I contagi non si fermano stop al rientro nei licei e nuova stretta in arrivo
di Sara Scarafia Scuole superiori chiuse almeno sino alla fine del mese, così come bar e ristoranti, con la possibilità di provvedimenti ancora più restrittivi per almeno tre settimane. È il ritorno in classe che la Befana si porta via. Di fronte ai dati sui contagi — 1.692 positivi su 9.767 tamponi, con la Sicilia quarta regione in Italia per nuovi casi e prima per tasso di positività (17,3 per cento) — la riunione tra gli esperti del Comitato tecnico-scientifico e gli assessori Roberto Lagalla e Ruggero Razza ha dettato la linea del rigore. Una parte del Comitato tecnico- scientifico — che nelle prossime ore formalizzerà il documento da consegnare al governo — si è spinta oltre, chiedendo alla Regione di valutare l’ipotesi della didattica a distanza pure alle elementari e alle medie fino al 18. E se l’assessorato invece conferma per i più piccoli il ritorno in presenza da domani, il sindaco Leoluca Orlando prefigura un suo diktat sulla didattica a distanza per la scuola dell’obbligo. Domani Lagalla incontrerà la task force regionale guidata da Elio Adelfio Cardinale per le decisioni finali: ma il ritorno a scuola alle superiori, previsto per l’11, è certamente rinviato.
Ospedali in tilt
La situazione è esplosiva: ieri i ricoveri in terapia intensiva sono stati 194, quattro in più rispetto a martedì. A Palermo, prima provincia per numero di nuovi casi (485), gli ospedali sono in affanno: i posti letto in terapia intensiva al Cervello sono quasi esauriti, quelli in degenza ordinaria saturi, mentre al pronto soccorso ci sono 40 pazienti. L’ipotesi è di riconvertire ancora una volta l’area di emergenza del Civico
— che in terapia intensiva ha solo 9 posti — riservandola ai casi Covid. Va meglio a Petralia Sottana (20 posti) e a Partinico e Termini Imerese che ne hanno ancora una dozzina. Ma l’andamento è allarmante e ne soffrono anche i ricoveri per le altre patologie: in tutta l’Isola sono una trentina i reparti chiusi a causa dei contagi. Le vaccinazioni non sono ancora una risposta: la dose, perché ci si immunizzi, deve essere doppia e ancora non si è concluso il primo giro.
Scuole superiori a distanza
L’idea del dietrofront sul calendario che prevedeva la ripartenza in presenza anche
alle superiori è nata dopo la decisione del governo nazionale di fare slittare di quattro
giorni, all’11, il ritorno in classe. L’assessore Roberto Lagalla non ci sta a rimanere
col cerino in mano. Prima ha recepito lo slittamento, spostando l’avvio delle lezioni
in presenza a lunedì prossimo. Ma poi ha chiesto un incontro al Comitato tecnico-
scientifico per valutare i dati epidemiologici e ottenere una sponda che gli
consentisse di non aprire, come hanno già fatto altre Regioni. Gli esperti sono stati unanimi: tornare a scuola adesso, con i contagi in salita e i vaccini ancora in alto mare, è da escludere. Il rischio non sono le aule, avrebbero detto i medici, ma gli assembramenti all’entrata e all’uscita, oltre al nodo trasporti pubblici. Ma non solo.
Il Comitato teme che la riapertura delle superiori faccia da apripista a quella delle università, creando un’ulteriore possibilità di contagio. Le decisioni ufficiali comunque sono rinviate: Lagalla ha convocato per domani la task force guidata da Cardinale e prima riferirà al presidente Nello Musumeci l’esito della riunione:
«Aspetto il documento del Comitato», dice l’assessore. Durante il vertice si è parlato anche della possibilità di chiedere al governo di estendere i vaccini ai docenti fragili e agli alunni over 16 anni e di avviare uno screening sugli studenti — con tamponi rapidi da eseguire alla Fiera — prima dell’ipotetico ritorno in classe, al momento stimato il 1° febbraio.
La mossa di Orlando
Il Comitato tecnico- scientifico ha chiesto di fare slittare al 18 la riapertura delle scuole elementari e medie. Ma su questo fronte Lagalla vuole resistere, valutando solo l’ipotesi di applicare le restrizioni alle aree con picchi di nuovi casi. A fare diventare la questione un caso è il sindaco Leoluca Orlando, che per Palermo medita di ripescare l’ordinanza che a novembre aveva annunciato la chiusura di elementari e medie, misura poi mai applicata. «La scuola è importante ma non possiamo rischiare una strage», fa sapere il sindaco, pur ammettendo che si tratterebbe di una forzatura «di dubbia legittimità ». Anche a Messina il sindaco Cateno De Luca annuncia il fai- da- te: fino a lunedì nessuno torna in classe e da lunedì «si vedrà».
Ipotesi zona rossa
Di certo, per medici ed esperti, confermare la didattica a distanza alle superiori non basta. In attesa di sapere che colore verrà assegnato alla Sicilia, mentre l’Isola torna gialla per 48 ore, il Comitato tecnico elaborerà tre o quattro indicatori, contro gli attuali 21 previsti dal ministero della Sanità, per il passaggio di fascia da arancione a rossa. I “ rigoristi” chiedono che bar e ristoranti non aprano al pubblico ma propongono anche di valutare la chiusura dei luoghi con scarsa aerazione come i centri commerciali. La paura è pure per i saldi al via, che potrebbero richiamare nei negozi folle come a Natale. L’assessore Razza lancia l’allarme: « La crescita dei contagi non è inattesa, è il risultato di comportamenti che tutti abbiamo avuto modo di rilevare». E annuncia «concrete azioni contenitive parametrate alla situazione».
Ma prima di ogni nuova ordinanza si aspetteranno i provvedimenti del governo
Conte.
Assedio ai vaccini, torna la polizia L’Asp attiva le prenotazioni online
di Francesco Patanè Martedì gli odontoiatri, ieri le segretarie dei medici di famiglia.
Continua la confusione su chi può e chi non può ricevere il vaccino anti Covid fra le categorie degli operatori sanitari a Palermo. Ieri mattina per il secondo giorno consecutivo il caos è scoppiato nel centro vaccinale di Villa delle Ginestre davanti al rifiuto dei vaccinatori dell’Asp di immunizzare una quarantina di segretarie di medici di famiglia. Come martedì anche ieri è dovuta intervenire la Digos per tranquillizzare gli animi delle segretarie, esasperate per aver atteso invano la dose di vaccino. « Martedì alcune di loro sono state vaccinate, ieri invece l’Asp ha negato il vaccino alle nostre segretarie — dice Rosario Del Castillo, medico di famiglia e vice segretario provinciale del sindacato dei medici italiani (Smi) — Le segretarie sono in prima fila come e più di noi medici, è una follia non permettere loro di vaccinarsi quando sono le prime ad aprire la porta a potenziali positivi con sintomi».
Pur con un’organizzazione tutt’altro che svizzera, l’Asp di Palermo fino a ieri aveva smaltito quasi l’ 85 per cento della prima fornitura di vaccini anti- Covid con poco più meno di settemila dosi inoculate. L’Asp Palermo può già contare sulla seconda fornitura di vaccino: dopo le 8.190 dosi della prima tranche (31 dicembre scorso), sono disponibili ulteriori 4.680 dosi ( totale 12.870 dosi). Su scala regionale ieri alle ore 18 erano 29.258 i siciliani che hanno ricevuto al prima dose di vaccino su un totale di dosi consegnate che ha raggiunto le 46.510 unità.
Per evitare che si ripetano mattinate di tensione come quella di ieri e di due giorni
fa, l’Asp di Palermo da ieri ha lanciato il nuovo sistema online di prenotazione delle
vaccinazioni per le diverse categorie di operatori sanitari. Basta collegarsi al sito
dell’azienda sanitaria del capoluogo ed entrare nella piattaforma dedicata
compilando tutti i campi. L’operatore sanitario potrà scegliere — in base alla
disponibilità — giorno, orario e sede dove effettuare la vaccinazione. Ad oggi però
non tutte le categorie sanitarie sono abilitate alla prenotazione online e questo
dipende dalla direttiva regionale che stabilisce quali operatori sanitari hanno ad oggi
priorità di vaccinazione. Sulla base di questa lista ieri anche a S.M., un fisioterapista
che lavora come libero professionista in un centro accreditato con l’Asp, è stata
negata la vaccinazione a Villa delle Ginestre con la motivazione che «non mi
spettava perché non sono un dipendente Asp».
Secondo i vertici dell’azienda sanitaria il nuovo sistema online eliminerà a monte la
confusione che si è generata in questi primi giorni di vaccinazione. Solo ieri nel
primo giorno di attivazione si sono prenotati nel portale web dell’Asp 244 operatori
sanitari. «Dal momento in cui il vaccino viene tolto dai frigoriferi a — 80 gradi al
momento in cui è pronto per essere inoculato trascorre un tempo considerevole —
commenta Del Castillo — Questa lunga procedura necessita di un’organizzazione
logistica a monte super efficiente per evitare estenuanti attese o peggio che dosi di
vaccino vadano buttate per mancanza di soggetti da immunizzare » . La
prenotazione si può effettuare per i sei centri vaccinali dell’Asp di Palermo: Villa
delle Ginestre, ospedale Ingrassia, ospedale Civico di Partinico, Cimino di Termini
Imerese e Madonna dell’Alto di Petralia Sottana. Il turno fisico viene garantito nei
limiti delle capacità rek29.258 cettoriali del centro vaccinale.
Stop all'apertura delle scuole, la priorità è
frenare la corsa del virus
I contagi aumentano ancora e la Sicilia ripiomba nel tunnel dell’emergenza
Antonio Siracusano
La corsa del virus in Sicilia ha stravolto l'ordine delle priorità. Il tema dell'apertura della scuola è stato scavalcato dalla necessità di adottare contromisure rigorose per rallentare la diffusione dei contagi, ormai fuori controllo. L'Isola è in piena terza ondata. Ieri si è riunito il Comitato tecnico scientifico regionale, coordinato dall'assessore alla Salute, Ruggero Razza. Gli esperti hanno chiesto provvedimenti più restrittivi, alla luce della crescita esponenziale dei casi in Sicilia. Le scuole possono attendere, comprese quelle primarie e secondarie di primo grado. È l'orientamento emerso nel corso della riunione, alla quale ha partecipato anche l'assessore regionale all'Istruzione e Formazione professionale, Roberto Lagalla, fino a ieri ottimista sulla possibilità di consentire agli studenti di tornare in classe. Ma i dati non ammettono distrazioni. Il Comitato tecnico scientifico dovrà mettere i paletti sulla scuola, ma suggerirà anche al governatore Musumeci l'impianto dell'ordinanza da adottare. In questa direzione gli esperti hanno assicurato che entro oggi sarà elaborato un parere formale. Il Comitato scientifico sarebbe intenzionato a chiedere restrizioni severe, a cominciare dalla scuola, dove è quasi sicura la ripresa della didattica a distanza, con l'ipotesi di tornare in classe a febbraio.
Il bollettino epidemiologico di ieri conferma la progressione preoccupante dei contagi: 1.692 i nuovi positivi al Coronavirus in Sicilia su 9.767 tamponi. Le vittime sono state 29 nelle ultime 24 ore che portano a 2593 deceduti dall'inizio della pandemia. I positivi sono 37.739 con un aumento di 313 casi. Negli ospedali i ricoveri sono 1384, 4 in meno rispetto a ieri, mentre i ricoveri in regime ordinario sono 1190 (+ 8). In terapia intensiva i ricoveri sono 194 (+ 4). I guariti sono 1350.
La distribuzione nelle province vede a Palermo 485 casi, Catania 449, Messina 207, Siracusa 193, Caltanissetta 91, Trapani 82, Agrigento 73, Ragusa 61, Enna 51.
Con questi numeri la Sicilia è in bilico, tra fascia arancione e rossa. I nuovi parametri nazionali sulle aree regionali di rischio, infatti, abbassano l'indice di contagio (Rt) per il passaggio di zona:
«Entreranno in vigore - afferma l'assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza - già questa settimana, perché il governo centrale ha ritenuto di recepire le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale che ha espresso crescenti preoccupazioni per a crescita dei contagi, la diffusione del virus nel periodo festivo, la variabile inglese e lo stato di emergenza registrato in molti Paesi dell'Unione europea. È una assunzione di responsabilità che viene chiesta alle istituzioni e ai cittadini per garantire la campagna vaccinale nella sua fase iniziale».
L'assessore Razza non è sorpreso dall'escalation dei casi: «La crescita dei contagi non è inattesa. È il risultato di comportamenti che tutti abbiamo avuto modo di rilevare e documentati anche da alcune immagini arrivate dalle nostre città. Se da un lato osserviamo, fortunatamente, un'incidenza non critica dei ricoveri ospedalieri, dall'altro è opportuno prevedere concrete azioni contenitive parametrate alla situazione». Significa che la Regione deve agire al più presto, varando stringenti contromisure: «Siamo nuovamente nella situazione di qualche mese fa - avverte il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando - quando sono stato costretto a sospendere un provvedimento già pronto ancorché di dubbia legittimità per le scuole di competenza comunale.
La scuola è importante, certamente, ma non possiamo per questioni di principio provocare una strage. Lo stesso vale -prosegue Orlando - per le attività economiche. Si adottino provvedimenti di emergenza che tutti gli altri paesi europei hanno già adottato. Non c'è più tempo da perdere».
Intanto la Regione accelera sui vaccini e il governatore ipotizza: «Contiamo di completare la campagna di vaccinazioni entro la prossima estate».
De Luca: «È la terza ondata» E annuncia misure drastiche
Prende il via la delicata operazione di screening in tutte le baraccopoli
Non solo il caso scuolema sono tanti i fronti monitorati: «Noi qui paghiamo gli errori e omissioni dell'Asp»
Lucio D'Amico Messina
Altre 48 ore di riflessione, tra oggi e domani. Poi, sabato mattina il nuovo tavolo tecnico e in serata la probabile diretta Fb per annunciare le ulteriori misure, almeno quelle di competenza
dell'ente locale. Secondo il sindaco De Luca, quelle che stanno per arrivare sono le settimane più delicate da quando è scoppiata la pandemia, gennaio e febbraio saranno mesi durissimi, da affrontare per l'ennesima volta “in apnea”, se si vuole poi finalmente cominciare a uscire dal tunnel chiamato Covid-19. «La situazione che è emersa dal confronto svoltosi a Palazzo Zanca il giorno prima dell'Epifania ci ha consegnato un quadro non inquietante ma tragico - premette De Luca -, negli ospedali siamo all'85 per cento di posti occupati per i ricoveri ordinari da coronavirus e al 60 per cento nelle terapie intensive. Ma al di là dei numeri riguardanti i posti letto, abbiamo avuto la conferma che l'Asp, nonostante la nomina di un nuovo commissario per l'emergenza, non è ancora in grado di gestire una situazione che non tende certo a normalizzarsi, ma anzi si va aggravando. La questione dei rifiuti speciali resta aperta e l'Azienda sanitaria provinciale ammette di non essere in grado di svolgere il proprio servizio, dopo due mesi di silenzi, omissioni e incapacità».
Quella di sabato 9 sarà una riunione incentrata non soltanto sulle decisioni da assumere relativamente alla chiusura delle scuole: «Non escludo misure più drastiche - insiste il sindaco -, non abbiamo gestito bene questa fase e ne paghiamo le conseguenze. Abbiamo cercato questa volta di approcciarci con un atteggiamento collaborativo, di tolleranza, ma tutto questo non è servito, ora siamo alla terza ondata, s'impone un'azione più forte. Sabato sera non escludo una diretta straordinaria dove comunicherò le decisioni che intendo assumere». De Luca, poi, evidenzia la “specificità” messinese: «Noi qui scontiamo, a differenza di altre città, la disorganizzazione e le omissioni dell'Asp. Non ci possiamo permettere il lusso di una diffusione di contagi che poi non siamo in grado di affrontare».
E qui si torna a uno dei punti più critici, insieme con il capitolo delle scuole: quello concernente la situazione delle baraccopoli in riva allo Stretto. Entro domani sarà avviata la campagna di screening negli ambiti di risanamento. Si partirà, come era stato già preannunziato, dal rione Taormina, con l'allestimento di un punto-drive in per l'esecuzione dei tamponi. Un ruolo prezioso sarà svolto dalla Messina Social City che, con i propri dipendenti e volontari, darà un supporto organizzativo agli operatori sanitari e ai medici che eseguiranno i tamponi. Ci saranno controlli accurati, perché ovviamente al drive-in potranno accedere solo le persone che risultano residenti nel rione Taormina secondo gli elenchi già in possesso del Comune. Subito dopo si procederà con gli altri rioni baraccati, per un totale di circa ottomila persone.
Nel caso in cui venissero rilevati contagi da Covid-19, confermati dall'esecuzione del test molecolare, i provvedimenti conseguenti sarebbero obbligati: è stato già disposto, infatti, che l'eventuale quarantena venga trascorsa nei Covid Hotel già attivi e, nello stesso tempo, la Regione dovrebbe pubblicare un nuovo avviso per il reperimento di posti letto nelle strutture ricettive della città di Messina da utilizzare sempre come Covid Hotel.
Nuove istanze per la Family Card
Dalle 10 di oggi alle 20 di martedì 12 gennaio potranno essere presentate le istanze per i buoni spesa-voucher da utilizzare per l'acquisto di beni di prima necessità attraverso la piattaforma familycard.comune.messina.it. L'Amministrazione comunale ha, infatti, determinato a favore dei soggetti facenti parte di nuclei familiari che si trovano in stato di bisogno, l'assegnazione di buoni spesa/voucher per l'acquisto di beni di prima necessità (alimenti, prodotti farmaceutici, prodotti per l'igiene personale), rientrante nelle misure di sostegno all'emergenza socio -assistenziale da Covid-19 finanziate dal programma Pon Metro 2014-2020. Si tratta del rifinanziamento della misura di sostegno che ha aiutato decine di migliaia di famiglie messinesi.
Assessore “rosa” ? Forza Italia si defila
Palermo
L'annuncio di Musumeci («l'assenza di donne nella mia giunta è solo temporaneo») trova subito i primi paletti. Ed il solito Miccichè ad avvisare il governatore: «Sulla presenza delle donne in politica, Forza Italia ha già dato. Se Musumeci ritiene di fare spazio a una presenza femminile in Giunta, parli con gli altri alleati». Così presidente dell'Assemblea regionale siciliana rinvia al mittente l'invito a ragionare su un altro ritocco “rosa” dopo l'ultimo rimpasto regionale che ha estromesso l'unica assessore donna: «È certamente un problema, ma non vorrei che questo problema fosse affidato a Forza Italia perché su cinque parlamentari nazionali ne ha quattro donne ed uno uomo, c'è solo Schifani uomo, poi le altre quattro sono donne. Siamo stati quelli che comunque abbiamo garantito per questi tre anni una donna in giunta. Se il presidente Musumeci ritiene di dover avere una donna in giunta, chieda agli altri partiti, noi abbiamo dovuto alcun tipo di dubbio sul valore delle donne però abbiamo dovuto ragionale politicamente su alcune esigenze territoriali. Io avevo chiesto anche a Margherita Ruvolo se era disponibile a fare l'assessore e mi ha detto no».