ANNO XIV N. 13. TORINO, 15 Luglio 19H~.
RIUISTA
di ING EGNERIA SANITARIA
e di ED I LIZI A MODERNA
È riseruata la proprietà letteral"ia ed artistica degli m·ticoli e dei disegm pubblicati uella RtVISTA D! INGEGNERIA SANITARIA E DI EDILIZIA MoDERNA. - Gli onginali, pubblicati o 11011 pubblicati, no11 vengono restituiti agli Autori.
SOMMARIO. - Memorie Originali: Sulle proprietà fisiche dei m:neriali per 'costruzioni leggiere e in particolare della « Se·
Jenit , . L. Pagliani (Colllilwaziom e fine). - ~ueat:oni Tec-.
nicc-Sanitarie del Giorno: Appunti pratici sulla fognatura ·
MEMORIE 01\IGINALI
Istit
uto d
"Igic
ne
della R. Università di Torino diretro dal prof. L. PaglianiSULLE PROPRIETA' FISICHE
DE
IMATERIALI PER
COSTRUZIONILEGGI ERE
E IN
PA
RTICOLARE DELLA « SELE~IT >>per L. PAGLJANI.
«Continuaz. e fine; vedi Numero precedente).
IV. R icerche speciali sulla
«Se!enit
n - L'avere colle surriferite esperienze riconosciute
ottime leproprietà
fisichedelle
lastrechi gesso,
tipo « Seie-nit
n, riguardoalla
loropermeabi
lità per l'aria e alla
loro coibenza pel caiore, ci ha indotti a inda- gare ulteriormente ilva
lore di questo materiale, dicui è così
ricco il nostro Paese in molte
sue regioni, in riguardo al
suocomportamento
rispetto all'umidità.Poichè si tratta di materiale
d
icostruzione
chede,-e
essere esposto
:1lie influenzie delleviciss
itu- diniatmosfer
iche,era importante sapç re:
a) in cheproporzione
possa assumere il vaporeacqueo
dalia atmosfera esterna od
agli ambienti e
comequ
estovap
ore acqueo assorbitoda
tale materiale in deter-minate continge nze di alta
umidità relativa,possa
essere c!a esso rilasciatoin
successiYe condizioni di relativa secchezza; b) quale influenzal'acqua,
assuntairi maggiore
dose pera
ltre cause nella compaginedi questo materiale,
eserciti sullasua
solidità e suìlasua s
truttura.Per
tali indagini,abbiamo,
in unapr
ima prova, situatauna mattonella di
<< Selenit
n, di 20 x 20 cen- t:metri e dello pes ore di42
·mm.,
sul da,·anzalc di una finestra, esposta a
nord, alpiano terreno
a due metri dal uc·lo, fra il 2 I gennaio
etutto mag-
domestica - Proj. L. Neri (Continuazione e fim). - Recensioni:
Nuovo becco igieniw per fontana pubblica - Catboire: Nuovo tipo di sputacchiera individuale a chiusura ed apertura automa- tiche.
gio. La
mattonella era al r
iparo dalla diretta az·ione della pioggia o neve,
come dei raggi solari.I
risultatiottenuti dal suo
peso, determinato avarie riprese, son
oi seg
uenti :ra pesata della mattonella essiccata m
ca-
mera, a 20° (2 I
gen naio)
gr. I 522»
dopo 3
giorni dite
mpo neb-bioso
ed
umido (24gennaio)
» 1532» dopo altri 3 giorni id. (2 7 gen- n aio
"
» dopo altri 6
giorni id. (2
feb-braio) )) 1534
>> dopo varì
g
iorni di vento (8febbra
io) )) I530» dop
o altri 5 giorni
di pioggia eumido (r3 aprile) ))
_a
l » dopo tempo
va
rio e quindii bel-lo (w maggio) )) 1530
» ·dopo tempo bello e
va
rio (IJ
maggio) ))
Nella sopra indicata esposizione
pm svan
tag-g
iosa, la mattonella di « Selenit n, in un inverno as- sai rigidoe
umido, ha acquistato al massimo
0,98 per
rnilledi umidità
delsuo peso dall'ari
a,a
par·tire
dal suo stato direla
ttvo
essiccamento; e, sotto la influenza di giorna
temeno
umide o buone,di-
scende,·a anchea
o,s permille.
.\ppena
nella:
primavera il tempo sirim
ise pma ecco, l
'umiditàdella matt
onella si ridusse quasi alla sua· umiditàinizi
ale.Questi dati
provano,' che
ilmateriale
« Selenit » assorbe fisicamente poca. umidità dall'aria inra-
gione dellasua m
olta porosità e facilmente laab
- bandona, enza tenerla iegata chimicamen te
.La stessa
matwnella,
esposta, poisul da,·an
zale di una finestra a sud-ovest,e quindi sotto
l'azione
e\·entualede
iraggi solari, dava i seg uenti
risul- tati alla pesata :7-t RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARiA
Pesata iniziale (
15 maggio)»
2• (I7 maggio)
))
3• (I
0gi ug no)
Aveva
così la stessa mattonella perduto tutta l 'umidità acquisi ta nella
cattivastagione .
In una seconda
serie di proyabb
iamo lasciatoin posiz ione inclinat a, a circa 45
°, una mattonella,con una
solafacci
ascop
erta,rivolta a nord-est, t· ù in
condizio ne di riceve re p
icggia eneve, essea do per
tutto ilrim
anente benedifesa d
alleintemperie
.Si fecero 4 pesate :
a)
Il I
0d icembre si aveva peso iniziale : gr . 227
2.Dopo u na n evica ta avven u ta il ro, si ripesava il r2 di dlicem bre e si t rovava gr. 2850 e q uindi un au
-men
toin peso di g r. 578
.b)
Il I6 dicembre, dopo alcu ne g
iornate di tem po bello, si
ot~enevaun peso d i gr. 28I5, co n d im i-
nuzion
edi
gr. 35·
c) Il r6 gennaio, dopo gio rnate piovose si aveva
gr.2958
equindi un aumento sul peso in iziale di gr
.686.
d) Il 2 febbraio, d opo I 5 g io rni
10camera a I8°, s i aveva un peso di g r. 2273. e qwindi solo p iù l 'aumento dalla p rima pesata d i g r. r.
Questa prova
. dimostra, che se il materiale pren de, per la sua alta porosità, molta acqua, ov e sia lasciato a ricevere di rettamen te pioggia o neve, condi zione in cui no n si tro va no mai le pareti degli edifizi, perd e tuttavia co m pletam ente questa umidità in breve t empo, se espos to dopo in ambi ente a t empera tura ed umi- d ità
ord inar ia
.In u na terza serie di prove ab b ia mo lasciato im- merse per u n 'ora in
acqua una mattone lla d i
«S e- leni t)) e una d i c-emento della
stessalarghezz a e dii
spessore1a p rima di 42 mm
.,la secon da d i 43 mm . ; ten end ole p o i am bedue, asci ugate su per- ficialme n te
con 'Ca rta bibula, in una stessa sala chiu sa a tem peratura di 20°.
I
risul tati ottenu ti
son o stati segu ent i :
MATERIALE
Ac<Ju_isto di acqu:t.
10 1 ora di immersione
Peràita àell':u:qua prima trattenuta io s giorni In 8 giorni
- - - --
- - -- - - - --- -- - -,- - - - -Seleuit . r824 664,o 36,7 6o5,7 91 66o 99,2
Cemento. 3 596 l )2,8 4,2 l 19,0 78 r35 88,o
Da tali dati
risulta
che
1le mattonelle di
<<S ele- ni
t ))posso no, a
,paricà di al tre
condizio ni e di
tem po , im merse nell' acqua, ass u mern e circa quat- tro 'vol te e m ezza
-piùch e no n qu elle di ce men to, e che qu indi, in rap p orto
aùpeso a secco di dette m atto nelle, la
<<Selenit )) ha capacità id rica
circanove Yolt te maggio re del cem ento, potendo acqu i-
stare
ogn i Kg . d i
« Selenit )) gr
·..,6
J7 e ogni
·I,.. -..g . di
oemen to gr . 42 di a_ cqua
.Per altra p
arte, le matto
nelle di « Selenit ))per-
dono qu esta loro
acqua acquisita
assaipiù rapida- mente che no n _ quelle eli cemento, rim ane ndone clono 8
giorni di esp
osizione all'ania, a 20°, nell p~-i.
me solo l'I % , n elle
secon de ancora il I 2 % ; aY
endo perd u to, le prim e, u n a quantità
cinqu e volte m aa
- gime di acqua delle seconde nello stesso periodo di
tempo.Per ul timo, abbiam
ofatto sottoporre a prO\-e di
g1elivitàdei saggii di
« Selenit nnel la bo ratorio spe- r
imentale dei materiali di
costruzione del R. P o li- tecnico di Torin o .
I
risultati
ottenuti so no così niass u nti da
lD iret-
t~re d~llo
stesso L aboratorio, prof. Guidi : Il sag- gw , n cavato dalla mattonella, venne immerso in
·acqua a 14° p er ci rca
3ore, ante riormen te a tu tte le gelate; queste d uraron
o4 ore ciascun a, con tem- p erature ya riab il' i da - 6°
a- I 5°.
All~ r7• gelata i
l saggio presentò screp
olattwe lie,·i ·
SIm
antenn e quindi stazionario nelle ulteriori gelate, niscontran- dosi do po la 25• gelata solo un leggero rammoll i- mento.
Questi risul tati dànno un a p rova evidente, che
ilmateriale
« Selenit l ,, oltre a non leg are chimica- m en te l 'acq ua di cui possa essere imb ib ito, per cu
iperde faci lm ente tu tta qu ellia ch e possa avere ac- q uis ito in condlizioni all ' uop o favo revo l'i, quando q ueste ve ng on o a m anca r-c, ha pure alta resistenz a alla influe nza d elle basse temperatu re, a nch e q ua n- do abbia
ipo ri com pletamen te ri p ieni d i acqua; pe r cui si p uò esse re sicur; i tanto p iù , che no n subisce a lcun deterion men to nella s ua solicl1
ità,per il freddo, q ua ndo a b bia la su a umidità no rmale
·come è ris ultato costan teme n
tepu re in tu tte le no- '
stre sopra riferite esp erie nze .
QU ESTION I
TECN ICO- Sf1 NIT FI RIE . DEL GIORN O
A PP UNTI P R A TICI
SULL A F O GKATU R A D O..\!J. ESTI CA del P R oF . F
.ERI.
(ContinDazione e fine, vedi numero prec.).
b) L a progr essio ne dei diame tri nella fo gnat ura domestic a. - Il Fich era (r89r) ac ce rtò sperimental
-me nte, p er lo s carico degli acq u ai e
lavandini, che la p rogress
ione a ritm etica d ei dia metr
ip
uò sosti-t uire la ve ntilaz io ne del sifo ne. Così, se
l'orifizio d i sma itimento, ad es. d' un lavand ino, è c1i 15 mm .
è sufficiénte un diametro eli 30 m m
.nel sifone, e d i 45 mm
.n el t ubo
dicadu ta, per eY itar·e
sicu ra- me n te, anch e a co rona
chiusa, la rottura del si-
gillo idrico per compress io ne, o il sifonagg io per
<~spirazione
o di emsenso, o il così detto f enomeno
E DI EDILIZIA MODERNA 75
del momento, ossia la cacciata de lla
chiusura idrau
- lica per effettodella forza Yiva acq uistata dall 'ac-
qua, in seguito all'urto della caduta .
~~i:·-;_=:=.·-~-~~~~---;~-,:,;
.,
..
:-·~-.J\._._
Fig. I. - Doppio sifone Necchi, applicato a due diversi modelli di vasi -latrina, con scarico diretto nel tubo di caduta, lungo il quale, sotto lo scarico della l:nrina, sono disposte corte braghe ridotte (braghine) per lo scarico dei bagni, lavandini, acquai, ecc. (V. n. 12, pag. 69).
D'altra parte iL F ich era riferi
sceesperi
enze di· Hellyer,
da c ui risulta che la ve ntilaz io ne in corona
non sempre;_Jrem
un isce contro i feno meni del s i- fo nagg ic, o rlella com p ress io ne, o d el momento,
potendo l'effl.cacia
.d ella vent ilazio ne in corona ve-
nir meroin determinate
cond iz ioni di diametro o
lungheaadel tubo di ve ntilaz io ne, ed anche in d i-
pendenza del tipndei s ifo n e, cui la ,- entilazione
è appli
cata. ::\Ia an
che i t ipi mig liori, com e l'anti-D
diH
ellyer, .talvolta s i aprin;>no, n on ostante la ve n-
tilazione i n corona, speCialme nte pel feno meno de l momen to.
L'importa n za d i questi fa tti no n può sfuggire
acl nlcuno. E ssi dim ostrano ch e la ve nt ilazio ne dei ifoni in u n imp
ianto cii fognatu
rad omestica d eve
~sere studiato
caso per caso; e solo qu and o si sap- pia
con vnientem ente com mi su rare il diametro del
tube ventilatore alla sua lung hezza e al d iametro
delsifone e d
el tuboeli
cadutae a lla lu nghezza di questo : solo quando si
sappiascegliere
col1\·e- n ientemente il tipo e il diamero del sifo n e in rap - porto al volun:;
e ealla velocità del li qui do da smal- tire; olo allora si potrà contare sopra la stab
ilitàdella ch iusu ra idrica.
I Q
n si tratta dunque di mettere in
istatodi a c- cusa la class ica
?entilazione in corona, o rmai fa·
vorevolme
nte g iu d
icatadalla lunga prat ica e dai r i- p etuti
esperimenti
.Ma è d'altra parte inn egab ile ch
E·u na b u ona tubn.z
ionedi
ventilazio ne dei si fo ni nella fognatura domestica
èopera costosa, d i c.ui perciò i ccstruttori :nen o cura n ti d ella perfezione y
o]entieri sidi m ent ican o
.Fig. 2. - Doppio sifone ecchi, applicato a due diversi modelli di vasi di latrina, con scarico in un ramo secoudm·io, paral- lelo :tlla conduttura principale, a cui è unito medi:tnte braga a manicotti. aderenti (braga siamtH). dlo stesso ramo sus- sidiario è disposta una cortissima braga ridotta, per lo sca- rico di bagni, lavandini, acquai, ecc. Il ramo sussidiario crea una maggiore riserva d'aria favorevole alla stabilità dei si- gilli idrici. (V. n. 12, pag. 69).
Mette d un q ue co n to ved ere, se la ventilazione dei sifoni, efficace
_q ua ndo
siaben fa tta, ma costosa.,
·~in p
ratic-a m
olrotrascura
ta,n on possa essere s o-
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
~tituita
da un sistema più eco no mico e che offra buone garanzi• e di stabilità pei sigilli idrici .
Con siderato d a qu esto punto di vista, a me pare che il concetto de!Ja progressione de i d iametri nella fognatura domestica meriti, per parte dei tecnici, maggi ore
con~iderazionedi quella finoa-a accorda- ta g li.
In n: odo particolare mi sembra che il concetto del Fi chera, trovato applicabile per lavandini e acquai, m eriti un controllo sperimental e anche per le la- tr ine ad acqua
.La
costruzione d llia canalizzazione in Siena mi offre una ottima occasione per _questi esperim enti ;
·ed io· sp ero di paterne tra rre pro fitto, se l'Ammi- ni strazione Comunale S ene \"Orrà favorirm i i n on piccoli mezzi di esperimento
.Piacemi intanto esp o rre quali dov rebbero es- sere, secon do me, le diret tive . sperimentali, per cer- care una utile applicazione della pro gression e dei diametri, in sostituzion e della ventilazione dei si - foni in tutta la fog natura domestica.
L a soluzio n del quesito sembrami da rioerca rsi nell 'associalz io ne della progress ione dei diametri a l s iste ma d L'l d oppio sifone.
Il doppio sifo ne, da solo, no n pare p ossa sen- z'altro sc.sr
ituirf!la ven tilazione in corona. Il Mo- naco, pe r a ltro, si mostra fid ucioso che il doppio Eifone,
~peciése munito di camera d'aria sulla se- conda corona, possa garantire le chi usure idriche, q uan do queste siano alme no di 4 cm .
Ma d'altra parte il Necc hi , che pure ha studi ato
~perimentalrnente
il do ppio s ifone con camera di aria e sp orte llo d!'isp ezio ne, n on nasco nde il suo soettici sm0 su questo proposito.
Infatti d ?'-J ec.:h i, pu r a_ mmette ndo ch e la riserva d' ar
iain co rona del sifone inferiore e nel ramo sus- sidiario valg-a no, entro certi limiti, a fronteQ<>
iarel'azione pe r~urbarrice su l s ig illo idrico prodo ~~ da
una violen ta s carica prove nien te dai piani superiori, tuttavia dichiara che soltanto una buona ventila- zione in corona può dare si cura garanzia di sta- bilità nelle chiusure idriche.
Ora mi se mbra lecito formulare il quesito se an- che per lo scarico d elle latrine non sia applicabile la progressi on e d ei diametn.
lè
il Fichera, nè altri, per quanto mi è risultato, hanno e seguito esperienze su questo p roposito.
Il Fichera riti en• e
,J.priori ammissibile tale appli- cazione . Il che per altro appare cLifficile negli im- pianti ordinari. Infatti, nel caso· dei lavandini e ·de- g li acquai, la progressione comincia subito dal- orifizio di scarico, a cui segue un sifone di dia- r.1etro d oppio,
~hefa capo a un tubo di caduta di di a metro triplo dell'orifizio di sèarico
.In queste condizio n i, dati i risultati sperimentali ottenuti dal Fichera, bi sogna ammettere che l'acqua che si muo- ve
,nelsifone e ne l tubo di cadu ta!, ne riempie, in og ni caso, solo una parte della sezione, e perciò l 'aria della tubazione trova si permanentemente in comunicazione con l 'atmosfera e non può quindi
dar luogo a variozicni di pressio ne capaci di tur- bare il si gillo idrico.
:\ fa nel caso de le latrine ad acq ua, l'orifizio di scarico non può essere più stretto del sifone, senza menoma re l' indispensabile requisito d ella a utospur- gub ili tà,
che richi ede pareti lisoe e aontinu e tra Yaso e sifone. Anzi, pel buo n lavaggio del vaso, an-
zichèuna progressione, si rich ie de una regressione de l di amet ro del vaso, che restringe ndosi a cono, passa insensibilmente n el sifone.
~è
forse sarebbe efficace la semplice progres- sione tra sifon e e t ub o di cadu ta, p o ich è questa prog-ressione p
otrebbe evitare le aspirazioni e le compressio ni, ma non eviterebbe il fenomeno del rn omen!o e il s ifonaggio diretto d el braccio ef- fluen te del sifo ne.
In sostanza, la progress ione dei diametri sarà ef- ficace siJlo quando comincia a mo nte del sifone, il che è att uab ile n egli a
cquai e lavandini , ma non ne lle latmw ad acqua a sifo ne se mplice.
Col
~ifonedoppio in veae il concetto del Fi
chera trova liDa logica 1.pplicazio n e, COSt~uen do il sifone inferiore d; d iametro con veni
entemente superiore al primo, e da ndo al tubo di cadu
taun 'ampiezza suffi-
cien me nt(! maggiore del seco ndo sifone
.Soltanto l' esp erimento p otrà portare a concre- lare quesri rapporti. Com un<iue è evidente la ne-
cessità di non s uperare nel tubo di caduta il diame- tro di 15 cm., che è il massimo stab ilito dalla pra- tica (r).
Fissato dunque in I5 cm. il diametro del tubo di cadu ta, il sifone inferiore potrebbe avere un dia- metro di
IOcm. - che è il diametro no rmal e dei
~ezzi
costrui ri dal Monaco e d al Necchi. _ Rimane ora da determinare sperime ntalmen te il diametro
de~
sifr ne proprio de l vaso o sifone superiore . Quest' si fon i vengono ora cos truiti con un dia- metro interno di 8-Io cm . Sarà possibi
lesoe ndere sotto ques ti
valori?e in qual misura ?
Per o1tenere
lap· rog ressione aritmetica secondo il concett o del Fichera, dovrebbe il sifone del vaso a \·ere un di a metro di 5 cm ., che già a ,priori si può ritene re troppo piccolo per una latrina. Ma basterà forse
elevar~di poco questo valore per ot tenere un a buona fu nzio ne del vaso-latrina.
So lo l'osservazione diretta potrà decidere se un diametro di 7 cm. nel I
0sifone sia compatibil e con la normale funzione della latrina, e s'e la progres- sione del diametro, ridotta a soli 3 cm. da
1 oal
2°sifo ne, basti ad ass icurare la stabilità d ella chiusura idraulica
.Ne lla costruzione di questi nuovi vasi-sifone sarà ce rtamente utile allargare il tubo di scarico a
IOce ntimetri subito dopo la corona, in modo da ren- dere fac ile il co llegamento co l s ifon e inferiore e da attuare, subito dopo la corona , la prog ressione del diametro
. La corona stessa, opportunamente munita di sportello di ispezione, potrebbe concorrere, come
(r) Cfr. PAGliANI, Trattato d'Igiene, vol. I, pag. 6r5.
E Dl EUlLIZLA MULJEU:\f\ 77
un~
1
piccol::t
camera d'aria, a lla stabilità del sig ill o id rico .
S'intende che, in un im!_)ia n
to sperimentale, po-
tranno t
royare posto altre com b
inazionidella pro·
are_s
io ne, oli:re a quella ind icata di 7- 10-15
cm.S i
~otrà sp er
imentare,per es .,
con una pro gre sion
e:I'
cm. 7
-w - r
~; o
an
chesi pot r2 rice rcare se n
on s1a
sufficiente, per garantire la c hiusura id r ica, la sem- p
lice progressione tra il I
0 eil
2°sifon
e, ossia una
progres~ionedi
7-IOcm ., il che pe rmetterebbe
d~con sen
·are an
che al tubo d i caduta il diametro dt
1
o cm .,
che inpratica nella mag gior parte de i casi
è preferi
to (I).
:;o n vi p uò essere diffi coltà pei costruttori di
vasi-sifone amodificare il tipo n el se nso indicato, poichè
vi
ègi
àla
~endenzaalla diminuzione dei
è.iametridel sifone .
Ma per la utilizzazion e dei yasi-sifone già co- struiti, sarà oppo rtuno, n egli esperimenti da farsi,
tener omodel diametro del sifone
diquesti vasi,
comepunto di parten za per la progressio ne. Così,
se, come èil caso più
·com une, il s ifone del vaso ha il diametro di s• cm., q]-!ello d el
2°sifo ne potreb-
beesse re di
12cm. ch e dovrebbe
esser aumentato aIS
cm.nel tubo di caduta .
In attesa che l'espe rimen to d etermini i rapporti
più
convenienti nella p rogressione de i diametri per lo
scaricodell e lat nne, è lecito inrtanto seg nalare
ivantaggi di questa p rog r· ession e, non solo per la stabilità dei sigilli idri ci, ma anch e p er la difesa
contro la penetrazione di co rpi est ranei nel tubo di
cadLta .
equindi n ella c
onduttura stradale.U n corpo estraneo che abbia varcato il
1°si-
fone, yerrebbe, in co nseguen za della diminuita ve- lo
cità,p robabilmente t rattenuto nel
2°sifone, di
dove potrebbefacilmente essere rimosso. Ma questo
arresto
doYrebb~almen
oavve nire pei corpi estra-
nei fatti
passar~a forza a ttraverso al
I0sifone .
D'altra parte, un diametro del primo sifone ri- dotto a l niinimo sa rebbe pe r se stesso una efficace difesa co n tro l'introduzione dei corpi F-stranei, men ..
tre, :lUm'::!ntando la ve locità d ella corrente idrica , permettereb be il laYaggio del vaso con una quantità d
'acquami nore di quella abitu almente impieg ata
.Sarà compito del tecn ico studiare il miglior modo di collegamento tra i due sifoni di diametro diffe- rente
.Altro pan icolare da studiare potrebbe esse re lo
scarico -dei iavandini ed ac quai a monte del sifone inferiore della latrina. S e ciò risulterà attuabile, si
potrà n oteyolmente semplificare lo scarico dei la-
\andini, a
cquai, bag ni, ecc
.,sost ituendo alle chiu- sure tdr iche un breve ramo verticale chiuso in basso
(r) Cfr. PAGLIANI, Trattato d'Igiene, vol. II, pag. 647·
Quivi anchè trovasi il seguente accenno all'utilizzazio!le del tubo di caduta, più ampio, per la ventilazione:
" Gli Inglesi consiglia!lO deJle sezioni (per tubi di caduta delle latrine) da cm. 7,5 a w di diametro, riservando que- ste ultime dimensioni al caso di molti attacchi a piani di- versi, e dove si snole valersi del tnbo di caduta anche per ventilazione ».
da
un ta
ppo a
,-i~e,per tratte nere i corpi estrane i.
Su q uest o ramo n
:-rtica!e, \·errà ad inn esta rsi, a po-
chi centimetrida l fondo, il tubo di scarico
.Così
pt-r tu l to l'appartamento v1 sare bbe una sola
chiusu ra idri;:a verso il tubo di caduta, e cioè la
chius ura idrica
d·~l 2°sifone della lat rina.
:;on v i
èp ercin dc. temere alcun a dire tta comu-
nicazione tra fogna e am biente domesti co, e n ep-
pure tra la btrin;l e g li altri a mbienti della casa,
poid1èquesta comuni cazione è impedita dal sifone del vaso, d el quale la stabili tà verreb be dallo sca-
ricodegl i acqu
aiassicura ta , come da un vero e pro- pri
otubo di
ventilazione.
Q
uesta sempl
ificazionerenderebbe superflua la prog ress;ione tra orifizio e
tubo di scarico dei la- vandini e d
egli acquai
,poich
ès
iav rebbe g ià un a larga p rog ressio ne tra tubo .di scarico di questi smaltato i e
2'sifone della latri na .
C n si m i le
modo di scarico dei lavandini e d eP·li
oacquai ed
e•;entualmente anche de i ba g ni richie- dere bbe na
tura lmente ppo rtun-e modificazioni nel- la costru
zionedel sif
one in fe riore : questo c1 oe do vrebbe <l\·ere il ram o afflu ente sufficientemente lui]- go perchè vi p
ossanotr
ovarposto gli sbo cchi.
accessori. D'altra parte, q uesta maggiore lunghezza del ramo afflueme del sifone inferiore riusc:rebbe
certamente ut ile alla stab ili tà del si g illo idrico, au- menta a
·~o i~t ri~e1va d 'aria.
U n doppio sifone così co nfermato rich iama alla men t1
'il sifon e Jenning (1) ; ma la somiglianza è soltanto forma le . In sostanza il in!Jplo si fone Jen- n ing ,
senzaprogressione di diametri e normal- me nte ventilato, si propone lo scopo di attivare la cacciata, mercè un vuoto parziale determinato nt> lla ca nna di con g iun zion e tra i due sifoni; mentre n
elladisro sizione d:1 m e p roposta,
qu~stacann a di congiunzio ne
vien~allun gata, allo scopo di pcrmet-
tervi lo scarico de i lava ndini e degli aequa i.
Contro questo scarico può ancora esser mossa la obbiezione di stabilire una co municazi o ne diretta tra l'ambi en te domest ico e l'o spazio d' aria inter- posto t ra i due sifoni. Ion si può a priori esclu- cbere che una simile di sposizione possa prese n tare in pratica qualche inconvenien te
.Le consideraz io ni aprio risti ch e hanno un valore relativo; solo i ri- suli ct ti di u n impianto sperimentale potranno es- sere decisivi. Certo è, d'altra parte, che col continu o rinnovarsi delle chi usure idr iche delle latrine, g li inco nvenienti possibiii p
elri st<tgno dei liquidi nel
2°
sifone dovrebbero essere ridotti prat icamente ad u na proporzione trascurab ile. Se ciò sarà confer- mato dall 'esperime:'to, si avrà anche il non piccolo va ntaggio di disporre di u n tubo che potrà, come h o già accennato, funzi o nare come ventilatore del
I0
si fo ne, contribuendo insieme co n la prog ressione del diam etro a rendere impossibile la rottura d!ella chiu sura idrica
.(r) Cfr. PAGLI4.:-.ii, Trattato d'Igiene, vol. II, p. 64r-6.p;
PARKES e KEK:\\\'OOD, H\·giene and public health,
s a
ed., 1913, p. gr.RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA E DJ EDILIZIA MODERNA
L
a stabilità delle chiusure id
riche negl'impi anti
do mestici ed una efficace d ifesa
locale contro la p~-·netrazione
dimateriali
estra nei
permetterà
di sop-primere in og ni caso
ilsifone al piede, e
la ven-tilazione della fogna stradale
~aràcosì assicurata nel modo più semplice attraverso al tubo di caduta
prolungato fino al tetto.
Queste co
nsiderazionisu lla fognatura d omestica contengon
o unprog
rammadi r;cerche sperimentali
chenon potrei
svolgere senzail concorso dei tecnici e senza i
larghimezzi ch e
soltanto una pu
bblica Ammi
nistrazionepu
òforn ire
.M i aug uro di poter ottenere q u esti mezzi da
lCo mune di Sie
na, che,
da
ndoope ra
all~costru - zione della
nuova fognat
ura r!isistema separat
ore,dovrà preoccuparsi, sia
delh economia deg l'im-
pianti priva
tie pubb
lici,
sia dell a protezio n e della rete urbana contro
leos truzioni
.RECENSIONI
Nu.uvo becco igienico pe·r fontana publ:Jlica - (Engineering _Vews Record, settembre 1917).
A Il 'Università di .VIinnesota furono fatte diverse espe- rienze allo -copo di scegliere un tipo di beccuccio pe1· fon- tana pubblica che e\·!1·:1sse la contaminazione e la propaga- zione delle malattie contagiose. l requisiti richiesti al si- stema erano es~enzialmente quelli di impedire qualsiasi con- tatto colla bocc.a di chi si serve della fontana e di fornire un getto comodo per il riempimento di recipienti di qualsiasi forma.
Si esperimentarono settantasette fontane di quindici tipi diversi, ma quasi in ogni caso le ricerche fecero scoprire dei bacilli ul becco; solo qualche tipo diede risultati soddi- sfacenti ed il sistema migliore si trovò nell"apparecrhio rcppresentato nelle umte figure. Il becco che fornisce il getto d'acqua è circondato Ja un breve tubo di protezione ed inoltre il getto proiettato obliquamente passa attraverso un anello che impedisce al bevitore di avvicinarsi tr0ppc colla bocca all'orifizio. Finalmente la forma parabolica assunta dal getto, mentre agevola il riempimento dei vad recipienti, impedisce all'acqua di ricadere in contatto cGI-
1
'orifizio di uscita.E.
CATHOIRE: Nu.ovo tipo di sputacchie-ra individuale a chiu.- swa ed apertura anLOitWtiche - (Revue d'hygiène, feb- bt aio 1918).
Questa nuova sputacchiera può servire bene tanto in ospedali quanto in famiglia; è d 'aspetto non sgradevole, comoda "' :naneggiarsi. facilissima a disinfettarsi, inq!.la;Jto- chè c0ntiene una cardch di carta impermeabile e combust!-
b~le, che può cambiarsi ogni giorno con tutta semplicità, permettendo l'incenerimento degli ~puti.
Sia per élin,inare il pericolo gravissimo deriYante dalle mosche, sia per evitare la sgradevole vista del contenuto della sputacchiera, si è realizzato un semplice sistema au- tom<ltico di apertura e di chiusura.
Come facilmE.I:te si vede dall'unita figura schematica, si ottengt.n0 Ltle chiu -;ura ed apertura autom:-~tiche mediante l'azione del contrappfso A, posto lateralmente al corpo della spl!tacchiera B e collegato al coperchio C sul quale agi·sce per mt·zzo del d:tu !) situato dietro aìla cerniera E.
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····-.. ~
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8
Quando l'ammalato solleva la sputacchiera per ervirsene, il contrappeso scivola dentro la sua guida F, apet·ta alia estremità inferi0re, e fa innalz.-'1.re il coperchio; quando in- vece egli riposa la sputacchiera sul tavolino, il contrappeso, appoggiandovisi su, rientra nella sua guaina e trasmettendo questo n10vimento '.li coperchio, lo fa· abb:1ssare.
La semplicità del meccanismo ne assicura la robustezza e nel tempo stf,SO non richiede certo una <>rande spesa :
"'
'l"ammalato non ha oisogno nè di abilità, nè di sforzo per farle• funzionare; con una sola n~an:.J ;JUÒ servit·si del pic- oolo apparecchio, il quale pare corrisponda perciò a tutti i requisiti dell'igiene e della comodità.
La ca:11icia di carta è formata da una specie di bicchiere pieghettnto in t'n so: pezzo, senza incollatura, impermeabi- lizzato coli 'olio di lino cotto. Esse sono molto leggere, pooo ingombranti, poichè se ne può tenere un certo numero in- castrate l'una denlrc, l'altra, costano poc·J e 3i cambiano assai facilmente mediante una piccola pinza.
Entro il bicchiere di carta ~arà t:>ene tenere un ma- teriale qualsi.o~si assorbente legger-o, purchè non sia poi-·
veruiento, per dividere gli sputi ed agevolarne la combu- stione; sono t accomandabili i trucioli piccoli e corti pro- venienti dalle piallatrici meccaniche.
FASANO DoMENICO, GPrente.
STABILIMENTO TIPOGRAFICO G. TESTA - BIELLA
A NO XIV - N. 14. TORINO, 30 Luglio 1918.
Rl\JISTA
di INGEGNERIA- SANITARIA
e di EDILIZIA MODERNA
È rise1·uttta la proprietà letteraria ed artistica degli al"licoli e dei disegm pubblicati mila RtVISTA .DI INGEGNERIA SANITARIA E DI EDrLlZIA MoDERNA. - Gli ongillali, pubblicati o 110/l pubblicati, 11011 vengono restituiti agli Autori.
SO~MARIO. - Memorie Origina!:: Gli ammazzatoi in- dustriali.- E. S. - Quest:oni Tecnicc-Samtarie d&l Giorno:
Formole e coefiìci•.;nti pd calcolo di condotte d'acqua cii piccolo diametro - C . .A. Gullmo - i-.ecensiOni : Camichel e Ev.loux: I colpi di ariete nelle condutture forz:J.te. - Leclerq, .\1azet"t: 1Ju- janic de la 'l(ivière: L 'ufrìcio ciel medico nell'industria dopo la
MEMORIE 01\IGINALI
GLI AMMAZZATO I l TDC STR L- \ L I
L 'industria
delle carni è fo rse qu
ellach e, a
lmeno in Europa,è sta ta fin o ra più stazionari a e n on ha
seguitol'evo
luzio ne
deicrited moderni che
hanno così profondamente modificato le altreindus trie,
apportandovien or mi vantaggi in ogni campo; essa
quindipuò e deve subi
re enom1ip
erfezionamenti, val·endosi sopratutto d el grande a usilio del frigori-
fero applicatosu larga scala, e
·di quest i p
erfeziona- menti usufr
uiranno tan_ to
iproduttori quanto i con-
sumatori, sia dal punto di
vistadell'igiene
cheda
quelloeco nomi co
.L 'i ng. Ripert, in un
interessante articolosulla Technique Sanitaire svolge ampiamen-
te la questio ne, che acquista maggior importanza in questi momenti in cu
is
ifa co sì v
ivamente sentirela
crisidella carne, crisi ch
epu rtro
ppo perdurerà
alungo anche a pace
ristabilita; ditutto qua nto
egli dice, cipare sopratutto degna di ri lieYo la
de-
scriziOned
ell'ammazzatoio veramente industriale,
così comeè già stato in
numerosi casi realizzato in
Americae
comevenne
ultimamente progettato per
lar gione pa
rigina.
Il vero ammazzatoio ind u stri ale è una cosa es-
senzialmente dive rsa dall' ammaizatoio municipale
ordinario, anch
eda quello costrutto p
iùrecente-
mente e secondo
i principipiu rigorosi dell''
igiene ed
elle comodità.Q ue ti in fatti si estende in
su- perfic·ee
comprendeu n
certonumero di ed ific i ad un
solopiano, fra i quali bisogna in qualch
e modo stabilire
delle comunicazioni
p~ril
trasporto delle carni e deivari derivat
ie rifiuti
dell'an i male;le
industrie annE'sseall'ammazzatoio ven
gonoa
pren- d
ervile materie
prime del loro lavoro
pertraspor-
tarle talvolta assai lo ntano; q
uesti materiali p erc!ò
di naturaa
saidel icata e facili ad altera rs i deb-
bono, prima
della loro laYorazione d fini
tiva, su-guerra. - :J\(ackilmolt: Inceneratore improvvisato per la cilsrru- ziont: ùei ritiuti delle truppe al fronte. -H!ll A. /Y. : L~ veoe- taziont: spontanea sugli annchi campi cii battaglia àt:il:. ~umt~e.
- Lo"wt v/.: Costo della depurazione biologica àdle acque iu- riàe. J'i(af!erzolt: L'infrastruttura delle strade e suui 1apporti colla circolazione dei vt:icoli motori.
bi
redei lun
ghi e ripet
utimaneggi,
che sovente lidete ri
orano e qualche vo
lta lirendono inuril izza- bili
.::\el
l'ammazzatoioindust riale le cose
procedonoin modo tu tto di verso : l' edificio è a varì piani ; l'an i- male sale mediante
unpendio
appropriato all 'u
l-timo p
ianodove v ie
ne abbattuto ; di
quile varie
parti dell'animale stesso : pelli, grasso, ossa, san
-gue, ecc
.,sono g uidate a ttrav· erso tubi
di cadutanelle diverse sale e possono venire immediatamen
tetrattate senza ritardo alcuno e perciò senza perdi ta di
matriale p er de terio rame nto
odaltro e co
nper- fetta sicu rezza dell'igie
ne. ·L'un ita figura rapp-resenta u
nasez
ione del fu-turo (::.tlmeno lo
sispera) ammazza toio d'
Ivry,pro-
gettato secondo gli esempi amer icani,
i qu<~lipe
rla lun ga esperienza e per
l'aocurato stu dio
dei tec- n ici specialist i, si p ossono dire perfetti, sopratutto per qua nto rig uarda la sistemazione, sia in senso verticale
che
in sezioneorizzontale, dei diversi
la-boratori, collocati app
untoin m
odo da uti lizzare al massimo la mano d'opera, rende re p
iùspedita pos- sibile la circolazione
·con una- netta sepa razione fra le sostanze a
limentari equelle industriali.
Nella lavorazione
delgrasso app
are sopr~tuttoingegnosa
e pratica
lad ispos izione a - piani sovrap-
.posti, principio
· base
dei n uov
iammazzatoi , e
laconsegu ente circolazione p
er graYità: immediata- m
ente sotto alla sala dove il bestiame v iene abbat-
tuto ep recisamente nella stanza di cernita
delgrasso dai rifiuti
,si tr ova
labocca di carico
dei grandi a utoclav i, ne i quali il vapore sotto p ressione cuoce
ilgrasso; nel piano sottostante,
acottu ra
p
erfetta.i
grass i wngono spi llati e separati se- cond
ola
loro densi
tà;fi
nalmente nell'altro pianoinferiore i residui
solidi sonoraccolti, co mp ressi e fatti prosr.iugare . E ' difficile immaginare
una
di-
sposizione di
cosepti tl semplice e
perfettadi q
uest3,
chepermette di effettuz
reuna layorazione
così de-
licata se nza ma negg iamen
ti, in yasi chiusi.con
un
arapidi
tà ed unapulizia eccezionali, solo va-
So . RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
! e ndosi de ll'ingegnosa dispos izione di tre p:ani so- vrapposti.
L e stesse consideraz ionj si possono fa re per ciò che riguarda le operazioni necessarie alla fab bri- cazione della sugna, della margarina, degli estratti
di car ne , come pure per t utta la serie di manipola- zioni relative alle carni conse rvate e cioè disossa- mento, diso ra&sa mento , ri empirr.ento d elle scatole, cottura, ecc.
cna sbarra
agganciat~a sua volta ad una ruo ta,
~correvol e su una monorotaia aerea, lun go
laqua l~
tl
trasporto dell'animale per le di verse operazioni di la vatura, scuoiatura, ecc., si effettua con
lamas- sima facilità e molto rapidamente. ·
Dopo essE:re passato su una bilancia, . costituita da una porzione della stessa fer rovia aerea, la bestia viene inbrocLotta in una camera dove reg na una temperatura di 8°; qui ne è perf.:;zionata la pul izia
A~MAZZATOIO INDUSTRIALE n' 1\TRY
Alle .due estremità della gra nde officina
esis~onodue montaoaric hi e due scale (per il personale e le merci) perfettame nte indipendenti e ciò sopra- tutto allo scopo di realizzare la perfetta distin zione fra i prodotti commestibili e quelli industriali . Di - rettamente cont igui all'offici na trova nsi i a randi os i frigoriferi; i quali comp rendono tutt i i pi:ni dello edificio, in mod o che i vari materiali, ad ogni loro tappa, posson o con tutta sem pli cità e senza per- dita di tempo, trovarvi riparo contro il caldo, lt>
mosche, la polvere, contro cioè ogni elemento
elidecomposizione e quindi di danno.
N o n è semplice cosa descrivere ogni particolare
d~ll
varie operazioni susseguentesi in un ammaz- zatoio del' genere di questo, che augur iamo debba diventare il tipo comune in og-ni
._,reaione ·
b 'ma è fa- cile immagi nare come ogni cosa sia studi ata in
mod o tecnicame nte ed ig ien icamen te pe rfezionato, valendosi di tutti gli ai uti deJ.la meccanica e della elettricità.
L e sa le dove gli animali ve ngono uccisi sono ampie, ben
ventilar.~e munite di un completo im- pianto meccanico che riduce al minimo le opera- zioni manuali; il corpo dell'animale è sospeso ad
c_on cura specia le del collo e dell e altre parti de- licate
.e finalmente, dopo dodi· ci ore di soagiorno
om questo ambiente, essa è classificata per categoria e fatta scorrere nelle camer· e frigorifere da
Ia
2gradi, dO\·e pu ò conse rvarsi fino al momento della co nsegna al ri ve nditore.
l so ttcprodo uti so no la vorat i senza indugio nei vari laborato ri spec·ali; g li inrestin i si rivoltano e si sn1otan o in presenza di una corrente cont inua di acqua che ne allontana immediatamente il con- te nu to ; il disgrassamento si effettua su tavoloni molto facili a ri puli · rsi
edil sego che se ne ricava:
viene subi to messo in acqua chia ra dove può quindi conservare u na bella apparenza ed una perfetta pulizia .
Anche per il trattamento dielle pelli viene os- servata og ni cura e precauzione; esse sono lavate a mez:oo di spazzole continuamente inie ttate di ac·
oua calda che arriva attraverso tubi fl essibi li, e libe rate così da ogni traccia di sang ue e di im- purità; poi ve ngono fatte asciu gare, piegate e spe- dite agli specialisti che le apprezza no molto di più, essendone in tal modo più facile e più spedita la lavorazione e sopratutto più igienica, poichè non
E DI EDILIZIA MODERNA
esalano p iù quegli odori d isgustosi che g enera!- mente ammorbano le officine da pellami .
In una sola espress ione, si può a ffer mare la dif- ferenza sos:anz iale fra g li a mmazzatoi ordinari mu- nicipah e gli ammazzatoi industriali: nei pr imi le diverse o perazioni del trattamento degli an imali passa no fra le mani degli stessi indi vidu i; ~e ~ ~
condi in yece !:animale passa fra le rnan1 d1 md t- vtidui diversi, che gli fanno subire le varie opera - zioni necessarie al suo trattame nto.
Natura lmente qu sta specializzazione della mano d'ope ra necessita , per d iventare economica., ii trat-
t· .
tame nto g iornaliero di un rilevante num ero m am- mali; si calcola :ehe per funzionare economi ca- mente, un ammazzatoio del genere di quello breve- mente descritto, deve abbattere ogn i gi cxr no a l- meno un centinaio di teste di grosso bestiame.
Ma ciò non costituisce affatto una diffi coltà, perchè nel caso di g ra. ndi centri t ale numero è tu tt'altro che esagerato e per cent ri minori, bisogna ri- cordare che g li attuali mezz i di trasporto frigori- feri, permettono di innalzare gli ammaz zatoi presso i centri di produzione del bestiame e di dir ige re verso i luoghi di co nsumo le carni abbattute ed i s uoi derivati, i quali , essendo stati trattati ne1!o am mazzatoio industriale con tutte le cure di cui abbiamo dato b rleve ce nno, presenteranno ogn i mi-
gliore g aranzia di salubrità e di sicu'rezza. An zi . questo fatto della decentrali zzazione del c.ommer'- cio della carne e della sost ituzione del tra sporto della carne maoel1a;ta al t rasporto dell' an imale vivo costituisce uno dei vantaggi economici del sistema, van taggio da aggiungersi ag li altri, quali la di- minuzione del costo di macellazione~, della perdita di bestiame e del numero delle person e intermedia- rie, condizioni queste che permetteranno di dimi- nuire la forte diff erenza esistentle fra il prezzo di acqui sto presso l'ag rico ltore ed il prezzo di vendita
al dettaglio dal macellaio .
Coll'adoz io ne < dei nuovi ammazzatoi il consu- matore avrà perciò, oltre ad una infinitamente maagiorr-e aar
o oanzia di igiene e di pulizia, l'enorme
~