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Hotel Quirinale Via Nazionale 7 - 00185 Roma 14 marzo 2015 ASSEMBLEA STRAORDINARIA del CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FNC IPASVI verbale n. 178 (2/15) FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IP.AS.VI

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FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IP.AS.VI

ASSEMBLEA STRAORDINARIA del

CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FNC IPASVI verbale n. 178 (2/15)

Hotel Quirinale Via Nazionale 7 - 00185

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ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IPASVI

Il giorno 14 marzo 2015 alle ore 10.25 inizia a Roma presso l’Hotel Quirinale il 178° Consiglio nazionale della Federazione nazionale Collegi IPASVI convocato in assemblea straordinaria con il seguente ordine del giorno:

1) Approvazione del verbale n° 177 (Consiglio Nazionale 20 Febbraio 2015); 2) Elezioni del Comitato Centrale e del Collegio dei Revisori dei Conti

Sono presenti i membri del Comitato Centrale uscente e rappresentati i seguenti Collegi provinciali IPASVI: Agrigento, Ancona, Aosta, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso-Isernia, Carbonia Iglesias, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Cremona, Crotone, Ferrara, Firenze, Forlì-Cesena, Gorizia, La Spezia, Latina, Lecco, Livorno, Macerata, Mantova, Matera, Messina, Milano-Lodi-Monza-Brianza, Modena, Napoli, Nuoro, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pescara, Piacenza, Pordenone, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Trento, Treviso, Trieste, Udine, Varese, Venezia, Verona, Vibo Valentia, Vicenza, Viterbo

La seduta ha inizio alle ore 10.25

ANNALISA SILVESTRO, Presidente del Comitato Centrale della Federazione Nazionale dei Collegi IP.AS.VI. Buongiorno colleghi. Come avrete visto nella convocazione dobbiamo innanzitutto adempiere una questione procedurale al primo punto all’ordine del giorno, inerente l’approvazione del verbale, per il quale passo la parola alla Segretaria Beatrice Mazzoleni.

1. APPROVAZIONE VERBALE N°167 (CONSIGLIO NAZIONALE 20 FEBBRAIO 2015)

BEATRICE MAZZOLENI, Segretaria del Comitato Centrale della Federazione Nazionale dei Collegi IP.AS.VI. Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti.

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda l’approvazione del verbale n°167 inviato a tutti i Collegi provinciali in settimana, precisamente nella giornata di martedì 10 marzo. Dal momento che non sono pervenute richieste di modifiche o integrazioni, possiamo procedere alla votazione per alzata di mano. (Si procede alla votazione del verbale per alzata di mano)

Chi è a favore del verbale inviato alzi la mano.

(I Presidenti e/o delegati che approvano alzano la mano) Grazie. Astenuti?

(I Presidenti e/o delegati che si astengono alzano la mano) Grazie. Contrari?

(Nessun Presidente e/o delegato alza la mano) Grazie. Il verbale è approvato a maggioranza.

GIOVANNI ANTONIO MUTTILLO, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Milano/Lodi/Monza e Brianza. (Fuori microfono) Possiamo avere una verifica dei voti a favore rispetto all’approvazione del verbale? Per sapere con quanti voti è stato approvato il verbale.

BEATRICE MAZZOLENI. Allora, contiamo i voti a favore.

ANNALISA SILVESTRO. No, scusate, ma, visto che il Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Milano, desidera conoscere i numeri precisi, facciamo nuovamente la votazione per appello nominale. Procediamo pure. (Si ripete la votazione del verbale. La Segretaria Beatrice Mazzoleni procede per chiamata nominale)

BEATRICE MAZZOLENI. I voti a favore sono stati 62, le astensioni 2, nessuno ha votato contro. Il verbale è quindi approvato. Grazie.

ANNALISA SILVESTRO. Bene, grazie a tutti. Proseguiamo con il secondo punto all’ordine del giorno inerente le votazioni e quanto correlato ad esse per l’elezione del Comitato Centrale e del Collegio dei Revisori dei Conti per il prossimo triennio.

2. ELEZIONI DEL COMITATO CENTRALE E DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

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osservazioni per poi concludere questo momento di confronto e di riflessione recandosi presso la nostra sede per esprimere il proprio voto.

A tal proposito, vi do due informazioni di carattere organizzativo. Si comincerà alle ore 13.00, in sede ci sarà una hostess che distribuirà dei numeri, con il metodo del salva coda, in modo da evitare assembramenti e consentire una vostra programmazione per i rientri.

Oggi il seggio resterà aperto fino alle 22.00, mentre domani aprirà alle 9.00 e chiuderà alle 18.00 per poi chiudersi definitivamente lunedì alle 10.30.

(I componenti il Comitato Centrale uscente lasciano il tavolo della Presidenza per accomodarsi in sala tra gli altri consiglieri componenti il Consiglio Nazionale)

ANNALISA SILVESTRO. I colleghi dell’attuale Comitato Centrale, come vedete, si sono alzati e si sono accomodati tra di voi in sala perché da questo momento si apre l’Assemblea elettorale, mentre io resto qui in quanto devo presiedere l'Assemblea.

Abbiamo ricevuto quattro candidature formali che sono state inserite nel sito della Federazione. Di queste, una è stata ritirata. I candidati sono il collega infermiere Morini Giampietro, il collega infermiere Perniola Francesco e il collega infermiere Rispoli Vincenzo. Nel caso fossero presenti in sala li invito ad avvicinarsi se desiderano presentarsi ed eventualmente rendersi disponibili a domande.

(Nessuno dei candidati citati chiede la parola)

ANNALISA SILVESTRO. Dal momento che i candidati non chiedono la parola procediamo. Non ci sono altre candidature arrivate direttamente in sede, ma sappiamo che c’è un gruppo che si candida.

Colgo l’occasione per chiedere se c’è qualcun altro che vuole manifestare la sua candidatura.

Visto che non ci sono richieste di intervento in tal senso, passo la parola alla collega Barbara Mangiacavalli. BARBARA MANGIACAVALLI. Grazie, Presidente. Abbiamo deciso che mi faccio portavoce di un gruppo che si candida. Molti di voi avranno già preso visione delle nostre idee in merito alla candidatura.

Il programma è impostato in cinque aree: quattro per il Comitato Centrale ed una specifica per il Collegio dei Revisori dei Conti. Le aree del Comitato Centrale sono raggruppate per macrotematiche con un filo conduttore che lega tutto il programma con il quale ci proponiamo ai Presidenti di questo Consiglio Nazionale.

L’area della rappresentanza è l’area che va a declinare il ruolo peculiare dei Collegi. Vogliamo in questo senso fornire quella che abbiamo chiamato “cassetta diversificata di attrezzi”, che sono sia di tipo informatico, che informativo, procedurale e seminariale, per mettere i Collegi nelle condizioni di rispondere, in maniera sempre più appropriata e sempre più puntuale, alle diverse istanze in cui vengono coinvolti sia di tipo professionale che istituzionale. Così come abbiamo dichiarato di sostenere Coordinamenti regionali e Collegi provinciali nell’attuazione del Patto per la salute, con tutte le novità e le innovazioni che questo comporta rispetto alla nostra famiglia professionale. Vogliamo sostenere i Collegi anche per fare in modo che diventino sempre più luogo di incontro per quella che noi abbiamo definito la domanda e l’offerta di assistenza infermieristica. Quindi fare incontrare i professionisti che erogano assistenza infermieristica con i cittadini che hanno bisogno di avere un’assistenza infermieristica qualificata. Sostenere il percorso di accreditamento di tutti i professionisti, ma anche soprattutto dei liberi professionisti affinché si possa sempre andare incontro a questa offerta qualificata. Inoltre, abbiamo in programma di riattualizzare, rileggere e rivedere il Codice deontologico dell’infermiere perché sono trascorsi cinque anni dalla sua approvazione. L’area dell’esercizio e dello sviluppo professionale, come avete avuto modo di vedere, ruota attorno al problema delle competenze specialistiche, quindi, sia per la parte clinico assistenziale, sia per la parte manageriale riprendendo il lavoro fatto con la Bocconi sulla valorizzazione delle funzioni manageriali. Quest’area ruota essenzialmente attorno alla valorizzazione dell’infermieristica, ai ruoli, alle funzioni, alle competenze, alle correlate responsabilità e autonomie professionali. Si intende ragionare sull’infermiere specialista, tener conto di quanto emerso dal sondaggio fatto per le infermiere pediatriche e le vigilatrici di infanzia e dar corso ai risultati dello stesso, quindi ipotizzare anche per le suddette figure sviluppi precisi e futuri rispetto al loro profilo professionale, alla loro attività e continuare a garantire la formazione gratuita con i corsi FAD ECM.

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convegni. Riprendere e riprogrammare una campagna sull’immagine dell’infermiere perchè riteniamo che avvenimenti successi nel triennio che si conclude abbiano leso l’immagine degli infermieri; intenderemmo pertanto ripuntualizzare e lavorare ancora sull’accreditamento dell’immagine dell’infermiere.

Mi permetto di dire due parole anche a nome dei candidati Revisori dei Conti, ma naturalmente, se i colleghi candidati vorranno aggiungere qualcosa, potranno certamente farlo.

Come avete visto, abbiamo fatto la scelta di dedicare un’area ai Revisori dei Conti, che in qualche modo ricalca quello che è il programma politico del Comitato Centrale. Vorremmo che fosse un Collegio dei Revisori dei Conti sempre più vicino agli iscritti. La collega candidata Lia Pulimeno ci dirà qualcosa in merito a questo.

Prima di darle la parola aggiungo solo una cosa. I nomi dei colleghi del Comitato Centrale che si propone li conoscete in quanto li abbiamo indicati sul programma e sono: Annalisa Silvestro, Ciro Carbone, Barbara Mangiacavalli, Beatrice Mazzoleni, Pierpaolo Pateri, Maria Adele Schirru e Franco Vallicella. I colleghi sono tutti in aula, per cui, se qualcuno di loro vuole aggiungere qualcosa, può farlo senza problemi così come voi, colleghi Presidenti, potete tranquillamente porci domande o chiederci ulteriori approfondimenti.

Nel frattempo, ringraziandovi per l’attenzione rivoltami, cedo la parola alla collega Lia Pulimeno. (Applauso)

AUSILIA MARIA LUCIA PULIMENO. Grazie Barbara per aver anticipato qualcosa rispetto al Collegio dei Revisori dei Conti per il quale mi candido.

Per quello che riguarda il Collegio dei Revisori dei Conti nel programma abbiamo individuato un’area di verifica e controllo. Oltre ovviamente le funzioni tipiche del Collegio dei Revisori dei Conti pensiamo di fornire un supporto utile ai Collegi che lo volessero anche dal punto di vista informatico, oltre che probabilmente seminariale. L’intento di tutto questo è quello di supportare e fornire consulenza ai revisori dei Collegi per tutte quelle che sono le funzioni di competenza che potrebbero essere utili.

Anch’io vorrei presentare il gruppo che si candida: Lia Pulimeno, il mio nome di battesimo per intero è Ausilia Maria Lucia Pulimeno, ma visto che è un po’ difficile mi presento semplicemente come Lia Pulimeno del Collegio IP.AS.VI. di Roma, Salvatore Occhipinti del Collegio IP.AS.VI. di Agrigento, Flavio Paoletti del Collegio IP.AS.VI. di Trieste e Mariacristina Magnocavallo del Collegio IP.AS.VI. di Campobasso/Isernia. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. Ringrazio le colleghe Barbara Mangiacavalli e Lia Pulimeno.

A questo punto apro il dibattito e cedo la parola a voi colleghi Presidenti. Qualcuno desidera intervenire? GRAZIANO LEBIU, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Carbonia/Iglesias. (Fuori microfono). Si può fare una dichiarazione di voto?

ANNALISA SILVESTRO. Potete fare tutto quello che volete. Prego, Graziano Lebiu, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Carbonia/Iglesias.

GRAZIANO LEBIU. Buongiorno. Presidente, componenti il Comitato Centrale, colleghi del Consiglio Nazionale, il Collegio di Carbonia/Iglesias si è presentato, durante la campagna elettorale dello scorso, con l’impegno preciso di sostenere e chiedere il voto dei colleghi nel prosieguo della linea politica professionale del Comitato Centrale uscente; con delibera del 27 febbraio 2015 il mio Consiglio ha riconfermato all’unanimità tale intendimento.

Ci siamo posti due domande: cos’è l’infermieristica per il nostro territorio? Chi ha fatto che cosa e chi ha portato a casa i risultati?

Alla prima domanda rispetto a cosa sia l’infermieristica rispondo che noi la intendiamo come un grande progetto politico per il servizio sanitario pubblico e privato nel nostro Paese, ma non può limitarsi solo ad essere la tenuta di un Albo o un’applicazione molto precisa delle normative. Ci siamo chiesti chi ha interesse a non poter permettere che l’infermieristica sia veramente un grande progetto per il servizio sanitario nel nostro Paese. Quello che è successo in quest’ultimo anno ci dà anche la seconda risposta. Alla domanda su chi ha fatto che cosa e che cosa ha portato a casa, non si può non rispondere che niente ha prodotto la guerra infermieristica, la gun-nurses di quest’anno, niente sassi lanciati nello stagno, la comunità professionale vantaggi concreti non ne ha portati a casa, i siti internet, i quotidiani on-line sono stati affollati, ci sono state petizioni, sono stati affollati anche gli uffici dei protocolli istituzionali e si sono scritte lettere al Capo del Governo. Quindi, siamo stati onnipresenti tranne che accanto ai nostri colleghi infermieri, contesti professionali che meritano e attendono miglioramenti che certamente non si possono avere con questo sterile periodo che ci siamo lasciati alle spalle.

Io credo che ci fosse bisogno di un’alternativa politica al Comitato Centrale, io speravo che un gruppo professionale potesse confrontarsi con noi apportando contributi, stimoli e pungolature. Niente di tutto questo è avvenuto, quindi si è perso un altro anno senza un’alternativa. Siamo stati buttati in pasto ai media in una lezione di autolesionismo che non ha precedenti nella storia della nostra professione.

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poco tempo di discutere di altre questioni; probabilmente si deve pensare ad allargare questi momenti di riflessione tra di noi. Io vorrei che questo fosse un Consiglio Nazionale di lotta e di governo; di governo perché elegge il Comitato Centrale, di lotta perché ci si deve confrontare senza alcun tipo di paura rispetto al dibattito che sia serrato, però continuo, produttivo, palese, autorevole, tangibile e soprattutto utile. Sempre come Consiglio Nazionale di lotta e di governo, uno spazio dove si possano manifestare anche degli orientamenti, tutti sono legittimi, tutti potrebbero essere recepiti; un Consiglio Nazionale dove si formano caratteri e personalità anche guardando al futuro, si costruiscano atteggiamenti nei confronti del prossimo, sia che si tratti di un mio collega di Consiglio Nazionale, che di un infermiere, di un iscritto, di un rappresentante o di un interlocutore istituzionale.

Ricordo che abbiamo avuto una sollecitazione importante dal Congresso appena trascorso: si parlava di coraggio e di alibi. Io credo che dobbiamo anche noi uscire da certi schemi. Il funzionamento dei nostri organismi è molto rigido, frutto di una normativa vetusta, ma questo non ci dovrebbe impedire di rinfrescare e di aggiornare alcune delle nostre attività e il nostro funzionamento. Soprattutto credo sia arrivato il coraggio di dire di smetterla di guardare al Comitato Centrale, al gruppo che ci deve dirigere, esclusivamente riferendosi all’appartenenza geografica o al certificato di residenza; io sono contentissimo che siano sette persone, sette colleghi di una Provincia, ma che abbiano le competenze, non ho alcun tipo di problema che mi porta (o simile) a chiedere o ad ambire ad essere presente in Comitato Centrale perché sono il referente di un’area geografica e magari invece non ho competenze da spendere a favore di questa comunità.

In merito agli alibi credo che dobbiamo averne meno anche noi, così come non li deve avere la politica soprattutto rispetto al fatto che molte delle problematiche, emerse nell’arco di quest’anno, non possono più essere sottaciute, ma devono essere recepite. Mi riferisco agli avamposti del front office infermieristico, quindi l’operazione lavoro e tutte le altre questioni che sono latenti e che non possiamo lasciare in mano a terzi. In conclusione, penso che dobbiamo avere il coraggio di porre fine all’alibi per cui non si possa sostenere un gruppo che si è messo a disposizione degli infermieri perché si è ostaggio di incompatibilità di interessi. A mio avviso c’è un elemento sul quale bisogna ragionare - e mi rivolgo ai colleghi del Consiglio Nazionale che magari sono ancora indecisi se votare contro, a favore, scheda bianca o scheda nulla - i Presidenti passano, l’istituzione rimane. Questa è una cosa che voglio evidenziare. Quindi, sostenere il Presidente del Comitato Centrale significa sostenere tutti quanti noi a prescindere dall’orientamento. E’ questo il motivo per il quale deve essere valorizzato il fatto di ritrovarsi comunque, in maniera anche abbastanza palese, ad esprimere un parere. Io vorrei lanciare un’OPA sul Comitato Centrale, quindi un’Opzione Professionale di Appoggio in modo che sia il Consiglio a poter tassellare le attività del prossimo Comitato Centrale, quale che esso sia, per il lavoro a beneficio di tutti.

Dichiaro, pertanto, il voto del mio Collegio a favore della lista presentata poco fa dalla dottoressa Barbara Mangiacavalli e auguro buon lavoro a tutti.

(Applauso)

(Per rendere più chiaro l’intervento appena trascritto di seguito si riporta il testo integrale del documento lasciato agli atti da Graziano Lebiu, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Carbonia/Iglesias)

“Presidente, componenti il Comitato Centrale, colleghi del Consiglio Nazionale, ci siamo presentati al rinnovo del Collegio Carbonia Iglesias con l'impegno di sostenere la linea politico professionale del Comitato

Centrale. Con deliberazione del Consiglio Direttivo dello scorso 27 Febbraio 2015 e nota agli iscritti prot. 104 del 12 Marzo 2015, all'unanimità abbiamo riconfermato tale intendimento.

L’infermieristica infatti o è un grande progetto politico per il servizio sanitario nel ns. paese, o non è. E che possa continuare a rappresentarlo ed esserlo con più forza, chi ha interesse di non poterlo permettere?

Il filo conduttore della scelta assunta ha radici profonde, si riconosce nel richiamo all’unità contenuto nella mozione conclusiva del 17 congresso, e alla domanda ("chi ha fatto che cosa e chi porta a caso il risultato"), si è dovuto senza smentita rispondere che niente hanno prodotto le ragioni del cuore, niente la gun-nurses ingaggiata dal fuoco amico, niente il sasso lanciato nello stagno da improbabili personaggi, men che meno vi sono risultati a vantaggio della comunità professionale firmati da mandanti e marionette che in più di un ruolo hanno affollato siti internet, quotidiani on line, petizioni pubbliche, uffici protocollo istituzionali.

Onnipresenti, tranne che nel recinto e nella testa dei colleghi ai quali interessano, rispetto al conflitto d'interesse, i miglioramenti delle condizioni lavorative e il riconoscimento professionale ed economico del loro impegno.

Onnipresenti eppure Onniperdenti per il clamoroso fallimento di ogni azione criminale intentata, senza distinzione alcuna sul danno inferto, contro gli interessi della professione, che sono molteplici e che restano sul tappeto, nonostante tutto.

Azione criminale non realizzata per difetto non tanto del telecomando quanto della testa di chi lo ha azionato.

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alternativa all'obiettivo di tale abbattimento di massa.

Si realizza con il dialogo, la sinergia, il confronto, il lavoro nei rispettivi ruoli e ambiti d'azione, con

compromessi, con proposte, con accordi. Se solo uno di questi aspetti fosse stato curato, ne avrebbero

giovato, tra gli altri, tutti gli infermieri che ai diversi livelli si ha la pretesa, l'onere e l'onore di rappresentare. Un triennio di fantomatica alternativa perso, buttato in pasto ai media e non appannaggio dei tanti colleghi che hanno ben altro a cui pensare e non meritano l’impresa mai tentata prima: autoledersi, come se non avessimo già abbastanza competitors dai quali guardarci le spalle.

Si è sprecata l'occasione per dimostrare che una opposizione autorevole, pur mossa da un investimento più emotivo che strategico e politico, sarebbe stata un capitale professionale di alto profilo. Da autorevole si è invece ridotta ad un repertorio lessicale e sostanziale ininfluente, un degrado progressivo di toni e contenuti, quasi che il dileggio della Presidente, di componenti il Comitato Centrale e di alcuni presidenti provinciali fosse il solo target disponibile. La sua assenza qui, oggi, senza nemmeno avere il coraggio

di metterei la faccia, è la dimostrazione che si muoveva per ben altro che l'interesse collettivo.

Siamo chiamati a costruire non una maggioranza monolitica, ma un più intenso coinvolgi mento su provvedimenti e questioni che riguardano tutti, dall'ordinistica alle competenze avanzate, dai riconoscimenti economici all'organizzazione del lavoro, dalla dignità personale al decoro professionale.

Sottrarre* al Comitato Centrale il totale controllo della politica professionale, è un dovere prima che essere un diritto e corrisponde alle aspettative degli iscritti e che ci danno la possibilità di essere qui convocati

possibilmente per una azione che non sia un atto di semplice presenza.

* contribuire a canalizzare-individuare strategie con il contributo del C. Nazionale * occupare spazi propri

E’ prematuro ipotizzare che si potranno trovare tra tutti noi e il CC convergenze su tematiche specifiche e di peso, ma sarebbe intellettualmente onesto provarci, e su questa evidenza confido che il nuovo CC possa ragionare sui mezzi e sui tempi da mettere a ns. disposizione, anche perché è palese, e non va sottaciuto, che incontrarsi 2-3 volte in un anno è insufficiente per garantire il contributo atteso.

L'ambizione è di vivere un Consiglio Nazionale di lotta e di governo. Di governo perché elegge il

Comitato Centrale che detta tempi e condizioni e opportunità. Di lotta perché il confronto è esigenza che si faccia più serrato, continuo, produttivo, palese, autorevole, tangibile, utile.

Gli infermieri meritano una buona politica professionale, e non migliorano il loro status con le polemiche, le calunnie, le diffamazioni,gli scivoloni, i passi falsi, gli artifizi, le balle colossali e le manipolazioni delle realtà.

La buona politica professionale non è solo quella della previsione del comma 566, o della 42, della 43, del 251: la buona politica professionale è una intuizione, un'idea, un ammonimento.

La buona politica professionale

è il concetto start up di cosa vogliamo essere, chi dobbiamo servire, quando agire.

si realizza con la risposta a quale tipo di cittadino – utente – cliente – persona - collega intendiamo dedicarci.

si concretizza declinando gli intenti congressuali in comportamenti, contributi e formazione a favore di quali professionisti infermieri e dirigenti istituzionali affidare la costruzione della comunità per i prossimi decenni.

ha bisogno di tutti, di una maggioranza che governa e di una opposizione che vigila, ci sono spazi e responsabilità e impegni che nessuno può eludere.

Consiglio Nazionale di lotta e di governo: non un luogo fittizio o virtuale dove si apprendono decisioni, determinazioni, punti di vista, progetti magari già realizzati, ma uno spazio intellettuale dove si

manifestano orientamenti, si delineano perimetri, si formano caratteri e personalità, si costruiscono atteggiamenti nei confronti del prossimo e che saranno le pietre fondanti del futuro della ns. comunità e

della società nella quale siamo inseriti.

Se oggi non vi è il minimo dubbio che una diversa conduzione della comunità infermieristica è possibile, questo lo si deve alle responsabilità delegate dalla Presidente ai suoi collaboratori in tantissime occasioni anche pubbliche, come indubitamente emerso anche nei giorni scorsi.

A tale proposito, e chiudo, un veloce richiamo al Coraggio e agli Alibi fatti propri da Barbara Mangiacavalli all’Auditorium.

Anche noi dobbiamo avere il

Coraggio di uscire dagli schemi e dalle azioni frutto di una normativa vetusta sul funzionamento della ns. istituzione.

Coraggio di chiamare le cose per nome e per cognome, o bianche o nere.

Coraggio di smetterla di guardare al Comitato Centrale come un contenitore di uomini e donne referenti di un territorio geografico.

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Sugli alibi.

Non è più tempo nemmeno di averne nemmeno nella ns. istituzione.

Non possono esserci ALIBI nel continuare a non vedere contesti anche quotidiani che meritano di essere recepiti e che si alzano alla ns. attenzione dagli avamposti del front office infermieristico. Non possono più esserci ALIBI nel differimento della trattazione ed in una ipotesi di soluzione di quanto sopra recepito se recepito.

Non possono più esserci ALIBI nell'insufficienza ad intercettare bisogni chepregnano la dignità, il decoro e l'immagine della professione e che pur non espressamente ricompresi nel Codice Deontologico e in passaggi normativi, non possiamo lasciare in gestione a sciacalli, improvvisatori, venditori di fumo.

NON CI SONO AMBITI PROFESSIONALI DOVE NON SI POSSA ESPRIMERE UNA OPINIONE, ARTICOLARE UNA AZIONE, TUTELARE GLI ISCRITTI.

Dobbiamo avere il CORAGGIO di far venir meno rALIBI che la professione sia ostaggio di una incompatibilità e/o di un conflitto d'interesse e che essendo improbabile un atteso cambio di passo, non sia possibile alcun sostegno nel passaggio elettorale.

Così facendo ci dimentichiamo che i presidenti passano e l’istituzione resta ed essa oggi ha bisogno di essere protetta e valorizzata.

Lanciamo invece un’OPA sul prossimo CC, una Opzione Professionale di Appoggio, e lavoriamo per contribuire a tassellare tutte le politiche professionali passando anche per il prezioso lavoro di tutti.

Dichiaro, quindi, il voto del mio Collegio a sostegno della Lista Partiamo dal Futuro, sostegno pieno e convinto che non significa omologazione del pensiero e non prevede un voto di scambio. Graziano Lebiu, Presidente IP.AS.VI. Carbonia/Iglesias”.

ANNALISA SILVESTRO. Ci sono altri interventi?

Dal momento che non ce ne sono, mi corre l’obbligo etico, visto l’intervento del Presidente Graziano Lebiu, di evidenziare, per ciò che attiene alle questioni di tipo giuridico inerenti la supposta incompatibilità che riguarda la mia persona in quanto Senatore della Repubblica e ad oggi Presidente IP.AS.VI. senza alcuna incompatibilità definita dalla legge attuale. Qualora a scrutinio concluso, mi ritrovassi nel gruppo eletto, valuteremo tutti insieme se continuare nel nostro percorso fino a quando il Senato della Repubblica non si pronuncerà sulla mia posizione e non solo sulla mia. Comunque ci muoveremo nel rispetto delle decisioni reciproche e soprattutto a sostegno e rinforzo del progetto professionale e per il gruppo professionale. Ci sono altri interventi? La parola a Danilo Massai, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Firenze.

DANILO MASSAI, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Firenze. Buongiorno a tutti. Intanto ringrazio Lebiu delle parole che usa (OPA, eccetera, eccetera).

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centrale, se è questo il nostro volere. Perché io credo proprio nei presidenti, credo fermamente che siano delle persone eccezionali a livello provinciale, difficilmente lo sono a livello regionale, ma ancora peggio a livello nazionale. Vi ricordo che nel 2012 noi abbiamo approvato una mozione sulle competenze che si chiamava Tuning. Era un processo interessantissimo, che andava anche contro il lavoro che avevamo fatto come Comitato centrale fino ad allora. Vi invito a leggere sul sito della Federazione il lavoro di questo Comitato centrale - molti ci sono ancora - sulle competenze e le specializzazioni. Se andate a vedere troverete anche le riflessioni sullo specialista che oggi non abbiamo. Non le abbiamo! Noi parliamo di specializzazione, ma non le abbiamo. Firenze, con Massai, non è che viene qua per rompere, chiede solo di confrontarsi sui contenuti, sui passi da fare, su come si declina in Sicilia rispetto alla Toscana. Ricordo inoltre che più volte ho chiesto di collaborare ad alcune cose e non è vero che a livello delle regioni poi non si può lavorare. Gli infermieri toscani, i collegi toscani hanno raddrizzato una strada sull'emergenza, su che cosa fanno gli infermieri nella filiera emergenza, che credo sia importante per tutta Italia. Adesso è una delibera, mentre prima era sparito l'infermiere dall’emergenza. Qualcuno addirittura forse fa anche il dirigente? Meglio, però io vi ricordo che noi abbiamo lasciato insoluto il profilo dei soccorritori - eravamo a un tavolo -, abbiamo lasciato insoluta la definizione di un profilo unico degli OS e adesso quelle cose ce le ritroviamo sui tavoli, per mille motivi che non sto qui a dirvi perché sarebbe troppo lungo, ma ce le ritroviamo. E se si lasciano queste cose per quattro anni poi vanno per conto loro, azienda-azienda, provincia-provincia, regione-regione, quindi si perde il coordinamento nazionale.

Un altro aspetto: le qualifiche. Mentre si sono affermati tutta una serie di aspetti, in questi anni noi non siamo riusciti ad affermare l'infermieristica generale da quella specialistica. Ma nel 2007 noi come Federazione avevamo un documento e, ripeto, quattro riguardavano questo. Abbiamo fatto un altro giro, ma non c'è un'università che abbia attuato i Tuning. Un danno, perché in quattro anni si parlava di programmi e di infermieri che uscivano con certificazione delle competenze. E invece no, ogni università è andata ancora peggio. Abbiamo perso il settore disciplinare, non sono aumentati i professori, scarsamente qualche ricercatore, più imboscato che legato agli infermieri. Anche di questo in questa famiglia non vogliamo parlare: appena uno occupa un posto si dimentica di essere infermiere. Se lo dimentica, tant'è vero che non si chiama più infermiere dirigente o infermiere coordinatore, si chiama coordinatore infermieristico. E ci insegneranno che se al coordinatore aggiungi qualcun altro, alla fine i processi li gestisce qualcun altro. Io sto chiedendo questo qua dentro, con tutte le mie forze: di parlare di infermieristica, perché i cittadini devono apprezzare l'infermieristica più che l'infermiere, altrimenti non ci distinguiamo più.

Troppe professioni. Noi in Toscana il 31 abbiamo fatto l'osservatorio delle professioni per i 566. È chiaro che in Toscana i collegi non sono contro i 566, ma siccome abbiamo un percorso iniziato lo riprenderemo e come collegi cercheremo di lavorare per dare una risposta sicuramente, di applicazione nostra, visto che in Toscana il presidente Rossi ha avuto il coraggio di rivedere il servizio sanitario toscano. In un momento di crisi giustamente si fanno i cambi. Lui ha avuto coraggio e l'ha fatto. In un mese ci aveva tolto dipartimenti e messo in crisi le dirigenze, una (sapete che in Toscana noi ne abbiamo anche 5, 6, 7), ebbene in 20 giorni è stato costretto a ritirare la legge e a rimettere dentro i dipartimenti aziendali, interaziendali e i dirigenti in tutti i livelli. Il problema non è tanto mettere una vedetta adesso lì, è dare contenuti, affinché quegli infermieri che lavorano in chirurgia, medicina, terapia intensiva, territorio, eccetera abbiano contenuti di infermieristica. Lebiu diceva: ci siamo domandati qual è l'infermieristica a Cagliari. Certamente la domanda va fatta, però va messa su un percorso nazionale ben preciso. Non basta dire: diventiamo specialisti. Abbiamo perso i master e questi che sono ora? A me come presidente chiedono: ma io ho un master - i più svariati - sono specialista o no? Perché la legge 43 l'abbiamo scritta noi e la legge diceva che era specialista; se andiamo a vedere la traduzione, è un esperto; se andiamo a vedere in concreto, molte volte non è nulla, perché è scarso il tirocinio e da anni ha il master ma non ha lavorato in quell'area. Allora, se si va per competenze, questo vuol dire: ciò che sai, ciò che sai fare e quali sono i comportamenti migliori per quei cittadini e quella famiglia. Volete un ospedale o no? Allora, qui dentro ci dobbiamo chiarire: è politica o no? Oppure sono i titoli? Ce lo dobbiamo chiarire perché poi si dà indirizzo all'università, si dà indirizzo alle regioni, si dà indirizzo alla formazione, si dà indirizzo ai nostri dirigenti. Anche questa storia dei dirigenti che piano, piano in Italia, non per colpa loro, ma per colpa dell’organizzazione stanno diventando sistemisti - e quindi guai perché hanno un filino talmente lento, eccetera – e quindi agiscono pochissimo sull’evoluzione dell'infermieristica, hanno poche possibilità. I coordinamenti sono fragilissimi nonostante la grande formazione che si è fatta. A questo gruppo che non si rinnova ma continua noi stiamo dicendo questo: questa volta – ma gli obiettivi c'erano anche l'altra volta - facciamo le azioni. Facciamole, troviamo le migliori persone che stanno nei gruppi per produrre, facciamo veramente le cose. Non escludiamo, includiamo. Qua dentro io chiedo solo un aspetto - ma il Massai rompi, un serpente -: parlare! Dire, quando si dà l'obiettivo: come si cresce nel mondo del lavoro se la Sicilia è a due? Se ha il 4,2 per mille di infermieri, come è possibile che sia pari alla Toscana che ha il 6,1? È questo il problema! Pateri e qualcun altro mi dicono che il mondo del lavoro non riguarda il Collegio. Questa domanda la lascio a Daniele.

(Applauso)

(9)

GIOVANNI ANTONIO MUTTILLO. Buongiorno a tutti. Credo che questa sia un’opportunità che non vada sciupata. Difatti, rispetto agli orari previsti nella convocazione, abbiamo ancora del tempo per raggiungere il seggio elettorale, che credo sia importante poter utilizzare per un ulteriore confronto. Avevo deciso di non intervenire, ma, in merito ad alcune sollecitazioni arrivate, credo sia doveroso fare una valutazione anche riguardo all’attuale contesto che oggi viviamo e all’attenzione dei media nei confronti di quanto sta avvenendo a livello nazionale e di quelli che potrebbero essere gli effetti di alcune scelte fatte.

Parto dall’elemento citato rispetto all’ultima nota di Cantone, che ha dato delle indicazioni puntuali, di fronte alle quali io credo che noi, come professione, avremmo dovuto sviluppare, valutare - anche all’interno con un dibattito sereno - quelle che potrebbero essere le scelte di un futuro riposizionamento di un organismo, che deve avere la capacità di governo di un sistema professionale con una serenità, un equilibrio ed una forza di indipendenza e di autonomia rispetto alle le scelte e all’appartenenza ad organismi. Far parte di un gruppo politico, vuol dire far parte di un partito, di una parte, io credo che qualche riflessione al nostro interno vada compiuta rispetto alla presunzione di poter rappresentare l’intera professione nella consapevolezza di aver fatto parte o di essere dentro un organismo come quello del Senato della Repubblica. Come Collegio di Milano abbiamo scelto, durante il rinnovo di questa legislatura, di invitare l’attuale Presidente uscente e Senatore Annalisa Silvestro a Milano in due diverse occasioni proprio perché è importante poter avere un confronto e fare delle valutazioni al di là di quello che può essere un atteggiamento ed un attacco che spesse volte è arrivato a livello personale. Ricordo a tutti l’episodio che ci ha visto protagonisti e coinvolti anche rispetto al dibattito sulle competenze nell’anno 2012. Il 18 maggio 2012 siamo stati convocati in Consiglio Nazionale e chiamati a prendere una decisione in fretta e furia su quella che poteva essere la posizione del Consiglio Nazionale, della professione rispetto alle scelte e alle valutazioni che si stavano compiendo su quel tavolo del Ministero. Personalmente posi una domanda, chiedendo quando quel Comitato Centrale era venuto a conoscenza del documento delle competenze, la risposta non arrivò, nello stesso Consiglio portai una mail che attestava che su quel documento si stava lavorando e che era stato già rivisitato dal gruppo professionale. Ebbene, in parte, ma non tutti conosciamo come poi si sono articolati i fatti. Il sottoscritto è stato sottoposto ad un procedimento di natura penale perché accusato di aver falsificato un documento; ci sono stati due provvedimenti da parte del Pubblico ministero e del Giudice delle indagini preliminari il quale ha riconosciuto, invece, la validità di quel documento, pertanto sono stato assolto. Ma contestualmente, da parte del gruppo dirigente uscente, si è attivato un procedimento disciplinare nei miei confronti con la valutazione di addebiti ed un’audizione fatta dall’attuale Presidente uscente, senza alcuna valutazione pertanto rispetto a quelli che potevano essere gli elementi di un conflitto di interesse all’interno di un procedimento. E sono veramente rattristato per chi ha avuto l’onore di poter leggere i 51 articoli del nostro Codice deontologico, che avrebbe dovuto declinare nel quotidiano questo atteggiamento. Ma io non voglio… Ripeto, sappiamo tutti poi com’è andata a finire, basta ricordare un ulteriore elemento accaduto all’interno della Commissione centrale esercente le professioni sanitarie; il 15 dicembre, rispetto al ricorso che noi abbiamo attivato di fronte a quel procedimento disciplinare in cui il sottoscritto è stato sottoposto ad un mese di sospensione, si sono presentati i componenti del Comitato Centrale (il Segretario, la dottoressa Barbara Mangiacavalli, il Tesoriere, Franco Vallicella e il legale), ma non avendo una delibera, un mandato il Presidente della Commissione esercenti le professioni sanitarie li ha fatti accomodare fuori. Noi in questi anni abbiamo speso tempo, risorse, energie, soldi della nostra professione che potevano essere indirizzati verso scelte diverse, verso un’attività di ricerca, verso politiche della professione, che potevano comunque trovare una modalità per attivare un dialogo, un confronto leale, che qui dentro non c’è stato. Io credo sia importante da parte nostra lavorare sui contenuti, su quelle che possono essere le linee di confronto e di dibattito rispetto all’autonomia di un organismo di rappresentare un gruppo professionale con un profilo di etica pubblica, che deve contraddistinguere la nostra professione. Credo quindi sia imbarazzante oggi per tutti noi leggere delle rassegne ed avere un confronto anche con i nostri iscritti rispetto al problema, che viene posto quotidianamente, della compatibilità o dell’incompatibilità. E’ stato detto che questo gruppo poi farà le valutazioni conseguenti rispetto alla pronuncia del Senato, credo tuttavia che sia importante… A mio avviso non possiamo muoverci rispetto ad un percorso così incerto per un organismo che deve avere una garanzia di governo, una leadership della professione. Prima ancora della valutazione del Senato sul piano giuridico legislativo c’è bisogno di valutare l’opportunità in termini di etica pubblica all’interno di questo organismo, per cui veramente credo che oggi dovremmo essere noi a valutare, anche rispetto ai due incarichi… Ammesso pure che il Senato si pronunci con un parere favorevole, credo . ribadisco - che tali questioni debbano essere valutate prima in termini di opportunità. Faccio anche una proposta, che può risultare provocatoria, ma la butto lì: rispetto al percorso di governo triennale futuro di questo gruppo dirigente - che non si è rinnovato, si è chiuso e questo è un grande limite - io credo si possa fare anche rivalutazione in termini di risorse e indennità, da mettere a disposizione della comunità professionale se si mantengono contestualmente altri ruoli ed altri incarichi parlamentari. La provocazione che vi lancio è proprio questa: mettiamo a disposizione gli emolumenti, le indennità per un progetto di ricerca, per la comunità, per lo sviluppo davvero di una politica e di un confronto sereno.

(10)

come, all’interno di questa comunità professionale, non ci siano dei confronti in merito a ciò che può avvenire su un piano politico dialettico di tesi e di linea perché questo è mancato prima come presupposto di confronto. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. La parola a Impellizzeri, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Trapani.

FILIPPO IMPELLIZZERI, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Trapani. Buongiorno a tutti. Sono Filippo Impellizzeri, Collegio IP.AS.VI. di Trapani.

Oggi desidero parlare in qualità di infermiere iscritto e non in quella di Presidente. Desidero portare la voce dei tantissimi colleghi che all’interno delle corsie vivono dei disagi indescrivibili sotto il punto di vista delle dotazioni organiche e sotto quello del confronto con chi dirige le organizzazioni, che poco o quasi nulla tengono in considerazione la professione infermieristica, tranne magari in Regioni diverse sicuramente rispetto alla Sicilia. Noi viviamo delle situazioni in cui i servizi infermieristici vengono ricoperti da psicologi o altri e questo è veramente vergognoso. Allora, oggi voglio dare voce agli infermieri che non ce la fanno più, agli infermieri che sono stanchi e voglio dire una cosa: smettiamola, ai colleghi non importa se la Presidente della Federazione Nazionale è senatore, parlamentare o Presidente della Repubblica…

(Applauso)

FILIPPO IMPELLIZZERI. Voglio essere chiaro, lo dico senza nessuna idea di appartenenza, io appartengo a me stesso, gli infermieri appartengono a loro stessi. Agli infermieri interessa che cominciamo a muoverci seriamente per dare loro delle soluzioni, perché – l’ho detto più volte - ormai le banane ce tirano se non ci muoviamo. Facciamo bene a parlare di dirigenza e di politica sanitaria, ci vuole, ma dobbiamo uscire forti, dobbiamo uscire uniti. La spaccatura non porta da nessuna parte, il danno all’immagine della professione infermieristica non porta da nessuna parte. Allora, usciamo uniti, usciamo forti, non ascoltiamo le sirene di altre professioni o di altre realtà, altre politiche o quant’altro e cominciamo a dare una risposta concreta alla professione infermieristica, cominciamo a lavorare seriamente su queste benedette dotazioni organiche. Non so come, ma bisogna in qualche modo incidere, fare qualcosa affinché la professione infermieristica non lavori più in sofferenza e poi magari, al contrario, vedere un sacco di gente amministrativa che lavora all’interno delle aziende sanitarie, basta! Non mi posso più permettere di sentire tanti colleghi che lavorano da soli di notte in corsia. Scusatemi se parlo di cose molto semplici, ma per me questa al momento è la cosa più importante. Buona giornata.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. La parola a Filippini, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Varese.

AURELIO FILIPPINI, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Varese. Buongiorno a tutti, sono Aurelio Filippini del Collegio IP.AS.VI. di Varese.

Volevo dire due cose: un “grazie” ed un “per favore”. Un “grazie” perché è stato un triennio difficile per tutti, compresi i Collegi provinciali, e la situazione mediatica non ci ha aiutato ad essere rappresentativi e trasparenti, per cui un grazie per aver resistito, per essere ancora qui e per esservi riproposti (rivolgendosi ai consiglieri componenti del Comitato Centrale uscente).

Anch’io non nutro nessun dubbio rispetto alla questione dell’incompatibilità o meno di Annalisa Silvestro, anzi ritengo che avere una Presidente che sia anche componente del Senato della Repubblica sia un’opportunità, perlomeno in questo momento. Siamo in un periodo in cui bisogna lottare su più fronti ed avere qualcuno che riesca a mantenere sia la parte professionale che quella politica, personalmente, come Collegio di Varese, lo trovo arricchente, quindi non ho nessuna contrarietà rispetto a questo. Finché il Governo non si esprimerà trovo, invece, che sia un punto a nostro favore.

Un “per favore” nel senso di continuare su questa strada. Abbiamo ottenuto diversi risultati; è difficile, lo vedo a livello provinciale, regionale, per cui immagino lo sia anche a livello nazionale, non sono tutti lì ad aspettare che parliamo o che facciamo delle proposte e, anche quando le facciamo, non sempre possiamo incidere come vorremmo. Mi piacerebbe che continuassimo in questo. Chiedo, pertanto, a chi sarà eletto di continuare, per favore, a coinvolgerci in tal senso. Varese si è già espressa come Consiglio Direttivo a favore del gruppo che si è ricandidato, quindi non abbiamo dubbi su chi votare e sappiamo chi vogliamo di nuovo al governo della Federazione. Certo, sono d’accordo sul fatto che continueremo a mantenere un’attenzione alta, come sempre, su chi ci rappresenta. Lo vedo io stesso a livello provinciale, i miei iscritti hanno gli occhi aperti puntati su di me perché mi testano continuamente. E noi, a nostra volta, lo faremo con il Comitato Centrale. Credo che questo faccia parte del lavoro generale da portare avanti, rispetto al quale ci sarà tutta la collaborazione possibile da parte del Collegio di Varese. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. Passo la parola al collega Luigino Schiavon, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Venezia.

(11)

all’interno di chissà quale consesso. Il mio mandato è quello di rappresentare al meglio i miei iscritti che sono i 6.200 della Provincia di Venezia. Dopodiché, posso essere utile in altri ambiti? Sono a disposizione. Non sarò certo io a rivendicare di partecipare, di esserci a tutti i costi, credo che il nostro compito sia quello di dire “Sono a disposizione”, ma senza sgomitare per partecipare e questo è stato sempre il mio atteggiamento. Penso che queste cose vadano dette con molta serenità.

Vorrei fare una chiosa rispetto al programma e di conseguenza alla lista dei componenti del gruppo candidato, su cui mi trovo assolutamente d’accordo: mettere i nomi sulla scheda per me oggi non è decidere “Annalisa sì” o “Annalisa no”, è una squadra che io ritengo abbia i numeri, le capacità e le competenze per portare a casa i risultati.

Riguardo all’incompatibilità posso esser sincero? Non me ne importa assolutamente nulla, saranno equilibri che poi, al loro interno, troveranno qualora qualcuno decida che c’è incompatibilità o compatibilità. Ma io credo che il sostegno forte, ora, adesso, vada dato alla squadra che ci rappresenta, che poi al suo interno – ribadisco – troverà gli equilibri rispetto alle norme o alle determinazioni che interverranno, perché data l’età e l’anzianità di Presidenza, sono anche un po’ stanco di venire in Consiglio Nazionale per sentire che c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da dire. L’incompatibilità è un vero problema o un finto problema? Perché, talvolta, mi par di capire che si cavalchino questioni tipo l’incompatibilità e i doppi incarichi guardando solo alle situazioni altrui e non alle proprie. Allora, fin tanto che qualcuno non decide che c’è incompatibilità, io credo in questa squadra di cui fa parte anche Annalisa Silvestro, come credo che ognuno di noi possa dare il suo contributo alla stessa. Voglio leggerlo così l’intervento di Danilo Massai, che per alcuni aspetti sono convinto sia un intervento di disponibilità, così come in parte lo è stato anche l’intervento di Giovanni Muttillo.

Sono convinto, infine, sia necessario ripartire con la voglia di affrontare i temi veri perché altrimenti ci sarà sempre qualche piccolo sindacato che si permetterà di utilizzare echi mediatici all’interno dei social per dire che il Congresso non era un Congresso ma un Convegno e che va tutto malissimo, ma chi semina vento, raccoglie tempesta. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. La parola a Cristian Pediconi, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Teramo.

CRISTIAN PEDICONI, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Teramo. Buongiorno a tutti, sono Cristian Pediconi, il Presidente neoeletto del Collegio di Teramo.

Non mi metterò a parlare di incompatibilità o meno rispetto al gruppo che si è presentato. Io sono giovane, la Presidente qualche giorno fa mi ha comunicato che sono il secondo Presidente più giovane d’Italia. Voglio soltanto dire una cosa: io mi ritengo fortunato in quanto – lo dico a tutti i miei colleghi – quotidianamente faccio il lavoro più bello che c’è. Questa per me è una cosa importantissima…

(Applauso)

CRISTIAN PEDICONI. Per quel che concerne il passato, quando ancora non facevo parte di questo mondo – dico sempre che sono un “novizio” rispetto alla realtà IP.AS.VI. – sarò sicuramente un critico attento. Quello che non mi piace molto è percepire una sensazione per la quale, in presenza di un’alternativa, deve esserci per forza un contrasto. Secondo me l’alternativa dà stimoli, è bella, ricordiamoci che il dissenso è l’elemento più bello e basilare nella democrazia. Vi porto ad esempio la mia realtà. Quando mi sono presentato a Teramo con la mia squadra, il gruppo uscente mi ha accusato di volermi appropriare di cose che non erano mie. Non capisco perché; secondo me è bello che ci siano alternative perché danno stimoli futuri.

Comunque, chiunque ci rappresenti, l’importante per me è che si dia sempre più lustro alla nostra professione. Ci sono – è vero – realtà differenti, anche da me, a Teramo, ci sono tanti problemi. Io vorrei partecipare a molti più eventi, ma purtroppo faccio i turni, siamo sotto organico e quindi mi tocca fare i rientri. Pertanto, occupiamoci intanto di partire dalla base per poi arrivare alla fine della piramide. Auguriamoci tutti buon lavoro e che questo sia un triennio che porti ad una svolta per la nostra professione. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. Passo la parola alla collega Maria Adele Schirru, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Torino.

MARIA ADELE SCHIRRU, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Torino. Buongiorno a tutti. Io sono una di quelle che si ricandida e devo dirvi che devo ringraziare tutti voi, non solo la squadra cui appartengo, anche coloro che in qualche modo hanno provato ad alzare un’altra voce perché ho imparato da tutti. Tuttavia, ho il bisogno di dirvi una cosa e la dico con emozione: noi non possiamo perdere, noi, categoria infermieristica, non possiamo perdere. E’ vero, dobbiamo discutere in Consiglio Nazionale, magari anche in modo animato, ma non possiamo permettere che altri, che non appartengono alla professione, possano ergersi a critici… (Applauso)

(12)

parte… Perché mi permetto di chiamarla tale ed ho imparato a considerarla tale nel tempo, non è stato facile per nessuno di noi fare parte dei sette componenti il Comitato Centrale, anzi ha voluto dire rinunciare ad altre cose, per esempio ad un pezzo di vita privata. Io non chiedo sicuramente un ringraziamento, ma quantomeno un elemento di rispetto, il rispetto della persona (perché questo non può mai venire meno) e comunque della professionalità che abbiamo messo a disposizione di tutti.

Se deciderete di passare un altro triennio con questa squadra vi prego “litighiamoci dentro” – ve lo chiedo veramente in modo accorato - ma fuori, chiunque sia il nostro rappresentante, riconosciamolo e sosteniamolo. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. La parola a Massimo Bona, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Savona. MASSIMO BONA, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Savona. Buongiorno colleghi, sono Massimo Bona, Presidente del Collegio di Savona. Sono un anonimo Presidente di lungo corso come è di moda dire oggi. Vorrei dire pochissime parole.

Credo sicuramente nella continuità di un obiettivo che questo gruppo si è preposto da tempo ed ha perseguito nel bene e nel male come tutti gli obiettivi con alti e bassi, ma che deve essere portato avanti e mi riaggancio in tal senso alle ultime parole che sono state appena dette da questo posto. Litighiamoci dentro, finché vogliamo, senza dimenticare tuttavia che quanto è uscito durante quest’anno è stato veramente pesante da sostenere per chi, comunque, ha scelto con spirito di servizio, senza nessun protagonismo di fare questa attività; come pesante è stato leggere tutti i giorni quanto affermato da altri, che non sono infermieri, inserendosi – se l’avete letto - alla mozione alternativa dell’illustre sociologo, che ho letto questa mattina appena sveglio. Ritengo che nessuno possa permettersi di inserirsi in un discorso che è tipicamente nostro e deve rimanere tale. Lo ammetto da un collega anche non in sede congressuale, non lo ammetto da altri.

Quindi, usciamo da questa situazione perché in venti anni – forse anche qualcuno di più – che frequento questo ambiente, sempre – ripeto – con molta discrezione (è il mio carattere), non ho mai vissuto un periodo come questo in cui ci stiamo dando le classiche martellate sugli alluci da soli; discutiamo, litighiamo, facciamo mozioni in Consiglio, prendiamo decisioni anche contro quella che può essere la nostra rappresentanza del Comitato Centrale, ma usciamo di qui coesi, altrimenti non ne veniamo fuori, per rispetto nei confronti dei nostri giovani, che hanno bisogno che chi li rappresenta in Consiglio Nazionale sia qualcosa di veramente di rappresentativo. Grazie.

(Applauso)

ANNALISA SILVESTRO. Ci sono altre richieste di intervento? Visto che non ce ne sono vorrei dire poche parole dopodiché costituiremo il seggio elettorale.

Personalmente voglio ringraziare chi ci ha ringraziati. Sinceramente non so quello che sarà del prossimo futuro, gli eventi ce lo diranno, cercheremo in squadra di portare avanti il programma e gli obiettivi.

Tuttavia, vorrei davvero che, per un momento solo, pensaste a quello che vivete nei vostri Consigli Direttivi nella vostra Provincia e lo moltiplicaste per 420.000.

Un’altra cosa voglio dire: non accetto che qualcuno dia patenti di etica a qualcun altro, è scorrettissimo, caro collega Muttillo. Ognuno guardi dentro il suo Consiglio Direttivo e pubblichi la pagina sulla trasparenza, dopodiché vedremo quelli che sono i conti e le modalità di tutti.

Questo Comitato Centrale lo ha fatto in maniera amplissima, siamo l’unico Ordine professionale – vi prego di intervenire se avete gli elementi per dire il contrario – che, a livello nazionale, si è posto in questo modo. Infine, nessuno di noi, al di là del Comitato Centrale uscente, ma anche tutti i Presidenti e credo una parte rilevantissima di infermieri ha l’anello al naso.

Tutti siamo stati in grado di leggere come si sono svolti gli eventi, chi ha mostrato la faccia, chi ha mandato avanti altri e chi continua a far così. L’unico pensiero che mi sento di esprimere è che non è un caso che quest’anno l’80% degli attacchi sull’incompatibilità ipotizzata, su come ci muoviamo dentro la compagine sanitaria, su come dobbiamo muoverci e su cosa dobbiamo pensare, sia avvenuto solo sugli infermieri e questo credo sia stato originato e sostenuto sempre da infermieri.

Quindi, mi sento di dire che le patenti di moralità ce le teniamo, ognuno utilizza le sue e fa le sue valutazioni. Si è intervenuti per dire cosa è successo tre anni fa; cosa è successo l’altro ieri. Quali sono stati gli interventi sui contenuti del programma che viene presentato dal gruppo che si candida e di cui faccio parte?

(13)

In questo momento storico siamo il gruppo professionale più malevolmente sotto tiro, purtroppo, per delle posizioni che meritano demerito e che sono state assunte nella logica di “muoia Sansone con tutti i filistei”… Adesso vediamo di superarla questa cosa, prepariamoci ad un triennio che non sarà facile perché vediamo cosa sta succedendo intorno a noi e vediamo di ragionare su queste cose cercando di dare soddisfazione per quello che possiamo, come veniva detto da Impellizzeri, alle istanze dei nostri colleghi, che non vivono una fase delle migliori. E con questo concludo il mio intervento come candidata e vi chiedo se qualcun altro desidera intervenire.

Dal momento che nessuno chiede la parola, proseguì istituzionalmente come doveroso, poiché deve essere costituito il seggio elettorale. Mi sono fatta dare dai nostri uffici l’elenco anagrafico dei componenti il Consiglio Nazionale. Rivedendo le età di tutti i Presidenti ho provato a chiedere agli indicati anagraficamente se eventualmente vi fosse la loro disponibilità in modo da presentarla qui in Consiglio Nazionale. Chiaramente questo non è significativo; se qualcun altro lo desidera può rendersi disponibile per la costituzione del seggio, che vi ricordo si attiva oggi alle 13.00 e chiude il suo mandato in termini di apertura al voto alle 10.30 di lunedì, è il suo compito complessivo, presumibilmente, martedì mattina.

Per quanto riguarda i Presidenti che saranno i componenti del seggio con più esperienza di vita, diciamo, abbiamo avuto la disponibilità della Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Treviso Elva Massari e quella della Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Reggio Emilia Orienna Malvoni.

Per quanto riguarda il Presidente più giovane invece abbiamo avuto qualche problema in più perché, come diceva Pediconi, problemi di natura istituzionale da una parte, oppure organizzativa e lavorativa dall’altra hanno reso un po’ difficile ai Presidenti giovani rendersi disponibili. Abbiamo infine trovato la disponibilità di Fabio Castellan, Presidente del Collegio IP.AS.VI. di Padova nato l’11 novembre 1975, che ringrazio molto. Se non ci sono altre indicazioni da parte vostra, costituiremmo il seggio nel seguente modo: Presidente del seggio Annalisa Silvestro, scrutatori Elva Massari, Orienna Malvoni; segretario Fabio Castellan.

Le procedure di voto inizieranno alle ore 13.00 come anticipato.

In sede, ricordo, ci sarà una hostess che distribuirà i numeri in modo da cercare di evitare resse e farvi votare con più tranquillità. Grazie per l’attenzione.

La seduta si conclude alle ore 11.30

La presidente La segretaria

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