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Il sangue fresco delle mie vene

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Academic year: 2022

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Il sangue fresco delle mie vene

Le avventure dell'amante perduto I

È incredibile come il filtro di una passione possa condizionare il modo di guardarmi intorno:

non ti avevo mai vista brillare così! Quasi avessi attraversato il deserto per un sorso d’acqua fresca. Ma, ora, nutrire la tua vanità è l’aspetto che conta meno, per quanto possa risultare davvero utile a qualcuno di noi due: preferisco osservare la deriva dei miei sentimenti. Cosa mi sta succedendo C.? Giuro che non c’era niente di preparato… passavo lì per caso, senza l’apparente resa emotiva di un adolescente che riduce il suo mondo ad un metro di raggio intorno alla fanciulla che ama. Forse è molto di più! Un esagerato desiderio di protezione ovunque tu possa trovarti lontano da me. La voglia di spuntare dal più angusto angolo del mondo per aprire un ombrello sopra di te. Ti sarai chiesta il motivo di questo mio lungo silenzio, dopo averti confessato il mio amore. Ma un amore che tace non può mai essere tale… e chi ne perde le tracce confonde solo il vigore della sua azione passiva: quando al rischio di inquinarsi irrimediabilmente, oppone una dura rinuncia. Non avevo mai rimpianto così tanto di aver devastato la mia vita, prima di provare questo intenso desiderio di dividerla con te. Però tra i compromessi che negano l’amore c’è pure la consolazione per qualche pena che discenda da me, e non mi permetta di porre rimedio a ciò che non dovrebbe turbare mai te.

Ti amo C.

II

Sto sempre pensando a te C.! Al peso opprimente della mia rinuncia, mentre le notti,

negandomi il sonno, mi allungano una vita sempre più vuota. Perché mi sto arrendendo così presto C.? Non ti nascondo che speravo fossi tu a dissuadermi. Bastava un segnale d’intesa…

un piccolo gesto di conforto che venisse incontro ai limiti della mia falsa modestia. Ho ancora in bocca il sapore dell’ultimo caffè: quando mi hai suggerito un analista. Ma non ho bisogno di lui C.! Ho bisogno di te! Se solo mi offrissi una piccola parte della tua forza, del tuo coraggio… della tua personalità! Sarebbe tutto diverso! Con te a fianco niente mi farebbe paura… potrei raccogliere il mondo in una mano per offrirtelo in dono. Anche se non sarebbe niente rispetto a ciò che tu conservi per me. Mi basterebbe solo un periodo di prova: un incarico a tempo per provare a scortare la tua felicità. Ché se dovessi fallire, sarei il primo a farmi da parte, per cederti fatalmente a chi saprebbe meritarti di più… Ti amo C.!

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III

Ciao C.!

Ho ricevuto il messaggio, e non puoi minimamente immaginare quanto possa farmi piacere sapere che ti manco pure io. Alla mia mente in ginocchio, incapace di nutrire un’idea che non parli sempre di te, pare quasi un dono del cielo il minimo spazio che ancora le riserva la tua.

Che iniezione di forza, C.! E il mio debito cresce! Neppure la grazia ad un condannato a morte porterebbe tanta freschezza. Sto cercando di ridare un po’ di ordine alla mia vita, perché ancora non mi rassegno al fatto che tu non debba farne parte. Mi guardo intorno e mi domando perché mi stia arrendendo a tanta mediocrità: cosa hanno più di me questi falsi signori, a cui la vita pare essere meno ostile? Quante carezze gratuite son riusciti a strappare dalle loro amanti infelici? Quale amore che ti gratifica può essere trattato con così poca cura? Ma forse io non sono migliore di loro, e la differenza sta tutta nella qualità dell’oggetto che amiamo e mi obbliga ad essere più esigente. Dammi fiducia C., lascia che sistemi ogni dettaglio. Presto ogni angolo del castello sarà arredato per il conforto della regina, e il tuo consenso a ciò che ti proporrò di fare insieme a me diventerà superfluo. Perché una volta soddisfatte alcune condizioni preliminari della mia coscienza, nessuno, in questo pianeta, può renderti più felice di quanto possa fare io. Di questo ne sono certo!… Ti amo C.!

IV

Sai C., pare che Odette si stia stufando di Swann e lui non riesce proprio a farsene una ragione. Come sembrano lontani i giorni in cui la trattava con fastidiosa indifferenza; se è vero che, in un romanzo, il tempo non è sempre relativo al ritmo delle pagine sfogliate, e non puoi certo riavvolgerlo se ciò che c’è scritto sopra lo impegna per sempre. Ti starà

incuriosendo questo mio riferimento al capolavoro di Proust, ma non necessariamente ho bisogno di rivolgermi a te da un’atmosfera romantica. Mi è solo tornato alla mente il

momento in cui volevo spiegarti il motivo per cui adoro il David Copperfield di Dickens. Mi invitasti a tacere, perché non volevi rovinarti il gusto di leggerlo da sola.

Ad oggi, non so se tu abbia trovato il tempo per farlo, e ancora meno so se avremo la possibilità di discuterne insieme. Ora, però, sento il bisogno di parlarne, e se avrai la pazienza di arrivare in fondo a queste righe, capirai anche il perché.

Nella prima parte del romanzo il protagonista si trova ad affrontare una dura prova della sua giovane vita: il decesso della moglie che si ammala gravemente. Affrontato, dall’autore, con un’evidente carenza espressiva, dal punto di vista sentimentale, l’evento non mi coinvolge per niente e addirittura non vedo l’ora di raggiungere la pagina in cui la morte della moglie pone fine a quella stucchevole esibizione di fredda poetica infantile: “cuoricino mio adorato, fiorellino della mia vita, venerato dono di Dio”. Poi, però, andando avanti nella lettura, mi rendo conto della reale funzionalità di quelle pagine nel contesto di tutto il romanzo.

Marginali solo in apparenza, diventano fondamentali nel percepire la maturazione emotiva dell’autore che raggiunge le vette più alte della poesia mentre, nelle ultime pagine, descrive la sua prima vera esperienza con l’essenza più pura dell’amore per una donna.

Mamma mia C.! Potessi descriverti le reali emozioni che quella penna è capace di

trasmettermi mentre, chi la tiene in mano, si scopre perdutamente innamorato della sua più cara amica. Un alto livello di lirismo raffinato al servizio di una passione globale che si completa attraverso la successione di tutte le sue fasi: da quelle più innocenti degli spasmi

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adolescenziali, fino alla maturazione estrema della sua consapevolezza più intensa, dove i corpi possono finalmente fondersi insieme. Quella rara amicizia tra uomo e donna che esplode nell’amore più autentico, il quale pare ottenere anche il consenso delle Muse con la grazia espressiva che ostenta.

Non importa più se leggerai il libro, C.! Se non altro, non per il motivo per cui te lo

consigliai io. Ne stai scrivendo un capitolo analogo insieme a me, almeno per la posizione attiva che mantieni mentre scopro di amarti così tanto. Un giorno mi chiedesti se non temevo di rovinare il nostro rapporto portandolo “oltre”. Ma l’amicizia tra un uomo e una donna deve essere contenuta se uno dei due è già impegnato, o per qualche altro impedimento morale che ora mi sfugge. Non vedo nessun motivo plausibile che debba impedire a priori che una forte amicizia supporti le salde fondamenta di qualcosa di più profondo. Dove sta scritto che due amanti non debbano essere prima di tutto amici? No C., se davvero ho commesso un errore è quello di essermi accorto troppo tardi di ciò che avresti potuto essere per me. Quello che provo oggi avrei potuto intuirlo mentre contaminavi irrimediabilmente le particelle elementari del mio corpo, senza risparmiare la mia coscienza provata. È questo il

“mio tempo perduto” che mi rende simile a Swann. Non ho assolutamente intenzione di ricominciare da capo con un'altra donna, nelle più basse probabilità di arrivare al punto in cui mi hai portato tu. Con la fortuna non si gioca, e non è sempre tenuta ad occuparsi della qualità delle persone che devono nutrire i miei sentimenti. Cosa potrei risponderle se mi accusasse di ingratitudine per aver sciupato la ventura di averci fatto incontrare?

Dove posso trovare un’altra donna che mi streghi con ciò che non si può certo annoverare tra le sue principali virtù? Mi piace tutto di te C.! Specialmente quello con cui pensi di

intimorirmi. Mi piace quando ti arrabbi esageratamente, quando "scleri" e diventi un

vulcano di parolacce. Mi fai impazzire quando mi dai del cazzone, e soprattutto quando provi a rimettere la corazza davanti a chi è già immerso dentro tutta la dolcezza che cerchi di nascondere. Ti amo C.!... e non c’è alternativa.

V

Ciao C., Andrea mi ha appena riferito che, ultimamente, sei preoccupata per il fatto di non vedermi più spesso, ma non devi stare in pensiero. Considerata la mia ambigua condizione sentimentale non mi posso certo lamentare: ho solo bisogno di riflettere un po’, però ti prometto che ci vedremo presto. Mi ha detto che alla festa di Monica vi siete divertiti tanto, anche se gli sono mancate le nostre reciproche frecciatine che animano i pranzi sotto la veranda della nostra cara amica. Quelle frecciatine da cui intuisce il bene che ci vogliamo:

dice che c’è del tenero tra noi!… che siamo una coppia.

Se solo sapesse quanto mi costano quelle pose teatrali da “Guerra dei Roses”, forse mi risparmierebbe almeno quel sorrisetto ironico che mi irrita tanto. Non fraintendere, ma eviterei volentieri l’epilogo a cui spesso giungiamo quando scherzosamente ci punzecchiamo a vicenda. Finisco sempre per ricordarmi quanto ti voglio bene, in ginocchio, con scudo e lama che mi scivolano a fianco. Mentre tu, senza rendertene conto, infierisci spietatamente sul mio corpo inerme, facendo poltiglia dei miei sentimenti, in quella patetica condizione emotiva malaugurata per chi può solo invidiarmi da fuori.

Non è la prima volta che accade. Quando ti dissi che non avevo gradito di essere stato invitato al tuo compleanno da altre persone, cercavo solo una scusa per mantenermi ad una certa distanza da te: mi stavo innamorando e l’idea mi terrorizzava. Ma come una malattia, con la sua recidiva, sei ritornata impetuosa, a piegarmi impotente in una prigione di Eros che

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sembra diventare sempre più piccola.

La condizione è quella! Non ci sono più dubbi. Il mondo si mette a girare solo intorno a lei, impegnando la mente in ogni momento del giorno, sempre che la notte si riesca a dormire.

Ogni altra ragazza diventa un’ombra insignificante, e paradossalmente sono più degni di nota gli uomini che possono portartela via.

C., se ripenso all’unica volta in cui mi sono trovato nella stessa situazione, prima di

conoscere te, mi rendo conto che l’amore, almeno per me, è un tormento emotivo vissuto da una condizione di svantaggio. Perché da una posizione di forza, con altre ragazze, se è sicuro che non ho sofferto, è altrettanto certo che non ho mai provato niente di memorabile, quasi che il mio cuore, per accedere ai brividi più estremi, debba rassegnarsi al rischio di cessare di battere.

C, forse sto solo cercando di avvisarti che proverò a reagire, ma tu devi impedirmelo. Non lasciare che possa rialzarmi per difendermi da te riprendendo le mie armi. Non

permettermelo, ti prego!... ho ancora tanta voglia di amarti così.

VI

Lo so, forse sto esagerando e dovrei accantonare ogni scusa per evitare di rivederti. Monica mi ha riferito che temi che il nostro rapporto sia ormai compromesso… che confessarti il mio amore possa essere stato un azzardo. Non è come pensi C.! Tutto sarebbe cambiato

comunque, a prescindere da quanto abbiano osato i miei sentimenti. L’ho capito al

compleanno di Paolo, quando mi hai confessato che ti sentivi attratta da un uomo, come mai ti era accaduto prima. Mi è crollato il mondo addosso davanti ad una situazione che non avevo ancora previsto. Ho temuto di perderti per sempre!… anche come amica! Sono stato assalito da un’improvvisa gelosia che non è certo sfuggita a tua cugina Sabrina, mentre, col goffo imbarazzo di un bimbo sgamato alle elementari, tentavo di nascondere ogni ferita del cuore che tracimava dal volto.

Dove ho sbagliato C.? Monica, come sai, è per me una sorella, ed è sempre rimasta tale perché l’ho conosciuta che stava già con l’attuale marito. Motivo per il quale, tra me e lei, non sarebbe potuto accadere niente di più. Ma, con te, ora mi pento di non averci provato prima e di aver lasciato che restasse troppo latente quell’audace desiderio che, destandosi in tempo, forse mi avrebbe potuto cambiare la vita.

C., che il nostro rapporto possa essere compromesso è attualmente l’ultimo dei miei pensieri.

Perdonami, ma trovo questa tua preoccupazione piuttosto crudele, mentre strappa ogni speranza alla mia legittima ambizione. Se avessi corrisposto il mio amore, come stavamo prima sarebbe un “dettaglio” anche per te. È comunque vero che non posso continuare con questa viltà infantile, e che dovrò decidermi ad incontrarti presto. Ti chiedo soltanto un altro po’ di pazienza… Ti amo!

VII

Ciao C., mi trovo davanti al supermercato in cui lavori, e la tua macchina parcheggiata mi conferma che sei qui: finalmente ho ritrovato il coraggio di rivederti. Un po’ in ansia, penso a cosa comprare per offrire un diversivo al desiderio di salutarti, ma mi rendo conto che, se

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anche riempissi tre carrelli per la spesa, non ti sfuggirebbe il reale motivo della mia

apparizione di fronte a te. Opto per qualche tavoletta di cioccolato, simulando una leggera crisi di zuccheri in bicicletta, ma la scelta si dimostra subito infelice, abbandonando, alla tua divertita ironia, la mia fragile coerenza.

- “Ma che fai? Ti lamenti che stai ingrassando e poi ti ingozzi di cioccolato? Vai immediatamente a rimetterlo a posto!”

L’intimazione è delicata, dolce e misurata; la voce soave mi seduce senza impegnarsi, e con abile cura non urta le mie emozioni di cristallo. L’effetto è comunque devastante, e dentro quest’affettuosa invasione di campo rimango impietrito.

- “E se adesso fossi io a baciarti davanti a tutti i tuoi colleghi?”

L’intenzione, ovviamente, non oltrepassa i confini dei miei pensieri vigliacchi, che

preferiscono rifugiarsi in un altro episodio avvenuto in quelle stesse corsie del supermercato, quando a lasciarmi di sasso fu il tuo lato più audace. Nel reparto dei profumi e saponi, lì dove si pianifica l’igiene integrale della società, decisi di avvicinarmi con baldanzosa

"portanza" e provocazione da Oscar:

- “E figurati se anche oggi non ti ritrovo qui, vicino alla carta igienica!” “Certo – mi rispondesti pronta – stavo giusto aspettando uno stronzo!” ????

Esco dall’edificio e diventa subito buio, anche se in città non è ancora il momento di

accendere i lampioni. Quegli istanti appena volati mi ritornano in mente confusi, e a dar loro un po’ d’ordine non può certo riuscirci la mia ragione, sprofondata in un irreversibile

pessimismo emozionale. Ogni tuo gesto, ogni tua parola e ogni tua reazione sono interpretati come la definitiva condanna della mia speranza, e il malessere che ne consegue sembra non aver limiti, in un fisico provato che fatica a contenerlo. Perdonami C.!... ma ci sono attimi in cui preferirei che tu non esistessi… ????

VIII

«Oggi sarebbe bastato solo leggerla, quella fatata sequenza di sillabe che esprime la meravigliosa persona che sei. In questo momento così triste saprebbe almeno ricordare al sorriso che non può stare troppo lontano dal volto per cui è nato. È una combinazione esclusiva, oltre le mie capacità, ma non la si può negare… la intuisco mentre ti guardo.

Parole che appartengono solo a te, e nessuno, per quanto più bravo di me, potrà mai

permettersi di offrirle alla persona sbagliata. Ti voglio bene C., nonostante, come pensi tu, io sia sempre avaro di complimenti.»

Sono le frasi che ti scrissi in un momento molto duro: la morte di tuo padre. Le ho ritrovate in un foglietto ingiallito nel cassetto della mia vecchia scrivania. Rileggo sempre ciò che scrivo per evitare refusi e ridurre i limiti della mia scrittura. Ma l’unico errore che ho commesso qui è non essermi accorto da quanto tempo ti amo, e di tutto quello che ho sprecato... anche se le più belle parole per descriverti io non le troverò mai…

IX

Ciao C., se stai leggendo questa lettera, io non me la passo molto bene, dal momento che chi doveva custodirle, mi ha garantito che le avrebbe rivelate solo dopo la mia morte, nel pieno rispetto di tutte le persone coinvolte. Non so perché ti ho nascosto di averle scritte. Forse per paura, per viltà o per qualche altro limite che non ho mai voluto ammettere. O forse è la

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solita presunzione di elevare in una valenza platonica i miei sentimenti. Non è la prima volta che vivo le mie emozioni più intense in una dimensione astratta… trascendentale!

Mi riferisco al significato originario dell’aggettivo platonico, e non a quello distorto nel linguaggio comune. Non si tratta di una compensazione morale a ciò che non si può

realizzare. Ma, al contrario, dell’essenza più pura di un mondo ideale che svilisce in quello reale. Mi hai fatto ritrovare quelle sensazioni esclusive di un adolescente appresso al senso della vita. Quelle fasi sublimi di pura follia che fermano il cuore quando non tornano più…

Grazie per sempre! Ma in questo vortice di emozioni sconvolte, tornano antiche paure e deliri mentali. Il timore di venire respinto, o di svegliarmi pentito, nell’inerzia di uno scopo

raggiunto, mi spingono dentro un anfratto di sogni protetti; negando l’arbitrio alla mia volontà, perduta in un amore di gomma che nella mia mente rifugge le sue forme più gravi.

Platone è una scusa C., ma dentro una lettera astratta libero il corpo da quelle radiazioni nocive che mi restano dai continui viaggi nel mio mondo ideale, dove ho incontrato anche la parte migliore di te. È come se milioni di particelle invisibili, che mi infettano l’anima, mi liberassero di colpo da un peso opprimente, una volta riposte su un foglio di carta. Lì dove tutto è perfetto e anche ogni tuo gesto serve il volere dei miei sogni, senza deluderli mai. Ma i sogni bisogna anche saperli realizzare, e mi rendo conto di quanto possa restare vano questo mio esercizio creativo. Quale “reale” possibilità hanno le mie parole, con le mie

imperfezioni, di raggiungerla in quel mondo assoluto, senza perdersi fatalmente negli abissi confusi della mia mente? L’eventualità che non mi abbia mai sentito, e che sia tutta una mia illusione, mi uccide 2 volte.

Ma tu che di lei sei la più diretta proiezione su questa terra, la sua copia perfetta, in quel regno fantastico puoi entrarci quando vuoi. Cercala per me, C! Trovala e dille che è stata la cosa che ho amato di più in questa mia inutile vita. Ti amo C.! Addio!

THE END

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