di certificazione am-bientale. Secondo questo autore, i gestori di hotel decidono di certificare il loro impegno ecologico principalmente per l’accesso alle competenze dell’organismo di certificazione, per ridurre il rischio di essere visti come hotel “greenwashed”, per ottenere credibilità, per fornire ai potenziali ospiti informazioni più accurate sull’ambiente e sulle prestazioni degli hotel e per guadagnare redditività (Geerts, 2014).

1. Certificare l’impegno ambientale dell’hotel: certificazioni

ambientali, EMS ed etichette ecologiche

Secondo Ayuso, (2006) gli strumenti di autoregolazione più applicati nel settore alberghiero sono i codici di condotta, le migliori pratiche ambientali, i marchi di qualità ecologica, i sistemi di gestione ambientale (SGA) e gli indicatori di prestazione ambientale.

Nel suo studio sull’adozione degli strumenti volontari per il turismo so-stenibile da parte degli alberghi spagnoli, Ayuso (2007), li ha classificati in base alla loro portata e ai loro principali drivers e barriere (Figura 1).

Queste iniziative volontarie possono essere classificate in due diversi tipi: orientate al prodotto e orientate al processo. Quelle orientate al prodotto si riferiscono alle etichette ecologiche, che mirano a promuovere prodotti meno dannosi per l’ambiente e alla valutazione del ciclo di vita dei prodotti. Gli strumenti orientati ai processi, invece, guidano le aziende nell’internalizzare e orientare i propri processi verso un ridotto impatto ambientale (Merli, Lucchetti, Preziosi, & Arcese, 2018).

(15)

eco-compatibili (Martínez García de Leaniz et al., 2017). Nelle prossime sezioni esamineremo in dettaglio le loro principali caratteristiche e la loro applica-zione nel settore alberghiero.

Fig. 1 – Confronto degli strumenti di politica volontaria per il turismo sostenibile

2. I Sistemi di gestione ambientale (SGA)

(16)

docu-mento pubblico (dichiarazione ambientale) che include specifici indicatori ambientali (Testa et al., 2014).

Sia EMAS che ISO14001 sono stati utilizzati anche dai gestori di hotel come strumento per analizzare e migliorare le prestazioni ambientali degli hotel e, attraverso l’uso di indicatori specifici, per monitorare la progressiva riduzione del loro impatto ambientale.

3. L’applicazione della ISO14001 nel settore alberghiero

Diversi studiosi hanno analizzato l’implementazione della ISO 14001 negli hotel. Ad esempio, W. W. Chan & Ho (2006) hanno esplorato l’applicazione del SGA ISO 14001 attraverso tre casi di studio sugli hotel di Hong Kong. Hanno scoperto che la collaborazione con l’ente di certificazione, le associazioni di categoria e i dipartimenti universitari può guidare gli hotel nell’implementazione del SGA e nell’allocare meglio gli investimenti monetari (Chan and Ho, 2006).

Le principali motivazioni dell’implementazione ISO 14001 nel settore alberghiero sono state evidenziate da E. S. W. Chan & Wong (2006). Questi autori hanno sottolineato come le forze interne (corporate governance e legislazione) influenzano l’adozione della certificazione, più che le forze esterne.

(17)

4. EMAS nel settore alberghiero

Le ultime statistiche delle società certificate EMAS risalgono ad aprile 2019 e sono disponibili sulla pagina web dedicata della Commissione euro-pea (Euroeuro-pean Commission, 2019). Attualmente, 3.728 organizzazione e 12.409 siti sono registrati EMAS.

Inoltre, abbiamo utilizzato il database della Commissione europea (2019) per estrarre dati specifici sulla diffusione della certificazione EMAS nel set-tore ricettivo. Attualmente, ci sono 155 organizzazioni registrate con il si-stema EMAS di cui 97 in Germania, 33 in Spagna, 15 in Italia, 6 a Cipro, 2 in Portogallo, 1 in Austria e 1 in Belgio (Figura 2).

Fig. 2 – Organizzazioni registrate EMAS nel settore alberghiero

Fonte: elaborazione degli autori su dati della European Commission (2019)

Il regolamento EMAS, a causa della sua minore diffusione, è stato meno studiato in letteratura rispetto alla ISO 14001. Tuttavia, alcuni studi sull’im-plementazione di EMAS nel settore alberghiero sono stati sviluppati nella letteratura scientifica (Kasim, 2015). In particolare, Maria Jesús Bonilla-Priego & Avilés Palacios (2008) hanno esplorato l’implementazione EMAS negli hotel spagnoli. Questi autori hanno analizzato le dichiarazioni ambien-tali delle società registrate EMAS per esplorare gli indicatori ambienambien-tali uti-lizzati in questi rapporti. Hanno scoperto che gli indicatori di performance organizzativi (OPI) sono più spesso resi noti dagli hotel rispetto agli indica-tori di performance di gestione (MPI). Nella categoria OPI gli indicaindica-tori

(18)

divulgati più frequentemente erano il consumo di energia, l’uso di acqua e i rifiuti generati. I risultati di questo studio non confermano inoltre le loro ipo-tesi iniziali secondo cui il livello di divulgazione ambientale è stato influen-zato dalle caratteristiche degli hotel come dimensioni, tipo di turismo (rurale o costiero vs urbano), proprietà e anni con la certificazione ambientale.

In un altro studio, Maria Jeśus Bonilla-Priego, Najera, & Font (2011) hanno esplorato le percezioni dei gestori di hotel di EMAS e le ragioni prin-cipali alla base della certificazione negli hotel spagnoli. Hanno scoperto che la conformità legale ambientale è allo stesso tempo la motivazione principale e il principale vantaggio per EMAS. Inoltre, i risultati del loro studio sugge-riscono che i gestori di hotel fanno fatica a riconoscere EMAS come fonte di vantaggio competitivo. Secondo questi autori, ciò è anche legato al fatto che la gestione ambientale non è strategicamente interiorizzata dalle società re-gistrate EMAS e alle difficoltà che le aziende stanno affrontando nello sfrut-tare il cambiamento guidato dalla domanda relativo all’implementazione EMAS e nell’adottare una strategia di marketing verde di successo basata sul SGA. Pröbst & Müller (2012) hanno esaminato l’integrazione della norma-tiva EMAS e delle norme ISO per la conformità del marchio di qualità eco-logica. Hanno affermato che l’integrazione tra i due potrebbe aumentare la qualità dell’etichetta, garantendo una valutazione esterna e migliorando la loro comparabilità sia per i proprietari che per i clienti.

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Bibliografia

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(21)

2. PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ NEL SETTORE

ALBERGHIERO: UN’ANALISI DELLE BARRIERE

E DEI DRIVERS PER L’IMPLEMENTAZIONE

di Alessia Acampora

1

, Roberto Merli

2

, Gabriella Arcese

3

,

Olimpia Martucci

4

1 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

[email protected]

2 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

[email protected]

3 Università degli Studi Niccolò Cusano

[email protected]

4 Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Economia Aziendale

[email protected]

Abstract

Tourism industry is at the same time a major contributor to environmental deg-radation and climate change, but also a very vulnerable sector to a decrease in envi-ronmental quality, as the natural environment is often at the core of its activities. Consumers are growingly concerned and aware of the tourism industry environmen-tal impacts and are asking for more eco-friendly choices in tourism and hospienvironmen-tality. To respond to these green consumers the hotel industry started to develop green so-lutions to reduce its environmental impacts and satisfy the market demand for green hotels. In this context, hoteliers are increasingly introducing hotel eco-friendly prac-tices in the management of their operations, not only to develop an eco-friendlier business environment but also to reduce their operating costs. Nowadays, the imple-mentation of green practices in the hotel industry is becoming a pivotal aspect of hotel management strategy. This article explores the main drivers and barriers to green practices implementation in the hotel sector. Particularly, an extensive litera-ture review has been carried out to synthetize the main findings from scholars re-search.

Keywords: Hotel industry, Green practices, Sustainable tourism, Sustainability;

(22)

Introduzione

Il settore delle strutture ricettive è uno dei settori dell’ospitalità più dannosi in termini di impatto ambientale (Rahman et al., 2012). Questo settore è responsabile di circa il 20% delle emissioni dell’intero settore turistico. Tuttavia, oltre alle emissioni di gas a effetto serra, il settore ricettivo è responsabile di una varietà di impatti ambientali. Secondo Bohdanowicz (2006b) il 75% dell’impatto ambientale degli alloggi è dovuto al consumo di risorse seguito dalle emissioni rilasciate nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Questi aspetti pongono gravi problemi ambientali e di reputazione ai gestori delle strutture ricettive. Inoltre, i consumatori sono sempre più preoccupati e consapevoli degli impatti ambientali dell’industria turistica e chiedono scelte più eco-compatibili nel turismo e nell’ospitalità (Hall et al., 2016; Penz et al., 2017). Per rispondere a questi consumatori ecologici, l’industria alberghiera ha iniziato a sviluppare soluzioni sostenibili per ridurre gli impatti ambientali e soddisfare la domanda del mercato per gli hotel (Gössling and Buckley, 2016). La crescente consapevolezza dei consumatori ha portato gli albergatori a implementare diversi programmi e linee guida ambientali con l’obiettivo di migliorare le prestazioni ambientali dei loro hotel (Ayuso, 2007; Gössling and Buckley, 2016). In effetti, l’industria alberghiera ha iniziato a concentrare i propri sforzi sul riciclaggio e la gestione dei rifiuti, sul risparmio energetico e sulle pratiche di conservazione dell’acqua (Shen and Zheng, 2010). La gestione ambientale ha iniziato così a svolgere un ruolo sempre più importante nel settore alberghiero, attraverso l’implementazione di pratiche ecologiche, che sono quelle attività volte a minimizzare l’impatto sull’ambiente, ridurre l’inquinamento e le risorse esaurimento ( N. A. Tzschentke et al., 2008).

1. Alberghi e pratiche di sostenibilità nel settore alberghiero

(23)

domanda di hotel ecologici dei consumatori verdi (Manaktola and Jauhari, 2007). Negli hotel ecologici, un importante fattore di differenziazione è l’adozione di certificazioni ambientali, come le etichette ecologiche (Leroux and Pupion, 2018). Le etichette ambientali sono strumenti utili per le strut-ture alberghiere, in quanto supportano la gestione nel soddisfare specifici criteri di sostenibilità ambientale e contribuiscono ad aumentare il successo commerciale dell’hotel, grazie agli effetti positivi che hanno sull’immagine verde della struttura. Il marchio di qualità ecologica per il turismo è stato definito da Leroux & Pupion (2018) come "qualsiasi forma di certificazione che garantisce che la transazione o l’attività turistica viene condotta secondo uno standard noto che migliora l’ambiente o almeno minimizza gli impatti ambientali". Questi strumenti si distinguono per la loro capacità di comuni-care direttamente con i clienti e per la credibilità garantita dalla certificazione esterna (Penz et al., 2017). Anche se la domanda di hotel ecologici e di hotel con marchio di qualità ecologica è ancora relativamente bassa, studi prece-denti hanno confermato una relazione positiva tra l’implementazione di pra-tiche verdi e le intenzioni comportamentali degli ospiti dell’hotel (Han, Lee, Trang & Kim, 2018). Più gli ospiti dell’hotel sono in grado di percepire e apprezzare l’impegno dell’hotel verso la sostenibilità, maggiori sono i risul-tati in termini di soddisfazione e disponibilità a pagare, e allo stesso modo aumenta la propensione a diffondere un passaparola positivo (S.-H. Kim et al., 2017). Pertanto, studiare la relazione tra queste pratiche e gli atteggia-menti dei consumatori e i cambiaatteggia-menti dei modelli comportamentali è di grande interesse per gli studiosi, i professionisti e gli albergatori. Conside-rando gli impatti ambientali del settore ricettivo, abbiamo deciso di focaliz-zare questa analisi sui drivers e le barriere che spingono gli albergatori a ri-spondere a questi problemi di sostenibilità attraverso l’implementazione delle pratiche di sostenibilità.

2. Barriere e drivers per l’implementazione delle pratiche di

so-stenibilità nel settore alberghiero

(24)

hotel beneficiano dell’implementazione di pratiche ecologiche principal-mente da due fonti. In primo luogo, i potenziali vantaggi dell’efficienza delle risorse e dei relativi risparmi nei consumi e nella prevenzione delle multe e degli interventi guidati dalla legislazione (ad es. Consumo di acqua ed ener-gia) (Bonilla Priego et al., 2011). In secondo luogo, una legittimazione tra le parti interessate e la creazione di nuove opportunità di mercato derivanti dalla crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità. Tuttavia, gli hotel devono anche affrontare diversi ostacoli nell’adozione di pratiche eco-logiche. Alonso-Almeida et al. (2017) hanno identificato le barriere interne (barriere finanziarie, barriere operative e forze interne) e quelle esterne (le-gislazione e atteggiamento dei consumatori) all’implementazione delle pra-tiche ecologiche degli hotel (Alonso-Almeida et al. (2017). Tarí, Claver-Cortés, Pereira-Moliner, & Molina-Azorín (2010) hanno sottolineato come la mancanza di informazioni e finanziamenti e le competenze limitate sono gli ostacoli più frequentemente segnalati per l’adozione di pratiche verdi. Inoltre, Tzschentke, Kirk, & Lynch (2008) hanno evidenziato che i potenziali effetti negativi sugli standard di qualità, la mancanza di infrastrutture ade-guate e la mancanza di supporto governativo sono barriere chiave per l’inte-grazione verde per le piccole imprese accreditate a livello ambientale. Ayuso (2007), ha riassunto i principali incentivi e barriere per l’implementazione di pratiche ecologiche negli hotel, come mostrato nella Figura 1.

Fig. 1 –Barriere e drivers per l’implementazione delle pratiche verdi negli alberghi

Fonte: Ayuso (2007)

(25)

dell’azienda, capire se l’impegno ecologico dell’hotel porta a una migliore performance finanziaria è una questione di particolare interesse sia per gli studiosi che per i dirigenti. Anche se una grande quantità di articoli scientifici ha affrontato questa domanda di ricerca, non esiste ancora una risposta uni-voca. In generale, l’implementazione di strategie di gestione ambientale ne-gli hotel è stata trovata dane-gli studiosi positivamente correlate a mine-gliori pre-stazioni ambientali dell’azienda (Choi et al., 2018), migliori prepre-stazioni fi-nanziarie (Inoue and Lee, 2011), ad un aumento del vantaggio competitivo (Iraldo et al., 2017), ad una migliore immagine verde (Chen, 2015), ad una riduzione dei costi (Hsiao et al., 2018) e ad una maggiore soddisfazione degli stakeholder (Tarí et al., 2010).

Diversi studiosi hanno studiato la correlazione tra dimensione dell’hotel e implementazione della gestione ambientale. La maggior parte di questi studi supporta l’ipotesi che gli hotel più grandi hanno maggiori probabilità di sviluppare una strategia ecologica globale per migliorare la sostenibilità degli hotel (Álvarez Gil et al., 2001; Rahman et al., 2012). Inoltre, Hsieh (2012) ha affermato che i grandi hotel hanno maggiori probabilità di comu-nicare il loro impegno per la sostenibilità ambientale nel loro sito Web e ma-teriale informativo. Secondo Ouyang, Wei, & Chi (2019), i grandi hotel e gli hotel di lusso hanno maggiori probabilità di adottare pratiche ecologiche in quanto sono soggetti a una maggiore attenzione sociale sul loro impatto sull’ambiente. Invece, per Álvarez Gil et al. (2001) ciò è dovuto al concomi-tante effetto delle economie di scala. Inoltre, i risultai dello studio di N. A. Tzschentke et al. (2008) suggeriscono che nei piccoli hotel la decisione di attuare pratiche ecologiche ha maggiori probabilità di essere influenzata dai valori personali e dalle credenze ambientali del proprietario o dei gestori ri-spetto agli hotel più grandi.

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(28)

3. ERP 4.0 PER UNA CORRETTA GESTIONE

DEI RIFIUTI

di Carlo Amendola

1

, Marco Savastano

2

, Mattia Belcastro

3

,

Simone La Bella

4

1 Dipartimento di Management – Sapienza Università di Roma

[email protected]

2 Dipartimento di Management – Sapienza Università di Roma

[email protected]

3 Dipartimento di Management – Sapienza Università di Roma

[email protected]

4 Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali – Università degli Studi G. Marconi Roma

[email protected]

Abstract

The world of waste management industry is changing rapidly, and more and more companies are relying on advanced technologies enhanced by state-of-the-art waste management software, able to exploit innovative tech-nologies never seen before. In the waste management industry, as in any other production sector, transparency and clarity of information are required. Indeed, these values are the foundations of the ongoing digital transfor-mation. Specific ERP software applications have been specifically developed to improve the control of each process and fraction, coordinating the man-agement of waste, vehicles and personnel, with the aim of optimizing time and minimizing costs.

Keywords: ERP Systems, Smart Technologies, Industry 4.0, Circular Economy, Waste Management

Introduzione

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di investimenti e un’occupazione di oltre mezzo milione di addetti. Su questo fronte l’Italia è al primo posto tra i maggiori Paesi europei per quota di oc-cupati nell’economia circolare, pari al 2,1% degli ococ-cupati di tutti i settori e superiore all’1,7% della media UE (Confartigianato imprese, 2019).

Sono circa 870 mila le imprese interessate dai processi dell’economia cir-colare, di cui circa il 61% sono artigiane. L’Italia ha il miglior tasso di circo-larità nell’uso delle risorse in Europa, anche se un basso numero di brevetti in questo settore (Enea, 2019). Un settore che è necessario premiare con po-litiche ambientali adeguate e con quella “cultura dell’impianto” che può si-gnificare lavoro e presa di coscienza della realtà. In questo scenario, possono avere un ruolo determinante le tecnologie digitali, in particolare le nuove tecnologie connesse ad industria 4.0, che possono trasformare la relazione tra produzione e consumo così come l’organizzazione ed il controllo dei pro-cessi produttivi interni all’impresa e nelle filiere (Legambiente, Laboratorio Manifattura Digitale - Università di Padova, 2018).

1. Green supply e software ERP

Quando la tecnologia viene applicata ai gestionali rifiuti, il mondo della raccolta e smaltimento rifiuti cambia totalmente marcia (Ekovision, 2018):

 più velocità nello scambio dati ed informazioni;

 aggiornamenti in tempo reale tra i vari reparti, anche di anomalie ed imprevisti;

 ottimizzazione dei tempi produttivi e delle procedure;  controllo di gestione rifiuti totalmente digitalizzato.

In sostanza, una gestione dei rifiuti sempre più performante grazie a soft-ware rifiuti in grado di migliorare le proprie prestazioni adattandosi alle esi-genze di ogni singola realtà. Un’azienda volenterosa sui temi dell’ambiente deve controllare il funzionamento generale ma alcuni punti in particolare (Enter Software Innovation, 2019). I principali indicatori per un green supply chain management del proprio processo di produzione, sono:

(30)

consentono di dialogare in tempo reale con la propria filiera produttiva o commerciale, creando nuovi modelli di gestione d’impresa in cui è sempre più normale considerare l’azienda come un sistema aperto e profondamente integrato con il mondo esterno;

 tracciabilità delle materie prime: per poter smaltire un prodotto oc-corre sapere di cosa è fatto (ed esserne certi). Sistemi di etichettatura intelligenti, per esempio basati su blockchain, e comunicazione traspa-rente con i fornitori sono fattori essenziali. Solo così i prodotti in com-mercio avranno composizione certa, e se ne potrà definire il “fine vita”. Anche in questo caso, un sistema ERP aiuta nel gestire i “rifor-nimenti” in modo tempestivo e in dettaglio;

 smaltimento finale: l’obiettivo rifiuti zero è forse poco realistico, o forse no, con una gestione oculata dell’intero ciclo di vita del prodotto. Impostare una vera green supply chain, in sintesi, vuol dire controllare scrupolosamente i dettagli del proprio processo produttivo. Per aziende già mature, ciò significa tempo e pazienza per impostare un processo di ricon-versione (Business Continuity Institute, 2019). Fondamentale, allora, contare su un sistema di gestione affidabile, come appunto un ERP evoluto. Solo così si può avviare un piano green con obiettivi chiari e indicatori di performance misurabili. I benefici, e non solo sotto il profilo etico, sono molti e innegabili.

2. Sistemi ERP nella gestione rifiuti

Gli incentivi del Governo nei confronti dell’Industria 4.0 e dell’innova-zione tecnologica hanno interessato anche il settore della raccolta e smalti-mento dei rifiuti. La nuova legge di bilancio 2020 ha previsto incentivi per l’acquisto di beni strumentali. Per gli investimenti in servizi e software digitali è previsto, infatti, un credito d’imposta del 15% del costo (Governo, 2019).

(31)

miglio-rato notevolmente i processi di gestione dei rifiuti garantendo l’omogeneità e la qualità dei dati e l’affidabilità delle informazioni. Un software gestionale ERP che supporta l’attività di gestione dei rifiuti è indispensabile data la mole di informazioni da gestire in tempo reale e in luoghi geograficamente distanti (Business Innovation Team, 2019). Tali software permettono alle aziende specializzate nella gestione dei rifiuti, di programmare, monitorare e controllare la gestione integrata del rifiuto, dalla produzione allo smalti-mento fisico, alla compilazione della documentazione prevista dalla legge, ((MUD, registro carico/scarico, autorizzazioni, formulari e DDT, certificati di analisi). L’offerta, tra software gratuiti (open source) e software a paga-mento, è amplissima. Ecco alcuni esempi di software a pagamento per le piccole e medie imprese:

 Ambiente.it Srl: Ecos;  Anthea: Anthea R10.50;

 Ask Web Srl: Gestione Rifiuti 4.0;  Atlantide: Atlantide DS.8;

 Ecoquadro: Ecomatico;  Ekovision: Ekovision Suite;  Omicron sistemi srl: RES;  Prometeo: PrometeoRifiuti;  Sintesi Srl: Albatros Solution;  Zucchetti: Winwaste.net.

3. La ricerca sviluppata

Al fine di comprendere i vantaggi e gli svantaggi dell’implementazione dei sistemi ERP nel settore dei rifiuti, è stata condotta un’indagine coinvolgendo diverse imprese di piccole, medie e grandi dimensioni che si occupano di rac-colta, riciclaggio e produzione dei rifiuti. È stato somministrato, in forma ano-nima, un questionario d’indagine, tramite la piattaforma SurveyMonkey, a circa 200 imprese del settore, nel periodo compreso tra aprile e giugno 2019. Il cam-pione considerato si compone unicamente di imprese italiane ed hanno riposto al sondaggio prevalentemente imprese di piccole e medie dimensioni che già utilizzano un sistema ERP. Per meglio comprendere la dimensione delle stesse, le imprese sono state divise in base all’area geografica di appartenenza (nord, centro, sud e isole) e classificate in base alla loro classe di fatturato, al numero dipendenti e tipologia di attività.

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inferiore o uguale a 10 mln di euro e un numero di dipendenti compreso tra gli 11 ed i 50 addetti. Inoltre, oltre il 50% del campione svolge la propria attività nella produzione, il 34% nel riciclaggio e solo il 15% nella raccolta (grafico 3).

Graf. 1 – Classe di fatturato Graf. 2 – Numero di addetti

Fonte: ns. elaborazione Fonte: ns. elaborazione

Graf. 3 – Attività principale dell’azienda

Fonte: ns. elaborazione

Interessanti risultano essere le motivazioni che hanno spinto le aziende ad implementare un sistema ERP (grafico 4).

Graf. 4 – Motivazioni che hanno spinto le aziende ad implementare un sistema ERP

(33)

Oltre il 40% del campione ritiene molto importante implementare un si-stema ERP al fine di:

 migliore la governance dei processi;  migliore il rapporto fornitore-cliente;  maggiore competitività;

 incremento della produttività;  integrità dei dati;

 migliore integrazione tra i processi.

Dall’altro lato, le problematiche maggiormente riscontrate dell’impresa nell’implementazione sono:

 resistenza al cambiamento da parte dei dipendenti;  integrazione con altri moduli di sistema;

 capacità dei dipendenti a lavorare con il sistema;

per oltre il 40 % del campione, risultano essere problemi di media diffi-coltà da risolvere (grafico 5).

Graf. 5 – Principali difficoltà incontrate nell’implementazione di un sistema ERP

Fonte: ns. elaborazione

I sistemi ERP hanno influito positivamente delle imprese intervistate. In-fatti, i principali benefici realizzati dall’implementazione del sistema e che risultano più rilevanti per oltre il 50% del campione (grafico 6), sono: inte-grità dei dati, maggiore competitività, migliore governance dei processi e migliore integrazione tra i processi.

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Graf. 6 – Principali benefici di un sistema ERP

Fonte: ns. elaborazione

Graf. 7 – Aree in cui si registreranno i maggiori benefici dagli sviluppi tecnologici

Fonte: ns. elaborazione

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tecnologia ha portato infatti grandi vantaggi riuscendo a soddisfare le esi-genze degli operatori proponendo sistemi in grado di monitorare ed elaborare ogni singolo processo. Sono stati sviluppati appositamente software per mi-gliorare il controllo di ogni comparto, coordinando la movimentazione dei rifiuti, dei mezzi, del personale, con lo scopo di ottimizzare i tempi e mini-mizzare i costi (Amendola, 2018). Sicuramente si potranno raggiungere ri-sultati migliori sempre più apprezzabili con la diffusione di sistemi informa-tivi abilitanti e di reti di trasmissione veloci che sono alla base della trasfor-mazione digitale in atto. La sempre maggiore diffusione di strumenti di ge-stione e di comunicazione favorirà lo sviluppo di una cultura orientata alla riduzione degli sprechi sia nelle imprese che nella società.

Bibliografia

Amendola C., Uno studio sull’implementazione dei sistemi ERP nel settore agroin-dustriale italiano. Industrie Alimentari, LVII, 2018, pp. 18-26.

Business Continuity Institute. BCI Supply Chain Resilience Report 2018. Business Continuity Institute. Berkshire (UK), 2019.

Business Innovation Team. Le nuove tecnologie della digitalizzazione: più valore al gestionale ERP. https://bit-eu.com/le-nuove-tecnologie-della-digitalizzazione-piu-valore-al-gestionale-erp/, 27 giugno 2019.

Confartigianato imprese. https://www.confartigianato.it/2019/10/studi-economia- circolare-nelle-mpi-395-miliardi-e-di-fatturato-con-il-755-degli-addetti-uno-su-due-nellartigianato/, 21 ottobre 2019.

ENEA. Rapporto sull’economia circolare in Italia. Rapporto Enea. Roma, 2019. Enter Software Innovation. Green supply chain: sostenibilità e gestione della

produ-zione. https://www.entersoftware.it/green-supply-chain/, 01 ottobre 2019. Ekovision. Erp per la gestione dei rifiuti e Industria 4.0

https://www.ekovision.it/ca-tegory/erp-gestione-rifiuti/, 13 febbraio 2017.

Governo. http://www.governo.it/it/search/node/legge%20bilancio.

(36)

4. I SEMI DI TABACCO PER LA PRODUZIONE

DI SUSTAINABLE AVIATION FUEL

di V. Amicarelli

1

, A. Patruno

2

, G. Lagioia

1

, C. Bux

1

1 Dipartimento di Economia, Management e Diritto dell’Impresa, Università degli Studi di

Bari Aldo Moro [email protected] [email protected] [email protected]

2 Italian Air Force

[email protected]

Abstract

The aviation (air transport) is responsible for over 2% of global CO2 emissions representing approximately 13% of total emissions in whole transport sector, and 99% of them are due to fuel combination. Being environmental sustainability an in-creasing priority at global scale, national and international institutions have adopted several strategies destined to air transport development. Their final aim is to improve fuel efficiency reducing, at the same time, global emissions by at least 50% by 2050 (compared to 2005 data). In such context, one of the main actions related to air transport is the use of sustainable bio-jet fuels.

The aim of the present paper is the analysis of a Sustainable Aviation Fuel (SAF) obtained from inedible oil seed of a nicotine and GMO-free tobacco plant called “Solaris”, tested and patented by an Italian company. This analysis will investigate its economic and environmental potential in an integrated biomass production sys-tem and its related opportunities of development.

Keywords: Bio-jet-fuel, Tobacco seed, Solaris, Sustainable Aviation Fuel,

Sustain-ability

Introduzione

Lo sviluppo delle attività antropiche contribuisce al progressivo aumento delle emissioni globali di anidride carbonica (CO2) stimate in poco meno di

33 miliardi di tonnellate (Gt) annue e di cui circa il 25% (più di 8 Gt) deriva dal settore trasporti. In particolare, le emissioni dell’aviazione, pari a 844 milioni di tonnellate (Mt), rappresentano circa il 2% delle emissioni globali di CO2 e circa il 13% di quelle del settore dei trasporti (International Energy

(37)

aeronautico, da oltre un decennio, ad adottare politiche e strategie di inter-vento finalizzate alla riduzione degli effetti negativi derivanti dalle proprie attività. A partire dal 2008 l’Air Transport Action Group (ATAG) ha contri-buito affinché l’aviazione fosse la prima industria di trasporto globale ad avere un piano a lungo termine per affrontare l'impatto dei cambiamenti cli-matici, fissando dei target ambientali a breve, medio e lungo termine finaliz-zati principalmente al miglioramento dell'efficienza dei carburanti (1,5% all'anno dal 2009 al 2020), alla stabilizzazione delle emissioni a partire dal 2020 e alla riduzione delle emissioni del 50% entro il 2050 (sulla base dei livelli raggiunti nel 2005).

Le compagnie aeree di tutto il mondo, nel 2018, hanno trasportato oltre 4 miliardi di passeggeri e oltre 60 Mt di merci, impiegando approssimativa-mente 275 Mt di jet-fuel (circa il 10% di tutto il carburante utilizzato a livello mondiale). Questi dati confermano il ruolo chiave dell’aviazione nella do-manda globale di “spostamento” di merci e persone e giustificano il valore del commercio internazionale per via aerea stimato in oltre 5,5 trilioni di dollari USA (US$) e i 650 miliardi di US$ complessivamente spesi dai pas-seggeri (ATAG, 2018). Tutto ciò ha generato nel tempo un notevole aumento delle emissioni di CO2. Si stima che tale incremento, dal 1990 al 2015, sia

stato pari al 105%, mentre nell’ultimo decennio, dal 2008 al 2017, la varia-zione media percentuale registrata è stata pari al 2,3% (International Air Transport Association, 2016). Per comprendere la significatività dell’im-patto dell’aviazione sull’ecosistema, si consideri che un volo andata e ritorno da Los Angeles a Londra produce circa 1 t di CO2 per passeggero, quantità

pari a 1/5 della media globale annuale pro-capite delle emissioni di CO2

(Klauber et al., 2017).

Obiettivo del presente lavoro è l’analisi della produzione di un carburante sostenibile per l’aviazione (SAF - Sustainable Aviation Fuel) ottenuto dall’olio non commestibile di semi di una particolare pianta di tabacco

nico-tine and GMO-free, denominata “Energy Tobacco Solaris” e le sue

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