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TORINO, 15 Aprile 1918.

RIUISTA

di INGEGNERIA SANITARIA

e di EDILIZIA MODERNA

È riservata la proprietà letterat·ia ed artistica degli adicoli e dei disegui pubblicati uella RtVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA E DI EDILIZIA MoDERNA. - Gli origiuali, pubblicati o 11011 pubblicati, 11011 vwgouo Hstituili agli Autori.

SOMMA RIO. - Memorie Orig-iuali: Essiccatoio di ripiego . Dott. Armando J.mzi - Quest:oni Tecnicc-Sanitarte del Giorno: La torba unlizzata per l'illumina_zione ~d il riscald:~­

mento domestici. - kecensioni : Caravalt Agostwo: L'Istituto

" Sorriso d'Italia , in Porto Maurizio. - La fatica industriale e

MEMORIE 01\IGINALI

ESSICC \.TOIO Dl RIPIEGO (r) Nota del Maggt.ore Medt.co Dott. ARMANDO LENZI.

Tra i diversi problemi dei quali mi preoccupai nel procedere ali 'impianto dei vari SL!n·izi ctel·

l'Ospedale da Campo N. 004 all'inizio deì suo funzionamento in Asiago (Agosto 1915) si impo· ne,·a quello di ottenere che la biancheria fosse sem- pre sufficiente, tanto nella eventualità di dover ri·

cO\·erare un rilevante numero di ammalati e feriti, quanto nel caso che speciali esigenze richiedesseru eh 'essi sostassero per breve tempo, per essere poi dimessi o traslocati.

C n calaolo approssimativo rilevò subito che, in una zona montuosa, come quella in cui si era im· piantato l'Ospedale, ove per le freq<Jenti p1oggie, per le durevoli intetnperie (specialmente nei rigori della lunga stagione inyernale) non è possiuile prosciugare la biancheria ~ll'aperto in rreve tem- po, non poteva essere sufficiente la biancheria in dotazione all'Ospedale, e nemmeno quella stata concessa, anche con larghezza, dall' · fficio di Sa- nità della .3-f Divisione, qualora numeroso foss<:-

st~to il movimento ctei ricoYerati.

Per risolvere il problema si presentavano tre mezzi:

a) Ottenere un forte aumento di dntnione.

b) Disporre di una lavanderia che permetlesse di lavare giornalmente la biancheria sucida.

c) Ricorrere al prosciugamento artificiale.

M (r) Pubblichiamo ben volentieri questa Nota del Dottor Lenzi, ' aggtore mèdico, intorno ad un Essiccatoio che egli ha ideato p<!t servizi improvvisati al campo, come già pubblicammo (Rivista, bt~~) quella del C_ap. med. Dott. Almasio per una Stazi_one ~~ nfezwne allesttta COI mezzi che consentono le condtz!Ont 01

u ffì

ese:cito in guerra, perchè esse indicano come i n::>stri bravi

~~ l!~Ial_t medici sappiano sopperire coll'acutezza del] 'ingegno e

0 os,ervaztone pratica, alla deficienza dei mezzi e alla !onta-

~~~~~ dade comodità, insegnando cose semplici ma efficaci e degne dt segnalazione.

la produzione - Hem•niug: L'utilizzazione delle vecchie vetture tramviarie · Rosmthal: La prevenzione degli accidenti sui lavori di costruzioni civili - Silhol: L'uso del Kapok nelle medicazioni

chirur~i.che. - Notizie: Mezzo facile per wgliere 1:~ ruggine da lastre dt ferro. - Massime di giurisprudwza in questioni di edi- lizia sallilat·ia.

11 primo mezzo avrebbe immobilizzato un nu- mero notevole di capi di biancheria, soluzione as- s:li co tosa e poco pratica, in quanto che si sarebbe aumentato (rendendolo ancl~e più ingombrante il carico dell'Ospedale.

Il secondo quesito fu felicemente risolto dalla DireZ/ione di S2.nità della ra Armata, che dotò questa ·unità di lavanderia a vaporr·. tipo Comi.

Occorreva perciò procurarsi d p osciugamento artificiale, che, eliminando gli inconvenienti sud- detti, avesse la possibilità di provvedere di bian- cheria di bucato - da letto e personale - tutti i ri- coverati, come di lavare, e Desi.:t•.llre in brevissimo spazio di tempo, tutti i lor0 ind11menti personali.

Pensai p-erciò di rioorrcre all'impianto di un es·

siccatoio fornito dal commercio; ma un tale acqui- sto avrebbe port:.tto ad una <>pesa non lieve, e l'ap- parecchio non si sarebbe avuto, forse, che a sta- gione invernale inoltrata, mentre non sareube staro d i facile trasporto (anche p1~rchè ingombrante) nelle possibili dislocazioni dell'Ospedale.

Studiai allora di valermi del calore dato da una comune stufa impianLata in una camera vuota, aumentando l'irradiazione del calore con un tubo serpenti no.

Xon si ottenne però una temperatura tanto ele- vata da poter prosciugare rapidamente molti capi di biancheria.

Cercai perciò di far costruire un piccolo forno, quali erano in uso per il passato neJle nostre cam- pagne per-la cottura del pane fatto in famiglia1 che avrebbe potuto rispondere allo scopo.

Dopo vari tentativi riuscii, con la cooperazione di un militare del mio reparto, a costruirne uno, conforme al disegno allegato (V. figure).

E' questo un "forno a legna, delle dimensioni di ciroa m. 1,20 x o,go, addossato alla parete più breve eli una comune camera di alloggio -di 20 mq. - situato vicino alla porta d'ingresso, e che si ali- menta, per una delle solite bocch~tte

in

lamiera,

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RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

dall'esterno. Da questa specie di baule, costruito con comun i mattoni (e che ha la super-ficie del for- nello che poggia su una piattaforma di maLtoni sopraelevantesi di circa 25 cm. sul pavimento), par- tono rlalla testata 4 tubi di la m i era per i rradiazìone di calore, lunghi 3 metri, r!el ctiametro di 15 cm. T d tti tubi, che si possono portare ad un numero maggiore (4-5, con maggiore rendimemo di Céh

Pianta dell'Essiccatoio.

lore) vanno a riunirsi con decor!'c parallelo in un collettore in muratura in foglio, delia forma di una comune stufa, da ~ui si partt> un unico tubo per la emissione dei prodotti di combustione. Que- sto. preferibilmente, si im,mette i n una delle solite canne da camino; in mancanza, si fa uscire al-- l'aperto attraverso L<n n'tr··J

panni ~~--

Sezione A- B.

Completano l'impianto, oltre che una intelaia- tura in legno co~truita con listelli paralleli, equi- distanti, tesi da m tà altezza della camera sin quasi al soffitto, una bocchetta di aspirazione 17, con sportello a griglia regolabile, in lamiera, posto a livello del pavimento, vicino al forno, n lla pane opposta della carr.era, un comune aspiratore in la- miera, inserito nella parte più alta. al posto di un

\·etro della finestra, ed un termometro a mas"ima, la eu i lettura si compie attraverso una spia di ve- tro situata m•lla porta d'ingresso, dando modo di reo·o1:> lare l 'alimentazione dd forno.

Tutto l'impianto si otLiene con poco materiale e poca spesa: 200 mattoni circa, 12 metri di tubo di lamiera, calce, sahbia c> poche assi; il tutto per l'importo complessivo di circa So lire (r).

Il risultato pratico fu notevolissimo : in dodici ore, con ~oli due quintali di legna stagionata (con una spesa cioè che si aggira sulle sei lire) si può prosciugare perfettamente i! numero dei capi che si possono lavare con la lavanderia a vapore in una giornata, e cioè: r so lenzuola, r 50 camicie, 150 asciugatoi, calcolando che per ogni bucato (la terza parte delle cifre sopra enunciate) occor- rono in media quattro ore per un completo prosriu-

g~amento, compr{'~O il tempo nooessario per di- stendere e raccogli ere i panni.

La temperatura mas:;ima ollenuta è di 75"; ma ritengo che in una camera grande, e con qualrhe tubo in più, si possano raggiungere persino g·li 85°. La temperaÙ1ra m~dia però, utile per un buon prosciugamento, quanrlo non si abbia necessità di intertsificare il lavoro, si aggira sui 50°. In caso di bisogno il funzionamento può essere conrinua- tiYo.

La biancheria v1ene rolra sempre perfettamente asciutta e pulita.

Lontano dal credere e dal voler mostrare di aver irleato cosa di qualche merito, VlS!J i risultai.i pratici ottenuti con tale mezzo semplice, di poce co- sto. di facile costruzione (in due giorni si può co- struir€ e far funzionare l'impianto, in una stanza d! un caseggiato qualsias1), credo opportuno di recare <1 conoscenza il buon risultato di I 2 mE-si di esercizio (in due periodi invernali) dell'essiccatoio impiantato nell'Ospecble da me allora diretto, con·

\·i n to che o ve fosse adottato un con si 111ile semplice sistema d! essircamento, tanto negli Ospedali terri- toriali, quanto nelie Infermerie, Ospedali da Cam- po, ecc., si -conseguirebbe (senza immobilizzare forti e costose quantità di biancheria) un notevole yantaggio in qualsiasi condizione di tempo, di luogo, di temperatura e con una minima spesa.

( r) Tale cifra è stata calcolata, sul !:t base dei prezzi dei ma· teriali occorrenti, in commercio, alla data dd Settembre 1915.

QUESTIONI

TECNICO - Sf\ NITf\RIE DEL GIO RN O

L A TO R BA

UTILIZZATA PER L'[LLUi.\1INAZIONE

ED IL

HISCALDA-:VIF.NTO DOMESTICI

La Francia e l'Italia sono paesi eminentemente importatori di carbone fossile; anche nelle condi- zioni di mercato normale ciò s·i traduce in un esodo assai rilevante di oro verso l'estero; allo stato at-

E Dl EDILIZIA MODERNA

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ruale delle cose poi, il tributo che si deve pagare per questo impo.rtantissim~. prodotto è ad~irit~ura enorme. E' doveroso perc10, oltre che utlle, stu- diare ogni possibile mezzo per utilizzare i combu- stibili nazionali e pe-r promuovere una maggior applicmione di qur;lli gia adottati, ma in campo ristretto. Tanto il suolo franoese quanto il nostro sono ricchi di torbe, e sovente si è parlato di utiliz- zare questo materiale almeno per gli usi domestici di illuminazione e di rjscaldamento, poirhè esso pare inarlatto alle gran\~i applicazioni industriali. Per studiare a fondo la questione è cosa essenziale conoscere la natura e le proprietà di tale combu- stibile e poich?· l'ingegnere :\!Jaynard ha esposto

1 i n forma concisa, ma chiara, le notizie più inte- ressanti al riguardo, crediamo far cosa utile rias- sumendole anche noi per i nostri Lettori.

La torba è costituita da un aggrovigliamento di piante a1cquatichte oonsumate dal tempo; i suoi strati sono in cont{;1 ua formazione,· formazione ab- bastanza rapida, poichè in un secolo quelli nuovi possono raggiungere la spessore di uno o due ~e­

tri. ln . ito, la torba si presenta sotto forma di una rasta molle, p1a,s1ica a cagione dell'idroce11nlosa contenuta nella sua acqua di impregnazione, di co- lore variabile dal nero per gli strati più profondi, che hanno subìto di p!Ù razione del tempo, al bruno cupo per gli strati superficiali di data re- cente. Quando si mescola la torba appena cavata e cioè la cosidetta torba verde, con dell'acqua; fa- cendola poi passaw attraYerso lo ~taccio, se ne se- parano due parti ben distinte, l'una costituita da dementi fibrosi, che seccati sono mòito ieggen, l'altra formata da una specie ·di limo finissimo, di tinta moltJo scura, assai pesante e dotato òi potere calorifico elevé\to.

i\lentre un metro cubo di torba verde pesa da rooo a 1200 I(g., lo stesso volume di torba essic- cata ha un peso variabile da 400 a 550 chilogram- mi; l'essiccamento fa sì che una tonnellata rli tvrba verde si riduca a 145 chilogrammi di torba che~on­ tiene soltanto dal 15 al 20 % d'acqua; questa umi- dità residua non scompare se non con un riscal- damento che duri almeno trentasei ore. La torba essiccata sviluppa in media 36oo calorìe per chilo- gramma e poicbè il carbone fos_ile ne dà circa 7200, si può ritenere mediamente che due tonnel- late di torba equivalgono ad una di carl-:Jonc fo~­

sile.

La quantità d 'acqua che impregna un .metro cubo di torba verde è t{'oricamcnte rli 855 ciJilo- grammi e cioè Iooo - 145; ma effettivamente una buona parte dell'acqua, circa il so %, contenuta nella torba appena cavata si perde meccanicamente per sgocciolamento r dl!rante la sua manipolazione, per cui si può ritenere eh~, allorquando si vuole procedere ~11 'f'ssiccamentc•, non ci sia più da to gliere che 400 chilogrammi d'acqua.

1; n picco.lo c,,. l colo b ~c, t a a d1· mos t r::~re cne, ' p~,, r toglierp quest'aJcqua, pur ridotta a talie propor-

zione, n0n è cony.;nientf· ricorrerP au essiccamento artificiale : infatti, con il riscaldamento diretto, bi- sognerebbe fornire alla torba, partendo dalla tem- peratura di IO gradi, e calcolando per la sorgente di calore un rendimento del 65

% ,

circa 385.850 ca- lorìe e cioè :

400 (6)7·10) o,65

Orbene, dato che una tonnellata di torba verde fornisce 145 Kg. di torba secca capace di svilup- pare 36oo calorìe pu cbilogramma, e cioè comples- sivamente 522.000 calorìe, noi non otterr{'mmo che t_m eooedente di r .)6.150 calorie per tonnPllata di torba Yerde o meglio di 940 per chilogramma di torba secca in cifre tonde, il che P. realmef!te troppo poco.

La composizione chimica della torha varia po- chissimo, come si è potuto constatare ripetendo

numerose analisi su torba della stessa provenienza e su torba di giacimenti diversi; essa può ritenersi in media così costituita : carbonio da 45 a 56 %; idrogeno da 5 a 7 % ; ossigeno ed azoto da 27 a ,36 '7~ ; Qeneri da 9 a 14

%.

Essiccato e distillato, questo combustibile for- nisce generalmente il 27

%

di carbonio, il· IJ

%

di

ceaeri, il 34

%

di acque ammoniacali ed il 20

%

di

gaz permanenti; l'So

%

poi di questi gaz sono co- stituiti da gaz comhustibill (gaz policarboooti, gaz rleUe paludi, idrogeno puro e ossido di carbonio) ed il 20 % da gaz incombustibili (acido carbomco, azoto ed ossigeno ltbero).

So tnetri cubi di gaz combustibili pesann ..:bilo- grammi 53.42 e 20 metri cubi di gaz incombustibil1 ne pesano 33,24, cioè complessivamente Kg. 88,66, ossia Kg. o,887 per metro cubo; essendovi 200 chi- logrammi di qu·esti gaz per ogni tonneUnta di torba essiccata, il vol;m,e reale dei ga7 svilupp;:,.ti risulta di metn cubi 226; il carbont> fossili' ne svilupç,a 260 metri cubi circa, con unà differenza perciò poco notevole. Circa il potere calorifico, esso è per il gaz di torba di 3:;5o calorìe per metro cubo, mentre per il gaz di carbone fossile è di 5200 calorìe in i11edia e finalmente per qL:ello della benzina ga- zeificata di zsoo calorie.

Si può adunque affermare che il gaz di torba ha un calore sufficiente per essere adoperatd con convenienza per gli usi dc;>mestici di illuminazione, riscaldamento e cu.cma. Gli inconve_nienti che gli

~i possono rimpro,·erare sono : una proporzione ri- le,·ante (c1rca }3') di ossido di carbonio, un potere illuminante molto ridotto poichè la sostélnza illu- minante, che è l'idrogeno bicarbonato, non vi fi- gura che nella debole percentuale del 3 o 4 % ed un grande tenore in acido carbonico.

Circa il primo incon1reniente si può subito os-- sen·are che il gaz di torba ha un odore caratteri- stico abbastanza accentuato _percl!è, in caso 01 fu- ghe, la ~ua presenza venga rivelata prima. che si manifestino i letali effetti dell'ossido di carbonio;

la seconda obbiezione non ha più motivo di sus-

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RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

sister·e ora che sono generalmente in uso le reti- celle ad incandescenza per i becchi d'illuminazione,

poichè riesce indifferente che il gaz di torba sia di per se StPSSO illuminante, dato che l'emfSSione di luce è rlovuta all'incandescenza prodotta unica- mente dal calore sviluppato. Anche la presenza di una grande CJU.antità di acido carbonico nel gaz iniziale è indifferente nei riguardi del riscalda- mento, della cucina e dell'illuminazione, dal mc· mento che ìa ·combustione trasforma anche gh ai·

tri gaz in acido carbonico ed arcqua; ad ogni modo, l'acido carbonico si potrebbe elirniniue mPdianLe la calce. Le ragioni suesposte perciò permettono di ritenere che il gaz di torba possa venir utilizzato ude e quale Yiene prodotto dalla distillazione, prc- via naturalmente 1a depurazionP. nPcPssaria per li- l'erario dall'odore di C<ltranJe che altrimenti 'on·

~Pfve.rtebbe, come è d'altronde il raso del gat: d1 carbone fossile.

Daila distillazione della torba essiccata si n- cava del catrame in quantità variabile da SD a 1 J

chilogrammi, il quale sviluppa I I .8oo calorìe per chilogramma. Lo si può bruciare direttamente op pure anche utilinarlo per impregnarne le malto·

nelle di torba compressa ed aumentare oosì il loro potere calori fico.

Le ceneri dtella torba, che si possono calcolare in quantità media di rso chilogrammi per tonnellata, hanno la seguente composizione : carbonato di calce da 20 a so

% ;

solfato di calce da r6 a so

% ;

calce o magnesia da 20 a 30

% ;

ossido di ferro da

2 a 7 '.:~; ailurr i n a rla .) a r 7

X

e si l ice ria 4 ro o.{,. Costituiscono un buon concime minerale ad~tto a tutte l'e piante e possono valere in com- mercio circa 15 lire la tonnellata.

Il coke che rimane dalla distillazione della torba ha peso variabile di 200 a 340 chilogrammi per tllnnellata di torba essiocata; esso può servire alla fabbricazione del cosidetto carbone di Parigi, ma

~n gcneral·e, quando si fa ld distillazione per utiliz- zare il gaz a scopi di illumina?ione, d'i riscalda- mento, ecc., conviene venderne il residuo come i!

coke di carhone fossile.

I n qualche regione si pratica la carbonizzazione della torba, a mo' della legna; per ri,cavarne car- bone, ma non è certo questa una operazione con- veniente, poichè in tal modo vanno perduti tutti i prodotti gazosi eri ammoniacali; tutl'al più si pr;s sono caxbonizzare le qualità meno ricche in tali rrodotti ed allora è da ritenersi che tre tonnellate di torba essiccata forniscano una tonnellata di car- bone.

Riassunte così le principali proprietà di ques_to oramai importantissimo combustibile, importantis- simo sopratutto per noi che ne siamo relativa-· mente ricchi, m~ntre difettiamo guasi del tutto di carbone fossile, non pare meno interessante cono- scere i modi in uso e quelli migliori da adottare per una razionale coltivazione delle torbiere e per la manipolazione della torba. (Continua).

1\ECENSIONI

CARAVAn AGOSTINO: L'Istituto «Sorriso d'Italia" in Furto

. Maurizio _ (Il Monitore Tecnico, ottobre rgr7).

Come giustamente fa osservare l'A., mentre sono nume- rose, per fortuna, le istituzioni benefiche che provved'.>nu a far usufruire ai bimbi poveri dei maravigliosi effetti delle cure marine ed alpine, esse mancano, od almeno mancavano del tutto, per i bambini appartenenti a famiglie di modesta condizione. Queste ultime o sono costrette a fare grandi sacrifici per accompagnare· i propri figliuoli delicati di sa- lute ai monti od al mare, oppure debbono rinunciare a· questi efficaci :11~zzi di rin forzarne l 'organismo.

. A colmare la lamentata lacuna sorse in Milano nel rgr3 una Società Anonim:1 Cooperativa cshe si intitolò « Sorriso d'l~lia n, e che con g1·ande, lodevolissima costanza riusc1, nonostante le difficoldi vario genere, a concretare la suà benefica opera erigendo un primo Istituto, la cui costru- zione iniziata nella primavera del 1914, fu compiuta nel- l 'agosto u. s.

L'edificio sorge in Porto Maurizio e la località fu scelta con giusto oriterio per permettere ai bimbi il soggiorno cOiìtinuo, tanto d'estate per la cura dei bagni, quanto d'in. verno per chi ha bisogno di un clima dolce e moderato.

Esso occupa una superficie di circa 400 metri quadrati, ed è circondato da un ampio giardino (700 mq.); la sua mag gior facciata guarda il mare, a cui sovrasta di circa cin- quanta metri, mentre gli altri lati hanno la vista sulle in.

cantevoli colline che circondano la simpatica cittadina.

Fig. 1.

Il progetto fu egregiamente compilato dall'architetto Alfredo Campanini, che è anche presidente della Società, ed egli seppe veramente fave bene ogni cosa, imaginando, come facilmente si rileva dalla visione delle unite plani- metrie, . una disposizione di ambienti quanto mai comoda e simpatica; egli ha infatti ottenuto un disimpegno per- fetto dei locali, senza nessun spreco di spazio, il che gli ha permeSSO di provvedere al soggiornO di ben I I$ bam- bini, pur limitando la spesa totale, compreso l 'acquisto del terreno, alla modica somma di 14o.ooo lire.

La costl·uzione è in muratura di pietrame; i soffitti sono misti con travi di ferro e cemento armato, ; pavimenti tutti di grès ceramico, facilmete lavabile, le. scale in marmo.

La decorazione esterna, semplice ma bella, trae partito da u'na simpatica combinazione di motivi in pietra artifi- ciale, con fascie di intonaco dipinto, il tutto basato su un massiccio di pietra viva a bozze irregolari.

Anche nell'interno regna una grande semplicità di deco- razione, ma ogni ambiente è gaio per la vivacità delle <in- teggiature e per il buon gusto dei sobri fregi decorativi.

Unica ricchezza, e la migliore, è la luce, che penetra in ogni angolo attraverso le ampie e numerose finestre.

L'edificio si compone di un sotterraneo, di un pianter- reno e di tre piani; nel sottenraneo (v. fig. r) trovano posto

E DI EDILIZIA MODERNA 41

la cucina cogli annessi (acquaio, dispensa, ecc.), la stireria, i magazzini per le derrate ed il combustibile, e finalmente un gruppo di camerini per i bagni e le doccie, che, data 1 'abbondanza di sole e di calore della località, possono stare benissimo i n questo piano lievemente interrato. ·

Fig. 2.

::\el pianterreno, a destra dell'ingresso (egregiamente di- sposto nell'incrocio delle due ali, in modo da evitare gii antipatici corridoi di disimpegno), troviamo gli uffici d 'A m.

ministr azione e di Direzione; a sinistra le sale di lettur~:,

di scrittura e l'ampio refettorio, diviso in due da una serie di pilastri, con l 'annessa dispensa, a cui fa capo l 'ascenso1·e per le vivande che salgono dalla sottostante cucina. Con

.opportuno criterio si è stabilito in questo piano un gabinetto

di toeletta, affinchè i bimbi possano ripulirsi prima di se- dersi ai pasti;. una bella veranda, che comprende bu01n parte del refettorio, permette di godere della vista del mare.

Ognuno dei tre piani comprende due va.sti dormitoi con accesso distinto, e acca<nto a ciascuno di essi, travasi un locale ooi lavatoi, le latrine e le guardarobe; oltre a ciò due camere più vaste ed una più piccola, perfettamente di- simpegnate, permettono di tenere eventualmente separato dagli ·altri qualcuno dei !Piccoli ospiti, oppure di dare tem- poraneo alloggio alle mamme od ai parenti che venissero .ad acco;npagnare od a visitare i loro piccini.

Fig.

Nella parte centrale, l 'edificio si eleva anoora in un ul- timo piano, dove travasi il dormitoio per il personale di servizio, il quale attende alla cucina, alla pulizia degli am- bienti ed alla sorveglianza c!ei bambini (dai sei ai tredici

~nni), sia durante i bagni int~ni, sia sulla spiaggia. Ogni locale è an·edato con decorosa semplicità, ma for- nito di ogni comodità; l'ammobigliamento completo ha importato ttna spesa di circa 30.000 lire.

L'estate scorsa si è iniziato l'esercizio dell'Istituto con infinito vantaggio materiale e morale dei piccoli ospiti; è

' \

perciò da augurarsi, e noi vivamente lo facciamo, che la provvidenziale oper2. della Società " Sorriso d'Italia n, qui non si arresti, ma continua con uguale ardore sulla via traC- ciata e che l'ese'llpio buono sia da altri seguito anche in altre città.

La fatica industriale e la roàuzione _ (Times Engineertnt Supplement, settembre rgr7).

Esist~ in Inghilterra un « Health nf Munition \Vorkers· Committee n, il quale si o~:cupa continuamente delle yue- stioni industriaii e pubbli(.:a di tanto in tanto intere~santi

statistiche regolarmente controllate. Non è certo semplice cosa tirare imrnediate conclusioni dalle cifre riunite, ma esse se,·vone> ad ogni moclo a d;lucid.are alcuni· problemi e a dare un sicuro indi1 ;zzo allo ~mpo di migliorare il lavoro industriale, organizzan.Jolo in modo realmente scientifico, con duplice vantaggio del capitale e degli operai.

Per esempio, le statistiche permettono senza tema di er.

rori, di condannaré il ~istomC~, in J!,o presso' molte officine inglesi, eli far lavorare gli operai un certo tempo prima della col<'!zione mattina le;. esse comprovano che vi è un grande vantaggio per la sall!te degl! eperai e per il rendi ..

iiWnto del loro lavoro a mm!nci?..re la giornata dopo la colazione ed ..,_ proseguirla senza intcrruzioni fino all'ora deì

p-F~o principale, cioè: a mezzoginrr.o.

Circa poi alla tanto dibatlutr~ questio!lc della durata della g'ornata eli bvoro, pare che numerose ~sperienze fatte dal dott. Vernon e pubblicate dal ricordato Comitato, permet- tano di concludere <'!nche un::t volla in favore di una accen- tuata !imitazione del nume,·o tlc:le ore.

lì clntt. Vernon !n osservai n rhr: !n l! Il 'oftìcina dove go dnnne lavorano a torr.ire ohici, ci:::!un:r:do !e ore settimanali di lavoro da 66,2 a 45,6, si è ottenuto un aumento orario della produzione de! sS % circz e percir', un guadagno di c;rca il 9 %. In un 2.ltro opifìc!u, dnve 40 donne 50no occu- pate ne11<>. filettatura al tornio. la riduzione da 64>5 ore a qS, r ha portato un :~umenw di produzione oraria del 33 ~~;

finalmente in un 'ofFcina ::l '.:::lèsa~g;o !?. riduz!one de ile ore

·.ii lavoro r:h 72,8 a 5-'hS sett!tnanalmente, ha avuto di con- scg•Jenza un aur..!ento or<>rio di produzione del 29

Quéste 1·icerche erl i ioro risultati pare che interessino alìa fine gli ingegneri ed i direttori e li invoglino arl apportare logiche ed utili trz,-;formazioni ne!l 'organizzazione e negli orari di lavoro.

J [E.\Dll:--·c : L 'ut::,zz·J.ziolle ,fr,i/p vecchie vetbre rra·mvwne - (Eiectr{c Ra.il-;r•rty Juurnal, settembre 1917).

è scvente discusso nei Congressi e sulle colonne delle Riviste sui vantaggi che si utterrt:bbero adottando per i

~ervizi tramviari ::lclle vetture di tipo moderno, Jeggi2re, solide e costrutte in vista dj un servizio intensificato e di g1·ande rendi•llcnto. Cor.~e;:;ucnz::t di questa discussione è la questi;me dell'utilizzazione del vecchio materi:lle esistente allo scopo di non al::bandonare una grande quantità di vet- ture che potrehbem ::~ncora giovare per la costruzione dei nuovi tipi.

L'A. d;mostn che sareb!:>e cc.ntrario ad ogni principio di azi~male econc>mi:c il gettare come ferravecchi le vet- ture che hanno al loro attivo t!na ventina di anni di se~­

vizio interurbano e indica il modo migliore di far loro su- bire una trasformazione radicale che le modernizzt, pro- lungandone l'esistenz..'l utile di altri quindici od anche venti anni. Se ne pos-;ono in tal modo ricavare delle nuove vet- ture, il cui cqsto risulterebbe ci,·ca la metà della somma che importe1 ebbe l'acquisto di vetture completamente nuove.

Hemming insiste poi o;ul vantaggio che si ha nel sopp•i- rnere sulle vetture certe parti che ne rappresentano un peso morto e che importano una perdita di energia valut'tbile 1:1 parecchie migliaia di lire pet- vettura all'anno; così, ad es., i telai di fi:1estre, tendine, ecc., ::~ggiunte alle car-

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