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“A quelli che sono andati… a quelli che sono rimasti… e a quelli che ci saranno “

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Academic year: 2021

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“A quelli che sono andati… a quelli che sono rimasti… e a quelli che ci saranno “

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ISCHEMIA CEREBRALE

Per introdurre questo lungo argomento bisogna prima definire il termine “ischemia“. La parola deriva dal Greco, ovvero isch (riduzione) ed haima (sangue) e sottintende un apporto di sangue insufficiente per soddisfare le richieste energetiche di un determinato distretto dell’organismo. Ovviamente, la mancanza di nutrienti e di ossigeno porta prima alla sofferenza cellulare e poi, se è prolungata, determina la morte dei tessuti circostanti. L’estensione, intesa come volume, e l’entità del danno, intesa come percentuale di cellule morte, dipendono dal tipo cellulare coinvolto e dalla differenza tra la richiesta energetica e l’energia effettivamente fornita.

Il termine ischemia è riferibile a qualsiasi zona dell’organismo; per cui si può parlare di ischemia cardiaca, renale, muscolare, cerebrale etc. Ognuno di questi organi ha caratteristiche diverse, e di conseguenza sono più o meno sensibili al danno ischemico.

Con il termine ictus (dal latino “colpo”) si intende specificamente l’ischemia che riguarda il cervello. Questa patologia è la prima causa di invalidità permanente e la terza causa di morte nei Paesi industrializzati. I recenti progressi medico-scientifici hanno portato a dei miglioramenti nella gestione dei pazienti ischemici come la diagnosi precoce, la trombolisi, la creazione di centri per la terapia contro l’ischemia e la riabilitazione. Tuttavia, l’ictus rappresenta ancora oggi un problema medico carente di efficaci terapie farmacologiche.

Esistono due tipi di ictus: l’ictus ischemico (80%) e ictus emorragico (15%).

L’ictus ischemico è una condizione caratterizzata dall’ occlusione di un vaso

(ischemia) a seguito di una trombosi (25%) o di un’embolia (70%) o, meno frequentemente, a seguito di un improvvisa e grave riduzione della pressione di perfusione del circolo ematico.

L’ictus emorragico è una condizione determinata dalla presenza di un emorragia

intracerebrale non traumatica.

L’ictus presenta diverse caratteristiche anomale che lo contraddistinguono dagli altri tipi di ischemia. La caratteristica più evidente è che la necrosi dei neuroni non

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è causata dalla semplice mancanza di ossigeno, ma è una conseguenza dell’attivazione di complessi meccanismi che scaturiscono durante la riperfusione dell’area colpita. Il tempo che intercorre tra l’ictus ed il raggiungimento del massimo danno cerebrale (finestra terapeutica) ha la durata tale da permettere un tempestivo intervento farmacologico sul paziente. Purtroppo le attuali terapie farmacologiche mirano a ripristinare il flusso sanguigno nelle arterie occluse mediante agenti anticoagulanti. Queste terapie si possono effettuare solo entro 2-3 ore dall’inizio dei sintomi ed hanno scarsa efficacia.

Una più efficace terapia farmacologica dovrebbe mirare a bloccare quei sistemi cellulari che provocano la necrosi neuronale a distanza di giorni dall’evento ischemico.

Questo processo neurodegenerativo ritardato coinvolge numerosi meccanismi cellulari. La comprensione e la dettagliata conoscenza dei possibili mediatori coinvolti in tali processi, rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di terapie farmacologiche più efficaci contro questa diffusa e grave patologia.

Fig.1 Ictus Ischemico: occlusione arteria

cerebrale anteriore destra distale

Fig.2 Ictus emorragico: rottura arteria cerebrale anteriore destra distale

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I sintomi che si manifestano nell’ictus sono dovuti alla perdita transitoria o permanente di determinate funzioni cerebrali e dipendono dalla localizzazione del danneggiamento strutturale all'interno del sistema nervoso centrale.

Poiché l'evento acuto in genere si manifesta solo da una parte (destra o sinistra) del cervello, anche i sintomi sono spesso lateralizzati e includono la perdita della sensibilità di un lato del corpo o del viso, la paralisi parziale, la perdita della vista nel campo visivo, la visione sdoppiata, difficoltà del linguaggio o della articolazione delle parole, vertigini, vomito e perdita della coscienza. Si possono manifestare varie combinazioni di questi sintomi o magari uno soltanto; se l'ischemia avviene in un area cerebrale meno sensibile può anche non causare sintomi e passare inosservata. In molti casi l'ictus causa un danneggiamento permanente del tessuto nervoso con la conseguente permanenza dei sintomi, che possono comunque migliorare durante la terapia riabilitativa in quanto altre regioni cerebrali possono attivarsi per sostituire parzialmente la funzionalità persa.

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