Piano Integrato Locale
degli interventi di promozione della salute
Documento di Programmazione e
Coordinamento dei Servizi Sanitari e Socio- Sanitari
Anno 2013
INDICE
1. PREMESSA ...3
2. DATI DI CONTESTO ...5
3. SINTESI DEGLI INTERVENTI ATTUATI NEL 2012...11
4. OBIETTIVI DEL PIANO ...25
5. INTERVENTI INTEGRATI: LE RETI ATTUALMENTE ATTIVE...26
6. IL MODELLO ORGANIZZATIVO PER L’ATTUAZIONE DEL PIL ...28
7. PIANIFICAZIONE INTEGRATA SUI FATTORI DI SALUTE E DI RISCHIO ...30
8. SCHEDE DI INTERVENTO AMBITO COMUNITA’ ...33
9. SCHEDE DI INTERVENTO AMBITO SCUOLA ...51
10. SCHEDE DI INTERVENTO AMBITO MONDO DEL LAVORO ...56
11. FORMAZIONE ...59
12. LA COMUNICAZIONE ...60
13. VALUTAZIONE...62
14. SCHEDA DI RENDICONTAZIONE INTERVENTI PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE ...63
15. BIBLIOGRAFIA ...68
16. SITOGRAFIA ...69
1. PREMESSA
Secondo la definizione dell’OMS “Lo stile di vita consiste in un modo di vivere impostato secondo modelli di comportamento identificabili, che sono frutto dell’azione reciproca delle caratteristiche proprie di un individuo, delle interazioni sociali con le condizioni di vita di carattere socioeconomico e ambientale. Questi modelli di comportamento vengono continuamente interpretati e vagliati in situazioni sociali diverse e non sono quindi immobili, bensì soggetti al cambiamento.”.
Sulla base delle conoscenze scientifiche attuali si è concordi nell’affermare che la promozione della salute e la prevenzione di numerose condizioni di malattia e morte prematura sono legate all’adozione di stili di vita sani.
La scelta di adottare un determinato stile di vita non dipende solo da fattori propri del singolo individuo (conoscenze, credenze, valori, etc, ma è influenzata da fattori sociali (famiglia, amici, colleghi di lavoro, etc.), ambientali ed economici (reddito, disponibilità di risorse per la salute, etc.). Appare pertanto importante intervenire sia migliorando le conoscenze e le capacità degli individui, sia modificando le condizioni sociali, ambientali ed economiche, in modo da rendere il loro impatto sulla salute più favorevole.
Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile realizzare interventi intersettoriali con il coinvolgimento attivo e sinergico dei diversi attori sanitari e sociali operanti nella comunità.
Tali interventi trovano la loro espressione metodologica nel Piano Integrato di Promozione della salute (PIL), che rappresenta lo strumento di programmazione degli interventi finalizzati alla promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute e predisposti in un’ottica di integrazione istituzionale, gestionale ed operativo‐ funzionale interna, nell’ambito della più generale attività di programmazione aziendale, al fine di consentire un effettivo e misurabile “guadagno di salute” nella popolazione.
INDIRIZZI REGIONALI
“E’ sulla potenzialità di cambiamento delle persone nelle comunità ove vivono, studiano, lavorano‐ che si fondano gli interventi di prevenzione dei fattori di rischio comportamentali (tabagismo ecc.) e di promozione della salute (abitudini alimentari, stile di vita attivo, ecc.) che vengono realizzati in Regione Lombardia.
In questo ambito, il Piano Regionale della Prevenzione 2010‐2012 e le circolari attuative (D. g. r. n. IX/1175 del 29 dicembre 2010 d. g. r. 4334 del 26 10 2012 “determinazioni gestione servizio sociosanitario esercizio 2013), prevedono l’attuazione di azioni integrate, interdisciplinari ed intersettoriali, con un approccio che guarda alla persona ed alle comunità come fenomeni complessi e che, come tali, necessitano di risposte articolate, coordinate e non settoriali.
Anche in questo settore il livello regionale svolge un ruolo di indirizzo e governance mentre la strutturazione degli interventi è in capo all’autonomia delle Aziende Sanitarie Locali che annualmente predispongono i “Piani Integrati locali degli Interventi di Promozione”
INDIRIZZI AZIENDALI
Il Pil descrive la pianificazione integrata per il 2013 delle attività di “Promozione della salute di stili di vita sani e ambienti favorevoli alla salute “avviate e sostenute dalla Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Monza e Brianza.
Il piano in coerenza con i dati di contesto del proprio territorio esplicita in maniera trasparente:
‐obiettivi di salute e benessere
‐scala di priorità degli interventi
‐metodi e strumenti utilizzati
‐risultati attesi/raggiunti
Il PIL è coerente con le indicazioni contenutistiche e metodologiche diffuse dalla U.O. Governo della Prevenzione della Regione Lombardia alle proprie ASL (regole di esercizio 2013) per la pianificazione degli interventi di promozione della salute, tali indicazioni prevedono criteri di:
appropriatezza professionale ed organizzativa, come la necessità di programmare gli interventi con le riconosciute prove di efficacia (EBP) o buone pratiche, nonché della loro sostenibilità; cioè potenzialmente in grado di supportare “strutturalmente” i comportamenti di salute della popolazione;
approccio integrato sui determinanti (es. alimentazione +attività fisica)che riconosce la mutifattorialità dei problemi e supera la visione per singolo determinante;
intersettorialità e miltidisciplinarietà
È volontà pregnante dell’Azienda sostenere le Buone Pratiche di promozione della salute, già oggetto di sperimentazione e risultate efficaci in termini di Guadagno di Salute, ed estenderle nel territorio di competenza sostenendone la persistenza nel tempo.
La scelta del metodo degli interventi risponde alla logica di sostenere comportamenti favorevoli alla salute e si articola secondo la proposta nei diversi contesti di vita e di lavoro, riconducendo ai destinatari intermedi e/o finali, il potenziamento delle competenze specifiche: insegnanti, educatori, studenti, popolazione segmentata per fascia di età e di genere, gruppi di interesse, operatori sanitari.
La logica che anima il piano è l’attenzione sui fattori di protezione, intesi come variabili che possono aiutare gli individui a fronteggiare efficacemente eventuali situazioni avverse, piuttosto che sui fattori di rischio, cioè condizioni la cui presenza è associata ad una maggiore possibilità di sviluppare comportamenti nocivi per la propria salute. I fattori di protezione, infatti, possono promuovere l’attivarsi di comportamenti positivi, mitigando l’instaurarsi di comportamenti a rischio.
I fattori di protezione sui quali si può intervenire attengono a diverse sfere dell’esistenza umana, da quella personale (conoscenze, competenze/abilità relazionali, aspetti valoriali, investimenti sulla propria progettualità di vita…) a quella relazionale (stile educativo autorevole, presenza e condivisione di regole nel contesto scolastico e familiare, modello positivo degli adulti di riferimento per i giovani, contesti comunitari
“protetti” e “supervisionati” di sperimentazione di sé e dello stare in gruppo, esperienze di responsabilizzazione all’interno di situazioni gruppali) a quelle dell'ambiente.
La necessaria ricerca di sinergie per contrastare quelli che rappresentano dei “determinanti maggiori” delle condizioni di salute della popolazione (fumo, alimentazione, attività fisica, alcol, sostanze) porta a proporre nella scuola, nella comunità e nei luoghi di lavoro, attività di promozione della salute, stimolando gli interlocutori a farsi carico delle responsabilità sociali ad esse riconosciute.(empowerment).
In una visione moderna la promozione della salute deve essere percepita come un processo democratico, onnicomprensivo e orientato all’azione; essa necessita quindi di una rete di alleanze e collaborazioni che possano esitare in vantaggi reciproci,
In tal senso la nostra Azienda negli ultimi anni ha iniziato a lavorare, in alcuni ambiti, in un’ottica sistemica, attraverso una strategia di intervento culturale, educativo, sociale e socio‐sanitario che ha previsto una molteplicità di interventi in ambiti differenti: famiglia, territorio, aggregazioni informali, scuola, etc.
Ci si è orientati verso delle scelte di priorità, verso la sostenibilità e soprattutto verso la scelta di metodologie validate e buone prassi consolidate dedotte dalla letteratura scientifica.
Sono, a tale proposito strumenti di lavoro ancora attivi le LINEE GUIDA ADOLESCENTI, strumento di governance che ha permesso di unire tutti gli stakeholder che si occupano di questo target in una visione comune, e i programmi di life skillS che hanno rivoluzionato il modo di fare promozione della salute, facendo confluire risorse e culture appartenenti a servizi diversi, permettendo la convergenza di obiettivi e
metodologie e ottenendo che gli interessi della comunità fossero privilegiati rispetto alle appartenenze alle proprie organizzazioni di riferimento.
Tale processo, ancora in corso, ha visto una diffusione a “macchia d’olio” di contenuti e pratiche tra i diversi soggetti coinvolti favorendo una sempre maggiore partecipazione da parte del territorio al dibattito sui temi dell'educazione alla salute.
2. DATI DI CONTESTO
Segue una sintesi del quadro di contesto compiutamente descritto nel documento di programmazione e coordinamento dei servizi sanitari e socio sanitari aziendale – anno 2013, consultabile nella versione completa all’indirizzo: http://www.aslmonzabrianza.it/
Si evidenziano gli aspetti rilevanti sotto il profilo delle attività di promozione di stili di vita e ambienti favorevoli alla salute, anche in termini di effetti e guadagni di salute.
Il contesto territoriale e demografico
Dal primo gennaio 2011 l’ASL della Provincia di Monza e Brianza è composta da 55 comuni in quanto, in analogia con quanto è avvenuto per la Provincia di Monza e Brianza, sono stati nuovamente annessi 4 comuni dell’area sud‐est storicamente appartenenti al Distretto di Vimercate. In assenza di dati ISTAT più aggiornati, la popolazione residente nell’ASL della Provincia di Monza e Brianza al 01.01.2011 è costituita da 849.636 persone (416.212 maschi, 433.424 femmine). (http://www.demo.istat.it). Il territorio è distinto nei cinque distretti socio sanitari di Carate Brianza, Desio, Monza, Seregno e Vimercate, come è illustrato in tabella, che si aggregano in tre aree ai fini del Dipartimento di Prevenzione: i distretti di Monza e Carate Brianza confluiscono in un’unica area dipartimentale, come pure i distretti di Desio e Seregno.
I 55 comuni dell’ASL sono approssimativamente equamente distribuiti tra le tre aree, ma la densità abitativa differisce in modo significativo nell’area di Vimercate, che è meno urbanizzata ed è, infatti, caratterizzata da densità abitativa nettamente più bassa rispetto al resto dell’ASL.
E’ da notare che la densità complessiva è comunque tra le più alte in Italia.
L’analisi degli indici di vecchiaia evidenzia il livello di invecchiamento della popolazione tramite il rapporto (moltiplicato per 100) tra la popolazione di 65 anni ed oltre e la popolazione fino a 14 anni di età: un valore basso dell'indice può indicare un’elevata natalità ed una ridotta percentuale delle classi anziane. In ASLMB i valori sono più bassi rispetto al valore medio nazionale e al valore lombardo. Le proporzioni approssimative di popolazione straniera regolarmente residente rispetto al totale della popolazione sono importanti nel nostro territorio: il valore medio è pari al 7,6% del totale, con un minimo del 5,9% nel distretto di Seregno ed un massimo del 9,5% in quello di Monza. Tuttavia la distribuzione per età è nettamente differente rispetto a quella della popolazione autoctona: le classi anziane rappresentano una quota irrisoria del totale (circa 1%) mentre le classi produttive (tra 15 e 64 anni) rappresentano quasi l’80% del totale. La piramide delle età evidenzia in valori assoluti la concentrazione degli stranieri nelle età giovanili e produttive.
L’ASL di Monza e Brianza è assai antropizzata, con una densità abitativa tra le più alte d’Italia e, anche grazie all’apporto degli stranieri (decisamente più giovani in media rispetto alla popolazione storicamente autoctona), risulta più giovane rispetto ai riferimenti regionale e nazionale. Il peso delle classi di età più avanzata sta progressivamente diventando importante e la quota di popolazione attiva nel lavoro rispetto al totale sta progressivamente calando anche nella realtà brianzola (quasi meno 10% in un quindicennio).
Il contesto epidemiologico e sociale
Analisi della mortalità
I dati di mortalità nel 2011 sono estratti dal ReNCaM (Registro Nominativo delle Cause di Morte) gestito dall’U.O. Epidemiologia dell’ASLMB.
Per quanto riguarda la mortalità i valori dell’ASLMB sono inferiori a quelli lombardi.
Analizzando i tassi di mortalità per 10.000 residenti, suddivisi per sesso si evidenzia che al primo posto della graduatoria complessiva ci sono i tumori:questi sono nettamente al primo posto per i maschi mentre si collocano al secondo posto per le femmine. Tra i maschi il tumore più diffuso è quello del polmone per le femmine il carcinoma mammario è al primo posto, seguiti dal tumore del colon retto per entrambi i sessi.
Ciò conferma l’importanza delle iniziative di prevenzione secondaria(screening e l’attenzione in merito alle iniziative di prevenzione del tabagismo nella popolazione).
Uno degli indicatori più utili ai fini dell’esemplificazione della quota di salute che può essere recuperata per la popolazione è quello della mortalità evitabile: partendo dall’evidenza che ci sono patologie che possono essere in parte prevenute e per le quali la morte prima del 75° anno di età è indice di un problema in senso lato di medicina (preventiva o curativa) o di normativa, sono stati rappresentati nel grafico che segue i tassi grezzi di mortalità per 100.000 residenti occorsi nel 2008 per maschi e per femmine per le differenti categorie nosologiche prevenibili.
In sintesi si può dire ad esempio che 45 decessi di uomini per tumori polmonari, avvenuti prima del 75°
anno di età, ogni 100.000 residenti avrebbero potuto essere evitati se il fumo di sigaretta e l’inquinamento non esistessero. Per le donne tale quota è inferiore in virtù della minore diffusione dell’abitudine al fumo (e dunque del tumore del polmone).
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
Tum. maligni trachea, bronchi, polmoni Malattie ischemiche del cuore Traumatismi e avvelenamenti Tum. maligni colon, retto Malattie cerebrovascolari Tum maligni fegato e dotti intraepatici Tum. maligni cavita orale, faringe, esofago Mal apparat respiratorio (escl. Polm e influ) Ipertensione arteriosa Tum. maligni della vescica Tum. maligni trachea, bronchi, polmoni Malattie ischemiche del cuore Tum. maligni mammella Traumatismi e avvelenamenti Tum. maligni colon, retto Malattie cerebrovascolari Tum maligni fegato e dotti intraepatici Tum. maligni cavita orale, faringe, esofago Mal apparat respiratorio (escl. Polm e influ) Ipertensione arteriosa Tum. maligni della vescica
Maschi Femmine
Tassi di mortalità complessiva ed evitabile prima dei 75 anni di età per 100.000 residenti per genere ‐ principali categorie
Mortalità totale Quota evitabile (prima dei 75 aa) I
Analisi della morbosità
Il dato relativo alle esenzioni per patologia nella popolazione è informativo della distribuzione di molte malattie ed è esemplificato a livello territoriale nella tabella che segue, con il dettaglio comunale relativo alle principali categorie.
Ogni soggetto può avere più di un’esenzione: la mappa illustra dunque la frequenza di malattie croniche che determinano l’esenzione dal pagamento per determinati farmaci e prestazioni in funzione dell’esenzione stessa. Le rappresentazioni comunali evidenziano come le esenzioni per malattia ipertensiva siano ovunque le più frequenti, seguite da problemi endocrini, cardiologici e neoplastici.
La morbosità è ulteriormente analizzata presentando i risultati dell’applicazione del modello di attribuzione ai singoli individui di categorie di cronicità, previsto dalla metodologia della Banca Dati Assistiti (BDA), utilizzando i dati del Sistema Informativo Sanitario relativi ai residenti nell’ASLMB. Poiché il fenomeno della concomitanza di più patologie croniche negli stessi individui è importante, sono descritti i dati relativi alla diffusione delle patologie sul territorio, evitando in questa sede di ricondurre a fittizie categorie prevalenti la descrizione del carico di malattia nella popolazione. Le macrocategorie di malattie croniche tenute in considerazione sono sintetizzate nella tabella che segue.
2. Trapiantati 8. Broncopneumopatici
3. Insufficienti renali cronici (dializzati) 9. Gastroenteropatici 4. HIV positivi ed AIDS 10. Neuropatici
5. Neoplastici 11. Malattie Autoimmuni
6. Diabetici 12. Malattie endocrine e metaboliche
7. Cardiovasculopatici
E’ evidente la concentrazione di un numero di patologie croniche più elevato nelle aree a più elevata anzianità media (nei comuni rappresentati in rosso si concentra un numero di cronicità di circa 500 ogni 1000 residenti). Le principali patologie a livello comunale sono indicate nella didascalia a sinistra della mappa: le malattie cardiovascolari rappresentano ovunque il più rilevante problema in termini di carico di malattia per la popolazione.
La rilevanza epidemiologica locale delle patologie correlate al comportamento nota che circa il 25% della spesa totale dell’ASL è legata ai consumi di risorse economiche del sistema sanitario regionale da parte di soggetti affetti da cardiovasculopatie. Il 15% dei soggetti neoplastici e un ulteriore 10% di soggetti affetti da diabete. Elevata prevalenza di sedentarietà è presente anche nei contesti lavorativi (vedi progetto PASSI).
L’obesità è una patologia complessa in costante aumento nella popolazione pediatrica. Nel territorio dell’ASLMB il problema dell’obesità e del sovrappeso in età scolare appare meno rilevante rispetto ai valori medi italiani; un’indagine locale su un campione di bambini di 8‐9 anni ha mostrato che il 19% è in sovrappeso rispetto al 23% in Italia, mentre l’obesità si riscontra nel 7% dei casi rispetto al dato nazionale dell’11% (dati da Indagine Nazionale “Occhio alla salute”).
I dati relativi all’uso di sostanze nella popolazione giovanile (adolescenti di 11,13,15 anni) della Provincia di Monza e Brianza sono in linea con i dati Lombardi evidenziati dallo studio HBSC (Health Behaviour in School‐aged Children 2009 – 2010 ‐ Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare).
Il consumo di tabacco è sperimentato per la prima volta ed aumenta in modo considerevole proprio nel periodo preadolescenziale: la percentuale dei giovani che fumano è pari a: 0.92% tra gli 11enni, 8.09% tra i 13enni, 30.58% tra i 15enni. Considerando il consumo frequente di tabacco, si evidenzia come la percentuale di giovani che riportano di fumare almeno una volta la settimana passi da 0.38% per gli 11enni a circa 22.03% per i 15enni. Parallelamente la percentuale di ragazzi/e che riportano di fumare ogni giorno passa da 0.15% ad 11 anni a 15.49% a 15 anni. Non vi sono notevoli differenze tra maschi e femmine rispetto al consumo giornaliero di sigarette. A conferma dei risultati sopra esposti si nota come la percentuale di giovani che fumano una o più sigarette al giorno passa da 0.23% per gli 11enni, a 3.28% per i 13enni, a 18.32% per i 15enni. Non vi sono differenze tra campione della Lombardia e campione nazionale rispetto al consumo di tabacco tra gli 11enni.
Il consumo di alcol fra gli adolescenti è un fenomeno che non può essere sottovalutato anche perché è in questa età che si stabiliscono i modelli di consumo che saranno poi verosimilmente mantenuti nell’età adulta. La percentuale di ragazzi/e che riportano di bere alcolici saltuariamente (raramente oppure ogni mese) è pari a: 24.90% per gli 11enni, 45.43% per i 13enni, 44.71% per i 15enni. Si evidenzia inoltre un sottogruppo di giovani che consumano invece alcolici frequentemente (ogni settimana oppure ogni giorno), pari a: 4.26% per gli 11enni, 9.53% per i 13enni, 36.33% per i 15enni. L’uso e l’abuso di alcolici aumentano considerevolmente al crescere dell’età. Il consumo settimanale di alcolici aumenta notevolmente in questa fascia d’età: la percentuale di coloro che dichiarano di bere alcol ogni settimana passa da 2.48% per gli 11enni a 30.68% per i 15enni. La percentuale di giovani che riportano di bere alcol ogni giorno passa invece da 1.78% per gli 11enni a 5.65% per i 15enni. Il consumo giornaliero di alcolici mostra una tendenza ad una maggior diffusione tra i maschi. La maggior parte dei giovani consuma alcolici nel weekend e tale tendenza si accentua al crescere dell’età: la percentuale di giovani che riportano di consumare alcol solo il sabato e la domenica è pari a: 5.96% per gli 11enni, 11.44% per i 13enni, 37.24% per i 15enni. Parallelamente aumenta anche la percentuale di giovani che dichiarano di bere alcolici sia nel weekend sia in settimana: 1.16% per gli 11enni, 2.82% per i 13enni, 8.06% per i 15enni. Relativamente agli episodi di ubriachezza, se si considera la percentuale cumulativa di coloro che si sono ubriacati almeno una volta si evidenzia come tale percentuale sia pari a 5.22% per gli 11enni, 9.87% per i 13enni, 31.92% per i 15enni. Considerando invece i giovani che riportano di essersi ubriacati 2 volte o più nella propria vita, si evidenzia che riferiscono di averlo fatto una percentuale pari a: 0.78% degli 11enni, 2.49% dei 13enni e 16.06% dei 15enni. Gli episodi di ubriacatura sono più frequenti tra i maschi, rispetto a quanto evidenziato per le femmine. Relativamente al cosiddetto fenomeno del binge drinking, inteso come consumo di 6 bicchieri o più di bevande alcoliche in un’unica occasione, la percentuale di giovani che riportano di aver fatto queste grandi bevute aumenta
considerevolmente in preadolescenza: ad 11 anni meno del 10% dei giovani riporta episodi di binge drinking, mentre a 15 anni circa il 40% dei maschi e più del 20% delle femmine.
Ad 11 anni e 13 anni la percentuale di preadolescenti lombardi che dichiarano di bere alcolici almeno una volta alla settimana è inferiore rispetto alla percentuale di preadolescenti italiani che riportano di bere alcolici con tale frequenza. Nel campione della Lombardia la percentuale di studenti che bevono alcolici almeno una volta a settimana è pari a circa: per gli 11enni, 1% delle femmine e 7% dei maschi; per i 13enni, 5% delle femmine e 14% dei maschi. Nel campione nazionale la percentuale di studenti che bevono alcolici almeno una volta a settimana è invece pari a: per gli 11enni, 3% delle femmine e 9% dei maschi; per i 13enni, 9% delle femmine e 16% dei maschi.
Relativamente all’uso di cannabis la percentuale di 15enni che dichiarano di aver provato almeno una volta nella vita a fare uso di cannabis è pari a circa 28.22% dei maschi e 13.72% delle femmine. La percentuale di coloro che ne hanno fatto uso 10 volte o più è invece pari a: 11.24% dei maschi e 4.97% delle femmine. E’
necessario guardare a tali problematiche ed alle strategie per prevenirle alla luce dei numerosi contributi di ricerca che hanno messo in luce la relazione tra differenti aspetti della vita dei giovani e dei contesti in cui essi vivono e l’adozione di specifici comportamenti a rischio.
Fra le numerose forme di addiction cosiddette “senza sostanze”, il gioco d’azzardo patologico è certamente quella che negli ultimi anni sta assumendo maggiore rilevanza per la numerosità di pazienti trattati e per le caratteristiche peculiari che presenta. Nel 2011 i Ser.T. hanno avuto in carico complessivamente 134 utenti, un quarto in più rispetto alla annualità precedente (107). Si tratta di maschi per l’83,6% dei casi, di età mediamente piuttosto avanzata (48,07). La fasce di età più rappresentate sono quelle intermedie, fra i 35 e i 50 anni, oltre a una presenza significativa di ultra 65enni. La distribuzione per età rispetto al 2010 mostra solo scostamenti occasionali fra le diverse fasce di età, riproducendo nel complesso un profilo non dissimile al 2011. Le variazioni percentuali più evidenti sono, infatti, riferite a numerosità in realtà molto contenute che quindi rendono poco significativa questa statistica. La patologia del gioco è stata inserita nel 2012 nei LEA.
3. SINTESI DEGLI INTERVENTI ATTUATI NEL 2012
In relazione ai seguenti ambiti: comunità‐scuola‐ mondo del lavoro sono stati attuati dall’Asl specifici interventi nell’anno 2012, che hanno visto coinvolti i Dipartimenti di Prevenzione Medica, Dipendenze, ASSI, Cure Primarie e i Distretti. Gli interventi hanno previsto un approccio integrato sui diversi determinanti :alimentazione,attività fisica,fumo,dipendenze.
Sono stati rendicontati entro il 31 dicembre in BDPROSALUTE n. 25 interventi di promozione della salute attuati dalla ASL e n. 5 interventi attuati dalle AA.OO (1 AO San Gerardo,4 AO Vimercate). Tra i progetti ASL, Non è stato rendicontato l’intervento “PROGETTO SPERIMENTALE PROPOSTO DA REGIONE LOMBARDIA PER I SOGGETTI PORTATORI DI PATOLOGIE ESERCIZIO‐SENSIBILI” in quanto le azioni esecutive descritte nell’intervento del PIL sono state posticipate al 2013, in accordo con la comunicazione inviata via email dalla U.O. Governo della prevenzione in data 14 dicembre. Pertanto nel 2012 sono state attuate sole le azioni propedeutiche al progetto.
Si riportano, in sintesi, gli interventi realizzati .
Comunità:
ANZIANI IN CAMMINO. MUOVERSI INSIEME PER LA SALUTE
INTERVENTI di PROMOZIONE DELLA SALUTE FINALIZZATI ALL’ACQUISIZIONE di UNO STILE di VITA SANO ATTRAVERSO L’EDUCAZIONE AD UN CORRETTO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ FISICA NEGLI ANZIANI TERRITORIO: Distretto di Carate Brianza
DI COSA SI TRATTA.
Trattasi di intervento finalizzato alla promozione dell’attività fisica nei soggetti adulti
Nel 2012 sono stati realizzati n. 3 interventi di sensibilizzazione all’attività motoria presso i Centri Anziani dei Comuni aderenti al progetto (05.04.2012 a Carate Brianza, 22.04.2012 ad Albiate, 11.05.2012 a Triuggio) e n. 3 incontri formativi ‐ informativi rivolti alla popolazione per la formazione delle guide di cammino Walking Leader (16 e 23.02.2012 – 01.03.2012).
Risultati:
In data 18.04.2012 e 18.05.2012 sono stati avviati i gruppi di cammino ad Albiate e Triuggio; per ciascuna iniziativa erano presenti circa 25‐30 persone a cui è stato distribuito il questionario sulle abitudini motorie.
In data 20 e 27 giugno è stato avviato il gruppo di cammino a Carate Brianza con la presenza di circa 10 persone a cui è stato distribuito il questionario sulle abitudini motorie. Sono stati raccolti 64 questionari finali al termine delle attività. A tutti i partecipanti e ai comuni aderenti all’iniziativa è stato distribuito l’opuscolo redatto dal distretto di Carate Brianza “Gruppi di cammino un’opportunità per la tua salute”.
Sull’esperienza è stato presentato un poster al convegno nazionale "Le sfide della promozione della salute:
dalla sorveglianza agli interventi sul territorio", organizzato dal Ministero della Salute (Guadagnare Salute)in data 21‐22 giugno 2012 svoltosi a Venezia.
IL RAPPORTO CON L'ANIMALE DA COMPAGNIA QUALE STRUMENTO di BENESSERE AFFETTIVO E PSICOFISICO PER LE PERSONE ANZIANE
TERRITORIO: Distretto di Carate Brianza DI COSA SI TRATTA
In affiancamento all’attività dei gruppi di cammino organizzate dal Distretto Socio Sanitario di Carate Brianza, si è realizzata una nuova iniziativa, proposta dal Dipartimento di Prevenzione Veterinario, dal titolo
“Promozione dell’affido dell’animale da compagnia (cane) nella fascia di popolazione della terza età, quale strumento di benessere affettivo e psico‐fisico”.
Il progetto, con lo slogan “ IO VOGLIO STARE CON TE”, si prefigge di incentivare l’adozione, da parte di persone anziane, dei cani ricoverati presso il canile rifugio presente sul territorio dell’ASLMB,
Il Dipartimento di Prevenzione Veterinario, con tale intervento, intende raggiungere un duplice obiettivo:
ottenere una sinergia d’intento con il Distretto nella lotta all’isolamento ed alla sedentarietà delle persone anziane; infatti il cane può diventare il loro allenatore personale “invitandoli” a proficue passeggiate. In più, riaccende in il senso di responsabilità ed utilità nei confronti di un essere vivente che dipende da loro in tutto e per tutto e li stimola a relazionarsi con l’ambiente e la società che li circonda, sottraendoli alla solitudine;
Incentivare le adozioni dei cani.
L’iniziativa si è composta di 2 momenti:
1. divulgazione del progetto ai partecipanti ai “gruppi di cammino” mediante la presenza di personale del Servizio veterinario al punto di arrivo della passeggiata con uno o due cani;
2. organizzazione di incontri presso il canile Fusi di Lissone, per le persone che con questo progetto hanno adottato un cane, con personale veterinario dell’ASLMB ed educatori cinofili, al fine di dare informazioni basilari sulla corretta gestione dell’animale.
Risultati:
Sono stati realizzati n. 5 incontri (per un totale di 90 persone anziane) ed 1 incontro presso il Canile, per un totale di 9 persone anziane presenti. Al termine di ogni incontro sono stati distribuiti gli opuscoli informativi del progetto Tale progetto, al termine di questo anno, ha portato all’adozione di n° 5 cani da parte di persone di età superiore ai 65 anni. L’iniziativa è stata presentata anche come abstract alla “XV^
CONFERENZA NAZIONALE HPH&HS ‐ TRIESTE ‐ Stazione Marittima‐ 8/11/2012 "INVESTIRE IN SALUTE:SISTEMI E RETI PER OTTIMIZARE I RISULTATI" organizzata dalla rete HPH Friuli
INTERVENTI di PROMOZIONE DELLA SALUTE FINALIZZATI ALL’ACQUISIZIONE di UNO STILE di VITA SANO ATTRAVERSO L’EDUCAZIONE AD UN CORRETTO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ FISICA NEI BAMBINI TERRITORIO: Distretti di Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate,
DI COSA SI TRATTA.
Promozione dell’attività fisica nei bambini: L’intervento ha previsto la mappatura delle attività di pedibus nel territorio (N° 30) con successiva organizzazione e attivazione di nuovi due pedibus nel Comune di Seregno attraverso incontri di sensibilizzazione con la popolazione, rilevazione della mobilità attaverso un questionario .
Risultati:
Al 31 dicembre 2012 risultano attivati 32 pedibus sul territorio dell’ ASLMB.
PROGETTO SPERIMENTALE PROPOSTO DA REGIONE LOMBARDIA PER I SOGGETTI PORTATORI DI PATOLOGIE ESERCIZIO‐SENSIBILI
TERRITORIO:Distretto di Carate Brianza, Unità Operativa di Medicina dello Sport di Monza DI COSA SI TRATTA
Nel corso del 2012 sono state avviate da parte dell’U.O. Medicina dello Sport le azioni propedeutiche alla fase operativa del progetto:
predisposizione entro il 30.04.2012 dei modelli di consenso informato per le attività svolte;
individuazione dei MMG dell’ambito territoriale di Carate Brianza che dovranno arruolare i soggetti con patologie esercizio sensibili per inviarli al Centro di medicina dello sport per l’attuazione delle azioni del progetto.
individuazione delle figure professionali di supporto che collaboreranno con il personale dell’U.O. alla realizzazione del progetto e precisamente: i Medici Specialisti in Medicina dello Sport che garantiranno l’attività istituzionale nelle giornate riservate alla valutazione dei soggetti reclutati; il Laureato in Scienze Motorie che si occuperà della corretta “somministrazione” dell’allenamento ai soggetti classificati a “medio” rischio anche nell’ambito dei Gruppi di Cammino;
selezione, in collaborazione con i MMG aderenti al progetto, delle Palestre dove personale adeguato si occuperà invece della corretta “somministrazione” dell’allenamento ai soggetti classificati ad “alto”
rischio;
definizione del prospetto dei costi, come da indicazioni contenute nell’Atto n° 300 del 02/07/2012 della Direzione Generale Sanità, nell’ambito del budget attribuito alla nostra Azienda per la realizzazione del progetto. Tale prospetto è stato puntualmente inviato entro il termine previsto alla Direzione Generale Sanità. Lo stesso atto stabilisce che le ASL saranno autorizzate a dare avvio alla fase esecutiva del progetto e alla relativa rendicontazione contabile solo dopo l’approvazione del prospetto dei costi da parte della D.G. Sanità, prevista nel 2013.
PROMOZIONE DELL’ALLATTAMENTO AL SENO
TERRITORIO: Unità Operative di Igiene e Sanità Pubblica di Monza,Desio e Usmate.
Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate, DI COSA SI TRATTA
Nel periodo 13.02.2012 – 13.03.2012, è stata condotta l'indagine di prevalenza con somministrazione di 427 questionari conoscitivi multilingue (> 414 previsti) relativi alle abitudini alimentari dei bambini, alle mamme in occasione della vaccinazione per 1°, 2° e 3°Dose (146 per 1°dose,140 per 2° dose,141 per 3°dose) negli ambulatori vaccinali delle unità operative di igiene e sanità pubblica di Desio,Monza, Usmate.
E’ stato diffuso a tutti gli stakeholder il report regionale “PREVALENZA, ESCLUSIVITÀ E DURATA DELL’ALLATTAMENTO AL SENO IN REGIONE LOMBARDIA ottobre 2012”. Nel 2012, 3982 mamme si sono rivolte ai servizi consultoriali dell'ASL Monza Brianza per consulenze in merito all'allattamento al seno. Gli operatori dei servizi consultoriali hanno distribuito alle madri nella fase di avvio dell'allattamento, un opuscolo informativo/manuale che fornisce informazioni pratiche e fruibili in merito all'allattamento.
Inoltre e’ stata curata la rete di integrazione con i soggetti del territorio che incontrano le donne in gravidanza e nel post partum: Aziende ospedaliere, Pediatri di famiglia, Medici di base, consultori privati accreditati attraverso la presentazione del PDT.
Si è ritenuto opportuno favorire la messa in rete dei servizi che si occupano di allattamento creando una connessione tra il sito www.retepediatria.135.it contiene materiale informativo in merito all'allattamento al seno .e il sito “sostenere le madri” a cura del Consultorio familiare ,ove sono presentati i servizi e le attività del in merito al sostegno della madre nella fase dell'allattamento.
AREA MALATTIE SESSUALMENTE TRASMESSE
TERRITORIO: Unità Operative MTS sedi di Muggio, Giussano e Usmate Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate,
ha previsto l’attuazione di 3 interventi:
DI COSA SI TRATTA
“Ho cura di me” Percorsi di educazione alla salute rivolti alle detenute della Casa Circondariale di Monza, realizzato attraverso la collaborazione tra gli operatori della UOMTS, del Consultorio, gli educatori del carcere e gli studenti della facoltà di ostetricia dell’Università Bicocca per il miglioramento della qualità della vita sia durante la detenzione che durante il reinserimento nel contesto sociale e la promozione della cura di se come strumento di salute.
In particolare nell’anno 2012 gli obiettivi specifici del progetto sono stati:
Conoscere la salute sessuale delle detenute e il livello di consapevolezza rispetto alla propria salute al fine di programmare un intervento educativo e preventivo rispondente ai bisogni emersi, sviluppare alcune competenze personali e sociali, stimolare una maggiore cura di sé, migliorare le relazioni e la convivenza.
Favorire l’attivazione di screening preventivi attraverso il raccordo con la Direzione sanitaria.
Nel 2012 Il progetto è proseguito sulle nuove giunte che sono state 35, completando il lavoro degli anni precedenti e raggiungendo quindi più dell’80% (165/200) della popolazione carceraria femminile. Sono stati effettuate n. 3 edizioni (16 e 17 aprile 2012, 2 e 3 luglio, 12 e 15 novembre).
Educativa tra pari negli uomini che fanno sesso con gli uomini (Peer4MSM). Il progetto ha l’obiettivo di favorire l’accesso ai test degli MSM, promuovere una maggiore sensibilizzazione nella comunità sulle tematiche di prevenzione MTS attraverso l’utilizzo dell’empowered peer education e cioè il passaggio di conoscenza, emozioni, esperienze da parte di alcune persone adeguatamente formate ad altre di pari status. Sono stati ingaggiati 6 Opinion Leader insieme a 2 operatori dell’UOMST in qualità di facilitatori e hanno definito attraverso un lavoro di gruppo la progettazione di una campagna di sensibilizzazione esplorando le possibilità offerte dal WEB quale strumento di comunicazione prioritario
“Passaparola” L’intervento di peer education nasce dalla considerazione che gli utenti non sono solo i ricettori/fruitori di informazioni ma possono essere anche una importante risorsa per la promozione del servizio e stili di vita presso i pari. Nel 2012 sono stati individuati 64 utenti che presentavano le caratteristiche per svolgere la funzione di “Promoter”, a cui è stato richiesto di svolgere attività di sensibilizzazione nel gruppo dei pari anche attraverso la distribuzione di materiale informativo prodotto ad hoc dal servizio (730 opuscoli). L’attività è stata monitorata attraverso contatti nel tempo con la maggioranza dei promoter.
Incidenti stradali TERRITORIO: ASL MB DI COSA SI TRATTA
E’ attivo nel territorio ASL MB il sistema di rilevazione del Progetto Ulisse che ha permesso di raccogliere dati da agosto 2007 a dicembre 2012.
Nel 2012 gli utenti (autisti e passeggeri adulti e bambini in posizione anteriore nelle autovetture, conducenti e passeggeri di motocicli) osservati nell’ambito delle rilevazioni del Sistema, sono stati: 10.140 in area Urbana Centrale; 8.194 in area Urbana Periferica; 14.947 in area Extra‐urbana
SVILUPPARE LA COLLABORAZIONE MULTIDISCIPLINARE (CON OSSERVATORI EPIDEMIOLOGICI;REGISTRI TUMORI E DI PATOLOGIA;DIPARTIMENTO PREVENZIONE MEDICO E VETERINARIO)PER LA VALUTAZIONE DELLE RICADUTE SULLA SALUTE DEI PROGETTI IN VIA E DEGLI STRUMENTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO:
TERRITORIO: ASL MB DI COSA SI TRATTA
Il GdL aziendale, istituito con Delibera ASL del 26/6/2012 n. 398, ha individuato i seguenti obiettivi:
• sviluppare una collaborazione multidisciplinare a livello aziendale con il concorso di professionisti medici di sanità pubblica, epidemiologi, veterinari, chimici
• potenziare le informazioni disponibili di tipo ambientale, sanitario da utilizzare nel processo di valutazione
• progettare uno strumento operativo per la messa a disposizione dei dati
• produrre in via sperimentale almeno una mappa tematica mediante l’utilizzo di un sistema di georeferenziazione.
Risultati:
Il GdL aziendale ha attuato le seguenti attività:
Analisi dei dati di letteratura e dei dati locali nell’ambito del GdL in cui sono rappresentate competenze professionali di diverso orientamento, per un maggior approfondimento e messa a disposizione delle informazioni
Individuazione delle principali informazioni, relative fonti, qualità ed accessibilità dei dati ambientali e sanitari.
Sono state definite le principali categorie di dati ambientali e, per ciascuna, dal settore Ambiente e Agricoltura della Provincia di Monza e Brianza sono state acquisite le banche dati informatizzate, inerenti attività/aziende a maggior impatto ambientale. Per una migliore lettura e valutazione delle informazioni, è stata effettuata la rappresentazione attraverso un sistema di georeferenziazione, il quale permette di generare mappe tematiche delle attività presenti sul territorio dell’ASL.
Georeferenziazione degli esposti inerenti eventi più significativi di molestia olfattiva pervenuti dai cittadini.
INTERVENTO RELATIVO ALLA PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOCEREBROVASCOLARE TERRITORIO: DISTRETTI DI CARATE BRIANZA E VIMERCATE
DI COSA SI TRATTA
Sono stati realizzati nel distretto di Carate Brianza e Vimercate iniziative volti a garantire la diffusione delle informazioni per il tempestivo riconoscimento degli eventi acuti in ambito cardiocerebrovascolare e al corretto utilizzo della rete dell’emergenza urgenza:
‐ 3 incontri presso centri anziani del distretto di Carate Brianza (5/4/2012 a Carate Brianza, con la presenza di circa 30 persone di età > 65 anni; 7/6/2012 a Sovico e 17/10/2012 a Triuggio, circa 50 persone di età di età > 65 per incontro)
‐ nel distretto di Vimercate sono state censite le aziende con più di 50 dipendenti e i 15 medici competenti di tali aziende hanno partecipato in data 7/12/2012 ad un incontro con esperti di Brianza per il cuore dove sono stati affrontati gli aspetti relativi al cosa fare e non fare in caso di emergenza cardiocerobrovascolare
Ambito Scuola:
RETE DI SCUOLE CHE PROMUOVONO SALUTE
TERRITORIO: Distretti : Desio, Carate Brianza, Monza, , Seregno,Vimercate.
DI COSA SI TRATTA
Il “modello lombardo delle scuole che promuovono salute ”è frutto di un percorso di elaborazione comune condotto in Lombardia tra sistema scuola(Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Dirigenti Scolastici, Insegnanti) e sistema sanitario e socio‐sanitario (Direzione Generale Sanità Direzione Generale Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, ASL),con la partecipazione delle Direzioni Generali (Agricoltura, Sport e Giovani, Istruzione, Formazione e Lavoro)Il progetto in corso è in fase di valutazione e ha l'obiettivo di giungere ad una massima adesione da parte delle scuole nell’ a.s. 2014‐2015. La Rete è costituita dalle scuole organizzate per ambiti provinciali.
Nel territorio dell'ASL di Monza e Brianza hanno aderito alla rete, nel primo anno di sperimentazione, otto scuole secondarie di primo grado ed una primaria di secondo grado Le scuole aderenti hanno sottoscritto un'adesione formale in cui si impegnano a sviluppare al proprio interno il “Modello Lombardo delle Scuole che Promuovono Salute”. Il Coordinamento provinciale è composto dai Dirigenti Scolastici delle scuole aderenti per ciascun ambito provinciale, da rappresentanti dell’ASL, dal rappresentante dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Sono stati tenuti 5 incontri (16.02.2012, 23.03.2012, 08.05.2012‐03.07.2012‐
16.09.2012) che hanno portato alla realizzazione e alla somministrazione di un questionario ed alla relativa analisi dei bisogni di salute, momento base per pianificare le azioni di miglioramento. Sono stati realizzati n.
3 incontri regionali in data 26.01.2012 e 24.05.2012,12.12.2012 con presentazione congiunta ASL ‐SCUOLE.
Sono state definite dal gruppo di lavoro 4 strategie e attuata una ricerca di autoanalisi prima di definire il profilo di salute. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul sito ReQus (rete per la qualità nella scuola del Ministero dell'istruzione dell'Università e della Ricerca) e sono in fase di pubblicazione sul sito dell'ASL MB. La rete locale è composta da 8 scuole secondarie di primo grado e 1 primaria di secondo grado. E’ stato predisposto il report sulle scuole che promuovono salute e inviato in regione secondo i tempi previsti.
I RISULTATI
L'analisi dei risultati dei questionari ha confermato le scuole aderenti alla rete nel loro ruolo di “pionieri e moltiplicatori” rafforzando l'idea di essere a buon punto di un percorso complicato e lungo. Ha evidenziato però anche i punti di debolezza che si trasformeranno in obiettivi del piano di salute. Si tratta quindi ora di pianificare il proprio processo di miglioramento individuando priorità ed obiettivi.
Il gruppo di lavoro è consapevole che la terza area strategica è la più carente ma ritiene che sia il caso di puntare su obiettivi che siano realistici e sostenibili. Sarà quindi la quarta area strategica quella su cui si decide di puntare anche perchè si ritiene che sia più urgente inserire la scuola nella sua comunità attraverso rapporti sostanziali che permettano di creare una comunità educante. Si ritiene inoltre che sensibilizzare il territorio sull'importanza dell'educazione dei propri ragazzi possa permettere in futuro anche una maggiore disponibilità a collaborare sulla strategia 3, cioè sull'investimento su strutture adeguate alla crescita. Il rapporto con le famiglie sarà il primo obiettivo per il prossimo piano di salute. Si immagina come primo passo quello di estendere ai genitori il questionario sopra descritto per coinvolgere i genitori nei temi trattati dalla ricerca. L'ASL inoltre si occuperà di attivare le associazioni di genitori in un progetto di comunità che attivi le famiglie sullo sviluppo di competenze educative. Ma la ricerca ha offerto molti spunti di riflessione e molte idee per il futuro. Rimangono in sospeso alcune idee emerse dalla
discussione che vengono definite “idee nel cassetto” e tenute nel piano di salute come prossimi step del piano di miglioramento.
Una di queste riguarda l'ipotesi che i curriculum dei ragazzi, accanto alle valutazioni classiche degli obiettivi cognitivi relative alle materie scolastiche, possano avere un curriculum di pari dignità che raccolga le
“competenze di vita (life skill) acquisite durante il training triennale che le scuole, attraverso l'ASL, hanno attivato nelle classi dalla prima alla terza.
L'altra, più complessa, riguarda la terza strategia con particolare attenzione alla struttura organizzativa e ad un' analisi del benessere tra il personale della scuola.
E' un argomento poco trattato nel mondo della scuola poiché il benessere dei ragazzi viene considerato come unica mission, sottovalutando quanto questo sia strettamente legato allo stato di salute degli adulti DATI E TIPOLOGIE DI FINANZIAMENTO
Numero Operatori Coinvolti 4 operatori ASL
Numero presidi coinvolti 9
Tipologia di finanziamento Regionale
LIFE SKILLS TRAINING
TERRITORIO: Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate, DI COSA SI TRATTA
LIFE SKILL TRAINING è un programma regionale triennale attivo in tutte le ASL Lombarde, è rivolto alle scuole secondarie di primo grado. Prevede un training sulle life skill di 34 unita nel triennio condotte dagli insegnanti con la formazione e la supervisione di operatori ASL, Fornisce alle persone un modo sistematico di imparare le abilità di vita necessarie per affrontare con successo situazioni impegnative. Fornisce a insegnanti e genitori alcuni strumenti da usare con i pre‐adolescenti per rafforzare quelle abilità che si sono dimostrate utili a ridurre e prevenire l’uso di alcol e droghe, comportamenti a rischio e comportamenti aggressivi.Il LST è conosciuto a livello mondiale come uno dei modelli di intervento maggiormente efficaci per il target adolescenti e preadolescenti.E' un programma educativo‐promozionale volto a prevenire l’uso e abuso di droghe attraverso lo sviluppo di:
Il programma e stato sviluppato negli Stati Uniti dal prof. Gilbert J. Botvin della Cornell University (NY).
DATI E TIPOLOGIA DI FINANZIAMENTO
Operatori Coinvolti 15 operatori ASL
Utenti Formati 235 docenti di scuola secondaria di 1°grado
Utenti Raggiunti 2650 studenti di scuola secondaria di 1°grado
Tipologia di finanziamento Regionale
LIFE SKILLS EDUCATION
TERRITORIO: Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate, DI COSA SI TRATTA
LIFE SKILL EDUCATION è un progetto sperimentale triennale, diffuso su tutto il territorio provinciale, per l'introduzione di un programma di life skill nel Piano dell’Offerta Formativa nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Il progetto prevede l'attivazione di un percorso di 8 incontri per anno scolastico, teso allo sviluppo delle abilità di vita. Gli incontri, all'interno delle classi, sono gestiti nel primo anno da operatori ed in seguito dai docenti stessi che nel corso del triennio di lavoro vengono “formati sul campo”. L'obiettivo è quello di sviluppare nei ragazzi i fattori protettivi e le competenze psico‐sociali che permetteranno loro di acquisire stili di vita salutari utilizzando una metodologia attiva ed esperenziale.
DATI E TIPOLOGIA DI FINANZIAMENTO
Numero Operatori Coinvolti operatori ASL e consultori e 1 cooperativa 3°
settore Comune di monza.
Numero utenti formati 74 docenti
Numero Utenti Raggiunti 910 studenti
Tipologia di finanziamento ASL e Comuni
SIGNAL
Si tratta del “progetto” Europeo – Drugs Prevention and Information Program 2011 finalizzato all’uso di tecnologie digitali in interventi brevi presso target di giovani segnalati per uso di alcool alla guida o consumatori/abusatori di alcool, contattati tramite gli interventi di prevenzione sul territorio. Nell’ambito del territorio dell’ASL MB è stato costituito un gruppo di lavoro composto da 2 referenti degli Uffici di Piano, un rappresentante del Dipartimento ASSI, 2 rappresentanti del Ciessevi. Tale gruppo, supportato da un’agenzia esterna (“Sinergie”, società di ricerca), ha predisposto un progetto che è stato inviato per la valutazione alla commissione europea. Al 31 dicembre si è in attesa del parere per il finanziamento.
DATI E TIPOLOGIA DI FINANZIAMENTO
Numero Operatori Coinvolti Comitato prevenzione (Uffici di piano Terzo Settore CSV Dipendenze Consultori) un'agenzia esterna
SEMINARIO TOOLS DI COSA SI TRATTA
Il convegno del 9 Ottobre, “TOOLS valutazione e strumenti di life skill education”, vuole condividere con la cittadinanza i lavori effettuati nei programmi di, life skill education che, nello scorso anno scolastico sono stati implementati in numerosi istituti nel territorio della ASL Monza e Brianza.
DATI E TIPOLOGIA DI FINANZIAMENTO
Numero Operatori Coinvolti Equipe prevenzione Dip. Dipendenze, cooperativa terzo settore, Comune di Monza
Numero partecipanti al seminario 120 insegnanti e operatori
Tipologia di finanziamento Comune di Monza e ASL
UNPLUGGED
TERRITORIO: Distretti: Desio, Carate Brianza, Vimercate, DI COSA SI TRATTA
E’ un programma educativo‐promozionale, basato sulla ricerca, che si focalizza sul rafforzamento delle capacità di resistenza all’adozione di comportamenti a rischio da parte degli adolescenti, all’interno di un modello più generale di incremento delle abilità personali e sociali. Il programma agisce su competenze personali, abilità sociali, percezioni e informazioni sulle sostanze. E’ costituito da 12 unità da integrare nel curriculum scolastico. I programmi con un numero di unità superiori a 10 sono più efficaci di quelli costituiti da un numero inferiore di unità (School Based Adolescent Drug Prevention Programs: 1998Meta Analysis).
DATI E TIPOLOGIA FINANZIAMENTO
Numero Operatori Coinvolti 11 operatori ASL
Numero utenti formati 28 docenti di scuole secondarie di 2° grado Numero Utenti Raggiunti 474 studenti di scuole secondarie di 2°grado
Tipologia di finanziamento Regionale
KIMBANDA NIGHT
TERRITORIO: Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate, DI COSA SI TRATTA
Il progetto è stato finanziato da gennaio a giugno 2012.con lo scopo di sviluppare interventi di riduzione dei rischi, rivolti al target giovani consumatori in un’età compresa tra i 14 ed i 35 anni, contattati in contesti di aggregazione e di divertimento a rischio Nel Corso del 1° semestre 2012 sono state effettuate 38 uscite serali in diversi locali del territorio della Provincia di Monza e della Brianza. Nel periodo considerato, gli operatori hanno effettuato 1047 contatti con i soggetti target del progetto, incontrando rispettivamente 837 ragazzi e 210 ragazze prevalentemente italiani, infatti sono solo 14 i contatti con ragazzi stranieri. Il materiale distribuito si divide in materiale di profilassi e materiale informativo.
DATI E TIPOLOGIA FINANZIAMENTO
Numero contatti 1047
Numero utenti stranieri 14
Tipologia di finanziamento Regionale
CONVEGNO COSI' VA IL MONDO DI COSA SI TRATTA
Il mondo del consumo è in continuo cambiamento ed il WEB ha accelerato molti processi che possono generare comportamenti compulsivi. In particolare le nuove generazioni hanno un approccio sempre più lontano da quello dei loro padri al consumo, alle relazioni, al mondo delle immagini
Il corso , nella sua prima fase, con la presenza di esperti esterni al mondo dei servizi, vuole offrire degli spunti per avvicinare il mondo degli operatori alla realtà delle famiglie e degli utenti di oggi prescindendo dalla lettura in chiave patologica e di cura.
Offrire un panorama del contesto in cui le nuove generazioni , ma non solo, si muovono e comunicano nel nuovo millennio.
Riflettere sull'apertura dei servizi verso i nuovi bisogni e su un progetto di rete che si adoperi per la definizione e la creazione di nuove modalità di aggancio dell'utenza (famiglie, adolescenti e giovani)
DATI E TIPOLOGIA DI FINANZIAMENTO
Operatori Coinvolti Equipe prevenzione Dip. Dipendenze,Ufficio
Formazione ASL
Numero partecipanti al convegno 130 Operatori dipartimento dipendenze, consultori, comuni, terzo settore, scuola, CSV.
Tipologia di finanziamento ASL Dipartimento Dipendenze
I CITTADINI COINVOLTI NELLE ATTIVITA' DELLA PREVENZIONE
Presidi 9
Insegnanti 439
Studenti 4337
Genitori 361
Operatori 165
Giovani 2678
Tossicodipendenti 70
Popolazione Generale 120
Intervento :”FROM FARM TO FORK”
TERRITORIO: U.O. Siaoa Dipartimento di Prevenzione Veterinaria,distretto di Carate Brianza DI COSA SI TRATTA
A seguito della fattiva collaborazione tra gli operatori del Servizio Igiene degli Alimenti di Origine Animale con gli operatori del settore alimentare del territorio del comune di Muggiò, si è tenuto un intervento formativo rivolto agli allievi cuochi e addetti alla manipolazione ed alla trasformazione degli alimenti di origine animale della Scuola di avviamento professionale per aiuto‐cuochi Carate Brianza. L’obiettivo dell’intervento è stato promuovere la conoscenza di opportune e necessarie norme igieniche. Il corso si è articolato su due incontri tenutosi nelle giornate del 12 e 26 04.2012, con test finale di apprendimento.
Risultati:
Al primo incontro hanno partecipato 32 studenti (100% degli iscritti), con una percentuale di risposte giuste al test finale superiore all’80%. Al secondo incontro hanno partecipato 30 studenti (su 32 iscritti);
tutti hanno superato il test con una percentuale di risposte giuste pari al 100%. Agli studenti che hanno partecipato ad entrambe le lezioni è stato rilasciato un attestato di partecipazione
INTERVENTO RELATIVO AI ”CAPITOLATI D’APPALTO”
TERRITORIO: comuni ASL MB DI COSA SI TRATTA
Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) ha redatto un documento “ Linee guida nutrizionali per la stesura del capitolato d’appalto” allo scopo di sensibilizzare gli Enti preposti alla stesura dei capitolati d’appalto per la ristorazione scolastica a valutare non soltanto l’aspetto merceologico, ma anche quello nutrizionale dei vari alimenti. Il documento riporta, anche le indicazioni per la corretta compilazione dei menù standard e delle diete speciali. In data 30.06.2012 tale documento è stato stati inviato ai Responsabili della ristorazione scolastica di tutti i 55 Comuni dell’ASL. A seguito dell’invio sono pervenute 42 richieste di parere su tabelle dietetiche standard, di cui 38 perfettamente rispondenti alle linee guida inviate e pertanto recepite.
Nel corso dell’anno sono giunte al SIAN due richieste per partecipazione a gare d’appalto per la ristorazione scolastica ( Albiate 27.04.2012, Bovisio Masciago 05.11.2012)
INTERVENTO RELATIVO AI ”NIDI”
TERRITORIO: U.O.SIAN DI MONZA;DESIO E USMATE
Distretti: Desio, Carate Brianza, Monza, ,Seregno,Vimercate DI COSA SI TRATTA
Continuando l’attività svolta nel 2011 il SIAN nel 2012ha esteso ai nidi privati l’intervento di promozione di stili di vita corretti rivolta a genitori ed educatori, per favorire abitudini alimentari salutari ed attività fisica sin dalla prima infanzia. Sono stati coinvolti 119 asili nido privati ai quali è stata richiesta l’adesione al progetto e alla partecipazione al Corso di formazione ed informazione “La salute vien mangiando. Progetto stili di vita corretti negli asili nido”. Il Corso, tenutosi in due edizioni, ha avuto una valenza multidisciplinare perché ha coinvolto l’U.O. Medicina dello sport per trattare l’importanza di abituare i bambini ad una corretta attività fisica fin dalla più tenera infanzia e il Consultorio Familiare di Monza, per approfondire la valenza psicologica del cibo e il rapporto madre/figlio in relazione al cibo. Hanno partecipato anche due pediatre di famiglia che hanno evidenziato come sia modificato, nel corso degli ultimi decenni, l’approccio al bambino in crescita.
Al termine del corso è stato consegnato un questionario di verifica dell’apprendimento.
E’ stato aggiornato l’opuscolo “La salute vien mangiando” che è stato distribuito a tutti i genitori ed educatori degli asili nido.