l'elaborazione di un modello 3D del bacino stratigrafico di Pisa, e la creazione di una mappa del flusso di CO

RIASSUNTO

La Pianura di Pisa è sempre stata oggetto di studi finalizzati alla ricostruzione della stratigrafia e all’identificazione delle falde acquifere. Questo studio muove un ulteriore passo avanti in questa ricerca utilizzando software avanzati per elaborare uno strumento di supporto per l'analisi stratigrafica, idrogeologica e geochimica. La tesi è stata sviluppata in due campi principali:

l'elaborazione di un modello 3D del bacino stratigrafico di Pisa, e la creazione di una mappa del flusso di CO

. L'elaborazione 3D è stata evoluta combinando l'uso di Strater 2 (Golden software) e Petrel E & P software platform (Schlumberger). Il modello elaborato ha convalidato i precedenti modelli stratigrafici sviluppati negli ultimi dieci anni. Esso offre la possibilità di osservare il principale modello litologico e idrogeologico della Pianura di Pisa fino alla profondità di 200 m, che copre un periodo temporale che va dal Pleistocene all’Olocene. Questo lavoro è stato svolto nell’ottica di valutare il potenziale geotermico delle falde e dei sedimenti; ciò favorirà l’impiego dei sistemi a pompa di calore geotermica nelle aree densamente abitate che caratterizzano la piana alluvionale di Pisa.

Al fine di individuare possibili serbatoi geotermici, sistemi di risalita preferenziale dei fluidi e sistemi di faglie è stata impiegata la prospezione geochimica che prevede la misura del flusso di Anidride carbonica.

La mappa del flusso di CO

del bacino di Pisa è stata sviluppata partendo da una campagna di campionamento nel mese di Novembre 2012. Il flusso di CO

è stato misurato con il metodo della camera di accumulo (LI-81000 LI-COR), munita di un analizzatore di gas a infrarossi (IRGA). Lo schema di campionamento combina un systematic grid sampling con un judgemental sampling e si compone di 130 punti di misura. I valori sono elaborati su ArcGIS 10.1 (ESRI) per mezzo dell’estensione Geostatistical Analyst. L'interpolazione dei dati, utilizzando il metodo di Kriging, crea una mappa tematica del flusso di CO

del bacino di Pisa. La mappa ha individuato un’area a bassa emissione, corrispondente a una palude bonificata ed un’area ad emissione maggiore corrispondente, in superficie, a sedimenti prevalentemente sabbiosi di pianura alluvionale, nel sottosuolo ad un possibile reservoir geotermico ospitato, presumibilmente, all’interno delle unità carbonatiche mesozoiche della Falda Toscana al di sotto dei depositi neo-autoctoni.

Inoltre, è stato possibile calcolare l’emissioni di CO

per ogni popolazione geochimica del settore di

studio.