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I SETTORI DELL ECONOMIA ITALIANA L INDUSTRIA CONSERVIERA ITALIANA

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Academic year: 2022

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I SETTORI DELL’ECONOMIA ITALIANA

L’INDUSTRIA

CONSERVIERA

ITALIANA

(2)

L’INDUSTRIA

CONSERVIERA

ITALIANA

(3)

2

L'ITALIA,

UN RIFERIMENTO PER L’ORO ROSSO

5

LA STAGNAZIONE DEI CONSUMI INTERNI

6

PERFORMANCE FINANZIARIA DELLE AZIENDE DEL SETTORE

8

3

L’INDUSTRIA CONSERVIERAITALIANA

L’INDUSTRIA ITALIANA DELLE CONSERVE ALIMENTARI

4

L’EXPORT

E LA CONCORRENZA A BASSO PREZZO

7

(4)

4 5

L’INDUSTRIA ITALIANA

DELLE CONSERVE ALIMENTARI

L’ANALISI DI EULER HERMES

Con oltre mezzo miliardo di euro di garanzie concesse ai propri clienti, Euler Hermes aiuta le imprese italiane del settore delle conserve alimentari a fare business in modo sicuro, in Italia e all’estero. Questo grazie ad una banca dati proprietaria ed a una rete

di specialisti in loco che monitorano ed analizzano quotidianamente l’evoluzione della solvibilità dei loro clienti.

Il settore conserviero resta tra le principali forze produttive del settore agroalimentare italiano.

Nel 2017 la superficie coltivata in Italia è stata di poco inferiore agli 80mila ettari, per una produzione complessiva destinata alla trasformazione di circa

5 milioni di tonnellate di cui 2 coprono il consumo nazionale e i restanti 3 milioni vengono destinati all'export. La maggior parte della produzione viene realizzata al Centro-Sud, con forti concentrazioni in alcune aree (per esempio la varietà lunga è tipica della Capitanata).

Il principale produttore mondiale di pomodoro da industria è la California, seguita da Italia e Cina. Insieme i tre Paesi coprono il 60% dei 40 milioni di tonnellate complessivi di produzione (il dato oscilla da un’annata all’altra).

La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione italiano di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione (circa la metà del centinaio operante in Italia), che per fatturato, con circa 1,5 miliardi di euro su un fatturato nazionale di 3,1 miliardi.

Le localizzazioni privilegiate del settore conserviero sono nelle province di Napoli e Salerno (Nocerino-Sarnese), dove si è sviluppato il distretto industriale di Nocera-Gragnano (riconosciuto dalla Regione), dominato dalla presenza di due grandi operatori di origine locale, a cui si affianca una schiera consistente di medie imprese.

L'industria delle conserve vegetali, che in Campania ha un peso

L'ITALIA, UN RIFERIMENTO

PER L’ORO ROSSO

(5)

L’INDUSTRIA CONSERVIERAITALIANA

6 7

preponderante sull'export agroalimentare, ha rallentato nel corso del 2017 ma ha mantenuto il primato mondiale come

esportatore di polpe e pelati e si è piazzata al secondo posto, dopo la Cina, per passate e concentrati.

Fino a 10 -15 anni fa le aziende attive superavano le 200 unità.

Oggi dopo una prima fase di consolidamento, le imprese dell’oro rosso sono un centinaio,

con un forte indice di

concentrazione in quanto le prime cinque controllano l’80% del mercato.

I magazzini dei conservifici sono ancora pieni di merce perché veniamo da due anni di super- produzione dal nord Italia, che oltretutto ha abbassato il prezzo mettendo a rischio aziende e posti di lavoro. Sotto accusa le importazioni incontrollate dall'estero favorite dagli accordi commerciali agevolati.

L'82% degli italiani considera comunque importante conoscere l'origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, per cui è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018 il decreto interministeriale per l'origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al

concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

A differenza dell’export, che sta diventando l’unica strada da percorrere per lo sviluppo, il mercato interno del prodotto trasformato non offre grandi spazi di crescita. Si tratta di un mercato maturo che mostra un trend in leggera flessione, specialmente a

valore, dovuto in parte a una riduzione del prezzo medio sugli scaffali italiani dove sgomitano circa 70 referenze. Rispecchiano la frammentazione produttiva e danno vita a una feroce

concorrenza. Le vendite soffrono infatti della pressione delle promozioni che arrivano fino al 49% del totale del venduto, quando la media degli altri prodotti si attesta al 26%. Alla ricerca di maggiore redditività le

aziende puntano su segmenti più ricchi come sughi e salse pronte e prodotti biologici, che infatti sono in crescita. L’onda salutista sta spingendo gli italiani a consumare meno pasta accogliendo nelle abitudini alimentari anche i cibi etnici. In tal caso, è importante impegnarsi per diffondere il consumo dei prodotti legati alla dieta

mediterranea, di cui il pomodoro è uno dei principali ingredienti.

LA STAGNAZIONE DEI CONSUMI INTERNI

Con un

fatturato export di

circa 1,5 miliardi di euro, l'industria del pomodoro e dei suoi derivati si conferma uno dei

punti di forza dell'agroalimentare italiano grazie alla qualità elevata dei nostri prodotti e delle lavorazioni. Il prodotto più amato

è il pelato e i principali mercati di destinazione sono la

Germania, il Regno Unito, la Francia e gli Usa. Le flessioni in valore sono da attribuire ai prezzi più bassi che le aziende

conserviere devono praticare per sostenere la concorrenza di altri Paesi (come quelli del Nord Africa in Europa Orientale).

E ciò nonostante

non ci siano contributi all'export, né aiuti europei sulla materia prima.

L’EXPORT

E LA CONCORRENZA

A BASSO PREZZO

(6)

9 8

20%

18%

16%

14%

12%

10%

8%

6%

4%

2%

0%

110 100 90 80 70 60 50 40 30

EBITDA MARGIN Variazione del Fatturato DSO

2013 2014 2015 2016

In attesa di valutare come hanno reagito a questa situazione di mercato nel corso dell’esercizio 2017, le aziende del settore, analizzate da Euler Hermes attraverso i bilanci 2013-2016, hanno visto nel corso di queste annualità un fatturato medio in costante incremento, legato alla super-produzione a cui abbiamo assistito in questi ultimi due anni.

A questo aumento dei fatturati non è però corrisposto un incremento del reddito operativo lordo, la cui percentuale ha visto fra le aziende analizzate da Euler Hermes addirittura una diminuzione significativa nel 2016.

Questo a conferma della difficoltà del settore a trovare una adeguata marginalità pur in presenza di un aumento del giro di affari.

Dal punto di vista dello stato patrimoniale, quello che si apprezza è un miglioramento della gestione del circolante avvenuta nei quattro anni considerati, anche grazie

EULER HERMES

Il gruppo Euler Hermes è il Ieader mondiale dell’assicurazione crediti e compagnia riconosciuta come specialista delle cauzioni, garanzie e recupero crediti. Con oltre 100 anni di esperienza, offre alle imprese del segmento business-to-business (B2B) servizi finanziari per supportare la gestione del portafoglio clienti.

Grazie ad una banca dati proprietaria ed a una rete di specialisti in loco, monitora ed analizza quotidianamente l’evoluzione della solvibilità di aziende di ogni dimensione, incluse le multinazionali, operanti nei mercati che rappresentano il 92% del PIL mondiale.

Il Gruppo, con sede a Parigi, è presente in più di 50 Paesi con i suoi oltre 6400 collaboratori. Euler Hermes è una società di Allianz, è quotata all’ Euronext Parigi (ELE.PA) e beneficia dei rating AA da parte di Standard & Poor’s e Aa3 di Moody’s.

Euler Hermes ha raggiunto nel 2016 un giro d’affari consolidato di 2,6 miliardi di euro ed ha coperto transazioni commerciali per un ammontare totale di €883 miliardi.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

www.eulerhermes.com, LinkedIno Twitter @eulerhermes

KPI Finanziari Settore Conserviero

7%

3%

0%

10%

103

90

78 77

filiera e in genere nel mondo agro-alimentare, della normativa sui termini di pagamento (cd. Art 62) che a partire dalla fine del 2012 si applica a tutti i contratti B2B (Business to Business) che hanno per oggetto la cessione di prodotti agricoli e alimentari, deperibili e non deperibili.

Queste migliori tempistiche di incasso e il minor costo del denaro degli ultimi anni, non hanno però contribuito a migliorare il tasso di copertura degli oneri finanziari, proprio a causa della minore marginalità.

PERFORMANCE FINANZIARIA DELLE AZIENDE DEL SETTORE

2013 2014 2015 2016

Variazione del Fatturato 0% 7% 3% 10%

EBITDA Margin 5,40% 5,70% 6,60% 5,30%

DSO 103 90 78 77 Copertura Oneri Finanziari 23% 17% 20% 17%

5,40% 5,70%

6,60%

5,30%

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