• Non ci sono risultati.

distanza della visione distinta

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "distanza della visione distinta"

Copied!
4
0
0

Testo completo

(1)

Ciò che conta nella percezione dei particolari di un oggetto è l’angolo sotto cui l’oggetto è visto.

Quanto maggiore è tale angolo, tanto migliore sarà la percezione dei dettagli.

α δ

y

Nella figura è rappresentato un oggetto di dimensione trasversa situato a distanza dall’occhio che quindi è visto sotto l’angolo . Per migliorare la percezione si deve aumentare l’angolo e quindi diminuire la distanza . Tale distanza, tuttavia, non può scendere sotto un valore minimo che prende il nome di “distanza della visione distinta”. Sotto tale valore, infatti, l’occhio umano non

è più in grado di accomodarsi facilmente e la visione risulta peggiore.

y δ

α δ

Applicando semplici considerazioni geometriche al triangolo rettangolo in figura risulta:

y = δ tan α

L’angolo massimo sotto cui si riesce ad osservare l’oggetto è:

α

max

= arctan y δ

min

essendo la “distanza della visione distinta”.

δ

min

(2)

Per migliorare la percezione di un oggetto si può fare ricorso ad una lente convergente. Si prenda dunque una lente con una certa distanza focale e si ponga l’oggetto di cui si vuole migliorare la percezione in prossimità della sua fuoco, fra il fuoco e la lente. Si accomodi quindi l’occhio nelle

vicinanze del secondo fuoco.

y y

!

x

1

∼ f

β

L’angolo sotto cui si vede l’immagine creata dalla lente è . Si definisce ingrandimento visivo della lente il rapporto:

β

I

v

tan β tan α

max

che, tenendo conto delle relazione per il triangolo evidenziato in figura, si può esprimere come

y = f tan β

f

I

v

=

δ

min

f

Lente semplice

(3)

Per migliorare la percezione di un oggetto posto a grandi distanze si può fare uso di un cannocchiale astronomico (di Keplero). Il cannocchiale è costituito da 2 lenti convergenti. La prima si chiama OBIETTIVO ed ha una grande distanza focale, la seconda si chiama OCULARE ed

ha una distanza focale piccola.

y

α

α

!

α ! α

!

β A

B

y O

1

F

1

O

2

F

2

y

!

y

!!

B

!!

A

!!

L’obiettivo produce l’immagine dell’oggetto AB. Visto che l’oggetto AB è grande distanza (si noti che il disegno non e’ in scala!) la sua immagine A’B’ cadrà molto vicino al fuoco dell’obiettivo. A questo punto se l’oculare è aggiustato in modo che cada leggermente alla destra del suo fuoco

ne produrrà a sua volta un’immagine ingrandita di estremi A’’B’’ secondo lo stesso criterio analizzato nel caso della lente semplice!

Cannocchiale astronomico

Si noti che a cause della grande distanza dell’oggetto AB rispetto alle dimensioni del cannocchiale date approssimativamente dalla distanza fra le due lenti si ha con buona approssimazione:

y

!

y

!

y

!!

A

!

B

!

|B

!

− A

!

| = y

!

|B − A| = y

|B

!!

− A

!!

| = y

!!

|O

2

− F

2

| = f

2

|O

1

− F

1

| = f

1

(4)

L’ingrandimento visuale del cannocchiale di Keplero è dato del rapporto

I

v

=

tan β tan α

Essendo l’angolo sotto cui si vedrebbe l’oggetto AB in assenza del cannocchiale e l’angolo sotto cui si vede l’immagine prodotta dallo strumento.

Applicando alcune considerazioni geometriche ai triangoli evidenziati in figura si ha:

Triangolo

ABF

2 : l’angolo è quello sotto cui si vedrebbe l’oggetto in assenza di cannocchiale Triangoli e : sono simili e per il secondo dei due vale la relazione geometrica

ABO

1

A

!

B

!

O

1

y

!

= f

1

tan α

!

Triangolo : ripetendo considerazioni analoghe a quelle fatte per la lente sottile vale

y

!

= f

2

tan β A

!!

B

!!

F

2

α β

α

Esplicitando le tangenti scritte sopra, tenendo presente che e sostituendo nella definizione dell’ingandimento, finalmente si ottiene:

α ! α

!

I

v

= f

1

f

2

Ovvero lingrandimento del cannocchiale è tanto maggiore quanto è maggiore la distanza del fuoco dell’obbiettivo e quanto è minore la distanza focale dell’oculare.

Riferimenti

Documenti correlati

Prova di laboratorio: lenti sottili, formazione dell’immagine, misura della distanza focale di una lente convergente e di una

dell’immagine (q) rispetto alla lente, ma dall’altra parte, in termini della distanza focale (f) che è la distanza del fuoco dalla lente. La

Fuoco di una lente e’ l’immagine di un oggetto posto in un punto, sull’asse, a distanza infinita dalla lente. I raggi uscenti da una sorgente puntiforme posta nel fuoco di una lente,

Analogamente, al punto lontano, un occhio normale deve essere in grado di mettere a fuoco un oggetto all’infinito (se vogliamo essere pi` u precisi, ad una distanza maggiore

[r]

Sia E 3 lo spazio euclideo reale tridimensionale dotato del rife- rimento cartesiano standard (x, y, z).. Si determini la distanza fra r

L’esperienza costruttiva ha messo in luce che la posizione solitamente più gravosa in tal senso è da individuarsi quando biella e manovella sono in quadratura. In tale

Studia la legge dei punti coniugati (inizio di pag. 292) e scrivi con cura, dopo aver fatto una rappresentazione graca, i passaggi che hanno condotto alla sua formulazione.. Un