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N a t a l e. B u o n. L adorazione dei pastori con san Pietro e san Giovannino. n.4- Dicembre Museo della Collegiata di Castell Arquato.

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Academic year: 2022

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n.4- Dicembre 2018

Trimestrale - Anno XLVII

POSTE ITALIANE SPA - Spedizione in A.P. 70% - CN Piacenza

N a a t e l B u

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Ricordiamoci del debito per i lavori ai tetti della chiesa e della casa del catechismo

Siamo ormai alla fine di quest’anno 2018 e torniamo a rendere conto delle offerte pervenute come specifico contributo per il mutuo di euro 50.000,00 che la parrocchia ha acceso, dopo aver saldato i debiti per i lavori ai tetti della chiesa e della casa del catechismo. Dal febbraio 2018 ad ora abbia- mo ricevuto euro 9.930,00, comprensivi delle entrate dei due pranzi, organizzati a questo scopo, e ringraziamo. Ci permettiamo di ricordare che, con l’inverno, la parrocchia ha più spese, dovute al riscaldamento delle chiese e dei locali del catechismo ( la chiesa di S. Giacomo ha la caldaia a gasolio e per riscaldarla abbiamo pagato una fattura di oltre 3.000,00 euro di combustibile).

Ci affidiamo ancora alla vostra sensibilità e rinnoviamo il nostro ringraziamento, unitamente agli auguri di buone feste natalizie.

don Mauro, don Giuseppe con il consiglio economico parrocchiale N.B.

Le imprese possono dedurre dal proprio reddito imponibile le somme donate alla parrocchia, nel limite massimo del 2% del proprio reddito E’ bene che l’erogazione venga fatta con canali moni- torati, ad esempio tramite bonifico bancario.

Codice IBAN della parrocchia S. Giacomo: IT46 M051 5665 420C C013 0004 988

Trimestrale d’informazione e attualità Fondato nel 1971: da don Dante Concari Direttore responsabile: don Mauro Bianchi

Collaboratori: Paolo Labati ([email protected]), don Piero Lezoli, Sabrina Mazzocchi, Loris Caragnano, Ennio Torricella, Lucia Bolzoni Rusconi, Giulio Borlenghi, Chiara Ratti, Elena Fo- gliazza, Gianmarco Ratti, Claudia Cigalla, Manuela Gentissi.

Per le fotografie: Foto Cavanna, Oreste Grana, Filippo Mulazzi, Foto Gaudenzi, Foto Stefano Maggi - “Il colore del Sole”.

Proprietario: Parrocchia San Giacomo - Pontedell’Olio - Via Veneto,7 Autorizzazione del Tribunale di Piacenza n. 714 del 03.04.2014

Redazione, amministrazione e pubblicità: Pontedell’Olio - c/o Parrocchia Tel. 0523 875328 Stampa: Grafiche Lama - Piacenza, Strada Dossi di Le Mose 5/7 Tel. 0523 592859

Le collaborazioni sono sempre gradite. Articoli, suggerimenti, notizie, lettere possono essere invia- te a: - fax 0523 871610 - E-mail: [email protected]

Testi e fotografie non si restituiscono se non dietro espressa richiesta.

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Editoriale

Lo stupore del Natale

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i avvicinano i giorni del Natale del Signore e, meditando alla luce dei Vangeli questo grande evento, provo stupore. Stupore per il modo con cui Gesù il Cristo, l’Unto di Dio, l’Eletto di Dio, il Figlio di Dio, si è fatto uomo: il Figlio del Potente è nato da donna (Gal 4,4) in un luogo periferico dell’impero romano, lontano dal palazzo del rap- presentante di Roma, Pilato, come anche del go- vernatore della Giudea, il re Erode. Non solo non è nato in un palazzo del potere del tempo, ma non è nato nemmeno in una casa: Maria e Giu- seppe venivano da Nazaret, dalla Galilea, al nord della Palestina (Lc 2,4) e si trovavano a Betlemme, in Giudea, al sud, a causa del censimento voluto dall’imperatore romano Cesare Augusto (Lc 2,1).

Chi abitava in Galilea parlava con un accento di- verso dagli abitanti della Giudea, era considerato un forestiero. I giudei riconoscono Pietro durante il processo a Gesù dall’accento diverso: “I presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: E’ vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce”

(Mt 26, 73). Per Maria e Giuseppe non c’era posto in una qualsiasi locanda, così il Figlio di Dio na- sce in questo modo: “Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Die- de alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2,6-7).

Leggendo e meditando questo passo del Vangelo

di Avvento, la preghiera che il sacerdote pronuncia e che termina con il canto del Santo, si dice: “Al suo primo avvento, nell’umiltà della nostra natura umana, egli portò a compimento la promessa anti- ca e ci aprì la via dell’eterna salvezza”.

Riporto le parole di Papa Francesco sulla nascita di Gesù:

“Per decreto dell’imperatore, Maria e Giuseppe si erano visti obbligati a partire. Nel cuore erano pie- ni di speranza e di futuro a causa del bambino che stava per venire. Poi si trovarono ad affrontare la cosa forse più difficile: arrivare a Betlemme e sperimentare che era una terra che non li aspetta- va, una terra dove per loro non c’era posto. E pro- prio lì, in quella realtà che era una sfida, Maria ci ha regalato l’Emmanuele. Il Figlio di Dio dovette nascere in una stalla perché i suoi non avevano spazio per Lui. E lì, in mezzo all’oscurità di una città che non ha posto per il forestiero che viene da lontano, proprio lì si accende la scintilla rivolu- zionaria della tenerezza di Dio. A Betlemme si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all’asfissia prodotta da una vita rinchiusa” (Papa Francesco, Maria, mamma di tutti, San Paolo 2018, 20-21).

Celebrando il Natale invito a ricordarsi del modo con cui è venuto al mondo il Figlio di Dio, un modo tanto vicino ai tanti bambini che nascono ancora

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Il Vescovo Gianni ha annunciato le dimissioni

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o scorso 22 novembre, durante la riunione del Consi- glio presbiterale, il nostro Vescovo ha annunciato le sue dimissioni. La notizia si è diffusa e tante persone si sono meravigliate: ma come, si dimette anche il Vesco- vo? Occorre ricordare che il Codice di diritto canonico impone a tutti i Vescovi cattolici del mondo di presen- tare al Papa le dimissioni al raggiungimento dell'età di 75 anni. Il Vescovo Gianni compirà 75 anni il prossimo 23 dicembre e per questo ha inviato a Papa Francesco la lettera delle dimissioni. La lettera inizia così: "Santo Padre, avvicinandosi la data del compimento dei miei 75 anni, il 23 dicembre 2018, presento la rinuncia al go- verno pastorale della diocesi di Piacenza-Bobbio". Cosa succederà dopo quella data? La decisione spetta al Papa, è probabile che il vescovo Gianni rimanga nei mesi suc- cessivi fino alla nomina del successore.

Mons. Gianni ha ancora la mamma, che abita con lui e ha superato i cento anni di età. Per attenzione alla madre

il nostro Vescovo ha in progetto di rimanere ad abitare a Piacenza, in un appartamento della Curia. La decisione definitiva, ha spiegato, sarà presa in comunione con il futuro nuovo Vescovo.

A mons. Gianni la nostra gratitudine per il servizio nella nostra Chiesa diocesana e contiamo di incontrar- lo ancora, anche dopo la venuta del nuovo Vescovo. Grazie Vescovo Gianni.

La redazione

Per la Chiesa piacentina un nuovo sacerdote

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imone Tosetti, 25 anni, originario di Gazzola, già studente dell’Istituto Tecnico agrario, ha ricevuto l’ordinazione sabato 24 novembre in Cattedrale per l’imposizione delle mani del Vescovo mons. Gianni Ambrosio.

E’ stato nominato vicario parrocchiale della parrocchia di san Nicola da Bari in San Nicolò a Trebbia: il neo sacerdote verrà presentato alla comunità di San Nicolò in occasione della festa patronale. In foto don Simone assieme alla “sua famiglia” in Cattedrale al termine de rito di ordinazione.

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Celebrazioni periodo natalizio nell’Unità pastorale

15 dicembre (sabato)

- Casa di Riposo Mons. Gazzetti (Riva) - Ore 15,30 16 dicembre (domenica)

- Le offerte a favore della Caritas diocesana 18 dicembre (martedì)

- Pontedell'Olio - San Giacomo ore 9,30:

S. Messa con possibilità di confessioni 20 dicembre (giovedì)

- Pontedell'Olio, celebrazione penitenziale (ore 21) 21 dicembre (venerdì)

- Clinica San Giacomo (ore 15,00)

- Vigolzone, celebrazione penitenziale (ore 21) 24 dicembre (lunedì)

- Pontedell’Olio, S. Rocco: Messa Vespertina vigilia di Natale (Ore 18) - Riva (ore 22)

- Cassano (ore 22,00)

- Vigolzone, Messa di Mezzanotte (ore 22,45) - Carmiano (ore 23)

- Bicchignano, (ore 23) - Torrano (ore 24)

- Pontedell'Olio - San Giacomo (ore 24)

25 dicembre - S. Natale (martedì) - Pontedell'Olio - San Giacomo (ore 8 - 10 - 18) - Folignano (ore 9)

- Ricovero Balderacchi (ore 9) - Castione (ore 9,30)

- Torrano (ore 9,30) - Biana (ore 10,30) - Villò (ore 10)

- Carmiano (ore 10,30) - Riva (ore 11) - Cassano (ore 11,15) - Vigolzone (ore 8,30 - 11,15)

- Albarola (ore 9,30) - Bicchignano (ore 11) - Montesanto (ore 15)

26 dicembre - Santo Stefano (mercoledì) - Pontedell'Olio - S.Giacomo (ore 8 - 10)

- Casa Riposo Balderacchi (ore 9) - Vigolzone (ore 8,30 - 11,15) - Torrano (ore 9,30)

- Villò (ore 10) - Cassano (ore 11,15)

- Pontedell'Olio - San Rocco (ore 18) 31 dicembre (lunedì) - Pontedell'Olio - San Rocco:

Messa e canto del Te Deum (ore 18) - Vigolzone: S. Messa e canto del Te Deum (ore 17) - Villò: S. Messa e canto del Te Deum (ore 18,30) 1° gennaio (martedì)

- Pontedell'Olio - San Giacomo (ore 8 - 10 - 18) - Casa di riposo Balderacchi (ore 9)

- Torrano (ore 9,30) - Villò (ore 10) - Riva (ore 11)

- Vigolzone (ore 8,30 - 11,15) - Cassano (ore 11,15)

6 gennaio - Epifania (domenica) - Pontedell'Olio - San Giacomo (ore 8 - 10 - 18) - Casa di riposo Balderacchi (ore 9)

- Folignano (ore 9) - Torrano (ore 9,30) - Riva (ore 11) - Villò (ore 10)

- Vigolzone (ore 8,30 - 11,15) - Cassano (ore 11,15)

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A

bbiamo già scritto del testo di Papa Francesco Amoris laetitia (AL) sull’amore nella famiglia.

Ritorniamo su questo scritto per presentare le stra- de che vengono indicate per le famiglie ferite da separazioni e divorzi.

Quando celebriamo il sacramento del matrimonio, dopo il sì degli sposi, il ministro pronuncia le parole:

“Non osi separare ciò che Dio ha unito”.

Ma quando, per tanti motivi, gli sposi non sostengo- no la fedeltà reciproca, si dividono, incontrano un’al- tra persona, con cui si uniscono civilmente, dopo aver divorziato dal partner precedente, rimanendo il vincolo sacramentale, quale è l’atteggiamento della Chiesa nei loro confronti?

Amoris laetitia tratta anche di questo aspetto. Ci sono battezzati che si trovano nella situazione sopra esposta, riconoscono la loro realtà, sono consapevoli che quello che stanno vivendo non è l’ideale che il Vangelo propone per il matrimonio e la famiglia, amano la Chiesa e si chiedono quale posto la Chiesa riserva a loro (cf AL 298).

A queste coppie il Papa rivolge l’invito a pren- dere contatti con un sacerdote e avviare insieme un percorso di discernimento, senza una durata prestabilita e nemmeno un esito già determinato.

Durata ed esito di questo percorso dipenderà da coppia a coppia.

Dice Papa Francesco:

“In ordine ad un approccio pastorale verso le perso- ne che hanno contratto matrimonio civile, che sono divorziati e risposati, o che semplicemente convi- vono, compete alla Chiesa rivelare loro la divina pedagogia della grazia nella loro vita e aiutarle a raggiungere la pienezza del piano di Dio in loro, sempre possibile con la forza dello Spirito Santo”

(AL 297).

Di che cosa si parlerà nel dialogo tra queste coppie e il sacerdote? Risponde il Papa:

“Il colloquio con il sacerdote, in foro interno, con- corre alla formazione di un giudizio corretto su ciò che ostacola la possibilità di una più piena parteci- pazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere. Questo discernimento non potrà mai prescindere dalle esigenze di verità e di carità del Vangelo proposte dalla Chiesa” (AL 300).

L’invito finale di Papa Francesco:

“Invito i fedeli che stanno vivendo situazioni com- plesse ad accostarsi con fiducia a un colloquio con i loro pastori o con laici che vivono dediti al Signo- re. Non sempre troveranno in essi una conferma delle proprie idee e dei propri desideri, ma sicura- mente riceveranno una luce che permetterà loro di comprendere meglio quello che sta succedendo

Ancora su Amoris laetitia di Papa Francesco

e potranno scoprire un cammino di maturazione personale. E invito i pastori ad ascoltare con affetto e serenità, con il desiderio sincero di entrare nel cuore del dramma delle persone e di comprendere il loro punto di vista, per aiutarle a vivere meglio e a riconoscere il loro posto nella Chiesa” (AL 312).

“Camminiamo, famiglie, continuiamo a cammina- re. Quello che ci viene promesso è sempre di più. Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa” (AL 325).

don Mauro

Attendere è pregare

Dio, tu hai scelto di farti attendere tutto il tempo di un Avvento.

Io non amo attendere.

Non amo attendere nelle file.

Non amo attendere il mio turno.

Non amo attendere il treno.

Non amo attendere prima di giudicare.

Non amo attendere il tempo opportuno.

Non amo attendere perché non ho tempo e non vivo che all’istante.

D’altronde tu lo sai bene,

tutto è fatto per evitarmi l’attesa:

i self-service,

le vendite a credito, i distributori automatici, i telex e i computer.

Non ho bisogno di attendere le notizie:

sono esse a precedermi.

Ma tu Dio,

hai scelto di farti attendere il tempo di tutto un Avvento.

Perché tu hai fatto dell’attesa un tempo di conversione,

il faccia a faccia con ciò che è nascosto.

L’attesa dell’attesa,

l’intimità con l’attesa che è in noi perché solo l’attesa

desta l’attenzione e solo l’attenzione è capace di amare.

Tu sei già dato nell’attesa, e per te, Dio,

attendere,

si coniuga come pregare.

Jean Debruynne

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Approfondimenti

Suor Agnese, monaca carmelitana pontolliese:

“Nel monastero ho trovato il meglio”

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robabilmente non tutti i pontolliesi sanno che una di loro è monaca di clausura al Monastero carmelitano di S. Lazzaro, a Piacenza. Noi della redazione l’abbiamo scoperto la sera della veglia di preghiera dei gio- vani, in occasione dell’apertura del Sinodo dei giovani, veglia che si è tenuta nel Carmelo. Abbiamo pensato di intervistarla per fare conoscere la sua esperienza e anche la vita delle monache.

Suor Agnese, ci vuole raccontare della sua vocazione a monaca di clausura?

La proposta di don Mauro di rac- contare qualche cosa di me, l’ho sentita come un invito a ritornare a casa, cioè a ritornare nel grembo di quella Comunità cristiana che mi ha vista crescere nella fede e nel discernimento vocazionale.

Penso all’anziano e saggio parro- co, don Pietro Tinelli, penso all’u- nico e grande don Gianni, penso alle amiche di AC. Tutti, con la preghiera, con il confronto, con la stima, hanno condiviso il mio cammino di ricerca. Così, da più di cinquant’anni, abito in questo monastero di Carmelitane Scalze in Piacenza cercando, insieme alle mie consorelle, di tenere viva la ricerca del volto del Signore. In questo spazio molto circoscritto, a motivo della clausura, ho trovato la risposta a ciò che più mi stava a cuore, cioè investire al meglio la

mia vita, anche se umile e povera, perché figlia di

motto  “Ora et labora”, proprio del mondo monastico, è anche il nostro. La preghiera è distri- buita nella giornata che inizia alle 5:30 del mattino e termina alle 22:30 circa. Abbiamo tempi di preghiera prolungati al mat- tino, con la preghiera liturgica delle lodi, l’orazione personale e la celebrazione dell’eucarestia, e nel tardo pomeriggio con la celebrazione dei vespri e l’ora- zione personale e liturgica, chiu- dendo poi la giornata orante alle ore 21:00, con Compieta. Il resto del tempo ci vede occupate nel lavoro: i lavori domestici della cucina, del guardaroba, della portineria, dell’assistenza alle sorelle anziane e inferme, della pulizia della casa e del giardino.

Semplici lavori di artigianato, ricamo, pittura, uncinetto e chiacchierino, danno il tocco finale alle nostre giornate lavo- rative. E’ proprio l’alternanza di preghiera, lavoro, solitudine

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Macelleria Burgazzi

di Burgazzi Marco

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a crisi spirituale contemporanea riguarda es- senzialmente il tempo, sicché più che di tempo di crisi dovremmo parlare di crisi del tempo. “Non ho tempo” è il nostro quotidiano ritornello. Non abbiamo più a che fare con il tempo, ma con tem- pi, successivi, incalzanti, che non costruiscono una storia, ma che si sovrappongono l’uno dopo l’altro, sostituendosi l’uno all’altro e annullandosi l’uno con l’altro. Corriamo da un presente all’altro, non conosciamo più soglie e passaggi, intervalli e pau- se. L’imperativo del lavoro e del fare tolgono ogni dimensione contemplativa al vivere umano e così lo disumanizzano, rendendolo agitato, disordinato, senza direzione, ansioso, affannato, stressato. Siamo disorientati. Per orientarsi occorre fermarsi, scruta- re l’orizzonte, guardarsi intorno: occorre tempo e quiete…. Questa distorsione del rapporto con il tempo si manifesta nell’imperativo del consumo, che è l’esatto contrario della contemplazione. Nella società dei consumi si perde la capacità di indugia- re. Gli oggetti di consumo non permettono che ci

si soffermi a contemplarli, essi vengono utilizzati e consumati quanto più velocemente possibile, per fare spazio a nuovi prodotti e bisogni. Solo con un atteggiamento ascetico verso il mondo e le cose queste possono consegnarci la loro bellezza. Il consumo si oppone anche a quell’esperienza che sembra sempre più rara, l’esperienza dello stupo- re. Come stupirsi se non ci si sofferma sulle cose, se non si lascia loro il tempo per immergersi in esse con la lentezza e la lunghezza dello sguardo che ascolta e si lascia illuminare dalle cose stesse?

Dunque: recuperare la dimensione contemplativa dell’esistenza, senza la quale il vivere perde sapore e profumo. Perde gusto. Ma per ritrovare un rapporto umanizzante con il tempo occorre misurarsi sulla capacità di solitudine, poiché la solitudine riguarda la vita contemplativa.

Luciano Manicardi, priore della comunità di Bose Articolo segnalato dalla lettrice piacentina Daniela Ferrari

Tempo di crisi o crisi del tempo?

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La Bibbia e noi / 12

"In principio era il Verbo,/ e il Ver- bo era presso Dio/ e il Verbo era Dio./Egli era, in principio, presso Dio:/tutto è stato fatto per mezzo di lui/ e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste./In lui era la vita/ e la vita era la luce degli uo- mini;/ la luce splende nelle tene- bre/ e le tenebre non l'hanno vin- ta./Venne un uomo mandato da Dio:/ il suo nome era Giovanni./

Egli venne come testimone/ per dare testimonianza alla luce,/

perché tutti credessero per mezzo di lui./Non era lui la luce,/ ma doveva dare testimonianza alla luce./Veniva nel mondo la luce vera,/ quella che illumina ogni uomo./Era nel mondo/ e il mondo

è stato fatto per mezzo di lui;/ eppure il mondo non lo ha riconosciuto./Venne fra i suoi,/ e i suoi non lo hanno accolto./ A quanti però lo hanno accolto/

ha dato il potere di diventare figli di Dio:/ a quelli che credono nel suo nome,/ i quali, non da san- gue/ né da volere di carne/ né da volere di uomo,/

ma da Dio sono stati generati./E il Verbo si fece carne/ e venne ad abitare in mezzo a noi;/e noi abbiamo contemplato la sua gloria,/ gloria come del Figlio unigenito/ che viene dal Padre,/ pieno di grazia e di verità./ Dalla sua pienezza/ noi tut- ti abbiamo ricevuto:/ grazia su grazia./ Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,/ la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo./ Dio nes- suno lo ha mai visto:/ il Figlio unigenito, che è Dio/

ed è nel seno del Padre,/ è lui che lo ha rivelato".

(Gv 1, 1-18).

Giovanni. La comunità di Efeso era influenzata dalla filosofia gre- ca, una traccia la troviamo nell'in- dicare Gesù Cristo come il Logos, la Parola, il Verbo. Era presente la corrente dello gnosticismo, che affermava che, per acquista- re la salvezza, bisognava avere una particolare conoscenza, che era riservata a pochi. Giovanni ha lottato contro questa corrente di pensiero. Quindi il giudaismo, da cui l'evangelista ha assimilato i grandi temi dei profeti: l'esodo, l'agnello pasquale, la manna, l'ac- qua, la vigna: tutte immagini che egli utilizza per presentare il Cri- sto.

Giovanni doveva usare un lin- guaggio che fosse comprensibile alle persone della comunità di quel posto.

Mettiamo in risalto alcuni tratti del brano sopra riportato.

"In principio era il Verbo". Nella Bibbia troviamo un altro testo che comincia con la parola princi- pio: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gn 1,1). Sono le prime parole del libro della Gene- si, dove l'autore dell'Antico Testamento espone la concezione teologica, non scientifica, della crea- zione. Giovanni intende mostrare che Gesù Cristo, il Verbo, era presso Dio, era Dio, al tempo della creazione. Ebbene, afferma l'evangelista, il Verbo, presente al tempo della creazione, "si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Ecco il Natale di Gesù Cristo! E Giovanni si pone tra i testimoni che hanno contemplato la gloria del Verbo.

Il Natale secondo il quarto Vangelo

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B u o n e F e s t e

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“Ho trovato che Dio esiste ed è amore, fedeltà, gioia, fortezza fino alla consu- mazione dei secoli. Le mie giornate non sono facili: sono dure, ma dolci, perché Gesù è con me, col mio patire e mi dà soavità nella solitudine e luce nel buio.

Lui mi sorride e accetta la mia coopera- zione con lui”.

Queste righe sono parte di una lettera che Benedetta, con l’aiuto della madre, aveva scritto ad un amico che aveva posto dubbi sulla fede e sull’esistenza.

Le scriveva dal suo letto di dolore il 1°

giugno 1963, pochi mesi prima di morire, a 27 anni.

La lettera era capitata nelle mani di una signora, che se ne ricordò quando il figlio ebbe un incidente stradale gravissimo, era in coma e i medici avevano già consentito l’espianto degli organi. La madre chiede ad amici e parenti di pregare il Signore, perché, attraverso Benedetta, suo figlio vivesse. Questo è il

miracolo che la Chiesa ha riconosciuto per proclamare Benedetta beata.

Benedetta Bianchi Porro nasce in pro- vincia di Forlì nel 1936, la famiglia si trasferisce a Sirmione, provincia di Bre- scia e Benedetta si iscrive a medicina a Milano, con il proposito di diventare medico e servire gli altri. Ma, colpita dalla poliomielite fin da piccola, a 20 anni si diagnostica da sola un tumore al sistema nervoso, che la costringe ad un autentico calvario. Spesso a letto, perde lentamente tutti i sensi, fino a diventare cieca, sorda e muta, può comunicare solo attraverso l’alfabeto del contatto

con la mano della madre.

Dal suo letto, per le persone che la visitavano, diffondeva speranza, gioia e un senso positivo della vita, grazie alla fede che la sosteneva.

Ringraziamo il Signore per questa bella testimonianza cristiana.

don Mauro

Benedetta Bianchi Porro, beata:

la forza della fede nella malattia

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Pellegrinaggio a Bologna

Il 15 settembre un nutrito gruppo di vigolzonesi ha partecipato al pellegrinaggio al Santuario dedi- cato alla Madonna di San Luca a Bologna che domina il capoluogo emiliano.

Dopo la santa messa celebrata in mattinata i pellegrini, passan- do per il porticato più lungo del mondo che collega il santuario al centro della città, hanno visitato la piazza principale ammirando le torri, la cattedrale di san Petronio e rendendo omaggio alla tomba del vescovo Manfredini sepolto nella cattedrale di san Pietro.

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Vita dalle parrocchie

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enerdì 11 gennaio del prossimo anno, ore 21 presso la casa del catechismo, parrocchia di S. Giacomo, inizieranno gli incontri per le coppie che sceglieranno il matrimonio cristiano. Per noi che prepariamo gli incontri è una sfida e una re- sponsabilità. La nostra stella polare è l’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris laetitia, che si diffonde sulla bellezza dell’amore tra un uomo e una donna e che, per i battezzati, chiede di confluire nel sacramento del matrimonio. Negli incontri che faremo intendiamo stabilire un rapporto di amicizia e di cordialità, chiederemo la collaborazione delle coppie, che non saranno partecipanti passivi, pre- senteremo le caratteristiche del sacramento, aiute- remo a fare esperienza della lettura della Parola di Dio, ascolteremo una esperienza forte di una coppia di sposi e altri aspetti che affronteremo insieme.

Riportiamo un passo di Papa Francesco, preso dalla udienza generale in S. Pietro, del 24 ottobre scorso

“Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre”:

gli incontri in vista del matrimonio cristiano

ed è rivolto ai nubendi:

“La chiamata alla vita coniugale richiede un ac- curato discernimento sulla qualità del rapporto e un tempo di fidanzamento per verificarla. Per accedere al sacramento del matrimonio, i fidanzati devono maturare la certezza che nel loro legame c’è la mano di Dio, che li precede e li accompa- gna e permetterà loro di dire: “Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre”. Non possono promettere fedeltà “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, e di amarsi e onorarsi tutti i giorni della loro vita, solo sulla base della buona volontà o della speranza che la cosa funzioni. E per questo, prima di ricevere il sacramento del matrimonio, ci vuole un’accurata preparazione, direi un catecumenato, perché si gioca tutta la vita nell’amore e con l’amore non si scherza.

don Mauro, Valentina, Stefano+ i tre figli

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o scorso 21 ottobre a Carmiano è stata organizzata dai numerosi volontari la consueta castagnata . La bella giornata soleggiata ha consentito di pranzare all’aperto con un ricco menu e il pomeriggio è stato allietato da musica e danza. Il ricavato è stato donato alle missioni .

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omenica 2 dicembre nella chiesa par- rocchiale di Villò si è svolto il concerto degli auguri, che ha chiuso la stagione cul- turale organizzata dal Comune e l’edizione 2018 dell’Appennino Festival.

Il concerto ha visto come protagonisti il Gruppo vocale Gioia guidato dalla polistru- mentista Maddalena Scagnelli e il ghiron- dista Paolo Simonazzi. Il folto pubblico ha potuto ascoltare gli strumenti della tradi- zione pastorale dell’Appennino (zampogne, ciaramelle e la piva della Valnure) e un re- pertorio di canti natalizi tratti dalla tradizio- ne di tutta Europa.

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“Castione .... ringrazia”

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omenica 18 novembre scorso, alla S. Messa nella chiesa di San Giovanni Battista in Castione, il gruppo dei Coltivatori diretti ha ringraziato il Signore per i frutti della terra, sono stati benedetti i trattori, quindi tutti a pranzo a La Caminata, sotto il portico della famiglia Cordani.

D

omenica 14 ottobre scorso, nella chiesa di Castione, è stato presentato il libro: Castione. Storia ritrovata di un piccolo borgo della Val Nure, TIPLECO Editore. L’opera è frutto del lavoro di ricerca del dottor Stefano Pronti, con i contributi delle dottoresse Anna Coccioli Mastroviti, Laura Riccò Soprani e Susanna Pighi

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ono dieci i volontari della CARITAS che si alternano nei diversi ruoli sul territorio di Vigolzone, lavorano in gruppo e con tanto entusiasmo per portare sostegno e aiuto a persone che sono attualmente in stato di bisogno. Le attività che svolge la Caritas di Vigolzone mensilmente si concentrano prevalentemente sulla distribuzione viveri che avviene due volte per una distribuzione totale di circa 36 borse viveri al mese e la cura del guardaroba per la consegna dell’abbigliamento alle 18 famiglie qui residenti tra le quali sei sono famiglie italiane, il resto sono straniere. Annualmente vengono allestite le bancarelle delle torte: una in ottobre per la “Castagnata” e l’altra in febbraio nel “Giorno della Vita”, in maggio si organizza la bancarella dell’oggettistica e abbigliamento. Il ricavato va per le adozioni a distanza e per aiutare a pagare eventuali le bollette per chi è in stato di bisogno.

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omenica 18 novembre scorso, Papa Francesco ci ha invitato, per il secondo anno, a vivere la Giornata Mondiale dei Poveri. E' passata inosserva- ta? Speriamo di no. Un gesto, un sorriso, un piccolo dono ad una famiglia in difficoltà potevano e posso- no essere la risposta all'appello del Papa: " Chiedia- mo la grazia di ascoltare il grido di chi vive in acque burrascose".

Riportiamo alcuni passi della omelia del Papa, pro- nunciata nella S. Messa di quella domenica nella ba- silica vaticana.

"Salire verso Dio e scendere verso i fratelli, ecco la rotta indicata da Gesù. Egli ci distoglie dal pascer- ci indisturbati nelle comode pianure della vita, dal vivacchiare tra le piccole soddisfazioni quotidiane.

I discepoli di Gesù vivono il loro cammino leggeri, pronti a lasciare le glorie del momento, attenti a non

attaccarsi ai beni che passano. Il cristiano sa che è un viandante agile dell'esistenza, la nostra gloria sta nel lasciare quel che passa per trattenere ciò che resta. Siamo poveri di vita vera e ci serve la mano tesa del Signore, che ci tiri fuori dal male. Questo è l'inizio della fede: svuotarsi dall'orgogliosa convin- zione di crederci a posto, capaci, autonomi, e rico- noscerci bisognosi di salvezza. La fede cresce in que- sto clima, un clima a cui ci si adatta stando insieme a quanti non si pongono sul piedistallo, ma hanno bisogno e chiedono aiuto. Per questo vivere la fede a contatto coi bisognosi è importante per tutti noi.

Non è un'opzione sociologica, non è la moda di un pontificato, è un'esigenza teologica. E' riconoscersi mendicanti di salvezza, fratelli e sorelle di tutti, ma specialmente dei poveri, i prediletti del Signore".

L'angolo della Caritas

La Giornata Mondiale dei Poveri

Il Centro di ascolto: la nuova esperienza di solida- rietà, promossa dalla Caritas parrocchiale di Ponte

D

al mese di novembre scorso è aperto il Centro di ascolto, un segno di attenzione

della Chiesa verso le persone in difficol- tà. L'esperienza del Centro di ascolto è presente in varie parrocchie ed è stato incoraggiato dalla Caritas diocesana. Nel Centro saranno presenti due volonta- rie che accoglieranno con cordialità le persone, ascolteranno le difficoltà pre-

sentate, daranno informazioni e, in contatto con le assistenti sociali del Comune, vedranno se saranno

possibili soluzioni a livello locale. Alle persone che verranno al Centro di ascolto non saranno dati soldi o cose, saranno ascoltate nei loro bisogni e orientate.

Abbiamo esperienze precedenti, che mostrano che alcuni casi possono venire risolti mobi- litando le risorse del territorio.

Il Centro di ascolto è localizzato al 1°

piano di via Vittorio Veneto 137, l'edi- ficio annesso alla chiesa di S. Rocco e sarà aperto, in questa fase iniziale, il 3°

giovedì di ogni mese, dalle ore 15 alle ore 17.

Il gruppo Caritas parrocchiale Inoltre la Caritas si impegna ad organizzare la festa della Terza Età: nel mese di ottobre viene creato un momento di gioia condiviso tra persone anziane che solitamente aspettano questa festa per rivedersi  e gustare insieme il rinfresco preparato dal gruppo.

Nel mese di dicembre si organizza la visita presso le case degli anziani del paese, seguiti da un gruppo di giovani, si porta un dono e un augurio. Nel mese di gennaio si visita la casa di riposo Balderacchi portando musica, canti, dolci e tanta allegria.

Nel mese di settembre  i componenti del gruppo Caritas hanno partecipato ai quattro incontri formativi sulla dimensione dell’ascolto nella comunità cristiana organizzati per gruppi Caritas Vicariato Val Nure.

La Caritas è sempre alla ricerca di nuovi volontari che siano in grado di portare conforto ed aiuto materiale ai bisognosi del nostro paese.

L'esperienza di Vigolzone.

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L a F r u t t e r i a

Via Genova, 11 - Ponte dell’Olio 0523.876157

Dove potete trovare:

C

ome tradizione il 7 ottobre si è celebrata a Vigolzone la solennità della Madonna del Rosario: quest’anno la S. Messa è stata presiedu- ta da don Angelo Pellegrino che da seminarista ha trascorso due anni prestando servizio nella nostra parrocchia ed è divenuto sacerdote lo scorso 23 giugno; con lui abbiamo avuto il piacere di ritrovarci dopo la celebrazione per un momento di convivialità. La solennità è stata pre- ceduta da un triduo di preparazione iniziato il giovedì sera con la recita del S. Rosario, proseguito il venerdì con la celebrazione penitenziale, e conclusosi il sabato sera con i Vespri. Ha avuto luogo nella mattinata di domenica la processione partita dalla Chiesetta del Castello di Vigol- zone da dove la statua della Madonna del Rosario, risalente al ‘700 e montata su basamento intagliato nel legno ad opera di un parrocchiano (Pelizzari Michele), è stata portata a spalla da otto uomini e ragazzi della comunità per un tratto di strada principale e per alcune vie secondarie fino a raggiungere la Chiesa parrocchiale.

Mero attaccamento alla tradizione? No, l’attenzione, la cura, i piccoli e semplici gesti di tutta la comunità perché la celebrazione riuscisse bene non possono essere ridotti a questo misero significato: se ancora dopo secoli continuiamo a voler portare la nostra “Madonnina” fuori dalla Chiesa ad incontrare tutti e ciascuno di noi è perché il suo inse- gnamento ci ha toccato nell’intimo, perché ancora sentiamo la necessità di dare un significato profondo e più alto alla nostra esistenza. Maria ha rinunciato al progetto di vita che aveva su di se’ per far spazio al progetto di Dio su di lei, per far spazio a Dio dentro di lei. Ed ecco il S. Rosario, la nostra arma, la preghiera come disponibilità all’ascolto e alla risposta al Signore. Questo è quello che ci spinge a voler portare avanti la nostra tradizione, questo è quello che rende attuale una statua di oltre 300 anni. Milena Carrara

Beata Vergine Maria del Rosario

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POGGIOLI srl

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In questo bambino…. in questo Natale….

Auguri dalla Comunita’ di Villo’

L

a comunità di Villò augura a tutti di trascorrere un Buon Natale ed un Sereno Anno Nuovo avvolti da un clima di pace e condivisione ed invita ad assistere al concerto di Natale “Notte di Auguri” Sabato 15 Dicembre alle ore 20:45 presso la Chiesa di Villò, durante il quale il coro parrocchiale ed il Coro Mon- tenero ci condurranno verso le festività con dolci canti della tradizione italiana e non; siete inoltre invi- tati Sabato 22 alle ore 21 presso il salone parrocchiale di Villò allo spettacolo “La Piccola Cometa”, dove i bambini della parrocchia vi attendono, come ogni anno, per far evadere dalla realtà di tutti i giorni e ricondurci a più di due millenni or sono, quando la semplicità dell’amore ha rischiarato la notte, quando un vagito ha spezzato il silenzio. Infine per

concludere assieme tra sorrisi ed allegria le festività siete tutti invitati alla tombola- ta che si terrà Domenica 6 Gennaio alle ore 15 sempre presso i locali del salone parrocchiale di Villò. Ed ora, affidiamoci a QUESTO BAMBINO come dice Papa Fran- cesco e ancora tanti tanti auguri.

“In questo Bambino, Dio ci invita a far- ci carico della speranza. Ci invita a farci sentinelle per molti che hanno ceduto sot- to il peso della desolazione che nasce dal trovare tante porte chiuse. In questo Bam- bino, Dio ci rende protagonisti della sua ospitalità.”

PAPA FRANCESCO

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Lente di ingrandimento su un artista in erba

V

i vogliamo far conoscere un ra- gazzo che farà parlare di sé…

Collabora da tempo con la Church’s Gang ideando la locandina per

“Quattro passi con la paura”, cam- minata di Halloween. Frequenta il quarto anno del liceo artistico, ha un fratello ed una sorella, risiede a Rivergaro, mamma e papà raffina- ti ristoratori. A lui abbiamo rivolto qualche domanda:

Chi sei?

- Sono Domenico Somma, ho 17 anni, sono uno studente del Liceo Artistico Bruno Cassinari e aspiran- te fumettista. Mi piace disegnare, ascoltare la musica e... leggere fu- metti, naturalmente.

Quando hai iniziato a disegnare ed interessarti a queste forme di illustrazione?

- La mia passione per il disegno è nata quando ho visto in televisione, per la prima volta, il pro- gramma “Art Attack”, condotto dal mitico Giovan- ni Muciaccia. Da quel giorno non ho più smesso di disegnare!

Ho scoperto la tecnica del fumetto a 12 anni, pe- riodo nel quale ho iniziato a frequentare i corsi della Piacenza Comics School.

Cosa ti piace della tua scuola? Come proseguirai gli studi?

- La mia scuola è un liceo come gli altri, l'unica differenza sono le materie d'indirizzo, che non in- fluiscono sull'importanza delle materie teoriche:

spesso ci vengono assegnati progetti interdiscipli- nari che coinvolgono materie d'indirizzo e materie teoriche.

Una volta uscito dal liceo credo che inizierò a fre-

Se dovessi decidere ora, cosa diventerai da grande? Cosa ti piacerebbe fare? Con chi vorre- sti lavorare?

- Spero con tutto il cuore di po- ter diventare un fumettista sti- mato e apprezzato dal pubbli- co. Mi piacerebbe pubblicare tanti volumi e collaborare con alcuni tra i grandi maestri del fumetto internazionale.

Paola Bosi

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Agriturismo “Il Castello di Fulignano”

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Fattoria Didattica

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Venerdì sera 23 novembre scorso i chierichetti e le chierichette, con le famiglie, di Ponte dell’Olio, Vigolzone e Villò si sono incontrati in allegria a mangiare la pizza e giocare insieme.

Un simpatico modo per fare unità.

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i è concluso il Sinodo dei vescovi e dei giova- ni. Di seguito riportiamo una breve sintesi di alcuni punti. Se questi punti verranno accolti dalla nostra comunità, quest’ultima diverrà più bella.

Giovani, nativi digitali

L’ambiente digitale richiede non solo di abitarlo e di promuovere le sue potenzialità comu- nicative in vista dell’annuncio cristiano, ma anche di impregnare di Vangelo le sue culture e le sue dinamiche. I giovani cristiani, trovano qui una au- tentica missione, in cui alcuni sono già impegnati.

Il sinodo auspica che nella Chiesa si istituiscano ai livelli adeguati appositi Uffici o organismi per la cultura e la evangelizzazione digitale.

Migranti: “Accogliere, proteggere, promuo- vere e integrare”

Molti migranti sono giovani. Il relazionarsi con loro permette di instaurare un dialogo tra la nostra comunità e la comunità da cui loro provengono. I migranti, opportunamente accompagnati, potran- no offrire risorse spirituali, pastorali e missionarie alle comunità che li accolgono.

“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare”, i quattro verbi con cui Papa Francesco sintetizza le linee di azione a favore dei migranti.

Le donne nella Chiesa sinodale

Il Sinodo auspica la presenza femminile negli or- gani ecclesiali a tutti i livelli, anche con funzioni di responsabilità, e della partecipazione femminile ai processi decisionali ecclesiali nel rispetto del ruolo del ministero ordinato.

Sessualità

Nell’attuale contesto culturale la Chiesa fatica a trasmettere la bellezza della visione cristiana del- la corporeità e della sessualità. Per questo occorre la formazione di operatori pastorali che risultino credibili, a partire dalla maturazione delle proprie dimensioni affettive e sessuali. Il Sinodo ribadisce che Dio ama ogni persona e così fa la Chiesa, rin- novando il suo impegno contro ogni discrimina- zione e violenza su base sessuale. Inoltre esistono già in molte comunità cristiane cammini di accom- pagnamento nella fede di persone omosessuali: il Sinodo raccomanda di favorire tali percorsi.

Economia, politica, lavoro, casa comune La Chiesa si impegna nella promozione di una vita sociale, economica e politica nel segno della giustizia, della solidarietà e della pace.

Il Sinodo raccomanda alle Chiese locali di favorire

e accompagnare l’inserimento dei giovani in que- sto mondo, anche attraverso il sostegno di iniziati- ve di imprenditoria giovanile.

I giovani si sentono a casa in una Chiesa dove l’economia e la finanza sono vissute nella traspa- renza e coerenza. Il mancato rispetto dell’ambien- te genera nuove povertà di cui i giovani sono le prime vittime. I giovani spronano la Chiesa ad essere profetica in questo campo, con le parole, ma soprattutto attraverso scelte che mostrino che un’economia amica della persona e dell’ambiente è possibile. I giovani impegnati in politica vanno sostenuti ed incoraggiati a operare per un reale cambiamento delle strutture sociali ingiuste.

Nei contesti interculturali e interreligiosi Il pluralismo culturale e religioso è una realtà cre- scente nella vita sociale dei giovani. I giovani sono chiamati ad aprirsi ai giovani di altre tradizioni re- ligiose e spirituali, a mantenere con loro rapporti autentici che favoriscano la conoscenza reciproca e guariscano dai pregiudizi e dagli stereotipi.

Formazione integrale

La condizione attuale è caratterizzata da una cre- scente complessità dei fenomeni sociali e dell’e- sperienza individuale. Nella concretezza della vita i cambiamenti in atto si influenzano reciprocamente e non possono essere affrontati con uno sguardo selettivo. Nel reale tutto è connesso: la vita fami- liare e l’impegno professionale, l’utilizzo delle tec- nologie e il modo di sperimentare la comunità, la difesa dell’embrione e quella del migrante. La concretezza ci parla di una visione antropologica della persona come totalità e di un modo di cono- scere che non separa ma coglie i nessi, apprende dall’esperienza rileggendola alla luce della Parola, si lascia ispirare dalle testimonianze esemplari più che dai modelli astratti. Ciò richiede un nuovo ap- proccio formativo, che punti all’integrazione delle prospettive, renda capaci di cogliere l’intreccio dei problemi e sappia unificare le diverse dimensio- ni della persona. Questo approccio è in profon- da sintonia con la visione cristiana che contempla nell’incarnazione del Figlio l’incontro inseparabile del divino e dell’umano, della terra e del cielo.

Il Sinodo insiste sul compito decisivo ed insostitu- ibile della formazione professionale, della scuola e dell’università.

Il Sinodo propone l’istituzione di centri di forma- zione per l’evangelizzazione destinati ai giovani.

Il Sinodo propone con convinzione a tutte le Chie- se particolari di offrire ai giovani una esperienza

I giovani, la fede e il discernimento vocazionale:

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di accompagnamento in vista del discernimento vocazionale. Il Sinodo ribadisce l’importanza di accompagnare le coppie lungo il cammino di pre- parazione al matrimonio e anche nei primi anni successivi.

Il servizio di pastorale giovanile-voca- zionale diocesano

C

on le nuove nomine vescovili, è stato definito il nuovo assetto del Servizio diocesano per la Pastorale Giovanile-vocazionale: lavoro di squadra e corresponsabilità tra sacerdoti e laici sono le pa- role chiave che lo caratterizzano.

Il Vescovo ha nominato due responsabili del Servi- zio diocesano per la Pastorale giovanile: don Ales- sandro Mazzoni e Dario Carini.

I responsabili diocesani lavoreranno in comunio- ne con un sacerdote e un laico collaboratori per la pastorale giovanile di ogni Vicariato della Diocesi.

Essi sono:

Vicariato Città e Gossolengo: don Fabio Galeazzi e Marco Salamoni

Vicariato Val D’Arda: don Roberto Ponzini e Ema- nuele Pighi

Vicariato Val Nure: don Giuseppe Piscina e Fiocchi Fernando

Vicariato bassa e media Val Trebbia e Val Luretta:

don Giuseppe Lusignani e Ghilardelli Francesca Vicariato Val Tidone: don Enrico Zazzali e Giulia Gioviri

Vicariato Bobbio, alta Val Trebbia, Aveto e oltre Pe- nice: don Roberto Isola e Pasquale Pavia

Vicariato Val Taro e Val Ceno: don Matteo Di Paola e Dellapina Chiara

Lo spazio d’azione del Servizio diocesano per la Pastorale giovanile vocazionale fa riferimento all’a-

Non si può parlare di giovani in modo gene- ralizzato e il progetto di pastorale giovanile tiene quindi conto delle differenti età della vita: preado- lescenza, adolescenza e giovinezza.

La Pastorale Giovanile è poi pastorale vocazionale:

un accompagnamento al discernimento vocaziona- le si sviluppa nel tempo, non ha come obiettivo primo la scelta di uno stato di vita, ma l’educazio- ne a cogliere i segni della presenza del Signore nella realtà quotidiana di ciascuno.

Alcune proposte per l’anno 2019 sono:

15 marzo: veglia diocesana di quaresima per gli adolescenti.

29-31 marzo: esercizi spirituali per i giovani a Bose.

13 aprile: consegna delle palme ai giovani.

22-25 aprile: pellegrinaggio diocesano dei cresi- mati ad Assisi.

3-12 agosto: pellegrinaggio per i giovani in Terra Santa.

Altra proposta a carattere vocazionale è il gruppo SICAR. La proposta del “Gruppo Sicar” si configura come un itinerario personale e comunitario per i giovani dai 18 ai 30 anni che intende, attraverso otto incontri mensili, accompagnarli nella scoper- ta e nell’approfondimento della propria vocazione.

La preghiera, l’ascolto della Parola, la condivisio- ne con altri giovani, il confronto con il sacerdote e altre figure che incontreranno lungo il percorso sono passi che scandiscono questo itinerario di ri- cerca vocazionale.

Per maggiori informazioni si può consultare l’indi- rizzo internet www.pagiop.net.

Servizio a cura di don Giuseppe

le indicazioni del Sinodo

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La Cartufficio s.a.s.

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A u g u r i d i B u o n e F e s t e

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I giovanissimi del Vicariato si incontrano a Villò

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omenica 2 dicembre i giovanissimi del Vicariato della Val Nure si sono ritrovati a Villò per dare inizio insieme al Tempo d’Avvento e per inaugurare il progetto diocesano di avvicinare e far collaborare le realtà delle parrocchie limitrofe della Diocesi. Sotto la regia di Don Giuseppe di Ponte dell’olio, il grup- po ha partecipato alla celebrazione della comunità di Villò e successivamente si è impegnato in alcune provocazioni e riflessioni sul tema dell’essere profeta come Zaccaria; Angelo, seminarista “di spessore”

… in forza alla parrocchia di Vigolzone ha commentato Bonhoffer : “per Natale aspettiamo qualcosa o Qualcuno?”. I ragazzi sono stati sollecitati a parlare della propria fede attraverso fotografie di soggetti vari, foto e pensieri che sono poi diventati bigliettini augurali, personalizzati dai partecipanti stessi, raccolti per essere poi consegnati ai giovani che parteciperanno alla prossima Veglia di giovani d’Avvento.

Ritemprati dopo una goliardica abbuffata, la truppa si è ulteriormente allargata, accogliendo i ragazzi provenienti da San Giorgio, sul momento un po’ persi di fronte ad un gruppo già ben amalgamato, ma subito coinvolti da una imprevedibile gag di Don Mauro di Ponte ispirato da un fantomatico Michele….

Ed ecco il colpo di scena: aspettavamo qualcun altro? Il Vescovo entra con passo brioso, salutando tutti quanti; un altro segno che la nostra Diocesi ha voluto inviare ai giovani. Nella giornata di oggi infatti Mons. Gianni ha visitato in città ed in provincia tutti i gruppi che come noi si sono ritrovati per inaugurare il tempo d’Avvento e meditare insieme in vista del Natale sulle orme dei profeti. Volumetti di approfon- dimento per i catechisti, un biglietto di viaggio per i ragazzi, i rappresentanti della pastorale giovanile hanno rilanciato la ricchezza del ritrovarsi insieme e ci hanno illustrato le prossime iniziative che stanno bollendo in pentola. Spontaneo il dono al Vescovo di un biglietto di auguri, di quelli composti al mattino dai ragazzi, gesto che ha strappato a Mons. Gianni un attimo di imprevista commozione.Salutato l’illustre ospite, Ivandro da Capo Verde, naturalizzato pontolliese (hi hih hi), ci ha stimolato con una sua rifles- sione sull’Avvento, individuando in Carlo Acutis una icona moderna di voglia di vivere e saggezza nella sofferenza. Dopo tanto meditare non

si poteva concludere il pomeriggio se non con qualche animazione e gioco di gruppo che ha rinnovato la sinto- nia e strappata dai ragazzi stessi la promessa di bissare l’evento!!!!

Paola Bosi

N

ell’ottica di una riorganizzazione della Diocesi e dopo l’esperienza positiva degli incontri dei Mi-

Primo incontro di Vicariato dei catechisti

Incontro dei giovanissimi del Vica- riato della Val Nure a Villò, domenica

2 dicembre. Nella foto la visita del nostro Vescovo ai ragazzi.

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Pomeriggio tra memoria e festa 13 ottobre 2018 ore 15.30, con la tavola rotonda per la presentazione del libro: “Da un secolo e mezzo con i piacentini”. Sono intervenuti l’autore Fausto Fiorentini. Don Giuseppe Basini, Maria Vittoria Gazzola, ha moderato Barba- ra Sartori. A seguire, un momento di festa con danze messicane ed eritree ed un ricco rinfresco multietni- co. (Via Mazzini. 81).

Così Le Figlie di Gesù Buon Pastore, guidate da suor Franca Barbieri, hanno voluto commemorare, con questa ed altre iniziative, i 150 anni di presenza dell’Istituzione a Piacenza.

Vigolzone non poteva mancare con una folta dele- gazione per onorare il debito di riconoscenza che il paese sente di dovere a queste suore che hanno ac- compagnato, per quasi un secolo, le sue generazioni.

Riconoscenza magistralmente espressa dal dott. Gan- di Umberto all’evento insieme ad altri vigolzonesi.

Nel volume sono raccolte le testimonianze di tutte le comunità in cui hanno operato le suore lasciando una traccia du-revole e ricordi riconoscenti. Il nostro paese è naturalmente presente nel volume con svaria- ti interventi.

Per chi fosse interessato alla pubblicazione, è in di- stribuzione gratuita presso la parrocchia (fino ad esaurimento delle copie disponibili)

L

e suore del Buon Pastore hanno prestato la loro opera a Vigolzone dal 1923, data in cui sorse l'Asilo Infantile Orfani di Guerra, donato al paese mondiale, sino al 2009.

Probabilmente la scelta di rappresentare Vigolzo- ne in questa festa è caduta sul mio nome perchè la mia famiglia è da generazioni legata alle nostre suore. E' davvero un ricordo atavico.

Mio nonno paterno donò la terra per l'asilo, il nonno materno fu nel primo consiglio di ammini-

strazione, lo zio Pino ne fu segretario per oltre 30 anni, mia madre, classe 26 fu tra le prime alunne e così io, mia sorella, mia moglie, mia figlia... e sarebbe proseguito tutto se un bel anzi un brutto giorno le reverende sorelle non avessero preso la decisione di abbandonarci...

Tutti noi vigolzonesi abbiamo ricevuto per decenni l'imprinting indelebile del Buon Pastore, emanato su ciascuno di noi, nella fase più delicata dell'esi- stenza, quando si immagazzinano nel cuore e nella mente i veri valori che serviranno per tutta la vita, imprinting inculcato per merito della solerzia, del- la dedizione e della carità delle nostre suore.

Un compito delicato quello di educare i bambini, portato avanti con grandi sacrifici anche in periodi difficili come il primo dopoguerra, nella seconda guerra mondiale e negli anni successivi.

Oggi, quando ci si incontra tra amici, magari tra- sferitisi in città o fuori provincia, il ricordo degli anni dell'asilo, è sempre presente.

Sia tra coloro che oggi hanno raggiunto posizioni di prestigio nella società, sia tra chi non è stato altrettanto fortunato e ha dovuto affrontare prove , disagi e anche povertà, il ricordo è vivo e ci rima- ne impressa soprattutto la disciplina che le suore esigevano da noi .Sorridendo ci vengono in mente le prime marachelle e le relative … chiamiamole ...punizioni. Ci ricordiamo delle minestre di suor Marcellina servite nei piatti di alluminio, sicura- mente infrangibili ma un po rumorosi.

Oggi i tempi sono cambiati, sono molto più per- missivi , ma io ritengo che a molti di noi quella for- mazione sia stata di grande aiuto per le successive tappe educative e di apprendimento.

Ma le nostre suore non si limitarono alla sola man- sione pedagogica, svolsero un'attività poliedrica . Il loro impegno fu rilevante come aiuto nelle attivi-

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tà parrocchiali, dottrina, funzioni religiose, decoro della chiesa. L'allora superiora Suor Francesca Val- camonica dirigeva il coro e suonava l'armonium...

Inoltre le suore erano anche solerti nella cura dei malati, suor Edvige diffondeva il panico tra i bam- bini quando veniva a casa a fare le punture...

Si distinsero poi perchè l'asilo, dove loro abitava- no, era divenuto una specie di centro sociale ante litteram, specialmente ai tempi in cui la chiesa parrocchiale era la vecchia pieve distante quasi un chilometro dal paese.

Inoltre le suore erano anche solerti nella cura dei malati, suor Edvige diffondeva il panico tra i bam-

bini quando veniva a casa a fare le punture...

All'asilo ci fu il secondo televisore del paese dopo quello del bar, lì si tenevano corsi di cucito, di eco- nomia domestica per le ragazze, conferenze ecc. si organizzavano gite, banco di beneficenza, cene e feste... e qui mi fermo per non uscire dal semina- to...perchè se dovessi raccontare di tempi più re- centi e delle imprese cui metteva mano una certa suor Franca, nota ciclista tuttofare...

Alla fine di tutto posso dire che si sente la loro mancanza e comunque sia, grazie care suore del Buon Pastore.”

Dr Umberto Gandi

News dai bambini di Vigolzone

E

d eccoci qua, terminato il periodo degli inserimenti, che ha visto i bambini im- pegnati nell’appropriarsi e riappropriarsi degli spazi e dei tempi della scuola, me- diante momenti di gioco libero e/o guida- to, è iniziato il nostro viaggio con la con- divisione delle “borse rosse” contenenti ricordi, traguardi raggiunti, emozioni ed

esperienze dei mesi trascorsi lontano da scuola. In questo modo i compagni raccontavano di sé e con- temporaneamente scoprivano le novità ed i vissuti dei propri amici. Queste borse ci hanno permesso di sviluppare alcuni punti quali i mezzi di trasporto ed alcune caratteristiche di organismi che hanno desta- to curiosità ed interesse (es conchiglie e molluschi).

E’ inoltre tornato, in occasione della Festa dei Nonni il nostro amico Leone Gigione che ha voluto esse-

Oltre a Gigione ecco una new entry, Elly, direttamen- te dall’Inghilterra una simpatica e stravagante elefan- tina che, una volta la settimana, prende appositamen- te per noi un aereo dal Regno Unito!! Insomma questi sono alcuni stralci del nostro cammino che si apre ora al Natale ed ai preparativi di questa festa ricca di calore e magia, pronti a preparare regali, ad allesti- re uno spettacolo per ringraziare coloro che per noi sono sempre presenti, mamme, papà, nonni, zii e tut- ti coloro che ci amano. Mamme, già, proprio a loro,

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Lavanderia

S T I R O N E T

Rosi, Giulia e Francesco

augurano a tutti Buone Feste

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rnata

Presa e consegna a d

omicilio

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Azione Cattolica: UN NUOVO MONDO

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osa significa aderire all’a- zione cattolica?

Aderire all’Azione Cattolica pri- ma di tutto significa credere, credere insieme, ma significa anche silenzio e preghiera.

Aderire all’AC significa non sen- tirsi mai soli, mettere in gioco se stessi.

Aderire all’AC è seguire uno sti- le, uno stile di vita: cercare di essere attenti alle piccole cose, dedicare tempo a chi ha biso-

gno, predicare l’ascolto, ospitare ma anche lasciar- si ospitare.

Aderire vuol dire anche imparare a guardarsi den- tro, fermarsi un attimo, staccare dalla quotidianità per coltivare la propria fede.

Quest’anno abbiamo intrapreso un cammino di iniziazione cristiana con i ragazzi di 5° elementare proprio per cercare di appassionarli alla fede. Si AC è anche passione!

Proprio per sentire ancora di più il lato associativo abbiamo invitato anche la presidente e i due ragazzi responsabi- li del settore in un incontro con i genitori per aiutarci ad introdurre il nostro cammino dell’anno.

Ac è conoscere nuove persone e ritrovarsi più volte in varie occasioni: è vedere sempre gli stessi volti con cui hai già legato ma anche vedere volti nuovi, volti sorridenti, sguardi pieni di gioia.

Ac è anche fare esperienze: quest’estate siamo an- dati a Roma in occasione del sinodo dei giovani;

essere lì al Circo Massimo e sentire le parole del Papa rivolte proprio a noi giovani ha fatto venire i brividi. Ac è quindi portarsi dentro tutti questi mo- menti, momenti speciali e di preghiera.

Questa è l’AC!!

Gli Educatori

Festa del Ringraziamento a Vigolzone

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eguendo una tradizione trentennale anche quest’anno è stata celebrata la Giornata del Rin- graziamento, che nata come dedicata agli agricoltori ed ai frutti della terra, oggi tende a coinvolgere tutte le categorie di lavoratori ed anche dei bambini del catechismo che quest’anno sono stati coinvolti nella raccolta di beni di prima necessità che, uniti ai tradi- zionali cesti preparati dagli agricoltori, sono stati de- voluti alla Caritas Parrocchiale. I parrocchiani presen- ti hanno ascoltato con interesse l’omelia di don Piero incentrata sul Padre nostro e sul pane quotidiano che ogni giorno non deve mancare sulla tavola di ciascun

uomo anche grazie alla carità di tutti, a partire dai ragazzi di quinta elementare che proprio in questi giorni stanno riflettendo a catechismo sull’importan- za del donare gratuitamente.

Un’altra bella novità del Ringraziamento del 2018 è stata la partecipazione dei ragazzi e degli educatori dell’oratorio che durante la primavera e l’estate han- no coltivato un pezzetto dell’orto di don Piero ed allestito ogni domenica un banchetto con verdure freschissime e gustose che hanno riempito le tavole di tanti parrocchiani dietro il versamento di una sem- plice offerta libera. Proprio grazie a queste offerte i

ragazzi hanno potuto acquistare nuovi attrezzi per l’orto: zappe e vanghe che serviranno per prose-

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I Gandi, storia di famiglia

L

’idea di tracciare una sto- ria di famiglia aleggiava da tempo e, alla fine, tutto è ini- ziato quasi per caso.

La richiesta fatta a Dino Anel- li, collaboratore dell’Archivio Diocesano di Piacenza ( da cir- ca 2 anni trasferito nella nuova sede presso il Seminario Ve- scovile, al numero 8 di via Tor- ta) ha dato subito l’avvio alle ricerche.

Serviva però una traccia da po- ter seguire a ritroso nel tempo.

L’unica informazioni a nostra disposizione, oltre ai nomi dei bisnonni, era la presenza di

uno “zio prete”, di cui però non conoscevamo né il nome ne la collocazione temporale, ed è stato proprio lui, don Serafino Gandi, parroco rettore a Suzzano dal 1836 al 1878, anno della sua morte, a guidarci nel passato.

L’Archivio della Diocesi di Piacenza conserva i fascicoli che raccolgono la documentazione relativa a tutti i sacerdoti che hanno operato sul territorio, e lì infatti abbiamo trovato anche quello di don Serafino (fratel- lo del nostro trisnonno) . Sui documenti abbiamo rintracciato data e luogo di nascita, che era anche luogo di provenienza della famiglia. Attraverso gli “stati delle anime” ovvero registri che i parroci erano tenuti a compilare regolarmente, in cui sono registrati dati anagrafici e religiosi dei parrocchiani, oltre alle profes- sioni svolte e alle proprietà, allo scopo di calcolare la decima da versare alla parrocchia, è stato possibile ricomporre una lunga catena di Francesco e Celeste nomi che si tramandano da una generazione all’altra e ci hanno portato a ritroso nel tempo fino al lontano 1707. In questo anno la famiglia Gandi risiedeva già a Tiedoli, un paesino situato sull’appennino parmense nei pressi di Borgo Val di Taro. La famiglia sembra però provenire dalla Toscana, infatti è proprio nella zona di Firenze che troviamo ancora oggi la maggior diffusione del cognome Gandi.

Dopo gli studi in seminario, don Serafino fu prima a Ferriere e successivamente a Bobbio, per diventare poi nel 1836 parroco rettore a Suzzano. Qui lo raggiunse il fratello Francesco, agricoltore, che si occupò della gestione del fondo parrocchiale e dopo anni di duro lavoro, il nipote Celeste ( figlio di Francesco ) si trasferì a Vigolzone dove, insieme ai numerosi figli, tra cui nonno Francesco, acquistò alcuni terreni al centro del paese, paese in cui ancora oggi vivono molti discendenti della famiglia.

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Il Circolo ANSPI

“Rifugio alpino”

di Vigolzone

augura a tutti i soci ed ai simpatizzanti

sinceri auguri di Buon Natale e felice 2019

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