• Non ci sono risultati.

Leonardo da Vinci: la pittura. AA Corso di Storia dell'arte 14 novembre 2017 ( ) Docente: Dr.ssa Ilaria Sinisi

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Leonardo da Vinci: la pittura. AA Corso di Storia dell'arte 14 novembre 2017 ( ) Docente: Dr.ssa Ilaria Sinisi"

Copied!
25
0
0

Testo completo

(1)

AA 2017-2018

Corso di Storia dell'Arte 14 novembre 2017 (16.00-17.30)

Docente: Dr.ssa Ilaria Sinisi

Leonardo da Vinci: la pittura

(2)

Il Vasari gli rimprovera di non essersi dedicato esclusivamente all’arte, ci consegna un’idea di un Leonardo sommo pittore che «purtroppo» perdeva tempo in altre attività.

Spesso però nell’interpretazione delle opere si cerca di cogliere l’evoluzione della concezione pittorica alla luce delle sue formulazioni teoriche e di quanto nella pittura

si trova nei suoi studi scientifici di ottica, acustica ed anatomia.

L’elaborazione pittorica di un problema precede la sua trattazione teorica e semmai la provoca. Nel trattato della pittura concepito con una suddivisione tematica di due macrosezioni: la teoria, tesa ad affermare i principi ideali e filosofici della pittura, anche in paragone con le latri arti liberali e meccaniche, gli elementi della prospettiva

(lineare, aerea,cromatica) e delle luci e delle ombre; la pratica, in cui Leonardo suggerisce i precetti sullo studio e apprendimento del giovane pittore sui metodi per assimilare la proporzione dei corpi e delle figure, e sui fenomeni legati ai moti e agli

elementi naturali.

«la filosofia del sapere vedere»

Il suo fine deve essere comunicabile a tutte le generazioni dell’universo, perché il suo fine è subietto della virtù visiva.

«Adunque questa (la pittura) non ha bisogno d’interpreti di diverse lingue, come hanno le lettere»

Concezione e fine della pittura secondo Leonardo

(3)

«[…]la pittura non muore immediate dopo la sua creazione come fa la musica, ma lungo tempo darà testimonianza dell’ignoranza tua. Ma se tu

studierai… tu lascerai opere che ti daranno più onore che pecunia, perché essa sola per sé onora

e non colui che la possiede, il quale sempre si fa calamità d’invidia e cassa di ladroni, e manca la

fama del ricco insieme colla sua vita, resta la fama del tesoro e non del tesaurizzante. E molto

maggior gloria è quella della virtù de’ mortali,

che quella de’ loro tesori»

(4)

La dama con l’ermellino

1488-1490

olio su tavola 54,8x 40,3 cm Cracovia Czartoryski

Muzeum

(5)

Di che t’adiri? A chi invidia hai, Natura?

Al Vinci che ha ritratto una tua stella;

Cecilia sì bellissima oggi è quella

Che à suoi begli occhi, il sol par ombra scura.

L’onor è tuo, se ben con sua pittura La fa che par ti ascolti, e non favella.

Pensa, quanto sarà più viva e bella Più a te fia gioia in ogni età futura.

Ringratiar dunque Ludovico or puoi Et l’ingegno e la man di Leonardo, Che à posteri di lei voglion far parte.

Chi lei vedrà cosi, benchè sia tardo Vederla viva, dirà: basti a noi

Comprender or quel che è natura et arte.

Bernardo Bellincioni

(6)

Ruolo di assoluto rilievo spetta alla ritrattistica di Leonardo, intesa sia come spontanea e veloce

registrazione su un semplice foglio dei caratteri salienti del viso, di una smorfia, di un particolare anatomico, sia come indagine complessa, unitaria e fisiognomica.

Sono gli «accidenti mentali» a dare forma concreta all’espressione unica e particolare dell’uomo: ad ogni

sentimento corrisponderà un conseguente atteggiamento esteriore e viceversa.

Nonostante la registrazione del dato anatomico derivi dai suoi studi empirici l’elemento psicologico prevale

sul singolo dettaglio

.

(7)

Ritratto di

Isabella d’Este Gonzaga 1500

Gessetto nero, sanguigna e pastello giallo su carta

63x46 cm

Parigi, Musée du Louvre

(8)

La Belle Ferronière 1490-1495 circa

Olio su tavola 63x45 cm

Parigi, Musée du Louvre

(9)

La Gioconda o Monna Lisa 1503-1514

Olio su tavola 77x 53cm

Parigi, Musée du Louvre

(10)
(11)

Note sulla prospettiva aerea o di colore

La prospettiva lineare viene

abbandonata come conseguenza della scoperta del peso dell’aria, che tutto unifica e pervade, e che

s’intromette tra l’oggetto e il riguardante, ispessendone e

tingendone d’azzurro la visione in lontananza.

Parallelismo con l’Impressionismo

Sensibilità verso il vero (en plein air) e la percezione atmosferica. Si lascia che la suggestione di un attimo resti prigioniera nella tela.

(12)

Indecifrabile introspezione psicologica, il dipinto sembra trascendere il tempo. Gli

occhi che seguono lo

spettatore, il sorriso nascente enigmatico cattura

un’espressione fuggente che non dichiara il proprio stato d’animo ma stabilisce un rapporto di reciproca

seduzione. Ognuno proietta nel dipinto le proprie

sensazioni. Prima di

Leonardo nei ritratti mancava il mistero; gli artisti non

hanno raffigurato che forme esteriori senz’anima mediante gesti, oggetti simbolici,

scritte. La Gioconda emana il mistero:» L’anima è

presente ma inaccessibile»

(13)

Autoritratto 1515

Sanguigna su carta 33,5x21,3 cm

Torino, Biblioteca Reale

[…]egli con le forze sue riteneva ogni violenta furia…con la liberalità sua

raccoglieva e pasceva ogni amico povero e ricco pur qu’egli

avesse ingegno e virtù»

Vasari 1568

(14)

Uomo vitruviano (Homo ad circulum)

1490

Matita e inchiostro su carta 34x24 cm

Venezia Gallerie dell’Accademia

Leonardo sembra consapevole che il più alto segno della divinità sia l’armonia, colta e condivisa dell’arte suprema del

«saper veder»

(15)

San Giovanni Battista

1508-1513

Olio su tavola 69x57cm

Parigi, Musée du Louvre

(16)

Bacco

(su un precedente San Giovanni Battista)

1510-1515

Olio su tavola trasportato su tela

117x115cm

Parigi, Musée du Louvre

(17)
(18)

Sant’Anna, La

Madonna e il Bambino con l’agnellino

1510-1513 circa

Olio su tavola 168x130 cm

Parigi, Musée du Louvre

(19)

Cartone di Sant’Anna 1501-1505 circa

Gessetto nero, biacca e sfumino su carta

141,5x104,6 cm

Londra, National Gallery

(20)

Le Muse, Villa madama

(21)
(22)

Ultima Cena 1494-1498

Olio su muro, 460x880cm Milano, refettorio del convento di

Santa Maria delle Grazie

(23)

Egli preferì ai tempi rigidi e cadenzati delle «giornate»

dell’affresco la collaudata e più libera tecnica della pittura su tavola:

1) Intonaco ruvido 2) Disegno (sinopia)

3) Stesura sottile di biacca (bianco di piombo) che

avrebbe dovuto far risaltare la luminosità.

4) Colore a secco

(preparazione costituita da un impasto di carbonato di calcio e magnesio con un legante proteico)

(24)
(25)

Riferimenti

Documenti correlati

Quante storie si nascondono in ciò che ci sta intorno? A volte le parole non bastano per raccontare un’emozione. A volte serve qualcosa di più. Un’immagine, un suono, una

La Madonna di Camaldoli, della seconda metà del Quattrocento, venne eseguita a più mani nella bottega del Verrocchio: lo storico Carlo Starnazzi vi ha riconosciuto

Il corso si tiene ogni martedì dalle ore 18,30 alle 22,00 presso il Centro Sandro Pertini di Jesolo ed è tenuto dal prof. Ivone

La pittura a fresco, comunemente conosciuta come affresco, viene chiamata così perché si esegue su un intonaco fresco, cioè appena steso e quindi saturo d'acqua. Il colore

Conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana, il Codice Atlantico raccoglie disegni, per buona parte databili tra il 1478 e il 1518?. Vi sono trattati argomenti

In questo senso, si può affermare come un vero elogio che la sensazione ha per Daniela Iaria lo stesso statuto che ha l’Idea in Platone: il compito della pittura si presenta

Corso breve dedicato alla cuerda seca, antica tecnica di origine moresca di decorazione con smalti a cottura.. Dopo un’introdu- zione storica e pratica realizzeremo su una mattonella

La tavola è divisa orizzontalmente da un muretto che delimita il giardino e divide la zona dell’ Annunciazione da un ampio paesaggio fluviale, dove Leonardo utilizza il