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1 RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA

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Academic year: 2022

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RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA

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IDEA PROGETTUALE

Progettare la lungo le mura della città di Urbino obbliga ad uno scontro a tutto campo con la storia della città, della sua architettura e delle idee che l’hanno percorsa.

Il progetto intende ri-dare forma al senso storico del Mercatale come luogo della collettività alle porte della città, come punto d’osservazione privilegiato della città e del paesaggio incondito e come porta urbana capace di accogliere i flussi territoriali.

Tenuto conto di tutte le implicazioni tecniche e funzionali della piazza rispetto al suo uso attuale, il progetto opera attraverso la strategia del vuoto.

La piazza del Mercatale ha mantenuto questo carattere lungo tutta la sua storia, conferitogli dalle architetture della città su due lati, dalla selvaggia natura del parco delle Vigne e dal sconfinato paesaggio aperto verso sud; un carattere espresso attraverso la costruzione delle potenti arcate del Risciolo, che contengono il terreno sbancato dalla città antica e creano un nuovo piano che si fa piazza pubblica.

Il nuovo vuoto della piazza non è ottenuto semplicemente con lo svuotamento delle superfetazioni esistenti, ma attraverso un ridisegno del suo perimetro, determinato dalle relazioni urbane che la piazza deve sopportare.

Dunque il vuoto è ottenuto attraverso l’esaltazione degli elementi di valore che definiscono la piazza: a nord-est le mura urbiche dalla Porta di Valbona, alla Rampa di Francesco di Giorgio fino al complesso della Data, senza dimenticare il peso del Palazzo Ducale che giace sopra essi e in qualche modo - seguendo la celebre interpetazione di Giancarlo De Carlo - conforma attraverso le stratificazione orografiche tutto l’apparato monumentale della città che si rappresenta in una vasta e complessa facciata urbana; a sud è il paesaggio ad entrare nella piazza come sfondato prospettico; a ovest invece il complesso del Borgo Mercatale e del colle delle Vigne da esso definito porta la componente naturale fino in Piazza, come un contrappunto alla città come manufatto dell’uomo.

Seguendo questa logica sono dunque operate poche ma significative operazioni di composizione urbana.

1. La ridefinizione dell’asse di via Valbona indirizzato in corrispondenza dell’ex-chiesa di San Rocco, in luogo della quale viene costruita una piccola torre lignea

2. La definizione degli spazi pertinenziali di ognuna delle parti affacciate sul Mercatale con una pavimentazione legata a all’identità di ciascuna parte e dunque: un ghiaietto lavato stabilizzato in blocchi per il borgo Mercatale, memore del suo carattere rurale;

una pavimentazione in laterizio lungo le mura, che conferma il carattere monumentale della cortina muraria urbinate e infine un asfalto trattato per le strada storica di Valbona.

3. L’esaltazione del vuoto della Piazza del Mercatale determinato da questi blocchi con una pavimentazione realizzata con un solo materiale, con un tema decorativo che investe tutta la piazza, segnata sui bordi da un sistema di panche dello stesso materiale.

4. La rimozione dei quattro capanni a ridosso della Porta di Valbona, che intaccano la percezione delle mura; così facendo si crea una piccola piazza che permette al sistema di percorsi sul Colle delle Vigne di avere un luogo di riconoscibilità direttamente a contatto con la Piazza.

5. La ricostruzione del percorso lungo le mura di collegamento tra la piazza del Mercatale e la Fortezza Albornoz, che finalmente ricostruisca quel lungo percorso di connessione tra i due colli della città, che ha determinato il carattere di Urbino, nella contrapposizione tra il Pincio e il Monte, permettendo di fatto di rimettere in circolazione un sistema monumentale ora frammentato.

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Il disegno della pavimentazione della piazza tiene conto di questi riferimenti urbani e attraverso un sistema di assi a raggiera incentrati sulla rampa della Data, segna queste relazioni. Inoltre l’asse su cui è stata costruita la facciata dei della loggia e dei Torricini di Palazzo Ducale, ruotata verso la principale via d’accesso alla città, viene rimarcata con una fascia determinata da due linee parallele in corrispondenza planimetrica con i torricini, e caratterizzata da una finitura diversa.

Per rendere possibile tutto questo vengono rimossi i parcheggi a raso della piazza, la viabilità anulare, viene fortemente e regolato il transito sulla strada di Valbona.

LE PARTI DEL PROGETTO La piazza

La piazza del Mercatale così ottenuta è una piazza dal carattere monumentale rivestita in pietra di trani, per celebrare l’architettura della città.

La piazza libera da ingombri torna ad esser il luogo privilegiato della collettività per gli eventi pubblici, così come è stata nella storia, quindi disponibile ad accogliere il mercato agricolo, i padiglioni per fiere temporanee, feste pubbliche e manifestazioni della città, come nel caso della celebrazione dell’aìta, il gioco in cui si sfidano due squadre come allegoria della battaglie militari, al quale assistette lo stesso Raffaello Sanzio in giovane età.

Dunque la piazza ha una grande flessibilità d’uso che paradossalmente è permessa e agevolata da un forte disegno urbano, che può orientare le scelte nella sistemazione degli elementi temporanei necessari agli eventi.

Il carattere pubblico viene esaltato da un nuovo elemento: un grande mosaico pavimentale che raffigura le sagome degli oggetti simbolici dell’umanesimo urbinate custoditi nelle tarsie dello studiolo del Duca in Palazzo Ducale.

Questi oggetti, simbolo della cultura su cui si è costruita la città, vengono simbolicamente tirati fuori dal luogo privato di potere del duca e svuotati nella nuova piazza pubblica per diventare finalmente un patrimonio collettivo. Rispetto alla verticalità dell’immagine di Urbino e delle sue architetture celebrative dei poteri che hanno reso grande la città, il Mercatale costituisce l’unico piano orizzontale della città in grado di reggere il peso compositivo e costruttivo con questo fronte monumentale, per cui il tema della decorazione pavimentale a scala urbana, vuole allegoricamente alludere alla stessa celebrazione delle idee e della cultura della città, ma esaltando il luogo pubblico per eccellenza della città.

Non è da sottovalutare che Urbino è costruita per dislivelli e quindi l’ascesca verso il colle delle Vigne, o verso la Fortezza Albornoz, piuttosto che sulle piole e gli edifici del Pincio, permettono di scoprire lentamente questa grandiosa decorazione.

Il mosaico pavimentale è realizzato intertamente in pietra di Trani per mantenere un’omogeneità della piazza: le differenze nel disegno degli elementi del mosaico e dei percorsi che attraversano la piazza, sono ottenuto attraverso differenti trattamenti di finitura, con pietra sabbiata per il fondo continuo, pietra levigata lucida per i percorsi e pietra bocciardata grezza per le sagome degli oggetti rappresentati.

Il disegno della pavimentazione tiene conto delle pezzature necesserie a sopperire alle esigenze tecniche per lo scolo delle acque inserendo quindi una sottotraccia regolare all’interno della composizione, inoltre attraverso alcune pietre speciali grigliate vengono mantenuti i passaggi d’areazione per i parcheggi sottostanti.

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Le mura e la Data

Una pavimentazione in laterizio dona un carattere pubblico e monumentale alle mura e al complesso delle Data. Il disegno dei campi pavimentati riprende le giaciture dei muri di sostruzione interni delle mura creando un ritmo ai percorsi lungo le mura.

Davanti alla Data la pavimentazione si estende per circa 12 metri come a sottolineare che ci si trova di fatto davanti ad un edificio pubblico, che ha bisogno di uno spazio pubblico che lo rappresenti. Questo spazio, grazie anche al suo carattere scenografico, può diventare il luogo per installazioni artistiche temporanee a grande scala, esaltate dalla possenza delle mura e delle finestre voltate del prospetto della Data.

Il borgo mercatale

La presenza del Borgo Mercatale viene esaltata da uno spazio pubblico prospicente ad esso, ottenuto grazie al nuovo asse della strada carrabile verso valbona. Questo luogo è interamente rivestito con una pavimentazione in ghiaietto lavato stabilizzato in blocchi per raccontare il carattere extra-moenia del borgo e il suo legame col territorio. Ad esso si aggiunge un lungo filare di alberi ad alto fusto che conduce verso Valbona e definisce il bordo del Borgo.

Questo luogo grazie alla sua larghezza viene attrezzato da un punto di vista funzionale con arredo pubblico di sosta nella fascia a ridosso degli alberi, con un percorso libero al centro e disponibile ad arredi temporanei per i locali ad uso commerciali interni agli edifici.

I camminamenti del Parco delle Vigne

Il nuovo camminamento lungo le mura urbane parte da una piccola piazza pavimentata con lo stesso materiale del Borgo Mercatale, che crea un luogo di raccolta dei percorsi sul colle e un luogo di riconoscibilità dell’intero sistema che si affaccia sulla nuova piazza del Mercatale.

Questa piazza è definita da un muro di contenimento del terreno, che viene abitato all’interno da alcune funzioni pubblici come i servizi igienici.

Il percorso lungo le mura è costruito interamente in carpenteria lignea per non intaccare la riconoscibilità delle mura e prosegue fino a mezza collina quando un forte declivio impedisce di proseguire oltre.

Per risolvere la percorribilità fino alla fortezza Albornoz qui viene posta una torre di risalita anche essa in legno, che evoca nella costruzione, nell’uso e nella forma, una torre d’assedio medievale che permette di scavalcare le mura e ricollegarsi al camminamento di ronda interno che conduce fino alla Fortezza, interamente ricostruito nella sua parte superiore a partire da quel frammento di camminamento che passa sopra la porta di Valbona e prosegue fino ad un a porta murata in corrispondenza dei primi terrazzamenti ortivi.

I percorsi esistenti del Colle delle Vigne sono confermati, ma ad essi si aggiungono due nuovi percorsi: uno che taglia lungo la linea di incrocio delle placche montuose e conduce fino alla piazzetta del Borgo Mercatale e poi lungo questa direttrice fino alla Rampa di Di Giorgio, e un altro che prosegue il percorso già esistente in parte dalla Casa delle Vigne fino alla nuova Torre d’assedio, permettendo in sostanza di avere relativamente un nuovo punto di vista e di percorso lungo una direttrice privilegiata e un collegamento alla città.

Le macchine d’assedio

La presenza di tre architetture lignee caratterizza il progetto.

Questi elementi dal carattere temporaneo ma dalla posizione ben chiara, aiutano a riconfigurare lo spazio del Mercatale e le direzionalità.

Alla Torre d’assedio per lo scavalcamento delle mura appena citata, che segna un punto importante a metà della collina per il collegamento alla città, si aggiungono altre due memorie

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di macchinari bellici.

Il primo è la Torre di San Rocco, costruita sul sedime dell’antica chiesa con oratorio abbattuta ad inizio del secolo scorso, che determina il nuovo asse della via di acesso alla Porta Valbona e attraverso una triangolazione con la data, un punto di riferimento delle relazioni urbane della piazza. La chiesa in quanto tale non poteva esser ricostruita anche perché ormai separata dalla strada, ma la costruzione di un nuovo elemento di riconoscibilità, come una torre campanaria, dona al Borgo Mercatale un contrappunto necessario alla sua valorizzazione.

La prossimità tra l’elemento turrito e le case in linea del Borgo ricostruiscono quella sorta di soglia che accoglieva all’arrivo in città, inquadrando inoltre la facciata dei torricini. Per esaltare questo legame tra le due parti la pavimentazione attorno alla torre, che riprende quella della chiesa abbattuta, è la stessa del borgo. La torre non ha una vera propria funzione d’uso ma è disponibile ad accogliere sui suoi tre livelli installazioni, piccole esposizioni o sistemi informativi per la città, ponendosi come primo elemento per chi arriva in macchina o in autobus all’esterno della città storica. Inoltre come ogni torre possiede la proprietà di vedere ed esser vista dal lontano, per cui è un belvedere che fornisce un punto di vista inedito sulla città e sul paesaggio e un landmark per chi arriva da lontano, specialmente se si pensa come potrebbe illuminarsi questa costruzione lignea la notte dalle sue fenditure.

Il Pozzo delle risalite è infine una piccola costruzione che abita la piazza del Mercatale, che ricorda nella costruzione e nella forma i teatrini temporanei costruiti per la lotta dei torri e le feste di piazza. La sua ragione è prettamente funzionale, perché permette alle persone disabili di accedere senza difficoltà al parcheggio interrato che di fatto nel progetto è l’unico parcheggio a lunga sosta possibile per chi arriva in città. La posizione del pozzo è invece determinata dalla composizione generale della piazza, che necessitava in corrispondenza della strada statale verso sud est di un elemento di raccordo capace di creare luogo attorno a sé raccogliendo anche i percorsi dall’accesso secondario della Data posto a Sud. Ovviamente la posizione della nuova risalita è determinata dalla struttura sottostante in cemento armato con pilastri a fungo e posta in corrispondenza di una quadra della maglia strutturale che potrebbe esser tagliata senza inficiare sulla griglia di travi e pilastri che regge l’intera struttura. All’interno dell’edificio interamente costruito in carpenteria lignea vi è un ascensore a norma per i disabili e una scala elicoidale in carpenteria con gradini grigliati così da portare un punto di luce all’interno del parcheggio.

Viabilità e parcheggi

Il tema della viabilità e delle soste è risolto con tre operazioni forti.

La viabilità della piazza è rimossa, con l’unica eccezione della strada per la Porta di Valbona che viene mantenuta ma protetta da norme per la regolamentazione della velocità e degli accessi.

Il traffico e la sosta delle corriere è spostata a ridosso della strada statale così come era stato previsto da Giancarlo De Carlo nel PGT, in modo che i visitatori della città si palesi in faccia al loro arrivo tutta l’imponente vista di Urbino e siano costretti ad avvicinarsi attraversando la piazza. Le corriere possono proseguire poi lungo la statale e risalire alla Fortezza Albornoz per una nuova sosta e da lì invertire il senso di marcia e tornare indietro.

I parcheggi a raso sono interamente rimossi dalla piazza. Solo alcuni parcehggi di sosta temporanea sono posti lungo la strada di Valbona.

Il parcheggio interrato diventa il parcheggio principale, con l’implementazione del parcheggio fuori dalla Fortezza Albornoz.

Ovviamente tutto questo prevede una politica che sviluppi una cultura sulla mobilità pubblica e la mobilità dolce che crei una cultura di valorizzazione degli spazi pubblici e della loro fruizione.

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