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Una porzione dell’edifico invece è utilizzata come residenza e garage

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Academic year: 2021

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La necessità del Comune di Stazzema di realizzare la prima struttura per l’infanzia, che interessasse la fascia di età compresa tra zero e tre anni, ed un possibile finanziamento regionale, ha spinto l’amministrazione comunale a proporre il tema della presente tesi di laurea.

La richiesta prevedeva di progettare la struttura solo dopo una preliminare valutazione dei due edifici, proposti come sede del nuovo asilo nido.

I due stabili, uno nella frazione di Ruosina, l’altro nella frazione di Farnocchia, dopo essere stati soggetti ad un rilievo architettonico, sono stati analizzati dal punto di vista della localizzazione all’interno sia del paese che del territorio stazzemese, della demografia e delle infrastrutture presenti.

La scelta è ricaduta sull’edificio sito a Ruosina, soprattutto grazie alla sua posizione all’interno del Comune, più accentrata, rispetto a Farnocchia, e situata sulla principale arteria di comunicazione della zona (strada provinciale della marina) che collega il territorio stazzemese con la costa versiliese. Ragionando quindi in termini di utenza, giovani famiglie, relazionata all’impegno lavorativo, in genere localizzato nella fascia costiera della Versilia, ed essendo Ruosina l’ultimo paese del Comune che forzatamente si incontra venendo da una qualsiasi altra frazione del territorio comunale, è stata individuata questa posizione come la più favorevole.

L’edificio proposto si trova in un totale stato di degrado e in parte risulta chiaramente abbandonato. Una porzione dell’edifico invece è utilizzata come residenza e garage. Si può notare che lo stabile è sorto con i caratteri di architettura spontanea e non ha alcuna caratteristica di pregio architettonico. Inoltre gli spessi muri e le dimensioni spaziali imporrebbero ingenti sforzi per adeguarsi alla normativa vigente.

Si è deciso così di demolire l’edificio e ricostruire dal nuovo, conservando la forma in pianta per una migliore integrazione con il tessuto urbano circostante.

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Dopo una accurata informazione sulle strutture dei nidi d’infanzia ed un primo dimensionamento degli spazi in base al numero di bambini che usufruiranno del servizio, ci si è imbattuti nel problema fondamentale che questa tesi si è proposta di affrontare. Cioè la forzatura, imposta dal contesto urbano, di progettare un asilo con un inusuale sviluppo verticale.

Con riferimento al pensiero di Herzog&deMeuron, secondo il quale l’architettura si basa sulla percezione di questa da parte dell’osservatore, cercando di evocare con l’immagine dell’oggetto il contenuto funzionale, e sperimentando nuovi materiali e nuove tecnologie di impiego, si è proceduto alla idealizzazione dell’edificio.

Di concerto con l’esigenza di svilupparsi in altezza, il nucleo principale (che contiene al piano terra l’amministrazione, al primo e al secondo piano la zona pranzo-gioco, e al terzo piano un laboratorio-atelier) è avvolto da una rampa che si sviluppa sui quattro lati del corpo principale. È stata introdotta una rampa, piuttosto che una scala, per ragioni di sicurezza. Il tutto viene protetto da un involucro che assume la forma di una casa stilizzata e crea un cannocchiale, una finestra, sul paesaggio apuano.

Il corpo secondario, quasi come un’appendice, viene avvolto da un rivestimento in tavole di legno, che, con le loro irregolarità, lasciano filtrare la luce all’interno degli ambienti per il riposo, creando un’atmosfera rilassante e suggestiva.

L’iter progettuale è stato affrontato con un approccio interdisciplinare alla progettazione, unendo la disciplina compositivo-architettonica con quella illuminotecnica. Modificando quindi, in base alle esigenze illuminotecniche, la primitiva forma dell’edificio si è arrivati ad un mix ottimale di comfort illuminotecnico e formalismo architettonico.

Il calcolo illuminotecnico degli ambienti interni ha fornito soluzioni riguardanti sia l’illuminazione naturale sia quella artificiale.

Lo studio della luce naturale, assai importante nella progettazione di un asilo nido, perché permette al bambino di percepire le variazioni dell’ambiente esterno e naturale, si è sviluppato principalmente attorno alla grande finestra

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vetrata, disposta a nord, che consente alla luce indiretta di penetrare e di riflettersi all’interno del nucleo dell’edificio, e quindi dentro le aule principali di ogni sezione. In questo modo, variando la trama del volume-nido e i materiali di finitura interni, sono state ottenute varie configurazioni luminose sul piano di lavoro considerato, ed è stata scelta quella che meglio rispondeva ai caratteri estetici e normativi (UNI 10840/2007).

Lo studio della luce artificiale, invece, oltre a cercare di soddisfare i requisiti illuminotecnici richiesti dalla normativa (UNI EN 12464-1/2004), ha affrontato il tema della variazione di colore e di temperatura di colore delle lampade installate. Si sono creati così diversi scenari luminosi che permettono di caratterizzare vari momenti della giornata (ad esempio una configurazione con temperatura di colore bassa crea una sensazione rilassante e può essere utilizzata nei momenti che precedono le ore del riposo), oppure di individuare varie isole funzionali (ad esempio con l’utilizzo di lampade colorate si possono associare diversi colori per diverse attività).

Con riferimento alla recente norma UNI EN 15193/2008 è stata effettuata, inoltre, una stima dei fabbisogni energetici relativi all’illuminazione dei locali considerati con l’integrazione tra luce artificiale e luce naturale.

Le verifiche delle trasmittanze termiche dei componenti di involucro opachi e trasparenti, alla luce del D.Lgs. 192-2005 e s.m.i., sono riportati in appendice 2.

Avendo scelto la tecnica di illuminazione “a soffitto luminoso”, che trova una sua giustificazione vista la particolare scelta architettonico-compositiva dell’edificio, si sono ottenuti elevati valori di illuminamento.

Elevati livelli di illuminamento sono usati sperimentalmente negli asili statunitensi e tedeschi per stimolare i fattori di crescita nei primi anni di vita dei bambini.

È stato stimato il valore dell’indice di efficienza del sistema di illuminazione artificiale (LENI) definito dalla UNI 15193/2008 e sono state verificate termicamente le pareti perimetrali, opache e trasparenti dell’edificio alla luce del D.Lgs. 192/2005 e s.m.i..

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