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La TAC e la RMN possono fornire maggiori informazioni sul grado di atrofia del midollo spinale.13,19 4.1

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4. DIAGNOSI

La diagnosi di cani sospetti di WS include l’attenta valutazione di segnalamento ed anamnesi, esame clinico e neurologico, esami di laboratorio, incluse le analisi del LCR, e proiezioni radiografiche in bianco e con mezzo di contrasto. La TAC e la RMN possono fornire maggiori informazioni sul grado di atrofia del midollo spinale.13,19

4.1. SEGNALAMENTO

Il segnalamento consente di individuare in maniera univoca il soggetto in esame e, allo stesso tempo, fornisce una prima serie di dati che, vista la predisposizione di alcune razze ed in determinate fasce di età per la WS, possono fornire un primo indirizzo diagnostico. Ricordiamo che i cani di razza Dobermann e Alano costituiscono circa l’80% dei soggetti colpiti.33

4.2. ANAMNESI

L’anamnesi consiste nell’ordinata raccolta dei dati riguardanti il paziente e la sua malattia con il duplice obiettivo di garantire il maggior numero di elementi utili alla scelta del procedimento diagnostico e di costituire un avvicinamento nei confronti del proprietario con lo scopo di ottenerne la massima collaborazione per raggiungere un ottimo risultato non solo diagnostico ma anche terapeutico.34

Solitamente gli animali colpiti sviluppano, nell’arco di mesi o anni, un’incoordinazione motoria ingravescente, che colpisce tutti e quattro gli arti, anche se i sintomi a carico dei posteriori iniziano

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più precocemente e sono più manifesti. In alcuni casi si può notare un peggioramento acuto a seguito di un trauma di lieve entità.13,23,27,33 Circa il 40% dei soggetti presenta dolore al collo con disagio alla manipolazione.33

4.3. ESAME CLINICO

Qualunque sia la causa che ha comportato la necessità di una visita veterinaria è necessario eseguire un esame obiettivo generale del paziente in modo da avere un quadro completo del soggetto.34

La sintomatologia di un soggetto colpito da WS è molto varia e va dalla semplice algia cervicale alla tetraplegia e compromissione respiratoria.13

I segni clinici riflettono il danno al midollo spinale (mielopatia) o alle radici dei nervi spinali (radiculopatia) o entrambi. La radiculopatia è probabilmente un importante fattore che contribuisce al dolore, alla zoppia ed all’atrofia muscolare.29

In molti casi la comparsa dei sintomi è subdola ed il dolore cervicale assente. Nei giovani cani a rapido accrescimento i proprietari spesso ritengono che la scarsa coordinazione sia normale per un cucciolo di quell’età. Al contrario, nei cani anziani, frequentemente i proprietari sospettano che l’atassia sia dovuta ad artrite, pigrizia o reumatismi.10 Comunque il principale segno clinico notato dai proprietari è l’atassia degli arti pelvici.23 In molti casi non viene riscontrato un deficit a carico degli arti toracici da parte dei

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proprietari, ma nella maggior parte di essi, un attento esame clinico rivela anche una leggera disfunzione di questi ultimi.10

I segni clinici dipendono dalla gravità della compressione del midollo spinale e quindi sono variabili per natura e livello. La più comune presentazione di un soggetto affetto da WS è un andatura traballante, di qui il nome dall’inglese “to wobble” (traballare), con una maggior gravità a livello degli arti pelvici.23 Il disturbo dell’andatura va da una leggera atassia ad una marcata ipermetria degli arti pelvici. Allo stesso tempo gli arti toracici possono presentare un passo più corto (ipometria) e, quando il cane è in decubito laterale, spesso vengono tenuti in estensione.

Successivamente il soggetto può diventare tetraparetico con difficoltà a rialzarsi dal decubito laterale o dalla posizione seduta e incapacità nella deambulazione.29

Il collo è spesso portato in flessione. Ciò è probabilmente correlato alla natura dinamica della lesione poiché questa posizione riduce al minimo la compressione del midollo spinale.23 L’estensione dorsale del collo può provocare dolore e accentuare la compressione del midollo spinale con peggioramento dei sintomi motori, pertanto è necessario prestare attenzione nel manipolare testa e collo del paziente.10,23

La zoppia al livello degli arti toracici, l’atrofia dei muscoli infraspinato e sovraspinato ed il dolore alla trazione degli arti suggeriscono la presenza di una compressione delle radici dei nervi spinali.29

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Generalmente i soggetti colpiti da WS sviluppano sintomi che tendono ad aggravarsi in un lungo periodo di tempo, tuttavia occasionalmente alcuni cani possono presentare tetraparesi acuta.

In questi casi può essersi verificato un episodio di iperestensione che ha causato una concussione del midollo spinale, edema e conseguente compressione indiretta. La mielografia può rivelare un rigonfiamento del midollo spinale.13,23,27,29,33

Le anormalità rilevate dagli esami di laboratorio ematologici e biochimici condotti su sangue, urine e LCR sono, in genere, aspecifiche e di scarso significato.

Tutti questi segni suggeriscono una lesione alla sostanza bianca del midollo spinale che ha coinvolto i tratti ascendenti propriocettivi (con conseguente atassia) e i tratti motori discendenti (con conseguente paresi spastica).10

4.4. ESAME NEUROLOGICO

L’esame neurologico è di fondamentale importanza ogni volta che si sospetta una lesione del midollo spinale. Innanzitutto è necessario fare un esame della postura valutando la posizione della testa e degli arti rispetto al corpo. Si procede, quindi, con la palpazione a partire dalla testa fino agli arti posteriori e con la palpazione spinale caudocraniale. Si valutano i movimenti di lateralità del collo e la deambulazione in piano e sulle scale.34 Un soggetto colpito da WS può presentare dolore alla manipolazione del collo e incoordinazione deambulatoria, maggiormente evidente nel passaggio sulle scale.

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A questo punto è necessario eseguire una serie di procedure diagnostiche ai fini di valutare le reazioni posturali, i riflessi spinali e l’integrità dei nervi cranici del paziente.23,34

4.4.1. Reazioni posturali

Le reazioni posturali sono mediate da recettori periferici e possono variare anche in base al soggetto e alla razza. Permettono di individuare la presenza o meno di un problema neurologico ma non di localizzarlo. È possibile valutare queste reazioni tramite una serie di test:

1) Test della carriola: sollevando il treno posteriore del paziente si fa precedere in appoggio sui soli anteriori. Il soggetto normale cammina con movimenti simmetrici di entrambi gli arti toracici, mantenendo la testa estesa nella normale posizione. I pazienti affetti da WS possono presentare movimenti asimmetrici, incespicamento, dorsiflessione del piede, testa flessa con la punta del naso vicina al terreno con finalità di sostegno.

2) Test della carriola a testa estesa: è simile alla precedente ma, sollevando la testa del soggetto, si elimina la componete visiva, perciò un certo grado di incertezza rispetto al test precedente rientra nei limiti della normalità. Talvolta questa manovra rivela un lieve deficit o una tendenza a camminare sulla superficie dorsale del piede che prima non era stato osservato.

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3) Test del saltellamento: si sollevano tre arti del cane e lo si fa saltellare lateralmente. Il paziente in corso di WS può presentare un saltellamento più o meno incerto o non riuscire a mantenere la stazione.

4) Spinta posturale estensoria: si solleva verticalmente il soggetto e lo si riavvicina lentamente al terreno. In un soggetto normale è possibile osservare un allungamento degli arti posteriori fino a toccare terra, per poi compiere alcuni passi all’indietro. Questo test permette di saggiare la simmetria, il tono e la coordinazione locomotoria degli arti pelvici, in genere assente o ridotta nei soggetti con WS.

5) Test del raddrizzamento: è la capacità dell’animale di mantenere la sua posizione in relazione alla forza di gravità.

Si solleva il treno posteriore e si valuta il grado di raddrizzamento compiuto dalla testa per mantenere un angolo di circa 45° con il terreno.

6) Test di posizionamento visivo: tenendo l’animale sollevato da terra, lo si avvicina ad un ostacolo per vedere se lo identifica e vi appoggia gli arti. Con questo test si possono valutare sia le reazioni degli arti anteriori che posteriori.

7) Test di posizionamento tattile: è simile al precedente ma si priva il soggetto della vista con una benda. Il test, quindi, valuta la percezione tattile dell’arto.

8) Propriocezione: questo test valuta l’integrità del sistema afferente, che permette al soggetto di riconoscere la posizione dell’arto senza informazioni visive, e la relativa risposta efferente che permette di riportare l’arto in posizione

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normale. Con l’animale in stazione si solleva un arto per volta e lo si appoggia al terreno con la superficie dorsale. In condizioni normali il piede deve immediatamente tornare nella sua posizione corretta. Il tempo di reazione è considerato normale quando la risposta avviene entro 1-3 secondi. In un soggetto affetto da WS la propriocezione può essere ridotta a tutti e quattro gli arti, con maggior evidenza a livello dei pelvici.

4.4.2. Riflessi spinali

I riflessi spinali permettono di valutare l’integrità di alcuni dei principali nervi spinali al fine di localizzare il problema neurologico.

1) Riflesso patellare: con l’animale in decubito laterale si stimola il riflesso colpendo con un martelletto il tendine tibio-rotuleo dell’arto non in decubito. Ciò provoca la contrazione del quadricipite femorale con l’estensione dell’arto. Questo riflesso è mediato dal nervo femorale che origina dai segmenti L4-L6. In corso di WS può essere normale o aumentato.

2) Riflesso tibiale anteriore: si valuta colpendo il ventre del muscolo tibiale anteriore e si ottiene la flessione del garretto.

È un riflesso dovuto al nervo tibiale che fa parte del nervo sciatico e origina a livello di L6-S2. Anche in questo caso può essere normale o aumentato.

3) Riflesso flessorio: si applica uno stimolo dolorifico a livello delle dita dei quattro arti e si ottiene la retrazione armonica

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di tutto l’arto. Ciascun dito deve essere testato separatamente partendo con uno stimolo dolorifico lieve. È mediato da nervi che provengono dal settore L4-S3 per gli arti posteriori, e dal settore C6-T1 per gli arti anteriori. Nei pazienti affetti da WS si può trovare normale o aumentato per gli arti posteriori e normale, diminuito o aumentato per gli anteriori.

4) Riflesso estensore radiale del carpo: si stimola il tendine del muscolo estensore radiale del carpo e si ottiene l’estensione della mano. È mediato dal nervo radiale che fa parte del plesso brachiale e origina a livello di C6-T2. In corso di WS si può riscontrare una sua riduzione.

5) Riflesso perineale: viene evocato con una leggera stimolazione del perineo e si ottiene la contrazione dello sfintere anale e la flessione della coda. È mediato dal nervo pudendo che origina dal settore S1-S3. Generalmente non è coinvolto in corso di WS.

6) Riflesso pannicolare: si ottiene stimolando la cute delle regioni laterali alla linea mediana dorsale con un ago in senso caudo-craniale. Normalmente si verifica la contrazione dei muscoli pellicciai nella sede della stimolazione. Anche questo rientra nella norma nei soggetti con WS.

4.4.3. Nervi cranici

L’esame dei nervi cranici (NC) permette di mettere in evidenza aree specifiche di malattia che possono non essere state messe in luce dalle reazioni posturali. Solitamente in corso di WS tutti i riflessi mediati dai nervi cranici sono normali.

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1) N. olfattorio (I NC): viene valutato esaminando la reazione comportamentale che si ottiene avvicinando alle narici cibo o un batuffolo di cotone imbevuto di sostanze sgradevoli (alcool). Non vanno usate sostanze irritanti, in quanto stimolano le terminazioni nasali del trigemino.

2) N. ottico (II NC): viene testato lanciando piccoli oggetti nel campo visivo dell’animale o sottoponendolo ad un percorso con ostacoli poco visibili.

3) N. ottico – N. facciale (II-VII NC): avvicinando rapidamente la mano o un oggetto prima ad un occhio e poi all’altro del paziente si ottiene la risposta alla minaccia con l’ammiccamento e l’allontanamento della testa. Bisogna evitare di spostare eccessivamente l’aria o di toccare i peli tattili per non rischiare di ottenere una risposta falsata.

4) N. ottico – N. oculomotore (II-III NC): si stimola un occhio con una fonte luminosa e si ottiene la miosi prima dell’occhio stimolato (diretta) e poi anche dell’occhio controlaterale (consensuale).

5) N. oculomotore – N. trocleare – N. abducente (III-IV-VI NC):

questi nervi si valutano verificando la presenza ed il tipo di strabismo spontaneo. Se c’è un alterazione dell’oculomotore si ha strabismo ventrolaterale, se l’alterazione riguarda il trocleare si ha rotazione della pupilla, se il problema è dell’abducente si ha strabismo convergente.

6) N. oculomotore – N. trocleare – N. abducente – N. acustico (III-IV-VI-VIII NC): muovendo la testa si valuta l’eventuale presenza di strabismo posizionale.

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7) N. trigemino (V NC): pizzicando il muso si valuta la sensibilità facciale in base alla risposta comportamentale.

8) N. trigemino (V NC): si cerca di aprire la bocca e si valuta il tono mandibolare temporale ossia la resistenza che oppone.

9) N. facciale (VII NC): si valuta la simmetria di faccia, orecchie, palpebre e labbra.

10) N. trigemino – N. facciale (V-VII NC): toccando la palpebra inferiore si ottiene il riflesso dell’ammiccamento.

11) N. acustico (VIII NC): si cerca di stimolare la risposta del paziente a stimoli uditivi a provenienza diversa.

12) N. vago (X NC): si valuta la sensibilità auricolare pizzicando le orecchie.

13) N. glossofaringeo – N. vago (IX-X NC): si stimola il riflesso della deglutizione.

14) N. ipoglosso (XII NC): si valuta la mobilità linguale.

In conclusione l’esame neurologico dei soggetti con WS mostra riflessi normali o esagerati agli arti posteriori e un deficit propriocettivo a tutti e 4 gli arti ma, generalmente, più grave a livello dei pelvici.35

Nello stabilire la localizzazione della lesione in base alla visita neurologica si fa riferimento ai segni da motoneurone inferiore (MNI) e da motoneurone superiore MNS).

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I segni da MNI si distinguono per:

- deficit propriocettivo;

- atrofia muscolare precoce;

- tono muscolare diminuito o assente;

- riflessi diminuiti o assenti.

I segni da MNS sono caratterizzati da:

- deficit propriocettivo più marcato;

- atrofia muscolare tardiva (da disuso);

- tono muscolare normale o aumentato;

- riflessi normali o aumentati.

In corso di WS, solitamente si riscontano segni da motoneurone inferiore (MNI) agli arti anteriori e segni da motoneurone superiore (MNS) ai posteriori perché la lesione è, il più delle volte, localizzata nel settore C6-C7. Se la compressione è più craniale si possono trovare segni da MNS a tutti e quattro gli arti.23

Spesso i segni da MNI agli arti toracici sono rappresentati dalla sola atrofia muscolare.35

4.5. ESAME RADIOGRAFICO

Le radiografie devono essere effettuate sempre in anestesia generale allo scopo di posizionare correttamente il cane.19,23 Le proiezioni da effettuare sono la ventro-dorsale (VD) e la latero- laterale (LL) per poter evidenziare le lesioni stenotiche rispettivamente sui piani trasversale e sagittale.10,19 Un corretto

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posizionamento del paziente è estremamente importante per ottenere un buon allineamento vertebrale allo scopo di evitare artefatti. L’uso di cuscini o cunei di gommapiuma serve ad impedire l’incurvamento della colonna vertebrale, e gli arti anteriori devono essere retratti caudalmente per evitare le sovrapposizioni.19

Con le radiografie in bianco si possono evidenziare:

- sollevamento della porzione cranio-dorsale del corpo vertebrale verso il midollo spinale;

- stenosi del canale vertebrale, soprattutto al livello del margine craniale delle vertebre;

- malformazione dei corpi vertebrali;

- diminuzione degli spazi intervertebrali o spondilosi;

- alterazioni degenerative dei processi articolari.19,25

Il significato delle anomalie visibili nelle radiografie in bianco è stato oggetto di numerose controversie in passato. Attualmente è stato dimostrato che queste alterazioni non sono sempre correlate con un’effettiva compressione del midollo spinale.19,36 Alcuni soggetti, pur apparendo del tutto normali nelle radiografie in bianco, all’esame mielografico presentano una significativa compressione del midollo spinale.19 Nei cuccioli di Dobermann e Alano sono state riscontrate gravi malformazioni vertebrali con malallineamento del canale vertebrale.37 La maggior parte dei cani affetti da WS si trova tra questi due estremi, presentando vari gradi di anormalità nelle radiografie in bianco. Di conseguenza le radiografie dirette del collo non sono sufficienti per diagnosticare la

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vertebra e lo spazio intervertebrale colpiti né l’entità della compressione del midollo spinale.19,33

4.6. ESAME MIELOGRAFICO

Anche se le radiografie senza mezzo di contrasto (m.d.c.) possono contribuire alla diagnosi di WS, è essenziale eseguire un esame mielografico per identificare i seguenti parametri:

- la localizzazione ed il numero di vertebre e/o degli spazi intervertebrali colpiti;

- la localizzazione della lesione all’interno del canale spinale;

- il grado di compressione del midollo spinale;

- la dinamicità o meno della compressione.33

La mielografia consente un’ottima valutazione del grado di compressione del midollo spinale attraverso l’introduzione di un m.d.c. nello spazio sub-aracnoideo, tuttavia non è priva di rischi.19,38 Le conseguenze più gravi che si possono verificare in seguito ad un esame mielografico sono rappresentate da convulsioni ed eventuale peggioramento dello stato neurologico.19,23,26 Per quanto riguarda le convulsioni i moderni mezzi di contrasto ne hanno notevolmente ridotto l’incidenza. È consigliato, inoltre, di evitare l’utilizzo di farmaci preanestetici come i derivati delle fenotiazine o i neurolettici, ma piuttosto di impiegare nel pretrattamento il diazepam per ridurre la possibilità di sviluppo di convulsioni al momento del risveglio.23 A causa dei possibili effetti sullo stato neurologico, alcuni autori sconsigliano di programmare l’intervento chirurgico immediatamente dopo l’esame mielografico e

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suggeriscono di attendere prima che il cane recuperi il più possibile le sue funzionalità neurologiche. È stato ipotizzato che la causa di questo deterioramento dello stato neurologico possa essere imputabile al posizionamento del paziente con il collo in estrema flessione, estensione e trazione per ottenere le cosiddette

“proiezioni stressate”. Tuttavia in merito ci sono ancora delle controversie.19

L’obiettivo della mielografia è quello di confermare la presenza di una lesione spinale vista o sospettata dalle radiografie in bianco, determinarne la localizzazione precisa e valutarne l’estensione e la gravità.38

L’esame deve essere effettuato con il paziente in anestesia generale, dopo aver effettuato gli esami radiografici standard. Il m.d.c. viene inoculato al livello della cisterna magna dopo aver preparato chirurgicamente l’area.24,38 Il paziente viene posto in decubito laterale con la testa iperflessa e tutte le manualità vengono effettuate in condizioni di rigida asepsi. Si utilizzano aghi spinali da 22 Gauge dotati di mandrino che vengono inseriti al centro di un triangolo immaginario definito cranialmente dal processo occipitale e caudalmente dalle ali dell’atlante. L’ago viene inserito finché non si avverte una diminuzione della resistenza in seguito alla penetrazione attraverso il legamento flavum. A questo punto il mandrino viene ritirato e viene fatto defluire passivamente il LCR per una quantità pari almeno alla metà del liquido che dovrà essere iniettato, per non provocare variazioni di pressione. I m.d.c. utilizzati sono iodati, non ionici, idrosolubili, alla dose di 0,3-

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0,4 ml/kg. Poiché il m.d.c. defluisce secondo gravità, dopo l’inoculazione, è necessario sollevare la parte anteriore del soggetto per qualche minuto.38,39

In alternativa, l’inoculazione del m.d.c. si può eseguire anche a livello lombare19, in corrispondenza degli spazi interarcuali di L5- L6 o L4-L5.38

Il riscontro più comune in corso di WS è la compressione ventrale extradurale del midollo spinale causata, generalmente, dal disco intervertebrale. In questo caso il margine ventrale della colonna con il m.d.c. può essere sollevato o addirittura ci può essere un’interruzione nel sito della compressione. Spesso si possono rilevare più aree di compressione ma, solitamente, è possibile individuare la lesione più grave. In alcuni cani si può riscontrare una compressione dorsale del midollo spinale, causata da ipertrofia del legamento flavum o dai processi articolari.19 Ancora non è chiara la correlazione tra il grado di compressione e la gravità dei segni clinici.19,40

Oltre alle proiezioni standard, VD e LL, vengono effettuate anche le

“proiezioni stressate” con il collo in estensione, in flessione e sottoposto a trazione lineare. L’estensione, generalmente, accentua le compressioni sia dorsali che ventrali. La flessione può ridurre il grado di compressione. La trazione, ottenuta applicando una tensione sul collo del paziente tirando la testa in direzione craniale e gli arti toracici in direzione caudale, può ridurre considerevolmente la compressione sul midollo spinale.19 L’utilizzo

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di queste proiezioni è essenziale per differenziare le lesioni compressive in statiche e dinamiche.19,23,27,39 Il concetto di lesione statica e dinamica è stato introdotto per la prima volta nel 198241: se alla trazione lineare della testa si ha una marcata riduzione della compressione del midollo spinale si parla di compressione

“dinamica” (fig. 14); al contrario se non c’è un significativo miglioramento con la trazione si parla di compressione “statica”.19,39

Mielografia cervicale di Dobermann maschio di 7 anni. A:

esame in posizione neutra, si notano due compressioni ventrali extradurali tra C5/C6 e C6/C7. B:

esame in trazione lineare, c’è una riduzione della compressione in entrambi i siti. Questa lesione è stata classificata come “dinamica”.

Fig. 14 Da: da Costa et. al. (2006), Vet. Rad. & Ultr., 47(6):526

La differenziazione tra compressione statica e dinamica è molto importante per la scelta della procedura chirurgica35, in quanto una lesione dinamica può rispondere bene ad una tecnica di distrazione19,21, mentre una lesione statica richiede un intervento di decompressione.19,24 Tuttavia è stato notato come questa differenziazione sia piuttosto soggettiva e vari da chirurgo a chirurgo21,24,39, quindi c’è la necessità di quantificare il grado di compressione e la forza da applicare nella trazione lineare.39,42 Inoltre è stato notato come lesioni che apparivano dinamiche all’esame mielografico venivano riconosciute come statiche alla RM,

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pur applicando la stessa forza nella trazione. È stato ipotizzato che questo sia dovuto alle proprietà elastiche del midollo spinale e della dura madre, e, poiché con la mielografia si può visualizzare solo la colonna del mezzo di contrasto, lesioni che appaiono dinamiche possono in realtà essere statiche.39

La proiezione in estensione è meno utile, ma può aiutare il chirurgo a stabilire qual è la lesione più grave quando ci sono più punti di compressione. Inoltre l’estensione del collo permette di identificare altre lesioni che potrebbero diventare clinicamente significative in futuro. L’estensione cervicale deve, però, essere condotta con estrema attenzione poiché va ad accentuare la compressione sul midollo spinale.19,35

4.7. TAC E RM

La Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) e la Risonanza Magnetica (RM) sono tecniche non invasive che permettono di ottenere immagini multiplanari delle strutture da valutare in sezioni trasversali senza la sovrapposizione di strutture quali coste o ali iliache. Permettono di determinare accuratamente l’estensione cranio-caudale e circonferenziale della patologia e di seguire il decorso delle radici dei nervi nei successivi tagli trasversali.43

Con la TAC si possono evidenziare molto bene le alterazioni delle ossa ma la differenziazione dei tessuti molli non è così buona come nella RM. In particolare per evidenziare il midollo spinale è necessario utilizzare un mezzo di contrasto come nella mielografia.19,43 Inoltre, per escludere altre cause di mielopatia e

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per definire più precisamente l’area da sottoporre a scansione, è necessario, prima eseguire una mielografia convenzionale. Questo non rende la TAC uno strumento di diagnosi sostitutivo della mielografia, ma piuttosto un esame complementare che può aiutare il chirurgo nella scelta della procedura decompressiva da impiegare.19,35

Un immagine normale ottenuta con la TAC mostra sezioni di midollo spinale circondate dallo spazio subaracnoideo di diametro relativamente regolare. In corso di WS si può mettere in evidenza uno schiacciamento o un decentramento del midollo spinale rispetto al canale vertebrale (fig. 15).19

Immagine alla TAC in seguito a mielografia, spazio intervertebrale C5/C6, il midollo spinale è compresso ventralmente da una massa tessuto molle e lo spazio subaracnoideo ventrale è notevolmente ridotto.

Fig. 15 Da: Sharp et. al. (1992), JSAP, 33:491- 499.

Un vantaggio della TAC rispetto all’esame mielografico standard è che permette di valutare il grado di atrofia del midollo spinale ottenendo, in questo modo, importanti informazioni prognostiche.19,35

Le immagini ottenute con la RM forniscono un eccellente dettaglio dei tessuti molli ed un buon dettaglio anche di ossa e cartilagini;

inoltre non ci sono i rischi connessi alle radiazioni e gli artefatti sono minimi. I principali fattori limitanti sono rappresentati dal

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costo e dalla prolungata anestesia necessaria rispetto alle tecniche precedenti. Le immagini ottenute forniscono un maggior dettaglio circa la compressione del midollo spinale evidenziata con la mielografia.43 Già dal 2003 sono stati presentati studi che dimostravano la possibilità dell’applicazione della trazione anche durante la RM per poter valutare la dinamicità della lesione.26 Con il cane posto in decubito dorsale sul tavolo della RM, la trazione è stata ottenuta applicando dei pesi a lacci assicurati al muso.26,39,44 È stato dimostrato che, mentre la mielografia permette di identificare la localizzazione della lesione in molti pazienti, la RM risulta più accurata nello stabilire il sito, la gravità e la natura della compressione del midollo spinale.39

4.8. DIAGNOSI DIFFERENZIALE

Nella diagnosi differenziale bisogna prendere in considerazione qualunque disordine che provochi dolore del collo, paraparesi o tetraparesi.33

Prendendo in considerazione le varie patologie secondo l’acronimo VITAMIND troviamo tra le vascolari: embolismo fibrocartilagineo e mielopatia ischemica; tra le infiammatorie/infettive: poliartrite, polimiosite, discospondilite cervicale, malattia infiammatoria del SNC e meningite; tra le traumatiche: frattura/lussazione spinale cervicale; tra le anomalie congenite: sublussazione atlanto-assiale;

tra le metaboliche: iperparatiroidismo nutrizionale, sindrome di Addison e qualunque disordine che provochi debolezza; tra le idiopatiche: cisti aracnoidee; tra le neoplastiche: tumori della

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colonna cervicale, del midollo spinale o delle radici nervose ed il tumore del plesso brachiale; tra le degenerative: patologie discali cervicali, displasia bilaterale delle anche e rottura bilaterale dei crociati.23,35

La differenziazione tra le diverse patologie è resa possibile dal segnalamento, dall’esame neurologico, dal profilo ematochimico, dall’analisi del LCR e dall’esame radiografico/mielografico.33

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