AA 2017-2018
Corso di Storia dell'Arte 14 novembre 2017 (16.00-17.30)
Docente: Dr.ssa Ilaria Sinisi
Leonardo da Vinci: la pittura
Il Vasari gli rimprovera di non essersi dedicato esclusivamente all’arte, ci consegna un’idea di un Leonardo sommo pittore che «purtroppo» perdeva tempo in altre attività.
Spesso però nell’interpretazione delle opere si cerca di cogliere l’evoluzione della concezione pittorica alla luce delle sue formulazioni teoriche e di quanto nella pittura
si trova nei suoi studi scientifici di ottica, acustica ed anatomia.
L’elaborazione pittorica di un problema precede la sua trattazione teorica e semmai la provoca. Nel trattato della pittura concepito con una suddivisione tematica di due macrosezioni: la teoria, tesa ad affermare i principi ideali e filosofici della pittura, anche in paragone con le latri arti liberali e meccaniche, gli elementi della prospettiva
(lineare, aerea,cromatica) e delle luci e delle ombre; la pratica, in cui Leonardo suggerisce i precetti sullo studio e apprendimento del giovane pittore sui metodi per assimilare la proporzione dei corpi e delle figure, e sui fenomeni legati ai moti e agli
elementi naturali.
«la filosofia del sapere vedere»
Il suo fine deve essere comunicabile a tutte le generazioni dell’universo, perché il suo fine è subietto della virtù visiva.
«Adunque questa (la pittura) non ha bisogno d’interpreti di diverse lingue, come hanno le lettere»
Concezione e fine della pittura secondo Leonardo
«[…]la pittura non muore immediate dopo la sua creazione come fa la musica, ma lungo tempo darà testimonianza dell’ignoranza tua. Ma se tu
studierai… tu lascerai opere che ti daranno più onore che pecunia, perché essa sola per sé onora
e non colui che la possiede, il quale sempre si fa calamità d’invidia e cassa di ladroni, e manca la
fama del ricco insieme colla sua vita, resta la fama del tesoro e non del tesaurizzante. E molto
maggior gloria è quella della virtù de’ mortali,
che quella de’ loro tesori»
La dama con l’ermellino
1488-1490
olio su tavola 54,8x 40,3 cm Cracovia Czartoryski
Muzeum
Di che t’adiri? A chi invidia hai, Natura?
Al Vinci che ha ritratto una tua stella;
Cecilia sì bellissima oggi è quella
Che à suoi begli occhi, il sol par ombra scura.
L’onor è tuo, se ben con sua pittura La fa che par ti ascolti, e non favella.
Pensa, quanto sarà più viva e bella Più a te fia gioia in ogni età futura.
Ringratiar dunque Ludovico or puoi Et l’ingegno e la man di Leonardo, Che à posteri di lei voglion far parte.
Chi lei vedrà cosi, benchè sia tardo Vederla viva, dirà: basti a noi
Comprender or quel che è natura et arte.
Bernardo Bellincioni
Ruolo di assoluto rilievo spetta alla ritrattistica di Leonardo, intesa sia come spontanea e veloce
registrazione su un semplice foglio dei caratteri salienti del viso, di una smorfia, di un particolare anatomico, sia come indagine complessa, unitaria e fisiognomica.
Sono gli «accidenti mentali» a dare forma concreta all’espressione unica e particolare dell’uomo: ad ogni
sentimento corrisponderà un conseguente atteggiamento esteriore e viceversa.
Nonostante la registrazione del dato anatomico derivi dai suoi studi empirici l’elemento psicologico prevale
sul singolo dettaglio
.Ritratto di
Isabella d’Este Gonzaga 1500
Gessetto nero, sanguigna e pastello giallo su carta
63x46 cm
Parigi, Musée du Louvre
La Belle Ferronière 1490-1495 circa
Olio su tavola 63x45 cm
Parigi, Musée du Louvre
La Gioconda o Monna Lisa 1503-1514
Olio su tavola 77x 53cm
Parigi, Musée du Louvre
Note sulla prospettiva aerea o di colore
La prospettiva lineare viene
abbandonata come conseguenza della scoperta del peso dell’aria, che tutto unifica e pervade, e che
s’intromette tra l’oggetto e il riguardante, ispessendone e
tingendone d’azzurro la visione in lontananza.
Parallelismo con l’Impressionismo
Sensibilità verso il vero (en plein air) e la percezione atmosferica. Si lascia che la suggestione di un attimo resti prigioniera nella tela.
Indecifrabile introspezione psicologica, il dipinto sembra trascendere il tempo. Gli
occhi che seguono lo
spettatore, il sorriso nascente enigmatico cattura
un’espressione fuggente che non dichiara il proprio stato d’animo ma stabilisce un rapporto di reciproca
seduzione. Ognuno proietta nel dipinto le proprie
sensazioni. Prima di
Leonardo nei ritratti mancava il mistero; gli artisti non
hanno raffigurato che forme esteriori senz’anima mediante gesti, oggetti simbolici,
scritte. La Gioconda emana il mistero:» L’anima è
presente ma inaccessibile»
Autoritratto 1515
Sanguigna su carta 33,5x21,3 cm
Torino, Biblioteca Reale
[…]egli con le forze sue riteneva ogni violenta furia…con la liberalità sua
raccoglieva e pasceva ogni amico povero e ricco pur qu’egli
avesse ingegno e virtù»
Vasari 1568
Uomo vitruviano (Homo ad circulum)
1490
Matita e inchiostro su carta 34x24 cm
Venezia Gallerie dell’Accademia
Leonardo sembra consapevole che il più alto segno della divinità sia l’armonia, colta e condivisa dell’arte suprema del
«saper veder»
San Giovanni Battista
1508-1513
Olio su tavola 69x57cm
Parigi, Musée du Louvre
Bacco
(su un precedente San Giovanni Battista)
1510-1515
Olio su tavola trasportato su tela
117x115cm
Parigi, Musée du Louvre
Sant’Anna, La
Madonna e il Bambino con l’agnellino
1510-1513 circa
Olio su tavola 168x130 cm
Parigi, Musée du Louvre
Cartone di Sant’Anna 1501-1505 circa
Gessetto nero, biacca e sfumino su carta
141,5x104,6 cm
Londra, National Gallery
Le Muse, Villa madama
Ultima Cena 1494-1498
Olio su muro, 460x880cm Milano, refettorio del convento di
Santa Maria delle Grazie
Egli preferì ai tempi rigidi e cadenzati delle «giornate»
dell’affresco la collaudata e più libera tecnica della pittura su tavola:
1) Intonaco ruvido 2) Disegno (sinopia)
3) Stesura sottile di biacca (bianco di piombo) che
avrebbe dovuto far risaltare la luminosità.
4) Colore a secco
(preparazione costituita da un impasto di carbonato di calcio e magnesio con un legante proteico)