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SCENARIO EMILIA-ROMAGNA

UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA

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comunque evidente. Nonostante la ripresa, nel 2015 i consumi privati risulteranno inferiori del 2,8 per cento rispetto al picco del 2011.

Gli investimenti fissi lordi nel 2014 dovrebbero avere subito una nuova riduzione (-2,1 per cento). Ci si attende però che, nel corso del 2015, l’andamento degli investimenti faccia segnare una netta inversione di tendenza e un buon avvio di ripresa (+1,3 per cento), traendo vantaggio dai segnali di crescita a livello europeo e mondiale. I livelli di accumulazione raggiunti prima della crisi sono comunque lontanissimi. Nel 2015 gli investimenti risulteranno inferiori del 29,8 per cento rispetto a quelli del precedente massimo riferito al 2006.

Nel 2014 l’andamento del Pil si è avvalso dell’effetto di traino derivante dalle vendite all’estero. In termini di contabilità nazionale, le esportazioni regionali dovrebbero essere cresciute del 4,6 per cento, ben più della tendenza sperimentata a livello nazionale.

Con l’attesa ripresa dell’attività a livello europeo, nel 2015 accelererà la crescita delle esportazioni (+5,4 per cento). Al termine dell’anno il valore reale delle esportazioni regionali dovrebbe superare del 10,5 per cento il livello massimo precedente la crisi, toccato nel 2007. Si tratta di un dato che conferma la crescente importanza dei mercati esteri per l’economia regionale e la grande capacità di una

parte delle imprese di operare competitivamente su di essi. Mostra, però, anche l’enorme difficoltà riscontrata nel progredire ulteriormente in quest’ambito, tenuto conto dei fattori che incidono sui costi e la competitività delle imprese nazionali.

Grazie anche alla lieve ripresa, nel 2014, si è registrata una forte accelerazione della dinamica delle importazioni, che non dipendono solo dai consumi, ma sono altresì un input del sistema produttivo, tanto che hanno segnato una crescita dell’8,1 per cento. Nel 2015, la ripresa della spesa per consumi, degli investimenti e dell’attività produttiva sosterrà un ulteriore aumento delle importazioni, che dovrebbe restare però contenuto al 4,1 per cento.

La formazione del valore aggiunto: i settori

Dall’analisi della formazione del reddito continua ad emerge innanzitutto l’ulteriore riduzione del valore aggiunto delle costruzioni, che risente pesantemente di una caduta della domanda e della restrizione del credito. Nel 2014 il valore aggiunto prodotto da questo settore si è ridotto del 3,7 per cento. Nel 2015, nonostante l’attesa ripresa economica e l’attività di ricostruzione e ristrutturazione, in mancanza di un netto miglioramento delle condizioni del mercato del credito, la tendenza negativa dovrebbe solo

Previsione per l’Emilia Romagna e l’Italia. Tassi di variazione percentuali su valori concatenati, anno di riferimento 2010

Emilia Romagna Italia

2013 2014 2015 2016 2013 2014 2015 2016 Conto economico

Prodotto interno lordo -1,3 0,1 1,1 1,9 -1,7 -0,4 0,7 1,6

Domanda interna (1) -2,4 -0,1 1,3 1,5 -2,8 -0,6 0,8 1,0

Consumi delle famiglie -2,1 0,6 1,8 1,4 -2,7 0,3 1,5 0,9

Consumi delle AAPP e delle ISP -0,5 -0,8 -0,6 -0,4 -0,2 -0,9 -0,8 -0,6

Investimenti fissi lordi -5,1 -2,1 1,3 4,1 -5,8 -3,3 0,5 3,4

Importazioni di beni dall’estero 3,0 8,1 4,1 4,0 -2,7 2,1 5,2 5,0

Esportazioni di beni verso l’estero 2,6 4,6 5,4 5,8 -0,1 2,3 5,0 5,5

Valore aggiunto ai prezzi base

Agricoltura 4,1 -2,8 -0,4 0,5 1,8 -2,2 0,1 0,8

Industria -3,1 -0,3 1,7 1,7 -2,8 -1,1 1,2 1,3

Costruzioni 4,1 -3,7 -0,4 2,2 -6,1 -3,8 -0,9 2,0

Servizi -0,9 0,8 1,1 1,8 -0,8 0,1 0,7 1,5

Totale -1,1 0,2 1,1 1,8 -1,3 -0,3 0,7 1,5

Unita’ di lavoro

Agricoltura -12,0 -0,4 0,9 0,4 -2,1 1,4 -0,1 -0,3

Industria -4,0 0,5 0,9 0,4 -3,0 0,6 0,9 0,2

Costruzioni -0,6 -0,6 -1,6 0,1 -8,9 -4,5 -1,7 0,1

Servizi -0,3 0,1 0,9 1,3 -0,9 0,5 0,5 0,9

Totale -1,7 0,1 0,7 1,0 -1,9 0,2 0,4 0,7

Mercato del lavoro

Forze di lavoro 0,3 0,3 0,5 0,4 0,0 1,0 0,3 0,2

Occupati -1,2 0,4 0,6 1,2 -1,7 0,4 0,2 0,9

Tasso di attività (2)(3) 47,2 47,2 47,0 46,8 41,9 42,2 42,2 42,1

Tasso di occupazione (2)(3) 43,3 43,3 43,2 43,3 36,8 36,9 36,8 37,0

Tasso di disoccupazione (2) 8,4 8,3 8,2 7,5 12,1 12,7 12,7 12,1

Produttività e capacità di spesa

Reddito disp. delle famiglie e Istituz.SP (prezzi correnti) 0,8 0,5 1,8 2,8 0,2 0,1 1,4 2,5 Valore aggiunto totale per abitante (migliaia di euro) 28,1 28,1 28,3 28,6 23,1 22,9 23,1 23,3 (1) Al netto della variazione delle scorte. (2) Rapporto percentuale. (3) Quota sulla popolazione presente totale.

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

(3)

3

attenuarsi, con un decremento dello 0,4 per cento. Al termine del 2015 l’indice del valore aggiunto delle costruzioni risulterà ampiamente inferiore al livello del precedente massimo toccato nel 2007 (-27,3 per cento).

Per l’industria in senso stretto regionale il 2014 è stato un ulteriore anno di recessione, anche se lieve, che ha determinato una riduzione del valore aggiunto dello 0,3 per cento. Gli effetti della ripresa si manifesteranno pienamente nel corso del 2015, quando il valore aggiunto generato dall’industria dovrebbe riprendere veramente a salire (+1,7 per cento). Alla fine del 2015, l’indice reale del valore aggiunto industriale risulterà comunque inferiore dell’11,4 per cento rispetto al precedente massimo del 2007.

Diverso il quadro per il variegato settore dei servizi, per il quale nel 2014, il valore aggiunto dovrebbe avere messo a segno un incremento dello +0,8 per cento. La ripresa dovrebbe produrre risultati migliori nel 2015, con una crescita dell’1,1 per cento. Al termine di quell’anno il valore aggiunto dei servizi dovrebbe trovarsi solo leggermente al di sotto (-1,6 per cento) rispetto ai livelli del precedente massimo toccato nel 2008.

Il mercato del lavoro

L’impiego di lavoro nel processo produttivo, valutato in termini di unità di lavoro e quindi al netto della cassa integrazione guadagni, nel 2014 dovrebbe essere rimasto sostanzialmente invariato. La chiusura della fase negativa nel 2014, dovrebbe portare nel 2015 a una leggera ripresa dell’impiego di lavoro, +0,7 per cento, un dato più corposo rispetto a una tendenza nazionale più incerta.

L’evoluzione settoriale dell’impiego di lavoro mostra una sensibile disomogeneità. Un primo aumento si è avuto già nel 2014 nell’industria e nei servizi. Nell’industria l’incremento è stato dello 0,5 per cento, che la ripresa dovrebbe confermare e rafforzare nel 2015, tanto da condurre a un nuovo incremento dello 0,9 per cento. Nei servizi l’incremento di lavoro è stato minimo nel 2014 (+0,1 per cento).

Anche in questo caso, grazie all’attesa ripresa dell’attività, nel 2015 si dovrebbe registrare un più ampio aumento (+0,9 per cento). Nelle costruzioni la tendenza è stata di nuovo negativa nel 2014 (-0,6 per cento) e nel 2015 non si dovrebbe registrare una ripresa, ma dovrebbe proseguire la riduzione (-1,6 per cento).

Scenario regionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

Scenario regionale: tasso di variazione del valore aggiunto settoriale

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

Scenario regionale: evoluzione della composizione del valore aggiunto

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

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Agricoltura Industria Costruzioni Servizi

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SCENARIO EMILIA-ROMAGNA

UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA

4

Le forze di lavoro sono aumentate leggermente nel 2014 (+0,3 per cento), ma ci si attende aumentino più rapidamente nel 2015 (+0,5 per cento).

Il tasso di attività, calcolato come quota sulla popolazione presente totale, dovrebbe comunque continuare a ridursi leggermente dal 47,4 del 2012 al 47,0 del 2015. Il dato regionale resta strutturalmente più elevato di quello nazionale, ma si contrae progressivamente la differenza con quest’ultimo.

Nel 2014 alla lieve ripresa del Pil regionale si è accompagnata una tendenza positiva leggermente più ampia relativa al numero degli occupati (+0,4 per cento). Con la ripresa dell’attività, nel corso del 2015, l’occupazione dovrebbe crescere più rapidamente (+0,6 per cento).

L’andamento sarà graduale, l’aumento dell’attività si tradurrà prima in un aumento delle ore lavorate da parte dei lavoratori già occupati, con un recupero dei livelli di produttività, poi in un aumento dell’occupazione più sostanziale.

Nel 2015, il tasso di occupazione si ridurrà lievemente stabilendo un nuovo minimo, prima di riprendersi accompagnando la ripresa. L’effetto della lunga crisi appare comunque evidente e nel 2015 il tasso di occupazione risulterà inferiore di 3,2 punti rispetto al livello del 2008.

Il tasso di disoccupazione, che era pari al 2,9 per cento nel 2007, per effetto della recessione ha raggiunto l’8,4 per cento nel 2013, ma si è lievemente ridotto nel 2014 (all’8,3 per cento) e dovrebbe risultare lievemente più contenuto nella media del 2015, attorno all’8,2 per cento.

Conclusioni

L’economia regionale trarrà sollievo da una fase di leggera crescita.

La riduzione della quota del valore aggiunto industriale subita nel corso delle due fasi di recessione successive all’avvio della crisi internazionale appare ormai permanente.

Per consolidare la base industriale regionale, l’avvio di della fase di ripresa dovrebbe costituire un’occasione per affrontare più agevolmente e con decisione il problema della competitività dell’industria e del sistema economico regionale, al di là di quanto verrà fatto a livello nazionale. I recenti processi di delocalizzazione “selvaggia” attestano la difficoltà a fare impresa nel contesto attuale.

Le riforme nazionali dovrebbero mirare

Scenario nazionale: tasso di variazione delle variabili di conto economico

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

Scenario nazionale: tasso di variazione del valore aggiunto settoriale

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

Scenario nazionale: evoluzione della composizione del valore aggiunto

Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, maggio 2015.

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2013 2014 2015

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