DELLA LITOTRITIA
OSSIA
STRITOLAMENTO
DELLA PIETRA IN
VESCICA...
Alphonse Tavernier
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Coi Ti^
diCiò. Gnnm s Ditrspisu.
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Ih TRADUTTORE
La
lifoiritia,ossia t operaxione di
striio-'lare la pietra in vescica
,per giudìzio del
sommo italiano ehiturgo^
il sig.professor oaraUsre Soarpa « merita di prender po*
sto tra
lepiù
utiliscoperte in chirurgia fatte aWetà nostra, e sarà sempre monù>^
mento di gloria al suo autore
(i). •Ed in fatto pelle replicate prove al
sig.disiale fe^
iicemenie riusoite nò alTevidenaa chiarito
,
eh* essa ^ aooosta alla perf enome
^e vuoisi annoverare fra
leoperaùom chirurgiche in^
dispensabili e di uso comunale* In Itaka per altro non è generalmente conosciuta tanto che basti, e per la mancanza degli stromentii in nessun
sito^per quanto io
mi sappia, fin ora stata praticata. Laonde cosa importante ed utile ni è paruto
ilve*
nir dimlgando trasportata neW idioma no- stro la bella Memoria del
sig,Tavermer,
(i)Annali Uoiv. Ui Medicina, lom.
XLIL,
p. 54a*in cui discorra deW
ori^it\ee de\ progressi di questo wua^o metodo operativo
imeiten"
do
altif'ò)innanzi
intarale
inrame
le fi-gure
iliquand stromerUi sono
statia ciò fin qui proposti.
E
i^uianlirei dfre
^che sarebbe vera- mente a. desiderare
^che
lo spiritodi filata tropia
,che tanto esser de^e in coloro ohe presu'tioNo
aglispedali
^movesseli a ren- der questi /orniti Megli stromeati,
litotriticl^dk
l sig.CMale: Ma siccome ia mano, è
si^caramente
iltutto nella bisogna di guest* o^
peraiyof^è coàn.wrrebl^si altresì, perchè tton- s'arrischiasse
ilhen essere e forse Im
'vita
di alcune persone, che fosser
Lìa Parigi
inpiatigiovani fihirurghi^ che l'adr destramente e
lapratica n appr^sdessémc dal
sig»Ciyiale medesimo, fraglia
ilcielo che
.qtufctiqparole
sterniascoltate e ao«i
t umanità languente ne
ritraggacmnqua
quo* benefici
effettiche in più casi la
li"Stantia pttò a tutta ragiona ricadere.
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B
fimi'
mai cpinioM ^iro*
tatti FiltflDril<to«éiMe ptnoM iM*
«rit»-qvelbè ,m€nrmma»0 àéàm tpfntre h
pieirt io vmcic* teiièveavia lÌMliadalb
clurargn francese.Laonée
etiioMiniiio noiUt
coianoA
•ol grata a'leggkori nòstri,
ma
ntlle àlttea), nal*éa#t la sp<MÌ«onepm
paióbìlasania nipiali S qMtk
aaaaicrad*opetara; la <|nala
mal
poaionoapprtnarn
coloro, cbenon ne
tannotenon
qoaalone
ftióHlm da
questoe
da qntlfaotore, chene
hapène
^«
Mm
mediiarottn' tnilo fnefln*cba ne
fii io proposimscfUio.
...
«|9«
Ho
scrivere questaMemoria
fii ooslra mira di metter iooaozt con esatterza ed imparzialitii lo sta»lo della scieoxa cooccrueote esso stnlolameato•dalla pietra.
La
litolritia è ella nuova operazione? Chi inventa*vaia? In che sia des5» ?
A
quali modificiizioDi cindò sino a*dì nostri su^^etia? Quali i vanta^t;!, e gì' in- convenienti di ognuno de'divetsi prnci"(iui(>nit »tuli proposti? Quali gli avuti iisultamcaii^Qua!
pio so.^fftreotipoD'i adiscullerc,
ùi ^«Ksto no>rro /•i*'^'^^- «rfic immaginala; fa in
«reta ciiisaq*»*"''^' noiciachc ben
pub
dirsi, lei dr* suoi pr""' ^ origine nicQte valulas- cjjipprimj» o^" '^^^ootabilissimo, clic tra i numerosi scria. *^ let^P'^ praticali a srriipe;<*rc le pietre wczxi 1" vescica, (jurllo che
meUc
innanzi ineir'""'^"''^^ reali, e
meno
pericolosi,^ia stato Tol- rsatafig' ^^^^fo, e tenuto a principio qual ausiliario<t>nto; mentre il procrdimcnlo il
meno
prali-il più nullo e risicoso (il disciogliere cogli
^oii-chiiuici) tulle a so tirava le menti, e quello
ttef*^poi si fosseche riducesse anicllcr
mano
a*mcc-
^nici agenti,vale a dire almetodo dellospezzamento, p.tfafto cercando di sciogliere la pietra in vescica i Jottori Gnuthuisen in
Germania
, Cìvìale eLeroy
dEUoles in Francia avvisarono meccanicamente trat- tarla onde ajular 1'cffflto »lc'lor solventi. Di talma-
.niera di
un mezzo
accessorio,ma
il solo utile, fur pottati a fermare un metodo terapeutico, che pei ri- sultamenti che promette esserpuò uno
de*più belli della chirurgia.Ma
i lavori del signorAmmsal
ci siparano innanzi in altra foggia: ella fu la cognizione della poca incurvatura dell'uretra, e perciò la possi- bilità d'introdurre unatenta retta,che gliridusse alla
mente
d'ire a rintracciare invescica i piccoli calcoli, e là spezzameli.Vediamo
ora senuova
operazioue èU
litotritia.L*idea di lei usare ond* evitare il taglio, non è aliga
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1
VStiova, da che fin daì principio del
XVlI
secoto San"tòrio (i) dcslpiiava
uno
siromento idoneo a questa operazione; da che all'uscire del i8.° Desault rico- nosceva possibile sirugt^ere le pietre di piccolvolume od
altri corpi stranieri racchiusi nella vescicamediante le pinzette di lìnlles, di'tte di llunter,aumentandone
foltanio un po' più la lunghezza; e dache fmalmcnteA. Cooper
riusciva più d'una voltaaportar fuori pic- cnle pietre vescicali merce pinzette ricurve, da lui a qaes'o fine inventate.Il pensamento di stritolare le pietre inceppate nel-
r
u'elra , od allic giacenti in vescica, ond'agevolarner
e^|)ellimento pelle vie naturali non è del pari nuovo.Albucasìs(i).Parcoe
Franco
(5){a), lo conobbero,e lo svolsero nelle opere loro, e personenon puntodella medica professione, ilmonaco De Caleaux
, e il co- lonello Martin, de*quali noi farcm parola più avanti, l'eseguivano con riuscita. Ciònondimeno
puossi dire, sìa la litotritia operazione al tutto nuova, e per pro- varlo basterebbe paragonarla con ciò che prima Ince- vasi allo stesso fine: e vedrebbesi ch'erano i suoieie- mentisì conosciuti,ma
che nissuoo avevali ragunali assiemeper formarne un metodo compiuto, edapoter essere messo in pratica. Sanlorio citaloòiW H
alter(i) Comfnfnt. in
primnm
fen. primi libri.Canno
•
tnensis A^'icenae venet. i6^i6.
(i)
De
Chirurgia arab. et lat., edit. l. Choenning, 1778.(5)
Amplissimo
trattalodeW
ernie.(4) Biblioihoca chirug., tom. i
, pag. 3i3.
9
uiyui^uj Ly
é
travedeva beDiffiono riascir possibile la ricerca della pietra finDella vescicamerce strnmentorettoiotiodotto pair'oretra, e dava il diseguo di una sortadi tenta,
o
cilindro vuoto che aveva alla soa eslreoità cheva
allaTeicica tre branche da poter essere allargale
a
piacirt,ma
inchioauti pelia loro elasticità a ravvici- narfi: Itqoale atromento a*iotrodacevachiuso, ecome
aiffivaloio vcacka a'avava
ad
aprirne lebranche cotaetso
diono
apìtlaap p
arito,che •correva nellatn^cavità. Allorchéera auppoiìoaveattre le piotette
aA
ferratala pietra, vi ritenera
lema
iMciendo.si av«riai^iseto le branchei
onde ne
tornava allora facile^Feltrarla.
Ma
pareva cheSoMorlo
progetlaate an' o«peiarioM
anricbè detcrivcue asiiato procedimento.iSerelfiio,
noD
diceniga
(i) che il chirurgoGer- mano
yk
cni pinzetteper trarrele pietre di vcaeica faMoorigKtvaaquelle di jknilonfo,veleaseri di ftae:né DmauU
adoperandola pinielte diBumer
OMdificate^sé A*
Coojper^né ^e*
tniti che initerongli^per
aniia'catttribttironoall'inveuione detta litotrotit%pri-
ma
pirchè naavano pinwtte ricnrve,laddove lo ape»*tOManto
dalla pietranon pub
esserlattochecon
istro*menti
t¥Ai
poscia,percbé i procedimenti loro, al pari df'quelltd«^ loro predecessori,non
tran appli- cobitiycÌm a
piccole pietre|e non
a qoelle cbe pel loroolone non
póteran aver'nsdla pelle fia dell'a»taifa.'lUspetto poi al
monaco Dé Cateaux
ad al co^lonello
Manin
f sebbene giagnassero a rìdorraapoeo a poco
iaAmmanii
laIpr*pietrayad-a aod
libaiat»(I)
Da
tttnei medicina.Digitizedby
g^tip,imezzi dierialepraticavano soDtroppoperigliosi etroppo difficili ncii'esecutiooea (all'altri che ai
ma-
lato
medesimo
, perché potessero perciò riuscire dipr»alla scienza. I procedimenti adoperati per romper
U
|)ie(ra impegnala neiruretià non era altresì che
me-
nassero alla lilontrotia. Quelli 6*Albucasts e diAm-
brogio Pareo, perimperfettichelembrassero,avrebber ciò non di
manco
bastalo airuopo
se avesscr mirato ad afferrarela pietra etitro la vescica;ma
non adat- lavanii che alle pietre ncll'uretra^ eil primo passo^ e il più difficile, era di credere, che con questi str<sl Itromcnti giiignfcr si potesse al collo della vescica.Ciò che oè Albucasis, nè
Pareo
,néFranco
fecero^peilà solaragione dell'essereil lorostrumento dt-iitoeilca- bale dell'uretra curvo.La
qoale incurvatura fu del certo mai semprequellay che allontanava dallamentè
de' medici l'idea di poter aflerrare le pietre uell'in^
terno stesso dell'organo che le racchiude. TuttavoltA
dopo
Albucasis, che diccsi adoperasse la tenta retta (cosa di cui noi più che itiai siamo in dubbio pella molta oscurità del testo suo(è)),
la possibilità diin^trodurre in vescica una sciringa rettaiu nel fjsg
mo*
strata da G.
Hameau
(i), nel 1776 da Lieuiandj nel1795
dal professor Santerelli diRoma
, e in qnell»sfesso torno da Lassus ne' suoi corti, e più vicino a noi, nel iSiO; dal dottor
Monlatgu
in una tesi so^iteouta alia facoliii di medicina di Parigi.
Ma
le ideè(1) Reflexions en forme de lettres^ 00 Analyse <ft la Dissertation de
Morand
sur la taille en haut ap- pareti.Amsterdam,
in la.IO
generalmente ricevali ininrtio alla direziondell'uretr», e di consegueutcalle difficnlià, c impossibiliù sieì>sa
,
di servirsi di tenie, che non avessero glandeincurva- tura, per adattarsi a quella dell'uretra al dissotio del pube,ivantaggi leali che rispondono negli usiordinar
j
Je lente curve, ed in ispezie il poco vantaggio, che pareva avere un inusitato procedimento, di cui
noa
travedevansi ancora le felici segurnze; l'abitudine che fa pur legittimi sin gli errori; ed ogni co^a infinecol- legavasi a farsi che fos^er lasciate nell'oblio le osser- vazioni de' diversi tempi sali'uso della lenta retta,
e tenuti in nessun conto i consigli intorno a ciò duti dagli autori che noi citammo.
Fino
al 181 5 non si tenne più discorso dell'^adope»rare sciringadiritta^quando a quell'epoca «'avvisò ciò fare
un
medico bavarese, senza gli desse pensiero la pratica in uso, e senza forsn esservi mosso danuove
cognizioni solla struttura dell'uretra^ma, può
esser^soltanto{ìer ispirilo di esperimentare, del qualen'ebbe più d'una volta dato pruuva.
Ed
ecco ciò che pubbli- cava: a L'introdurre in vescica sciringa rtlta trova opposizione tanta nella maggior parte de' medici: s*è talmente abituato all'antica idea del doversi adattar le sciringhc alla direzione del canale orinario,che
molti non posson comprendere,come
sia possibile lo inoltrarne iu vescica di diritte, e colale impossibilitàmi
rinfacciarono.Ma
ciò che meramente s'è fattoè
possibile. In due persone, in cui a bella posta volli provato questo
metodo
, introduceva setiza puntodi
difficoli^duebastoncinidivetro rotondatialtaloroestrc- mila, e del diametro di Ire a quattro linee.
Ed io
ardisco pur pretendere^m
quellaguùa
di eciringarc1t
ìnfioiismrnle più agevole di quella a tenieincarvatc
; eimnconvinceva in diverse pruove.
Ma
arender per- suasi increduli io ne faceva pubblica esperienza in unuomo di treni*anni alla presenz.i del consiglicr dì medicina Musstnau, del ptofessoreKaurkj
ecc.,ecc.«Ond' introdurre lu sciiinga reità, il inalalo de- v'esser in piedi, e la porzion di tenia, tiie s'
ha
orile maniy coòì diretta da formare coli'orizzonte no angolo di 5o gradi; di
mano
iomano
che lo tiramento va innanzi, 1*inclinazione diminuisce, e diventa del tulio orizzontale. Giunto chesiasialbulbo deiruretra s'inchina la lenta acinquantagradidisotto dell'orizzonte, e arrivasi alla prostata; :il qual puntòci vool prudenza: iansi dapprima de' piccoli movi- menti in giro onde allargare il canale, finché il
ma-
ialo dice parergli di dover urinare; allora s'è nella
^zion
di canale situalo nella prostala; si continua a ipignere bel bello lo slromeulo col leggiermente moverlo in più versi, e coi>ì s'entra in vescica. Deest riflettere che al mentre s'introduce la tenta retta bi- sogna tenere unamano
dietro allo scroto, in colai sito, the si possa sentire ov' è giunto l'apice dello slromeiitoj ciò che facile riescemassimamentene'sog<gclli magri (i) ».
Le
parole del sig. Gruiihuisen corser la sorteme- deàima
di quelle diRameau
, di Lìeutaud, di Lassus ed altri: non ebbcr eco : nissuno fu persuaso alle lue sperienzc, o per Iomeno
nissua ridassesi a ripe- terle: tanlo possono le ubbie. InFrancianon
sisapevi(i) Salizlfurg,med. chir,Zeitung, i8i3.
ij'jaii di Gruìthiusen: il suo procedimeoto pareva òzn- palo ad eterno oblio là dove immagioalo,
quando
ne\un aiulaote d'anatomia della scuola di Perici fu glKato da ricerche intorno alla struttura, ed alla di- rezione del canale dell*uretra, alla introduzione di sci- riuga retta.
Ed
all'uscire deli8aiquesto chirurgomo-
strava a molli de' suoi allievi la possibilità di questa pratica, e pubblicò i risaltamrnti di sue sperieoze^ inuna
nota nel fancirolo d'aprile 1S22àt\ tiouveaujour- TiaL de wéJecùu», nella qualecoù
esprimevasi: «con»vinto, che 1'uretra dell*
uomo
non ha che una leg- giere curva, sotto e dietro la sinfisi delpube, mi
ridussi e dar moltomeno
d'incurvatura alla tenta,
come
praticano tanti chirurghi, ea raddrizzarla quasi del tutto per un infermo di fistola urinaria con istrin- gimeato delf uretra, e in qaesto caso feci ragione del vantaggio che avrebbesi in poter far girare la tenta tra le ditay quasi specilloin esplorar le fistole, onde superare più agevolmente Vostacolo,senza arrischiare
4^1 aprir di ialse vie.
«
Non mi
si parò che una sol volta l'occasione d'usar la tenta d'argento retta in un malato,cui net- tai la vescica del catarro, e delle macosiià purulenti ragunate in suo fondo: ciò che far non poteva colle ordinarie^ma
con tuttafaciUtà l'introduceva in graq novero di cadaveri; e d* altra parte l'analogia colle candellctte, che allorché si fan girare nell'uretranon
descrivono alcuna carva, ormi
basta 9. Nel mese di giugno dciranno istcs&o leb&e all'Accademia di medi^Cina una
Memoria
intitolata: Osservazioni sull*uretra deli*uomo
edelladonna
, nella quale insiste particp- }armente s^li'esser quel capale presso cheietto.v.oogle
li iig. yimussai, che probabilmente
non
conosceva Topra di Gruithiusenj fuadunque
ilprimo,
che in- cusse le persone dell'arie a riflettere alla vera dispo«fizione del canale dell'uretra, e t*altri prima di lui parlarono di osare scirioga retta, non è che si posta contestargli il merito di aver convinto i medici delia possibilità di giugnere iu vescica allramenli che con tenta ricurva, ciò che tutti finoa 'quel punto inchi- navano a metter in dubbio.
E
non avesse egli pur fatto elle suscitare la discussione di questo puntod'a- natomia, da cui la chiruigia seppe cavarne si utile partito , aviebbe incontestabili diritti alla pubblica ri-conoscenza;
ma
egli ebbe operato di più, posciachèDon
mostrava soltanto, siccome i suoi predece:»sori, il fattocoiresperimento,chesino aquelpunto non aveva bastalo,ma
il venne spiegando in un esatto anato-mico
lavoro: la qual maniera di pruova Iu tanta da cambiare le ricevute idee, c faradottato l'uso dclU lenta retta.Il sig.
C
ivialef in un'opera stampala nel idaS, dice^
eh*egli prima di quest'epoca ebbeintrodottalasci- ringa retta;ma
1*assersion .«ua poco varrebbea petto, si btto indubitato, che parla iofavoredelsig.AmuS'
sai,se
non
fosse fondata insud'una
provamateriale, sai disegno d'istrumentiretti a guaina, inseriti inuna Memoria
eh* esso sig. Cintale indirÌ7ZÒ nel 1818almi«nistro dell'interno (1).
Mi
che perciò? Il sig. Civialó Delmodo
istesso che Gruiihuisen, e senza che eerta-(i) Giusta ilrapportofolto aìTIstituto liai mqrzo.
a
mente
sapoiM fibche questi avevafatto,trovavaTuso .(kUntenia rettaf
o V
adottava dieiru a' consigU deg^.4liitori che da pr7za n*avevan parlato.,il;peic|)é
non
è nien corto, cheil sig.Amùssat
ignorasse,! lavori del sig.Civialey se essivtv^o
fatti di,chetoy^nim
piij»blicati che
dopo
la slampa della noli 9elnouveau journal demédia'ne.Primadella,qualool^mai
sitrattò .dello spezzare la pitUa in vescica,e> i)ò||*in..chedtpe mesidopo
leipubblicai^f qlwcomparve
ilprimo
ap- parecchio percotale operazione.|9oi. dÌCR|Pli|0y obe iMdea della ciir\'atnradell'uretra do3r«||;|iafSttmì»iMD|e,impedire lacredenaa,. di riascir
p^S^e
«^méttermano
aliadistruaione deM^.|Hi>Urerii»-chiqie.ii^
yeicicacon
luti'altromes«»,|nòr/diquelli»,4i^,-Vff^*i|jdà.fan operaie
osa
sottanaa a4iacio- 'é^jlBSf^^^'St die ^Dcsio e il taglio,aijfbrinfittii Jp^il^ijpllinifm finoa,qvieiti ultimitempif|i8jliate>a^
d'
una
Tolta, e.iodobiiatamqite, lett^,la storia^ si fecepeusìero di roeccanicamebtek^prate
ifi sulla pietra}ma
l'impossibilità di ottenerenstdumfnitì^soddisfacenti, ei guaiche
ne
Mltjmi./ki^Hvare^ furcagione, cbc
mai sonp»
laM^if^o
procedimeiitoj./:beun
dl.dò|«vaj|iìjeiie^valevole. . /
^u.f^-^^»}^.}. J
'-.^T -'^Ma
quale era^a|^a
il^met^'Aie
nainralmente ca- deva innaosionde
oMcnere quest'eflfetto?Quello,cbe
in ognitempo
ti divisò^ed anchein oggi vuoisiman-
dare io csecosioue, di ridurre cio^fai pietra a iritoU da poter uscire colleurine;A
cui giugitereche paregli convenevolee possibiled'operare? Portare invesdca per
la viad
ll'oretrauno
stromeniosottile,diuna du-
rezzamaggioredi quella della pietra,un*astametallicaDigilizedby
i5
amo'
essemplo, ed essa in colai maniera far ado- prare daconsumamela
o spezzarla.Ma
per valersi di questo slronienio senza tema di ledere le pareti del-r
uretra era giuoco forza iniroduroelo olla mi-nc dì tenta buccata;ma
siccomeaqueltempo
eranoletchte lutle piùomeno
ricurve,anchequesta cosìdovevapur essere,d'onde Uimpossibdiià di darvi altri movimenti iuor di quelli d'innanzi e indietro, e farlaadoprare amo'
di lima odi scarpello.Così difallointerveniva de- gli slrommli, che immaginarono i due infermi da noi citati a principio di questaMemoria
,ecosì è diquello proposto nel 1819 dall'inglese Eidgerton.Koi non ab- biamo il disegno dello stromcnio, di, cui si valse il frale deCaltatix-y sappiamo bensì consisteva desso in un'asta d'acciajo lerniinaule a scarpa e scorrente entro una tenia vuota e llessibilc,cchecosì porla\ala sino in vescica. Abbattutosi nella pietra, e popgialovi conlra lo slromenlo, il malato ne batteva V estremità fuor di vescica a fermo colpo con martello d'acciaio
,
e giugneva così a staccarne qualche pezzetto.
Lo
stro-mento
del colouelloMarlin,
citato uoiTopera sui cal- coli del dott.Marcel
,era una foggiadiraicteie d'ac- ciaio colla convessità ridotta a lima ben temperata.Introdottoentro una cannuccia egualmeuie ricurva, veniva la parte sua connessa a contatto colla pietra,
di cui logoravano la superfìcie mercè d'alternati
mo-
vimenti.Quello d'Eldgerion rappresentava essendo chioso una grossa tenta ricurva, con un manico dcstiiiótoa renderne
comodo
1'uso. L' estremità che va in viscica era ridotta per lo lungo in due parti o bfancliey riunite al lor apice p^rmezzo
di doppia atticola-16
zìone, spettate e parlmenii articolate nella parie di
mezzo,
di maoicra cheall'esserpermeccanismo
parti- colare allontanate) rappresentavano tinrombo,
nel cuimezzo
poteva entrar la pietra ed esservi raientita.J^eìV interno di questa cannuccia facevasi scorrere
un
filo d' acciaio portarne in cima una lima piatta disposta in maniera da costantemente* rimanere appli- cata al calcolo che dee consumare. Questa breve espo- sizione basteràafarconoscerequanto pocoidoneierano que*diversi stromenti al fine cui destinati, ed a'quali rischi potevan esporre i due primi ; ni ci voleva del certo, che la disperazione portata dalla paura di do- lorosa operazione,oipatimentidicrudele infermità pei iarTÌ dar di
mano
acoloro che tentarono adoperarli.Al rimettere ai tanti ostacoli, che incontrauo gli islromeoii ricurvi di spezzar la pietra in vescica,
non
puossi ameno
dinon
apprezzare Vimmensa
parte,
che neir iorenzioue della litotritia spetta alla scoverta d'introdurre la tenta retta, spezialmente se fìa notato che sifumercè l'unacheilsig.
Amussal
venne dine- cessità condotto all'altra; e che èstato soltanto io sequela alle osservazionida lui fatto, che al sig. L&-roy
, i cui tentativi n*andaraao sin' allora senza riu-•cita, fu dato inventare il soo processo(i). Tiene del probabile sia pur stato la cognizione dell'uso del ca- tcjere retto, cb' abbialatto nascere aisig. Civiale Pi- dea d'istromeniiretti; perocbè
non
possiamo no sup- porre, eseguisse il suo htotritore prima di sapere che(ì)P^.
U
opera sua sui diversimetti adopralipef^guarirdalla pietra^ pag. 157.
»7
terom
poss^lle lo imredurlo mXItwntn, Fbal- meQte
senon
Mplft^dely«ro il diif^. lalit^iitiauvao^u oe)U
.MQf|B|KftMa
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i^fit |Mr )•ncDo
pfDTaiOy^.Mimk HMBKBto
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liloirìtiainveniiiHit«aéiMi
di'tilt:.!!!^^Utf^jBntQ ìpfpdi
no gwwihmnu %»M«Hi» o
per lònc««
«lilj^to, lapoca
cioè«Mi la^avva
diU'ofeti»Mito
IntinH à4 o r mm ^mMt
iat|o4iiCTÌ ta«if tmip-iil
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fallolada emiAukm
4I.OVOVO aoiMPiiwiW
ad
tii3iy fci^awfamalunlrìa
paciUmf» €9Mioan.lt
iffotii^i «ht JaMemoiia
» ncPa.^ivìlé.c|^«volfifalo 4«eidot^ antndo
ignotaaUà FraàfM» 4
iif.GfiM» ÌMegiaaYa
noii9i»a|Ri*pcnti.iilti.pfr
ondar
ia«aica.4o*^QolimUo
voicica,im
giodicaBdopai4
aproporlo^ ifodorMo A ooo
pTQgeiio,dia
fio.o
quel paolooiairpuò pead^ MMo
•ccoMo wm ioMO, •
bìmi «lìballojoiawo;
faai-«MMI*
chemI iBm
il.aig.^WMifiif, eeoa'akioupera
M
lavoro dì Gniiéiii$m,,uè.aoprattmiodi^ello
del sig, Civiale, cb* era inedito, per lo primo-
prodand
ioFrancia, io
modo
che imedici vi dej>«erorecchio^ )a vera diiexiooe dell'uretra, Tuso della tenta retu, a 1'appiieaaio^i Mia.alle «Uu^iinci^io dipiccole pietra in ve&cica.KoD
appena fu la litotrilia oV arte di stritolarei calcoli nella ve&cica,ood'evitareiltaglio, nellascienza introdotta, che seppe attirarsi gli sguardi tatti,conso- lare più d'UD
infelice, prooietteado ancoranuovi he*
ne&u. ^li«QIla meravigÙa adoppila dell'ardore, col
qttìt
pinnbie peiMM fScUmnoa
la gbrié delT ia^vcntion
M«y
Bèàelattecoreche
«Urinmerd
nelper*Ibaiontile.If
on
ereeppena
coneicioUche
eiaa-riceveva 4ì«impeMaDii modiScasiooi, perpartedi^egU
flessi,
cbe ayewnla
ionnagiiiatayaiMUo
, per esempio, che glisiremeati de' qnali servesiattualmenieilsig.CiviaU io aieatepih atteogooea
qoeltt eh*eglidava
nel i8!i3 Dellèsua operasullarìteatioadell'oriaa.£
poossi lasseoejceitinel consallarc la.tavola 1, fig.6,
ipB
'f
9 e
latav. IV.Ma
per aocor megh'o leoer in conto ianbnmeDtiy
eh' finora subì, baslerk fiirpa- lagone degli strettemiimmaginali daldott. Gnutkui'am con
qnalli del dott.Bóuriehup
(i)e gli altriche•tanno
ndle
tavole II, IIIeT. — Ben
rapidiAtrono iprogressi della liloiritia seragguagUansta
quelliche
in gcQccaleehber d'ognitempo
ditoimelodi oper»*tivi
a
diiCirenti epoche iunoagioati.E
pernon
dire,che
dell'operaaiondi cavarla pietradivescica,non
vi vollemeno
dtmi
secoloemez^o,
perchè alme-
todo di Giofannide Bomanì
, appellato^ecUo maria- *IM
(c),divisatoben lungapezzadopo
qiuUoconosciuto|>d primo sotto il
nome
di piccolo apparecchio, ab- bia potuto succedere il più >i<:iiro diFra Giacomo
,
e
cioquant'anni di sapienti ricerche quali quelle di Merjr.\Haw
, Marecluil,Morand,
laure,Lcdran
appena sulficieati lurooo perch'esso toccasse quel gra-fi) Ciduolepiù che
mni
f cheU
sig. Heurleloup Kon obhia potuto permetterci di qui dare i disegni de iuuistromeruif tantopiii, cheil suoprocessodif^jgrisce ^sseaiiaimetue
per moki
rispetUdaf[iitdwL •»•
i
Digitizedby
^9
do
di perfezione, cuiportavaloFra
Cosimo. Tn nax parolaIre secoli ircpassarono dall'inven/ione delgran- de apparecchio a quella del taijiio retlo-vescicale, e quaninnquo il sapere e 1'espcrienra de*più abili chi- rurghi fosse posloin opra a modificare in mille guise cuiesta operazione^ e che da questo concorso d'inge- gnosi lavori colali risultaracntì ne venissero, cheU
gloria formano della chirurgia,
non
seppesi ciò nondimando
guarentireil Ugtioipogastrico dall' infiltrazione dell'orina, e dalla mai sempre funesta infiammazione che ne conseguita. L'operazione coli'apparecchio la' taralesoggetta ancor soveotissimo all'emorragia,od
alia lesione dell'intestin retto, e il taglio reilovesci- cale, non che il bilaterale destroj obliquo o misto se vanno scevri di alcuni pericoli che rendono gli al- tri processi sì terribili^
non mancano
però d'aver an- ch'essi i loro inconvenienti al tutto gravi.L'arte all'incontro di struggere con agenti mecca- nici la pietra in vescica giii tanto amniiglioròy che se mal puossi dire s*accosti alla pcifczioiic, n'è per Io
mcuo
pruovatoy che in abili mani può sì ben ri-spondere (i) quanto il miglior processodi cislotomi.i ,
(i)
Noi
diciamosì ben rispondere;perchèse tenuto conto de' casi in cuiè inetta la litotritia , e diifuei.^ne' quali
può
correre dcgCinconvenienti o tinnìnei' senz' effetto, non xarà no attribuita la nostra riserva air invidia di sminuireil merito diuna
nuovaopera- zione,ma
piuttostoal timorediesagerare diunme-
lodo, icui risultamentinon
sono ancora tanto nu- merosi, nè tanto noti per farne allutto estimare il pregio.senza esporre a cosi gran pericoli.
Non
potevaacd
esserealirimenli, perchè lo stritolamento delle pietre in vescica non fondava,come
il taglio, insudi prol- fonde anatomiche cognizioni, che a certa qual esat- tezza non posson pervenire, senon
dietro luuglie e penose ricerche, alle qualinon
tulli gli uomioi sono atti a darsi coD prò. Ella non è miga un'operazione^le cui difficoltà nascano dalla disposizione stessa degli organi, in su de* quali s'ha ad operare, e la cui riu- scita dipenda dal sapere e dall' abilità dell'operatore del pari che dalla bontà delprocedimento.
La
liiotritia è semplicemente unmetodo
operativo, che sta senza più neH'adoprar piùomen
perfetto deglistromenti,il cuitoltoè l'idea prima, eIIperfezionamento poca cosa relativamente almeno.£
noi siamo inchinati a credere che questometodo
abbia maggiori progressi fatli, che ancor farnon
gli rimangano, eches'essoandràviem<<maggiormente a divenir efiicace, lo sarà
meno
perl'effetto del perfezionamento avuto, che per la
ma-
niera più omeno
giudiziosa, più omeno
abileconcui sarà praticato. II perchè pare a noi sia già possibilo tracciarne la storia.Prima di passare alladescrizione dellalitotritia,siaci permesso di qni rapportare le scritte relative allaqui- stione di priorità sì vivamente moìsn, si
sovmte mal
giudicata; e di chiarire imedici sul valore delle pre*tese
d'ognuna
delle parti.Se
fosse sUbbieiio soltanto di ona diquelle scover'e, chenon
sondimomento
cheperpochissimo novero di sapienti,forsenoipotremmo
sonxamancare
acui 1'ha
fatta, serrza nuocere agi' interessi suoi
, passarci leg- giermente dellaquislioQe, elasciare al
tempo
la cur%9É
6i decidere;
ma
pelU liiotrliianon sapremmo
cosi adoprare, riesccndo lei dimomenlo
e all'arte di gua*rire, la cui possa accresce, e all'umanità cui torna di sollievo, rtulla di quanto vi è attinentedee riescirci indifferente,
meno
ancora ciò chepuò
fermar l'opi- nione sulla parie che alla riconoscenza degli uomini ciascun pretendente aver deve.Noi metteremo
adunque
innanzi a'leggitori i titoli recati da ciascuno a rinfrancare le suepretese; e ui|«ol
mezzo
noi conosciamo per ciò iareimparzialmente,il
non
riportar cioèche i fatti disicuraauteniiciiìiper ordine di date, e senzacommenti;
enon
aver ia conto chequesti soli fatti. Tuiiavoltanon
riuscendo inutile d'appresenlare in paritempo
i diversi mezzi adoperati a sostegno di ciascuna causa,abbiam
ere*duto dover indicare le principali obbiezioni, ed alle*
gazioni che sono state fatte.
Ma
poco generalmente estimando questi ubimi mezzi, noi abbiamo collo- cato in annotazioni quanto non portava autentici te*atimonjj quanto soprattutto parveci soggetto a con- traddizione.
Noi cercammo
allontanare per quanto ci fu possibile dalla discussione ciò che direttamenteoca
concernevala, e poteva sembrare detto dall'autore per tutt'altri sentimenti, che per l'amor del vero, per tott'altri molivi che per la difesade' diritti legittima-mente
acquistati.Stranieri del tutto a questa quistiooe, e sin dipre- ientc anche a*dibattimenti,sent'affezione del pariche senz'odio per coloro che lamossero,qoi noi
non
cer-chiamo
senon
ciòcheè,enon
migaciòchevorremmo
fosse, e miriamo cessare saquesto punto l'ignoranza di coloro che
non
leggono^ e le preveozitni di coloro«9
che tatto
non
lessero; finalmente se la quistionccon
decidere, ri&chiarnila almeno.Tra
le persone che sin'oraattesero spezialmentealla ricerca di olteaerc lo sirng^imenlodelia pietra in ve^scica, quattro ne riveudicnno laprioritàdell'invenzione e della pubblicazione: son eglino il sig.
Amussat,
Cì- viale, Gruiihuisen,e LiCroy d'Eiiolles ; due altri i fiignoM* Mericeu ed Heuiieloup, non richiamano cheil merito del perfezionamento.
Dissimo 6opra, che nel i8i5 on medico bavarese
,
pubblicava in una gazzettai risullamcnli delle sueri- cerche e delle sue spericnzc in sulla pratica d'in- trodurre neir uretra la lenta retta. Aggiugnererao che lo stesso dottore, ucando il processo di Hàlesa scio- gliere i calcoli con continuate iniezioni in vescica, nel modificava valendosi a vece della tenta ricurva d'una cannuccia diritta (v. (av. I fi^. i), destinata a
man*
tenere lo zampillo dei liquido cosianiemenle rivolto alla pietra.
La
qual cannuccia era intromessa mercè«Itra d'argento lunga quattordici pollici, del diametro di quattro linee (tav. I, ^i*, a); e questa più grossa racchiudeva un (ilo portarne in cima un bottoneaco-
no
(a. f. g.)> che ne rendeva più facile l'introduzio- ne. Arrivala in vescica ritiravasi il bottone, e rimasta essa aperta alle due cstcemitù valeva acondurvi altri strumenti.Onde
giugnrrc a più facilmente distruggerete pietre nella vescicailsig. Gruiihuisenprovò, com'altri aveva pur già fatlOydivenirledecomponendo
colmezzodelia pila galvanicaj e valevasi di quella stessa cannuccia diritta per.portare sino in vescica i due fili.metallici Ì5olaU, che dovevano sul c;^lcolomedesimo
BlabUicc laDigitizedby
fcorrenlc.
Ma
razione del fluido galvanico, siccome quella del dissolvente, non adoperava chelentamente;eperciò risolvette di aumentarei punti di contatto dell'uno e dell'altro buccandolapietra,edecco
comé
pigliòa fare:Costruiva lostritola-pietra,lacai porzioii vescicale vedesi nella fig. 4 della tav. I, e che consi-*
s!eva in una cannucciad'argento
m
,q,o,nellaquale avevavi un filo di ottone l,k, i, che uscendo da dueforig, h fatti invicinanza delcaposuperiore della cannuccia, formavacome
un cappiodestinatoàfermareil calcolo.Ilquale rinvenuto che s'era cercavasidi te- nerlo fermo tirando i due tapi del filo l , k. Allora collocando sulla girella c, </(fig,
3)
la corda diun
archetto facevasi ruotare 1'astaa
, b (fig. 4) termi- nata od a saettnz7:a a,odacorona da trapano(fig.5)
a,
ò;e cosi veniva la pietra forata.Gruithuisen pensò ancora stritolare interamente i calcoli, si che i tritoli potessero uscir dall'uretra. Fatti impcrtanlo altri fori nel calcolo introduceva in vescica le (>iazetlc taglienti che sono alla fig. 5, delle quali poineallontanava lebranche
n,
h ^pigncndo l'asta t, ecome
la piolia cadeva tra i due fendenti c, tirava a se l'asta, e le branche s'avvicinavano mediante unastretturag f
cheaveva 1'interno della cannuccia.
Per tal maniera, introdurre itivescica una terttarei^
ta di grossezza considerabile per ammettere in se altri slromcnti, cercarla pietra,efermarla, portarvi conlra utia saettuzza che rapidailieote fatta girare intorno al proprio asse ne la forasse, e forata stHtolassela, è il progetto che seni*alth soccorsi col sòl sno spirito in- gegnoso ebbe Gruithuisen immaginato.
Ed
ecco la li^lolritia tutta iutcf'a^ ècco
uoo
solob
piiaia idea d^^metodo,
ma
ancora di quanti mai progetti divisaronsi tla poi;edè facile il conviooersene. Si guardinole ta«vote uoitea questa
Memoria
, si faccia comparazione del primo stromento di Civiale,delle prime pinzetta litopriooi diLeroy
e dogli slromeoli di Griùthuisen e vcdrassi averTuno, come
quellodel dottorbavarese,
un
punteruolo a lancia (Tav. I, (ìgq
) più largo delia cannuccia, e che di conseguente nonpuò
esser tirato addietro,od una corona da trapano (Tav. I,
fig»
8)}
vedrassi dover Taltro(Tav.
II, fig.i)
fer«mar
la pietra Ira molte lamine d* acciaio figurando ia qualche guisa il cappio metallico di Gruithuisen pelmodo
con cui si allargano, e pel loro riunirsi al bot-bone
b.£
s»fieno esaminati gli stromeoti modificali, e perfezionali, de*quali si vale al dì d'oggi, scorge- raxsi , che la diflerenza sola, differenza brn chiara ^ che la maggior parieappresentano, sta nella disposi- zionedelle partidello stromento destinato ad afferrare la pietra, che sono le pinzette, imitazione poi esse puredi quelle di Alfonso Ferri,Ilrapportare che noi facciamo queste relazioni cliff
•on negli stromeuti,nonègib perprovare che 1'
appa-
recchiodi Gruiiìuùsen abbia servito agli altri dimo-
dello, non dovendo noi non pur pensarlo, posciachè
i chirurghi francesi che si fan innanzi quali inventori diconoy mai averavutocognizionenèdelprocedimento del dottor bavarese, nè della gazzella di Sahibourg, Noi non vogliamo che render 1'omaggio cui è
dova»
to, senza che il titolo distranieroo compatriota possa iar preponderare la bilancia; e pruovarc che
noa
èchi abbia maggior dritti del dottor Gruiihuisenal merito deirinveazionej di luicbe ebbe imtnagiaatoq
fitti coDoscerei mezzi eli spezzare le pietre nelU ve- scica olt*anni prima fosse alcun chepubblicato aque-
llo proposito; di lui che concepì tutte le idee fonda- mentali del
metodo
; si che i medici che in seguito fecero ricerchee iicoverte oclia litotritra, ebbero,uoa
conosciuta la tuaMemoria
,fatto d* altra guisa quantoegliaveva^ià operato,cou questa veradifTerenza^cheil loro progetto potè mandarsi ad esecn/ione,non ilsìió perchè imperfetto.
S'egli c evidente, che nel i8i3,
no
progetto d£spezzare là pietra in vescica, per quauto pur il sivo-
glia imperfetto, fu pubblicato, dee senza dubbio po^
termine ad ogni discorso di diritti d* anteriorità. Ci
iìdirii, che questo progetto era generalmente scono- tciato?
Non
intendiamo negarlo;ma
siccome la pnb- blicazione sua è un fatto, che certamente la posterità terr^ piìi in conto di un' allegazione, noi credilmo, lenza torrea coiimmaginò
la litolritiadopo
Grui"thut'sen il merito della scoperta, che Gruiihiàsen sark tnai
sempre
eslimalo 1'autore di questonuovo
metod(>terapeutico.
£
cofi essen(}o la bisogQA dei piìi oóti boncepiimdilfine della triste polemica, eh'è tra alcuni medici fraocesi. Altro essa non
può
aver risultamento che di compromettere la loro dignità, dMnfievolire agli occhi<legli uomioì di aenno il pregio degPingegnosi toro It^
voriye gli ofrtequi di cui questi gliavevan fatti de- gni. Conosciuta che fa la
Memoria
di Gruithid^en>Don dovevasi più discorrere di priorità,
ma
del perfe- zionamento, imperocché Cìviale ed
AmusstU
, suppo- Deodoli.,come
amendiini sei pretendono, inventori della litolritiay credoo eglinooh*
nel dubbio spo^li^a6
raisi Gruiihuisen d'un incontcstabil merito onde e**- vrirli di una gloria fortemente coole»tata ?
Le
datedan
pruova fatta^ che il chirurgo dì Salisbiirtio fu ilprimo
a favellarne; ecome
non è uso ritenere pi2i autori di una stessa scoverla falla ad epoche più omeo
lontane, egli n'aodr^ colla meglio.Il progetto di Gruiihuisen rimasesi senz'applicazio- ne;
niMuno
ne sentì ilpregio,e quanti lo conobbero^
c forse lo stesso autore, F ebbero per ineseguibile. la- traitanto
un
allievo della scuola di Parigi, il kig. Ci' viale,immaginava
nell'anno 1817 stromenti conguai-na
idonei a sciogliere le pietre in vescica, ed altri destinati a romperle onde agevolare Vaziondelhquido dissolvente che voleva adoperare. « Nel mese di lo- glio, 1818 (1), il sig. Civiale presentò al Ministra delf*iolerno ladimanda
per sovvenzioui didenaro onde far costruire stromenti di sua invenzione, eh'cidiceva adatti a struggere la pietra io vescica, senza dover ricorrere al taglio.La
qoaldimanda
furimandatadopo
alcuni dì, segnata col n° ao,63Q, alla Società della facoltàdimedicina,in00
collaMemoria
che dava spie- gazione de* parecchi disegni relativi, 1^ alla teoria della guaina di cuiparlammo
, 7?all'apparecchio di stromeuti che l'autore diceva suo L'tontritore. Ai14
dellostesso mese la Società diede al sig. Civialeidue
stessi Commissari, che1'ultima volta dati gli aveva
r
Accademia; e i quali non fecero alcuna relazione, tlcchè la cosa non progredì ». Risulterebbe da questo4 (i)Reìnzione fatta
aW
Istituto dalsig. Pcrcy neila sua tornata deiai marzo
i8a4*dby
|Moo,chttCrV/d/elìt|q Francui
i^no.» che kt*
BMgtnò glisiroflMoti vaUvali
a
fpfisMt l«^ietm
im vcécica (1};lutlafoludnopo
è quidirt,dM kmwm
ét^(1} il sig,
Leroy neOa
suaOpM
fatitohtmt Eipo^aciooe de' divcriiprocewttdoparali fiaqui per goa»
fifedilla pietra,uomm, ricorrerà alCaglio,crede
dwer e eA
oUiietiare;I*
Che
ilsig. Pcrcy alVepoca^ eh* egli^ ilheroj^freietUava isuoi siromenti
aW Accademia
glidiceva positivamente,avertisig. Civialemai
altrostromento fattogli vedere, che unoa
guaina abilead
ajjèrrare lepietre eda
favorirnelo scioglimenioper mezzo
dei rtaiìvì.1^
Che
Bcclard, che avevaavuto inmano
ima»
noscntii apprescniatidalsig. CÀsìdìetd Ministro,disse in
una
tornata della Società Filomatica, inproposito della comunicazionefattada
unode* suoimembri
delie operazioni delsig. Civiale sui vivo, che nelprocesso verbale voleva essere sostituito alnome
di Civiale f]iieUo di Leroy, siccomeP
autoredi quella sorta di operazione. Ilqualcambiamento B^dard
Tinfran/uiiML diquanto eraglinotoda
dueanni.3°
Che
nelmese
di gennaio i8a3 scorrendo il sig. P<;rcy, presentelo stesso htiojf*loscrittodelsi- L'nor Civiale, nuovamente gliconfermava
ciò che gli aveva già detto,chenon
trattavasicioèpunto d'appa»recchio perstritolarlapietra;che pochidì
da
poi,
Leroy
Ju
di nuovo alsig. Percy, e lopregòconfidasi sea
Beclaid la noia del sig. Civiale^ ai chei Percy consentiva,ma
desidero che inprima
lo stessoLeroy
UÈ
^ubbi suiraolenliciik di questa carta che ferma sì fbiarameDtei diritti del sig. Ctviale.
La
qual quistiooe tantodelicataopn può
esterediscussada noi,cheuoa
gliela leggesse; e
fi
allor soliamo enon
senzamera-
yiglia,chevi trovava espressa Videa di spezzare le pietre nellavescica ajferandole con uno slromento si-
milealcavapalle alfonsino, epercuotendole con
uno
scalpello.
Ed
ecco leriftessioui che vifa
Leroy; «Jo ioconfesso, ilprimo
pensamento chemi
siparò
alla piente,fu
cheaW
insaputa del vostro relatore (iodiy l-izzandoji all'Accademia delle scienze) era slata «o*Sliiuitaalla
prima
nota lacartachemi
a^e^ainnanzi.Difficilmente io
comprendeva come
inuna Memoria
disole quattropagine Cidea principalenon
fosse stata persì lungapezzascoria;cSonondimancoilsig.Percy ptiassicuravay che la notanon
erauscita di suema-
ili i io dovetti crederlo »,
Dal
che lutto, concludeH
sig. Leroy, e evidente, i°cheilsig.Civialenon avea nel 1818fattieseguire stromenti Utotrilori,posciachè ei ne 4'
mandava
perciò anticipazioni al MiiifStroia° che
H
sig. Civiale, nelmodo
che molti altri,s*èoccupato
prima
dilui de*mezzi dì spezzare 1 calcoli vescicali,ma
cheindubitatamente dovè nonandar
più innanzipelle difficoltà che non gliJu
dato di vincere, senon
ne parlava che net 1825, allorché ilprocedi-mento
delsig, Leroy era statodescritto intutti igior- nali di medicina.Finalmente ecco ciò che un onorevol
medico
,che.yide la scritta, in sullaqualeilsig. Civiale fonda i suoi diritticrede dovere pella verità far inserire in
4
ftppianio se non ciò che ci iè conoscere la rclarioDe del sig. Perxy airjslitulo; e che cerchiamo adesporre
i falli e non a »piegaili o cnmmeniaili. Fia (Jei certo
compreRo
quanto sia qui importante cosailsapere, se veramente a quest'epoca il sig. Civialedava i disegni di stromenti retti per lo spezzamento della pietra, o semplicemeotestromenti a guaina per disciorgliernela-*e in fatto tutta la quistiooe sta in questo; e per noi agevole Ke torna il risolveva.
La Memoria
di cui è discorso porta la data del 1818; a questaMemoria
erano uniti disegni di stromenti per istritolare cailcoli:dunque
il sig. Civiale ha la priorità e sovra il signor '^mussai e sovra il sig. Leiojr non comparsi che nel iSii.Cisiapporranno i duhbi mossi sull'esattezza dei latti messi innanzi dal sig. Civiale;ma non
peitanto cliipuò
meglio del iìf^. Percjr gnaraniirci lai fatti , egli che da una società aveva Vincaiico di esaminare quel lavoro; a cui dar più fidanza che alle parole diun
rispettabii vecchio rivolle ali* istituto di Francia? all'eitameci si risponderà di quella ste«sa carta.£
un
denumeri
degli Archives de medecine: « in suche
fondasiilsig. Civialeper provare eh*eiprincipiò sin nel1817/
insu diun
foglio di carta,informe,a margini
rosichiati pelfa spiloreeria,sporco e,incattivo stalo,tuttodi cancellaturepieno,male
scritto por»ionie inmargine
uno
schizzocon
matitarappresentante imperfettamenteuno
stromentoa
guaina, che allora, /icsiinavaad
afferrar la pietra, ea
latoa
tjuesiod
disegno,
ma
piikfresco,d'altro, assai simigliantea»quellochenella sua opera è inlitografia, eec. ».
poi npiglicremo, che concedendo, ne paresse eh'essa parta
nun
abbia il desiderato carattere d' auteniiciiii, egli sarebbe meglio tenersidal pronunziare chevaglia,p
ptQtlosto estimarla vera, che venirsupponendo, per psrie d'nomo
che porta onorevole titolo, azioni, cui poi noq ardiamo darnome
; supporre uell'uno
vii compiacenza, od una bonarietà inescusabile, nell'altropna cattiva azione. ^ '
La Memoria
del sig. Civiala rimasta senza rispesra e dimenticata nella cartella delrelatore, avrebbecorso probabilmente la sorte slessa di quella di Gruìihuìsen, se rautore non avesse creduto eseguibileil suo pro- getto, e non fos&eandato innanzi.•Tuttavolla nissuno ne sapeva, e nulla n*aveva an- corailsig.Civinhpubblicato
quando
nelTaprile i8a3,il sig.
Amussat
faceva inserire nel Jfoveau journal de ptédicine la noia di f:ui n'abbiam recatouna parte in^1
principio di questaMemoria
-, e Vautorenon
vifacevo jolianlo conoscere la possibilità d*introdurre peli'uretra sr^omenti retti,
ma
netiravaancorale pra- tiche conseguenze «li questa scoverta: ed eccocome
esprimeva: «La
tenta rettd m'indusseafarragione cbe collepinzette di Bunler ntodificate potevansi ri- trarre calcoli dalla vescica; eciò più voite ed io,f uo gran
numero
d' allievi cui mostrai il procedi- inentp,maudavamo ad
effetto nel cadavere)e spez- jtavamo in vescica con tanaglie a bella posta co- strutte pietre grossequal uovo di piccione; uè èduo-po
far notare che queste pietresi iecer più dure ia cssicandodiquelloche eranoalmomento
incuicavate.« Io mi propongo di svolgere queste idee, il coi ii&ulUateDt9 sarebbe^sì lelice^ eh'ia
non
arduco ra\-légramiene
pHma
3*aver" acqulslita la ceriersa di po- ter tare sul vivo, ciò chelacitmente si cflellna ncl-V uomo
morto ».Egli è su quesi' autenticascriflora, c!»eilsii».AmtiS' sai fonda i suoi diritti dell'aatcHorìtk dell*invenzione e della pubblicazione de'mezzi meccanici idoneiaspez- zare la pietra. Egli è ben evidente, iì dissimo, che egli fu il primo a indurre si considerasse 1'uso delU lenta rettaj ne è
mcn
vero, eh*egli il primo inventòuno
stritola-pietra(V.
Tav. I, fig. it));
ma
egli ri-clama ranteriorità per lo stritolamento de' calcoli, e noi /arem notare sì a lui che a'suoi competlitori che ciò, giustaledate, spettaalsig. GruUhu/sen.S' egli poi crede che il suo stritola-pietra potè suggerirealsignor Leroj- od al sig. Civiaie Videa de*loro stromenti lito- tritori, noi pensiamo eh'ei va errato; posciacchè il
*'6\6Vv/'flZe nella sua
Memoria
del 1818 avevagiàdatoil disegno di stromenti retti; c iL sig.
Leroy non
r»-*trasse da lui che la lenta retta-, egli appai-ccchi dì questi signori non
hanno
relazione alcmia col suo pri-mo
stroroeuto, e se essi apparecchi fossero stati copia, sarebberlo piuttosto di quello di Gruiihui'sen.Certamente lo stritola-pietra del sig.
Amussai
porta ia«e il marchio d*originale se fatta n* è comparazione coglistromenii de* ligg. Gruithuisen e
CMaFe
poscia queiraura di candidezza esemplicitàchedominanella sua nota,esprime benissimo queirinternoconlentoche ogni
uomo
prova nel fare on'utilescoperta: s\ dimes- samente non scrivesi ««orche fabbricasi una biigia.Tulio ci porla a credere che il sig.
Amussai
ben con- cepì la possibiirti-di trar divestica,estritolarvi lepic- cole pietre,come
scovri emoslrò la vera direzione del^80
• oj
r
uretra;ma
questonon
fa pruova contro il «ig. Ci".qyvialey cheprima di lui trovava stromenti relli, nè pari contro il sig.
Leroy
, che ali*epoca istessa'']9r>prffieDlò alt' Accademia stromcnti, che non s'as- fomigliavano a'suoi, io pari maniera noo adopera-
,< •
vano,
e dovevano necessariamentedare più soddisfa»cieoti risuliameoli. Il signor
Amussat
va soltanto so- vra quest'ultimocon ben gran vantaggio, eh' è quello d'avergli dato 1' idea della tenta retta (i), e prestala. COSI occasione all'invenzione del primo apparecchio L'totrilorc applicabile che in Francia compatisse.
Nel 1822,
un
mesedopo
la pubblicazione della pota del sig.Amussat
, il lig.Leroy
àiElioles pre-Mutò
«irAccademia
di Medicina, Sezione di Cbirnr-:
.^8) on
apparecchio compiuto di atromenti per istri- .A«.telare la pietra nella vescica, composto 1^di piotette•«jliloprioni (
V.
Tav. II,6g. 1, e a), il coi ufizio • rt^di aiierrare e tener fermo il calcolo; a° del foratojo- e suoi accessori(Tav. II, fig.
3
,e 5), e dei quali poi daicnio più avanti la descrizione.Fin
a quel mentre non era tra noi conosciutostro*mento
alcunoperafferrale ebuccherar lapietra,« il sig.Leroy
aveva indubitatamente diritto di preten-'.>.4tre.il titolo d'inventoredellalitutritia,posciaclièigno>
•fava, che qua^i analoghi mezzi stavano descritti nella Gazzelladi Saitzbourg, ed io una
Memoria
inviala.,|m1 i8i8 al Ministro dell*interno.
Ma
io seguito ri-punziò formalmente (a) alla sue prime pretese, ed ora altro
non
vuole se non che d'esser tenuto1'autore del(j)
V, r Opera
diLeroy, pag, i56.. f^cdila sua