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WAR DANCES A detta di Lindsey Catherine Cornum, Sherman Alexie è “the closest thing to a rock star that Indians have”

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Academic year: 2021

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WAR DANCES

A detta di Lindsey Catherine Cornum, Sherman Alexie è “the closest thing to a rock star that Indians have”1

: non solo è un autore di best-seller che ha collezionato numerosi premi e riconoscimenti, ma è diventato tale scrivendo soprattutto opere basate sulle esperienze da lui vissute nelle riserva Spokane, prima, e sulla vita a Seattle, poi.

Opera uscita nel 2009 e vincitrice l‟anno successivo del PEN/Faulkner Award for fiction, War Dances è una raccolta di racconti brevi, poesie e dialoghi che esplorano il precario equilibrio fra lo spirito di autoconservazione e le responsabilità che si hanno nei confronti del lavoro, della famiglia, dell‟arte e del mondo in generale.

Alexie analizza nel profondo le menti e le coscienze di artisti, operai, politici, padri, mariti e figli, popolando tutte le sue storie di uomini sul punto di una svolta radicale, rendendo il lettore testimone di cambiamenti irreversibili. Nel racconto che dà il titolo all‟opera, ad esempio, il protagonista si prende cura del padre, ricoverato in ospedale a causa di alcolismo e diabete, proprio nel periodo un cui lui stesso scopre di avere un tumore al cervello.

L‟autore scrive del matrimonio a pezzi di un commerciante di abbigliamento

vintage e della sua ossessione per una donna sposata che incontra casualmente in

vari aeroporti del Paese, come anche delle conseguenze del crimine d‟odio commesso dal figlio di un politico in ascesa e di come un ragazzino impari a conoscersi e a capirsi scrivendo necrologi per un quotidiano locale.

I personaggi

1 Cfr. Cornum, L. C., “The Laughing Indian”, The New Inquiry, November 2012, http://thenewinquiry.com/essays/the-laughing-indian/ (ultimo accesso: 03/04/14).

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I protagonisti alexiani sono generalmente uomini di discendenza indianoamericana, emotivamente immaturi e incapaci di affrontare la realtà. Hanno una battuta per ogni occasione (basti pensare a come il protagonista di “War Dances” scherza sul fatto di avere un tumore al cervello), ma trasmettono abbastanza emozioni da entrare in empatia col lettore. Sono personaggi che sovvertono lo stereotipo in quanto non rimangono in silenzio. “The silent Indian” , l‟immagine dell‟indiano silenzioso e passivo, ha costituito per decenni uno degli stereotipi più famosi di cui i bianchi si sono serviti per umiliare i nativi americani2, ma “the Alexian hero”3 è per antonomasia un personaggio pieno di umorismo e di autoironia: la maggior parte delle volte, è lui stesso l‟obiettivo delle sue battute.

Nel suo capitolo sullo humour indiano Vine DeLoria considera le battute di spirito come la pietra angolare dell‟attivismo politico nativo americano. Fa notare: “[...] the fact of white invasion from which all tribes have suffered has created a common bond in relation to Columbus jokes that gives a solid feeling of unity and purpose to the tribes”4. Sia per DeLoria che per Alexie, dunque, l‟umorismo serve alla sopravvivenza. La differenza è che DeLoria ritiene di poter sopravvivere continuando ad affermare in modo assertivo l‟identità indiana, mentre Alexie punta allo stesso fine servendosi dell‟umorismo per prendere le distanze. Lui stesso in un‟intervista ha parlato della funzione dello humour nei suoi testi:

2 Cfr. Dlugokinski, E., “Review of an Old Stereotype: „The Silent Indian‟”, Journal of American

Indian Education, 11, 3,pp. 23-5, May 1972, http://jaie.asu.edu/v11/V11S3rev.html (ultimo accesso: 03/04/14).

3 Cfr. Cornum, L. C., op. cit.

4 Cfr. DeLoria, V. Jr., “Indian Humor”, in Custer Died for your Sins: An Indian Manifesto,

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“Making fun of things or being satirical doesn‟t make me feel better about things. It‟s a tool that enables me to talk about anything”5

.

Cornum, commentando proprio War Dances, in modo provocatorio afferma:

Alexie uses humor to make the tragic story of the Indian so desired by Americans even more appealing. It is not surprising then how Alexie could be deemed a „national treasure‟ in a country that hasn‟t done much treasuring of Indians”6

.

Relativamente ai personaggi femminili, invece, possiamo affermare che non sono divertenti e autoironici quanto quelli maschili; le donne hanno un altro ruolo: si prendono cura degli uomini che, senza di loro, si sentono smarriti e senza una guida, come afferma il protagonista del racconto “War Dances”, la cui moglie è in viaggio in Italia con la madre.

Alexie ha affermato che provenire da una cultura matriarcale gli ha dato una conoscenza migliore del mondo femminile (e, aggiungerei io, a questo ha contribuito anche la sua storia familiare: il padre sempre assente e inaffidabile, la madre che si occupava di tutto):

[...] I give my stuff to the women around me. “Does this work?” I spend my whole life around women – I should know something. [...] It‟s too easy to fall back on stereotypes and myths, and I think that‟s what most writers do about Indians and what most men do about women7.

La struttura

Per quello che riguarda la struttura dell‟opera in questione, possiamo affermare che la maggior parte dei testi di prosa non sono di facile categorizzazione. Sarebbe legittimo, infatti, avere dei dubbi circa la loro natura: sono scritti di nonfiction? Sono poesie messe in prosa? O è fiction sperimentale

5

Cfr. Nygren, Å., “A World of Story-Smoke: A Conversation with Sherman Alexie”, in Lewis, L. (ed.), Critical Insights, Sherman Alexie, Salem Press, Pasadena and Hackensack, 2012, p. 287.

6 Cfr. Cornum, L. C., op. cit.

7 Cfr. Fraser, J., “An Interview with Sherman Alexie”, The Iowa Review, 30, 3 (Winter

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(dato che molti critici, come già detto, hanno sottolineato il carattere postmoderno delle opere di Alexie)? La miscela di generi che contraddistingue le raccolte di Alexie ha ricordato a diversi critici altri autori nativi americani contemporanei che hanno pubblicato sia poesia che prosa e che, del resto, Alexie include nelle sue principali fonti di ispirazione: da Momaday a Silko, da Erdrich a Welch e Ortiz8.

Gli argomenti principali

Nella maggior parte delle sue opere, Alexie ha puntato ad arricchire di nuovi elementi l‟immaginario letterario sui (e dei) nativi americani, in particolare cercando di abbattere gli stereotipi che sono stati perpetrati dai mass media per anni. Più recentemente, però, sia la poesia che la prosa si occupano di temi non necessariamente connessi al mondo indigeno: la relazione padre-figlio, presente, fra gli altri, in “The Senator‟s Son” e “War Dances”, il matrimonio e l‟adulterio in “The Ballad of Paul Nontheless” o anche le poesie dedicate ad attività che hanno caratterizzato gli anni Ottanta (cioè quando Alexie era poco più che un adolescente): “Ode to Pay Phones” e “Ode to Mix Tapes”.

In “Fearful Simmetry” (racconto presente in War Dances, ma non incluso nella traduzione), Alexie tratta il rapporto fra autore e lettori, esaminando il modo in cui questi ultimi esaudiscono o frustrano i desideri dello scrittore e viceversa. In molte delle sue opere, esplicitamente e implicitamente, ha commentato la storia della letteratura nativa americana e le aspettative che, ora, hanno i lettori in merito. Tutti gli scrittori devono affrontare la realtà storica, ma gli autori nativi americani e, in generale, tutti quelli che negli Stati Uniti costituiscono parte di una

8

Cfr. Berglund, J., “„Imagination Turns Every Word into a Bottle Rocket‟: An Introduction to Sherman Alexie”, in Berglund, J., Roush, J. (ed.), Sherman Alexie: A Collection of Critical Essays, Salt Lake City, The University of Utah Press, 2010, p. 12.

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minoranza e sono stati per anni rappresentati solo attraverso stereotipi, hanno una responsabilità ancora più importante, sia nei confronti dei membri della loro stessa comunità, che nei confronti di chi ne sta al di fuori.

Alexie ha continuato a guadagnare prominenza in quanto personaggio di spicco, se non addirittura celebrità, nell‟ultimo decennio, e gli artefatti generati dalla sua partecipazione alla vita pubblica completano l‟opera di scrittura, invitando a una nuova lettura dei suoi testi.

Come già detto, Alexie continua a sentirsi un “rez kid who‟s gone urban”, transizione, questa, facilmente riscontrabile soprattutto nei suoi racconti brevi, i più recenti dei quali illustrano nuove ambientazioni e nuove problematiche per i personaggi che vivono da protagonisti il XXI secolo.

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