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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Bolivia 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Bolivia 2016 SCHEDA BOLIVIA - ASPEm

Volontari richiesti : N 4 (2 per ogni sede) SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: TARIJA

INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

BOLIVIA

La storia di questo Paese è caratterizzata da continue guerre sia sul fronte esterno con gli altri Stati sudamericani per questioni di confine (si consideri l’ancora attuale disputa con il Cile relativa alla rivendicazione della Bolivia per riappropriarsi di uno sbocco sul Pacifico), sia sul fronte interno per una serie di golpe militari che lo hanno reso tra gli Stati più instabili della regione sudamericana.

Le elezioni presidenziali del dicembre 2005 hanno portato alla guida del Paese Evo Morales, leader indigeno del Movimiento al Socialismo (MAS), che diede subito avvio alla nazionalizzazione delle riserve di gas, imponendo il controllo statale sulle imprese straniere attive in Bolivia, e a una riforma agraria in favore della parte più povera della popolazione, impegnandosi a far cessare ogni forma di sanzione contro i coltivatori di coca. Alla politica di nazionalizzazioni e di redistribuzione della ricchezza si sono opposte soprattutto le quattro province orientali, le più ricche del paese. Nel 2009 un referendum ha ratificato la nuova Costituzione, che amplia i diritti della popolazione indigena, impone il limite di 5000 ha per le proprietà terriere e cancella lo status di religione ufficiale per il cattolicesimo. Sul Paese ora convergono diverse aspettative: garantire maggiore riconoscimento ed autonomia ai popoli indigeni che rivendicano un diretto controllo del territorio e delle risorse naturali; definire un sistema di equa redistribuzione della ricchezza derivante dalle riserve di gas naturale; dare impulso a riforme in senso federalista.

Settore trainante dell’economia del Paese è l’industria estrattiva, che produce soprattutto stagno. Questo ha reso il sistema economico boliviano particolarmente vulnerabile alla fluttuazione dei prezzi delle materie prime. L’agricoltura, invece, sta subendo una forte trasformazione causata dall’ultima riforma agraria, in base alla quale si sta cercando di riorganizzare e razionalizzare il settore agricolo, il cui sviluppo è stato limitato da strutture di tipo latifondistico. Ad ogni modo, è ancora molto diffusa l’agricoltura di sussistenza, che non riesce a soddisfare il fabbisogno nutrizionale di circa il 40% della popolazione, che risulta in condizione di insicurezza alimentare. L’indice di denutrizione cronica medio del Paese nel 2008 era del 28,66%.

La Bolivia continua infatti ad essere uno dei Paesi più poveri dell’America Latina, nonostante i numerosi sforzi compiuti: il 44,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Se si parla di popolazione indigena gli indici si alzano, in particolare per quanto riguarda la popolazione infantile, si stima infatti che l’84% dei minori di 5 anni e il 90% di quelli che hanno tra i 5 e i 13 anni vivano in povertà estrema. L’indice di sviluppo umano della Bolivia è pari a 0,667, dato che colloca il Paese al 113° posto nella classifica mondiale.

Solo il 12% del Pil viene impiegato per la spesa sociale.

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Importanti conquiste sono state fatte nel campo dell’istruzione: il tasso di analfabetismo è inferiore al 5.6% e il tasso di iscrizione netto alla scuola primaria sfiora il 100%. Rimane da migliorare la qualità dell’istruzione.

Tuttavia, discriminazione e violenza di genere sono ancora problematiche rilevanti. Risulta drammatica la differenza che separa gli uomini analfabeti (4,4%) dalle donne analfabete (18,2%). In un contesto dove l’organizzazione sociale è ancora marcatamente patriarcale si preferisce investire sull’educazione dei maschi lasciando prive di educazione, anche elementare, le bambine.

Per quanto riguarda la protezione dell’infanzia, i bambini continuano ad essere vittime di abusi sessuali (10%) e violenze (7 ogni 10, secondo le stime del Ministero dell’Educazione) e per questi reati si ricorre alle vie legali molto raramente. Questi fenomeni sono legati ai problemi sociali, economici e culturali del Paese, responsabili di una graduale distruzione della famiglia, che diventa sempre più disfunzionale e disgregata. I bambini sono spesso abbandonati a se stessi, trascorrono molto del loro tempo in strada esponendosi a numerosi rischi (prostituzione, violenza, abuso, spaccio di droghe), lavorano (il 30% dei bambini con età inferiore ai 14 anni di El Alto è impiegato come strillone, cameriere, fabbricante di mattoni, ecc), si prendono cura dei fratelli e delle sorelle minori. Si stima inoltre che circa 6000 bambini vivono nelle strade delle maggiori città. Questi dati sono ancora più significativi se si considera che più del 50% della popolazione ha tra 0 e 25 anni (fonte Central Intelligence Agency).

Inoltre, nel 2014 una nuova legge ha diminuito l’età minima dei bambini-lavoratori, i quali adesso possono essere legalmente assunti o iniziare un’attività lavorativa a 10 anni e non più a 14 come previsto nel passato (la percentuale di popolazione che ha tra 0 e 14 anni supera il 33% - fonte Central Intelligence Agency). Un altro problema per i giovani, che rappresentano una buona fetta della società, è legato alla scarsità di opportunità lavorative, culturali e sociali a loro concesse.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

ASPEm (Associazione Solidarietà Paesi Emergenti) nasce a Cantù nel 1979 da un’esperienza di comunità cristiana con un forte impegno sociale e civile, che identifica nella solidarietà tra i popoli del Nord e del Sud uno dei temi decisivi per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace.

Dopo alcuni anni di intervento di cooperazione internazionale in Burundi, a partire dal 1987 ASPEm ha iniziato la sua esperienza in Perù, nei quartieri marginali di Lima. Proprio grazie al lavoro e ai relativi contatti maturati in Perù, ASPEm inizia la propria attività in Bolivia nel 2001 con progetti di promozione sociale.

In risposta ad un contatto locale, ASPEm si avvicina alla realtà boliviana attraverso la Asociaciòn Solidaria PACHAMAMA – ASAP, e concentra la sua attenzione in particolare su due territori: la città di El Alto, capitale legislativa ed esecutiva della Bolivia in continua crescita demografica, e le comunità rurali nella regione di Tarija, al sud del Paese.

Proprio a Tarija ASPEm trova terreno fertile per avviare un primo progetto sperimentale multipaese intitolato

“TcomeLAVORO” e che vede coinvolti beneficiari sul territorio del Perù, della Bolivia e dell’Italia. Partendo dall’esperienza di ASPEm sul tema del lavoro e sulla salute riproduttiva, il progetto, che trova realizzazione nel 2004, si configura come un programma di formazione alla microimprenditorialità diretta a giovani e donne. Attraverso l’empowerment dei beneficiari coinvolti, il progetto cerca di promuovere il dialogo interculturale, lo scambio di buone prassi, capacità organizzative e gestionali nell’ambito della microimprenditorialità. Attraverso la sperimentazione di forme creative di lavoro di gruppo e comunicazione tra giovani e donne, il progetto non punta solo a fornire competenze tecniche nell’ambito delle microimprese, ma a sostenere i giovani e le donne nel loro cammino verso l’indipendenza umana ed economica. Durante questo progetto, gruppi di donne residenti nelle comunità di Ancòn Grande, Tucumilla e San Agustin Norte, situate nel dipartimento di Tarija, sviluppano le proprie conoscenze nell’organizzazione produttiva in campo agricolo. Come risultato ottenuto, dal lavoro di rafforzamento delle capacità tecniche e umane, di costruzione di strutture partecipative e condivisione di metodi lavorativi, si è avuto un incremento del numero di produzioni di ceci, vino e semi di patate gestite direttamente dalle beneficiarie.

Dal 2008 ASPEm amplia il proprio raggio di azione sia a livello territoriale sia a livello di tipologia di intervento. Da quell’anno inizia ad occuparsi delle tematiche relative alla violazione dei diritti umani dei minori nella comunità de El Alto, con focus specifico sulla violenza, lo sfruttamento sessuale e il maltrattamento dei minori perpetrato all’interno e all’esterno delle mura domestiche.

A partire dall’esperienza sviluppata in Perù sul tema dell’infanzia e della tutela dei minori, viene attivato in Bolivia il progetto Wawitanaka, volto alla promozione del “buen trato” e all’educazione sui diritti fondamentali dei bambini in due distretti di El Alto.

Questo impegno continuato anche negli anni successivi ha portato nel 2014 ad individuare nuove realtà che si occupano di infanzia in situazioni di disagio e a coinvolgere nuovi attori della società civile specializzati nel dare una risposta concreta e professionalmente qualificata all’infanzia vittima di violenza. Fra di essi la Coordinadora de la mujer, le scuole elementari di El Alto, realtà della società civile che si occupano di diritti e infanzia come le Associazioni APEA e Hormigon Armado. La strategia di ASPEm si sta orientando sempre più marcatamente a offrire una risposta integrale al problema della violenza coinvolgendo nei propri interventi attori privati (famiglie, gruppi di genitori, insegnanti sensibili al tema) espressioni della società civile (Associazioni locali, comitati di genitori ecc.) e Istituzioni pubbliche ( Scuole, Polizia, Municipi). Queste linee strategiche si rispecchiano anche nella struttura dei progetti di Servizio Civile che cercano di coinvolgere

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ogni stakholder su più fronti nella consapevolezza che la violenza è un problema complesso che si vince intervenendo su più livelli.

Coerentemente con le linee programmatiche della Cooperazione italiana allo sviluppo che mette l’accento sulla priorità di lavorare sul tema della sicurezza alimentare e lotta alla povertà rurale, ASPEm ha cominciato a concentrare i propri sforzi nella lotta contro la malnutrizione e la promozione dell’educazione alimentare i cui beneficiari sono particolarmente minori e comunità indigene. Attualmente ASPEm è presente nella regione di Tarija con un progetto di intervento in dodici comunità rurali con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare dei loro abitanti attraverso il consumo dell’amaranto, pianta affine ai cereali (pseudo cereale come la quinoa e il grano saraceno) i cui chicchi sono ricchi di proteine e fibre. Il progetto vuole inoltre contribuire allo sviluppo locale e alla lotta alla povertà accompagnando le famiglie dei produttori nella produzione, trasformazione e vendita del prodotto. Sempre a Tarija l’impegno di ASPEm a favore dei soggetti più vulnerabili ha permesso di unire il tema della sovranità alimentare a quello della tutela dell’infanzia mediante l’avvio di progetti di orti scolastici che mirano da un lato a promuovere un accesso a cibo sano e di qualità per i bambini delle scuole elementari dall’altro favorire il recupero di un modo tradizionale e sostenibile di coltivare la terra che permette di riscoprire, fra l’altro, coesione sociale e senso di comunità in aree molto isolate del Paese.

L’impegno nell’ambito dell’ agricoltura famigliare e nella promozione educazione alimentare è andato sviluppandosi anche a La Paz dove dall’aprile 2015 ASPEm ha iniziato una collaborazione con 23 scuole del quartiere de El Alto per la realizzazione di orti scolastici e la promozione di una dieta sana ed equilibrata.

Contemporaneamente, sempre nel 2015, ASPEm ha rafforzato il proprio impegno nell’ambito della promozione dei diritti di donne e bambini mediante l’avvio di attività di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della lotta alla violenza di genere in collaborazione con la Coordinadora de la Mujer l’organo istituzionale preposto ad attuare le leggi boliviane in materia di lotta alla violenza di genere.

Continua, inoltre, l’impegno tradizionale dell’Associazione nella promozione della salute e della tutela dei minori, in maniera integrata, lavorando con i propri partner per rendere i beneficiari liberi dalla violenza e fornire un’educazione alimentare.

Per realizzare i propri progetti in Bolivia ASPEm collabora a Tarija, nella sede 117965, con RENAC, mentre nella sede 53530 collabora con ECAM e MUJERES EN ACCION. Di seguito una presentazione dei partner locali:

¾ RENACC – Organizzazione non governativa costituitasi nel luglio del 2003 che attraverso la facilitazione di processi di sviluppo economico e di gestione di microimprese agricole ha lo scopo di innalzare il livello di auto sostentamento delle popolazioni rurali e urbane di Tarija. Renacc cerca di coordinare sul territorio le organizzazioni di piccoli produttori, unità produttive di quartiere, produttori, imprenditori, consumatori ed entità di appoggio per promuovere e implementare spazi per il commercio equo e solidale. La mission dell’associazione è quella di promuovere e facilitare il coordinamento tra produttori organizzati, sia urbani che rurali, con i consumatori tramite il sistema di mercati di quartiere, comunali, regionali, stabilendo l’accesso al mercato equo e solidale, rafforzando le condizioni socioeconomiche per contribuire a migliorare la qualità di vita dei settori meno abbienti.

Gli obiettivi di Renacc sono la promozione delle microimprese nel sistema di commercio equo e solidale, in ambito locale, nazionale e internazionale, oltre allo sviluppo e implementazione del mercato equo e solidale per la distribuzione di prodotti agricoli freschi, secchi e artigianali, con un approccio di sicurezza alimentare. Renacc si orienta principalmente nelle comunità rurali e nei quartieri urbani più poveri e marginali dell’area di Tarija, dove promuove l’utilizzo sostenibile del suolo, dell’acqua e delle sementi e rafforza le capacità delle comunità locali ed in particolare dei giovani affinché diventino protagonisti del miglioramento della propria vita attraverso l’accesso al cibo ed alimenti sani.

¾ ECAM - Organizzazione non governativa costituita nell'ottobre del 1993 per spinta di gruppo di donne studentesse universitarie che si organizzano per rivendicare i diritti delle donne e dar visibilità al problema della discriminazione di genere. L'associazione mira prima di tutto a creare uno spazio di comunicazione aperto alle donne che si traduce nella produzione di materiali comunicativi, tra cui la rivista “La voce della Donne”, programmi radiofonici e formazioni dirette a giornaliste/i sul tema della violenza di genere. ECAM - Equipo de Comunicaciòn Alternativa con Mujeres (Gruppo di Comunicazione Alternativa con le Donne) utilizza la proposta metodologica della comunicazione alternativa come strumento per dare visibilità alla condizione femminile e promuovere l'equità di genere. ECAM si presenta oggi come un'organizzazione privata senza fini di lucro che promuove e sviluppa processi di advocacy, rafforzamento organizzativo e della leadership collettiva, basandosi sempre sull’equità di genere, l'interculturalità e la coscienza critica sociale, affinché le donne di tutte le età, delle aree urbane e rurali del Dipartimento di Tarija possano esercitare i loro diritti per il raggiungimento di una cittadinanza piena e completa. ECAM attualmente svolge attività di formazione dirette a funzionari municipali e regionali, tra cui membri delle forze della polizia in un’ottica di sensibilizzazione al tema della violenza di genere e per garantire un’adeguata

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preparazione nell’affrontare situazione di violenza sessuale e domestica. ECAM fornisce inoltre servizi di consulenza a enti e istituzioni su temi quali advocacy, processi di partecipazione cittadina e formazione ai diritti umani, oltre ad essere uno dei nodi forti e promotori della rete di Ong attive sul tema dei diritti della donna.

¾ MUJERES EN ACCION – E’ un’organizzazione che opera sul territorio della regione di Tarija a partire dal 1993 con progetti di supporto alle vittime di violenza sessuale, fisica e psicologica perpetrata all’interno delle mura domestiche. Si rivolge in particolare a donne emarginate, molto spesso di origine Aymara, e svolge attività di promozione dei diritti delle donne sia in ambito urbano sia in quello rurale. Mission dell’organizzazione è promuovere e rinforzare il recupero dell’autostima delle donne vittime di violenza e sostenere, attraverso processi formativi, il loro re-inserimento nella società civile come protagoniste del proprio stesso sviluppo economico e umano. In particolare, nella città di Tarija Mujeres in Acciòn gestisce una comunità con una capacità di accoglienza di circa 15- 18 posti letto ed offre sostegno psicologico ed accoglienza diurna a una decina di altre ragazze. Le beneficiare della struttura sono bambine in media di 15-16 anni vittime di violenza sessuale in ambito famigliare con un figlio a carico. Spesso entrano all’interno dei progetti di sviluppo delle capacità individuali proposti da Mujeres in Acciòn minori che, in seguito all’atto di violenza, vengono ripudiate o escluse dalla propria famiglia, nonostante abbiano un figlio a carico. Il nome Mujeres en Acciòn nasce dal desiderio delle tre socie fondatrici di rimarcare il ruolo delle donne nella società e la loro capacità di sfidare gli stereotipi sociali.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

TARIJA (ASPEm 53530)

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale durante la permanenza all’estero;

¾ redazione di 3 articoli, invio di foto e realizzazione di 6 mini-video, per raccontare la propria esperienza durante la permanenza all’estero 

¾ rientrare in Italia al termine del servizio

¾ di osservare le indicazioni dei referenti in Italia in particolar modo riguardo a salute e sicurezza

¾ disponibilità alla condivisione degli obiettivi, delle finalità ed i valori dell’ente

¾ partecipazione attiva ad un periodo di formazione intermedia

¾ di vivere in case da condividere con altri volontari

¾ di guidare mezzi propri solo con la necessaria documentazione ( patente internazionale, assicurazione)

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TARIJA (ASPEm 117965)

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale durante la permanenza all’estero;

¾ redazione di 3 articoli, invio di foto e realizzazione di 6 mini-video, per raccontare la propria esperienza durante la permanenza all’estero

¾ rientrare in Italia al termine del servizio

¾ di osservare le indicazioni dei referenti in Italia in particolar modo riguardo a salute e sicurezza

¾ disponibilità alla condivisione degli obiettivi, delle finalità ed i valori dell’ente

¾ partecipazione attiva ad un periodo di formazione intermedia

¾ di vivere in case da condividere con altri volontari

¾ di guidare mezzi propri solo con la necessaria documentazione ( patente internazionale, assicurazione)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

TARIJA (ASPEm)

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

Nella regione “Chapare” il programma di eliminazione delle piantagioni di coca può provocare scontri tra le forza dell’ordine ed i coltivatori.

Rischio di manifestazioni politiche, con possibili improvvisi scioperi, blocchi stradali, ferroviari ed aeroportuali (tale tipo di manifestazioni in Bolivia non sono eventi a termine ed hanno una durata che varia in funzione dello stabilimento di una trattativa con il Governo centrale).

È in costante aumento la micro criminalità, specialmente nelle maggiori città: rapine violente e sequestri- lampo a scopo di estorsione a danno di stranieri e turisti (Lago Titicaca, La Paz e S.Cruz), furto di denaro e documenti sui mezzi pubblici che effettuano la tratta da e per La Paz-Oruro-Salar de Uyuni. Si raccomanda vivamente di evitare di prendere i taxi per strada, utilizzando esclusivamente quelli autorizzati, prenotandoli telefonicamente. La valle delle “Yungas” (da La Paz a Coroico), i circuito verso “Rurrenabaque”, nonché l'adiacente regione della foresta vergine, meta di gran numero di turisti, hanno visto un incremento di furti ed aggressioni. Inoltre, nelle località di Muela del Diablo e Palca si sono verificate rapine a mano armata.

Si consiglia particolare prudenza quando si visitano alcune aree più sensibili, come le zone minerarie, quelle isolate dell’Altopiano andino, nonché le aree rurali del Dipartimento di S.Cruz e Pando.

In particolare nella città di TARIJA (ASPEm 53530) e (ASPEm 117965) è in aumento la microcriminalità locale, con furti e rapine. Si raccomanda vivamente di evitare di prendere i taxi per strada, utilizzando esclusivamente quelli autorizzati. Attenzione ai furti ed alle rapine lungo le tratte per La Paz-Oruro-Salar de Uyuni.

Rischi sanitari:

Ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria e febbre gialla, concentrate soprattutto nella zona delle valli e in quella delle terre basse, “chagas”, dengue, soprattutto nei dipartimenti orientali (in particolari in quello del Beni e in quello di Santa Cruz); in aumento casi di influenza AH1N1 (in tutti i Dipartimenti territoriali boliviani in particolare nel Dipartimento e nella città di Santa Cruz, ad eccezione del Beni) e AH3N2 con alcuni decessi (in particolare nel dipartimento di La Paz). La “leptospirosi” è presente nelle zone tropicali ed amazzoniche

Considerando la situazione igienico-sanitaria dei luoghi di lavoro c’è il rischio di contrarre patologie legate all’apparato intestinale (salmonella, febbre tifoidea) o ritrovarsi a contatto con soggetti affetti da AIDS e/o tubercolosi.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

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¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

TARIJA (ASPEm 53530)

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO MICROCRIMINALITA’ ¾ L’ente da comunicazione alle Rappresentanza Diplomatiche d’Italia nel

Paese d’invio dei volontari/e, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati; 

¾ L’ente al fine di agevolare le Autorità Nazionali Italiane a conoscere il numero dei connazionali presenti in aree di crisi, individuarne l’identità e pianificare gli interventi di assistenza qualora sopraggiunga una grave situazione d’emergenza, inserirà i nomi dei volontari in servizio civile e la loro destinazione sul sito https://www.dovesiamonelmondo.it/; 

¾ L’ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica italiana nel paese) al fine di monitorare gli eventuali rischi socio-politici e predisporre le misure cautelative più opportune nell’interesse dei volontari; 

¾ L’ente, in fase di formazione in Italia, che all’arrivo nel paese d’impiego fornisce ai volontari le informazioni necessarie per inquadrare il contesto socio-politico del Paese, da quello lavorativo a quello amicale, e le informazioni legate ai maggiori rischi ordine pubblico ivi presenti, dedicando, nella formazione specifica, un apposito modulo formativo sulla sicurezza; 

¾ L’ente condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità; 

¾ L’ente, nei primi mesi di permanenza, offre ai volontari un affiancamento specifico da parte degli OLP ed eventuali responsabili paese della ONG,

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dai luoghi dove verrà sviluppato il progetto l’ospedale più vicino si trova in Hospital Regional San Juan de Dios calle Santa Cruz y Junin – Tarija a 8 minuti di taxi dalla sede del progetto.

TARIJA (ASPEm 117965)

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

permettendone il graduale inserimento nel progetto e nel Paese di impiego; 

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili; 

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.  

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;  

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali. 

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

¾ ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l’esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche; 

¾ La partecipazione a manifestazioni è ammessa solo qualora esse siano a carattere espressamente nonviolento;  

¾ La partecipazione a manifestazioni, da parte del volontario, potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progetto ed in presenza di personale di riferimento; 

¾ L’Ente si impegna attraverso la sua equipe locale a preparare bollettini periodici sulla situazioni di rischio legate a situazioni pericolose rispetto all’ordine pubblico 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa per la gestione di situazioni di rischio legate a ordine pubblico 

¾ L’Ente distribuisce le proprie linee guida sui comportamenti da tenere in caso di situazioni a rischio per motivi di ordine pubblico 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa con Servizio Civilisti rientrati per uno scambio di buone pratiche

RISCHI ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

¾ L’ente prima della partenza indica ai volontari di eseguire le vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS per minimizzare i rischi sanitari eventualmente presenti nel paese, in particolare come il tifo.

¾ L’ente organizza una sessione formativa sull’uso di adeguate precauzioni igienico sanitarie quando si opera in aree in via di sviluppo

¾ L’Ente distribuisce ai Servizio Civilisti la Guida Sanitaria per Espatriati (Ed. Siscos e Link 2007)

RISCHIO ACCORGIMENTO MICROCRIMINALITA’ ¾ L’ente da comunicazione alle Rappresentanza Diplomatiche d’Italia nel

Paese d’invio dei volontari/e, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati; 

¾ L’ente al fine di agevolare le Autorità Nazionali Italiane a conoscere il numero dei connazionali presenti in aree di crisi, individuarne l’identità e pianificare gli interventi di assistenza qualora sopraggiunga una grave situazione d’emergenza, inserirà i nomi dei volontari in servizio civile e la loro destinazione sul sito https://www.dovesiamonelmondo.it/; 

¾ L’ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica italiana nel paese) al fine di monitorare gli eventuali rischi socio-politici e

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dai luoghi dove verrà sviluppato il progetto l’ospedale più vicino si trova in Hospital Regional San Juan de Dios calle Santa Cruz y Junin – Tarija a 8 minuti di taxi dalla sede del progetto.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

predisporre le misure cautelative più opportune nell’interesse dei volontari; 

¾ L’ente, in fase di formazione in Italia, che all’arrivo nel paese d’impiego fornisce ai volontari le informazioni necessarie per inquadrare il contesto socio-politico del Paese, da quello lavorativo a quello amicale, e le informazioni legate ai maggiori rischi ordine pubblico ivi presenti, dedicando, nella formazione specifica, un apposito modulo formativo sulla sicurezza; 

¾ L’ente condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità; 

¾ L’ente, nei primi mesi di permanenza, offre ai volontari un affiancamento specifico da parte degli OLP ed eventuali responsabili paese della ONG, permettendone il graduale inserimento nel progetto e nel Paese di impiego; 

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili; 

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.  

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;  

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali. 

¾ L’Ente si impegna attraverso la sua equipe locale a preparare bollettini periodici sulla situazioni di rischio legate a situazioni pericolose rispetto all’ordine pubblico 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa sulla gestione di situazioni di rischio legate a ordine pubblico 

¾ L’Ente distribuisce le proprie linee guida sui comportamenti da tenere in caso di situazioni a rischio per motivi di ordine pubblico 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa con Servizio Civilisti rientrati per uno scambio di buone pratiche

MANIFESTAZIONI DI PRO TESTA

¾ ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l’esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche; 

¾ La partecipazione a manifestazioni è ammessa solo qualora esse siano a carattere espressamente nonviolento;  

¾ La partecipazione a manifestazioni, da parte del volontario, potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progetto ed in presenza di personale di riferimento;

RISCHI ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

¾ L’ente prima della partenza indica ai volontari di eseguire le vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS per minimizzare i rischi sanitari eventualmente presenti nel paese, in particolare come il tifo.

¾ L’ente organizza una sessione formativa sull’uso di adeguate precauzioni igienico sanitarie quando si opera in aree in via di sviluppo

¾ L’Ente distribuisce ai Servizio Civilisti la Guida Sanitaria per Espatriati (Ed. Siscos e Link 2007)

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Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

TARIJA (ASPEm 53530 - ASPEm 117965) 

¾ Possibili disagi causati da eventuali inondazioni che potrebbero avere luogo durante il periodo delle piogge.

DESCRIZIONE SEDI - TARIJA (ASPEm 53530 - ASPEm 117965)  DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

BOLIVIA – TARIJA

Tarija é una città del sud della Bolivia ed è capitale del distretto omonimo. La città venne fondata il 4 luglio 1574 con il nome di Villa de San Bernardo de la Frontera de Tarixa da Luis de Fuentes y Vargas di Siviglia, sulla riva sinistra del fiume Nuevo Guadalquivir, seguendo gli ordini del Viceré Francisco de Toledo. Il nome è un tributo a Francisco de Tarija, anch'egli andaluso e membro della spedizione guidata da Diego de Almagro.

Secondo i dati INEI 2012 il dipartimento di Tarija ha 482.196 abitanti e la città omonima ha 170.900 abitanti a maggioranza donne. L’età media della popolazione é molto bassa, pari a circa 21 anni. Tarija si trova nella valle centrale del distretto e confina a nord e a est con la provincia di Méndez, a est con la provincia O’Connor e al sud con la provincia Avilés, al confine con l’Argentina.

É una realtà rurale, che si caratterizza per la sua produzione vinicola, ma anche per quella di grano e altri cereali, alcuni dei quali utilizzati nell’industria di birra. Anche il settore di prodotti di latticini è in crescita, ma la maggior parte della popolazione lavora nel settore dell’agricoltura. Secondo l’Instituto Nacional de Estadistica, in Bolivia il 36,61% lavora nei campi. Molto spesso i ragazzi aiutano le piccole imprese famigliari nelle coltivazioni. Questo fa sì che la percentuale di ragazzi che svolgono attività lavorative anziché procedere nel loro regolare percorso di studi sia, nel solo distretto di Tarija, pari all'11.48%.

Secondo un report sul livello di sviluppo del distretto di Tarija pubblicato nel 2013, la percentuale di povertà nelle comunità di riferimento è del 34,6%.il tasso di scolarizzazione con il compimento del primo ciclo di otto anni di studio è del 70,5% (dato 2007),anche se bisogna sottolineare che a livello assoluto sono 10.813 i bambini dai 6 ai 13 anni che non hanno terminato il primo livello di scolarizzazione.  

La percentuale di denutrizione dei bambini minori di tre anni è del 16,7% (dato 2003), ma a livello assoluto l’aggiornamento del 2008 ha messo in evidenza che ancora 7.288 bambini nel solo distretto di Tarija vivono una situazione di denutrizione cronica. Il tasso di mortalità materna è di 124 morti su 100mila nascite (dato 2000), mentre nell’anno 2008 sono stati 37 i bambini morti durante il parto su 1.000 nati vivi.

Le lingue ufficiali sono lo spagnolo, ma anche il quechua che, secondo l’ultimo censimento, è parlato da 37.337 persone, l’aymara parlato da 7.219 persone e il guaranì lingua madre di 4578 abitanti del distretto.

Le comunità indigene sono spesso vittime di discriminazione con reale difficoltà ad accedere a servizi di salute pubblica e adeguata educazione.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

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Nella sede di Tarija (53530), ASPEm interviene nel settore Donne e Sviluppo DONNE E SVILUPPO

La donna in Bolivia, soprattutto in ambiente rurale, è, suo malgrado, il perno di un conflitto sociale che la vede da un parte vittima di discriminazione, con difficoltà di accesso al sistema scolastico e sanitario, ma al contempo soggetto centrale dello sviluppo. La donna è l'elemento chiave dell'azione in cui si inserisce il progetto. La popolazione femminile del territorio è sulla strada verso una maggiore autonomia, e questo in vari settori (economico, fisico, di partecipazione attiva nella società), grazie all’aumento del loro livello di istruzione.

Tuttavia permangono i problemi e i dati presentano una realtà difficile per le donne. Il loro livello di analfabetismo per esempio é ancora molto alto, soprattutto nelle zone rurali e indigene. I livelli di violenza di genere nel dipartimento di Tarija sono allarmanti: 9 donne su 10 subiscono una qualche forma di violenza sessuale, fisica o psicologica. Secondo i dati provenienti dall’Ong ECAM – nel 2011 si sono registrati in tutto il dipartimento di Tarija 337 delitti di tipo sessuale. Nel 42% dei casi si è trattato di violenza sessuale, nel 27% violenza sessuale profonda e diretta a esclusione del coito e nel 12% stupro. Il 95% delle vittime sono generalmente bambine e adolescenti. Si evidenzia inoltre che in una società prettamente patriarcale e maschilista la quasi totalità delle violenze sono indirizzate a bambine e donne con un picco di vulnerabilità nel segmento di popolazione formato da donne tra i 12 e i 14 anni. Nel 66% dei casi analizzati, l’aggressore è una persona conosciuta, in particolare possono essere patrigni e amici. Secondo i dati del Ministero, su 311 casi presi in esame nel 2011, solo il 3% è stato non solo oggetto di investigazione ma è giunto a una condanna dell’aggressore. Questo dimostra le poche possibilità che ha la vittima che si faccia giustizia in caso di abuso sessuale, mettendo in evidenza come sia difficile accedere a una giustizia realmente imparziale, efficiente che permette a bambine, adolescenti e donne di rivendicare i propri diritti.

La realtà delle donne di Tarija è visibilmente caratterizzata da condizioni di discriminazione e disuguaglianza anche e soprattutto nel mondo del lavoro dove sono obbligate a orari di lavoro disumani e degradanti. Il lavoro di queste donne é per la maggior parte di artigianato o di lavoro informale. Col termine “economia informale” si indica il lavoratore che non ha contratto e che non gode di sicurezza pubblica e sociale (venditori ambulanti di mercanzie, alimenti, artigianato, ai lavoratori del trasporto pubblico, prestatori di servizio ecc). A questo settore spesso attengono anche le attività illegali come l’evasione fiscale, la pirateria, la produzione o traffico di droga, l’usura, il commercio o trasporto di mercanzia di contrabbando. Oltre al problema del lavoro, le donne devono far fronte a una situazione di famiglia monoparentale, e per la maggior parte dei casi hanno più di 4 figli. Nel 2008 la percentuale di famiglie composte da sola madre con figli a carico è del 30%. Nelle famiglie meno abbienti la percentuale sale al 40 % (CEPAL,2009). Spesso le donne alternano le attività produttive in ambito rurale con le attività domestiche, a volte le realizzano simultaneamente, senza distinguere un lavoro dall’altro.

Nonostante la loro importanza all’interno della società, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista famigliare, le donne in particolare nelle comunità rurali di Cercado sono escluse da qualsiasi processo di partecipazione politica. Il Governo non ha tra le sue priorità la produzione di documenti di politica pubblica orientati alle donne in un’ottica di diminuzione della discriminazione. Questo rende quindi sempre più forte la mancanza di ascolto delle istanze delle donne da parte del potere centrale che non prende nessuna posizione di fronte a problemi come la maternità precoce delle adolescenti e il connesso problema della mortalità materna. La copertura del parto istituzionale assistito è del 65,8%, dato che dimostra una difficoltà per le donne ad accedere a livelli sanitari che salvaguardino la vita delle madri e dei bambini. Nell’80% dei parti non istituzionali si verificano complicanze dovute a scarsi livelli di igiene.

Se anche il parto va a buon fine, molto spesso le giovani madri, a volte anche vittima di violenza sessuale da parte di un componente della famiglia, sono ripudiate dalle proprie famiglie e, sole e senza un compagno, si trovano senza strumenti economici ed intellettuali per far fronte alla sussistenza proprio e dei propri figli.

Nel settore Donne e Sviluppo ASPEm interviene nel territorio di Tarija (53530) con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 25 adolescenti inserite in una comunità per ragazze madre,

¾ 300 bambine/i di scuola primaria,

¾ 19 educatori e 250 donne di zona rurale dirigenti di base.

Beneficiari:

¾ 650 adulti, genitori dei minori inseriti nel progetto

1200 persone famigliari delle donne provenienti da comunità rurali

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

TARIJA (ASPEm 53530)

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¾ Offrire un servizio di assistenza e supporto psicologico per 25 adolescenti vittime di violenza

¾ Promuovere percorsi di sensibilizzazione e prevenzione della violenza contro le donne per 300 bambine/i di scuola primaria,19 educatori e 250 donne di zona rurale dirigenti di comunità di base

¾ Promuovere percorsi legali e di sensibilizzazione sulla necessità di denunciare le violenze alle autorità competenti rivolti a 650 adulti, genitori dei minori vittime di violenza e 1200 persone famigliari delle donne provenienti da comunità rurali

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi TARIJA (ASPEm 53530)

1. Azione 1. Realizzazione di attività di educazione e comunicazione che permettano a 300 bambine di scuola Realizzazione di 6 spot e 6 annunci radiofonici, un pieghevole e una presentazione cartacea sul tema della violenza sessuale (da svolgersi nell'arco di tempo di 8 mesi)

2. Attuazione di attività di contatto e ricerca di educatori

3. Realizzazione di 4 eventi formativi per educatori sul tema della violenza sessuale nei confronti dei minori (da svolgersi nell'arco di tempo di 3 mesi)

4. Gestione di 3 giornate educative per ogni gruppo di bambine per un totale di 27 giornate (da svolgersi nell'arco di 12 mesi)

5. Realizzazione di attività di supporto psicologico ed ascolto per le bambine inserite nel progetto (da svolgersi nell'arco di tempo di 12 mesi)

6. Realizzazione di 6 fiere ( da svolgersi nell'arco di tempo di 6 mesi) in coordinamento con gruppi universitari sul tema della salute e sicurezza delle bambine

7. Coordinamento con funzionari della Defensoría de la Niñez y Adolescencia y Seguridad Ciudadana ( da svolgersi nell'arco di tempo di 8 mesi).

Azione 2. Concretizzare attività di autostima e rafforzamento della genitorialità in 25 giovani madri vittime di violenza

1. Elaborazione di 5 laboratori (da svolgersi nell'arco di tempo di 5 mesi) sulla genitorialità per 25 donne inserite in una comunità per giovani madri

2. Rafforzamento delle attività di un centro di educazione iniziale per i figli delle giovani madri inserite nella comunità (da svolgersi nell'arco di tempo di 6 mesi).

3. Ricerca di educatrici per i bambini (da svolgersi nell'arco di tempo di 6 mesi).

4. Somministrazione di 12 incontri di sostegno psicologico individuale rivolto alle giovani madri ( da svolgersi nell'arco di tempo di 12 mesi)

5. Accompagnamento delle giovani madri nelle attività di reinserimento nella società: iscrizione a corsi formativi esterni di inserimento nel mondo del lavoro ( da svolgersi nell'arco di tempo di 12 mesi) 6. Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla tematica dell’igiene personale e dei propri figli e il buen

trato (da svolgersi nell'arco di tempo di 8 mesi)

7. Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla buona alimentazione attraverso l’attività pratica di cura dell’orto situato all’interno della comunità (da svolgersi nell'arco di tempo di 8 mesi)

8. Elaborazione di materiale didattico e di comunicazione sulla prevenzione delle gravidanze precoci 9. Somministrazione di 4 laboratori scolastici sul tema della prevenzione delle gravidanze precoci e

malattie sessualmente trasmissibili (da svolgersi nell'arco di tempo di 4 mesi)

Azione 3. Esecuzione di attività di formazione integrale dirette a 250 donne proveniente da zone rurali, partendo dal lavoro sull’autostima per arrivare a implementare la loro partecipazione politica

1. Realizzazione di 4 attività formative (da svolgersi nell'arco di tempo di 4 mesi) in area rurale per identificare le necessità pratiche e strategiche delle donne

2. Realizzazione di 11 sessioni (da svolgersi nell'arco di tempo di 11 mesi) di assistenza tecnica aperte a 12 partecipanti provenienti da almeno 4 unità produttive rurali

3. Realizzazione di 11 sessioni (da svolgersi nell'arco di tempo di 11 mesi) su autostima e prevenzione di situazioni di violenza aperte 12 partecipanti provenienti da almeno 4 aree rurali differenti.

4. Realizzazione di 4 attività informative (da svolgersi nell'arco di tempo di 4 mesi) in area rurale per informare sul cancro all’utero, alla cervice e al seno

5. Realizzazione di 40 interventi in radio ( da svolgersi nell'arco di tempo di 6 mesi) sul tema della discriminazione di genere

6. Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere ( da svolgersi nell'arco di tempo di 6 mesi)

7. Gestione di un ambiente municipale destinato alla creazione di uno sportello informativo specializzato sulla parità di genere ( da svolgersi nell'arco di tempo di 8 mesi)

8. Supporto e affiancamento nelle attività di monitoraggio e valutazione del progetto (da svolgersi nell'arco di tempo di 4 mesi).

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Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 coordinatori di progetto- Azione 1, 2, 3 

¾ 3 educatori- Azione 1, 2, 3 

¾ 2 assistenti sociali- Azione 1, 2, 3 

¾ 1 legale- Azione 1, 3 

¾ 1 amministratore di progetto- Azione 1, 2, 3 

¾ 1 logista per supporto tecnico all’organizzazione e pianificazione delle attività formative- Azione 1, 2, 3 

¾ 3 formatori Azione 1, 2, 3 

¾ 2 psicologi- Azione 1, 2, 3 

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

TARIJA (ASPEm 53530) Volontario/a n.1

¾ Supporto nella realizzazione di 6 spot e 6 annunci radiofonici, un pieghevole e una presentazione cartacea sul tema della violenza sessuale

¾ Affiancamento per la realizzazione di 4 eventi formativi per educatori sul tema della violenza sessuale nei confronti dei minori

¾ Supporto nella Gestione di 3 giornate educative per ogni gruppo di bambine per un totale di 27 giornate

¾ Affiancamento nella realizzazione di attività di supporto psicologico ed ascolto per le bambine inserite nel progetto

¾ Supporto nella realizzazione di 6 fiere in coordinamento con gruppi universitari sul tema della salute e sicurezza delle bambine

¾ Supporto nel coordinamento con funzionari della Defensoría de la Niñez y Adolescencia y Seguridad Ciudadana

¾ Supporto nella realizzazione di 11 sessioni di assistenza tecnica aperte a 12 partecipanti provenienti da almeno 4 unità produttive rurali

¾ Supporto nella Realizzazione di 11 sessioni su autostima e prevenzione di situazioni di violenza aperte 12 partecipanti provenienti da almeno 4 aree rurali differenti.

¾ Affiancamento nella Realizzazione di 4 attività informative in area rurale per informare sul cancro all’utero, alla cervice e al seno

Volontario/a n.2

¾ Supporto nell’ elaborazione di 5 laboratori sulla genitorialità per 25 donne inserite in una comunità per giovani madri

¾ Supporto per rafforzamento delle attività di un centro di educazione iniziale per i figli delle giovani madri inserite nella comunità

¾ Affiancamento nella Ricerca di educatrici per i bambini

¾ Affiancamento nella sedi 12 incontri di sostegno psicologico individuale rivolto alle giovani madri

¾ Affiancamento nell’accompagnamento delle giovani madri nelle attività di reinserimento nella società: iscrizione a corsi formativi esterni di inserimento nel mondo del lavoro

¾ Supporto per la Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla tematica dell’igiene personale e dei propri figli e il buen trato

¾ Supporto per la Realizzazione di 8 laboratori di gruppo sulla buona alimentazione attraverso l’attività pratica di cura dell’orto situato all’interno della comunità

¾ Supporto per l’elaborazione di materiale didattico e di comunicazione sulla prevenzione delle gravidanze precoci

¾ Affiancamento nella somministrazione di 4 laboratori scolastici sul tema della prevenzione delle gravidanze precoci e malattie sessualmente trasmissibili.

¾ Affiancamento nella realizzazione di 40 interventi in radio sul tema della discriminazione di genere

¾ Affiancamento nella Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere.

¾ Supporto per la gestione di un ambiente municipale destinato alla creazione di uno sportello informativo specializzato sulla parità di genere.

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REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

TARIJA (ASPEm 53530) Volontari/e 1

¾ Formazione in: preferibile scienze dell'educazione, comunicazione, psicologia, scienze sociali

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta

¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di bambini e di donne

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

¾ Preferibile esperienza di studio sul tema della violenza e discriminazione di genere

¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di momenti formativi, laboratori, corsi di aggiornamento

¾ Per il tipo di tematiche trattate e la particolare condizione delle beneficiarie si richiede una volontaria di sesso femminile

Volontari/e 2:

¾ Formazione in: preferibile scienze politiche, economiche e/o comunicazione, scienze sociali, scienze giuridiche

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta

¾ Preferibile esperienza di studio sul tema della violenza e discriminazione di genere

¾ Preferibile esperienza nello studio di politiche pubbliche e del funzionamento del bilancio partecipativo

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di donne vulnerabili

¾ Per il tipo di tematiche trattate e la particolare condizione delle beneficiarie si richiede una volontaria di sesso femminile

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

Nella sede di Tarija (117965), ASPEm interviene nel settore Sicurezza Alimentare SICUREZZA ALIMENTARE

Tra i problemi di salute pubblica più rilevanti nella popolazione del distretto di Tarija risaltano la denutrizione e le anemie nutrizionali di bambini e bambine, che sono conseguenza dell’esclusione sociale, economica e politica di segmenti vulnerabili della popolazione. Infatti chi vive in condizioni di povertà ha anche un basso accesso ai servizi di salute, educazione, acqua potabile, igiene base e produzione agro-zootecnica. La povertà condiziona anche l’accesso agli alimenti e si trasforma in una minore possibilità di fornire un’adeguata alimentazione ai bambini e alle bambine durante il consumo di pasti in casa. L’insicurezza alimentare, la denutrizione, l’anemia nutrizionale e l’insufficiente assunzione giornaliera di micronutrienti adeguati pregiudica le fasce più vulnerabili della popolazione e in particolare lo sviluppo psico-fisico dei bambini minori di 5 anni. Secondo l'ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP), il tasso di malnutrizione cronica a Tarija è del 16,7%. Tale percentuale viene confermata anche dai recenti dati forniti dall'Istituto Nazionale di Statistica ed Informatica (INEI) rispetto agli indicatori di salute nella regione di Tarija. Essi mostrano che il dipartimento ha circa 7.288 bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione cronica; indicatore cresciuto nel periodo compreso tra il 2013 ed il 2015.

I comuni con livelli critici di malnutrizione nel dipartimento di Tarija sono Yacuiba e Bermejo, dove si registra un'alta percentuale di vulnerabilità alla sicurezza alimentare. Secondo i dati statistici forniti dal Servizio di Salute Regionale (Sedes-Servicio Departamental de Salud) si registra una percentuale di malnutrizione infantile sotto i cinque anni pari al 13,2% per il comune di Yacuiba e del 11,8% con riferimento a quello di Bermejo.

Per quanto riguarda il tasso di mortalità infantile nel 2009 era di 29 decessi di bambini sotto un anno ogni mille nati vivi; i decessi sono concentrate nelle zone rurali, con la proiezione per il 2015 del 16 bambini per mille nati vivi.

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A Tarija, la percentuale delle morti materne in materia di salute raggiunge il 44% e supera la media nazionale (37%), secondo i dati dell’UNDP la malnutrizione materna oltre allo scarso accesso a cure ostetriche è la causa determinante di oltre l'80% di tali decessi;

Osservando le percentuali di bambini sottopeso sotto i cinque anni nei vari comuni che compongono il dipartimento di Tarija si nota che Yacuiba è del 13,2%; Bermejo con 11,8%; San Lorenzo con il 9,4%; Tarija 9,1%; Si Yunchará 7,3%; Villa Montes 5,4%; El Puente 3,9%; Uriondo 3,6%; Entre Rios 3,3%; Caraparí Padcaya 3,2% e del 2,9%.

Nel corso del 2012 lo studio intitolato “Análisis y Mapeo de la Vulnerabilidad a la Inseguridad Alimentaria”

(analisi e mappatura della vulnerabilità di fronte all’insicurezza alimentare), realizzato per richiesta del Ministero boliviano dello sviluppo rurale e della terre (MDRyT) e con l’appoggio finanziario dell’UE ha rivelato che 102 comuni della Bolivia si trovano in una situazione di elevatissima insicurezza alimentare. Tra questi 40 comuni situati nel dipartimento di Tarija Chuquisaca e Pando sono entrati nelle priorità di azione del Programa Mundial de Alimentos (PMA) in quanto proprio in quelle zone sono stati registrati i più alti livelli di fragilità di fronte all’insicurezza alimentare, a livello di disponibilità, accesso e uso degli alimenti. L’analisi dell’insicurezza alimentare nella regione è stata sondata sul terreno anche da ASPEm che nel settembre 2013 ha iniziato delle progettualità in alcune comunità della zona volte a migliorare accesso al cibo e sicurezza alimentare. Gli esiti positivi di tali progetti hanno permesso di estendere l’intervento in nuove zone dell’area ugualmente colpite da scarso accesso al cibo di qualità e condizioni di vita della popolazione estremamente vulnerabili.

Tra i comuni del dipartimento di Tarija che dimostrano una vulnerabilità nella capacità di acquisto degli alimenti, non solo a causa dei bassi ingressi economici delle famiglie, ma anche dell’oggettiva mancanza di rifornimenti alimentari si trovano le comunità di Cañahuayco, Cerro de Plata, Hoyadas, Alaipata, San Isidro e Jarcas (Municipio di San Lorenzo prima sezione della provincia di Méndez) dove ASPEm intende operare anche a seguito dei postivi risultati conseguiti con i programmi precedenti.

Anche in queste comunità alla scarsa quantità si combina un’inadeguata qualità e varietà degli alimenti approvvigionati : si predilige infatti la vendita e il consumo di alcuni alimenti a scapito di altri, inibendo la scelta e la disponibilità di tutti gli elementi nutritivi utili alla crescita, al buon sviluppo e al mantenimento dell’individuo

A questo si aggiunge che la valle di Tarija, come altre zone della Bolivia, è stata sottoposta negli anni alla sostituzione delle colture andine tradizionali dell’amaranto e quinoa, ricche di componenti nutritivi, per fare posto a coltivazioni di prodotti non autoctoni e di massa come il grano e il riso che non solo sono importate, ma che spesso necessitano di fertilizzanti e prodotti chimici dannosi all’ambiente e che impoveriscono il suolo per fornire livelli di produttività alti. Il grano trattato e modificato chimicamente, oltre a non fornire i principi nutritivi adeguati alla crescita, è spesso causa di allergie alimentari e malattie collegabili al suo consumo. L’amaranto contiene la licina, amminoacido naturale che favorisce lo sviluppo fisico e intellettuale.

Oltre alla licina, contiene numerosi grassi saturi, 0 colesterolo, 153 mg di calcio per 100 gr, buoni i valori di magnesio e fosforo - quindi un buon prodotto per i bambini - 4,2 mg di Vitamina C per 100 grammi e un complesso di 374 calorie per 100 grammi. Tuttavia la coltivazione di amaranto a Tarija ha subito una battuta d’arresto, evidente nella diminuzione delle superfici coltivate. Oltre ad una conseguente diminuzione di qualità nutrizionale, la sostituzione delle coltivazioni di amaranto con massive produzioni di riso e grano ha inibito la capacità produttiva dei piccoli produttori e le loro capacità di organizzarsi in maniera cooperativa per migliorare la struttura delle piccole e medie imprese di amaranto e posizionarsi sul mercato.

Nel settore della sicurezza alimentare ASPEm interviene nel territorio di Tarija (117965) con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ circa 150 donne e 150 uomini afferenti alla comunità di Cañahuayco, Cerro de Plata, Hoyadas, Alaipata, San Isidro e Jarcas (Municipio di San Lorenzo prima sezione della provincia di Méndez) Beneficiari:

¾ circa 500 bambini figli dei destinatari del progetto e gli abitanti del distretto di Tarija che beneficeranno dell’acquisto dei prodotti inseriti nei mercati cittadini.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

TARIJA (ASPEm 117965)

¾ Incentivare la produzione di cereali ad alto valore nutrizionale per 300 donne e uomini coltivatori del territorio di Tarija

¾ Sostenere la crescita di competenze produttive di 300 membri della comunità coinvolti nella coltivazione e trasformazione dell’amaranto.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi TARIJA (ASPEm 117965)

Azione 1. Realizzazione di attività per incrementare la produzione, il consumo, la trasformazione e la vendita dell’amaranto in 5 comunità rurali

1. Realizzazione di 5 momenti di formazione (da svolgersi nell'arco di 5 mesi) rivolti a 150 donne e 150 uomini per la coltivazione organica e sostenibile dell’Amaranto

2. Realizzazione di 4 corsi di formazione (da svolgersi nell'arco di 6 mesi) sulla condivisione e gestione delle conoscenze agricole

3. Avvio attività di produzione dell’amaranto biologico con criteri di sostenibilità ambientale

4. Realizzazione di 4 corsi di formazione (da svolgersi nell'arco di 4 mesi) sul tema delle micro imprenditorialità cooperative.

5. Formazione e costituzione legale di una associazione produttiva

6. Realizzazione di 2 corsi di formazione (da svolgersi nell'arco di 6 mesi) sulla definizione del regolamento, statuto, direttive

7. Realizzazione di 3 percorsi formativi ( da svolgersi nell'arco di 6 mesi) per la trasformazione dell’amaranto

8. Realizzazione di piani di promozione e comunicazione per diffondere la conoscenza dell’amaranto e le coltivazioni di Tarija (da svolgersi nell'arco di 12 mesi).

Azione 2. Esecuzione di attività di formazione integrale dirette a 300 membri delle comunità rurali sui temi di sovranità alimentare, diritto al cibo e partecipazione comunitaria

1. Realizzazione di 18 eventi formativi, 9 nella zona urbana e 9 nell’area rurale sul tema della gestione pubblica e del bilancio partecipativo (Da svolgersi nell'arco di 9 mesi).

2. Realizzazione di 4 attività formative (da svolgersi nell'arco di 4 mesi) in area rurale per identificare le necessità della comunità in tema di sovranità alimentare e tutela del patrimonio alimentare locale 3. Realizzazione di 11 sessioni di assistenza tecnica a 4 unità produttive di donne in comunità rurali (da

svolgersi nell'arco di 8 mesi).

4. Realizzazione di 4 attività informative (da svolgersi nell'arco di 4 mesi) in area rurale per informare su corretta alimentazione e lotta alla malnutrizione infantile

5. Realizzazione di 40 interventi in radio (da svolgersi nell'arco di 6 mesi) sul tema della corretta alimentazione e della riscoperta delle colture tradizionali e autoctone nella dieta locale e sull’importanza dell’agricoltura famigliare nel bilancio delle comunità.

6. 1 Incontro con la municipalità di Tarija per elaborare l’istanza della sovranità alimentare e dell’accesso a cibo sufficiente e di qualità come diritto delle Comunità

7. Gestione di un ambiente municipale destinato all’esposizione delle colture tradizionali riscoperte e della loro importanza nella storia locale (da svolgersi nell'arco di 3 mesi).

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 coordinatori di progetto- Azione 1, 2 

¾ 1 amministratore di progetto - Azione 1, 2 

¾ 1 esperto di agronomia per supporto all’implementazione della coltivazione dell’amaranto- Azione 1, 2 

¾ 1 esperto di partecipazione su base comunitaria ed interventi comunitari in zone rurali- Azione 1, 2 

¾ 1 esperto di strategie comunicative- Azione 1, 2 

¾ 1 nutrizionista- Azione 2 

¾ 1 esperto in commercializzazione dei prodotti- Azione 1 

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

TARIJA (ASPEm 117965) Volontario/a N°1:

¾ Supporto nella realizzazione di 5 momenti di formazione rivolti a 150 donne e 150 uomini per la coltivazione organica e sostenibile dell’Amaranto

¾ Supporto nella realizzazione di 4 corsi di formazione sulla condivisione e gestione delle conoscenze agricole

¾ Accompagnamento per l’avvio di attività di produzione dell’amaranto biologico con criteri di sostenibilità ambientale

¾ Supporto per la realizzazione di 4 corsi di formazione sul tema della micro imprenditorialità cooperativa

¾ Supporto per la formazione e costituzione legale di una associazione produttiva

(16)

¾ Supporto nella realizzazione di 2 corsi di formazione sulla definizione del regolamento, statuto, direttive

¾ Supporto nella realizzazione di 3 percorsi formativi per la trasformazione dell’amaranto

¾ Supporto nella realizzazione di piani di promozione e comunicazione per diffondere la conoscenza dell’amaranto e le coltivazioni di Tarija

Volontario n.2

¾ Accompagnamento nella Realizzazione di 18 eventi formativi, 9 nella zona urbana e 9 nell’area rurale sul tema della gestione pubblica e del bilancio partecipativo

¾ Supporto nella Realizzazione di 4 attività formative in area rurale per identificare le necessità della comunità in tema di sovranità alimentare e tutela del patrimonio alimentare locale

¾ Supporto nella Realizzazione di 11 sessioni di assistenza tecnica a 4 unità produttive di donne in comunità rurali

¾ Supporto nella realizzazione di 4 attività informative in area rurale per informare su corretta alimentazione e lotta alla malnutrizione infantile

¾ Affiancamento nella realizzazione di 40 interventi in radio sul tema della corretta alimentazione e della riscoperta delle colture tradizionali e autoctone nella dieta locale e sull’importanza dell’agricoltura famigliare nel bilancio delle comunità.

¾ Supporto per la realizzazione di 1 Incontro con la municipalità di Tarija per elaborare l’istanza della sovranità alimentare e dell’accesso a cibo sufficiente e di qualità come diritto delle Comunità

¾ Affiancamento nella gestione di un ambiente municipale destinato all’esposizione delle colture tradizionali riscoperte e della loro importanza nella storia locale.

¾ Supporto nella realizzazione di attività di monitoraggio valutazione.

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

TARIJA (ASPEm 117965) Volontario 1 e 2

¾ Formazione: preferibile formazione in ambito ambientale e/o agronomico e/o educativo

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola parlata e scritta

¾ Preferibile pregressa esperienza di studio sulla tematica della sicurezza alimentare

¾ Preferibile esperienza di studio nell’ambito delle strutture cooperative o della partecipazione comunitaria

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

¾ Preferibile esperienza nell’elaborazione di materiale per la realizzazione di laboratori formativi indirizzati a giovani e adulti.

(17)

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

ASPEm Cantù (CO) Via Dalmazia, 2 -

22063 031-711394 www.aspem.org

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a aspem@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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