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(1)

ALLEVAMENTO GALLINE OVAIOLE POTENZALITA’ 338.000 CAPI

COMUNE DI GAIARINE - PROVINCIA DI TREVISO Via Calderozze 31

RELAZIONE DI STUDIO AMBIENTALE

(ex D.LGS. 152/2006 e ss.mm.ii)

all. 20 – PARTE PRIMA – INQUADRAMENTO GENERALE (ver. 1.0)

Λ Δ

STUDIO TECNICO DONANTONI MOGLIANO VENETO TV

D O T T O R E A G R O N O M O , A B I L I T A T O C O O R D I N A T O R E P E R L A S I C U R E Z Z A E R S P P M A C R O S E T T O R I 1 : 9 o r d i n e d o t t o r i a g r o n o m i p r o v i n c i a d i T r e v i s o n . 2 2 3

m e m b r o d e l l ’ A . I . I . A . “ A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a d i I n g e g n e r i a A g r a r i a ” m e m b r o d i “ E u r o p e a n S o c i e t y o f A g r i c u l t u r a l E n g i n e e r i n g ”

31021 Mogliano Veneto TV, v. Rossini 10

t e l 3 3 5 2 6 1 5 0 0 f a x 0 4 1 5 9 0 5 6 5 0

e m a i l l d o n a n t @ a l i c e . i t p e c l d o n a n t o n i @ e p a p . c o n a f p e c . i t c.f. DNN LFR 58 C15 G 224 N p.i. 0248 051 0268

G R U P P O D I L A V O R O :

L A N F R A N C O D O N A N T O N I d o t t o r e a g r o n o m o S A N D R A M I C H I E L E T T O d o t t o r e a g r o n o m o

C A M I L L A D O N A N T O N I d o t t o r e i n a r c h i t e t t u r a M A S S I M O N O V E L L O d o t t o r e a g r o n o m o

GENNAIO 2016

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INDICE PARTE PRIMA – INQUADRAMENTO GENERALE

P R E M E S S A . . . 3

1 . P R E M E S S A . . . 3

2 . P O T E N Z I A L I T A ’ M A S S I M A . . . 3

I N Q U A D R A M E N T O N O R M A T I V O . . . 3

3 . V I G E N T E N O R M A T I V A N A Z I O N A L E . . . 3

4 . V I G E N T E N O R M A T I V A R E G I O N A L E . . . 4

I N Q U A D R A M E N T O T E R R I T O R I A L E . . . 5

5 . I N Q U A D R A M E N T O T E R R I T O R I A L E E C A T A S T A L E . . . 5

I N Q U A D R A M E N T O P R O G R A M M A T I C O . . . 8

6 . P I A N O T E R R I T O R I A L E R E G I O N A L E D I C O O R D I N A M E N T O . . . 8 7 . P I A N O R E G I O N A L E D I T U T E L A E R I S A N A M E N T O D E L L ’ A T M O S F E R A ( P R T R A ) . . . 1 6 8 . P I A N O R E G I O N A L E D I T U T E L A D E L L E A C Q U E – P T A . . . 2 3 9 . P A I . . . 2 4 1 0 . P I A N O P R O V I N C I A L E D I C O O R D I N A M E N T O T E R R I T O R I A L E . . . 2 6 1 1 . P A T I - P I A N O D I A S S E T T O D E L T E R R I T O R I O I N T E R C O M U N A L E . . . 3 7 1 2 . P I A N O R E G O L A T O R E C O M U N A L E . . . 4 8 1 3 . P A T - P I A N O D I A S S E T T O D E L T E R R I T O R I O . . . 4 8 1 4 . P I - P I A N O D E G L I I N T E R V E N T I – 1 ° V A R I A N T E . . . 5 6 1 5 . A L T R E N O R M A T I V E A C A R A T T E R E S P E C I F I C O – R E T E N A T U R A 2 0 0 0 . . . 6 0

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P R E M E S S A

1. PREMESSA

Lo scrivente dottore ag ronomo Lanfranco Donantoni, iscritto all’Ordine dei Do ttori Agronomi e D ottori Forestali della Provincia di Treviso, è stato inca ricato dalla Azienda Agricola Pasqualin Gigliola di produrre lo Studio di Impatto Ambientale –S.I.A.- relativo all’esistente allevam ento di galline ovaiole, con una potenzialità di riferimento di 338.000 capi.

2. POTENZIALITA’ MASSIMA

Si specifica che l’allevame nto in parola disp one di u n’Autorizzazione Integra ta Ambientale di 254.000 capi (rilasciata con n° 321/2015 i n data 09.09.2 015); il presente S.I.A. si riferisce alla possibilità di riorgan izzare l’impiantist ica interna, senza al cuna modifica struttu rale, con una pote nzialità finale di 338.000 capi.

La presente relazione analizza gli impatti sull’ambiente originati dall’al levamento nella po tenzialità indicata.

I N Q U A D R A M E N T O N O R M A T I V O

3. VIGENTE NORMA TIVA NAZIONALE

La norma di riferimento è costituita dal D.Lgs. 152/2006 e ss .mm.ii.

(Norme in materia ambient ale).

In part icolare (Art. 5, C omma 1, Lettera b):

“il procedimento mediante il quale vengono preventivamen te individuat i gli effetti sull'ambiente di un progetto, secondo le dis posizioni di cui al titolo III della seconda parte del presente decreto, ai fini dell'individuazione delle so luzioni più idonee al perse guimento degli obiettivi di cui all'articolo 4, commi 3 e 4, lettera b)”.

L’artic olo 4 recita:

“La valutazione ambientale di piani, programmi e progett i ha la finalità di assicurare che l'att ività antropica sia compatibi le c on le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacita rigenerativa degli ecosistem i e delle risorse, della sal vaguardia della biodiversità e di un'equ a distribuzione dei vant aggi conness i all'attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valuta zione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione” (Art. 4, Comma 3).

La valutazione ambientale dei progetti ha la finalità d i proteggere la salute umana, contribuire c on un migliore ambiente all a qualità della

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vita, provvedere al mantenim ento delle specie e conserv are la capacita di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo, ess a individua, descrive e v aluta, in modo appropriato, per ciascun cas o particolare e secondo le d isposizioni del presente decreto, gli impatti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori:

1) l'uomo, la fauna e la flora;

2) il suolo, l'acqua, l'aria e il clima;

3) i beni materiali ed il patrimonio culturale;

4) l'interazione tra i fattori di cui sopra”

Per quanto concerne i pr ogetti che devono necessa riamente essere sottopo sti a procedura di valutazione di impatto ambientale, l’allev amento in esame ric ade tra quelli elencati n ella Parte II, Allegat o III (Progetti di competenza delle Regioni).

In part icolare (Parte II, Allegato III, Lettera ac):

“Impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:

- 85.000 posti per polli da ingrasso, 60.000 posti per galline”

4. VIGENTE NORMA TIVA REGIONALE

Va fatto r iferimento alla L.R . 10/99 e ss.mm.ii (Disciplina dei contenuti e delle procedure di valutazione d’impatto ambientale) e alla success iva DGRV 575/2013.

La DGRV cita ta (Allegat o A, Sezione II, Lettere ac e ag) ribad isce i limiti dimensionali, già stabiliti dal D.Lgs 1 52/06, oltre i quali gli allevamenti intensi vi ris ult ano soggetti a procedur a di VIA; conferma inoltre che tale procedur a è di competenza della Provincia.

Va quindi ribadito che l’allevamento nella potenzi alità di 338.000 capi supera i limiti dimensionali stabili ti dalla normativa naziona le/regionale vigen te.

Per qua nto concerne il pr esente S.I.A., va ricordato quanto segue:

 l’allevamento utilizza struttur e già esistent i, di cui viene ottimizzata l a potenzialità

 non è prevista alcuna sot trazione di territorio

 non è prevista una maggior e pressione sulla rete idr aulica di superficie pe r l’impermeabilizzazione di nuove aree

 rimane invariata la tipologia di animali alleva ti e di produzioni ottenibili

 viene utilizzata la stess a viabilità

 viene mantenuta la stessa gestione dei reflui avi coli

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I N Q U A D R A M E N T O T E R R I T O R I A L E

5. Inquadramento territoriale e catastale

L’allev amento og getto della prese nte relazione è ubicato nel Comune di Gaiarin e, in provincia di Treviso, in via Calderozze 31.

Il Comune di Gaiarine è sito nella parte nord orie ntale della Provinc ia di Treviso, al confine con la regione del Friuli, in ambito planiziale;

il ter ritorio comunale s i es tende su un'area di circa 28 ,72 Kmq e dista 45 Km d al capoluogo di pr ovincia, Treviso.

Il C omune di Gaiarine confin a con i comuni di Cordignano , Orsago, Godega di Sant’Urbano, Codogné, Fontane lle, Mansué, Portobuffolé in provincia di Trev iso; Sacile e Brug nera in provincia di Pordenone.

Il territorio comunale appar e configurato come ambito ancora prevale ntemente rurale, ma con significativa presenza dell’ industria manifat turiera e degli insediame nti residenziali a nastro. Nell’ultimo trenten nio, i nfatti, il comune ha subito una forte spinta industriale ed artigia nale specialmente ne l settore del mobile; so no sorte così numeros e industrie sparse nell’intero territorio, le pri ncipali localiz zate nelle frazion i di Albina, Gaiarine e Francenigo.

L’ampia framm entazione delle aree produttive è riconducibile al modello di sviluppo spontaneo, ad elevata dispersione insediativa, che ha finora connotato l’area, che rientra ne l “distretto del mobile”.

Dal punto di vista morfologico il territorio appare interamente

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pianegg iante e può essere suddiviso in tre ambiti:

 la media pianura: caratterizzata da suoli permeabili, ch e interessa alcuni limit ati lembi di terr itori o, dove sorge la m aggior parte dei centri ab itati (Gaiarine, Francenigo, Campomolino, Albina);

 la b assa pia nura: corrispo nde ai terreni di antica alluvione, interessati da una ricca e f itta rete di corsi d’acqua e di fossati che recapita le acque nel Li ven za direttamente o attraverso i suoi affluenti; è caratterizzata da minor pressione insediativa;

 la b assura del Livenza: inclinata verso est e verso sud, è caratterizzat a da una morfologia dominata dalla presenza del Livenza (dos si, terrazzi, orli di erosione) e dalle opere di regimazione ( canali di bonifica, chiaviche e idrovora).

Le peculiari tà ambientali del territorio di Gaiar ine sono legate all’amp ia area golenale de l Livenza; qui, dove la minor pressione antropi ca ha preservato il territ orio ru rale, sono presenti caratte ri di integri tà della maglia fondiaria e della rete e cologica (fossati, corsi d’acqua e siepi).

All’int erno del territorio comunale, l’allevamento in esame si colloca nella porzion e sud, che rientra nell’agro-centuriato op itergino, il cui antico impianto risulta or a poco leggibile a causa dei successivi rimaneg giamenti del terri torio.

L’allev amento è posto all’in terno di un lotto che occupa una su perficie comples siva di 39.841,00 mq; i fabbricati occupano una superfi cie di 9.597,60 mq, con una supe rficie scoperta di 30.243,40 mq (occupata anche da colt ure agricole).

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L’area è così censita catastalment e:

 nel Cat asto T erreni, nella p articella 79 del foglio 15 del Comune di Gaiarine

 nel Catasto Fabbricati, nel la particella 79 (sub 3 -4-5 -6-7), d el foglio 5 sezi one B del Comune di Gaiarine

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Da un punto di vista u rbanistico rientra nella Z.T.O. D.3, destinata alle at tività agro-industriali.

I N Q U A D R A M E N T O P R O G R A M M A T I C O

6. PIANO TERRITO RIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO

Il PTR C è il principale st rumento di pianificazione della Regione Veneto. Nel corso degli ul timi anni, per l’adeguamen to alle mutate normati ve nazionali, il PTRC ha subito succe ssive modific he ed integra zioni.

A partire da l 1999 –approva zione del PTRC vigente- lo strumento di pianifi cazione regionale ha assunto le seguenti forme e i seguenti contenu ti: i l PTRC vigente, approvato nel ma ggio 1992, risponde all'obb ligo emerso con l a legge 8 agosto 1985, n.431- di salvaguardare le zone di part icolare interesse ambientale, attraverso l'indiv iduazione, il ri leva mento e la tutela di un' ampia gamma di categor ie di beni cultura li e ambientali.

Il PTRC si articola per pian i di area, previsti dalla le gge 61/85, che ne sviluppano le tematiche e approfondiscono, su ambiti territoriali

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definit i, le questioni co nnesse all'organizzazione della struttura insedia tiva ed alla sua c ompatibilità con la risorsa ambiente.

Il nuovo PTRC è stato adottato con D.G.R. 372 del 17/02/09 (pubblicato sul BUR n . 22 del 13/03/09) dopo che, nel 2004, la Regione aveva predisp osto il “documento progr ammatico preliminare” ed avvia to le consult azioni. Il PTRC è stato adottato co me riformulazione dello strumen to gen erale relativo all'assetto del ter ritorio veneto, in linea con il nuovo quadro pro grammatico previsto dal Programma Regionale di Svilupp o (PR S) e in conformi tà con le nuove dis posizioni introdotte con il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/04), ai sensi dell’ar t. 25 della L.R. 23 aprile 2004, n.11, corredato dalla Valutaz ione T ecn ica Regiona l e n. 66 del 16/ 02/2009 che recepisce e fa proprie le c onsiderazioni e concl usioni del parere del Comitato previsto dall’ar t. 27 della Legge regionale n. 11/2004.

Il PTRC è composto dai se guenti elaborati:

a) Rela zione illustrativa con i “Fondamenti del Buon Governo”

b) Elab orati grafici:

− Tav. PTRC 1992-Ricognizione

− Tav. 01a Uso del suolo - Terra

− Tav. 01b Uso del suolo - Acqua

− Tav. 02 Biodiversità

− Tav. 03 Energia e Ambie nte

− Tav. 04 Mobilità

− Tav. 05a Sviluppo econo mico produttivo

− Tav. 05b Sviluppo econo mico turistico

− Tav. 06 Crescita social e e culturale

− Tav. 07 Montagna del Ve neto

− Tav. 08 Città, motore d i futuro

− Tav. 09 Si stema del t erritorio rurale e della rete ecologica (n. 23 tavole + legenda)

− Tav. 10 Sistema degli obiettivi di prog etto c) Rapp orto Ambientale

d) Quad ro conoscitivo ( s u supporto digitale )

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e) Ambi ti di Paesaggio - Atlante ricognitivo f) Norm e Tecniche.

Prima Vari ante al Pi ano Ter ritoriale Regionale di Coordinamento (PTRC) per l' attribuzione della v alenz a paesaggistica: per la co mpleta attribu zione della val enza paesaggistica al PTRC, con deliberazione della Giunta Regionale n. 427 del 10 aprile 2 013 (pubblicata nel Bollett ino ufficiale n. 39 del 3 maggio 2013) è stata adottata la Variante Parzi ale al Piano T erritoriale Regionale di Coo rdinamento (PTRC 2009) ai se nsi della L.R. 11/2004, con ri ferimento alla tematica paesagg istica, di cui al D .lgs 42/2004, e ad un agg iornamento dei contenu ti urbanistico-territoriali, conseguente alle mut ate condizio ni dei comparti dell’economia, d ella produttività, dei servi zi di eccelle nza, della sicurezza idraulica, ma anche de lle nuove esigenze di federal ismo.

All’int erno della Variante, il territorio regionale è s tato articolato in quattordici Ambiti di Paesaggio la cui definizione è avvenuta in conside razione degli as petti geomorfologici, d ei caratteri paesagg istici, dei valori naturalistico-ambientali e s torico- cultura li e delle dinamiche di trasformazione che interessano ciascun ambito, oltre ch e delle loro specificità peculiari. Pe r ciascun Ambito di Paesaggio è prev ista la redazione di uno specifico Piano Paesagg istico Regionale d’Ambito (PPRA), così come specificato all’art.

71 ter delle Norme Tecnic he del PTRC.

L’attiv azione de l Comitato Tecnico per il Paesaggio, in attuazione del Protoco llo d i Intesa Stato-Regione, ha con sentito di avviare la procedu ra di ricognizione e delimitazione dei beni paesa ggistici (Quadro per la ricognizione dei beni paesaggistici ex. art 136 e 142 del D.Lgs 42/2004 ) con i requisiti di coordinamento e di sistematizzazione necessa ri per condurre con efficienza ed efficacia il complesso lavoro analiti co, interpretativo e restitutivo richiesto.

L’Atlan te Ricognitivo è parte integrante del Piano Territoriale Regiona le di Coordinamen to, di cui entra a far parte come strumento conosci tivo d el percorso di attribuzione della val enza paesaggistica al PTRC ai se nsi dell’art. 135 del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei ben i culturali e del paesaggio” e successive modificazioni.

Il Comune di Ga iarine ricade all’interno dell’Ambito di Paesaggio 20 – Alta Pianura di Sinistra Pi ave, defini to come ambito d i alta pianura, caratte rizzato dalla pres enza di numerose risorgive e corsi d’acqua.

Nella Tavola degli obiettivi e indirizzi di qualità paesaggist ica si evidenz ia come l’area di progetto non ricada in ambiti tutelati.

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Nell’ar ea int eressata gli ob iettivi e indirizzi di quali tà paesaggistica fissati risultano essere i seguenti:

 5b: Funzionalità ambientale delle zone umide – riattivare, ove possibile, la convivenza di funzionalità produ ttive ed ecosistemiche nelle zone umide, e in particolare Prà dei Gai e della Radicela, Palù di Cimavilla.

 14a: Integrità, funzionalità e connessione della copertura forestale in pianura – Salvaguardare l’integrità della copertura forestale esistente, in particolare i boschi di Gaiarine e Baselghelle, e promuovere l’impianto di nuove formazioni autoctone Tavola della biodiversità

Il territorio del Comune di Gaiarine è contradd istinto dall’elemento territo riale di riferimen to rappresentato dalla fascia delle risorgive.

L’area int eressata dall’allevamento è esterna agli elem enti della Rete ecologi ca, e ricade all’interno di un ambito in cu i la diversità dello spazio agrario è medio-alta.

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Tavola della mobilità

La tavola della mobilità evidenzia che l’area dove si situa l’allev amento è po sta in un ambito a densità territoriale ab bastanza elevata (0,30 – 0.60 a bit anti/ha), alla confl uenza di più strade provinc iali.

Su scala più ampia si r ilev a la presenza di strada sta tale/regionale, autostr ada e linea ferrov iaria.

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Tavola dello sviluppo economico e produtti vo

L’anali si di questo el aborato evidenzia che l’allevamento si situa all’int erno di un ambito di sviluppo delle reti digitali.

Non eme rgono altri dati d i particolare rilevanza.

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Tavola del sistema rurale e della rete ecologica

L’allev amento si trova all’intern o del Sistema del Territorio rurale - aree ad elev ata utilizzazione agricola- ed è esterno agli elementi della rete ec ologica.

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Tavola dell’uso del suolo : idrologia e rischio sismico.

L’allev amento si trova in un a fas cia a limitato rischio sismico (0, 175 – 0,20); all’interno di sup erficie irrigua.

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Il PTRC, ne l documento preliminare, effettua una classificazione tipolog ica dei comuni del Veneto sulla base dei loro caratteri distint ivi.

Il comune di Gaiarine rientra nel gruppo che comprende i territori che incarna no in modo emblematico i caratteri prevalenti del modello veneto.

Il profilo è caratterizzato dall’elevata diffusione delle unità locali dell’in dustria e dalla s carsa diffusione di se rvizi rari. I caratteri distintivi sono la coll ocazione periferica, rispetto al territorio regiona le, l’andamento della po polazione e l’alta quota percentuale delle u nità locali dell’i ndustria.

7. PIANO REGIONA LE DI TUTELA E RISANAMENTO DELL’ATMOSFERA (PRTRA)

Il Decreto l egislativo n. 351 /99 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria e dell’

ambiente” assegna alla Regione il compito di valutare preliminarmente la qualità dell’aria secondo un criterio di continuità rispetto all’elaborazione del piano di risanamento e tutela della qualità dell’ar ia, a l fine di individuare le zone di terri torio a diverso grado di cri ticità in relazion e ai valori limite pre visti dalla normativa in vigore per i diversi inqu inanti atmosferici.

Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfer a, adottato con Deliber azione della Giunta Regionale 4 aprile 2003, n. 902, ha l’obiet tivo di mettere a disposizione delle Prov ince, dei Comu ni, di tutti gli altri enti pubblici e privati e dei singoli cittadini un quadro aggiornat o e completo della situazione attuale, e di presentare una stima sul l’evoluzione dell’in quinamento dell’aria nei prossimi anni.

Con questo strumento la Re gione Veneto fissa inoltre le linee che intende percorrere per raggiun gere elevati livelli di protezione ambient ale nelle zone cri tiche e di risanamento.

A partire dalle analisi relat ive alla qualità dell’aria pe r gli inquina nti ritenuti mag giormente pericolosi –SO2, NO 2, O3, CO, PM10, benzene e IPA-, il PRTRA ha individuato –per ciascuno di essi - le princip ali cr iticità presenti nel territorio regionale e, in relaz ione a queste, ha delimitato una serie di zone caratteriz zate da diversi livelli di rischio, carat terizzate dalle lettere A, B e C.

In part icolare:

 le aree ri cadenti nella zo na A, per specifico inquin ante, sono caratterizzat e dal superamento dei valori limite aumentati del margine di tolleranza e/o delle soglie di allarme (nel caso in cui siano previst e e cioè ad esclusione di SO2 e NO2);

 in zona B rientrano le are e per le quali son o stati registrati superamenti d ei valori limite (senza margine di tolleranza);

 infine appartengono alla zona C l e aree considerate a bas so rischio di super amento dei valori limite (assenza di superamenti o superamenti r elativi a uno o due anni non recenti).

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Nella zonizzazione prec edent e non è stato considerato l’effetto delle aree produ ttive: queste sono state identificate come zon e A e trattate a parte, individuando, per ciascuna di esse, le azioni da intraprendere per la riduzione delle sp ecifiche emissioni.

Il Comune di Gaiarine r icade al l’interno dell’ area produttiva indicata come “distretto del mobile trevigiano” (Mottense, Opitergino, Quartier e del Pia ve).

Per tale A rea produttiva vengono identificate le seguenti misure specifi che:

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Appare evidente che si tratta di azioni specifiche, riferite esplici tamente ad attiv ità legate all’industria del mo bile, che non rientra no nella sfera d’a zione dell’allevamento in oggetto.

Le considerazioni di seguito riportate per l’allevamento , non considerano, quindi, l’appartenenza territoriale rilevata, in quanto non signifi cativa ai fini del la presente indagine.

Conside rando che la presenza dell’allevamento non genera formazi one di SO2 e O3, l’analisi viene l imitata ai soli inquinanti caratteristici del traffic o veicolare, per i quali i criteri di indi viduazione delle diverse aree sono di segu ito riportati:

NO2

 ricadono in zona A le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, più di 18 superamenti della soglia oraria aumentata del margi ne di tolleranza (280 µ g/m3) e/o il superamento del valore limi te annuale aumentato del m argine di tolleranza (5 6 µ g/m3) ;

 ricadono in zona B le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati per almeno 3 ann i, più di 18 superamenti de lla soglia oraria di 200 µ g/m3 e/o il s uperamento del valore limite annuale di 50 µ g /m3;

 ricadono in zona C le res tanti aree.

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Il terr itorio di Gaiarine non ricade in aree a rischio.

CO

(la va lutazione prelimin are effettuata ha evid enziato che non ci sono sul territori o regionale zone a rischio di superamento degli standard di qualità )

 ricadono in zona A le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati, per almeno 3 an ni, il superamento de l valo re limite aumentato del margine di tolleranza (16 mg/m3 per il 2002);

 ricadono in zona B le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati, per almeno 3 ann i, il superamento del valore limite di 10 mg/m3;

 ricadono in zona C le res tanti aree.

Il Comu ne di Gaiarine non ricade in zone a rischio.

Benzene

(per il quale non si hann o serie storiche più lunghe di 3 anni)

 ricadono in zona A le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati superamen ti del valo re limite annuale aumentato del margine di to lleranza (10 µ g/m3, valido fino al 31.12.05);

 ricadono in zona B le a ree in corrispondenza de lle quali si sono

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verificati su peramenti del valore limite annuale di 5 µ g/m3;

 ricadono in zona C le res tanti aree.

Il terr itorio di Gaiarine non ricade in aree a rischio.

PM10

(per il quale non si hanno serie storiche più lunghe di 3 anni)

 ricadono in zona A le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati p iù di 35 super amenti del valore limite g iornaliero aumentato del margine di tolleranza (65 µ g/m3 per il 2002) e/o il superamento del valore limi te annuale aumentato del m argine d i tolleranza (4 4.8 µ g/m 3 per il 2002);

 ricadono in zona B le a ree in corrispondenza de lle quali si sono verificati più di 35 superamenti del valore limite giornaliero di 50 µ g /m3 e/o il super amento del valore limite annuale di 40 µ g/m3;

 ricadono in zona C le res tanti aree.

Il terr itorio di Gaiarine non ricade in aree a rischio.

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Il Com une di Gaiarine n on ricade in zone a rischio per nessuno dei paramet ri consid erati; per esclus ione viene qui ndi compreso in zona C.

Le azioni del piano che si applicano per il contenimento degli inquina nti sono misure di carattere generale, va levoli per tut ti gli inquina nti e per tutto il territorio.

A. Inte rventi di natura t ecnologico-strutturale

1 . B o l l i n o b l u a n n u a l e o b b l i g a t o r i o s u t u t t o i l t e r r i t o r i o r e g i o n a l e p e r i v e i c o l i i m m a t r i c o l a t i n e l V e n e t o

2 . V e r i f i c a d e l b u o n f u n z i o n a m e n t o d e g l i i m p i a n t i d i r i s c a l d a m e n t o e d i c o m b u s t i o n e i n g e n e r e

3 . I n c e n t i v a z i o n e a l r i s p a r m i o e n e r g e t i c o

4 . I n c e n t i v a z i o n e a l l ’ u s o d e l m e t a n o p e r g l i i m p i a n t i d i r i s c a l d a m e n t o e p e r i g r a n d i i m p i a n t i d i c o m b u s t i o n e i n d u s t r i a l e

5 . R i d u z i o n e d e i f a t t o r i d i e mi s s i o n e p e r k m p e r c o r s o d a i m ez z i d i t r a s p o r t o p u b b l i c i e p r i v a t i m e d i a n t e i n t e r v e n t i t e c n o l o g i c i ( s v e c c h i a m e n t o d e l p a r c o c i r c o l a n t e , t r a t t a m e n t o p i ù e f f i c i e n t e d e i g a s d i s c a r i c o , u t i l i z z o d i c a r b u r a n t i a l t e r n a t i v i , a u m e n t o d i v e i c o l i e l e t t r i c i , … ) .

6 . F l u i d i f i c a z i o n e d e l t r a f f i co d e i v e i c o l i a m o t o r e m e d i a nt e i n t e r v e n t i d i m i g l i o r a m e n t o d e l l a r e t e s t r a d a l e ( n u o v e s t r a d e , s o v r a - s o t t o - p a s s i , . . . )

7 . I n c r e m e n t o d e l l e p i s t e c i c l a b i l i e d e l l e a r e e p e d o n a l i

(22)

8 . A m p l i a m e n t o d e l l e a r e e u r b a n e v i e t a t e a l t r a f f i c o v e i c o l a r e , i n p a r t i c o l a r e q u e l l o p r i v a t o e d i n g e n e r e a i v e i c o l i a m o t o r e p i ù i n q u i n a n t i ( n o n d o t a t i d i m a r m i t t a c a t a l i t i c a , d i o m o l o g a z i o n e d e l m o t o r e m e n o r e c e n t e , . . . )

9 . I n c r e m e n t o d e l l ’ o f f e r t a d i m e z z i p u b b l i c i e m i g l i o r a m e n t o d e l l a q u a l i t à d e l s e r v i z i o ( f e r r o v i a , a u t o b u s , m e t r o / b u s c i t t a d i n i ) e d e l l e i n f r a s t r u t t u r e ( r e t e f e r r o v i a r i e , p a r c h e g g i s c a m b i a t o r i , a r e e d i s o s t a , s i s t e m i i n f o r m a t i v i , . . . ) , s i a p e r i l t r a s p o r t o d i p e r s o n e , s i a d i b e n i

1 0 . I n c e n t i v a z i o n e a l l a c e r t i f i c a z i o n e a m b i e n t a l e ( E M A S , I S O 1 4 0 0 0 ) d i i m p r e s e , e n t i e c o m u n i t à d i c i t t a d i n i co n p a r t i c o l a r e r i g u a r d o a l l e ar e e a r i s c h i o d i i n q u i n a m e n t o a t m o s f e r i c o .

1 1 . P r e s e n z a d i f f u s a s u t u t t a l a r e t e d i d i s t r i b u z i o n e d i c a r b u r a n t i d i n u o v a g e n e r a z i o n e ( a d e s e m p i o : b e n z i n e a b a s s i s s i m o t e n o r e d i b e n z e n e e z o l f o , b i o d i e s e l , g a s o l i o a b a s s i s s i m o t e n o r e d i z o l f o , a n t i c i p a n d o i t e m p i p r e v i s t i d a l l ’ U n i o n e e u r o p e a a p a r t i r e d a l 2 0 0 5 - 2 0 0 9 )

1 2 . V e r i f i c a d e g l i o b i e t t i v i p r e v i s t i d a l l a l e g g e 4 1 3 / 9 7 v o l t a a l c o n t e n i m e n t o d e l l e e m i s s i o n i e v a p o r a t i v e d a i s i s t e m i d i p r o d u z i o n e , s t o c c a g g i o e d i s t r i b u z i o n e d e g l i i d r o c a r b u r i .

1 3 . O r g a n i z z a z i o n e c a p i l l a r e d e l s i s t e m a d i s t r i b u t i v o d i c a r b u r a n t i a l t e r n a t i v i ( e l e t t r i c i t à , g a s m e t a n o , G P L )

B. Inte rventi di mitigazi one della domanda di mobilità privata

1 . A t t i v a z i o n e d i s p o r t e l l i u n i c i d i s u p p o r t o a i c i t t a d i n i e a l l e i m p r e s e , f r u i b i l i a n c h e d a r e m o t o ( s e r v i z i v i a i n t e r n e t ) e / o d a s e d i d e c e n t r a t e ( e s . C o m u n i p e r i f e r i c i )

2 . A m p l i a m e n t o d e l l e a r e e p e d o n a l i z z a t e o a c c e s s i b i l i a i s o l i m e z z i p u b b l i c i , s e r v i t e d a p a r c h e g g i s c a m b i a t o r i ( p o s s i b i l m e n t e c o p e r t i a l f i n e d i r i d u r r e l e e m i s s i o n i e v a p o r a t i v e n e i p e r i o d i e s t i v i )

3 . D e f i n i z i o n e d i a c c o r d i c o n l e c a t e g o r i e i n t e r e s s a t e p e r r a z i o n a l i z z a r e i f l u s s i d e l l e m e r c i s o p r a t t u t t o d a e p e r i c e n t r i s t o r i c i , f a v o r e n d o i l t r a s p o r t o d e l l e s t e s s e c o n m e z z i p i ù e c o c o m p a t i b i l i ( e s . m e t a n o )

4 . A p p l i c a z i o n e d i t a r i f f e m i n o r i s u i b i g l i e t t i d i i n g r e s s o a m a n i f e s t a z i o n i ( m o s t r e , f i e r e , e t c . ) a i p o s s e s s o r i d i b i g l i e t t i d i m e z z i p u b b l i c i

5 . R e a l i z z a z i o n e d i u n c o o r d i n a m e n t o d e i M o b i l i t y M a n a g e r ( D M 2 7 / 0 3 / 9 8 ) a n c h e a l f i n e d i :

A p p l i c a r e u n s i s t e m a t a r i f f a r io i n t e g r a t o c o n n e s s o a l l a b i gl i e t t a z i o n e i n t e l l i g e n t e

D i v e r s i f i c a r e g l i o r a r i d i a p e r t u r a d e i g r a n d i c e n t r i d i a g g r e g a z i o n e ( e s . s c u o l e , c e n t r i c o m m e r c i a l i , … )

F a v o r i r e l a r i d u z i o n e d e i t e m pi d i p e r c o r r e n z a d e i m e z z i p u bb l i c i e l a f r u i b i l i t à d e g l i s t e s s i d a p a r t e d e i c i t t a d i n i , a d i s c a p i t o d e i m e z z i p r i v a t i ( a d e s . a t t r a v e r s o l ’ e s t e n s i o n e d e l l e c o r s e a n c h e a C o m u n i v i c i n i , p a r c h e g g i s c a m b i a t o r i i n t e g r a t i, c o r s i e p r i v i l e g i a t e / s e m a f o r i p r i v i l e g i a t i p e r b u s … )

R e a l i z z a r e p e r c o r s i c i c l a b i l i p r o t e t t i ( z o n e o f f - r o a d ) d a e v e r s o i c e n t r i s t o r i c i , u t i l i z z a n d o a d e s e m p i o g l i a r g i n i d i f i u m i e c a n a l i

(23)

F a v o r i r e l ’ a p p l i c a z i o n e d e l “ c a r - s h a r i n g ” e d e l ” c a r - p o o l i n g ”

D e c e n t r a r e a l c u n i p o l i d i a t t r a z i o n e d i c i t t a d i n i e d o t a r l i di t r a s p o r t i p u b b l i c i p o s s i b i l m e n t e s u r o t a i a ( e s . U n i v e r s i t à )

8. PIANO REGIONA LE DI TUTELA DELLE ACQUE – PTA

Con il Piano di Tutela d elle Acque la Regione del Veneto individua gli strumen ti pe r la protezione e la conservazione della ris orsa idrica, in applica zione del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” e succe ssive modificazioni e in c onformità agli obietti vi e alle prior ità d’intervento formu lati dalle autorità di bacino.

“Il Piano definisce gli interventi di protezione e risanamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei e l’uso sostenibile dell’acqua, individuando le misure inte grate di tutela qualitativa e quantitativa della risorsa idrica, che ga rantiscano anche la naturale autodepurazione dei corpi idrici e la loro capacità di sostenere comu nità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

Il Piano regolamenta gli usi in atto e futuri, che devono avvenire secondo i principi di conse rvazione, risparmio e riutilizzo dell’acqua per non compromettere l’entità del patrimonio idrico e consentirne l’uso, con priorità per l’utilizzo potabile, nel rispetto del minimo deflusso vitale in alveo.

Il Piano adotta le misure vo lte ad assicurare l’equilibr io del bilancio idrico come definito dall’autorità di bacino territorialmente competente, ai sensi del D.lgs. n. 152/2006, e tenendo conto dei fabbisogni, delle disponibilità, del deflusso minimo vitale, della capacità di ravvenamento della falda e delle destinazioni d’uso della risorsa compatibili con le relative caratteristiche qualitative e quantitative…”

Le norme di Piano sono prescrizioni vinco lanti sia per le Amminis trazioni e gli Enti pu bblici, sia per le au torità d’ ambito territo riale ottimale di cui all’ articolo 148 delD.lgs. n. 152/200 6, sia per i s oggetti privati.

Il Pian o contiene:

 i risultati dell’attività conoscitiva redatta da ARPAV;

 l’individuazione degli obiettiv i di qualità ambientale e per specifica des tinazione;

 l’elenco dei cor pi idrici a specifica destinazione e d elle are e richiedenti specific he misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento;

 le misure di tut ela qualitativa e quantitativa, fra loro integrate e coordinate;

 gli interventi di risanam ento dei corpi idrici;

(24)

 l’indicazione, attraverso l’ordinamento seco ndo tematiche prioritarie, della cadenza temporale degli interventi; una prima analisi econo mica;

 il programma di verifica dell’efficacia degli interventi previsti.

Gli obi ettivi di qualità ambientale fissati nel Piano sono:

 ampliare la protezione delle acque, sia superficiali che sotterranee;

 raggiungere l o s tato di “bu ono” per tutte le acque en tro il 31 dicembre 2015 ;

 gestire le riso rse idriche s ull a base di bacini idrografici indipendentem ente dalle strutture amministrative;

 procedere attraverso un’azio ne ch e unisca limiti delle e missioni e standard di q ualità;

 riconoscere a tutti i s ervi zi i drici il giusto prezzo che teng a conto del lor o costo economico reale;

 rendere partecipi i citta dini delle scelte adotta te in materia.

Nelle Norme Tecniche di Attua zione del Piano (Allegato E2) sono riporta ti i comuni nel cui territorio sono presenti falde acquifere da sottopo rre a tutela (in z one vulnerabili).

Il Comu ne di Gaiarine non rientra tra quelli citati.

9. PAI

Il PAI (Pian o di Assetto Idrogeologico) è lo strumento di pianificazione che ha lo sco po di risol vere le problematiche i drogeolog iche tramite la riduzio ne del dissesto idrogeologico e del rischio connesso e di uno svilupp o antropico.

L’allev amento in esame rica de nel territorio del Pian o Stralci o per l'Asset to Idrogeologico dei ba cini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza , P iave e Brenta-Bacchiglione redatto, adottato ed appr ovato ai sensi e per gli effetti degli artico li 17 e 18 de lla legge 18 maggio 1989, n. 183, dell’art. 1 del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180 così come convertito con legg e 3 agost o 1998, n. 267 , degli a rticoli 1 e 1 - bis del decreto legge 1 2 ott obre 2000, n. 279 così come convertito con legge 1 1 dicembre 2000, n . 365 e del D.P.C.M. 29 settembre 1998.

Il comu ne di Gaiarine si trova nel bacino del fiume Livenza.

(25)

Il 19.11.2015 è stata adottata la I° Variante del Pian o stralcio per l’asset to idrogeologico d el bacino idrografico del fiume Livenza

Il Pian o ha i seguenti ob iettivi:

La cartog rafia allegata al PAI, in relazione all a pericolosità idrauli ca, esclu de in territorio di Gaiarine dalle aree a pericolosità idrauli ca.

(26)

10. PIANO PROVINCIALE DI COOR DINAMENTO TERRITORIALE

In data 23. 03.2010 ai sensi del l'art. 23 della L.R. n . 11/200 4, con Deliber a della Giunta Regionale n. 1137 è stato approvato il Piano Territo riale di Coordinamento Pro vinciale (P.T.C.P.) della Provin cia di Treviso . Il PTCP è entrato in vigore il 26.05.2010.

La struttura del Piano Provinciale prevede che le scelte di area vasta siano rese effettive attra verso i piani comunal i (PA T) mediante la definiz ione di un insieme di prescrizioni e direttive indirizzate agli stessi.

Gli obiett ivi generali del PTCP fanno riferimento prevalentemente agli assi 1 e 2 del proprio pi ano strategico, ovvero:

 potenziare il sis tema infrastrutturale ed il trasporto p ubblico per migliorare la capacità competitiva;

 realizzare un sistema di ges tione del territorio e quo, s ostenibile e innovativo.

Le finalità generale del PTCP generali sono i segu enti (Titolo I, Art.1 NTA):

(27)

Per ve rificare la coeren za delle scelte di Pia no con la programmazione sovraor dinata e per inquadra re a scala più ampia le cara tteristiche del territorio in cui ricade l’allevamento , di se guito vengono riportati gli estratt i del le Tavole relati ve ai seguenti sistemi: dei Vincoli e della Pianifi cazione Territoriale , dell’Ambiente, delle Fragilità, del Paesagg io, del sistema In sediativo-Infrastrutturale.

Tavola 4 - Sistema insediativo -infrastrutturale:

Le ind icazioni riportate in tale tavola fanno riferimento al Titolo II delle NTA del PTCP: Tra sformazioni delle risor se territoriali, che si pone i seguenti obiettivi :

(28)

L’area oc cupata dall’allevamento ricade all’interno del Si stema produtt ivo, tra le aree produttive non ampliabili (in quanto apparte nente alla categ oria “aree con superficie supe riore a 50.000 mq”); per quanto riguarda i l Sistema infrastrutturale stradale, l’area

(29)

occupat a dal l’allevamento è confinante (a nord) con Viabilità di Progett o e di Piano, indicat a come Viabilità di interess e provinciale – ricalib ratura.

In m erito alle Aree produtti ve no n ampliabili, le NTA de l PTCP riportano quanto segue (art.12 e 13 )

(30)

Tavola dei Vincoli e della Pianificaz ione territoriale (Tavola 1)

La tavola contiene tutti i vincoli e la piani ficazione a livello superio re.

L’area in cui si trova l’al levamento non risulta intere ssata da alcun ambito oggetto di vincolo .

L’area prote tta più vicina risulta essere F/3 il Bosco di Gaiarine, che non è i nteressato dall’at tività dell’allevamento.

(31)

Tavola della Fragilità (T avola 2)

La tavola contiene i Temi legati alle Aree soggette a dissesto idrogeo logico e alla frag ilità ambientale.

L’ambit o in cui è presente l’allev amento:

- non ricade all’interno di ar ea soggetta a dissesto idrog eologico;

non rica de all’ interno di are a a p ericolosità idraulica in riferimento ai Piani di A ssetto Idrogeologico (PAI);

(32)

- non ricade all’interno di area di erosione;

- non ricade all’interno di zo ne a fragilità ambienta le, i n quanto non sono presenti risorgi ve, bassure e/o sorgenti.

L’area è interessata dall a presenza di reticolo idrografico.

Tavola del sistema ambien tale naturale (Tavola 3)

La tavo la affronta il tema delle reti ecologiche.

L’allev amento non rientra neg li elementi delle reti ecologiche, risulta ndo in terno -ma escluso- all’Area di connessione naturalistica – fascia tam pone. Tali aree ri sultano normate nell e NTA de l PTCP al Titolo III – Tutela delle risorse te rritoriali, all’art.38 – Direttive per la tutela delle fasce tamp one (buffer zone) e delle are e di potenziale complet amento della rete ecologica.

(33)

Gli obi ettivi di tutela d elle risorse naturali prevedono quanto segue:

(34)

La Sez ione III – Rete Ecolog ica, definisce gli elementi che compongono la Rete ste ssa (Art. 35) e detta gli indirizzi g enerali per la discipl ina degli ambiti c ompresi all’interno della rete (Art. 36).

A r t . 3 6 – I n d i r i z z i g e n e r a l i p e r l a d i s c i p l i n a d e g l i a m b i t i c o m p r e s i n e l l a R e t e E c o l o g i c a

I n t a l e a r t i c o l o v e n g o n o r i p o r ta t i o b i e t t i v i e f i n a l i t à d e l l a R e t e

(35)

e c o l o g i c a.

Le dir ettive per la tute la delle diverse compo nenti della rete vengono normate agli articoli 37 e 38. In particolare, l’art. 38 riporta quanto segue:

Tavola del Sist ema del Paesaggio (Tavola 5)

La T avola affronta i temi de lla geomorfologia e delle un ità di paesaggio che car atterizzano la Pro vincia di Treviso.

L’allev amento ricade all’inte rno dell’unità di paesaggio P10 e all’unità geomorf ologica Cervada – Meschio (Bassa Pianura).

(36)
(37)

Nella Relazione del PTCP , l’unità di paesaggio P10 viene classificata tra le uni tà che presentano un tipo di paesaggio r urale produttivo, con urbaniz zato mediamente diffuso e standard sussidiari elevati, stabilità della matrice medio-alta e frammentazione dov uta alle strade media.

11. PATI - PIANO DI ASSETTO DEL TER RITORIO INTERCOMUNALE

Il PATI (Piano di Assetto del T erritorio Intercomunal e) comprende i Comuni di Codognè, Cordignano , Gaiarine, Orsago e San Fio r. Si tratta d i PATI te matico, ambiente e mobilità.

Il P ATI è stato approvato in data 21 luglio 2009 ai s ens i della L.R. n.

11/2004 , con Delibera della Giunt a Regionale n° 2234 (Pubblicazio ne sul BUR del 11.8.2009, n 65).

All’int erno del PATI compai ono le scelte strategiche di assetto del territo rio che lo strumento intercomunale ha definito per il Sistema Ambient e e per il Sistema della mobilità.

(38)

Relativ amente al sistema ambientale, il Piano provvede alla tutela delle Risorse Naturalistiche e Ambie ntali e all’integrità del Paesag gio Natural e, quali componenti fondamentali della “Risorsa Territorio”, rispett o alle quali è valutata la “sostenib ilità ambientale” delle princip ali trasformazioni del ter ritorio anche con riferimento all’art.4 della LR 11/2004 e alla Direttiva 2001/42/CE del 27.6.2001 sulla Valutaz ione Ambientale Strategic a. Il Piano provvede alla difesa del suolo attraverso la prev enzione dai rischi e dalle calamità naturali, accerta ndo la consisten za, la localizzazione e la vuln erabilità delle risorse naturali e individuando la disc iplina per la loro salvaguardia.

Relativ amente al Sistema Viabilità, il Piano defin isce il sistema delle infrast rutture per la mobilità, raccordandosi c on la pianificazio ne del P.T.C.P . e il sistema di mobilità ciclabile e pedonale intercomunale.

Di segu ito si riportano g li estratti cartografici relativi a:

 tavola 1: Carta dei Vinco li e della Pianificazion e Territoriale

 tavola 2: Carta delle in varianti

 tavola 3: Carta della fra gilità

 tavola 4.1 e 4.2: Carta d ella Trasformabilità

estratto tavola 1 PATI: carta dei vincoli

(39)

Per quanto riguarda il vincolo Viabilità ordinaria di progetto/Fasce di rispett o, l’art.30 delle NTA riporta quanto segue:

(40)
(41)

Per quanto riguarda il vinc olo paesaggistico D.Lgs. 42 /2004, l’art.11 delle NTA riport a quanto segue:

(42)
(43)

estratto tavola 2 PATI: carta delle invarianti

Per qu anto riguarda le Invarianti di natura idrogeologica: Ambiti, l’art.3 7 delle NTA riport a quanto segue:

(44)

estratto tavola 3 PATI: c arta delle fragilità

(45)

Per quanto riguarda la compatibilità geologica dei terreni, l’art.42 delle N TA riporta quanto segue:

Nelle pres crizioni, all’art.42 si riporta la neces sità di integrazione ed aggiorn amento delle indagini geologiche in sede di realizzazione del PAT di singoli Comuni.

(46)

estratto tavo la 4.1 PATI: carta della trasformabilità e degli A.T.O.

Nelle NTA viene riportato q uanto segue in merito agli ATO individuati nell’am bito del territori o interessato dal PATI:

(47)

L’allev amento è esterno a gli ambiti individuati.

estratto tavola 4.2 PATI: cart a della trasformabilità

L’allev amento ricade all’interno dell’elemento d ella rete ecologica:

Fasce di mit iga zione l egate alle infrastrutture, normato dall’art.51 delle N TA, che riporta qu anto segue:

(48)

12. PIANO REGOLATORE COMUNALE

Il comune di Gaiarine è dot ato di Piano Regolatore Gen erale approvato con DGR n° 5265 del 05/08 /198 8. Dopo l’entrata in vigore del P.R.G. sono state a pportate 32 varian ti parziali.

13. PAT - PIANO DI ASSETTO DEL TER RITORIO

Il PAT del Comune di Ga iari ne è entrato in vigore l’08 .02.2014, dopo essere stato approvato in sede d i Conferenza di s ervizi in data 13.12.2 013 e ratificato con Delibera della Giunta P rovinciale n° 5 66 del 23.12.2 013 (Pubblicazione sul BUR del 24.01.2014, n 10).

La definizio ne degli obietti vi del P.A.T. è avvenuta tra mite uno studio del terri torio per sistemi: il sistema insed iativo, il sistema produtt ivo e il sistema dei servizi

I sistemi a mbientale e de lla mobilità risultano già trattati nel P.A.T.I .

Di segu ito si riportano g li estratti cartografici relativi a:

 tavola 1: Carta dei Vinco li e della Pianificazion e Territoriale

 tavola 2: Carta delle in varianti

 tavola 3: Carta della fra gilità

 tavola 4.1 e 4.2: Carta d ella Trasformabilità

Tavola 1 – Carta dei Vincoli

L’allev amento è interessato dalla fascia di rispetto di viabilità ordinar ia di progetto, nor mata dall’art.30 delle NTA del PATI, in precede nza riportato.

(49)

estratto tavola 1 PAT: carta dei vincoli

Tavola 2 – Carta delle invarianti

L’allev amento è compreso all’ interno delle invarianti di natura idrogeo logica, alla voce Ambiti, normata dall’art.37 delle NTA del PATI, in prec edenza riportato.

(50)

estratto tavola 2 PAT: ca rta delle invarianti

Tavola 3 – Carta delle fragilità

Nelle analisi di comp atibilità geologia, l’allevamento è compreso all’int erno delle Aree idon ee a condizione, con class ificazione del terreno come mediocre, normata dall’art.42 delle NTA del PATI, e dall’ar t. 18 delle NTA de l PAT, che viene in seguito riportato.

Rispett o a q uanto riportato nell’ analisi della C arta delle Fragilità del PATI, viene maggiorment e sp ecificata la categoria di a ppartenenza del territo rio, che rientra nelle Aree idonee a condizi one – Terreno mediocr e.

Le caratteristiche del terreno mediocre risultano essere le seguenti

(51)

(NTA PATI art.42):

estratto tavola 3 PAT: carta delle fragilità

(52)

Sempre all’art.18, nelle Prescrizioni è previsto qanto segue:

Tavola 4.1 – Carta della Trasformabil ità e degli A.T.O.

L’allev amento risulta com preso all’interno dell’ATO 2 – Gaiarine.

I diversi ambiti territoria li omogenei sono n ormati da ll’art.43 delle NTA del PATI, e dall’art. 24 delle NTA del PAT.

Nel PATI il territorio ogget to di analisi non compa riva in alcun A TO, di consegu enza nessuna indic azione in merito era riportata all’art. 43.

Di seguito si riporta, inve ce, quanto contenut o a ll’art . 24 del le NTA del PAT del Comune di Gai arine.

(53)

estratto tavo la 4.1 PAT: Carta della Trasformabilità e degli A.T.O.

(54)

Tavola 4.2 – Carta della Trasformabil ità

All’int erno della tematica Valori e Tutele,l’allevamento r icade all’int erno delle Fasce di mitigazione legate alle infrastrutture, normato dall’art.51 delle NTA del PATI già riportato.

Nel PA T, per la temat ica Azioni strategiche, l’allevamento rientra all’int erno delle Aree di urbanizzazione consolidata, normate all’art.

26 dell e NTA del PAT del Comune di Gaiarine.

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estratto tavola 4.2 PAT: Carta della Trasformabilità

Le aree ad urbanizzazione c onsolidata comprendono parti di territorio con una st ruttura urbana che difficilmente potr à subire radicali trasfor mazioni e pertanto le azioni che posson o e ssere svolte i n tale tessuto riguardano princi palmente:

 la riqualificazione edili zia ed urbana;

 il miglioramento dei serv izi alla persona;

 il potenziamento di infra strutture locali e per la mobilità debole;

 il miglioramento degli stand ard a verde, a parcheggi e d ell’arredo urbano; conservazione degli ambiti di valore storico-architettonico e testimoniale.

Per tal i aree, l’art. 26 delle NTA prevede quanto segue:

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14. PI - PIANO DEGLI INTERVENTI – 1° VARIANTE

La varian te interessa esclusivamente gli aggregati rurali e la discipl ina delle fasce di rispetto; tutte le aree ch e non vengono espress amente normate nella Variante, mant engono l a destinazione previst a dal vigente P.R.G. e sono regolate dalle normat ive vigenti. Le N.T.A. della Variante son o state redatte i ntroduce ndo nel P.R.G.

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origina rio tutte le modifiche ed integrazioni conseguenti alla approva zione da parte del la Regione Veneto di alcune varianti parziali.

Le N.T.A. de lla Variante vengono utilizzate nella presente relazione, in quanto da ritenersi le pi ù complete ed attuali.

Il P.R.G. originario del Comune di Gaiarine è stato adottato con deliber a C.C. n° 50 del 22.05 .1986 e rati ficato con Delibe ra della Giunta Provinc iale n° 5265 del 05.08.1988. La Prima Variante al Pia no degli Interve nti (P.I.) del C omun e di Gaiarine è stata adot tata , ai sen si dell’ar t.18 della L.R. 11 /2004, con delibera C.C. n° 07 del 19.05.2015 Dalla Vari ante al PI si r iporta uno stralcio della tavola “Intero territo rio comunale – zona su d” e della tavola “Zone significative – Gaiarin e”

estratto tavo la 13.1.2 “intero territorio comunale – zona sud”

L’allev amento ricade i n zona D3, Zona pr oduttiva destinate ad

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insedia menti agro-industrial i come previsto dall’art. 4 punto 4d) , normate dall’art. 12 bis delle N.T.O., di seguito riportato:

Il citato ar ticolo 4 def inisce le Destinazioni d’Uso ammesse nelle varie zone te rritoriali e negli edifici esistenti in tali zone.

Si riportano le principali Destinazioni d’Uso per la zona in cui ricade l’allev amento.

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I terreni che confinano con l’allevamento ricadono in Zo na Agricola E3, aree ca ratterizzate da un elevato frazionamento fondiario.

Come appar e dalla tavola su ccessiva, l’allevamento è confinante (nord) con una st riscia di terreno a destinazione F3: Zone per attrezzature di interes se comuna – aree verde attrezzato.

estratto tavo la 13.3.1 “Zone significative - Gaiarine”

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15. ALTRE NORMATIVE A CARATTE RE SPECIFICO – RETE NATURA 2000 LA RETE NATURA 2000

Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha assegna to ad un sistema coordinato e coeren te (una "rete") di aree destina te alla conservazione de lla diversità biologica presen te nel territo rio de ll'Unione stessa ed in particolare alla tutela di u na serie di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati I e II della Direttiva "Habitat" e delle specie di cui all'all egato I della Diretti va "Uccelli".

La cos tituzione della rete Natura 2000 è prevista dalla Direttiva

"Habita t" 92/43/CEE relativa alla "Cons ervazione degli habitat naturali e seminatu rali e della flo ra e della fauna selvatich e". L'obiettivo della Dire ttiva è però più v asto della sola creazione de lla rete, avendo come scopo dichiarato di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediant e a ttività di conservazione, non solo all'i nterno delle aree che costitu iscono la rete Natura 2000, ma anche con misure d i tutela diretta delle specie la cui cons ervazione è considerat a un interesse comune di tutta l 'Unione.

L'inter o territorio del l'Unione Europea è stato suddiviso in sette regioni biogeografiche: al pina, atlantica, bo reale, continentale,

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macaron esica, mediterranea e pa nnonoca steppica. L’allegato I della Diretti va riporta 217 tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richi ede l a designazione di ar ee speciali di conserv azione. Per habitat na turali s’intende zone terres tri o acquati che che si distinguono grazie alle loro caratteristiche geograf iche, abiotiche e biotiche , interamente naturali o seminaturali.

Le caratteristiche distintive d egli habitat di interesse comunitario sono ad esempio la loro rarefazione sul territorio, la loro limitata estensi one, l a posizione str ategica ai fini de lla sosta per le specie migrato rie, la presenza di notevole diversità biologica, la testimo nianza dell'evoluzio ne dell'ambiente naturale attraverso i millenn i. Tra questi solo alcuni sono considerati habitat prioritari (contra ssegnati da un asterisco) e per la loro conservazione la Comunità ha una responsabilità par ticolare.

Per qu anto concerne le s pecie, sia animali che vegetali, l’Allegato II della Dirett iva Habitat distingue 632 spec ie animali e vegetali d’inter esse c omunitario la c ui conservazione richiede la designazione di Zone S peciali di Conserv azione, e tra queste vengono conside rate come

"priori tarie" quelle a ris chio di estinzione. P er gl i animali sono vietati la cattura, l'uc cisione, il disturbo e la distruzione dei loro siti di riproduzione e di rifugio. Per le piante sono vietate la raccolt a e lo sradicam ento . Per tutte le specie ve ngo no, inoltre, vietati il possesso, il t rasporto e la commercializzazione

La Direttiva "Habitat" ha crea to per la prima volta un quadro di riferim ento per la co nservazion e della natura in tu tti gli Stati dell'Un ione. In realtà però non è la pr ima Direttiva comunitaria che si occupa di questa mater ia. E' del 1979 infatti un' altra importante Diretti va, che rimane in vigore e si int egra all'interno delle previsi oni della Direttiva "Habit at", la cosiddetta Direttiva "Uccelli"

79/409/ CEE, concernente la conservazione di tutte le specie di uccelli selvati ci. La Direttiva "Uccelli" prevede una serie di azioni per la conserv azione di numerose specie di uccelli, indicate negli allegati della Direttiva stessa, e l'individuazione da parte degli Stati membri dell'Un ione d i aree da dest inarsi alla loro conse rvazio ne, le Z one di Protezi one Speciale (ZPS) .

La rete Natu ra 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitar io (SIC), identificati dag li S tati Membri secondo quanto stabilito dalla Diretti va Habitat, che vengono successivamente designati qual i Zone Special i di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Special e (ZPS) istituite ai sensi dell a Direttiva 2 009/147/CE

"Uccell i" concernente la conservazione degli uccel li selvatici.

L'indiv iduazione dei sit i da proporre per la rete ecolog ica Natura 2000 è stat a realizzata in It alia dalle singole Reg ioni e Province autonome con il coordinamento del M inistero dell'Ambiente e de lla Tute la del Territo rio. Ad oggi so no stati individuati da parte delle Regioni italiane 2314 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 3 67 dei quali sono stati designati quali Z one Speciali di Conservazione, e 610 Zone di

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Protezi one Speciale (ZPS); di questi, 335 sono siti di tipo C, ovvero SIC/ZSC coin cidenti con ZPS. All'interno dei siti Natura 2000 in Italia sono protetti complessivamen te: 131 habitat, 89 specie di flora e 111 specie di fauna (delle qual i 21 mammiferi, 11 rettili, 16 anfibi, 25 pesci, 38 invertebrati) ai sensi della Diret tiva Habitat; circa 387 specie di avifauna ai sensi della Direttiva Uccelli.

Nella Regione del Veneto, attualm ente, ci sono complessivamente 12 8 siti di rete Natu ra 2000, con 67 ZPS e 102 SIC variamente sovrappos ti. La superfi cie complessiva è pari a 414.675 ettari (22,5% del territorio regiona le) con l’estensione d ell e ZPS pari a 359.882 etta ri e quella de i SIC a 3 69.882 ettari.

LA VALU TAZIONE D’INCIDENZ A

La valutaz ione d'incidenza è il procedimento di carattere preventivo al quale è nece ssario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere inciden ze significative su un si to o proposto sito della rete Natura 2000, singolarme nte o congiu ntamente ad altri piani e pr ogetti e tenuto conto d egli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Tale p rocedura è stata in trodotta dall'articolo 6, comma 3, della diretti va "Habit at" con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei sit i attrave rso l'esame de lle interferenze di pia ni e progetti non diretta mente connessi a lla conservazione degli ha bitat e delle specie per cui essi s ono stati i ndividuati, ma in gr ado di condizionarne l'equil ibrio ambientale. La v alutazione d’incid enza, se correttamente realizz ata ed interpretata, costituisce lo stru mento per garantir e, dal punto di vista procedu rale e sostanziale, il raggiu ngimento di un rapport o equi librato tra la conservazione soddi sfacente degli habitat e delle s pecie e l'uso sost enibile del territorio.

La valutazion e d'incidenza rappresenta uno stru mento di prevenzio ne che analizz a gli effetti di interventi che, se ppur localizzati, vanno colloca ti in un contesto ecologic o dinamico. Ciò in considerazione delle correla zioni esistenti tra i vari siti e del contributo che portan o alla coerenz a complessiva e a lla funzionalità della rete Natura 2000, sia a livello nazionale sia comunitario . Pertanto, la valutazione d'incidenza si qualifica come strumento di salvaguardia, che si cala nel particolare contest o di ciascun sito, ma che lo inquadra nella funzionalità dell'in tera rete.

Il D.P.R. 357/97, così come modificato e integrato dal DPR 120/2003, affida all e regioni e provin ce au tonome il compito di ad ottare le misure necessa rie a salvaguardar e e tutelare i siti di interesse comunitario.

Il Veneto è intervenuto sulla materia con la Deliberazione n. 3173 del 10 ott obre 2006 e –in ultimo - con la Deliberazione 2299 del 09 dicembre 2014, che reca le Nuo ve disposizioni relative all’attuazione della Diretti va Comunitaria 92/43/Cee e D.P.R. 357/1997, appr ovando la Guida metodol ogica per la valutazione di incidenza, contenente procedure e

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modalit à operative.

Nel caso s pecifico i l progetto di amplia mento dell’insediamento zootecn ico non risulta inte rferire direttamente con i siti protetti della Rete Natura 2000. Il sito più vicino risulta e ssere IT3240016 Bosco d i Gaiarine (SIC e ZPS), da cui l’allevamento dista circa 1.900 m.

In ott enperanza a quan to previsto dalla Deliberazion e 2299 del 09 dicembr e 201 4 e dalla al legata Guida metoologica, viene pertanto allegat a al presente stud io la “dichiarazione di non incidenza”.

Distanza tra l’allevamento e il Sito Natura 2000 più prossimo

Moglian o Veneto TV, genna io 2016

IL TECNICO INCARICATO (Lanfranco Donantoni)

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