• Non ci sono risultati.

CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Bolivia 2016

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Bolivia 2016"

Copied!
15
0
0

Testo completo

(1)

CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Bolivia 2016 SCHEDA BOLIVIA - ASPEm

Volontari richiesti : N 6

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: LA PAZ–EL ALTO INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

BOLIVIA

La storia di questo Paese è caratterizzata da continue guerre sia sul fronte esterno con gli altri Stati sudamericani per questioni di confine (si consideri l’ancora attuale disputa con il Cile relativa alla rivendicazione della Bolivia per riappropriarsi di uno sbocco sul Pacifico), sia sul fronte interno per una serie di golpe militari che lo hanno reso tra gli Stati più instabili della regione sudamericana.

Le elezioni presidenziali del dicembre 2005 hanno portato alla guida del Paese Evo Morales, leader indigeno del Movimiento al Socialismo (MAS), che diede subito avvio alla nazionalizzazione delle riserve di gas, imponendo il controllo statale sulle imprese straniere attive in Bolivia, e a una riforma agraria in favore della parte più povera della popolazione, impegnandosi a far cessare ogni forma di sanzione contro i coltivatori di coca. Alla politica di nazionalizzazioni e di redistribuzione della ricchezza si sono opposte soprattutto le quattro province orientali, le più ricche del paese. Nel 2009 un referendum ha ratificato la nuova Costituzione, che amplia i diritti della popolazione indigena, impone il limite di 5000 ha per le proprietà terriere e cancella lo status di religione ufficiale per il cattolicesimo. Sul Paese ora convergono diverse aspettative: garantire maggiore riconoscimento ed autonomia ai popoli indigeni che rivendicano un diretto controllo del territorio e delle risorse naturali; definire un sistema di equa redistribuzione della ricchezza derivante dalle riserve di gas naturale; dare impulso a riforme in senso federalista.

Settore trainante dell’economia del Paese è l’industria estrattiva, che produce soprattutto stagno. Questo ha reso il sistema economico boliviano particolarmente vulnerabile alla fluttuazione dei prezzi delle materie prime. L’agricoltura, invece, sta subendo una forte trasformazione causata dall’ultima riforma agraria, in base alla quale si sta cercando di riorganizzare e razionalizzare il settore agricolo, il cui sviluppo è stato limitato da strutture di tipo latifondistico. Ad ogni modo, è ancora molto diffusa l’agricoltura di sussistenza, che non riesce a soddisfare il fabbisogno nutrizionale di circa il 40% della popolazione, che risulta in condizione di insicurezza alimentare. L’indice di denutrizione cronica medio del Paese nel 2008 era del 28,66%.

La Bolivia continua infatti ad essere uno dei Paesi più poveri dell’America Latina, nonostante i numerosi sforzi compiuti: il 44,9% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Se si parla di popolazione indigena gli indici si alzano, in particolare per quanto riguarda la popolazione infantile, si stima infatti che l’84% dei minori di 5 anni e il 90% di quelli che hanno tra i 5 e i 13 anni vivano in povertà estrema. L’indice di sviluppo umano della Bolivia è pari a 0,667, dato che colloca il Paese al 113° posto nella classifica mondiale.

Solo il 12% del Pil viene impiegato per la spesa sociale.

Importanti conquiste sono state fatte nel campo dell’istruzione: il tasso di analfabetismo è inferiore al 5.6% e il tasso di iscrizione netto alla scuola primaria sfiora il 100%. Rimane da migliorare la qualità dell’istruzione.

(2)

Tuttavia, discriminazione e violenza di genere sono ancora problematiche rilevanti. Risulta drammatica la differenza che separa gli uomini analfabeti (4,4%) dalle donne analfabete (18,2%). In un contesto dove l’organizzazione sociale è ancora marcatamente patriarcale si preferisce investire sull’educazione dei maschi lasciando prive di educazione, anche elementare, le bambine.

Per quanto riguarda la protezione dell’infanzia, i bambini continuano ad essere vittime di abusi sessuali (10%) e violenze (7 ogni 10, secondo le stime del Ministero dell’Educazione) e per questi reati si ricorre alle vie legali molto raramente. Questi fenomeni sono legati ai problemi sociali, economici e culturali del Paese, responsabili di una graduale distruzione della famiglia, che diventa sempre più disfunzionale e disgregata. I bambini sono spesso abbandonati a se stessi, trascorrono molto del loro tempo in strada esponendosi a numerosi rischi (prostituzione, violenza, abuso, spaccio di droghe), lavorano (il 30% dei bambini con età inferiore ai 14 anni di El Alto è impiegato come strillone, cameriere, fabbricante di mattoni, ecc), si prendono cura dei fratelli e delle sorelle minori. Si stima inoltre che circa 6000 bambini vivono nelle strade delle maggiori città. Questi dati sono ancora più significativi se si considera che più del 50% della popolazione ha tra 0 e 25 anni (fonte Central Intelligence Agency).

Inoltre, nel 2014 una nuova legge ha diminuito l’età minima dei bambini-lavoratori, i quali adesso possono essere legalmente assunti o iniziare un’attività lavorativa a 10 anni e non più a 14 come previsto nel passato (la percentuale di popolazione che ha tra 0 e 14 anni supera il 33% - fonte Central Intelligence Agency). Un altro problema per i giovani, che rappresentano una buona fetta della società, è legato alla scarsità di opportunità lavorative, culturali e sociali a loro concesse.

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

ASPEm (Associazione Solidarietà Paesi Emergenti) nasce a Cantù nel 1979 da un’esperienza di comunità cristiana con un forte impegno sociale e civile, che identifica nella solidarietà tra i popoli del Nord e del Sud uno dei temi decisivi per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace.

Dopo alcuni anni di intervento di cooperazione internazionale in Burundi, a partire dal 1987 ASPEm ha iniziato la sua esperienza in Perù, nei quartieri marginali di Lima. Proprio grazie al lavoro e ai relativi contatti maturati in Perù, ASPEm inizia la propria attività in Bolivia nel 2001 con progetti di promozione sociale. In risposta ad un contatto locale, ASPEm si avvicina alla realtà boliviana attraverso la Asociaciòn Solidaria PACHAMAMA – ASAP, e concentra la sua attenzione in particolare su due territori: la città di El Alto, capitale legislativa ed esecutiva della Bolivia in continua crescita demografica, e le comunità rurali nella regione di Tarija, al sud del Paese.

Proprio a Tarija ASPEm trova terreno fertile per avviare un primo progetto sperimentale multipaese intitolato

“TcomeLAVORO” e che vede coinvolti beneficiari sul territorio del Perù, della Bolivia e dell’Italia. Partendo dall’esperienza di ASPEm sul tema del lavoro e sulla salute riproduttiva, il progetto, che trova realizzazione nel 2004, si configura come un programma di formazione alla microimprenditorialità diretta a giovani e donne. Attraverso l’empowerment dei beneficiari coinvolti, il progetto cerca di promuovere il dialogo interculturale, lo scambio di buone prassi, capacità organizzative e gestionali nell’ambito della microimprenditorialità. Attraverso la sperimentazione di forme creative di lavoro di gruppo e comunicazione tra giovani e donne, il progetto non punta solo a fornire competenze tecniche nell’ambito delle microimprese, ma a sostenere i giovani e le donne nel loro cammino verso l’indipendenza umana ed economica. Durante questo progetto, gruppi di donne residenti nelle comunità di Ancòn Grande, Tucumilla e San Agustin Norte, situate nel dipartimento di Tarija, sviluppano le proprie conoscenze nell’organizzazione produttiva in campo agricolo. Come risultato ottenuto, dal lavoro di rafforzamento delle capacità tecniche e umane, di costruzione di strutture partecipative e condivisione di metodi lavorativi, si è avuto un incremento del numero di produzioni di ceci, vino e semi di patate gestite direttamente dalle beneficiarie.

Dal 2008 ASPEm amplia il proprio raggio di azione sia a livello territoriale sia a livello di tipologia di intervento. Da quell’anno inizia ad occuparsi delle tematiche relative alla violazione dei diritti umani dei minori nella comunità de El Alto, con focus specifico sulla violenza, lo sfruttamento sessuale e il maltrattamento dei minori perpetrato all’interno e all’esterno delle mura domestiche.

A partire dall’esperienza sviluppata in Perù sul tema dell’infanzia e della tutela dei minori, viene attivato in Bolivia il progetto Wawitanaka, volto alla promozione del “buen trato” e all’educazione sui diritti fondamentali dei bambini in due distretti di El Alto.

Questo impegno continuato anche negli anni successivi ha portato nel 2014 ad individuare nuove realtà che si occupano di infanzia in situazioni di disagio e a coinvolgere nuovi attori della società civile specializzati nel dare una risposta concreta e professionalmente qualificata all’infanzia vittima di violenza. Fra di essi la Coordinadora de la mujer, le scuole elementari di El Alto, realtà della società civile che si occupano di diritti e infanzia come le Associazioni APEA e Hormigon Armado. La strategia di ASPEm si sta orientando sempre più marcatamente a offrire una risposta integrale al problema della violenza coinvolgendo nei propri interventi attori privati (famiglie, gruppi di genitori, insegnanti sensibili al tema) espressioni della società civile (Associazioni locali, comitati di genitori ecc.) e Istituzioni pubbliche ( Scuole, Polizia, Municipi). Queste linee strategiche si rispecchiano anche nella struttura dei progetti di Servizio Civile che cercano di coinvolgere ogni stakholder su più fronti nella consapevolezza che la violenza è un problema complesso che si vince intervenendo su più livelli.

(3)

Coerentemente con le linee programmatiche della Cooperazione italiana allo sviluppo che mette l’accento sulla priorità di lavorare sul tema della sicurezza alimentare e lotta alla povertà rurale, ASPEm ha cominciato a concentrare i propri sforzi nella lotta contro la malnutrizione e la promozione dell’educazione alimentare i cui beneficiari sono particolarmente minori e comunità indigene. Attualmente ASPEm è presente nella regione di Tarija con un progetto di intervento in dodici comunità rurali con l’obiettivo di garantire la sicurezza alimentare dei loro abitanti attraverso il consumo dell’amaranto, pianta affine ai cereali (pseudo cereale come la quinoa e il grano saraceno) i cui chicchi sono ricchi di proteine e fibre. Il progetto vuole inoltre contribuire allo sviluppo locale e alla lotta alla povertà accompagnando le famiglie dei produttori nella produzione, trasformazione e vendita del prodotto. Sempre a Tarija l’impegno di ASPEm a favore dei soggetti più vulnerabili ha permesso di unire il tema della sovranità alimentare a quello della tutela dell’infanzia mediante l’avvio di progetti di orti scolastici che mirano da un lato a promuovere un accesso a cibo sano e di qualità per i bambini delle scuole elementari dall’altro favorire il recupero di un modo tradizionale e sostenibile di coltivare la terra che permette di riscoprire, fra l’altro, coesione sociale e senso di comunità in aree molto isolate del Paese.

L’impegno nell’ambito dell’ agricoltura famigliare e nella promozione educazione alimentare è andato sviluppandosi anche a La Paz dove dall’aprile 2015 ASPEm ha iniziato una collaborazione con 23 scuole del quartiere de El Alto per la realizzazione di orti scolastici e la promozione di una dieta sana ed equilibrata.

Contemporaneamente, sempre nel 2015, ASPEm ha rafforzato il proprio impegno nell’ambito della promozione dei diritti di donne e bambini mediante l’avvio di attività di prevenzione e sensibilizzazione sul tema della lotta alla violenza di genere in collaborazione con la Coordinadora de la Mujer l’organo istituzionale preposto ad attuare le leggi boliviane in materia di lotta alla violenza di genere.

Continua, inoltre, l’impegno tradizionale dell’Associazione nella promozione della salute e della tutela dei minori, in maniera integrata, lavorando con i propri partner per rendere i beneficiari liberi dalla violenza e fornire un’educazione alimentare.

Partner

Per realizzare i propri progetti in Bolivia ASPEm collabora a La Paz-El Alto (codice sede 53531) con le seguenti Organizzazioni locali:

¾ Fundaciòn MUNASIM KULLAKITA - La fondazione sociale di ispirazione cattolica accoglie e segue minori, in particolare, bambine vittime di sfruttamento sessuale e introdotte alla prostituzione.

Munasim Kullakita significa “Amati, sorellina” in lingua Aymara e gestisce una comunità di circa 15 posti aperta a bambine dai 13 ai 18 anni. Oltre a questo Munasim Kullakita gestisce attività di educativa di strada. Equipe di educatori frequentano luoghi di ritrovo, come i grandi mercati di El Alto, per sensibilizzare sul tema della prostituzione minorile, oltre ad offrire, in piena libertà e discrezione, aiuto a chi vende il proprio corpo per strada e che spesso unisce al problema dello sfruttamento sessuale ulteriori vulnerabilità fisiche: alcuni dei minori di cui si occupa Munasim Kullakita sono sieropositivi e fanno uso di sostanze stupefacenti a basso costo (colla). Munasim Kullakita ha tra i suoi obiettivi non solo il sostegno e la re-integrazione delle beneficiarie all’interno del sistema scolastico e lavorativo con un accompagnamento che le renda libere dalla violenza sessuale, ma si occupa anche di prevenzione ed attività di advocacy per creare una rete che spinga i parlamentari ad approvare proposte e iniziative politiche in difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

¾ EL HORMIGON ARMADO - L’associazione lavora dal 2005 a favore di bambini e giovani che vivono in strada e si guadagnano da vivere come lustrascarpe. Si tratta di una categoria di bambini estremamente vulnerabile in quanto esposta ai pericoli della strada e per nulla tutelata dal punto di vista lavorativo e giuridico. Attualmente L’associazione lavora con 60 lustrascarpe e con le loro famiglie per un totale di circa 200 beneficiari direttamente coinvolti nelle attività dell’Associazione che concentra i propri sforzi sull’aumento dell’autostima e delle competenze dei bambini e su una maggior attenzione e cura dei piccoli parte delle famiglie di provenienza. Per perseguire tali finalità l’Associazione organizza laboratori di sensibilizzazione per famiglie e bambini, attività ludiche e sportive per l’aumento dell’autostima, attività di sensibilizzazione sui rischi della strada e sulla prevenzione di abuso e sfruttamento. Tra le attività più significative intraprese dall’Associazione si ricordano la pubblicazione del Giornale dei Lustrascarpe e realizza visite guidate alternative della città di “la Paz” indirizzate a i turisti e gestite dai ragazzi.

¾ APEA - è un’associazione boliviana senza fini di lucro che nasce nel 2003 dall’esperienza di un gruppo di esperti del settore educativo in collaborazione con la Associazione di Solidarietà Internazionale francese Sport Sans Frontières (Sport Senza Frontiere), che operò in Bolivia tra il 2003 e il 2008. L’Associazione vuole contribuire, attraverso il gioco, allo sviluppo delle abilità fisiche, sociali, emozionali e cognitive di bambini, adolescenti e giovani, di modo che ogni singola esperienza educativa si consolidi come opportunità di crescita personale e di scoperta del mondo. I beneficiari dell’Associazione sono bambini e bambine che vivono in strada o in contesti famigliari

(4)

estremamente vulnerabili. Fra le attività principali sostenute dall’Associazione vi è la realizzazione di laboratori e corsi che attraverso la realizzazione di sport e attività motorie contribuiscano al rafforzamento delle competenze motorie, cognitive, sociali ed affettive di bambini, bambine ed adolescenti.

Il coinvolgimento di questi tre partner rappresenta un consolidamento delle aree d’intervento individuate da ASPEm in Bolivia e conferma la priorità strategica per l’associazione di interventi in Bolivia sui temi di sicurezza alimentare e tutela dell’infanzia infanzia.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per la sede di attuazione di seguito riportata, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

LA PAZ - EL ALTO (ASPEm)

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale durante la permanenza all’estero;

¾ redazione di 3 articoli, invio di foto e realizzazione di 6 mini-video, per raccontare la propria esperienza durante la permanenza all’estero 

¾ rientrare in Italia al termine del servizio

¾ di osservare le indicazioni dei referenti in Italia in particolar modo riguardo a salute e sicurezza

¾ disponibilità alla condivisione degli obiettivi, delle finalità ed i valori dell’ente

¾ partecipare attivamente ad un periodo di formazione intermedia

¾ di vivere in case da condividere con altri volontari

¾ di guidare mezzi propri solo con la necessaria documentazione (patente internazionale, assicurazione 

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

LA PAZ - EL ALTO (ASPEm 53531)

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

Rischi politici e di ordine pubblico:

Nella regione “Chapare” il programma di eliminazione delle piantagioni di coca può provocare scontri tra le forza dell’ordine ed i coltivatori.

Rischio di manifestazioni politiche, con possibili improvvisi scioperi, blocchi stradali, ferroviari ed aeroportuali (tale tipo di manifestazioni in Bolivia non sono eventi a termine ed hanno una durata che varia in funzione dello stabilimento di una trattativa con il Governo centrale).

È in costante aumento la micro criminalità, specialmente nelle maggiori città: rapine violente e sequestri- lampo a scopo di estorsione a danno di stranieri e turisti (Lago Titicaca, La Paz e S.Cruz), furto di denaro e

(5)

documenti sui mezzi pubblici che effettuano la tratta da e per La Paz-Oruro-Salar de Uyuni. Si raccomanda vivamente di evitare di prendere i taxi per strada, utilizzando esclusivamente quelli autorizzati, prenotandoli telefonicamente. La valle delle “Yungas” (da La Paz a Coroico), i circuito verso “Rurrenabaque”, nonché l'adiacente regione della foresta vergine, meta di gran numero di turisti, hanno visto un incremento di furti ed aggressioni. Inoltre, nelle località di Muela del Diablo e Palca si sono verificate rapine a mano armata.

Si consiglia particolare prudenza quando si visitano alcune aree più sensibili, come le zone minerarie, quelle isolate dell’Altopiano andino, nonché le aree rurali del Dipartimento di S.Cruz e Pando.

In particolare nella città di LA PAZ (ASPEm) alto è il rischio di micro criminalità, di rapine violente e sequestri-lampo a scopo di estorsione e di furto di denaro e documenti sui mezzi pubblici. Si raccomanda vivamente di evitare di prendere i taxi per strada, utilizzando esclusivamente quelli autorizzati. Essendo la capitale alto è anche il rischio di manifestazioni politiche, con possibili improvvisi scioperi, blocchi stradali, ferroviari ed aeroportuali.

Rischi sanitari:

Ritrovarsi in territori in cui sono presenti patologie endemiche quali malaria e febbre gialla, concentrate soprattutto nella zona delle valli e in quella delle terre basse, “chagas”, dengue, soprattutto nei dipartimenti orientali (in particolari in quello del Beni e in quello di Santa Cruz); in aumento casi di influenza AH1N1 (in tutti i Dipartimenti territoriali boliviani in particolare nel Dipartimento e nella città di Santa Cruz, ad eccezione del Beni) e AH3N2 con alcuni decessi (in particolare nel dipartimento di La Paz). La “leptospirosi” è presente nelle zone tropicali ed amazzoniche

Considerando la situazione igienico-sanitaria dei luoghi di lavoro c’è il rischio di contrarre patologie legate all’apparato intestinale (salmonella, febbre tifoidea) o ritrovarsi a contatto con soggetti affetti da AIDS e/o tubercolosi.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito "Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

(6)

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA:

¾ Dai luoghi dove verrà sviluppato il progetto si può raggiungere in 10 minuti in macchina l’Ospedale LOS ANDES Quartiere de Los Andes tra la Avenida Juan Pablo II y Calle Balboa;  

RISCHIO ACCORGIMENTO

MICROCRIMINALITÀ’

¾ ogni spostamento del volontaria/o sarà pianificato con gli operatori locali;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città;

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sè oggetti di valore (ipad, macchine fotografiche..) o grossi quantitativi i denaro;

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in un luogo sicuro gli originali;

¾ è consigliato il mantenimento di un'elevata soglia di attenzione e l'adozione di misure di cautela, mantenendo comportamenti consoni alla sensibilità del luogo;

MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

¾ L’Ente si impegna attraverso la sua equipe locale a preparare bollettini periodici sulla situazioni di rischio legate a situazioni pericolose rispetto all’ordine pubblico; 

¾ Ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le varie posizioni politiche espresse. Si raccomanda di seguire le normali norme di prudenza negli spostamenti, evitando luoghi dove siano in corso assembramenti e raduni di piazza; 

¾ Ai volontari sarà sconsigliata la partecipazione diretta autonoma a qualsiasi tipo di manifestazione politica o di protesta o l'esposizione in luogo pubblico di opinioni politiche; 

¾ La partecipazione a manifestazioni pubbliche è ammessa solo qualora esse siano di carattere espressamente non violento;  

¾ La partecipazione a manifestazioni, d aparte del volontario, potrà avvenire solo in caso di coerenza con quanto previsto a progeto ed in presenza di personale di riferimento; 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa per la gestione di situazioni di rischio legate a ordine pubblico; 

¾ L’Ente distribuisce le proprie linee guida sui comportamenti da tenere in caso di situazioni a rischio per motivi di ordine pubblico; 

¾ L’Ente organizza una sessione formativa con Servizio Civilisti rientrati per uno scambio di buone pratiche.

RISCHI ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI

¾ L’ente prima della partenza indica ai volontari di eseguire le vaccinazioni prescritte e/o consigliate dall’OMS per minimizzare i rischi sanitari eventualmente presenti nel paese, in particolare come il tifo. 

¾ Si consiglierà ai volontari di vaccinarsi contro la febbre gialla (vaccinazione obbligatoria per l'ottenimento dl visto in Bolivia), la febbre tifoidea, epatite A e B. Si raccomanderà inoltre di bere solo acqua filtrata e si consiglierà di non accettare bevande non chiuse ermeticamente. 

¾ L’ente organizza una sessione formativa sull’uso di adeguate precauzioni igienico sanitarie quando si opera in aree in via di sviluppo. 

L’Ente distribuisce ai Servizio Civilisti la Guida Sanitaria per Espatriati (Ed.

Siscos e Link 2007)

(7)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i dettagli delle condizioni di disagio aggiuntivi:

EL ALTO-LA PAZ (ASPEm)

¾ Possibili disagi legati all’altitudine e alle condizioni climatiche nella città di La Paz – El Alto, caratterizzate da temperature rigide e dall'aria rarefatta per l'altitudine.

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

LA PAZ – EL ALTO

La Paz (in quechua e in aymara Chuqiyapu), il cui nome completo è Nuestra Señora de La Paz, è sede del governo della Bolivia e capoluogo dell'omonimo dipartimento che conta attualmente una popolazione complessiva di oltre 2,7 milioni di abitanti. Si trova ad un'altitudine media di circa 3.600 metri sul livello del mare ed è la capitale più alta del mondo. Assieme alla città satellite di El Alto - con cui oramai costituisce una unica metropoli e da cui resta separata solo giuridicamente - costituisce il nucleo abitativo più popolato della Bolivia. La parte più ricca della città è la parte più bassa, mentre la parte più popolare e povera è quella che confina con El Alto, ubicata a quasi 4.000 m.s.l.m. La Paz, come le altre principali città del paese, sta conoscendo negli ultimi anni un processo di progressivo e continuo inurbamento dovuto all’immigrazione dalle campagne dove la situazione di povertà e denutrizione è nella maggior parte dei casi drammatica e ciò costringe molte persone a lasciare la terra nella speranza di poter trovare in città un destino più felice.

La Paz occupa il secondo posto in Bolivia per il tasso di disoccupazione, registrato al 11,6%; il 34,5% dei cittadini vive in condizioni di povertà e l'indice di Sviluppo Umano registrato dal UNDP, divulgato dall'Agenda Municipale per lo Sviluppo Umano di la Paz 2010-2048, é di 0,714. (Fonte Cedla, Centro de Estudios para el Desarrollo Laboral y Agrario). Il 41,60% della popolazione del dipartimento di La Paz vive con servizi basici inadeguati,nelle zone urbane, il 26% è sull’orlo della povertà, il 23,1% riesce a soddisfare solamente le necessità basiche e il 13,3% vive in condizioni di indigenza ed emarginazione. Nell’area rurale, il 57,8% della popolazione è indigente, il 32,4% in condizioni di povertà moderata, il 5,4% si trova in condizioni di emarginazione, lo 0,6% soddisfa solo le necessità di base ed il 3,9% è sull’orlo della povertà cronica. Il salario base (53 USD) e l’introito medio delle famiglie dei quartieri popolari (75 USD) in relazione ai membri di cui è composta una famiglia media (5,3) dimostra che ogni membro non dispone di redditi sufficienti per vivere.

Le categorie che soffrono delle conseguenze di questi indicatori sono soprattutto anziani, ai quali non vengono fornite strutture e servii adeguati, donne, che per il forte maschilismo della regione, risentono quotidianamente di violenza fisica e psicologica (i casi denunciati sono aumentati da 777 nel 2005 a 2.386 nel 2012) e bambini ed adolescenti, esposti a scarsa educazione, ridotte possibilità economiche (in Bolivia il 20% degli adolescenti abbandona gli studi per cercare lavoro), poca informazione sulla prevenzione di gravidanze non pianificate, salute sessuale e riproduttiva e AIDS, alto indice di violenza sessuale, (fonte UNFPA), famiglie disgregate, che facilitano l'avvicinamento di adolescenti e giovani ala strada e a tutto ciò che comporta viverci, ossia delinquenza, violenza, alcolismo e droga.

Negli ultimi anni il Dipartimento di La Paz ha conosciuto un forte decremento negli indicatori relativi all’Indice di Sviluppo Umano in virtù della debole crescita economica, le inadeguate politiche sociali, le scarse risorse destinate dallo Stato, e l’assenza di sinergie tra le istituzioni operanti nel sociale. Tuttavia lo sviluppo della politica sui diritti universali ha migliorato gli indicatori di base (l’aspettativa di vita è passata da 53 a 61 anni, l’alfabetizzazione dal 63 all’80% e la mortalità infantile da 150 a 75‰ nati vivi), sebbene questi miglioramenti siano pochi rispetto ad una situazione generale ancora molto complessa. Come sempre accade in questi casi

(8)

le categorie più esposte sono quelle più deboli, in particolare donne, bambini ed anziani. Bambini ed Adolescenti, in particolare, sono esposti a condizioni di permanente incertezza: instabilità degli introiti familiari, frustrazione sociale legata al senso di isolamento, moltiplicato da un clima di sofferenze fisiche, di lutti familiari, limitato accesso ai servizi sociali e un pericoloso sentimento di minorità sociale, politica ed economica che abbattere il livello delle aspettative, diminuisce i livelli di tolleranza e rende più probabile l’aumento dei tassi di violenza e criminalità, soprattutto giovanile.

La città satellite di El Alto è sorta alla periferia della città sede del governo boliviano, La Paz, sulla forte spinta migratoria dei campesinos provenienti dalle poverissime aree rurali dell'Altipiano. Si trova a un’altitudine di 4.070 metri sul livello del mare, dato che la pone tra le città più alte del mondo. È municipio autonomo da circa 25 anni, è il centro del potere esecutivo e legislativo della Bolivia ed è considerato la capitale degli Aymara (una delle popolazioni indigene della Bolivia). Rappresenta sicuramente uno dei poli di attrazione dei flussi migratori interni, nonostante sia una delle città più povere del paese (il 65% della popolazione censita versa in condizioni di povertà). Come evidenziato dagli ultimi dati INEI 2012, El Alto ha 848.840 contro i circa 650.000 abitanti registrati durante il Censimento del 2001. Questo denota una rapida crescita della popolazione che rende El Alto la seconda città più popolata della Bolivia dopo Santa Cruz de la Sierra. El Alto insieme a La Paz costituisce il nucleo abitativo più popoloso della nazione (oltre 1.700.000 abitanti). Il tasso ufficiale di crescita della popolazione dell’El Alto si aggira attorno al 5%, ma fonti non ufficiali parlano di un flusso migratorio misurabile attorno al 10% della popolazione. Sono dati difficili da verificare, poiché purtroppo molti boliviani non risultano registrati all'anagrafe e sono sprovvisti di qualsiasi documento di identità. La città è interessata anche da un fenomeno di migrazione temporanea (dal lunedì al venerdì); molti migranti, inoltre, mantengono la residenza nelle comunità di origine. Nel Municipio de El Alto il 74.33% della popolazione dai 15 anni in su si definisce di origine aymara, il 6.34% quechua, e il 18.66% non si identifica con nessun popolo originario. Va inoltre detto che, in tutti i distretti, la maggior parte della popolazione si definisce di origine aymara; pertanto, ogni 10 abitanti de El Alto, 7 si identificano come aymara. Nel Municipio inoltre il 61.16% della popolazione dai 6 anni in su parla la lingua spagnola, il 31.09%

parla aymara e il 3.17% parla quechua.

Nonostante la crescita della popolazione, la città continua ad essere una delle zone più povere del Paese: il 49% della popolazione vive in povertà moderata, il 25,6% è vicino alla povertà e il 17% è indigente. Il 66,9%

degli abitanti non riesce a soddisfare le esigenze primarie soffrendo spesso di malnutrizione e denutrizione.

La municipalità non riesce a garantire servizi minimi per tutti. Secondo i dati INEI 2012 il 34,53% delle abitazioni non è raggiunta dalle tubature dell’acqua e il 34,27% non ha l’energia elettrica.

La grande migrazione rurale-urbana ha generato una situazione sociale disgregata, con famiglie divise tra la campagna, la città e spesso anche paesi esteri.

Sempre secondo i dati INEI 2012 il 17% della popolazione del dipartimento La Paz- El Alto è analfabeta. Il tasso dell’analfabetismo femminile è del 25% e denota dinamiche di discriminazione di genere che rendono difficile l’accesso all’istruzione da parte delle donne. Secondo lo studio svolto dall’UNIR nel 2011 , 45% della popolazione del dipartimento di La Paz-El Alto è madrelingua aymara. Le scuole pubbliche de El Alto- La Paz spesso non sono adeguate alla ricezione di cittadini che non parlano spagnolo come lingua madre. La scarsa formazione del corpo docente e la poca attenzione all’integrazione linguistico-culturale delle minoranze sono una delle cause della dispersione scolastica degli studenti. Quasi il 40% della popolazione è compresa nella fascia tra i 4 e i 19 anni e il 31,02% fino ai 14 anni. Secondo il report del UNDP 2010 sullo sviluppo umano del distretto di La Paz-El Alto, sebbene si possa rilevare uno sforzo per migliorare il tasso di copertura universale di scolarità, con una percentuale del 91,4%, il numero di bambini tra i 6 e i 13 anni che non hanno terminato il ciclo scolastico è di 42.064 nel 2007.

Nel 2008 nell’area di La Paz e El Alto 4.451 bambini sono morti prima di compiere il primo anno di vita. A livello assoluto nella regione La Paz-El Alto emerge che nel 2008 75.404 bambini minori di 5 anni hanno sofferto di denutrizione cronica. Anche il tasso di mortalità materna nell’area di la Paz e El Alto è maggiore di quella nazionale, con 326 morti ogni 100.000 nati vivi contro le 223 della media. Si è verificato un aumento della copertura del parto istituzionale nella distretto, che è passato dal 52% nel 2003 al 59,8% nel 2008. Il contesto di El Alto e del distretto di La Paz-El Alto in generale denotano un livello di povertà tale, mancato accesso ai servizi e all’istruzione che genera un ambiente di profonda instabilità sociale. I progetti presentati nella zone de El Alto sono concentrati nel distretto 8.

Il Distretto 8 esiste da più di 25 anni, inizialmente era parte del Distretto 2 di El Alto, dal 2002 costituisce invece un Distretto indipendente. Si trova nella parte sud della Citta di El Alto, tra le vie di uscita verso Oruro e Viacha. Il Distretto è uno dei più poveri della città, con carenza di servizi di base, assenza quasi totale di una rete fognaria (che copre attualmente solo il 20% del territorio del Distretto), scarso accesso ad acqua potabile, assenza di servizi di raccolta di rifiuti, alta contaminazione dell’acqua. Le scuole sono poche e di scarsa qualità. Il Distretto è caratterizzato da altissima migrazione dalle zone rurali e minerarie del Paese, di origine prevalentemente aymaras (90%) e quechua (10%), da alti indici di disoccupazione o sottoccupazione (il 76% della popolazione è impiegata nel settore informale). I dati dell’ultimo censimento risalenti al 2002 rivelano che 25.000 persone vivono in condizioni di povertà estrema (equivalente al 20% della popolazione).Frequenti sono gli scioperi o le manifestazioni da parte degli abitanti del Distretto per chiedere migliori condizioni di vita. La zona è in continua espansione e se il censimento del 2002 aveva rilevato la

(9)

presenza di circa 38.000 persone, oggi si stima ve ne siano 120.000.La situazione dei bambini e delle bambine di questo distretto è colpita dalle problematiche precedentemente descritte: la maggior parte di loro trascorre molto tempo in strada, correndo quotidianamente rischi (prostituzione minorile, abuso, utilizzo di droghe ecc), lavora e si prende cura dei fratelli e delle sorelle più piccole. Per queste ragioni, le scuole, seppur con i limiti strutturali e di qualità educativa che le caratterizzano, costituiscono un importantissimo luogo di “protezione” dei bambini e delle bambine, che qui trascorrono alcune delle ore più importanti della giornata. Nella scuola i bambini ricevono inoltre un desayuno escolar (colazione) spesso unico vero pasto quotidiano.

Nella sede di La Paz-El Alto, ASPEm interviene nei settori Sicurezza Alimentare, Educazione ed Istruzione, Tutela Infanzia e Adolescenza

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

1) SICUREZZA ALIMENTARE

Secondo le misurazioni svolte sui minori di 5 anni e riportate dall’Encuesta Nacional de Demografìa y Salud, nel distretto di La Paz -El Alto si registra un tasso di malnutrizione cronica al 23% e tasso di malnutrizione globale al 6%. Si tratta di elementi che evidenziano come, nonostante i miglioramenti, la Bolivia presenta statistiche nettamente superiori alla media dell’area (es.: la media del tasso di malnutrizione cronica nel Sud America è pari al 16%). Secondo l’ “Analisi e la mappatura della vulnerabilità all’insicurezza alimentare in Bolivia 2012” prodotta dal Ministero di Sviluppo Rurale e Terre (MDRyT) il 50% delle organizzazioni comunitarie de El Alto sono a rischio di fronte alla sicurezza alimentare.

Secondo il Sedes – El Servicio Departamental de Salud de La Paz, nel 2009, la malnutrizione nel distretto omonimo ha raggiunto il 10,8%, segnando una diminuzione di tre punti percentuali rispetto al 2008, secondo i dati elaborati dal Servicio Nacional de Información (SNIS). Tali cifre suscitano preoccupazione perché la malnutrizione cronica, che misura il peso e la taglia, causa danni irreversibili come la diminuzione delle capacità intellettuali e la riduzione della taglia, conseguenze che inficiano lo sviluppo dei bambini.

“La prima fase che attraversa il bambino è la malnutrizione acuta che, se non si risolve in tempo, passa alla fase cronica in cui il bambino perde peso e rischia di ammalarsi, poiché riduce le proprie capacità immunitarie, oltre a perdere le proprie capacità intellettive”.

Il Banco Interamericano de Desarrollo mette in evidenza come, nonostante la disponibilità di alimenti nutritivi, a El Alto si registrino significativi livelli di malnutrizione e denutrizione infantile a causa delle disuguaglianza nell’accesso agli alimenti. Questo si deve in grande misura ai bassi ingressi economici di quasi il 70% delle famiglie della città che rendono impossibile l’acquisto di prodotti a prezzo di mercato. I nuclei famigliari con problematiche economiche cercano di assicurarsi unicamente alimenti energetici come cereali o tuberi, evitando l’acquisto di carne, frutta e ortaggi che apportano vitamine e minerali indispensabili per la crescita e lo sviluppo. A questo si aggiunge la mancanza di conoscenza del rapporto qualità-prezzo degli alimenti in base al loro valore nutritivo che induce la popolazione di El Alto a non usare correttamente il proprio budget per la spesa di alimenti.

Le conseguenze dell’uso prevalente di alimenti ad alto contenuto di amidi e carboidrati sono il ritardo nella crescita e l’obesità.

La cattiva alimentazione porta inoltre a un aumento di casi di anemia che a El Alto raggiungono livelli allarmanti: 8 bambini su 10 ne soffrono per mancanza di ferro, vitamina A e iodio. I dati presentano tendenze estreme e, per ora, le politiche della salute sono dirette a ridurre la malnutrizione solo in alcuni soggetti vulnerabili quali le donne gravide e bambini minori di cinque anni; mentre non sono ancora indirizzate con forza agli adolescenti, agli adulti e alla terza età. In particolare, i bambini in età scolare di El Alto spesso soffrono malnutrizione sia nelle proprie case sia a scuola, dove non ricevono, nel servizio mensa un’adeguata alimentazione. Molto spesso, la maggior parte di questi minori e giovani non solo si recano alle proprie unità educative senza fare colazione, senza cibo e senza aver ricevuto adeguati attenzioni dai genitori, ma non trovano un supporto alimentare adeguato neppure presso le mense scolastiche, rischiando quindi di essere totalmente privi di un’opportunità di accesso a un pasto equilibrato nella giornata.

2) EDUCAZIONE ED ISTRUZIONE

La situazione educativa della società boliviana presenta parecchie problematiche, molte delle quali derivano da difficoltà strutturali del paese, a cui il governo sta provando a dare una risposta. Il sistema educativo statale non riesce a garantire standard di qualità adeguati a tutti i cittadini, soprattutto agli appartenenti alle fasce più basse della popolazione, in particolare alla popolazione di origine indigena proveniente da zone rurali che spesso necessitano del lavoro dei propri figli per sopravvivere come nucleo famigliare. Il dover provvedere al sostentamento della famiglia inficia il rendimento e la frequenza scolastica dei minori.

Secondo i dati INEI del 2012 a El Alto un segmento di circa il 40% della popolazione è composto da minori in

(10)

età scolare. Questa popolazione costituisce i nuclei scolastici delle unità educative del settore pubblico del paese, in cui non sono sufficienti gli insegnanti e gli educatori e dove non si percepisce un’educazione formale personalizzata, non si realizzano corsi di formazione e non si insegnano ai docenti le tecniche per formare i ragazzi. In tale contesto, i padri di famiglia si preoccupano molto poco del successo scolastico dei propri figli e si limitano solo a rimproverarli o a premiarli quando termina l’anno. Nel 2011 Il tasso di analfabetismo a El Alto, ridotto negli ultimi due anni grazie ad intense campagne di alfabetizzazione governative, si aggira secondo i dati raccolti dall’ong Yanapi intorno al 12% della popolazione che gravita intorno alla via principale della Ceja, ma in area rurale raggiunge il 25%. Inoltre secondo i dati INEI a El Alto sono iscritti alle scuole 185.059 studenti, a fronte di una popolazione in età scolastica di circa 220.000 persone. Il tasso di dispersione sfiora il 6% e gli anni medi di studio non arrivano a 8. Nella città di El Alto un progetto dell'Unione Europea ha creato nel 2004 (ed è ancora attivo) 12 Centros de Recursos Pedagógicos (CRP), distribuiti in tutta la città per rafforzare le strutture dell'educazione formale. Il progetto vuole costituire un appoggio alle attività di informazione e di formazione di nuove competenze tra i giovani, ampliando gli interventi anche alle tematiche collegate all’educazione integrale e alla promozione del benessere psico- fisico dei bambini e degli adolescenti. I CRP, nonostante siano gestiti dal governo municipale, lamentano carenze di organico e strutturali che non gli permettono di assolvere il compito per cui sono stati creati. La zona di El Alto interessata dalle attività progettuali è un laboratorio di integrazione, dove confluiscono persone di differenti etnie boliviane. Questo genera problemi di convivenza, di scambi linguistici difficili, che si sommano a condizioni di marginalità derivate dalla povertà generalizzata della città. Nel contesto di degrado de El Alto, molti bambini si recano alle proprie unità educative senza fare colazione, senza cibo e senza le attenzioni dei genitori che escono da casa prima di loro e rincasano molto tardi.

3) TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA

Uno studio del Centro Boliviano di Ricerca e Azione educativa (CEBIAE) ha rivelato che nel 2013 nel distretto di La Paz-El Alto sono 70% i minori che lavorano almeno 12 ore al giorno in particolare in attività commerciali. Durante i massacranti orari di lavoro (giornate di circa 13 ore in media), le bambine che svolgono attività di vendita ambulante sono a rischio di molestie in strada e sfruttamento sessuale. I bambini che lavorano in strada sono circa 1500 e vivono situazioni di emarginazione legate soprattutto alla fuga o all’espulsione dal contesto famigliare. Nel 2014 l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa d’infanzia (UNICEF) in collaborazione con il Vice Ministero per la sicurezza Cittadina Bolivano ha realizzato uno studio sulla situazione dei cosiddetti bambini di strada che vivono a El Alto concentrandosi in particolare sulle cause che hanno portato a queste situazioni. La violenza famigliare è la motivazione data dal 36% degli intervistati alla loro situazione di vita nella strada. Seguono i problemi scolastici (18%) e l’influenza degli amici e delle bande, (pandillas) a cui spesso i ragazzi partecipano (10%).1 Fra le ragazze che vivono in strada ben il 98% esercita la prostituzione come mezzo di sopravvivenza. Il Diagnostico mette in luce come la popolazione della strada di El Alto sia cambiata: sono sempre più adolescenti e giovani che scelgono di vivere in strada e nel 2014: la maggioranza dei ragazzi esprime rifiuto rispetto alle Istituzioni pubbliche viste come nemiche e lontane: ben il 56% dei ragazzi teme gli assalti e le violenze fisiche della polizia, mentre parallelamente si registra un aumento dei comportamenti delinquenziali dei ragazzi di strada con un aumento dei furti e delle rapine ad opera di minori (+15%). Ugualmente preoccupante è la situazione dei minori che, pur non vivendo la situazione estrema della strada, sono vittime di violenza sessuale Un report dell’ Osservatorio di genere, coordinamento Donne nel 2008 ha registrato che il 62% delle vittime di denunce di violenza sessuale a El Alto sono minori. Il 50% delle violenze denunciate si sono verificate in ambito famigliare. Secondo la Dirección General de la Niñez y Adolescencia, 7 bambini su 10 patiscono maltrattamenti domestici, mentre 8 su 10 subiscono violenza in ambito scolastico e lavorativo. Ci si trova dinanzi ad un problema che colpisce la società boliviana nel suo complesso. I danni psicologici/emotivi constatati nei bambini che subiscono violenza sono disparati e contrastanti: ci si può imbattere in caratteri passivi, estremamente compiacenti, timidi e poco comunicativi fino a profili aggressivi, iperattivi, ribelli e rabbiosi. Alcune volte, gli stessi soggetti presentano attitudini estreme quali la propensione al suicidio o disturbi del proprio sviluppo fisico, emozionale ed intellettuale. Il maltrattamento nei confronti delle bambine, rafforzato dalla dilagante discriminazione di genere perpetrato da una società fondamentalmente maschilista, si incrocia con il basso livello economico dell’area de El Alto, generando come effetto un incremento della prostituzione minorile. Secondo un report del 2011 dell’organizzazione Munasim Kullakita       

(11)

operante a El Alto, circa 250 tra bambine e adolescenti, minori di 18 anni sono vittime di tratta e sfruttamento della prostituzione. Nel 2011 l’organizzazione identifica 80 bambine sfruttate sessualmente lungo la via principale de El Alto. Le bambine spesso non hanno percezione dello sfruttamento, ma registrano la loro condizione come “normale”, non rendendosi conto dei danni psicologici e fisici di cui sono vittime. La maggior parte delle ragazze incontrate da Munasim Kullakita a El alto sono minori tra i 12 e i16 anni, lavoratrici sessuali provenienti da La Paz e El Alto, ma anche migranti da Santa Cruz, Pando e Beni.

Secondo i dati ufficiali della municipalità di El Alto nel 2011 sono circa 600 le minori vittime di sfruttamento sessuale che lavorano in postriboli registrati ufficialmente, ma sono centinaia e centinaia coloro che lavorano clandestinamente. Nel 2012 la “Mesa contra la violencia sexual” organizzazione che si occupa del registro di bambine e adolescenti vittima di commercio sessuale, ha evidenziato il tremendo conflitto sociale che vede i minori al centro di una rete di sfruttamento in cui lo Stato la maggior parte delle volte non svolge azioni di tutela delle vittime. Spesso non vengono perseguiti i colpevoli della prostituzione e non vengono aiutate le vittime a liberarsi dalla schiavitù della vendita del proprio corpo e reinserirsi nella società. Nel report della Mesa emergono dati inquietanti: gli sfruttatori della prostituzione minorile offrono la verginità di bambine di 12 anni per la somma di 1000 boliviani. In generale per ogni prestazione sessuale le bambine ricevono dal cliente tra i 20 e i 30 boliviani, di cui i 2/3 rimangono al proprietario del postribolo e circa 10 bolivianos sono percepiti dalle bambine.

Nel settore Sicurezza Alimentare ASPEm interviene nel territorio di La Paz-El Alto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ circa 600 minori tra 0 e 13 anni che frequentano 3 scuole della città di El Alto e La Paz (distretti 2,3,8 di El Alto e zona centro e sud di La Paz)

¾ circa 60 persone tra educatori ed insegnanti delle scuole frequentate dai minori inseriti nel progetto.

Beneficiari:

¾ circa 1000 cittadini, tra rappresentanti della società civile e genitori dei bambini

Nel settore Educazione e Istruzione ASPEm interviene nel territorio di La Paz-El Alto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ circa 260 bambini e adolescenti a rischio di dispersione scolastica o già espulsi da sistemi educativi tradizionali inclusi in progetti di reinserimento scolastico e avvio al lavoro

Beneficiari:

¾ Circa 550 famigliari di bambini e bambine ed adolescenti inseriti nei progetti

Nel Settore Tutela infanzia e adolescenza ASPEm interviene nel territorio di La Paz-El Alto con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 245 bambine e adolescenti, minori di 18 anni, vittime di sfruttamento sessuale.

¾ Circa 120 Rappresentanti delle istituzioni di tutela dei minori a El Alto e La Paz;

¾ 260 Bambini bambine e adolescenti in condizioni di marginalità e di abbandono.

Beneficiari:

¾ Circa 1200 famigliari di bambine ed adolescenti donne inserite nei progetti.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

LA PAZ - EL ALTO (ASPEm)

¾ Contribuire all’acquisizione di sane abitudini alimentari e adeguati comportamenti igienico sanitari legati al cibo e alla sua trasformazione per 600 bambini/e ed adolescenti e 60 educatori e professori dei distretti 2,3 e 8 de El Alto con una riduzione al 19% il tasso di malnutrizione globale del territorio di La Paz-El Alto

¾ Promuovere il recupero e il reinserimento scolastico per 260 Minori a rischio di dispersione scolastica o scarsamente alfabetizzati riducendo al 9% l’indice di analfabetismo e al 4% il tasso di dispersione scolastica della zona di El Alto

(12)

¾ Promuovere un sistema di assistenza, accoglienza e reinserimento di bambine e adolescenti vittime sfruttamento della prostituzione: 245 bambine vittime di violenza sessuale e sfruttamento

beneficiano di un efficace sistema di seconda accoglienza. Verranno coinvolte n. 120 Istituzioni locali in una rete efficiente volta alla prevenzione della violenza e dello sfruttamento sessuale dei minori

¾ Promuove percorsi per l’inclusione ed il reinserimento sociale di bambini marginalizzati o che vivono per strada nel territorio di El Alto. Saranno n. 60 i ragazzi di strada coinvolti in percorsi di educativa di strada e prevenzione dalla violenza e dall’uso di droghe e n. 30 i ragazzi lustrascarpe inseriti in percorsi di orientamento professionale

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi LA PAZ - EL ALTO (ASPEm)

Azione 1. Realizzazione di attività per incentivare sane abitudini alimentari ed igiene adeguata per lo sviluppo di 600 bambini/e residenti nei distretti 2,3 e 8 di El Alto

1. Realizzazione di 4 corsi di formazione (per un monteore di 40 ore totali, nell'arco di 4 mesi) rivolti a 60 insegnanti per migliorare la qualità di vita dei minori mediante sane abitudini alimentari e cure familiari appropriate  

2. Elaborazione di valutazione nutrizionale ed accompagnamento a visite mediche specifiche rivolti a 30 gruppi di minori

3. 4 Workshop di formazione (per un monteore di 40 ore totali, nell'arco di 4 mesi), previsti nell'arco di tempo di 4 mesi) rivolto ad almeno 4 gruppi da 20 bambini sulle sane abitudini alimentari, sull’igiene, sulla cura del corpo  

4. 2 Workshop di informazione e formazione (per un moteore di 20 ore totali, nell'arco di 2 mesi) rivolto a 10 gruppi di genitori sulle cure genitoriali 

5. Costruzione di 3 orti comunitari nelle unità educative e nei centri di accoglienza 6. Utilizzo degli ortaggi in 3 mense scolastiche

7. Organizzazione di 1 fiera della salute dove esperti offrono informazioni sulla nutrizione e gli studenti informino la popolazione sul tema della sana alimentazione

Azione 2. Gestione di attività di formazione e reinserimento di 245 bambine e adolescenti vittime sfruttamento della prostituzione

1. Pianificazione e realizzazione di 1 uscita di educativa di strada a settimana 2. Elaborazione di percorsi di sostegno psicologico individualizzato

3. Inserimento nella comunità per vittime di sfruttamento della prostituzione (fino a 15 persone per volta)

4. Realizzazione di attività terapeutiche e di sollievo mediante l’arte e il mezzo espressivo

5. Attuazione di 1 attività settimanale di formazione al lavoro rivolta alle vittime di sfruttamento sessuale.

6. Realizzazione di 4 eventi (da realizzarsi nell'arco di 4 mesi) rivolti alle scuole de El Alto sul tema della violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile 

7. Gestione di 1 evento al mese di sensibilizzazione al tema della prostituzione minorile rivolto alle famiglie delle vittime

8. Realizzazione di 1 laboratori settimanale legato a arte e creatività

Azione 3. Realizzazione di attività di prevenzione della prostituzione minorile e rafforzamento della rete di istituzioni attive nella Tutela dei minori

1. Realizzazione di 6 incontri (da realizzarsi nell'arco di 6 mesi, con cadenza mensile) con le realtà che si occupano di Educazione e Tutela dei Minori a El Alto 

2. Realizzazione di 4 seminari (da realizzarsi nell'arco di tempi di 4 mesi) e corsi di aggiornamento per 2 gruppi da 20 operatori della Pubblica Amministrazione che si occupano di infanzia e adolescenza. 

3. Realizzazione di 4 seminari (da realizzarsi nell'arco di tempo di 4 mesi) sul tema della violenza di genere rivolti a 4 gruppi di 20 poliziotti de El Alto

4. Elaborazione di protocolli comuni per l’orientamento educativo dei ragazzi (da realizzarsi nell'arco di tempo di 9 mesi). 

5. Promozione e diffusione della Carta del Buen Trato per i bambini di El Alto da promuovere presso famiglie, scuole e Centri educativi.

6. Realizzazione di colloqui settimanali alla presenza dei genitori per migliorare l’organizzazione, le attività di studio e delle responsabilità nella famiglia nella prevenzione di abusi sui minori

7. Realizzazione di 1 evento annuale in occasione della Giornata Onu dei diritti dei Minori Azione 4. Realizzazione di attività sportive e ludiche per l’inclusione sociale di bambini marginalizzati

(13)

1. Realizzazione di 50 sessioni di allenamento a gioco del calcio nel campo di calcio Alto Lima della città di El Alto per 5 gruppi di bambini e adolescenti divisi per età (5-6 anni, 7-8 anni, 9-10 anni, 11- 12 anni, 13-18 anni). Da realizzarsi nell'arco di tempo di 12 mesi. 

2. Realizzazione di 30 sessioni di allenamento e preparazione all’atletica leggera nel campo di calcio Alto Lima della città di El Alto per 5 gruppi di bambini e adolescenti divisi per età (5-6 anni, 7-8 anni, 9-10 anni, 11-12 anni, 13-18 anni).

3. Realizzazioni di n. 24 laboratori attivi per studenti e insegnanti sul tema del gioco di movimento come strumento per apprendere concetti astratti di logica e matematica. Da realizzarsi nell'arco di tempo di 12 mesi. 

4. N. 12 laboratori per insegnanti sull’uso del gioco come strumento per una didattica alternativa. Da realizzarsi nell'arco di tempo di 12 mesi. 

5. Realizzazione di 12 corsi di aggiornamento per docenti di educazione fisica e preparatori sportivi sul tema del rapporto fra Sport e Diritti dell’infanzia.

6. Elaborazione di materiale didattico per la diffusione di comportamenti sportivi e buone pratiche di allenamento e gioco come strumento di coesione sociale rivolto ad insegnanti ed operatori delle Istituzioni. Da realizzarsi nell'arco di tempo di 5 mesi. 

7. Realizzazione di una campagna informativa. Si prevede la realizzazione di: 5 incontri di cui 2 di informazione e sensibilizzazione e 3 workshop operativi rivolti a famiglie ed insegnanti; realizzazione di interventi sulle radio locali, realizzazione di 3 incontri istituzionali rivolti alle autorità locali sul tema del diritto al gioco e tutela dell’infanzia. 

8. Realizzazione di una Giornata dello Sport nel distretto 8 di El Alto.

Azione 5. Realizzazione di percorsi individualizzati adolescenti che vivono in strada 1. Pianificazione e realizzazione di 1 uscita di educativa di strada a settimana

2. Elaborazione di percorsi di sostegno psicologico individualizzato per n.60 i ragazzi che vivono in strada.

3. Elaborazione di n.24 laboratori ludici e sportivi per il rafforzamento dell’autostima e la fiducia nell’altro

4. Elaborazione di n. 8 momenti di sensibilizzazione sul tema dell’abuso di alcol e droghe con modalità di educativa di strada (da realizzarsi nell'arco di tempo di 8 mesi). 

5. Elaborazione di 4 percorsi formativi e di aggiornamento per operatori delle Istituzioni locali sulle nuove forme di vita di strada e metodi di approccio ai minori che vivono in condizioni di marginalità (da realizzarsi nell'arco di tempo di 3 mesi). 

6. Sostegno ed accompagnamento dei minori per l’elaborazione di un giornalino di strada (da realizzarsi nell'arco di tempo di 9 mesi).  

7. Elaborazione insieme ai ragazzi di percorsi di accompagnamento turistico per turisti solidali come alternativa al lavoro di lustrascarpe

8. Attivazione di n.30 percorsi di formazione professionale per ragazzi ex lustrascarpe (da realizzarsi nell'arco di tempo di 12 mesi). 

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 coordinatore di programma- Azione 1, 2, 3, 4, 5 

¾ 3 coordinatori di progetto- Azione 1, 2, 3 4, 5 

¾ 1 amministratore di progetto- Azione 1, 2, 3, 4, 5 

¾ 1 logista per supporto tecnico all’organizzazione e pianificazione delle attività tecniche preparatorie alla realizzazione degli orti- Azione 1 

¾ 1 esperto nutrizionista- Azione 1  

¾ 1 esperto di discipline motorie- Azione 4 

¾ 3 formatori esperti- Azione 1, 2, 3 

¾ 3 educatori - Azione 2, 3, 4, 5 

¾ 2 psicologi- Azione 2, 3, 5 

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

EL ALTO-LA PAZ (ASPEM) Volontario/a N°1

¾ Supporto alla elaborazione del materiale per 4 corsi di formazione rivolti a 60 insegnanti per migliorare la qualità di vita dei minori mediante sane abitudini alimentari e cure familiari appropriate

¾ Accompagnamento dei minori a visite mediche specifiche rivolte a 30 gruppi di bambini

¾ Affiancamento durante l’attività di formazione in aula sul tema di sane abitudini alimentari, cura e igiene del proprio corpo e buon comportamento alimentare

¾ Reperimento materiale didattico adatto ai bambini sul tema della sane abitudini alimentari

¾ Affiancamento durante i workshop sulle cure genitoriali rivolte a 10 gruppi di genitori

(14)

¾ Affiancamento durante l’attività di 3 mense scolastiche che utilizzino ortaggi coltivati nel progetto

¾ Supporto all’organizzazione di 1 fiera della salute

¾ Supporto alle attività di realizzazione del materiale didattico.

Volontario/a N°2/3

¾ Affiancamento dell’equipe di educativa di strada in uscita settimanale

¾ Supporto agli educatori e alla psicologa nella definizione del percorso psicologico da offrire alle vittime di sfruttamento della prostituzione

¾ Affiancamento nella realizzazione di attività terapeutiche e di svago nel centro di accoglienza delle vittime di sfruttamento sessuale attraverso l’uso di strumenti artistici e creativi.

¾ Supporto nella realizzazione di attività settimanali volte a favorire formazione e orientamento lavorativo alle vittime di violenza sessuale.

¾ Affiancamento nella somministrazione di 4 eventi rivolti alle scuole de El Alto sul tema della violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione minorile

¾ Ricerca di materiale didattico sul tema della violenza sessuale e sfruttamento della prostituzione

¾ Affiancamento ai colloqui con i genitori delle vittime di sfruttamento Volontario/a N. 4

¾ Supporto alle attività di realizzazione del materiale di studio per il Tavolo di lavoro fra Istituzioni

¾ Supporto nella gestione dei seminari di aggiornamento per operatori della Pubblica Amministrazione

¾ Supporto alle attività di elaborazione dei corsi e della formazione per i poliziotti di EL Alto

¾ Affiancamento nell’elaborazione dei corsi di formazione rivolti ai funzionari della Polizia de El Alto

¾ Supporto nell’elaborazione e stesura del Protocollo per l’orientamento educativo dei bambini

¾ Supporto nella promozione e diffusione della Carta del Buen Trato.

¾ Supporto e affiancamento nella realizzazione dei colloqui settimanali con i genitori

¾ Affiancamento nelle attività organizzative dell’evento in occasione della Giornata Internazionale dei diritti dei minori

Volontario/a n. 5

¾ Supporto nella realizzazione di 50 sessioni di allenamento al gioco del calcio nel campo di calcio Alto Lima della città di El Alto per 5 gruppi di bambini e adolescenti divisi per età (5-6 anni, 7-8 anni, 9-10 anni, 11-12 anni, 13-18 anni).

¾ Supporto nella realizzazione 30 sessioni di allenamento e preparazione all’atletica leggera nel campo di calcio Alto Lima della città di El Alto per 5 gruppi di bambini e adolescenti divisi per età (5- 6 anni, 7-8 anni, 9-10 anni, 11-12 anni, 13-18 anni).

¾ Supporto nella Realizzazione di n. 24 laboratori attivi per studenti e insegnanti sul tema del gioco di movimento come strumento per apprendere concetti astratti di logica e matematica.

¾ Supporto nella realizzazione N. 12 laboratori per insegnanti sull’uso del gioco come strumento per una didattica alternativa.

¾ Supporto nella realizzazione di 12 corsi di aggiornamento per docenti di educazione fisica e preparatori sportivi sul tema del rapporto fra Sport e Diritti dell’infanzia.

¾ Supporto nell’ elaborazione di materiale didattico per la diffusione di comportamenti sportivi e buone pratiche di allenamento e gioco come strumento di coesione sociale rivolto ad insegnanti ed operatori delle Istituzioni.

¾ Supporto nell’elaborazione di questionari di valutazione dell’esperienza.

¾ Supporto nella realizzazione di una campagna informativa rivolta a insegnanti famiglie e autorità locali sul tema del diritto al gioco e tutela dell’infanzia

¾ Supporto nella realizzazione di una Giornata dello Sport nel distretto 8 di El Alto.

Volontario n. 6

¾ affiancamento dell’equipe di educativa di strada in uscita settimanale;

¾ Affiancamento e supporto nella realizzazione di piani psicologici individualizzati

¾ Realizzazione di momenti di svago per i ragazzi lavoratori e di laboratori ludici e sportivi

¾ Supporto nella elaborazione di 8 momenti di sensibilizzazione sul tema dell’abuso di alcol e droghe con modalità di educativa di strada

¾ Elaborazione di 4 percorsi formativi e di aggiornamento per operatori delle Istituzioni locali sulle nuove forme di vita di strada e metodi di approccio ai minori che vivono in condizioni di marginalità.

¾ Supporto e affiancamento dei minori per l’elaborazione di un giornalino di strada

¾ Supporto e affiancamento per l’Elaborazione insieme ai ragazzi di percorsi di accompagnamento turistico per turisti solidali come alternativa al lavoro di lustrascarpe

¾

Supporto nell’Attivazione di n.30 percorsi di formazione professionale per ragazzi ex lustrascarpe

 

REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

(15)

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

Specifici:

EL ALTO-LA PAZ (ASPEM) Volontari/e n. 1

¾ Formazione: preferibile formazione in ambito ambientale e/o agronomico e/o educativo

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola parlata e scritta

¾ Preferibile pregressa esperienza nella tematiche di sviluppo collegate alla sicurezza alimentare

¾ Preferibile pregressa esperienza di studio e/o esperienza in ambito delle coltivazioni

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

¾ Preferibile esperienza nell’elaborazione di materiale per la realizzazione di laboratori formativi indirizzati a giovani e adulti.

Volontari/e 2,3,4

¾ Formazione in: preferibile scienze dell'educazione, psicologia, scienze sociali, antropologia; arte terapia, musicoterapia dramma terapia, diplomati in scuole professionali (estetista, parrucchiere, panettiere falegnameria)

¾

Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta

 

¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di laboratori creativi, teatrali, di danza

¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di bambini e di donne

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di momenti formativi, laboratori, corsi di aggiornamento

Volontari/e 5, 6

¾ Formazione in: preferibile scienze dell'educazione, scienze motorie, assistenza sociale

¾ Buona conoscenza della lingua spagnola, parlata e scritta

¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di gruppi di aggregazione giovanile (gruppi scout, gruppi sportivi, gruppi oratoriali)

¾ Preferibile esperienza nell’allenamento sportivo di gruppi giovanili

¾ Preferibile pregressa esperienza con gruppi di bambini e adolescenti anche mediante educativa di strada

¾ Preferibile esperienza pregressa nella gestione di momenti formativi, laboratori, corsi di aggiornamento

¾ Preferibile esperienza all’estero in America Latina

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

ASPEm Cantù (CO) Via Dalmazia, 2 -

22063 031-711394 www.aspem.org

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a aspem@pec.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2016 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

Documenti correlati

Il CEFA fonda la propria missione sullo sviluppo delle comunità e delle istituzioni locali in paesi tra i più poveri del mondo, attraverso il miglioramento delle economie familiari

I Partner di FOCSIV nei diversi progetti sono rispettivamente: Asylum Access nell’ambito diritti umani e sviluppo sociale, occupandosi della protezione delle vittime di tratta e

Attraverso il progetto della Red Amazzonica, si intende prestare un servizio di accompagnamento, psicologico e legale, alle persone che hanno subito e che subiscono violazione

Dal 2009 è stato avviato un progetto pilota cofinanziato dal Comune di Brescia per il rafforzamento del sistema integrale di comunicazione nelle comunità di Salinas,

Il patronato Municipale organizza e realizza campagne a favore dell’inserimento scolastico e sociale di bambini e adolescenti in situazione di rischio della città di Santo Domingo,

Secondo diversi studi (ONU Mujeres 2013; Actoras de Cambio 2010; ECAP 2011), l’impunità e l’oblio sulle violazioni perpetrate contro la popolazione femminile negli anni ’70 e

In seguito ha ottenuto un finanziamento da OCHA per la realizzazione di 12 blocchi di latrine e 8 sistemi di raccolta d’acqua piovana nelle scuole, distribuendo 60,000 kit

Ad esempio, la maggior parte delle strutture sono mal distribuite, offrono un pacchetto limitato di servizi, mancano di personale qualificato, attrezzature adeguate, fonti