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2. LA NOVELLA IN LE CLÉZIO: IL CASO DI CŒUR BRÛLE

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2. LA NOVELLA IN LE CLÉZIO: IL CASO DI CŒUR BRÛLE

2.1. Evoluzione della novella nella produzione letteraria di Le Clézio

Questo paragrafo ha l’obiettivo di fornire una breve panoramica sull’evoluzione della scrittura della novella all’interno della produzione letteraria lecleziana. A tal proposito, la prima osservazione da compiere è notare come questo genere letterario sia praticato dall’autore sin dagli albori della sua scrittura, complice forse anche l’ammirazione per scrittori inglesi quali Conrad. Oltretutto secondo alcuni critici letterari, Le Clézio è riuscito ad esprimersi meglio attraverso questo genere ancor di più che tramite il romanzo. Ad esempio, Jean Onimus sostiene che:

Le Clézio est un conteur plutôt qu’un romancier. Cette observation est juste si l’on considère que cet écrivain se soucie peu d’analyser les sentiments ou les opinions de ses personnages et qu’il ne présente jamais une étude des mœurs détaillée. […] L’écriture leclézienne, qui vise à reproduire pour le lecteur l’expérience intérieur de la méditation, implique évidemment une certaine déconstruction des conventions de la narration réaliste

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.

In base alla presunta volontà dello scrittore di scardinare le strutture di una narrazione convenzionale, si intuisce facilmente la ragione per cui Le Clézio, sin dai suoi primi scritti giovanili, sia stato ascritto all’interno del panorama del Nouveau Roman. Tuttavia, soltanto tenendo conto del ruolo di primo piano detenuto dalla novella si può provare a rintracciare una breve evoluzione di questo genere testuale nel corpus di opere lecleziane.

La novella si distingue in primo luogo dal romanzo per il suo carattere di brevità; è in sostanza un racconto breve, che per le sue dimensioni si presta ad avere una maggior presa sul lettore. Sebbene questo sia un genere letterario che affondi le sue radici al XII secolo, nel corso dei secoli ha subito le più diverse trasformazioni. Pertanto, la novella nel panorama della letteratura contemporanea

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J. Onimus in B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 87.

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può essere considerata una sorta di atelier di scrittura. Come si legge a tal proposito nel Dictionnaire du Littéraire:

Le renouvellement du genre se joue aussi dans un effort d’unification des recueils: la nouvelle a donné lieu à la construction d’ensembles centrés sur des récurrences thématiques, au détriment de l’événement, délaissé au même titre que la chute finale (par exemple, Le Clézio, La ronde et autres faits divers, 1982)

2

.

Nel mondo della narrativa contemporanea, pertanto, un’altra problematica centrale che appare emergere è appunto la questione del senso di unitarietà di una raccolta di novelle data dal carattere delle tematiche presentate in ciascuna di esse.

Da questo punto di vista, appare alquanto interessante la seguente affermazione di Thibault:

[…] le défi esthétique propre au recueil de nouvelles est de combiner la plus grande diversité avec l’unité la plus forte, de donner au lecteur l’impression qu’il change constamment de monde et cependant qu’il demeure toujours dans le même

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.

Di conseguenza, si rileva come uno scrittore contemporaneo dedito a questo genere debba in qualche modo trovare un punto di equilibrio nel conciliare il carattere autonomo che caratterizza e distingue ogni novella da un’altra, pur mantenendo una certa coesione, almeno a livello tematico, fra le varie componenti di una raccolta.

Dopo questo excursus generale, si può notare come la produzione letteraria di Le Clézio, per quel che riguarda il genere della novella, veda un’evoluzione concernente proprio la problematica dell’unitarietà della raccolta data dall’assembramento delle singole novelle. In particolare, come segnalato da Thibault, ‹‹[…] on pourrait distinguer chez Le Clézio au moins quatre conceptions successives de la nouvelle, de sa thématique, et du recueil

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››.

La prima raccolta di novelle pubblicate da Le Clézio nel 1965 è La Fièvre; la tematica che caratterizza questa raccolta è quella del rifiuto della società del singolo che sembra assumere dei risvolti quasi patologici per l’individuo, facendo

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R. Dion, ‹‹Nouvelle›› in P. Aron, D. Saint-Jacques, A. Viala, Dictionnaire du littéraire, Paris, Presses Universitaires de France, 2002, p. 402.

3

B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 185.

4

B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 186.

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affiorare così il tema della follia. Nonostante la raccolta sia caratterizzata dalla riproposizione delle stesse tematiche nei vari testi, secondo alcuni critici Le Clézio non sarebbe riuscito a creare un effetto di unitarietà e in questo modo le novelle assumerebbero la forma di frammenti giustapposti. Come rileva lo stesso Thibault in merito a La Fièvre: ‹‹Sa forme est donc tout bonnement un assemblage aléatoire de textes plus ou moins brefs, qui évoquent l’éclatement d’un puzzle››

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.

La stessa critica invece non può essere sollevata per la raccolta pubblicata nel 1978, Mondo et autres histoires. Queste novelle presentano tutte come protagonisti dei giovani adolescenti che, forse spinti proprio dal carattere transitorio insito in un periodo quale quello della pubertà, iniziano ad osservare il mondo che li circonda arrivando ad un netto rifiuto delle istituzioni e della complessità sociale di quest’ultimo. Nonostante le novelle presentino una varietà di personaggi e di ambientazioni ben diverse le une dalle altre, quell’effetto di frammentarietà che caratterizzava la precedente raccolta dello scrittore viene meno; probabilmente, la chiave di volta del mistero, risiede proprio nel fatto che la tematica di fondo, quella dell’infanzia più prossima ad un mondo primitivo e naturale, riesce a compattare i diversi racconti.

Un’ulteriore evoluzione nella produzione novellistica lecleziana può essere individuata nella pubblicazione, avvenuta nel 1982, di La Ronde et autres faits divers. Analizzando questo titolo, si nota come Le Clézio indichi chiaramente il suo modello di riferimento nel processo di scrittura, il fait divers. Tramite questa esplicita menzione, quindi, il lettore già comprende che queste novelle lo avvicineranno ad una sorta di scrittura giornalistica. Si può definire il fait divers come

l’un des multiples faits journaliers qu’une flamme tragique ségrège et comme plus intense parmi toutes les autres tranches de vie ou de réalité: le fait divers est bien un événement qui a été distingué, élu parmi d’autres, sur des critères finalement romanesque

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.

5

B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 186.

6

K. Lanini, ‹‹Fait divers›› in P. Aron, D. Saint-Jacques, A. Viala, Dictionnaire du littéraire, cit., p.

216.

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Seppur sia composta di novelle, quindi di testi che hanno per loro natura un carattere di fiction, quest’opera affronta attraverso la storia dei personaggi la problematica dell’immigrazione e dell’esclusione dalla società a causa della diversità culturale. Si potrebbe sostanzialmente descrivere il contenuto della raccolta dicendo che:

[…] L’écrivain met en scène dans La Ronde des hommes, des femmes et des enfants qui sont exclus du système et qui font l’expérience du néant social. Il met en scène le marginaux et les immigrés de la France d’aujourd’hui. Le Clézio met ainsi en évidence le malaise des banlieues dans la France contemporaine: il montre des quartiers décentrés et vides où tournent en rond des personnages déchus et vaincus, déchirés de brusque bouffées de violence

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Questo lavoro letterario di Le Clézio, fortemente impregnato di realismo sociale, mostra inoltre un carattere estremamente innovativo rispetto ai canoni dell’epoca proprio per la presentazione di tali problematiche sociali all’interno della narrazione; tuttavia, quel che preme notare è che la trattazione della tematica dell’esclusione sociale dovuta ad una diversità culturale garantisce una certa unitarietà alla raccolta. Questa ipotesi trova conferma in una constatazione di Thibault:

Le recueil possède cependant une cohérence très forte puisque ces récits présentent non seulement une unité thématique mais encore unité de décor:

elles décrivent l’existence des exclus, des laissés-pour-compte et des marginaux d’aujourd’hui dans les banlieues défavorisées des grandes villes modernes

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.

L’ultima evoluzione concernente la scrittura del genere della novella in Le Clézio può essere rintracciata agli albori degli anni Novanta del XX secolo, con la pubblicazione nel 1989 della raccolta Printemps et autres saisons. Nonostante l’opera sia costituita da testi caratterizzati da una lunghezza estremamente diversa, l’unitarietà della raccolta è assicurata ancora una volta dalle tematiche trattate. In questa fase della sua scrittura, Le Clézio inizia a presentare personaggi che avvertono una sorta di senso di esilio, nonché di disagio interiore, dovuto allo smembramento tra due mondi e due culture diverse. Questi due temi saranno

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B. Thibault, ‹‹Du stéréotype au mythe: l’écriture du faits divers dans les nouvelles de J.M.G. Le Clézio››, in The French Review, vol. 68, N. 6, (May 1995), p. 964.

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B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 187.

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caratterizzanti delle opere dell’ultimo decennio del Novecento, tenendo conto che, oltre a Printemps et autres saisons, essi vengono ripresi nella lunga novella Hasard, pubblicata nel 1999, e nella raccolta Coeur Brûle et autres romances.

Proprio attraverso il titolo di questa raccolta, viene esplicitamente segnalata l’ultima evoluzione della novella in Le Clézio: l’avvicinamento al genere della romanza. A tal riguardo, si può considerare che:

[…] le mot romance renvoie à une catégorie de sujets, sentimentaux ou élégiaques. Une romance est une histoire d’amour, souvent une histoire d’amour tragique mise en poème, en chanson ou en film. Le mot n’est pas nécessairement péjoratif, mais connote une qualification sociale: le goût de la romance est supposé populaire et féminin

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.

In base a questa definizione, si può notare come forse questo ulteriore cambiamento nella produzione letteraria di Le Clézio possa essere un tentativo di trattare una materia, quella sentimentale, consona ai gusti del grande pubblico;

probabilmente, l’autore utilizza la parola romanza anche per sottolineare il rilievo che i personaggi femminili possiedono in Cœur Brûle et autres romances così come in altre opere dello stesso periodo. Tuttavia, appare interessante considerare la definizione che lo stesso Le Clézio dà nel corso di un’intervista a proposito della parola romanza:

C’est un mot un peu ironique pour décrire des situations qui sont tragiques.

Le livre est composé de sept nouvelles, des récits sombres. Cependant, dans la romance, le sentiment prime sur la vérité sociologique. Je pense que le rôle de la nouvelle est de mettre en scène ce dérapage constant entre les courants sentimentaux et le monde social

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.

Da questa dichiarazione si può pertanto rilevare come in realtà l’intento di Le Clézio non sia quello di conformare la sua produzione novellistica al genere della romance con l’accezione che questa parola possiede nella letteratura inglese, ovvero quella di trattare esclusivamente la materia sentimentale; rispetto alla scrittura di La ronde et autres faits divers, Le Clézio non elimina la tematica sociale. Dalle pagine di Cœur Brûle et autres romances emergono infatti le figure di personaggi in qualche modo emarginati perché culturalmente diversi, il cui

9

D. Ribard, ‹‹Romance›› in P. Aron, D. Saint-Jacques, A. Viala, Dictionnaire du littéraire, cit., pp. 532-533.

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J.-M.G. Le Clézio in T. Chanda, ‹‹ La langue française est peut-être mon seul véritable pays›› in

Label France 45, 2001, p. 7.

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unico modo per sfidare la società è un rifiuto di essa stessa; tuttavia, sebbene questa problematica sia chiaramente presente nei diversi racconti, resta costantemente in secondo piano rispetto alla materia sentimentale.

Come si vedrà nei paragrafi successivi, il ruolo di rilievo rivestito nel corso della narrazione dalle sensazioni e dalle emozioni dei personaggi, lungi dal far avvicinare Le Clézio al genere del racconto o romanzo psicologico dal quale egli rimane sempre distante, dimostra comunque un’evoluzione dell’opera letteraria dell’autore.

2.2. Cœur Brûle et autres romances

Coeur Brûle et autres romances è una raccolta di novelle pubblicata nel 2000 dall’editore Gallimard. L’opera consta di sette racconti di diversa lunghezza. In una recensione si legge che ‹‹Dans ce recueil, Le Clézio nous offre des nouvelles plus courtes que dans ses œuvres précédentes, mais empreintes de poésie et de lyrisme

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››. In effetti, a parte la prima novella, Cœur Brûle, e l’ultima, Trésor, balza subito agli occhi la brevità degli altri cinque racconti, a volte addirittura poco più di una manciata di pagine che tuttavia sono capaci di catturare l’attenzione e coinvolgere intensamente il lettore.

Come anticipato nel precedente paragrafo, già dal titolo della raccolta l’autore fa esplicita menzione al suo genere di riferimento, la romanza; l’orizzonte di attesa del lettore viene quindi indirizzato in tal senso e le aspettative non vengono deluse. In effetti, in Cœur Brûle et autres romances l’aspetto centrale è costituito dai sentimenti, dalle emozioni suscitate dal ricordo, persino dalle sensazioni provate dai personaggi. Di racconto in racconto, il filo conduttore che si può rintracciare è un continuo andirivieni interiore del personaggio principale o della voce narrante tra un presente che provoca sofferenza e un passato, generalmente trascorso altrove, che torna a esercitare tutto il suo carico di ricordi e di rimpianti.

A tal riguardo, si può osservare che:

11

L. Lazar, ‹‹Cœur Brûle et autres romances by J.M.G. Le Clézio››, in The French Review, vol.

75, N. 3, Feb. 2002, pp.642.

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Notons ici qu’à la faille psychologique de ces héroïnes, où s’inscrit la déchirure entre le présent et le passé, s’ajoute la faillite idéologique du milieu et du système où elles ont grandi. Si les romances lecléziennes disent l’exil et l’impossibilité du retour, l’échec de la rencontre, de l’aventure et du désir, elles décrivent en même temps, quoiqu’indirectement, une société en déclin ou en décadence, comme la Russie dans les nouvelles de Tchékhov, l’Irlande chez Joyce ou la Sicile chez Pirandello. Le sentiment de faillite et de fiasco historique, qui constitue en quelque sort la toile de fond du récit, est lié chez Le Clézio à la chute des empires coloniaux européens en Afrique, en Amérique, aux Antilles

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.

Effettivamente, il lettore può subito notare che i protagonisti di queste romanze sono outsider, rappresentanti simbolici di figure emarginate a livello sociale come la tossicodipendente Pervenche o la prostituta Kalima; di volta in volta, Le Clézio alterna un messaggio di speranza, come nel caso di Pervenche, o regala un tragico epilogo al suo racconto, come appunto in Kalima, un testo in cui la ragazza morirà in seguito ad un’aggressione.

Nonostante il motore dell’opera sia indubbiamente la materia sentimentale, o meglio l’attenzione che l’autore ripone nel trattare le sensazioni e le emozioni dei suoi personaggi, la tematica ricorrente dell’opera lecleziana, quella della condanna alla società occidentale che soffoca l’individuo, emerge nettamente anche se non assume una verve critica così evidente come nelle sue precedenti raccolte di novelle. Sotto quest’ottica possono essere interpretati alcuni giudizi negativi indirizzati a Le Clézio in occasione della pubblicazione di Cœur Brûle et autres romances:

Dans Cœur Brûle et autres romances, tout le monde souffre comme il faut, l’injustice ne fait jamais déborder la haine, les victimes meurent (Kalima) ou se rachètent (Pervenche). Le Clézio, tout en semblant parler de la violence du monde, l’expulse, l’amortit. C’est peut-être ce qui plait à ses lecteurs, leur permettent de se détourner d’une réalité souvent atroce, tout en pensant qu’ils lisent quelque chose sur elle

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.

A mio avviso, questa critica risulta alquanto discutibile per il semplice fatto che sono state ignorate le finalità estetiche dell’autore: scegliendo di indirizzare il racconto sul genere della romanza, è infatti evidente che la materia centrale e fondante della sua opera sarà la sfera sentimentale; se Le Clézio avesse avuto in

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B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., p. 190.

13

J. Savigneau, ‹‹ Le Clézio, cru moyen: sur Cœur Brȗle et autres romances›› in Le Monde des

livres, 3 novembre 2000, p.6.

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mente un progetto artistico diverso, probabilmente si sarebbe addentrato in un altro tipo di scrittura, magari sul modello di La Ronde et autres faits divers. Da questo punto di vista, bisogna giocoforza ammettere che, seppur con un ruolo di secondo piano, una certa critica sociale trapeli e sia manifestamente presente, se non altro perché il malessere dei personaggi è provocato da un rifiuto netto della società che li circonda. Pervenche, Kalima, o ancora le protagoniste femminili del racconto Les trois aventurières sono tutte in qualche modo personaggi che hanno rigettato il contesto sociale che le circondava.

Un’altra tematica fondante che conferisce un senso di integrità alla raccolta è indubbiamente il senso di esilio con il quale ogni personaggio convive, sia esso provocato da una sorta di déchirement tra due realtà sociali e culturali diverse in cui il personaggio si è trovato a vivere, o da un rimpianto verso un passato che non tornerà più, come nel caso delle novelle Vent du sud o Trésor.

Questa sorta di richiamo del passato trascorso in un ailleurs è ben evidente nel caso di racconti quali Cœur Brûle e forse ancor di più in Kalima. In questa breve romanza, in cui quasi a mo’ di elegia funebre la voce narrante ripercorre il vissuto di una giovane ragazza marocchina che ha lasciato il suo continente per la metropoli occidentale di Marsiglia, è ben evidente il costo che questo abbandono ha comportato sul piano esistenziale della protagonista. Riprendendo una tematica già esplorata circa venti anni prima nel romanzo Désert, questo racconto di Le Clézio si caratterizza per un tono più melanconico nonché per il finale tragico: la protagonista, dopo aver subito la stessa esperienza di violenza del personaggio di Pervenche e essere stata costretta a prostituirsi, non avrà alcuna possibilità di riscattare la propria esistenza.

Un altro aspetto tematico che permette di stabilire una relazione tra questa

raccolta di novelle e altri scritti precedenti di Le Clézio è la presentazione,

attraverso la vicenda narrativa, del passaggio dal mondo dell’infanzia a quello

dell’età adulta. In un interessantissimo articolo che ha come fine quello di

analizzare il tema dell’infanzia in Le Clézio effettuando un paragone tra Cœur

Brûle et autres romances e Mondo et autres histoires, Isa Van Acker rileva che,

nonostante i motivi siano ricorrenti tra un’opera ed un’altra, la visione che trapela

dalle pagine di Cœur Brûle et autres romances è più disincantata e meno

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ottimista; ad esempio, quella stessa esperienza della violenza fisica alla quale il personaggio di Lullaby rifugge in Mondo et autres histoires è la stessa esperienza che saranno costrette a vivere i personaggi di Pervenche o ancora di Kalima.

Sempre in questo articolo viene messo in risalto come, a differenza della precedente raccolta lecleziana, in Cœur Brûle et autres romances venga meno quel rapporto di complicità fra infanzia e vecchiaia, anzi come addirittura queste due età si pongano in un manifesto e profondo contrasto. A questo proposito, si può notare che :

Ailleurs dans le recueil, l’ordre dans lequel les nouvelles se suivent contribue à souligner l’écart entre l’optique de la jeunesse et celle de la maturité, voire à corrompre la vivacité de l’enfance en y répondant par des images de la déchéance. […] La toute dernière phrase de Trésor (et donc du recueil entier), reprend et aiguise encore ce contraste. ‹‹Aujourd’hui j’ai quitté l’incertitude de l’enfance et je marche jusqu’à ma mort sur la même route, comme doivent le faire les hommes.››; cette affirmation de Samaweyn, si elle témoigne peut-être une grande sagesse – mais d’une sagesse dont, précisément, un enfant n’est pas pensé disposer – parait réduire l’étendue de la vie en passant sans transition de la sortie de l’enfance à l’avancée aussi inéluctable que monotone vers la mort

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.

Seppur si possa segnalare questa evoluzione della tematica dell’infanzia in Le Clézio, peraltro perfettamente comprensibile se si tiene conto dei quasi trent’anni di distanza che intercorrono fra una raccolta di novelle e l’altra, c’è da notare che il motivo di fondo, per cui il bambino o l’adolescente sono gli esseri più facilmente predisposti ad un’apertura all’ailleurs, rimane del tutto intaccato.

Un ulteriore elemento degno di rilievo, che verrà analizzato ancor più nel dettaglio riguardo al racconto di Cœur Brûle, è la centralità che il personaggio femminile arriva ad acquisire in questa raccolta di Le Clézio. Sebbene questo aspetto sia una particolarità che caratterizzi la produzione letteraria a partire soprattutto dalla pubblicazione di Désert, è innegabile come dalle pagine di Cœur Brûle et autres romances sembri che il personaggio femminile sia meglio predisposto ad interrogarsi circa il reale. Non è pertanto un caso che, in questa raccolta, la maggior parte dei racconti presenti delle figure di donne tutte in cerca di risposte o di se stesse, come avviene in Cœur Brûle, in Kalima, in Les trois

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I. Van Acker, ‹‹Enfance et déchéance dans Cœur Brûle et autres romances››, in Cahiers

Robinson 23, 2008, p. 126.

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aventurières, in Hôtel de la Solitude o in Chercher l’aventure. Ed anche in racconti quali Vent du Sud o Trésor, dove la voce del narratore è senza ombra di dubbio maschile, la narrazione ruota comunque intorno ad una figura femminile, agognata in quanto promotrice di una crescita e di un arricchimento interiore da parte del protagonista. Sono da ricondurre alla centralità della figura femminile aspetti ricorrenti in questa raccolta quali un’attenzione dell’autore quasi ossessiva verso i legami femminili fra madre e figlia o fra due sorelle, come nel caso di Cœur Brûle e di Kalima.

Per concludere questa presentazione di Cœur Brûle et autres romances, pare abbastanza interessante dibattere attorno alla questione, sollevata da un gran numero di critici, di una presunta mancata coesione tra i diversi racconti che compongono questo libro. A tal riguardo, Isa Van Acker sostiene che la raccolta si caratterizza per ‹‹une profonde ambivalence›› aggiungendo che:

Cette profonde ambivalence a par ailleurs été relevée par les chercheurs universitaires que par la critique journalistique, tout en étant valorisée diversement. Ce que les uns appellent l’aspect ‹‹particulièrement composite›› du recueil, son ‹‹esthétique du mixte››, ou encore l’apparence

‹‹volontairement bâtarde, hybride et métissée›› des nouvelles lécleziennes apparait à d’autre comme une faiblesse, voire un échec littéraire: pour Jérôme Garcin, les différents récits de Cœur Brûle et autres romances ont été

‹‹joints à la va-vite››; de même, Allan Thiher trouve que Le Clézio échoue parfois à composer une narration cohérente, ses nouvelles ressemblant à autant d’‹‹esquisses arrachés au carnet de l’artiste›› et le recueil laissant une impression somme toute ‹‹mélangée››

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In relazione a questo aspetto, non si può non riconoscere che effettivamente Cœur Brûle et autres romances sia una raccolta comprendente racconti profondamente diversi tra loro, sia per gli scenari d’ambientazione, sia per i personaggi presentati;

inoltre, è forse vero che, rispetto ad altre raccolte di novelle dello stesso autore, l’effetto di unitarietà non sia una delle principali impressioni che il lettore può ricavare ad un primo impatto. D’altro canto, è innegabile che una certa unitarietà possa essere rintracciata se si prende in considerazione l’aspetto di continua evoluzione della narrativa lecleziana ovvero che, forse mai come in quest’opera, l’unico filo conduttore che assicura una certa coesione interna alla raccolta è la volontà di fare dei sentimenti, delle emozioni e delle reminiscenze dei propri

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I. Van Acker, ‹‹Enfance et déchéance dans Cœur Brûle et autres romances››, cit. ,p. 122.

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personaggi il materiale di base sul quale innestare e far sviluppare i singoli racconti.

2.3. Cœur Brûle e l’immaginario narrativo di Le Clézio

L’obiettivo di questo paragrafo è quello di effettuare un resoconto sulle tematiche che compaiono nella narrazione di Cœur Brûle.

Questo racconto breve compare all’inizio della raccolta e già dal titolo dell’opera si comprende che la novella ha un ruolo di primo piano rispetto alle altre sei; a tal proposito, in una recensione si legge che ‹‹Cœur Brûle, la nouvelle qui donne le titre au livre, est la plus longue et la plus complexe

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››.

L’intera narrazione è incentrata sulla figura di Pervenche, su quello che è il suo passaggio dall’età dell’infanzia all’età adulta; accanto a lei, centrale è anche il suo complesso rapporto con la sorella Clémence e con la madre Hélène.

Tutt’intorno si stagliano una serie di personaggi maschili che in qualche modo ricoprono sempre un ruolo negativo. Ogni cosa in questa novella ci parla dei sentimenti, delle angosce e dei tormenti di questa giovane donna; tutt’intorno, anche attraverso l’introduzione del punto di vista della sorella Clémence, emerge il ricordo di un’infanzia lontana trascorsa in un luogo selvaggio quale il Messico. Si può dire che nel corso della narrazione si alternano continuamente parti che rievocano questo mondo lontano ed un passato sereno e parti che presentano la difficile realtà che Pervenche si trova ad affrontare; per di più, la complessità ma anche la bellezza del racconto risiede in quella sorta di polifonia di voci mediante la quale il narratore effettua un continuo andirivieni tra i punti di vista di Pervenche e quello di sua sorella maggiore Clémence.

A differenza di altre novelle che costituiscono la medesima raccolta, seppur durante la narrazione siano presenti scene altamente drammatiche quali la caduta sociale ed emotiva di Pervenche e addirittura uno stupro subito, Le Clézio sceglie di dare un lieto fine alla storia; sebbene il rapporto con la sorella o con una madre che è sempre stata assente sembra essere del tutto perduto, il riscatto umano della

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L. Lazar, ‹‹Cœur Brûle et autres romances by J.M.G. Le Clézio››, cit. , p. 642.

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protagonista è dato dalla nascita di sua figlia Tania. A proposito del finale di questa novella si può notare che:

Captive, malade, enceinte, Pervenche désespère. Le seul espoir qui lui reste c’est son enfant qui va naître. L’auteur nous peint à coups de pinceau très fins deux parcours pour nous montrer le calvaire de ceux ou celles qui ne se conforment pas aux normes de la société. Il a une tendresse particulière pour ces adolescents qui entrent dans la vie la tête pleine de rêves et de révolte.

Comme dans ses œuvres précédentes, il montre la difficulté du passage de l’enfance à l’âge adulte

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Indubbiamente, il fine più evidente delle vicende di Pervenche è quello di mostrare il difficile cammino della protagonista tra il mondo dell’infanzia e quello degli adulti, offrendoci degli scorci di vita carichi di emozioni e di pathos; ma il motivo di fondo più evidente su cui si staglia la narrazione e che Le Clézio riesce a presentare con grande efficacia è quello del féminin, di queste figure così diverse di donne che dalle pagine di questa romanza appaiono come la unica possibilità e speranza di riscatto della società e dell’ intera umanità.

Il tema del féminin è un aspetto caratterizzante della produzione letteraria di Le Clézio; nelle opere di questo scrittore, la figura del personaggio femminile è partita da una funzione marginale e ha acquisito sempre più un ruolo di rilievo soprattutto durante la cosiddetta seconda fase della produzione lecleziana, iniziata con la pubblicazione di Désert. A partire da questo periodo, l’opera dell’autore brulica di personaggi femminili di cui vengono presentate le storie, le emozioni e i sentimenti; si può quindi chiaramente affermare che questo tema costituisca un punto cardinale dell’immaginario dell’autore. Da questo punto di vista, si può spiegare la presenza ricorrente di tutta una serie di momenti legati alla figura femminile; quel che più colpisce il lettore è che all’interno delle diverse opere di Le Clézio vi sia tutta una serie di legami ricorrenti fra un personaggio femminile e un altro che sussistono proprio in funzione di determinati momenti chiave legati al mondo femminile. In un interessantissimo studio circa il tema del féminin in Le Clézio si legge:

En écrivant le féminin, Le Clézio fait de l’écriture le lieu d’une rencontre et d’une émotion. […] Les transcriptions de sensations et d’émotions recréent une émotion, qui est d’abord celle des personnages et dans la quelle

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L. Lazar, ‹‹Cœur Brûle et autres romances by J.M.G. Le Clézio››, cit. , p. 642.

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transparait celle de l’auteur. L’émotion qui se donne à lire est celle d’une écriture qui part à la rencontre de l’autre et inversement, écrire l’autre, c’est se situer au plus près d’une émotion. […] En devenant co-créateur de l’émotion, le féminin acquiert le rôle de médiateur par rapport à l’écrivain: il devient le moyen d’exprimer l’émotion de son rapport au monde en faisant disparaître toutes traces de subjectivité. L’auteur ne se satisfait pas de disparaître du texte, il semble déléguer son émotion et son rapport au monde et leur faire prendre place dans une sphère féminine. Le féminin devient alors le gage de restituer, de reconstruire une émotion qui devient celle de l’écriture. De la même manière qu’écrire le féminin transforme l’écriture en un devenir-femme, dire les émotions du féminin devient le moyen de confondre écriture et émotion

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.

Questo passo conferma l’importanza che il féminin detiene in Le Clézio e che traspare chiaramente in Cœur Brûle; in qualche maniera, esso risulta essere un punto di conciliazione e di bilanciamento fra l’espressione delle emozioni del personaggio e la maniera in cui queste vengono presentate dall’autore. Si può dire che l’effetto che viene ricercato è il tentativo di stabilire una sorta di oggettività:

anche in Cœur Brûle il lettore è ben consapevole che gli avvenimenti narrati riguardano Pervenche, ma ha al tempo stesso l’impressione che i fatti trasbordino i confini delle emozioni del singolo personaggio; in tal senso, l’autore resta sempre lontano dalla tipologia del romanzo o racconto psicologico.

Questa intenzione di presentare le emozioni rilegandole ad un mondo tutto femminile è testimoniata anche dal ricorrere di momenti fondamentali e caratterizzanti della vita di una donna. Ad esempio, come si vedrà in questa analisi di Cœur Brûle, la maturazione di Pervenche è un processo graduale che vede il passaggio di tappe più o meno sofferte e problematiche.

Una delle scene ricorrenti nella narrativa di Le Clézio che compare anche in Cœur Brûle è quella del viol. Indubbiamente, questo momento è uno dei più drammatici dell’intera narrazione e l’autore riesce, tramite poche parole ben calibrate, a riprodurre le crude sensazioni che il personaggio femminile è costretto a sperimentare. A proposito delle scene di violenza, Le Clézio si esprime in tal modo:

Le viol, c’est la situation actuelle de la femme qui en s’aventurant se rend vulnérable à cette agression. Le fait qu’elle soit assez souvent victime de viol

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C. Sohy, Le féminin chez J.-M. G. Le Clézio, Paris, Éditions Le Manuscrit, 2010, pp. 108-109.

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~ XLII ~

n’est pas une définition de la femme, c’est simplement sa vulnérabilité dans le monde présent

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.

Effettivamente in Cœur Brûle la scena della violenza segna uno dei momenti di massima vulnerabilità fisica ed emotiva della protagonista; come spesso accade in altre opere di Le Clézio, si può constatare che si instaura una sorta di compartecipazione fra la protagonista e tutto ciò che la circonda.

Le féminin chez Le Clézio, ne renvoie pas seulement è l’idée d’une intégrité corporelle mais plutôt à une géographie co-extensive au corps féminin.

Parler du féminin chez Le Clézio ce n’est pas seulement dresser le portrait des femmes, qui peuplent son ouvre mais aussi et surtout découvrir et dévoiler les paysages que leur présence anime et rend vivants. Et paradoxalement, plus l’impression d’intériorité à la lecture est forte, plus le féminin nous conduit vers l’extériorité

20

.

In questa scena altamente drammatica, il lettore ha quasi l’impressione che tutta la radura in cui il tragico avvenimento ha luogo sembri compartecipe delle brutali sensazioni che Pervenche sta provando.

Un altro momento caratterizzante di Cœur Brûle, legato indissolubilmente all’universo femminile, è quello della scena dell’accouchement, collocata all’ultimo capitolo. La rappresentazione narrativa dell’atto del parto, cioè di un momento emblematico nella maturazione esistenziale di una donna, è una scena particolarmente frequente nelle opere letterarie di Le Clézio. Una delle ragioni primarie è che l’accouchement è visto come una tappa che segnala il definitivo passaggio all’età adulta; essendo questo il nucleo narrativo di fondo su cui poggia la narrazione di Cœur Brûle, era dunque quasi inevitabile che comparisse nel racconto. In un’intervista Le Clézio sottolinea come molto spesso le scene di accouchement che compaiono nei suoi racconti mostrino riferimenti alla letteratura di viaggio o ad esperienze vissute direttamente dall’autore presso le tribù indigene. In riferimento all’importanza di queste scene all’interno dei suoi libri, lo scrittore precisa:

J’ai été influencé il y a longtemps par un récit de Camille Douls qui avait traversé le Sahara en 1888 et qui avait rapporté le récit de son voyage à la Société Géographique de Rouen. Il y raconte la progression d’une caravane dans laquelle il était prisonnier, et dit que parfois une femme arrivait à terme

19

J.-M.G. Le Clézio in G. De Cortanze, J.M.G. Le Clézio. Le nomade immobile, cit., p. 152.

20

C. Sohy, op. cit., pp. 84-85.

(15)

~ XLIII ~

et devait accoucher au bord de la route. […] je crois que j’ai été très impressionné par ce récit. Ensuite, lorsque j’ai vécu chez les Indiens, je n’ai pas assisté a des accouchements mais j’en ai vu la préparation. Les conditions étaient presque identiques. Certes, il ne s’agissait pas de nomades mais lorsqu’une femme allait accoucher, on accrochait simplement une corde aux poutres de la hutte, afin qu’elle s’y suspende pendant le travail. La femme accouche accroupie, soutenue par deux assistants

21

.

Si scopre quanto in realtà questa affermazione sia rilevante se si tiene conto del fatto che, nel racconto di Cœur Brûle, le modalità che appaiono nella scena del parto del personaggio di Pervenche sono estremamente simili a quelle che Le Clézio sostiene di aver riscontrato nei suoi soggiorni presso le tribù Emberas del Messico; per giunta, questa scelta non si mostra essere del tutto casuale se si considera il passato trascorso dalla protagonista proprio in questo paese. E’ anche vero, però, che queste stesse condizioni precarie che caratterizzano la scena dell’accouchement di Pervenche in Cœur Brûle sono piuttosto ricorrenti all’interno di molteplici opere narrative di Le Clézio. Come sottolinea Christelle Sohy nel suo libro riguardante il tema del féminin nelle opere letterarie di Le Clézio:

Chez le Clézio, l’accouchement s’impose comme situation extrême.

Événement du féminin par excellence, il se double souvent de conditions périlleuses: il n’a jamais lieu dans un univers médicalisé, ni même socialisé.

Dépossédé de ses implications psychologiques, l’accouchement atteint chez Le Clézio le statut d’événement cosmologique

22

.

Tutti questi dettagli che caratterizzano le scene di accouchement sono chiaramente rintracciabili anche in Cœur Brûle, laddove l’unica assistenza che Pervenche riceve è data da altre due donne che si improvvisano ostetriche e il parto si realizza su un letto approntato con mezzi di fortuna; inoltre, come sempre avviene nel racconto, l’autore è capace di far immedesimare il lettore senza addentrarsi nei meandri della psiche del personaggio. Eppure forse l’aspetto che più di questo racconto colpisce è il senso di speranza e di rigenerazione che l’esperienza del parto e della maternità regalano al personaggio di Pervenche;

effettivamente, è come se il riscatto di questa giovane donna avvenisse soltanto grazie alla nascita della sua bambina. Come possiamo leggere in un interessante

21

J.-M.G. Le Clézio in G. De Cortanze, J.M.G. Le Clézio. Le nomade immobile, cit., pp. 147-148.

22

C. Sohy, op. cit., p. 74-75.

(16)

~ XLIV ~

articolo, sempre a proposito della rilevanza dell’accouchement e della maternità nella novella di Cœur Brûle:

Il convient toutefois de signaler qu’au lieu de postuler la dissolution totale de l’individualité et la dépendance obsessionnelle à la figure de l’autre, l’accouchement de Pervenche se profile comme échappatoire thérapeutique et fait conséquemment l’objet d’une réinvention personnelle, d’une affirmation de soi. […] Reposant sur un principe de cyclicité, illustré à l’aide de la mise en abyme, la formation identitaire du féminin postule également l’anéantissement et la singularité et se rapporte presque sans exception à la figure du nouveau-né.

23

La duplice esperienza del parto e della maturità segnalano pertanto, nel caso del personaggio di Pervenche, non solo un passaggio dal mondo dell’infanzia a quello dell’età adulta, ma una vera e propria sorta di rinascita interiore; anche nel caso di questo racconto si può concordare con l’affermazione di Marine Salles, secondo cui ‹‹la maternité reste une affaire de femme dans le monde léclezien, où le pères sont notoirement absents […]

24

››. In effetti, anche in Cœur Brûle, le figure maschili restano sempre ai margini persino nel caso della nascita di Tania, laddove il padre della bimba, Laurent, non sembra avere alcun ruolo attivo in merito.

Un altro aspetto che caratterizza il tema del féminin in Le Clézio è quello che Christelle Sohy definisce relation de sororité, un motivo particolarmente evidente nel racconto di Cœur Brûle. Accanto all’aspetto centrale che narra il declino e la rivincita del personaggio di Pervenche, infatti, quello che colpisce il lettore è il rapporto di netta antitesi eppure allo stesso tempo così stretto fra Pervenche e sua sorella Clémence. A tal proposito, Christelle Sohy sostiene che ‹‹les textes dans lesquels le climat de sororité et d’intimité est le plus fort sont peut-être les scènes de toilette.[…] Chaque toilette est l’occasion de conduire le texte dans la scène du privé

25

.›› Sebbene in Cœur Brûle non vengano raffigurate direttamente scene di tal genere, lungo il corso della narrazione si possono individuare diversi rimandi dell’autore a simili circostanze che hanno avuto luogo nel passato: ad esempio, Clémence nel distinguere i segni della violenza fisica sul corpo di Pervenche,

23

R.E. Dreve, ‹‹Naissance et renaissance: Les visages de l’accouchement chez J.M.G. Le Clézio››

in Bullettin of Transilvania University of Braṣov, Vol. 5(54), N. 2, 2012., p. 82.

24

M. Salles, Le Clézio, peintre de la vie moderne, Paris, L’Harmattan, 2007, p. 248.

25

C. Sohy, op. cit., p. 54.

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~ XLV ~

ricorda la sua pelle quando, da bambine, si bagnavano nel bacino della rue des Tulipanes. E proprio il ritorno di quel ricordo, di un’intimità che ormai fa solo parte del passato, che accentua la frattura di un presente in cui questo legame è andato definitivamente perso. Effettivamente, le figure di Clémence e Pervenche sono completamente agli antipodi: l’una è un giudice di successo, quindi una persona talmente integrata nella società da esserne una sua rappresentante in quanto funzionaria giudiziaria; Pervenche invece, oltre a rifiutare tutto ciò che la sorella rappresenta, mostra un completo rifiuto verso la società e decide di estromettersene volontariamente, divenendo in tal modo un’emarginata.

A partire dalla scelta di Pervenche di rifiutare l’integrazione in società, si può delineare la figura di questo personaggio in base ad una interessante classificazione eseguita da Jean Onimus e ripresa da Christelle Sohy. Secondo questi due studiosi, infatti, le figure che popolano i romanzi e i racconti di Le Clézio possono essere ricondotte a diverse tipologie di personaggi, tra cui compare appunto quello dell’outsider. A proposito di questo prototipo narrativo e del rifiuto da parte di esso del sociale, Onimus sottolinea che:

Le marginal n’est pas né sauvage: il l’est devenu; il est sorti du système. Il n’est donc pas naturel, c’est un sous produit, un évadé de la civilisation. Il n’a pas les caractères positifs du sauvage et il porte en négatif les principaux traits du civilisé. […] Ainsi l’échec social, le refus de ‹‹réussir››, les infractions et les déviances, le cynisme et le sans-gêne, parfois le crime, deviennent les signaux d’un désordre majeur qui est le désordre de l’ordre.

Les marginaux sont, de ce point de vue, des étrangers, des sauvages en pleine ville et, à bien des égards, des espèces d’enfants

26

.

Analizzando attentamente questa definizione, ci si rende conto di come tutti questi aspetti possano essere rintracciati nel ritratto della figura del personaggio di Pervenche, una jeune fille che rifiuta volontariamente la società che la circonda scegliendo di adottare dei comportamenti socialmente condannabili, quali ad esempio abbandonare gli studi e iniziare a condurre una vita dissoluta.

Sulla base del modello di Onimus anche Christelle Sohy individua una sorta di classificazione dei personaggi lecleziani, in particolare relativamente alle figure femminili. Anche in questo caso, si può notare come il personaggio di Pervenche si possa ascrivere alla categoria di quella che è definita la femme asociale: i

26

J. Onimus, Pour lire Le Clézio, Paris, Presses Universitaires de France, 1994, pp. 131-132.

(18)

~ XLVI ~

comportamenti devianti della protagonista non sono altro che un modo per ribellarsi e combattere quella stessa società di cui rimane però vittima, almeno fino a quando l’esperienza della maternità non invertirà la sua rotta.

Tenendo conto sempre della classificazione realizzata da Sohy, si nota inoltre come Pervenche possa in qualche modo rientrare anche nella categoria della cosiddetta déracinée: ‹‹Privées de repères extérieures, les femmes des romans lecléziens vont devoir trouver en elles leur identité. Détachées d’une situation sociale qui les condamne à rester l’autre, l’étrangère et la femme, elle vont se reconstruire d’elles-mêmes

27

.›› Ad una attenta lettura di Cœur Brûle, non può sfuggire di considerare che Pervenche è dapprima cresciuta a Jacona in Messico, prima di essere trapiantata in Francia dove si è ritrovata ad essere anche schernita per la sua inflessione spagnola. E proprio il messaggio di fondo che traspare dal ripercorrere mentalmente i momenti dell’infanzia di Clémence e Pervenche è il rimpianto e la nostalgia verso un ailleurs, un mondo così distante e diverso dalla realtà contemporanea in cui agiscono le protagoniste. Lo stesso Le Clézio interpreta il senso del divario e di separazione dei suoi personaggi femminili divisi tra due mondi in questa maniera:

Effectivement, j’ai rencontré des femmes dont j’ai fait les portraits à répétition dans certains de mes livres qui étaient intermédiaires entre deux mondes: un monde archaïque et un monde moderne; ou entre le monde des serviteurs et celui des maîtres; ou entre le monde de la ville et le monde rural. Ces portraits de femmes doivent correspondre à la réalité de cette époque dans laquelle les femmes sont des intermédiaires, mènent vers un autre type de culture, y compris dans le monde occidental où elles conduisent à un monde de liberté accrue, d’harmonie, dans un monde plus rationnel

28

.

Il personaggio femminile e, nel caso specifico di Cœur Brûle quello di Pervenche, sperimenta in prima persona il senso di déchirement tra due mondi diversi e lontani fra loro, quello della società occidentale in cui la protagonista si trova oppressa da ciò che la circonda e quello della realtà primitiva e selvaggia del Messico in cui Pervenche ha trascorso i giorni sereni della sua infanzia.

27

C. Sohy, op. cit., p. 37.

28

J.-M.G. Le Clézio in G. De Cortanze, J.M.G. Le Clézio, Vérités et légendes, Paris, Éditions du

chêne, 1999, p. 134.

(19)

~ XLVII ~

Questo senso di scissione del personaggio tra due realtà contrastanti è un topos della narrativa di Le Clézio ed è stato più volte il motivo di fondo su cui si innesta la trama dei suoi romanzi o racconti. In linea di massima questo leitmotiv della scrittura si è sempre costituito come la base da cui diparte una critica alla società occidentale. L’ailleurs, un diverso mondo possibile, pertanto risulta essere in questo modo la leva che permette allo scrittore di mettere in scena gli eccessi di una società in crisi. Nel corso della narrazione di Cœur Brûle si rileva chiaramente questa antitesi: l’intero scenario del contesto attuale in cui Pervenche si trova ad agire mostra un aspetto palesemente negativo. Come in altri testi di Le Clézio, ad esempio emerge l’evidente connotazione negativa del contesto urbano, il tema della metropoli che arriva a corrompere la natura dell’individuo: nel caso di Pervenche, la giovane rimarrà vittima della droga nonché di uno stupro. Collegato al motivo della città emerge un altro tema caro all’immaginario lecleziano, il tema della folla, una massa indistinta da cui il singolo è costretto a sottrarsi perché si sente quasi soffocato da essa; quando Pervenche accompagna Rachel a far spesa al mercato, proverà appunto una sensazione di angoscia nel ritornare in mezzo a tutta quella gente. Inoltre, anche in questo breve racconto, compare una critica indiretta all’eccessiva meccanizzazione del mondo occidentale: la casa dove abitava Pervenche con Laurent e i bulli era ad esempio invasa da oggetti elettronici di ogni sorta, o ancora durante il suo periodo di segregazione Pervenche era ridotta a utilizzare solo un mixer per preparare del cibo, mentre quando sarà nel centro di detenzione imparerà a cucinare. A tutti questi dettagli che caratterizzano la tragica dimensione del presente della protagonista vengono contrapposti, tramite il ricordo da parte della stessa, tutti quegli aspetti felici che costituivano la realtà della sua infanzia a Jacona: l’immensa libertà della quale godeva, il rapporto di empatia con la sorella Clémence, una dimensione semplice e spontanea che non solo è destinata a non ritornare più ma che è addirittura scomparsa, come testimoniato dall’epilogo della novella in cui Clémence torna in Messico per vedere i luoghi della sua infanzia e trova anche lì i segni indelebili dell’ occidentalizzazione.

Ad ogni modo, Cœur Brûle costituisce parzialmente una eccezione rispetto ad

altre opere dello scrittore: generalmente, nelle altre sue opere narrative, i

(20)

~ XLVIII ~

personaggi lecleziani riuscivano sempre a far propria a livello interiore quella dimensione altra, arrivando ad una maggiore consapevolezza di se stessi e della propria cultura proprio tramite l’altro. Da questo punto di vista, è sempre stata questa la funzione del primitivismo e l’importanza accordata al patrimonio mitologico dei cosiddetti popoli “selvaggi” che popolano gli scritti dell’autore e di quella che generalmente Thibault definisce métaphore exotique; per quel che riguarda la funzione del mito in le Clézio, infatti, si può notare che:

Pour Le Clézio, le mythe constitue en effet le véhicule par lequel le sujet humain se définit depuis le commencement des temps. D’où l’importance accordée au décodage des mythes dans ses romans et à l’élaboration d’ un mythe personnel chez ses héros. Cependant le but de ce tissage mythologique n’est pas de proposer au lecteur un quelconque syncrétisme religieux. Il s’agit simplement de lui donner la sensation d’un temps profond: d’un temps sacré non-linéaire et non-historique, d’un temps mythique et cyclique qui remonte à l’origine

29

.

Pertanto, la presentazione di una dimensione primitiva e mitica in Le Clézio è finalizzata alla creazione di una netta contrapposizione di valori con la società occidentale; anche in Cœur Brûle avviene tutto ciò ma, a differenza delle altre opere dello scrittore, quel che caratterizza in maniera drammatica il racconto è che in qualche modo la protagonista non riuscirà più a fare propria quella dimensione altra proprio perché, oltre a far parte di un passato destinato a non ritornare, quel mondo è totalmente scomparso e caduto sotto il peso della cosiddetta

“civilizzazione”.

Sulla base di questo dualismo società primitiva e società occidentale, si può ricondurre un'altra contrapposizione tematica tipica dell’opera di Le Clézio sin dall’epoca di Mondo et autres hisoires: l’opposizione tra infanzia ed età adulta. In effetti, l’infanzia in Le Clézio ha sempre avuto una connotazione positiva, in quanto il bambino riesce a rifuggire tutte le storture a cui l’adulto è costretto a piegarsi nella società occidentale. Come sottolinea Onimus a proposito del tema dell’infanzia nelle opere di Le Clézio:

Le Clézio a besoin de ces enfants pour nous dire comment lui-même perçoit l’existence: leur regard est innocent, leurs yeux sont ‹‹lisses et durs››, ils voient ce que nous avons cessé de voir; […] Ces enfants-là ont avec Le

29

B. Thibault, J.M.G. Le Clézio et la métaphore exotique, cit., pp.140-141.

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~ XLIX ~

Clézio une accointance mythique: ils émanent directement de son grand rêve; comme lui ils sont farouches, ils fuient le bruit et la foule; ils sont vulnérables, ils se tiennent à l’écart; comme lui ils aiment s’asseoir et contempler

30

.

Da questo punto di vista, i tratti caratterizzanti del bambino in Le Clézio che lo differenziano da un adulto che è al contempo vittima e complice della società permettono di rintracciare una corrispondenza diretta tra la funzione positiva che detiene il mondo primitivo e la negatività di un mondo urbanizzato e tecnologizzato. Sebbene i toni della narrazione di Cœur Brûle siano comunque drammatici in quanto la protagonista non ritroverà più in prima persona quell’innocenza e quel senso di spensieratezza che caratterizzavano gli anni della sua infanzia in Messico, il messaggio finale del racconto lascia tuttavia una speranza simbolica: l’unica possibilità che rimane a Pervenche per riscattarsi è sua figlia Tania, una bambina che potrà essere capace di vedere con occhi nuovi un mondo così negativo.

30

J. Onimus, op. cit., pp. 126-127.

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