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EMISSIONI INQUINANTI

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inalizzato a dimostra- re come sia possibile ridurre la quantità di azoto immesso nell’am- biente dagli allevamenti, con la campagna agricola 2011/2012 il progetto Aqua (Achieving good water quality status in in- tensive animal production areas) ha fornito i primi risultati. Le tecniche innovative applicabili alla gestione attenta e raziona- le delle deiezioni animali sono state illustrate con una nutri- ta serie di eventi e di giornate dimostrative, destinate princi- palmente ad agricoltori e alleva- tori (visionabili sul sito internet del progetto all’indirizzo http//

aqua.crpa.it).

L’iniziativa, a cui la rivista Agricoltura aveva già dedicato un servizio sul numero di lu- glio/agosto 2011 (a pagina 54), impegna una rete di partner e collaboratori coordinata dal Centro ricerche produzioni animali e si realizza nelle re- gioni a maggiore intensità zo- otecnica dell’Italia del nord:

Piemonte, Lombardia, Emi- lia-Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Cardine del progetto sono le aziende di- mostrative, nelle quali si utiliz- zano per gli animali diete che migliorano l’efficienza d’uso della proteina degli alimenti e dove contestualmente si appli- cano tecniche colturali per il

massimo sfruttamento dell’a- zoto degli effluenti nelle rota- zioni agronomiche.

Le aziende dimostrative sono distribuite nelle cinque regio- ni partecipanti: la specie e il tipo di allevamento rispec- chiano la zootecnia presente in quello specifico territorio (tabella 1). Tra le diverse azio- ni in cui si articola Aqua, si riportano i dati tecnici relativi ai bilanci dell’azoto condot- ti nel primo anno di attività, che descrivono la situazione in cui operano le aziende dimo- strative prima degli interventi di miglioramento dell’efficienza d’uso dell’azoto in stalla e in campo.

Progetto “Aqua”: come ridurre

l’azoto prodotto dagli allevamenti

Condotto su cinque regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, lo studio dimostra che, intervenendo sulla dieta degli animali, si possono contenere le escrezioni senza modificare la produttività.

biente Am

Crpa

MARCO LIGABUE TERESA PACCHIOLI CRPA spa, Reggio Emilia PAOLO MANTOVI Fondazione CRPA Studi e Ricerche, Reggio Emilia

L’azienda agricola Pinotti, una delle nove in cui è stata condotta la sperimentazione.

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biente Am

I primi risultati emersi sulle bovine da latte

Il primo anno di progetto ha per- messo di valutare l’efficienza d’uso della proteina delle razioni alimen- tari utilizzate dalle nove aziende prima degli interventi sulla dieta:

per ogni azienda è stato calcolato il bilancio dell’azoto per gli ani- mali in produzione al “cancello”

della stalla (barn-gate balance), cioè relativamente alla sola attività zoo- tecnica. Questo bilancio prende in considerazione l’azoto che si scam- bia in un periodo di produzione (a seconda dei casi ciclo di ingrasso, lattazione, anno): le entrate di azo- to calcolate sottoforma di anima- li in ingresso e alimenti; le uscite sono rappresentate dalla produ- zione (latte o carne, dagli animali venduti e morti).

Ciò ha permesso di definire la quantità di azoto escreto per capo in produzione e/o per l’azienda. Su questi dati sono stati pianificati gli interventi sulla dieta per ottene- re una riduzione delle escrezioni, in modo tale da non modificare, però, la produttività della mandria.

La redazione dei bilanci dell’a-

zoto della fase di allevamento ha evidenziato differenze tra le im- prese agricole, anche entro specie allevata. In questo articolo presen- tiamo, per motivi di spazio, solo i risultati degli allevamenti da latte.

Le quattro aziende da latte che partecipano al progetto hanno destinazione produttiva diversa e differenti intensità e livelli di pro- duzione. Il decreto ministeriale 7 aprile 2006 (attuativo dell’arti- colo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n.152 recante di- sposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento) prevede per le vacche da latte un massimo di 83 chilogrammi di azoto (N) al cam- po/capo/anno. Tra le aziende stu- diate, solo quella più produttiva ed efficiente ha mostrato nel 2011 valori di azoto destinato al campo eccedenti rispetto alla superficie disponibile, che quindi non è ri- sultata sufficiente (tabella 2).

Come era logico aspettarsi, le aziende più produttive hanno mostrato una maggiore efficien- za di uso dell’azoto, in questo caso espresso come grammi di azoto al campo per litro di latte prodotto. Quelle meno produt-

tive sono risultate invece le meno efficienti. Ciò rende necessario lavorare, oltre che sul titolo pro- teico della razione, anche su al- tri aspetti per migliorare la resa dell’azoto della razione.

L’azienda Bolzon è l’unica che non alleva capi di Frisona, ma vacche di Pezzata Rossa, una razza a du- plice attitudine. In questo caso la stima della resa di azoto andrà analizzata anche per l’aspetto della produzione della carne, che com- pleta in modo significativo la pro- duttività complessiva.

La gestione agronomica delle aziende dimostrative

Nel corso della prima annualità del progetto è stata sottoposta a monitoraggio la gestione agrono- mica praticata nelle aziende dimo- strative che, in particolare per la produzione di latte, è strettamente connessa ai fabbisogni della stalla.

Per ogni azienda è stato poi calcolato il bilancio dell’azoto a scala aziendale, cioè al “cancel- lo” dell’azienda, prendendo in considerazione l’azoto che en- tra e che esce dall’azienda com-

Tab. 1 - aziendedimosTraTivedelprogeTTo aqua.

SPECIE ZOOTECNICA REGIONE AZIENDA DESTINAZIONE PRODUTTIVA

Bovini da latte

Lombardia Pinotti Luigi e Alberto, Pizzighettone (CR) Grana Padano

Emilia-Romagna Mori Carlo, Gattatico (RE) Parmigiano-Reggiano

Veneto Sgambaro Mario, Villa del Conte (PD) Latte alimentare Friuli Venezia Giulia Bolzon Ernesto e Figli, Bicinicco (UD) Latte alimentare

Bovini da carne

Piemonte Sevega Bruno e Dario, Cervere (CN) Carne da razza

specializzata Piemontese Veneto Cagnin Gianfranco e Luciano, Piombino

Dese (PD) Carne da maschi

di razza Frisona

Suini

Piemonte Mana Stefano, Genola (CN) Prosciutti Dop

Lombardia Soc. agr. Biagi Romeo SS, Borgoforte (MN) Prosciutti Dop

Emilia-Romagna Zambelli F.lli, Guastalla (RE) Prosciutti Dop

Tab. 2 - valoridiazoToalcamporilevaTinelleaziendedimosTraTivedelprogeTTo aquanel 2011.

AZIENDA Pinotti Bolzon Mori Sgambaro

Proteina grezza (%) media dieta

(vacche in lattazione) 16,00 14,90 14,75 14,92

Produzione di latte

(ton/capo/anno) 11,30 7,00 8,20 5,62

N al campo (kg/capo/anno) 95,60 78,50 81,80 80,70

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plessivamente, nell’allevamento e per le coltivazioni.

Questi bilanci hanno permesso di apprezzare una situazione di uso dell’azoto delle aziende con bovini da latte abbastanza diversificata.

Per Pinotti (latte per Grana Pada- no) e Sgambaro (latte alimentare) l’efficienza d’uso è poco sopra al 20%: ciò significa che di 100 kg di azoto che transitano nell’azienda solo 20 kg sono fissati nei prodotti che escono (latte, carne e produzio- ni vegetali). Il surplus di azoto per ettaro (oltre i 300 kg per Pinotti e poco sotto per Sgambaro) sono ti- pici delle aziende da latte intensive del sud Europa senza pascolo.

Per l’azienda Mori (latte per Par- migiano-Reggiano) l’efficienza d’uso dell’azoto è risultata piutto- sto buona per un sistema da latte (più del 30%), mentre il surplus per ettaro è stato di poco inferio- re ai 200 kg N/ha anno. Questi valori rappresentano il limite che

discrimina tra i sistemi più inten- sivi del sud Europa e quelli meno dipendenti da apporti esterni, più tipici ad esempio di Francia e Sco- zia: in generale l’obbligo previsto dal disciplinare di produzione del Parmigiano-Reggiano di uti- lizzare foraggio aziendale indu- ce un più razionale ed efficiente uso dell’azoto a livello di azienda agro-zootecnica; inoltre l’azienda Mori dispone di un’ampia super- ficie coltivata a prato e per questo utilizza solo azoto organico per la fertilizzazione del terreno.

Bolzon, oltre ad allevare capi di razza Pezzata Rossa (duplice attitudine, latte e carne), coltiva molto mais e impiega un quanti- tativo significativo di fertilizzan- ti minerali; pertanto ha mostra- to un’efficienza d’uso dell’azoto abbastanza ridotta (inferiore al 20%) e un surplus di azoto tipi- co delle aziende da latte intensi- ve (270 kg di N/ha).

Dalla primavera di quest’anno è iniziata la fase di allevamento delle bovine con le diete a ridotto tenore azotato: in tutte le aziende si sta adottando una diminuzio- ne del livello di proteina grezza di circa il 10%, comunque sempre accompagnato da un’accurata valutazione delle componenti della razione, foraggi in partico- lare. L’obiettivo è garantire una dieta che salvaguardi la buona funzionalità ruminale e la pro- duttività. I controlli funzionali per monitorare il mantenimento della produzione e la qualità del latte accompagnano tutte le fasi dimostrative del progetto.

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