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Se oggi ciò che fa audience

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Presentata a Milano la nuova strategia: da Shakira a Peppa Pig, una nuova cultura del viaggio

Costa, il lato pop della crociera

A bordo anche il talent Tú sì que vales e lo chef Barbieri

DI FRANCESCA SOTTILARO

S

e oggi ciò che fa audien- ce (e business) sono gli chef, i talent di musica, i viaggi e le serie tv per bambini, Costa Crociere plasma la sua strategia dalla tv al digital, portando a bordo la cultura pop. «Nonostante la crescita degli ultimi anni in Europa, ancora oggi, poco più dell’1% della popolazione va in vacanza in crociera», dice Neil Palomba, direttore generale di Costa Crociere. Ragion per cui la compagnia punta ad allar- gare il suo perimetro di clienti facendosi raccontare da icone di tutti i giorni, da Peppa Pig al talent Tú sì que vales. Luca Casaura, da un anno vice pre- sident corporate marketing di Costa con un passato in Dano- ne, ha presentato ieri a Milano i nuovi volti della compagnia del gruppo Carnival. «Ab- biamo dedicato a ciascu- no di questi testimonial una pubblicità ad hoc per il 2016», racconta a ItaliaOggi.

La sera di Natale, per spiegare in tv la «Felici- tà al quadrato» secondo Costa (tema della campa- gna di questa stagione), debutta sulle reti Mediaset lo spot con protagonista Shakira, cantante co- lombiana multita- sking capace di vestire allo stesso tempo gli abiti

da ambasciatrice delle Nazioni Unite, da usignolo dei mon-

diali del Brasile o da testimonial di uno yogurt.

«Manteniamo la sorpresa, non sarà né in accappa- toio né in abito da sera,

ma nella sua versione

più bella», spiega Ca- saura, che lavorò con la star proprio per la campagna globale di Danone Activia, Una sola certezza:

«per quest’anno l’in- vestimento in comu- nicazione e marketing è note- volmente aumentato», dice il manager.

Restando in tema «stelle» e nell’ottica di apportare un tocco gourmet alla vita di bordo arri- va lo chef Bruno Barbie- ri, sette stelle Michelin, a fi rmare nel 2016 i menù di gala di Costa e a rac-

contare il viaggio. An- che qui si tratta di

un personaggio nazional-popo- lare e poliedrico, protagonista di Masterchef che ha prestato il suo volto (come tanti colleghi) per diversi marchi, dalle cucine Franke alla raccolte a punti dei supermercati Simply. E ora, al pari di Carlo Cracco ospita- to a bordo di Msc Crociere, è pronto a deliziare i palati dei crocieristi.

Altro tema caro alla compa-

gnia sono le escursioni che chi viaggia deve spesso pagare a parte come l’acqua minerale.

Per questo arrivano Syusy Blady e Patrizio Roversi, che in veste di ambasciatori di Costa racconteranno cosa fare tra le oltre 2.200 offer- te nei porti di approdo della compagnia. «Ma la partner- ship andrà oltre, a partire dal

sito Turisti per caso», dice Casaura,

A completare l’offerta di bordo da aprile 2016 il famoso talent show Tú sì que vales arriverà a bordo. Proprio come nel format televisivo di En- demol, chiunque sappia cantare, ballare o abbia un’abilità particolare po- trà esibirsi sul palcoscenico dei teatri della flotta Costa davanti a centinaia di spetta- tori. E i migliori talenti di ogni crociera avranno la possibilità di giocarsi la propria chance nel format italiano in onda su Canale 5.

Il divertimento a bordo sarà garantito anche per i piccoli:

Peppa Pig, il cartoon amato dai bambini di oltre 180 paesi nel mondo, ad aprile 2016 salirà a bordo delle navi Costa in uno spazio che ricrea le ambienta- zioni del cartone animato, con allestimenti diversi da nave a nave. Intorno al colorato mondo di Peppa Pig verranno proposti giochi e momenti educativi per tutti i bambini.

© Riproduzione riservata

Unicredit e Camera della moda lanciano Fashion Lab, un programma di accelera- zione e di supporto a favore di 18 brand emergenti già presenti nei calendari delle Fashion Week di Milano. Si trat- ta di Alberto Zambelli, Angelos Bratis, Christian Pellizzari, Damiano Marini, Edithmarcel, flavialarocca, Giannico, L72, Leitmotiv, Les Petits Joueurs, L’F Shoes, Marcobologna, San Andre’s Mila- no, Soloviere, Studiopretzel, TF Twins Florence, Vivetta, Voodoo Jewels.

L’iniziativa rientra nel più ampio ac- cordo con cui, dallo scorso settembre, Unicredit è diventata official sponsor di Camera Nazionale della Moda Italia- na per un quadriennio, con l’obiettivo di sostenere le eccellenze del paese.

«Unicredit crede nell’industria tessile italiana, che costituisce un esempio straordinario della forza del made in Italy nel mondo», afferma Federico

Ghizzoni, a.d. della banca. «Il settore è tornato a crescere dopo un biennio negativo, grazie in particolare al buon andamento delle vendite sui mercati internazionali».

«Il progetto Fashion Lab ideato con UniCredit, è un passo importante e con- creto che guarda al futuro del nostro settore», dice Carlo Capasa, Presidente di Camera nazionale della moda italia- na. Per il 2016 sono previsti numero- si appuntamenti: Fashion Academy, il training manageriale per approfondire temi quali lo sviluppo, organizzazione e gestione del canale e-commerce; Inno- vation Day (appuntamento tra designer e i nuovi brand con le migliori startup innovative); Incontri B2B organizzati con buyer internazionali selezionati; In- vestor Day dedicati alla presentazione delle aziende a un network di investi- tori del settore.

Unicredit con Cnmi: nasce il fashion lab

L’assemblea dei soci di Fondazione Altagamma ha ricon- fermato Andrea Illy alla presidenza per il triennio 2016- 2018. Illy sarà affi ancato dal vice presidente vicario Paolo Zegna, dai vice presidenti Armando Branchini, Matteo Lunelli, Claudio Luti, Laudomia Pucci e Lamberto Tacoli e dal d.g. Stefania Lazzaroni. Il collegio dei revisori sarà composto da Maurizio Dallocchio, che ne assume anche la presidenza, e dai sindaci revisori Federico Regalia e Mau- rizio Zanella. Rinnovato anche il cda: ne fanno parte Ste- fano Agostini (Sanpellegrino), Nerio Alessandri (Tech- nogym), Stefano Alessi (Alessi), Carlo Alberto Beretta (Bottega Veneta), Rossella Bisazza (Bisazza), Francesca Bortolotto Possati (Bauer Hotel), Fabio Boschi (Perini Navi), Maria Cristina Buccellati (Buccellati), Brunello Cucinelli (Brunello Cucinelli), Claudio Domenicali (Du- cati), Giuseppe Fontana (Villa d’Este), Giovanni Ged- des da Filicaja (Ornellaia), Carmen Moretti (Albereta e Andana), Aldo Melpignano (Masseria San Domenico), Giuseppe Prezioso (Max Mara), Dario Rinero (Poltrona Frau) e Gabriella Scarpa (Acqua di Parma).

Altagamma, Illy confermato alla guida

La cantante Shakira, volto di Costa. Da destra, Peppa Pig, Bruno Barbieri, Syusy Blady e Patrizio Roversi

Anno 25 - Numero 301 - € 0,80 Sabato 19 Dicembre 2015

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

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: da Shakira a Peppa Pig u

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Luca Casaura

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Il caso di Web Stars Channel, la società che ha ideato un i lm e una rivista con 4 talenti della rete

Il brand passa dalle web star

Marchi e prodotti diffusi tramite i video diventati virali

DI GIOVANNI BUCCHI

T

utti e quattro insieme contano 2,4 milioni di fan su Facebook e oltre 3,4 milioni di iscritti sui loro canali YouTube. Po- polarissimi tra i bambini e i teenager, rappresentano uno dei fenomeni mediatici più innovativi e travolgenti degli ultimi tempi. Stiamo parlando delle web star Favij, Leonar- do Decarli, Zoda e Federico Clapis (l’ultimo ha di recente annunciato l’addio a questo tipo di attività), giovani creatori di contenuti online capaci di rag- giungere centinaia di migliaia di visualizzazioni con un ironi- co video di pochi secondi dif- fuso sui social network. Luca Casadei, fondatore e ceo di Web Stars Channel, società di consulenza per aziende e brand che desiderano collaborare con i nuovi talenti del web, ha de- ciso di mettere assieme questi quattro ragazzi in un’avven- tura comune, trasformandoli nei protagonisti del film Game Therapy, prodotto in collabora- zione con Indiana Production

e Pulse, diretto da Ryan Tra- vis e finito sugli schermi di 400 sale cinematografiche italiane nelle ultime settimane di ot- tobre, quando è stato visto da circa 200 mila persone.

«Questo progetto», spiega Casadei a ItaliaOggi, «è nato dalla volontà di dare un se- gnale concreto a tutto il mon- do editoriale che sta al di fuori della rete. Siamo partiti con l’obiettivo di aprire una breccia, dato che in pochi nel mondo dei mass media capiscono davve- ro la potenza delle web star».

Anticipato da un’iniziativa di forte richiamo come #lifethe- rapyday (una giornata, il 15 settembre, di sciopero tota- le dai social network e dal web), Game Therapy è stato promosso e raccontato sul web da 45 grandi comuni- catori, che hanno partecipato in prima persona al debutto al ci- nema. Vita re- ale e virtuale si confronta- no in questa pellicola,

che ha guadagnato milioni di clic sui social network, nel ten-

tativo di trasferi- re su un canale

tradizionale come quello

c i n e m a t o - grafi co storia, contenuti e protagonisti nati e cresciuti nel web.

«I nuovi artisti seguiti dai gio- vani sono i creatori di conte- nuti sul web, mentre tv, radio e cinema sono sempre meno utilizzati», aggiunge Casadei, convinto che la potenzialità della rete vada utilizzata per coinvolgere anche gli altri ca- nali. «La nostra sfi da è quella di essere cross-mediali, partire dal digital allargandoci agli al- tri media, quelli cartacei com- presi». Un esempio al riguardo è dato da Webstars Magazine, la nuova rivista Panini rivol- ta al target teen e nata dalla collaborazione tra Web Stars Channel e il gruppo leader ne- gli album di fi gurine.

La comunicazione delle web star rappresenta anche una

ghiotta opportunità per le stra- tegie di marketing delle azien- de; d’altronde, i casi di marchi e prodotti diffusi tramite video divenuti virali sono sempre più noti. Casadei propone un pas- so ulteriore in questa direzione, come quello fatto con Carrefour che ha partecipato attivamen- te alla realizzazione di Game Therapy comparendo nel fi lm e occupandosi della diffusione del merchandising in mille suoi punti vendita, oppure di Panini coinvolto nel lancio dell’album di fi gurine del fi lm.

«Siamo stati la prima agen- zia in Italia a coinvolgere que- sti ragazzi in progetti di comu- nicazione e marketing capaci di superare i confi ni del web nel quale nascono», conclude Ca- sadei. «Nella seconda metà del 2016 cercheremo di parlare an- che a un pubblico tra i 25 e i 55 anni. Oggi un’azienda non può più prescindere dal linguaggio digital; ma sono le strategie, i contenuti e i metodi del web che devono essere trasferiti sugli altri canali di comunica- zione, non viceversa».

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Luca Casadei

La web star Favij in Game Theraphy

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Sabato 19 Dicembre 2015

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Sabato 19 Dicembre 2015

M E D I A

Il gruppo vara il riassetto delle direzioni. La Cucina Italiana afi data a Dalla Cia

Giro di valzer in Condé Nast

Ettore Mocchetti torna ad Ad, Farneti passa a Gq

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

R

iassetto di direzio- ni alla Condé Nast:

Emanuele Farne- ti (41 anni) lascia il mensile Ad per assumere la direzione di Gq al posto di Carlo Antonelli (50 anni), che esce dal gruppo. La pol- trona lasciata vuota da Farne- ti torna a essere occupata da Ettore Mocchetti (74 anni, fondatore e storico direttore di Ad dal 1981 al 2014), che ab- bandona, quindi, la direzione de La Cucina italiana, affi data d’ora in poi a Maria Vittoria Dalla Cia (52 anni).

Farneti, dopo il lavoro svol- to al mensile di architettura e design Ad, sarà chiamato a rilanciare Gq, che ha perso diffusioni (naviga attorno alle 46 mila copie medie) ma fun- ziona ancora piuttosto bene da un punto di vista pubbli- citario, e presidia un’area ritenuta strategica da Condé Nast. Potrebbe però essere una sorta di ultima chiamata per Gq, che da un po’ di anni cerca una sua strada senza

peraltro trovarla: ci ha pro- vato Michele Lupi nel 2006, si è poi tentato con Gabriele Romagnoli nel 2011 (alto livello di scrittura ma scarsa attrattiva per gli investitori pubblicitari), fino ad Anto- nelli, subentrato a Romagnoli nel giugno 2013 e con un pi- glio forse fi n troppo irriveren- te per una casa editrice come Condé Nast. Ora Gq potrà va- lersi delle esperienze fatte da Farneti nella sua carriera, in particolare come direttore di

Sportweek della Gazzetta del- lo sport, e poi di Men’s health, First e Icon in Mondadori. In Ad era arrivato nel giugno 2014 come condirettore di Mocchetti, per poi assumere la già allora prevista direzio- ne nel dicembre 2014.

Al mensile Ad, come detto, adesso ritorna il padre fonda- tore, Mocchetti, reduce dalla esperienza non proprio posi- tivissima di direttore de La Cucina Italiana. Lo storico e prestigioso mensile di cucina,

infatti, è stato rilevato da Condé Nast nell’estate del 2013. Ma il conto economico della testata ha continuato a soffrire, e pure le diffu- sioni hanno proseguito la discesa, dalle 80 mila copie medie del 2013 alle 69 mila del 2014, fi no alle 61 mila del settembre 2015 (ultimo dato disponibile). La direzione ora passa a Dalla Cia, da molti anni fi rma prestigiosa della Cucina Italiana.

Insomma, negli ultimi tem-

pi di sicuro non ci si annoia in Condé Nast. E dopo la confer- ma di altri due anni di solida- rietà al 10% per il personale giornalistico e il profondo riassetto alla corazzata Va- nity Fair, dove in poco tempo hanno lasciato il direttore marketing Antonio Casa- massima, fi rme pesanti come Gad Lerner, Enrico Men- tana, Gabriele Romagnoli, e poi il caporedattore Andrea Scarpa, il vicedirettore Da- niele Bresciani, il capore- dattore attualità Francesco Briglia, il caporedattore pe- ople Giovanni Audifreddi (che si è trasferito al mensile Ad), il caporedattore centra- le Gianluca Beltrame, il vicedirettore Michela Gat- termayer e il caporedattore moda Nicoletta Ferrari, ora il presidente Giampaolo Grandi rivoluziona le altre testate dell’impero. Sperando che la svolta digitale, quella su cui si punta da anni, inizi a fruttare ricavi superiori ai 19 milioni di euro sugli oltre 150 mln di fatturato 2015.

© Riproduzione riservata

Un altro capitolo dell’annoso conflitto com- battuto nei tribunali di mezzo mondo tra Apple e Samsung su reciproche accuse di violazioni delle leggi sui brevetti. Come i let- tori di questa rubrica ben sanno, nel settem- bre 2012 un tribunale californiano condannò Samsung a pagare ad Apple un risarcimento di danni per 1,05 miliardi di dollari per aver violato tre brevetti conside-

rati esclusivi dell’azienda di Cupertino. La cosa all’epoca suonò abbastanza peculia- re perché sulle stesse pre- sunte violazioni i giudici di Gran Bretagna, Olanda, Germania, Corea e Giappo- ne avevano dato (in primo grado di giudizio) ragione a Samsung.

Tant’è che, dopo qualche mese, le due aziende deci- sero di chiudere in via tran- sattiva tutti i loro conten- ziosi lasciando aperta la via giudiziaria solo negli Stati Uniti. Lunedì scorso Sam- sung ha accettato di paga- re ad Apple 548 milioni di

dollari al fine di chiudere la causa presso l’United States Federal District Court.

Finito tutto? Niente affatto perché conte- stualmente Samsung ha deciso di adire la Corte suprema degli Stati Uniti argomen- tando che la legislazione vigente a tutela dei brevetti sia assolutamente superata e non più applicabile al mondo digitale.

Samsung ha focalizzato il suo ricorso esclusivamente sulla normativa relativa ai «disegni industriali» ma forse è solo una strategia processuale attuata lanciando un

«cavallo di Troia» per poi procedere all’at- tacco del bersaglio grosso: l’intera normati- va Usa a tutela dei brevetti. Vedremo cosa

accadrà, ma non c’è dubbio che questa

vicenda segnerà il destino di una norma- tiva, quella a tutela dei brevetti appunto, fondamentale per la vita delle imprese ma che, oggettivamente, fatica ad adeguarsi alla rivoluzione del web. C’è tra l’altro l’evi- dente necessità che, a livello mondiale, si raggiunga un miglior coordinamento tra le grandi aree brevettuali: quella america-

na, quella europea, quella giapponese/asiatica.

E c’è poi un discorso di fon- do che la vicenda Apple/

Samsung, a mio avviso, evi- denzia molto chiaramente.

Nessuno può dubitare del- la necessità di tutelare le idee creative industriali attraverso i brevetti e della necessità che esistano, sia nei sistemi nazionali sia in quello internazionale, norme chiare e precise cui appellarsi in caso di viola- zioni. Altro, però, è abusa- re (attraverso cavilli legali) della tutela concessa con i brevetti e bloccare l’inno- vazione. Tutto il percorso della moderna tecnologia è fatto, a ben vedere, di un continuo perfezionamento di idee creative magari proposte da altri. Il punto nodale sta nell’elaborare un sistema tecnico e normativo che permetta di distin- guere dove c’è solo plagio e dove invece c’è autentica innovazione. Francamente chi tiene alle ragioni della tutela del diritto d’autore/copyright/brevetti deve auspicarsi che, oltre un certo necessario livello, queste dispute siano decise dal mercato. Quindi da tutti noi.

* delegato italiano alla proprietà intellettuale CONTATTI: mauro.masi@consap.it

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IL PUNTO DI MAURO MASI*

Brevetti, la tutela non blocchi l’innovazione

Mauro Masi LA VIGNETTA DEL GIORNO

Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/14 FTSE IT ALL SHARE 23.017,33 -1,19 14,30

FTSE IT MEDIA 13.165,46 -2,85 8,43

L’editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz.

% 30/12/14 (mln €)

Cairo Communication 4,5180 0,98 -6,92 354,0 Caltagirone Editore 0,9850 -0,30 18,67 123,1 Class Editori 0,6520 -3,98 -29,18 61,5 Espresso 0,9580 -3,13 0,47 394,7 Il Sole 24 Ore 0,6215 -0,96 4,63 26,9

Mediaset 3,7660 -3,34 9,48 4.448,5

Mondadori 1,0010 -1,28 14,33 261,7

Monrif 0,2678 -0,78 -5,94 40,2 Poligrai ci Editoriale 0,2661 - 18,11 35,1 Rcs Mediagroup 0,4850 -2,18 -48,10 253,1 Seat Pagine Gialle 0,0030 - 7,14 192,8

Emanuele

Farneti Ettore

Mocchetti

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Mondadori rinegozia fi nanzia- menti per 515 mln euro. Il gruppo Mondadori presieduto da Marina Berlusconi ha rinegoziato le attuali linee di credito committed pari a complessivi 515 milioni di euro. Ieri, infatti, è stato fi rmato un nuovo con- tratto di fi nanziamento con scadenza dicembre 2020 con un pool di sei isti- tuti di credito (Bnp Paribas, Banca Popolare di Milano, Intesa Sanpaolo, Mediobanca - Banca di Credito Fi- nanziario, UniCredit, Ubi Banca) in sostituzione dell’attuale contratto che prevedeva rimborsi più ravvi- cinati (2016-2017-2018). Il nuovo contratto include anche le linee di credito necessarie per l’acquisizione di Rc Libri. Al 30 settembre 2015 il gruppo Mondadori ha registrato una posizione fi nanziaria netta pari a -243,6 milioni di euro. Il nuovo accordo di fi nanziamento presenta condizioni economiche migliorative per il gruppo in termini di minori tassi di interesse e commissioni: il costo iniziale per il 2016 sarà di 325 bps, che si aggiunge all’Euribor di riferimento, con una riduzione di circa 90 bps rispetto al costo attuale.

Tale tasso, inoltre, potrà diminuire, su base annuale, in funzione della positiva evoluzione del rapporto de- bito netto/Mol. Al fi ne di sostenere il processo di crescita del gruppo nei core business, sono stati inoltre negoziati nuovi livelli di covenant debito netto /Mol per il 2016 (4,50x) e 2017 (3,75x) rispetto all’attuale 3,50x, che saranno applicati al

completamento dell’acquisizione di Rcs Libri.

Sic, sistema media in calo del 2,8%. Nel 2014 il valore complessivo del Sic (Sistema integrato delle comu- nicazioni) è sceso a circa 17 miliardi di euro (-2,8%). È quanto emerge dal Consiglio dell’Autorità per le garan- zie nelle comunicazioni (Agcom), presieduto da Angelo M. Cardani, che ha approvato ieri la valutazione delle dimensioni economiche del Sic nel 2014. L’area dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (anche sul web) rappresenta, con il 49,2% (pari a oltre 8 miliardi di euro), l’ambito con la maggiore incidenza sul totale delle risorse economiche. Seguono l’editoria quotidiana e periodica e le agenzie di stampa, online compreso, con il 25,9% (oltre 4 miliardi di eu-

ro). I ricavi relativi alla pubblicità web sono pari a 1,6 miliardi di euro (9,5% del Sic). Azienda per azienda, poi, il gruppo 21st Century Fox (Sky Italia e Fox International Channels Italy), con una quota del 15,7%, resta il principale operatore del Sic, in crescita sul 2013. Il peso del gruppo Fininvest è pari al 14,7% (14,9% nel 2013). Seguono il gruppo Rai (13,5%) a fronte del 14,1% dell’anno prima, il gruppo L’Espresso con il 3,6% (3,7%

nel 2013) e Rcs Mediagroup, 3%, a fronte del 3,2% del 2013.

Editoria, chiude l’agenzia mis- sionaria Misna. «Sconcerto e amarezza»: sono questi i sentimenti espressi dall’assemblea dei gior- nalisti della agenzia missionaria Misna per l’annuncio della chiusura della testata, prevista il 31 dicembre

prossimo e decisa dall’editore che è il coordinamento degli Istituti Mis- sionari. Fondata nel dicembre del 1997 dal padre comboniano Giulio Albanese, Misna ha raccontato per 18 anni le «periferie» del mondo care a Papa Francesco.

La7, Piazzapulita chiude la stagione a +10%. Giovedì scorso l’ultimo appuntamento stagionale di Piazzapulita su La7 ha ottenuto il 5,22% di share pari a 1.019.068 telespettatori e picchi del 7,86% con 1.586.443. Il programma di Corrado Formigli ha realizzato durante la stagione uno share medio del 4,81%

con circa 1 milione di telespettatori a puntata, in crescita del 10% rispetto all’autunno del 2014.

Repubblica in festa per i 40 anni. Il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari festeggerà i pro- pri 40 anni di vita con un festa che si terrà il prossimo 14 gennaio a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica. L’evento coinciderà anche con l’avvicendamento tra Ezio Mauro e Mario Calabresi alla guida di Repubblica.

I Gazzetta Sports Awards. Gior- gio Paltrinieri, Flavia Pennetta, Antonio Conte, Juventus, Roberta Vinci, Fabio Aru, Valentina Diouf e Martina Caironi sono gli sportivi premiati lo scorso giovedì sera a Milano con i Gazzetta Sports Awards.

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA

DAL 1 DICEMBRE SU

La prossima settimana:

INVESTIRE NEL NUOVO ANNO

TUTTI I GIORNI GLI OUTLOOK, LE PREVISIONI E I CONSIGLI PER FARE LE SCELTE GIUSTE NEI PROSSIMI 12 MESI

Lunedì: L’anno delle obbligazioni con Andrea Orsi, M&G Investments Martedì: La nuova asset allocation con Vittorio Ambrogi, Morgan Stanley IM Mercoledì: Le prospettive delle aziende di consulenza con Carlo Carpè, Assoconsult

Giovedì: L’auto del futuro con Gian Primo Quagliano, Centro Studi Promotor Venerdì: L’economia con Micheal Spence, premio Nobel all’Economia

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Il cda di Rcs MediaGroup ha ap- provato ieri il piano industriale 2016-2018 fi rmato dal nuovo am- ministratore delegato Laura Cio- li. Il board si è riunito ieri sotto la presidenza di Maurizio Costa, ma le nuove strategie verranno presentate lunedì prossimo alla comunità fi nanziaria e alla stam- pa. Ieri, intanto, il consigliere Mario Notari è stato nominato membro del comitato Controllo Rischi in sostituzione di Cioli.

Secondo indiscrezioni di stam- pa, invece, lunedì verrà confer- mata l’intenzione di procedere a cessioni (come quella della tv spagnola Veo, per cui in gara c’è anche il broadcaster iberico Se- cuoya) e alleanze internaziona- li (soprattutto nel campo degli eventi sportivi). In bilico ci sono anche i periodici del gruppo del Corriere della Sera, segmento da cui l’editrice aveva già deciso di ridurre il suo impegno.

Cda Rcs, ok al piano targato Cioli

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Sabato 19 Dicembre 2015

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Sabato 19 Dicembre 2015

M E D I A

L’editore punta sulla concentrazione come i suoi colleghi Drahi, Bergé-Niel-Pigasse e Bolloré

Lagardère si fa il polo editoriale

Il magazine Jdd, la radio Europe1, tv e web pronti al trasloco

DI MARCO A. CAPISANI

A

rnaud Lagardère

crea il suo polo mul- timediale, all’inse- gna delle sinergie tra contenuti radiofonici, tv car- ta stampata e web. Si parte adesso con la riorganizzazio- ne del gruppo con interessi diversificati dall’editoria fino all’industria aerospa- ziale, per arrivare a essere operativi nel 2018 con un unico immobile che ospiterà la radio Europe1 e le Journal du dimanche (Jdd), insieme alle altre emittenti in fm Rfm, Virgin, il sito internet Sports.fr e ancora i canali tv Gulli, Canal J, TiJi, June e Mezzo. La sede di arrivo di tutte queste testate non è stata ancora decisa, ma la decisione di concentrarle in un solo spazio è stata forma- lizzata giovedì scorso. Unica regola da rispettare: non si può parlare di fusioni, perché ogni redazione manterrà la sua direzione e tutte le dire- zioni continueranno a fare capo al d.g. Denis Oliven-

nes che però si appoggerà a un ufficio di coordinamento, una sorta di direzione comu- ne per l’informazione. Non è la prima volta che Lagardère pensa a una concentrazione di tutti i suoi media che fan- no capo al ramo d’azienda Lagardère Active. Il proget- to aveva preso forma già nel 2008 ed era stato chiamato Lagardère News, ricompren- dendo anche Paris Match.

Adesso il manager transal- pino torna alla carica non solo per generare fi nalmente effi cienza e risparmi maggio- ri ma anche perché gli altri concorrenti hanno già con- cluso, o perlomeno avviato, processi simili di concentra- zione in Francia (mentre in Italia il trend sembra meno marcato).

La concen- trazione dei media in Fran- cia. Così è sta- to per l’ousi- der dei media francesi, Pa- t r i c k Dra-

hi, che sotto la sua proprietà affi anca per esempio il quoti- diano Libération, il magazine l’Express e l’operatore telefo- nico l’operatore Numericable- Sfr, che a sua volta ha già in catalogo i video di CanalPlay e la musica di Napster. Pro- prio in questi giorni la stessa

Libération ha lasciato la sua sede s t o r i c a , per rag-

giunge- re il re- sto delle testate del grup- po Drahi.

Una ten- d e n z a

che non ha risparmiato, negli Stati Uniti, neanche la storica sede del Washington Post di Jeff Bezos, quella stessa sede che aveva ospitato i giornalisti del caso Watergate interpretati da Dustin Hoffman e Robert Redford in Tutti gli uomini del presidente. Lo stesso Drahi è poi in trattativa con Arnaud Lagardère per acquisirne alcu- ni periodici come Télé 7 Jours, France dimanche e Ici Paris.

Ma la stessa rincorsa alle sinergie si ripete anche con Vincent Bolloré tra il pic- colo schermo di Canal Plus, le telecomunicazioni di Vivendi, la pubblicità di Havas e la par- tecipazione in Telecom Italia, così come per il trio de Le Mon- de Pierre Bergé, Xavier Niel e Matthieu Pigasse (chiama- ti in Francia anche con la sigla

Bnp, come la banca Bnp Pari- bas). I tre controllano anche il settimanale Le Nouvel Obs, hanno investito in un fondo che acquisirà partecipazioni in vari media e pure loro si stanno costruendo un quar-

tier generale su misura.

R i s c h i e v a n t a g -

gi per Lagardère. Infi ne, come per i suoi concorrenti, la trasformazione non sarà solo rose e fi ori per l’enfant terrible dei media transal- pini (con alle spalle una vita manageriale e monda- na movimentata), visto che da un lato potrà liberare il palazzo centralissimo in rue François Ier, a due pas- si dagli Champs-Élysées, ma dall’altra la situazione di partenza di Europe1 e il Journal du dimanche, per esempio, non sembra mol- to fl orida. La radio fatica a conquistare nuovi ascoltato- ri e non contribuisce più ai risultati del gruppo mentre il magazine che va in edicola la domenica (da cui il nome) perde in media il 5% della sua diffusione, ormai sulla soglia psicologica delle 200 mila copie a settimana.

© Riproduzione riservata

L

e testate che hanno scelto di partecipare agli Instant Articles di Facebook hanno superato quota 350 in tutto il mondo. Il nuovo servizio del so- cial network di Mark Zucker- berg permette di velocizzare la lettura dei giornali

via mobile fino a dieci volte rispetto alla media degli attuali otto secon- di, necessari per caricare gli arti- coli. Sia su sistemi Apple sia su quelli Android.

Secondo Mi- chael Reckhow, responsabile del progetto, sui siste- mi Android i letto- ri hanno condiviso

un numero di notizie in crescita rispetto a quanto fatto in pas- sato con la versione standard.

Tra le testate che hanno ade- rito all’iniziativa ci sono per esempio gli americani New York Times, The Atlantic, Nbc, National Geographic, Buzzfe- ed e, sempre in lingua inglese, i britannici Bbc e Guardian.

Per la Germania si sono fatti avanti Bild e Spiegel mentre in Italia partecipano La Stampa, Fatto Quotidiano, Corriere del- la Sera, Repubblica, Fanpage.

it e Today.it. In Francia, infi ne, pubblicano i loro articoli diret- tamente nel fl usso di notizie del social network, senza rin- viare a link esterni, L’Equipe, L’Express e Paris Match.

A ogni giornale rimane la decisione di quanti articoli po-

stare sulla piatta- forma creata da Zuckerberg (non è previsto nem- meno un numero minimo di titoli da pubblicare ob- bligatoriamente), tutti gli utenti online conqui- stati vengono ag- giunti al lettorato complessivo della testata e infine, se l’editore deci- de di raccogliere autonomamente le inserzioni pubblicitarie, tutto il ricavato resta a lui.

In passato c’è stata una querelle tra Facebook, da una parte, e Washington Post e New York Times dall’altra sui format pubblicitari utilizzabili negli Instant Articles. Il social network, però, aveva subito dopo annunciato di voler con- sentire un utilizzo più ampio sia del numero di inserzioni possibili per articolo sia di format prima vietati.

Il servizio Facebook fa proseliti nel mondo

Instant Articles con 350 testate

A

ltro che spingere sugli abbonamenti online o i nuovi format pubblici- tari in digitale, il gran- de pubblico si raggiunge con i videogame. O, meglio, parlando di attualità ma declinandola in gioco come ha fatto il Washing- ton Post con l’applicazione Flop- py Candidate. La sfida consiste nel riuscire a portare fino alla Casa bianca i veri candidati alle elezioni presidenziali Usa 2016, da Donald Trump a Hillary Clinton, da Jeb Bush a Ben Carson per esempio. Il format ori- ginario è Floppy Bird, in cima alle classifiche di download nel 2014 grazie ai suoi uccellini da fare volare tra vari ostacoli. La versione del quotidiano, invece, pun- ta a far volare indenne ogni candidato non solo oltre impedimenti comuni come passare attraverso il Washing- ton Monument ma, in aggiunta, i giocatori devono superare anche prove create su misu- ra, come la trappola

del server e-mail per la Clinton, non schiantarsi contro il muro di frontiera messicano per Trump e sopravvivere alle urne di voto per Bush. Ai giocatori è anche concessa la possibilità di mi- gliorare il proprio punteggio rispondendo a veri

e propri quiz sulla storia dei candidati. Per aiutarsi, si può accedere all’archivio di articoli del Washington Post (e al contempo regalare un clic in più all’audience del giornale).

Insomma, il quotidiano a stelle e strisce ha trovato una sua chiave di lettura per coniu- gare i temi seri dell’attualità con il deside- rio sempre maggiore dei lettori d’informarsi mentre vengono intrattenuti, giocano, si ri- lassano. Risultati su quanto pubblico abbia scaricato l’applicazione non ci sono ancora ma, tra un tentativo e l’altro d’imboccare con successo la strada del digitale, il Washington Post aveva annunciato lo scorso novembre di aver superato il New York Times per numero di lettori web. Il primo vinceva con all’attivo 66,9 milioni di utenti unici, trasversalmente a tutte le sue piattaforme digitali, secondo dati ComScore, il secondo si attestava sulla soglia inferiore di 65,8 milioni.

Gli aspiranti presidenti protagonisti dell’app Floppy Candidate

Washington Post trasforma le elezioni in videogame

Clinton, non schiantarsi e ai deun

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Donald Trump e Hillary Clinton nel gioco del Washington Post Arnaud

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