• Non ci sono risultati.

ISTRUZIONI PER LA CURADEL MONCONE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "ISTRUZIONI PER LA CURADEL MONCONE"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

ISTRUZIONI PER LA CURA DEL MONCONE

ARTO SUPERIORE

CENTRO PROTESI INAIL

(2)
(3)

Gentile ospite,

nel darle il benvenuto, le forniamo alcune informazioni che potrebbero esserle utili per la buona riuscita del suo percorso riabilitativo.

La cute del suo moncone in questo momento ha bisogno di cure particolari: una cute in buono stato le permetterà di poter indossare senza problemi la sua protesi.

Insieme alla cura della cute è necessario eseguire con costanza i bendaggi funzionali del moncone, indispensabili per prepararlo adeguatamente ad accogliere il presidio protesico.

L’operatore sanitario (infermiere o fisioterapista), durante la visita medica, le mostrerà come eseguirlo e le consegnerà queste utili istruzioni per l’apprendimento della corretta tecnica di bendaggio.

Le consigliamo di compilare un diario per almeno una settimana: l’aiuterà a prendersi cura del moncone e a verificare la necessità di un eventuale intervento sanitario. Successivamente potrà continuare i controlli senza compilare il diario.

Il personale sanitario del Centro Protesi

(4)

ISTRUZIONI PER UN’ADEGUATA CURA DELLA CUTE DEL MONCONE Valutazione

Ogni giorno occorre effettuare l’ispezione della cute, ricorrendo, se necessario, all’aiuto di uno specchietto.

L’ispezione deve essere fatta a fine giornata ed anche a seguito di prolungate posizioni che implicano la riduzione della mobilità ed il posizionamento del moncone su superfici dure (per es. prolungata seduta in carrozzina, allettamento forzato…).

Annotare ogni eventuale variazione sul diario (es. arrossamenti). Se sono presenti lesioni, comunicarlo al proprio medico curante per favorirne la guarigione.

Esempio di Diario giornaliero

Data ………

Aspetto del moncone

□ sano, cute integra

□ cute arrossata

□ cute secca

□ presenza di escoriazioni, dove? ………

□ presenza di flittene, dove? ……….

Interventi sul moncone

□ applicazione di creme idratanti

□ esecuzione di medicazione, quante volte al giorno? Con che cosa?

………

………

Esecuzione

del bendaggio □ si, chi lo ha eseguito? ………

□ no, perché non è stato eseguito? ………

 

(5)

Igiene della cute e gestione dell’umidità

Mantenere un’accurata igiene del moncone con lavaggi ripetuti durante la giornata (in particolare, in caso di sudorazione eccessiva).

Porre particolare attenzione anche alle zone delle ascelle, che presentano maggiore sudorazione.

Evitare l’uso di detergenti aggressivi e contenenti profumi che, alterando il pH fisiologico, possono causare irritazione e secchezza della cute.

Utilizzare agenti idratanti preferibilmente prima di coricarsi.

Sia i saponi sia gli agenti idratanti devono essere preferibilmente a base di prodotti naturali e oli vegetali (es. sapone di Marsiglia bio) senza profumazioni.

Asciugare accuratamente la cute dopo ogni lavaggio tamponando il moncone ed evitando “sfregamenti” che possano provocare irritazioni.

Detergere e asciugare la cute con cura, prima di indossare la protesi o il bendaggio, permette di evitare alla pelle di irritarsi, macerarsi e la proliferazione di germi.

In caso di eccessiva sudorazione, applicare un antitraspirante sulla cute.

In caso di situazioni di incontinenza, usare presidi che consentano, per quanto possibile, di mantenere la cute asciutta.

Non radersi la cute del moncone, in quanto questa pratica favorisce il rischio di peli incarniti, che rappresentano una fonte di infezione.

(6)

Massaggio del moncone

Mobilizzazione della cute

• Iniziare da un’area con le dita

• Premere fermamente e muovere i tessuti profondi per 30 secondi

• Ripetere lungo tutta l’area del moncone

• Dopo che la ferita chirurgica è completamente guarita, ripetere questa stessa tecnica per mobilizzare la cicatrice chirurgica. Il processo è lo stesso tranne che 2 dita dovrebbero essere poste sulla cicatrice

Massaggio del moncone

• Iniziare con un massaggio leggero vicino alle articolazioni (gomito e spalla)

• Gradualmente muovere il massaggio vicino alla fine del moncone

• Gradualmente aumentare la profondità del massaggio

(7)

Nutrizione

Mantenere una dieta equilibrata.

Se sono presenti patologie (es. diabete) seguire le relative indicazioni mediche.

Bere abbondante acqua naturale, almeno due litri al giorno, per favorire una buona idratazione cutanea.

Mantenere costante il peso corporeo, per evitare variazioni delle dimensioni del moncone.

Presenza di innesto cutaneo trapiantato

La cute in questo caso è molto delicata e necessita di attenzioni particolari.

Usare agenti idratanti più volte durante il giorno, osservando scrupolosamente le indicazioni mediche fornite dallo specialista.

Evitare l’esposizione ai raggi solari oppure usare creme ad alto fattore di protezione, per evitare il rischio di disidratazione.

(8)

Bendaggio Elasto Compressivo

Al fine di mantenere una corretta circolazione sanguigna dell’arto operato, è importante apprendere tempestivamente la corretta tecnica di esecuzione del bendaggio. Questo va eseguito sia durante il periodo che intercorre dall’intervento chirurgico alla fornitura della protesi, sia durante il periodo di training all’uso della protesi stessa e quando si vuole dare riposo al moncone.

Scopo del bendaggio:

• Ridurre l’edema nel post operatorio e quello da stasi venosa

• Proteggere la cute

• Accelerare l’ipotrofia dei tessuti molli

• Favorire una riduzione del volume del moncone con rimodellamento dello

stesso a “tronco di cono”, ciò è utile

per una buona circolazione ed una

efficace protesizzazione

Il bendaggio va eseguito con bende monoelastiche (nel solo verso della lunghezza).

La benda viene applicata in senso longitudinale dall’apice del moncone e con tensione decrescente dal basso verso l’alto.

L’altezza della benda dipende dal livello di amputazione del moncone. La tecnica da eseguire è quella a lisca di pesce e non in senso circolare

(9)

TECNICA DI ESECUZIONE DEL BENDAGGIO

Iniziare mettendo in tensione la benda e partire dalla parte posteriore del moncone

Avvolgere il moncone sul davanti

Mentre si srotola la benda dare sempre un certo grado di tensione

Ancorare la benda all’apice del moncone

(10)

Girare intorno all’apice

Salire in diagonale, avvolgendo il moncone ad otto, per formare man mano la lisca di pesce

Continuare l’avvolgimento in diagonale

Tornare verso il basso in diagonale ed avvolgere nuovamente l’apice del moncone

(11)

Salire in diagonale, avvolgendo il moncone ad otto, continuando a formare la lisca di pesce

Proseguire sempre in questo modo salendo e scendendo in diagonale in modo da avvolgere il moncone

Terminare il bendaggio fermando la benda con ganci elastici.

(12)

- Una condizione molto importante da rispettare è la tensione del bendaggio, che è soggettiva rispetto all’amputato, ma che comunque non deve essere troppo lento, perché non sortirebbe alcun effetto di scarico venoso, né troppo stretto, perché impedirebbe una corretta circolazione del sangue. È bene assicurarsi che si riesca a compiere i normali movimenti articolari con il moncone fasciato.

- in caso di monconi molto voluminosi si consiglia di usare due bende.

- In caso di allergie/intolleranze ai componenti della benda elastica, prima del suo posizionamento, è possibile mettere a contatto con la cute delle bende anallergiche.

- Nella fase preprotesica il bendaggio deve essere sempre tenuto nelle ore diurne, e va ripetuto ogni tre o quattro ore, man mano che diminuisce l’effetto tensorio. Il moncone deve essere lasciato libero durante il riposo notturno.

Nel caso di amputazione transradiale bisogna inglobare nel bendaggio anche l’articolazione del gomito.

Nel caso di amputazione transomerale bisogna arrivare con la benda fino alla radice dell’arto.

(13)

Postura

Nel paziente amputato, l’interruzione delle catene muscolari può portare a disfunzioni o disarmonie più o meno gravi. I disturbi posturali presenti nella fase statica si riflettono nella fase dinamica e quindi, nel cammino nel paziente amputato di arto inferiore, e in atteggiamenti scoliotici negli amputati di arto superiore con ripercussioni gravi a carico della colonna vertebrale.

È importante per il paziente amputato di arto superiore rinforzare i muscoli della schiena, che lo aiutino a sostenere il peso della protesi e a ottenere un miglior uso della stessa.

È necessario eseguire appena possibile, nella fase post operatoria e prima della fornitura della protesi dei semplici esercizi per mantenere un buon tono muscolare, ed evitare pericolose retrazioni.

Aiutandosi con l’altro braccio, muovere il moncone fino a raggiungere la massima ampiezza possibile.

Eseguire inoltre, solo se non insorge forte dolore, delle lente circonduzioni della spalla, passando con braccio e moncone il più possibile vicino alle orecchie.

(14)

Portare entrambe le braccia in fuori, in avanti e più in alto possibile ed abbassarle lentamente.

Con le braccia lungo i fianchi, estenderle indietro il più possibile e tornare lentamente alla posizione di partenza.

In caso di amputazione transradiale eseguire movimenti di flesso

(15)
(16)

Direzione centrale assistenza protesica e riabilitazione Inail Centro Protesi Inail

Direzione Sanitaria - Area comunicazione istituzionale - Ufficio stampa www.inail.it/centroprotesi

Riferimenti

Documenti correlati

che comunque il Ministero della Salute, nella stessa nota, evidenziava che l'indicatore "Intervento chirurgico per ™ mammella" prevedeva un valore superiore a n.135 casi

Durante il normale funzionamento di uno schermo LCD, il fenomeno della ritenzione dell'immagine non si verifica. Tuttavia, se la stessa immagine resta visualizzata per un

2 = cessazione dell’attività nel corso del periodo d’imposta ed inizio della stessa nel periodo d’imposta successivo, entro sei mesi dalla sua cessazione;. 3 = inizio attività

Piano assistenziale di I livello per il cliente sottoposto ad intervento chirurgico (periodo pre-operatorio con particolare riferimento alla preparazione intestinale, il

Molti possono essere gli imprevisti e le difficoltà durante questo intervento chirurgico; l’affrontare le perdite ossee, rappresenta la più grave complicanza della tecnica di

• Il numero di complicazioni post-operatorie per un dato intervento chirurgico in un dato periodo di tempo, purché il numero di interventi effettuati nel periodo sia alto, e

La seconda fase dell’intervento, “ricostruttiva”, potrà essere immediatamente successiva alla prima fase “escissionale”, e quindi durante lo stesso intervento chirurgico, o

Durante tale periodo, i 10 pazienti sono stati sottoposti a debridment chirurgico delle lesioni durante il ricovero ospedalie- ro, VAC terapia, terapie antibiotiche sulla base