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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Uganda 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Uganda 2016 SCHEDA UGANDA – COOPERAZIONE E SVILUPPO

Volontari richiesti : N 6

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: MOROTO INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

UGANDA

La Repubblica dell'Uganda è una nazione dell'Africa centro-orientale indipendente dal 1962. La sua storia è una delle più travagliate del continente. La politica di divisioni tribali adottata durante il protettorato della Gran Bretagna ha lasciato il segno nel Paese, dando il via ad una lunga serie di colpi di stato e repressioni interne che hanno provocato centinaia di migliaia di morti. Tra il 1997 e il 2002 l’Uganda è stata anche impegnata nella guerra congolese, il conflitto più sanguinoso dalla seconda guerra mondiale. Le truppe ugandesi hanno occupato per diversi anni l’estremità nord-orientale della Repubblica Democratica del Congo e si sono ritirate solo nel 2002, in seguito alla firma degli accordi di pace. L’Onu ha però più volte accusato il Governo di Kampala di condizionare il processo di transizione in Congo e di sfruttare indebitamente i traffici di minerali preziosi presenti nel paese. Attualmente il Presidente è Yoweri, rieletto per la quarta volta nel 2011, nonostante l’opposizione abbia sollevato numerose proteste a causa di presunte irregolarità nel voto. Per lungo tempo sostenuto dagli Usa, dopo aver rinnegato l’ideologia marxista, Museveni oggi vive una stagione difficile, a causa della fine della guerra sudanese (in cui il Governo ugandese sosteneva i ribelli del sud) che ha privato l’Uganda della funzione stabilizzatrice nella regione. Ad ogni modo, il paese negli scorsi decenni ha vissuto una fase di stabilità politica e di conseguente crescita economica (tra il 1992 e il 2011 il PIL è aumentato in media del 7,1% ogni anno), sostenuta in particolare dal settore secondario e dal terziario e dall’aumento delle esportazioni e degli investimenti. Il reddito pro-capite delle famiglie è però ancora molto basso, infatti il 24,5% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il Paese non occupa una posizione onorevole nell’indice di sviluppo umano. Di fatti, si posiziona al 164° posto nella classifica UNDP 2014 con un indice di sviluppo umano pari a 0,484 e una speranza di vita alla nascita di soli 59,2 anni.

La situazione ambientale è inevitabilmente condizionata dalla presenza di uno dei più vasti bacini idrici del continente, costituito dai Laghi Vittoria e Albert collegati tra di loro dal fiume Nilo. L’abbondanza d’acqua fa sì che il Paese sia uno dei più fertili dell’Africa e che fornisca una costante eccedenza di derrate alimentari. I programmi di tutela ambientale messi in atto dai diversi governi già a partire dal 1952 hanno però subito una

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battuta d’arresto nel corso degli anni, a causa dei conflitti degli anni settanta e ottanta, con ripercussioni sulla capacità produttiva del Paese. Secondo i ricercatori le zone umide sarebbero ora a rischio di sovra sfruttamento, infatti, si registrano dei flussi della popolazione verso quelle aree: agricoltura, caccia e pesca intensive potrebbero mettere a rischio le zone umide dell’Uganda. Nel 2009 è stato stimato che circa un terzo delle zone umide dell’Uganda sono andate perdute a causa delle colture e dei pascoli. Inoltre, l’Uganda sta perdendo le proprie foreste (cedute a investitori e imprese private): secondo fonti governative, dal 2009 la copertura forestale è scesa del 18%, dopo un precedente taglio del 24% dal 1990.

Dal punto di vista sanitario l’Uganda rappresenta un raro caso di successo nella lotta al virus dell'HIV, grazie all’educazione sessuale, alla promozione dell'uso del preservativo e alla morigeratezza nei costumi sessuali.

Il virus oggi colpisce il 7,2%, ma il Paese sta tuttora scontando le conseguenze dell’epidemia degli anni ’90.

Tra queste salta subito agli occhi il milione di orfani causato dall’AIDS. Purtroppo l’emergenza sanitaria è tuttora grave: soprattutto nei distretti settentrionali, le condizioni sanitarie risentono ancora dei passati conflitti regionali e malaria, infezioni respiratorie e diarrea permangono la principale causa di morte per i bambini con meno di 5 anni (Dati Unicef 2010). Annualmente si registrano in media 10milioni e 338mila casi di malaria (per una superficie totale di soli 2,729 km). L’accesso all’acqua potabile è permesso al 75% della popolazione, mentre l’accesso ai servizi sanitari solo al 34%. Infine, solo il 1,9% del PIL è impiegato per le spese sanitarie.

Anche la politica di scolarizzazione universale sta portando buoni risultati. Dal punto di vista dell'istruzione media, qualche passo avanti è stato fatto: nel 1999 si è arrivati a 6 milioni di bambini iscritti alla scuola primaria, rispetto ai soli 2 milioni che furono registrati nel 1986. Un'impennata arrivò infatti nel 1997 quando la scuola pubblica fu messa a disposizione gratuitamente per quattro figli a famiglia. La qualità degli insegnanti (spesso accusati di pedofilia e abusi sessuali ai danni degli alunni) è molto bassa. Attualmente il 73,2% della popolazione risulta alfabetizzata. La spesa per l’istruzione interessa il 3,3% del PIL. Tuttavia, l’accesso all’istruzione è ostacolato da una serie di fenomeni che mettono in pericolo i giovani. Infatti, secondo i dati dello Human Rights Watch, dal 1987 circa 80mila ugandesi sono stati rapiti ed inseriti nelle file dell’LRA. Almeno 38mila di loro erano adolescenti, se non addirittura bambini. Oggi le conseguenze sono molto gravi in termini di sviluppo umano e reinserimento sociale.

I bambini rimangono una categoria a rischio: il 14,1% è sottopeso e il tasso di mortalità infantile è altissimo:

oltre 59 morti ogni 1000 nascite (con un tasso di fertilità di 5.89 figli ogni donna). Inoltre, il 25% dei bambini lavora. In Uganda si stima la presenza di 2,4 milioni di orfani a causa del precedente periodo di instabilità interna e all’epidemia di HIV/AIDS. Spesso i bambini orfani o provenienti da famiglie numerose ed estremamente povere vengono presi in carico da parenti o coppie facoltose senza nemmeno notificarlo alla polizia e ai servizi sociali. Spesso i minori sono utilizzati come mano d’opera gratuita per i lavori domestici, ricevono un’educazione inadeguata e, nel peggior dei casi, nessuna educazione. Il secondo fenomeno che intacca i diritti dei minori e il dovere del governo di proteggerli riguarda i bambini di strada. Circa 1.000 minori Karamojon (un popolo del nord-est dell’Uganda) sarebbero vittima di un racket organizzato che promette a loro e ai loro parenti fittizie borse di studio o lavori per poi obbligarli a chiedere l’elemosina lungo le strade di Kampala, spacciare droga o prostituirsi. L’età delle vittime è impressionante: dai 2 ai 10 anni. Una vera e propria tratta di schiavi.

Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner:

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

COOPERAZIONE E SVILUPPO

Cooperazione e Sviluppo, ong fondata nel 1982 a Piacenza in seno all’associazione Africa Mission nata 10 anni prima dalla volontà di Don Vittorio Pastori e dell’allora vescovo di Piacenza Mons. Manfredini, opera in Uganda attraverso l’Organizzazione Non Governativa Co-operation and Development (C&D) registrata nel 1982.

In oltre 30 anni di attività in questo Paese, l’organizzazione ha continuato ad operare cercando di migliorare le condizioni di vita delle persone più svantaggiate. La maggior parte delle attività di C&D si svolge in Karamoja, una delle regioni più povere dell’intera Africa. Agli interventi in situazioni di emergenza – come le azioni coordinate nel 2003 nei Distretti Centro-Settentrionali di Lira, Gulu, Pader e Kitgum, devastati dalla guerriglia o le risposte alle emergenze alimentari dovute alla siccità – si affiancano numerosi progetti, condotti in ambiti diversi quali: ”acqua e igiene”, animazione socio-culturale e sostegno all’infanzia più

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vulnerabile, sostegno e sviluppo sanitario, sviluppo rurale-zootecnìa e di sostegno ai missionari e alle realtà locali che operano nel settore dello sviluppo sociale e assistenziale.

In Uganda C&D ha i propri uffici centrali a Kampala ed una sede operativa nella città di Moroto, in Karamoja, costituita da un’ampia struttura, che rappresenta un importante punto di riferimento per le comunità locali, le ONG ed i missionari che operano nella zona.

Il settore predominante nell’attività dell’organizzazione è quello riferito all’acqua con progetti che prevedono la perforazione di nuovi pozzi, la riabilitazione di quelli non più funzionanti con la partecipazione della comunità locale attraverso l’istituzione e la formazione di comitati di villaggio per la cura e manutenzione dei pozzi e la formazione di meccanici locali per le riparazioni dei pozzi non più funzionanti.

Fra il 1982 e il dicembre 2014 l’ONG ha finanziato e realizzato, 3 progetti co-finanziati MAE (Ministero degli Affari Esteri italiano) - anni 1984, 1989, 1999 - per la perforazione e riattivazione pozzi per acqua potabile, oltre alla perforazione di pozzi con fondi privati (1984 a 2011) e collaborazioni con Ambasciata Italiana (UTL), WFP (World Food Programme), Ambasciata Irlandese (da 1984 a 2006), Diocesi di Tombura-Yambio (Sud Sudan 2007-2010) e Unicef (dal dicembre 2011) e, grazie a proprie squadre locali di perforazione e di riabilitazione, ha perforato 999 nuovi pozzi e riattivati 1.584 non più funzionanti. Tra il 2008 e il 2010 ha ripristinato l’acquedotto di Moroto.

Dal 2009 C&D, attraverso la creazione di scuole agro-pastorali sul campo (APFS), e da novembre 2011 con la formazione di scuole agro-pastorali per bambini/ragazzi fra i 12 e i 18 anni, applica strategie di miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali e, offrendo approcci partecipativi per trasmettere nuove conoscenze e tecniche di coltivazione e gestione del bestiame, dà la possibilità di accedere a forme alternative di sostentamento nella regione.

Quello socio-educativo è un altro settore d’intervento in cui C&D è intervenuta in risposta ai bisogni dei più piccoli. Avviato nel 2004 il centro giovani “Don Vittorio” è diventato il punto di riferimento per i giovani di Moroto ed è frequentato abitualmente da circa 600 ragazzi e ragazze, di età compresa tra i 6 e i 24 anni mentre i beneficiari diretti del centro sono 2.600 giovani. Creato per sostenere e favorire la crescita, la socializzazione e la formazione delle giovani generazioni Karimojong e come soluzione preventiva concreta alle situazioni di conflitto, il Centro Giovani propone diverse attività che variano dalla proiezione di film alla pratica degli sport, dalla musica all’animazione teatrale. Dal 2007, in collaborazione con Unicef, si sono portati avanti progetti di protezione dell’infanzia più vulnerabile e di accoglienza e reinserimento dei bambini provenienti dalle periferie delle grandi città nelle comunità d’origine. Dal novembre 2012 è stata inaugurata, all’interno del centro giovanile, una ludoteca per i bimbi tra i 3 e i 5 anni, riconosciuta nel febbraio 2014 come scuola dell’infanzia che accoglie 210 bambini tra i 3 e i 5 anni.

Dall’ottobre 2013 è stato avviato, all’interno del Centro Giovanile, un centro di formazione professionale.

Dal 2008 a inizi 2013 e dal settembre 2015 si sono realizzati progetti di servizio civile internazionale per le attività relative al ripristino di pozzi non più funzionanti e la formazione di comitati di villaggio e di meccanici locali di pompa, e in supporto alle attività ricreative, sportive, musicali ed educative del centro giovanile di Moroto.

Partner

¾ Caritas delle Diocesi di Moroto e Kotido (SSD)

Le Caritas delle Diocesi di Moroto e Kotido, denominate in loco Social Services and Development (SSD).

Queste istituzioni, presenti attivamente in tutti i sette distretti del Karamoja (Moroto, Napak, Nakapiripirit, Amudat, Kotido, Kaabong ed Abim), implementano sin dal 1981 la loro mission di rafforzare le capacità di sussistenza delle popolazioni del Karamoja al fine di garantire uno sviluppo rurale equo e sostenibile, in particolare dei gruppi vulnerabili. Sin dal periodo di carestia del 1981, questi SSD hanno implementato notevoli progetti in vari ambiti quali: la promozione della produzione agricola e del bestiame, lo sviluppo e capacity building delle comunità rurali, la costruzione della pace e la risoluzione dei conflitti, la riabilitazione delle comunità sociali con focus sulle donne, la prevenzione all’HIV/AIDS e la gestione sostenibile delle risorse naturali. I catechisti e gli assistenti sociali delle Diocesi lavoreranno in stretta collaborazione con il personale di cooperazione e sviluppo per promuovere la partecipazione delle comunità nelle aree di intervento ed assicurare il senso di appartenenza verso le strutture realizzate attraverso mobilitazioni, percorsi di formazione e campagne di sensibilizzazione.

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¾ District Water Officers (DWO)

I District Water Officers (DWO) dei 7 distretti del Karamoja che rispondono al Ministero dell’Acqua e dell’Ambiente (Ministry of Water and Environment), direttorato dello sviluppo idrico. Il ministero si propone di promuovere e assicurare l’utilizzo razionale e sostenibile delle risorse idriche al fine di garantire lo sviluppo socio-economico del paese. Il ministero e i District Water Officers forniscono ad istituzioni governative, organizzazioni non governative e alle comunità rurali stesse un supporto concreto alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione delle strutture. Tra le responsabilità vi sono:

- creare, monitorare e mantenere standard accettabili per la qualità dell’acqua nelle aree rurali;

- promuovere la partecipazione delle comunità rurali e il senso di appartenenza attraverso mobilitazioni, formazioni, consulenze e disseminazione delle informazioni;

- stabilire meccanismi di coordinamento con le agenzie pertinenti, governative e non;

- stabilire e mantenere un sistema sostenibile per la manutenzione dei sistemi idrici e degli schemi igienico-sanitari nelle comunità rurali, promuovendo la partecipazione attiva e la responsabilizzazione delle comunità beneficiarie;

- fornire consulenza tecnica alle agenzie nei vari settori, governativi e non, per la fornitura di acqua e servizi igienici nelle zone rurali.

Il rapporto instaurato con siffatti organi governativi contribuirà alla realizzazione degli obiettivi del progetto, in particolare per l’identificazione dei pozzi da perforare e riabilitare e garantendo un supporto istituzionale alle associazioni di meccanici di pompa, essenziale per garantire uno sviluppo sostenibile dell’intervento.

¾ District Educational Officers (DEO)

I District Educational Officers (DEO) presenti in tutti i distretti del Karamoja si riferiscono al Ministero dell’Istruzione e dello Sport (Ministry of Education and Sport). Quest’ultimo ha come missione quella di

"prevedere, sostenere, guidare, coordinare, disciplinare e promuovere un'istruzione di qualità e lo sport a tutte le persone in Uganda per l'integrazione individuale e lo sviluppo nazionale". La sua visione è

"educazione di qualità e sport per tutti". Tra gli obiettivi che si prefigge si ha l’accesso universale ed equo all’istruzione a tutti i bambini attraverso la prima cura e lo sviluppo dell’infanzia per i bambini fino a 8 anni, l'istruzione primaria universale per bambini da 6 a 12 anni e l’educazione per i gruppi svantaggiati da 6 anni a 18 anni. Il DEO collabora principalmente con il Centro Giovanile Don Vittorio nella realizzazione del programma di proiezione di video a scopo educativo nelle scuole primarie del distretto e nei tornei sportivi, festival teatrali e musicali che vedono il coinvolgimento delle scuole. Inoltre il Centro per la Prima Infanzia (ludoteca) creato presso il Centro Giovanile Don Vittorio e inaugurato ufficialmente nel novembre 2012 ha ottenuto a livello nazionale la qualifica di struttura abilitata all’insegnamento per la prima infanzia ed è stato riconosciuto da UNICEF come il miglior centro attrezzato per i più piccoli per l’intera città di Moroto.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 6

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

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¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

¾ Redigere rapporti mensili sull’esperienza di servizio civile e, in particolare, sull’attività di progetto svolta

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Moroto

Rischi politici e di ordine pubblico:

A seguito degli attentati terroristici in Francia, Kuwait, Somalia e Tunisia del 27 giugno 2015, ed in considerazione della partecipazione delle forze armate ugandesi alla missione AMISOM in Somalia, le autorità di Kampala hanno ulteriormente innalzato il livello di allerta rafforzando le misure di protezione e

sicurezza, in particolare nei luoghi pubblici.

L' Ambasciata statunitense in Uganda ha emesso uno specifico stato di allerta per i propri connazionali su possibili minacce terroristiche contro occidentali nella capitale Kampala (dove ha già avuto luogo un attentato nel luglio 2010 che ha causato decine di vittime).

Sono sconsigliati viaggi nella regione della “Karamoja”, dove è comunque rafforzata la presenza dell’esercito e della Polizia impegnati nel disarmo dei pastori-guerrieri responsabili di furti di bestiame e, talvolta, di agguati. In questa regione si verificano inoltre episodi di attacchi ad autovetture. Medesima cautela si consiglia nelle aree confinanti con la Repubblica Democratica del Congo, ove permangono milizie guerrigliere che potrebbero sconfinare oppure causare flussi di rifugiati, in caso di combattimenti oltre- confine. Analogo problema può presentarsi nelle zone prossime al confine con il Sud Sudan, interessato dal dicembre 2013 da fenomeni conflittuali. Particolarmente sconsigliati i viaggi nell’area del Ruenzori compresa fra Bundibugyo e Kasese. La milizia del “Lord Resistance Army” non è più presente in territorio ugandese da ormai cinque anni. Ciò premesso, chi intenda recarsi in Nord Uganda è invitato ad adottare comunque particolare prudenza. Si registrano in generale casi di microcriminalità ed improvvisi disordini (manifestazioni, ecc.) Si raccomanda cautela in caso di viaggi in macchina: le strade sono spesso accidentate e gli incidenti frequenti.

Rischi sanitari:

Le malattie endemiche più diffuse sono: la malaria (anche cloro/chino-resistente), la TBC, l’AIDS, la bilarzia, la meningite, le epatiti e il colera. In particolare, nel periodo delle piogge, aumenta il rischio di diffusione del colera. Periodicamente si verificano nel Paese epidemie di “Ebola” e di “Marburg”. Nell’ottobre 2014 si è verificato un caso accertato di Febbre di Marburg a Kampala; dopo che per 42 giorni non si sono registrati nuovi casi di contagio, il Ministero della Sanità locale, con un comunicato ufficiale emesso in data 11 novembre, ha dichiarato formalmente chiusa l’emergenza Febbre di Marburg nel Paese. Non sono attualmente in corso in Uganda epidemie di febbri emorragiche, nè Ebola o Marburg. E’ emersa ad agosto 2013 nel nord (Kalongo) la presenza della febbre Congo-Crimea, ma limitata a tre casi e senza decessi.

Si segnala la ricorrenza nella regione del Karamoja di epidemie di Epatite di ceppo E. Si segnala altresì la recente epidemia di Febbre Tifoide verificatasi a Kampala, in aree urbane con carente approvvigionamento di acqua potabile, e si raccomanda caldamente ai visitatori la vaccinazione contro il Tifo.

Altri Rischi:

Si raccomanda cautela in caso di viaggi in macchina: le strade sono spesso accidentate e gli incidenti frequenti. Non e’ consigliabile aggirarsi con il buio a piedi a Kampala come altrove, mentre il ricorso ai moto- taxi (boda-boda) è soggetto ad alto rischio d’incidenti, aggravati dallo scarso uso di caschi protettivi.

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ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

ATTI TERRORISTICI

¾ Si raccomanda pertanto ai volontari, di esercitare massima cautela, di evitare gli spostamenti non necessari, di prestare una costante attenzione allo sviluppo della situazione e di consultare il vademecum di sicurezza disponibile sul Sito Internet dell’Ambasciata.

¾ Sarà comunicato alle Rappresentanze Diplomatiche d’Italia nel Paese d’invio dei volontari, la loro residenza abituale e il tipo di progetto in cui saranno impegnati;

¾ Verranno informate le Autorità Nazionali Italiane (inserendo i nomi dei volontari in servizio civile sul sito www.dovesiamonelmondo.it) per permettere loro di pianificare interventi di assistenza;

¾ Verranno contattate le Autorità Consolari Italiane in loco o l’Unità di Crisi presso la Farnesina per fornire ed ottenere aggiornamenti adeguati e puntuali rispetto alla situazione dei volontari eventualmente interessati dagli atti.

¾ La sede di Cooperazione e Sviluppo di Kampala è stata designata dall’Ambasciata

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Italiana in Uganda come centro di raccolta per l’evacuazione dei cittadini italiani in caso d’emergenza.

¾ L’Ambasciata Italiana, inoltre, ha dotato le ong locali di una ricetrasmittente per mantenere contatti costanti e aggiornamenti puntuali sulla situazione in loco.

¾ Si raccomanda prudenza, evitando luoghi di manifestazioni ed assembramenti ed assicurandosi sempre delle disposizioni di sicurezza in locali pubblici.

MICROCRIMINALITÀ

Cooperazione e Sviluppo condivide con i volontari un vademecum in cui sono identificati i comportamenti da seguire a garanzia della loro sicurezza e le persone da contattare in caso di necessità – è altresì sempre presente, presso le sedi di Cooperazione e Sviluppo di Kampala e Moroto, personale italiano impiegato nei progetti di Cooperazione e Sviluppo a cui far riferimento.

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche ecc) o grossi quantitativi di denaro;

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

¾ È consigliato ai volontari il mantenimento di un’elevata soglia di attenzione e l’adozione di misure di cautela, mantenendo comportamenti consoni alla sensibilità del luogo.

¾ Si consiglia inoltre di non allontanarsi dalle via principali, prestando attenzione negli spostamenti a piedi (sconsigliato l’uso di borse/borselli) ed evitando trasferimenti sia in auto che a piedi nelle ore notturne

¾ Prima di ogni viaggio da e per il Karamoja, è obbligatorio concordare preventivamente il trasferimento con il responsabile di sede e consultare il personale in loco per informazioni sulle condizioni delle strade – soprattutto durante la stagione delle piogge.

Il mezzo utilizzato per i trasferimenti (pick-up o pulmino di proprietà di Cooperazione e Sviluppo) è soggetto a manutenzione periodica e costante da parte dei meccanici di Cooperazione e Sviluppo ed è equipaggiato con una cassetta di pronto soccorso per ogni evenienza. E’ buona regola utilizzare sempre un autista locale e non viaggiare mai da soli. Il percorso dalla capitale alla sede di Moroto ha copertura telefonica totale.

¾ In ogni caso ogni spostamento al di fuori della sede di progetto va preventivamente concordato col responsabile di sede e il proprio OLP. Cooperazione e Sviluppo ricorda di osservare il divieto di fotografare le installazioni militari e le sedi della Polizia.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E

VACCINAZIONI

¾ Si precisa che, prima della partenza, verranno eseguite le necessarie vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS. Inoltre, all’arrivo nel Paese, vengono fornite tutte le indicazioni necessarie sulle norme igienico sanitarie da seguire.

¾ Si raccomanderà inoltre di bere acqua e bibite in bottiglia, senza l’aggiunta di ghiaccio, evitare cibi crudi, lavare le verdure con prodotti quali amuchina e steridrolo;

¾ Evitare di bagnarsi nel lago Victoria, soprattutto sotto-riva, a causa della bilarzia.

¾ Per quanto riguarda la malaria si consiglia di utilizzare repellenti e di abbigliarsi in modo adeguato (maniche lunghe, pantaloni lunghi, scarpe chiuse) soprattutto nelle ore più a rischio (sera) e durante il periodo delle piogge. Le camere dei volontari in servizio civile sono dotate di zanzariere alle finestre e sopra i letti.

¾ Per quanto riguarda l’epatite E l’infezione si trasmette attraverso il consumo di acqua e alimenti contaminati da feci di persone o animali infette. I casi di epatite E sono tendenzialmente autolimitanti, cioè si esauriscono da sé, e il ricovero ospedaliero non è generalmente richiesto; non esiste una terapia specifica e realmente efficace, motivo per cui la prevenzione rimane l’intervento più importante. La prevenzione individuale dell’epatite E prevede il rispetto di comuni norme di igiene personale, come l’accurato e frequente lavaggio delle mani, in particolar modo dopo essere stati in bagno e prima

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di manipolare gli alimenti. Inoltre, oggetti come spazzolini, posate, bicchieri e asciugamani dovrebbero essere di utilizzo strettamente personale.

¾ La malattia da virus di Marburg e quella da virus Ebola sono malattie virali gravi, spesso fatali per l’uomo. La prevenzione avviene attraverso l’adozione di pratiche igieniche stringenti (come lavarsi frequentemente e in modo accurato le mani) evitando il contatto con pipistrelli e scimmie.

¾ Non consumare cibo non cotto e/o cotto in strada, non bere acqua non depurata, evitare di bagnarsi nel lago Victoria, soprattutto sottoriva, a causa della bilarzia

Cooperazione e Sviluppo, prima della partenza e all’arrivo in Uganda, fornisce informazioni necessarie sulle norme igienico-sanitarie minime da seguire (non consumare cibo non cotto e/o cotto in strada, non bere acqua non depurata, evitare di bagnarsi nel lago Victoria, soprattutto sottoriva, a causa della bilarzia). In ogni caso ai volontari si consiglia di comunicare immediatamente la propria situazione di salute al verificarsi di sintomi atipici al responsabile sede o al proprio OLP (in particolare se si tratta di stati di malessere perduranti) che chiamerà il medico di riferimento della struttura sanitaria più vicina (i numeri e i riferimenti di emergenza medica sono a disposizione presso le sedi di Cooperazione e Sviluppo): verrà richiesta subito una visita medica e verrà effettuato obbligatoriamente il test per la malaria

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA:

Presso le sedi di Cooperazione e Sviluppo sono sempre presenti armadietti di medicinali per ogni evenienza, in particolare antimalarici e antipiretici. Se la situazione lo richiede, ricovero presso le strutture ospedaliere di riferimento e, in casi estremi, rimpatrio in Italia. Sebbene la città di Moroto veda al suo interno la presenza di un ospedale, l’assistenza sanitaria in loco viene garantita dai Dispensari Diocesani di Loputuk (a 10 km dalla sede dell’organizzazione e 15 minuti di percorrenza a mezzo pick-up) e Rupa (15 km dalla sede e 20-25 minuti di percorrenza) e dall’ospedale funzionante più vicino nella cittadina di Matany, il “San Kizito Hospital”, a 40 km dalla sede dell’Ong. Il tempo medio per raggiungere l’ospedale è di circa 45 minuti nella stagione secca e 1h15min in quella delle piogge. Nella città di Moroto sono inoltre presenti stabilmente medici espatriati di Ong internazionali: Cuamm, medici OMS, Medici Senza Frontiere. Se la situazione richiede il ricovero presso la struttura ospedaliera di Matany sono a disposizione della sede n. 1 Toyota Hard Top con un autista

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

¾ Il disagio di ritrovarsi a vivere presso le strutture dell’ONG in una situazione di vita comunitaria (condivisione stanza da letto, sale comuni, ….).

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DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

Moroto (COOPERAZIONE E SVILUPPO)

La regione del Karamoja si estende su una vasta area nella parte nord-orientale dell’Uganda per una superficie complessiva pari a circa 24 mila kmq (circa il 10% del Paese) ed è suddivisa amministrativamente in sette distretti: Abim, Amudat, Kaabong, Kotido, Moroto, Napak e Nakapiripirit. La popolazione stimata della regione è intorno a 1.147.800 (dati UN-OCHA 2010 – dati OCHA 2011 indicano circa 1.200.000 persone) con una densità demografica tra le più basse dell'Uganda.

Gli abitanti del Karamoja appartengono a tre tribù: i Karimojong (Bokora, Pian, Jie, Dodoth, Teuso, Nyangia, Mening, Labwor, Nyakway) i principali abitanti delle catene montuose, i Pokot e i Tepeth che vivono nelle montagne di Moroto e Napak. Sono principalmente allevatori semi-nomadi (si stimano 1.100.000 capi di bovini e 2,07 milioni di ovini - dati UN-OCHA OPM 2008), e sono tradizionalmente strutturati in un vecchio saldo sistema di potere democratico, a differenza della maggior parte della popolazione ugandese, fondamentalmente costituita da agricoltori stanziali. Il nomadismo dei Karimojong consiste nella migrazione dei clan ogni 2-3 anni alla ricerca di nuovi pascoli; vi è anche un nomadismo stagionale, alla ricerca d’acqua, con migrazione degli uomini con gli animali verso i kraal (rifugi – alloggi temporanei per il bestiame) in montagna, durante la stagione secca. Viene inoltre praticata un'agricoltura di sussistenza, basata soprattutto sulla coltivazione di sorgo e fagioli dall’occhio.

L'intera area è teatro di continui attriti tra le varie etnie, per il controllo delle aree di pascolo ed il possesso delle vacche. Negli ultimi decenni le lance sono state sostituite da fucili automatici con conseguente notevole aumento di morti e di feriti da arma da fuoco. Dal 2006 è in corso nella regione un processo di disarmo volontario dei guerrieri Karimojong, concordato fra le autorità locali e l’UPDF (esercito). Questo processo, in realtà, è stato volontario e pacifico solo all’inizio; ben presto si sono registrati episodi di violenza ed abusi dei diritti umani. L’introduzione delle armi ha determinato inoltre spostamenti di popolazione rilevanti, che rendono ancor più precaria la sopravvivenza dei Karimojong, già resa difficile a causa delle ricorrenti siccità e dalla cronica carenza di cibo.

La regione del Karamoja vanta il triste primato dei più alti livelli di povertà dell’intera Uganda.

Approssimativamente (dati OCHA 2011) più dell’80% della popolazione della regione vive al di sotto della soglia di povertà (con meno di un dollaro al giorno) rispetto ad una media nazionale del 31%. L’aspettativa di vita media della regione è di 47,7 anni contro una media nazionale di 50,4, tenuto conto che l’accesso ai servizi sanitari in Karamoja è solo del 9% rispetto al 62% di media nazionale (MoH 2007 – OCHA/OPM 2009).

Il distretto di Moroto, nella regione del Karamoja, e’ situato nella sezione nord-orientale dell’Uganda. Confina a sud con i distretti di Nakapiripirit e Amudat, a ovest con quello di Napak, a nord con i distretti di Kotido e Kaabong e ad est con il Kenia. Il distretto si compone di 6 sottocontee, copre un’area di 3.538 kmq e conta una popolazione di circa 143.800 persone (dati UBOS 2014). Il distretto, per buona parte collocato nella fascia semi arida della regione, e’ costantemente colpito da periodi prolungati di siccità che di sovente causano carestia, fame e conseguentemente lunghe migrazioni in cerca di cibo e di aree per il pascolo.

Da un’indagine sulla sicurezza alimentare condotta nel maggio 2013 per le Nazioni Unite – WFP (World Food Programme - Programma Alimentare Mondiale) emerge che il tasso medio di Malnutrizione Acuta Globale (Global Acute Malnutrition GAM)1 del distretto di Moroto è salito al 20% rispetto al 11,7% del       

1 Il livello di malnutrizione è misurato attraverso un indicatore che tiene conto dell’altezza e del peso degli individui. La deviazione, in negativo, dei risultati ottenuti rispetto a valori considerati regolari rappresenta il valore percentuale della Malnutrizione Globale Acuta e della Malnutrizione Acuta Grave.

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dicembre 2012, con un’incidenza di molto superiore ai parametri di tollerabilità fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (<10%). Inoltre, l’incidenza di Malnutrizione Acuta Grave (Severe Acute Malnutrition SAM) si attesta al 2% per il distretto di Moroto. Nel maggio 2014 la situazione sulla sicurezza alimentare è peggiorata rispetto al 2013 su tutti gli indicatori (combinazione di ridotto accesso al cibo e insufficiente produzione). L’indice di sviluppo umano è il più basso dell’intero Paese.

Una mappatura condotta nell’agosto 2014 da parte del governo ugandese in collaborazione con UNDP sui rischi di catastrofe, l’analisi degli stessi e le vulnerabilità nel distretto di Moroto ha evidenziato come la siccità, il degrado ambientale e le malattie diffuse anche dallo scarso accesso all’acqua potabile sono i pericoli ad alto rischio (in base alla probabilità di accadimento e all’impatto sulle comunità locali).

Nel territorio di Moroto si interviene nei settori “Ambiente e foreste” e “Tutela infanzia e adolescenza”

1. AMBIENTE E FORESTE

Il clima nella regione di Karamoja è semi-arido, caratterizzato da un’unica stagione piovosa e da una lunga stagione arida. I fiumi sono stagionali, pochi permanenti, e seguono l’andamento delle precipitazioni, che si concentrano in pochi mesi dell’anno. In Karamoja si registrano dai 400 ai 600 mm circa di pioggia all’anno (rapporto 2011 sul rendimento del settore acqua e sanità). La carenza di acqua permanente di superficie è dovuta innanzitutto alla combinazione tra irregolarità delle piogge ed elevata evaporazione con temperature che possono toccare oltre i 35 °C.

La regione fa affidamento alla perforazione di pozzi profondi per garantire l’acqua durante la stagione secca.

Il rapporto 2011 sui rendimenti del settore acqua e ambiente, redatto dal Ministero Ugandese dell’Acqua e dell’Ambiente, registra come critica la situazione del distretto di Moroto con una percentuale di rendimento pari al 20% - tale valore è stato calcolato tenendo conto, tra le altre variabili, dell’accesso a fonti d’acqua e a servizi igienici – che colloca il distretto agli ultimi posti della classifica. Il rapporto ministeriale sui rendimenti del settore acqua e ambiente dell’anno 2014 evidenzia come solo il 40% della popolazione del distretto di Moroto che vive nelle zone rurali ha accesso all’acqua; l’81% dei punti d’acqua sono funzionanti e solo il 51% delle fonti hanno un comitato di gestione dell’acqua attivo.

La Commissione mondiale per l’acqua indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali – pari alla quantità d’acqua utilizzata per una doccia per un cittadino europeo – ma in Karamoja la maggior parte della popolazione ha a disposizione, in media, solamente 6-10 litri di acqua al giorno, spesso con fonti d’acqua che distano in media 3 km dai villaggi. Nella regione la percentuale di accesso all’acqua entro i 2 km è del 24% (rapporto OCHA 2011) mentre per il distretto di Moroto tale percentuale scende al 16,1% e si dimezza al 8,9%

se si considera l’accesso a fonti d’acqua all’interno di un km.

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Più del 90% della popolazione del distretto non utilizza i servizi igienici (o per mancanza d’accesso, alcuni non ne conoscono l’esistenza), e il 9% li utilizza raramente: questo ha ripercussioni sulle fonti d’acqua potabile, soprattutto per quanto riguarda le acqua in superficie, le fonti e i pozzi scavati.

Anche il bestiame dipende dai pozzi, dall’acqua piovana o dai letti di fiume: basti pensare che nella regione vi sono oltre 1.100.000 di bovini che necessitano di 20 litri di acqua al giorno e due milioni tra capre e pecore che ne richiedono 5 (dati UN-OCHA OPM 2008), ma la quantità di fonti accessibili è insufficiente. Ciò spinge i pastori a portare il bestiame ad abbeverarsi ai pozzi, con gravi rischi per la salute degli uomini. In oltre trent’anni di attività nella regione Cooperazione e Sviluppo è divenuta punto di riferimento per la popolazione e le autorità locali, ai diversi livelli, per l’attività di perforazione e riabilitazione pozzi (con squadre di tecnici locali) e formazione di tecnici per le riparazioni delle fonti e dei comitati locali per la cura dei pozzi.

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Attualmente sono in corso un programma governativo nel settore “Acqua e sanità” per sviluppare e sostenere la fornitura d’acqua per l’uomo e il bestiame, un programma di sostegno al settore rurale (RSSP - Rural Sector Support Programme) per incrementare l’accesso ai servizi di base e il programma di sviluppo agropastorale del Karamoja (KADP - Karamoja Agro-pastoral Development Programme) che, tra gli altri ambiti, sostiene la riabilitazione di pozzi, la costruzione di abbeveratoi per il bestiame la formazione di comitati di villaggio e di tecnici delle pompe.

• Enti presenti sul territorio e attivi nell’ambito sono la Caritas locale delle Diocesi di Moroto e Kotido, partner del progetto e, come soggetti prevalentemente finanziatori, UNICEF che sostiene la perforazione di pozzi, la costituzione di comitati di villaggio per la tutela dei pozzi e la costruzione di latrine, FAO con il supporto all’agricoltura e all’acqua per il bestiame e WFP con il sostegno alle famiglie attraverso attività legate alla coltivazione di orti. E’ presente anche la Cooperazione Tedesca (GIZ) per quanto riguarda la formazione agricola nell’ambito degli ortaggi.

• Come ong, ZOA (organizzazione olandese) che si occupa della formazione agricola e dell’acqua per orti e bestiame attraverso la riabilitazione di pozzi e la costruzione di nuovi abbeveratoi e WHH, ong tedesca, attiva nel settore acqua per l’agricoltura e il bestiame. E’ presente anche VSF Belgio (Veterinari senza frontiere Belgio) .

• E’ stato istituito nel 2014 il Karamoja Umbrella Water and Sanitation, rete di enti no profit con lo scopo di fornire servizi agli iscritti abbattendo i costi. E’ l’ultima rete che si aggiunge alle 5 già esistenti, coprendo territorialmente l’intero Paese e sarà operativa a fine 2015.

Nei settori Ambiente e foreste si interviene nel territorio di Moroto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti sono:

¾ le 24.000 persone che risiedono nei villaggi target del distretto di Moroto (600 abitanti a pozzo perforato/riabilitato; prevista la perforazione di almeno 15 nuovi pozzi e la riabilitazione di 25 non più funzionanti)

¾ 360 membri di 40 Comitati di Gestione dei pozzi (1 Comitato costituito da 9 persone per ogni pozzo perforato/riabilitato)

¾ 20 tecnici abilitati alla manutenzione dei punti d’acqua

¾ 4.000 persone sensibilizzate sulle pratiche igienico-sanitarie

¾ 400 giovani più vulnerabili formati nelle tecniche di produzione agricola.

Beneficiari sono:

¾ circa 100.000 persone che risiedono nei territori confinanti ai villaggi target.

2. TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA

La regione del Karamoja è caratterizzata da una combinazione di acuta povertà, vulnerabilità ai cicli di siccità, scarse infrastrutture e servizi sociali di base, marginalizzazione sociale e culturale e insicurezza cronica.

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La regione vive inoltre una situazione cronica di denutrizione che, combinata con indicatori di salute precaria e un carico persistente di malattie, esacerba la vulnerabilità dell’infanzia.

Lo scarso accesso e l’esiguo utilizzo delle strutture sanitarie e nutrizionali, di servizi educativi e l’assenza di centri d’aggregazione unitamente a fattori culturali, insicurezza e stili di vita seminomadi pongono la regione dietro il resto del paese per il perseguimento degli obiettivi del millennio occupando la terza peggiore posizione nella classifica degli indici di sviluppo umano. La militarizzazione massiccia della regione ha creato una situazione in cui il non rispetto delle leggi, la depravazione e l’accesso alle armi sono all’ordine del giorno e tutto questo ha ricadute pesantissime sulla vita dei bambini.

Nonostante la presenza di istruzione universale primaria (UPE) e secondaria (USE), l’alfabetizzazione degli adulti (Functional Adult Literacy - FAL) il Karamoja continua a registrare i livelli più bassi di alfabetizzazione al 13%. Lo scenario di cui sopra è aggravato da una complessità di fattori che includono il tradizionale stile di vita agro – pastorale che richiede del lavoro di ragazzi e ragazze come pastori; alti livelli di povertà e percezioni negative all'istruzione da parte dei genitori. Inoltre, vi è un alto tasso di fallimento nelle scuole esistenti a causa della scarsa qualità dell'istruzione e questo fenomeno scoraggia i pochi genitori che tentano di mandare i figli a scuola.

Oltre ad alti tassi di lavoro minorile, nella regione del Karamoja il 27% dei bambini vertono in condizioni di lavoro estremamente pericolose (ILO 2013). Il governo ugandese ha promosso gli investimenti privati nel settore minerario nella regione e la maggior parte dei minatori non sono a conoscenza dei requisiti di legge e delle disposizioni per le licenze in grado di proteggere i bambini da condizioni di lavoro pericolose (ECO 2011).

Dal 2007 si è verificata la necessità di dar risposte al fenomeno migratorio interno che ha condotto, soprattutto i minori caldeggiati prevalentemente dalle famiglie, a lasciare il distretto per recarsi nella capitale o in grandi centri urbani a mendicare. I bambini non accompagnati sono esposti a grossi rischi, quali lavoro minorile e sfruttamento, abusi sessuali, traffico d’organi. Non esistono stime di quanti hanno lasciato le comunità d’origine, ma dal 2007 al 2014 sono 1.895 i Karimojong reintegrati di cui 1.531 sono minori.

Il Distretto di Moroto in particolare conta una popolazione di 143.800 persone (dati UBOS 2014), di cui l’80% costituita da giovani e di questi il 50% sono al di sotto dei 16 anni.

La percentuale di alfabetizzazione è bassissima (13%), sono solo il 28% i bambini iscritti a scuola (19.353 alunni nel 2007), percentuale che diminuisce vertiginosamente se si considerano solo le bambine (infatti le famiglie povere Karimojong preferiscono mandare le ragazze a lavorare fuori dalla regione verso le città di Kampala, Jinja e Iganga piuttosto che a scuola) e più dell’80% di questi abbandona la scuola prima di completare il ciclo di studi primario (dati distretto Moroto).

Gli standard nazionali riferiti all’istruzione primaria prevedono la presenza di almeno 1 scuola primaria per Parish,(unità territoriale) con una distanza massima per raggiungere la struttura scolastica di 2,5 km e un rapporto massimo insegnate/studente di 1 a 55.

Secondo gli standard nazionali la copertura ai servizi educativi è, per la regione del Karamoja, pari al 16,6%

come accesso alle scuole con una distanza compresa negli standard nazionali (meno di 2,5 km), la percentuale per il distretto di Moroto scende al 13,73% con una presenza di 38 centri educativi di cui 30 scuole primarie. Ben 3 Parish (distretti territoriali), sulle 19 totali che compongono il distretto, non hanno servizi scolastici funzionanti.

Si riscontra che quasi la metà della popolazione è costituita da bambini che versano in gravi condizioni di disagio, come mostra la tabella che segue:

Categorie di bambini più vulnerabili del distretto di Moroto

Orfani 0-17

Bambini con disabilità

5-17

Lavoro minorile

5- 17

Bambini capifamiglia

10 - 17

Ragazze madri 12-17

Bambini inattivi

6-17

Totale

11.318 641 19.136 279 1.740 28.892 58.351

Fonte: Piano strategico per i bambini più vulnerabili di Moroto 2007-2012

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dove i minori sono i più colpiti. Dati OCHA 2011 registrano una mortalità infantile al di sotto dei 5 anni pari a 174 morti su 1.000 nati rispetto ai 134 del resto del Paese e la mortalità alla nascita registra 105 decessi su 1.000 nascite rispetto ai 76 della media nazionale. Almeno 1 bambino su 10 è in stato di acuta malnutrizione.

In tutto il distretto non esistono strutture di aggregazione giovanile, ad esclusione del centro giovani “Don Vittorio” nella città di Moroto.

In particolare riguardo al contesto giovanile un’indagine condotta dall’associazione nel 2004 ha riscontrato alcune problematiche rilevanti: a) alcolismo giovanile (ragazzi e ragazze spesso iniziano a bere birra locale sin dai 10-12 anni); b) convivenza interetnica difficile (frequenti i conflitti tra ragazzi Kaimojong appartenenti a gruppi/clan tra loro rivali); c) violenze domestiche; d) analfabetismo. Attualmente solo il 13% della popolazione è alfabetizzata e la maggior parte dei ragazzi adolescenti non ha la possibilità di ricevere un’istruzione dopo le scuole elementari (ci sono solo 3 scuole superiori in tutta la regione); e) utilizzo/facile accesso ad armi da fuoco; f) assenza di biblioteche ed altre risorse socio-culturali; g) assenze di strutture sportive adeguatamente attrezzate; h) sfruttamento e lavoro minorile.

Inoltre la ricerca “I bisogni, valori, idee dei giovani del Karamoja”, promossa nell’agosto 2005 dal Centro Giovani, analizzando un campione di 71 coppie di genitori/figli, 51 residenti a Moroto e 20 nei quartieri limitrofi, ha evidenziato come secondo i ragazzi, un aspetto non soddisfatto della loro vita riguarda la gestione del tempo libero, molto spesso determinato dallo svolgimento di compiti familiari.

Per porre rimedio e dare risposte concrete ai bisogni dei giovani di Moroto nel 2004 si è creato il centro giovani “Don Vittorio”.

Si è rilevato che, negli 11 anni in cui il Centro Giovanile è stato istituito e si è ampliato, sport e giochi, musica e spettacoli teatrali sono in grado di fornire una piattaforma neutrale e divertente per motivare i ragazzi a lavorare insieme per abbattere le barriere, costruire fiducia e rispetto reciproco. Queste attività forniscono inoltre un quadro per insegnare ai partecipanti la risoluzione dei conflitti in modo non violento. Attività di intrattenimento e di divertimento possono svolgere una funzione chiave nella costruzione di reti sociali, fornendo un'esperienza condivisa volta a contrastare gli stereotipi e tesa a costruire relazioni, con la risoluzione non violenta dei conflitti. Nell’anno 2014, 210 sono stati i bambini dai 3 ai 5 anni che hanno frequentato l’asilo, 1.200 i ragazzi che hanno partecipato ai laboratori, oltre 500 hanno preso parte alle attività sportive, 600 sono stati coinvolti nella proiezione di video educativi, 620 hanno ricevuto una formazione tecnica.

Dal 2008 a inizi 2013 e dal settembre 2015, anche grazie alla presenza dei ragazzi in servizio civile, si sono portati avanti progetti socio-educativi a sostegno dei bambini e dei giovani di Moroto che hanno garantito ai ragazzi servizi educativi, ludici, sportivi, ricreativi.

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO Relativamente all’istruzione, nel distretto è presente quella primaria universale (Universal Primary Education - UPE) con lo scopo di fornire educazione primaria ai bambini in età scolare e agli adulti non formati che aderiscono al programma, quella secondaria (Universal Secondary Education - USE), alfabetizzazione degli adulti (Functional Adult Literacy) per ridurre il numero degli analfabeti e il Ministero dell’Istruzione Ministry of Education – PMU che fornisce programmi alimentari per la scuola. Sempre nell’ambito dell’istruzione è presente “Save the Children – Uganda”, ong che promuove un programma di educazione non formale (ABEK, Alternative Basic Education) per fornire istruzione di base ai bambini del Karamoja e del distretto di Moroto.

A livello distrettuale, sono presenti CFPU (child family protection unit) - unità di protezione familiare della polizia locale che si occupa di violenza domestica e tutela minori, PSWO (Probation and social welfare officer) che opera nell’ambito della tutela dei minori e delle politiche sociali, Gender Officer per l’emancipazione femminile e Sport Officer per quanto riguarda lo sport con i quali C&D collabora a vario titolo.

Inoltre la congregazione Sorelle del Sacro Cuore, Home Base Care (HBC) coadiuva C&D nel programma School of Life - Scuola di Vita - per il sostegno a bambini ammalati di AIDS/HIV e ai loro genitori, e nella realizzazione di numerose attività per tutti i giovani che frequentano il Centro Giovani Don Vittorio.

C&D collabora dal 2007 con UNICEF per quanto riguarda la protezione dei bambini e delle donne, con Church of Uganda – Karamoja Diocesan Development Office, ufficio di sviluppo diocesano del Karamoja operante nell’ambito dell’istruzione e servizi di base, per quanto riguarda l’accoglienza dei bambini di strada che rientrano nei territori d’origine.

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• Altri enti presenti nel distretto di Moroto attivi nell’ambito sono IRC (International Rescue Committee) che si occupa di tutela dei minori e Nutrition and Early Childhood Development Project (NECDP) ha come finalità lo sviluppo degli aspetti fisici, psicosociali e cognitivi dei bambini.

Altri enti e organizzazioni civili presenti nel distretto sono: RIAMRIAM che si occupa di costruzione della pace e coordinamento società civile, ACDI VOCA, ente no profit per la distribuzione di cibo alle famiglie estremamente vulnerabili assieme al WFP (World Food Programme), ARELIMOK organizzazione basata sulla comunità per il sostentamento e le attività generatrici di reddito, MIFUMI, ong che accoglie donne vittime di violenza e l’ospedale di Moroto e i dispensari per quanto riguarda l’assistenza sanitaria.

Nel settore Tutela infanzia e adolescenza si interviene nel territorio di Moroto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti sono:

¾ 3.000 bambini e giovani tra i 3 e i 30 anni della municipalità di Moroto e dei villaggi vicini che frequentano il Centro Giovanile Don Vittorio,

¾ 300 bambini più vulnerabili del distretto di Moroto (orfani, maltrattati, disabili),

¾ 150 bambini di strada reintegrati nei territori d’origine,

¾ 100 giovani inoccupati della regione del Karamoja

¾ 3.000 persone del distretto di Moroto sensibilizzate sulle tematiche di violenza sui minori.

Beneficiari:

¾ le famiglie dei 3.000 ragazzi del Distretto di Moroto, pari a circa 18.000 persone (la media dei componenti per nucleo familiare è di 6 persone), le famiglie dei 300 bambini più vulnerabili (1.800 persone), le famiglie dei 100 inoccupati (600 persone) e tutta la comunità circostante.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

1. Nell’ambito del Settore ambiente e Foreste

¾ Aumentare la disponibilità d’acqua potabile pro-capite dagli attuali 6/10 litri a disposizione, riducendo a meno di un km la distanza da percorrere a piedi per ottenere acqua potabile per 24.000 persone.

¾ Garantire un sistema sostenibile nel tempo delle fonti idriche disponibili attraverso la formazione di 360 membri di 40 comitati di villaggio, uno per ogni fonte ripristinata/realizzata, sulla corretta gestione ed utilizzo dei punti d’acqua, la formazione di 20 tecnici abilitati alla manutenzione dei punti d’acqua.

¾ Ridurre l’incidenza delle malattie trasmesse da fonti idriche non sicure e aumentare la consapevolezza della popolazione target sulle norme igieniche di base,

¾ sensibilizzare la popolazione locale sul corretta gestione e utilizzo delle risorse idriche e sulle tematiche igienico-sanitarie per una migliore qualità della vita

¾ Si coinvolgeranno almeno 4.000 persone.

¾ Migliorare la produzione agricola attraverso la creazione e il rafforzamento di 20 scuole agropastorali costituite da 20 membri per ogni scuola

2. Nell’ambito del Settore Tutela Infanzia e Adolescenza

¾ Sostenere 3.000 bambini e giovani che frequentano, o meno, la scuola rafforzando le loro capacità di esprimersi, condividere e socializzare in un ambiente sicuro incanalando le conflittualità all’interno di regole condivise

¾ Assicurare protezione da abusi e violenze sui minori a 300 bambini più vulnerabili, sensibilizzando 3.000 persone di 35 villaggi, assistere 150 bambini di strada reintegrati nei territori d’origine

¾ Aumentare le alternative occupazionali dei giovani Karimojong attraverso corsi di formazione tecnica (sartoria, tecnico di pompa, panetteria, informatica, educazione civica e sanitaria) raggiungendo almeno 100 giovani.

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DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

1. Nell’ambito del Settore ambiente e Foreste

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

Azione 1. Incrementare e perfezionare il sistema di approvvigionamento idrico attraverso la perforazione di 15 nuovi pozzi d’acqua e il ripristino di 25 non più funzionanti

1. 6 riunioni periodiche di coordinamento programmatico con la SSD (Caritas del distretto di Moroto), le Autorità Politico-Amministrative Locali e i leaders delle comunità;

2. incontri periodici settimanali per individuare, mappare e catalogare la situazione idrica in pozzi funzionanti, da riparare, da perforare;

3. incontri a cadenza settimanale per raccogliere le esigenze della comunità locale e definire i criteri di priorità negli interventi di perforazione di 15 nuovi pozzi e riabilitazione di 25 non più funzionanti;

4. 6 incontri per la stesura di un calendario degli interventi di perforazione e riabilitazione, in collaborazione con gli Uffici Idrici Distrettuali;

5. approvvigionamento bimestrale dei materiali necessari per le attività di riabilitazione e perforazione;

6. 5 incontri di programmazione e 5 uscite della durata di una settimana ciascuna per indagini geologiche e idrogeologiche dei luoghi di perforazione;

7. 15 interventi di perforazione di nuovi pozzi d’acqua potabile;

8. 25 interventi di riabilitazione/manutenzione tecnica dei pozzi;

9. 40 analisi di laboratorio sul controllo delle acque provenienti da fonti perforate/riabilitate;

10. aggiornamento periodico settimanale archivio pozzi perforati/da perforare, riabilitati/da riabilitare o soggetti a manutenzione;

11. Studi di fattibilità, ricerca di tecnologie sostenibili e metodologie per il miglioramento dell’approvvigionamento idrico in Karamoja e delle condizioni igienico-sanitarie della popolazione.

Azione 2. Garantire alla comunità un sistema di approvvigionamento idrico sostenibile nel tempo attraverso la formazione sulla corretta gestione ed utilizzo dei punti d’acqua di 40 comitati di villaggio (uno per ogni fonte ripristinata/realizzata) e l’individuazione e formazione di 20 tecnici abilitati alla manutenzione dei punti d’acqua

1. Preparazione di un modulo intensivo di formazione teorico/pratico per meccanici di pompa della durata di 10 giorni;

2. 4 incontri, con la collaborazione della SSD (Caritas del distretto di Moroto), per individuare i destinatari dei corsi;

3. Implementazione di 2 corsi (uno a semestre), su classi di 10 persone, con la presenza di un geologo locale per la formazione tecnica e di tecnici di pompa formati per la parte teorico-pratica, con la consegna ad ogni partecipante di un kit per l’attività di ripristino pozzi;

4. 40 riunioni nei villaggi, con la presenza dei leader di comunità, per l’individuazione dei 9 membri che andranno a costituire ciascun Comitato di Gestione del pozzo che si occuperà della cura e manutenzione di base per ogni pozzo perforato o riabilitato;

5. 40 incontri per costituire i Comitati di Gestione per ogni pozzo perforato o riabilitato;

6. 80 incontri per monitorare le condizioni igienico sanitarie nelle aree target (un incontro pre-intervento di perforazione/ripristino e uno post);

7. realizzazione di 40 incontri di sensibilizzazione rivolti alla comunità dei pozzi perforati/riabilitati sui temi igienico-sanitari, con il coinvolgimento dei Comitati di Gestione dei pozzi istituiti.

Azione 3. Sensibilizzazione igienico-sanitaria per 4.000 persone

1. Incontri organizzativi, con i leader delle comunità, la autorità politico-amministrative e la SSD, per la calendarizzazione degli incontri di sensibilizzazione igienico-sanitaria e i corsi per animatori igienico- sanitari;

2. implementazione di 4 laboratori per animatori igienico-sanitari;

3. realizzazione di 40 incontri educativi rivolti alla popolazione sui diversi aspetti che legano l’acqua alla salute.

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Azione 4. Creazione e rafforzamento di 20 scuole agropastorali

1. Due riunioni organizzative a livello di villaggio con i leader delle comunità per l’individuazione di 10 donne e 10 uomini per ogni scuola da istituire;

2. istituzione di 20 scuole agropastorali;

3. per ogni scuola istituita realizzazione di un orto sperimentale per studi comparativi stagionali (stagione secca e delle piogge);

4. realizzazione di 20 corsi formativi didattici e tecnici riguardo gestione del raccolto, produzione di sementi di qualità, produzione integrata e gestione di pesticidi naturali per le coltivazioni comuni, apicoltura, uso animali da traino, sviluppo di capacità imprenditoriali con la trattazione di questioni trasversali quali questioni di genere, risoluzione dei conflitti, violenza di genere, HIV/AIDS, principi di nutrizionismo, igiene;

5. organizzazione di incontri mensili sul campo di monitoraggio delle attività realizzate con il coinvolgimento partecipato dei membri della comunità e dei leader locali;

6. organizzazione di 10 giornate sul campo per promuovere l’apprendimento da parte delle comunità non formate e per far conoscere le pratiche e le strategie di coltivazione;

7. organizzazione di 20 visite di scambio tra scuole per condividere le esperienze e adottare le strategie migliori;

8. Studi su metodologie sostenibili per il miglioramento della produzione agricola in Karamoja e delle condizioni di sostentamento della popolazione.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 coordinatore – Azioni 1, 2, 3, 4

¾ 1 responsabile tecnico idraulico – Azioni 1, 2, 3

¾ 1 geologo – Azioni 1 e 2.3

¾ 1 perforatore – Azione 1

¾ 6 meccanici addetti alla perforazione – Azione 1

¾ 10 tecnici installatori/riparatori di pozzi – Azione 1

¾ 2 meccanici addetti alla manutenzione parco mezzi– Azioni 1

¾ 1 tecnico di laboratorio per le analisi acqua - Azione 1

¾ 10 autisti - Azioni 1, 2, 3, 4 (1 camion con macchina perforatrice, 1 camion con rimorchio, 1 camion con autobotte per l’acqua, 1 camion con autobotte per il gasolio,1 camion con compressore, 1 camion con impianto di servizio per le riabilitazioni, 1 camion cisterna per rifornimenti in savana, 3 pick-up)

¾ 8 tecnici responsabili della formazione e sensibilizzazione – Azione 2 e 3

¾ 1 segretario amministrativo – Azioni 1, 2, 3, 4

¾ 1 logista – Azioni 1, 2, 3, 4

¾ 1 responsabile formazione agricola – Azione 4

¾ 20 formatori sulle pratiche agricole – Azione 4

¾ 1 coordinatore attività di monitoraggio e visite di scambio– Azione 4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

I volontari/e in servizio civile n°1-2-3 saranno di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto e collaborazione nella raccolta delle informazioni riguardo alle richieste di pozzi da perforare/riabilitare, nelle fasi di mappatura dei pozzi da riabilitare e da perforare e nella stesura del calendario degli interventi di perforazione e riabilitazione;

¾ Supporto e collaborazione nelle fasi di indagine geologiche e idrogeologiche dei luoghi di perforazione sul campo;

¾ Supporto e collaborazione nelle fasi di intervento per la riabilitazione dei pozzi che necessitano di manutenzione sul campo;

¾ Supporto e collaborazione nelle fasi di intervento per la perforazione dei nuovi pozzi d’acqua sul campo;

¾ Supporto e collaborazione nell’aggiornamento della banca dati sui pozzi riabilitati/da riabilitare;

¾ Supporto e collaborazione nell’aggiornamento della banca dati sui pozzi perforati/da perforare;

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¾ Supporto e collaborazione nelle attività di analisi dei campioni d’acqua provenienti dalle fonti perforate/riabilitate;

¾ Supporto e collaborazione nelle attività riguardanti l’approvvigionamento dei materiali utili per le attività di riabilitazione e perforazione pozzi;

¾ Supporto e collaborazione nella definizione ed organizzazione degli incontri per l’istituzione e la formazione dei Comitati di Gestione dei pozzi;

¾ Supporto e collaborazione nella definizione e realizzazione degli incontri di sensibilizzazione nelle comunità sull’importanza e il corretto utilizzo del pozzo e sulla tematica “acqua e igiene” e nell’organizzazione dei laboratori per animatori igienico-sanitari;

¾ Supporto e collaborazione nella realizzazione di materiale informativo di sensibilizzazione rurale;

¾ Supporto e collaborazione nella realizzazione di corsi di formazione per i tecnici abilitati alla manutenzione dei pozzi e nell’elaborazione/realizzazione di materiale informativo per i corsi teorico- pratici;

¾ Supporto e collaborazione nella realizzazione degli incontri di monitoraggio nelle aree individuate;

¾ Supporto e collaborazione nello studio e ricerca di nuove tecnologie sostenibili e metodi per migliorare l’approvvigionamento idrico in Karamoja e delle condizioni igienico-sanitarie della popolazione;

¾ Supporto e collaborazione nell’individuazione delle persone che costituiranno le scuole agropastorali;

¾ Supporto e collaborazione nella realizzazione dei corsi didattici e tecnici per le scuole agropastorali costituite;

¾ Supporto e collaborazione nell’organizzazione degli incontri sul campo di sensibilizzazione per le comunità non formate e di monitoraggio;

¾ Supporto e collaborazione nell’organizzazione delle visite di scambio tra le scuole.

¾ Supporto e collaborazione nello studio su metodologie sostenibili per il miglioramento della produzione agricola in Karamoja e delle condizioni di sostentamento della popolazione.

2. Nell’ambito del Settore Tutela Infanzia e Adolescenza

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi

Azione 1- incentivare e incrementare le attività del Centro di Aggregazione Giovanile “Don Vittorio” a beneficio di 3.000 bambini e giovani della municipalità di Moroto.

Promozione delle Attività sportive, musicali e ricreative

1. 6 incontri con gli operatori del centro per costituire le squadre di calcio – under 14 , under 18 e Senior a seconda delle età –, pallavolo , netball , atletica coinvolgendo 200 bambini e ragazzi con allenamenti settimanali;

2. 6 incontri con gli operatori del centro per organizzare tornei e gare per le varie squadre costituite 3. 2 incontri per organizzare, da aprile a novembre, la Don Vittorio Cup League per tutte le squadre di

calcio maschili e di netball femminili delle scuole primarie di Moroto coinvolgendo 500 bambini e ragazzi;

4. 4 incontri (uno a trimestre) per organizzare amichevoli sportive con le squadre delle scuole e di altre associazioni sportive in tutti i distretti della Karamoja;

5. incontri a cadenza settimanale per preparare e realizzare attività ludiche e di aggregazione sia all’aperto che all’interno dei locali allestiti e preposti coinvolgendo giornalmente 200 bambini e ragazzi;

6. incontri settimanali per la predisposizione di una sala cinema e la proiezione di video a scopo educativo raggiungendo 500 giovani;

7. un incontro per costituire un gruppo teatrale (20 ragazzi) e organizzazione di spettacoli a cadenza bimestrale rappresentanti tematiche sociali con incontri di preparazione settimanali;

8. un incontro per costituire un gruppo musicale (30 ragazzi) e organizzazione di esibizioni a cadenza bimestrale su problematiche sociali con incontri di preparazione settimanali;

9. un incontro per costituire un gruppo di danza locale (30 ragazzi) e organizzazione di spettacoli a cadenza bimestrale con incontri di preparazione settimanali;

Promozione delle Attività educative

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