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Nel modello del contratto sociale è l’etica a legittimare l’esistenza dell’impresa, perché promuove uno scambio corretto tra i benefici che l’impresa riceve dal contesto ambientale e quelli che procura alla società

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Academic year: 2021

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CONCLUSIONI

Questo lavoro si introduce nell’analisi del binomio etica ed economia; andando ad analizzare l’importanza che il termine etico ha raggiunto nel campo imprenditoriale ed economico.

Quando si parla di etica, oggi, nel mondo economico non si fa riferimento solo alle imprese no profit, la cui attività principale si concretizza in investimenti etici ma tale termine sta assumendo un valore fondamentale per operare nel mercato.

Inizialmente le imprese sono state mosse verso l’etica del libero arbitrio degli attori economici che vi operavano (management e lavoratori) e in via residuale rispetto alla motivazione economica che imponeva loro di raggiungere un certo risultato economico.

Questa prospettiva è cambiata con l’avvento della Business Ethics47 che vede l’etica come una risorsa dell’impresa in quanto i comportamenti eticamente corretti possono essere premiati e dunque se ne riconosce il contributo alla creazione di valore per tutti gli stakeholders.

Nel modello del contratto sociale è l’etica a legittimare l’esistenza dell’impresa, perché promuove uno scambio corretto tra i benefici che l’impresa riceve dal contesto ambientale e quelli che procura alla società.

Negli ultimi anni infatti l’etica non è più considerata un mero strumento ma un fine da affiancare al risultato economico riconoscendo l’ampliamento delle finalità dell’impresa e dell’obbligo per quest’ultima di produrre un valore allargato da poter distribuire tra tutti gli stakeholders

La sola dimensione del valore di mercato non è più sufficiente per fornire un quadro veritiero e corretto della qualità della gestione aziendale in grado di rispondere alle esigenze conoscitive dei differenti stakeholders, è necessario adottare quindi un comportamento socialmente responsabile cioè rispettare oltre la dimensione economica anche quella sociale e ambientale coinvolgendo tutti gli stakeholders.

La Responsabilità Sociale d’Impresa, viene perciò individuata come un fattore non solo importante ma fondamentale per poter sopravvivere oggi, nel mercato; anzi se ben sfruttata e ben integrata nella gestione aziendale può generare quel valore aggiunto che potrebbe permettere all’impresa di ottenere un vantaggio competitivo non indifferente.

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La nascita di investitori (imprese e piccoli risparmiatori) che orientano le proprie scelte in senso socialmente responsabile ha dato nuovi spunti di riflessione a due ampi campi di ricerca e di operatività, infatti da un lato la cosiddetta “finanza etica”, che si occupa di studiare e costruire prodotti finanziari socialmente responsabili per soddisfare le esigenze di investimento del risparmiatore orientato in tal senso, mentre dall’altro la Responsabilità Sociale d’Impresa, che studia le regole per l’economia e gestione delle imprese che adottano un comportamento socialmente responsabile.

La riflessione attuale su Responsabilità Sociale d’Impresa e finanza etica cerca di superare le visioni alla deontologia e alla beneficenza, e prende il via da un lato dalla necessità del mondo finanziario di ricercare i propri presupposti originari (ruolo di intermediario tra risorse finanziarie e mondo reale, luogo di realizzazione di transazioni efficienti ed eque), dall’altro dalla ricerca di regole comportamentali per le imprese, che diventano attori rilevanti per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile48, cioè di uno sviluppo rivolto sia alla conservazione del capitale economico sia alla conservazione nel tempo del capitale ambientale, sociale e umano.

Risulta ancora un concetto dibattuto se convenga o meno investire nella finanza etica, è indubbio però che sia i risparmiatori sia gli investitori etici sono attenti al livello di rendimento offerto nel tempo. Da una prima osservazione, l’investimento etico è più costoso di un investimento tradizionale e i motivi di questo costo aggiuntivo sono da ricercarsi principalmente nella selezione etica, che diminuisce le possibilità di diversificazione del portafoglio, aumentandone il rischio e impegnando risorse e tempo aggiuntivi.

Uno dei maggiori ostacoli all’affermarsi dell’investimento etico e della finanza etica è la difficoltà di separare in maniera corretta investimenti etici da investimenti non meritevoli di finanziamento, imprese nelle quali si ritiene giusto investire perché contribuiscono allo sviluppo sostenibile da imprese che si desidera escludere. Sebbene, infatti, alcune considerazioni siano comuni alla maggior parte degli investitori etici, non esistono regole generali di selezione degli investimenti, e gli investitori devono essere messi in grado di prendere una decisione ragionata.

In altre parole, i principi morali personali sono importanti, ma devono essere supportati da punti di riferimento sempre più certi e, per quanto possibile, oggettivi. Nella maggior

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parte dei casi una tale difficoltà deriva da una mancanza di informazioni adeguatamente motivate e puntuali sui temi oggetto di analisi. I motivi sono riconducibili alla difficoltà di trovare indicatori comprensibili e significativi.

Lo sviluppo di investimenti etici o che analizzano anche la sfera etica e le difficoltà nella valutazione e scelta, unito alla diffusione dei comportamenti socialmente responsabili delle imprese e alla luce dell’evoluzione, che le aziende non profit hanno conosciuto negli ultimi anni da una parte e alla scarsa propensione alla pianificazione finanziaria, tanto nella determinazione previsionale dei flussi, quanto nella ricerca selettiva e appropriata delle fonti dall’altra, ha fatto sì che venissero studiati nuovi strumenti di supporto per la pianificazione e valutazione di progetti etici

Negli ultimi anni,ad esempio, soprattutto in Gran Bretagna, si è delineato un prospetto definito Ethical project plan, che permette di descrivere e valutare il beneficio sociale di un investimento, in merito ai destinatari del progetto, all’impatto sul territorio e alle eventuali ricadute occupazionali, nonché la sua realizzabilità economico-finanziaria, in merito alla stima dei costi da sostenere e alle eventuali previsioni di rientro economico ed infine analizza la sua sostenibilità di lungo periodo e le eventuali prospettive di sviluppo autonomo

Questa trattazione si è posta lo scopo di analizzare, considerando la velocità con cui la finanza etica si sta sviluppando anche nel Nostro paese, le modalità con cui può essere analizzato un reale investimento che il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco, azienda no profit con sede a Livorno, ha intenzione di implementare, servendosi di un Ethical Project plan.

Il caso ad oggetto di questa trattazione si articola in numerose azioni da intraprendere nell’arco di 3 anni a partire da settembre 2006, in Tanzania nella regione di Dodoma,, e che consistono nella realizzazione di impianti idrici in 6 villaggi (Gawaye, Majengo, Mapya, Roof, Kizi, Mkamana, Mbuga) per risolvere il problema della scarsità di acqua potabile e l’educazione della popolazione alla gestione degli impianti ed al corretto utilizzo dell’acqua, particolarmente per quanto riguarda le problematiche sanitarie.

Per finanziare il progetto l’azienda ha intenzione di presentarlo alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Livorno che opera da anni nel campo del finanziamento di progetti umanitari

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Alla fine del progetto, l’azienda ha intenzione di lasciare la gestione degli impianti agli abitanti dei singoli villaggi, o meglio ad alcune persone appositamente istruite durante il periodo in cui verranno svolti i lavori.

Un primo fattore di successo di questo caso aziendale consiste, a mio parere, nei fini etici ed umani che stanno alla base del progetto stesso, ma che non sono nuovi per il CMSR che ne ha fatto la propria linea guida.

A conclusione dell’ analisi svolta alla luce della situazione economico finanziaria dell’azienda che risulta non perfettamente equilibrata ma in una situazione di transizione e delle ragioni etiche ed umane che stanno alla base del progetto, tenendo inoltre costantemente in considerazione il fine non lucrativo dell’azienda e considerando infine i futuri progetti e quelli in corso d’opera, posso ritenere, a mio parere che il progetto che si intende realizzare e sottoporre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno per un finanziamento risulta per il Centro Mondialità Sviluppo Reciproco ben equilibrato; è un progetto impegnativo, ma l’azienda non è nuova a queste sfide, ed ha una struttura abbastanza solida, unita ad un’esperienza consolidata ed a uno staff molto professionale, competente e volenteroso che ne danno ulteriore garanzia.

Successivamente alla stesura della tesi e prima della sua discussione, il progetto è stato presentato alla Fondazione Cassa di Risparmio di Livorno che lo ha valutato nei minimi particolari e che ha deciso di sostenerlo considerandolo un ottimo progetto, sia dal punto di vista economico che, soprattutto, da quello umano

Ha però deciso di finanziare non tutto l’importo richiesto ma per il primo anno un importo pari a 10.000 euro, da poi rivalutare e confermare nel secondo anno del progetto in seguito all’andamento e ai risultati del primo anno.

La differenza fra l’importo richiesto e quello che effettivamente la Fondazione della Cassa di Risparmio di Livorno ha intenzione di erogare sarà finanziato dal Centro Mondialità Sviluppo Reciproco in aggiunta a quello già stanziato per il progetto, in quanto è sconveniente e non vantaggioso ripresentare il progetto ad un altro ente per completare il finanziamento.

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