Errata-Corrige al volume
M. Giaquinta, G. Modica, Analisi Matematica: Vol. 4, Funzioni di pi` u variabili, Pitagora editrice, Bologna 2005.
Malgrado le migliori intenzioni degli autori, il volume contiene imprecisioni, errori e alcune palesi assurdit` a. Qui di seguito sono elencati gli errori noti agli autori ad oggi e le correzioni da apportare al volume in oggetto.
Saremo grati a quanti vorranno comunicarci ulteriori errori, imprecisioni o anche critiche agli indirizzi
giaquinta@sns.it giuseppe.modica@unifi.it.
Pisa e Firenze, 15 giugno 2006
Mariano Giaquinta Giuseppe Modica
Pagina Errore Correzione
65 6 da (ii) del Teorema 1.2 dalla definizione di insieme misurabile 65 4 disgiunti, tutti disgiunti, segue da (ii) Teorema 1.2 che
tutti
117 −1 −α xi D i α(x ′ )
117
11 −α x
iD i α(x ′ )
117 14 ∂(Q × [a, b]) ∩ A ∂(Q × [a, b]) ∩ A
156 14 w = x + iy z = x + iy
156 15 `e un cerchio o un rettan- golo
`e un rettangolo
156 16 in generale , se Ω `e un aperto qualunque,
159 10 si abbia si ha
159 8 sia `e
159 6 domini piccoli domini “piccoli”
160 6 F (γ(t)) = F(γ(1)) − F (γ(0))
F R (γ(t)) dt = F R (γ(1)) − F R (γ(0))
160 14 ammissibile elementare
160 14 domini disgiunti domini con parti interne disgiunte 160 12 opposta. opposta quando si percorre in senso
antiorario ∪ i ∂A i .
161 1 Poich´e i segmenti Poich´e gli integrali sui segmenti
161 8 ammissibili elementari
162 8 1
(ζ−z) dz (ζ−z) 1 dζ
162 8 f(ζ)
(ζ−z)
k+1dz (ζ−z) f(ζ)k+1dζ
163 8 ammissibili elementari
167 7 descrivono i campi descrivono alcuni campi
168 17 u y = v x u y = −v x
168 16 u x = −v y u x = v y
176 9 se z = 0 se z = z 0
178 7 un punto singolare isolato una singolarit`a isolata 181 11 ζ ∈ B(z 0 , r 2 ) ζ ∈ ∂B(z 0 , r 2 )
181 12 = ζ−z 1 P
= ζ−z 1
0
P
181 13 totalmente uniformemente
181 11 totalmente uniformemente
183 9 ammissibile elementare
183 13 dominio ammissibile per dominio con A c elementare per 183 5 A ⊂ B(z 0 , r) A ⊂ B(0, r)
184 14 un polo semplice uno zero semplice 184 3 lim z→z0. . . (z 0 ). lim z→z0. . . . 186 6 ammissibile. elementare per Ω.
. . . . 186 6 ammissibile. elementare per Ω.
188 10 = 2π i = −2π i
188 3 ir dθ ire iθ dθ
188 5 f (z)e iωx dz f (z)e iωz dz
189 1 r dt = r dθ =
189 1 r dt ≤ r dθ ≤
189 6 Res (f, z) Res (f (z)e iωz , z) 189 4 sin x
x = sin x x dx =
190 11 e ir2θ
2 e ir2e
2iθ
e
2iθ190 12 i(cos θ . . . r 2 sin 2θ) i cos 2θ − sin 2θ
193 8 cot(πz)) → 0 cot(πz)
→ 0 209 9 π
a e αa |a| π e −α|a|
210 9 Da queste sommando e sottraendo ritrovare
Analogamente, si provino
210 10 a, b > 0. α, β > 0.
Inoltre
• Sostituire l’esercizio 3.47 a pg. 37 con il seguente
3.47 ¶ Dimostrare il seguente principio di massimo per le funzioni armoniche.
Teorema (Principio di massimo). Sia u ∈ C
0(Ω) ∩ C
2(Ω) armonica in Ω. Allora sup
Ω
|u| = sup
∂Ω
|u|.
[Sugg. Per ogni ǫ > 0 e x
0interno a Ω, osservare che v
ǫ(x) := u(x) + ǫ |x − x
0|
2non ha massimo in x
0essendo ∆v
ǫ(x
0) = 2nǫ > 0. Pertanto sup
Ωv
ǫ= sup
∂Ωv
ǫ. . . . ]
• Sostituire il punti (i) e (ii) a pg. 113 con quanto segue (i) Sia A ∈ M N,n (R). Dal teorema dell’alternativa
ker A T A = ker A, ker AA T = ker A T ,
Rank (A T A) = Rank A T = Rank A = Rank (AA T ),
(5.3)
in particolare Rank (A T A) = Rank (AA T ) ≤ min(n, N ).
(ii) Da (i) segue che
det(A T A ) = 0 se n > N , det(AA T ) = 0 se n < N . Ovviamente det(AA T ) = det(A T A ) se n = N .
• Sostituire le pagine da 121 e 122 con le seguenti pagine
F (x
′) :=
Z
α(x′) af(x
′, x
n) dx
n, x
′∈ Q.
Derivando sotto il segno di integrale F (x
′) in x
i, i = 1, . . . , n − 1, cfr. Corollario 2.18, si ottiene
D
iF (x
′) = Z
α(x′)a
D
if(x
′, x
n) dx
n+ f (x
′, α(x
′))D
iα(x
′);
d’altra parte Z
A
D
if(x
′, x
n) dx
′dx
n= Z
Q
„ Z
α(x′)a
D
if(x
′, x
n) dx
n« dx
′= Z
Q
D
iF (x
′) dx
′− Z
Q
f (x
′, α(x
′))D
iα(x
′) dx
′,
(6.3)
ed essendo F (x
′) = 0 se x
′∈ ∂Q, Z
Q
D
iF (x
′) dx
′= Z
Q
D
iF (x
′)dx
1. . . dx
n−1=
Z Z “ Z
1−1
D
iF (x
′)dx
i”
dx
1. . . dx
i−1dx
i+1. . . dx
n−1= Z Z “
F (x
1, . . . , x
i−1, 1, x
i+1, . . . , x
n−1) − F (x
1, . . . , x
i−1, −1, x
i+1, . . . , x
n−1) ” dx
1. . . dx
i−1dx
i+1. . . dx
n−1= Z Z
0 dx
1. . . dx
i−1dx
i+1. . . dx
n−1= 0.
(6.4) La (6.3) si riduce a
Z
A
D
if(x
′, x
n) dx
′dx
n= − Z
Q
f (x
′, α(x
′))D
iα(x
′) dx
′,
e quest’ultima uguaglianza, confrontata con la (6.1), d` a il risultato per i = 1, . . . , n − 1. ⊓ ⊔
6.5 Lemma. Siano {V α } una famiglia di aperti di R n , e Ω := ∪ α V α . Allora esiste un ricoprimento localmente finito {B j } con palle B j ⊂⊂ Ω tale che B j ⊂ V α per qualche j.
Dimostrazione. Per ogni j = 1, 2, . . . sia {H
j} una successione di compatti di Ω con H
j⊂⊂
int (H
j+1) tali che Ω = ∪
jH
j. Per comodit` a poniamo H
−1= H
−2= ∅. Per j := 0, 1, . . . consideriamo i compatti K
j:= H
j\ int (H
j−1) e gli aperti A
j:= int H
j+1\ H
j−2. Ovviamente K
j⊂⊂ A
j, Ω = ∪
jA
je A
i∩ A
j= ∅ tranne che se i = j − 1, j o j + 1.
Per ogni x ∈ K
jscegliamo λ = λ(x) tale che x ∈ V
λ(x)e una palla B(x, r(x)) aperta con chiusura contenuta in A
j∩ V
λ(x). La famiglia {B(x, r(x))} ` e dunque un ricoprimento aperto del compatto K
je se ne pu` o estrarre un sottoricoprimento finito {B
j,1, B
j,2, . . . B
j,Nj}. La famiglia B := {B
j,i˛
˛
˛ j = 0, 1, . . . , i = 1, . . . N
j} ha le propriet` a volute. ⊓ ⊔
6.6 Lemma (Partizione dell’unit` a). Sia {B j } un ricoprimento localmente finito di Ω := ∪ j B j con palle aperte. Esistono allora funzioni α j : R n → [0, 1] di classe C ∞ , tali che
(i) α j (x) > 0 se e solo se x ∈ B j , (ii) P ∞
j=1 α j (x) = 1 ∀x ∈ Ω.
Dimostrazione. Per ogni j = 0, . . . , sia ϕ
j∈ C
∞(R
n) una funzione positiva in B
je nulla sul complementare. La funzione P
∞j=0
ϕ
j(x) ` e ben definita in Ω perch´ e localmente ` e una somma finita ({B
j} `e localmente finito) e non `e mai nulla ({B
j} `e un ricoprimento di Ω). Segue che le funzioni {α
j} date da
α
j(x) := ϕ
j(x) P
∞j=0
ϕ
j(x)
hanno le propriet` a richieste. ⊓ ⊔
6.7 Osservazione. Si noti che il numero di funzioni α
jdella partizione dell’unit` a non nulle nell’intorno di un punto x ` e finito e che gli indici delle funzioni α
jche sono non nulle in y sono gli stessi indici delle funzioni non nulle in x se y ` e sufficientemente vicino a x. Perci` o si ha anche P
∞j=1
Dα
j(x) = D, P
∞ j=1α
j(x) ”
= 0 in Ω e anche
Z
∞X
j=1
α
j(x) dµ =
∞
X
j=1
Z
α
j(x) dµ
rispetto a una qualunque misura (ad esempio µ = L
ne µ = H
n−1).
Dimostrazione del Teorema 6.2. Ricordiamo che r(∂A) ` e l’insieme dei punti regolari di ∂A e s(∂A) := ∂A \ r(∂A). Sia ∆ un aperto limitato contenente A. Essendo s(∂A) chiuso per ipotesi, Ω := ∆ \ s(∂A) ` e aperto.
Per ogni x ∈ Ω scegliamo un intorno aperto U
xdi x nel seguente modo (i) se x ∈ Ω \ A, U
x` e un cubo centrato in x contenuto in Ω \ A, (ii) se x ∈ A ∩ Ω, U
x` e un cubo centrato in x contenuto in A ∩ Ω,
(iii) se x ∈ ∂A ∩ Ω, allora x ∈ r(∂A). In questo caso si sceglie U
xcome il parallelepipe- do della definizione di punto regolare, parallelepipedo che non ` e restrittivo supporre sufficientemente piccolo in modo che U
x⊂ Ω.
La famiglia {U
x} `e un ricoprimento di Ω. Esiste dunque, cfr. Lemma 6.5 un raffinamen- to numerabile localmente finito {B
j} di {U
x} con associata una partizione dell’unit` a {α
j}, cfr. Lemma 6.6. Abbiamo tre casi
◦ se B
j` e esterno a A, allora α
j= 0 su A e dunque Z
A
D
i(f α
j) dx = 0 = Z
∂A
f ν
iα
jdH
n−1.
◦ se B
j` e interno a A. allora dalla Proposizione 6.3 e dal fatto che α
j= 0 su ∂A Z
A
D
i(f α
j) dx = 0 = Z
∂A
f ν
iα
jdH
n−1.
◦ se B
j∩ ∂A 6= 0, allora B
j` e contenuto in un aperto U
xdel tipo in (iii) e in questo caso f α
j: U
x→ R soddisfa le ipotesi della Proposizione 6.4. Segue che
Z
A
D
i(f α
j) dx = Z
Ux
D
i(f α
j) dx = Z
∂A∩Ux
f ν
iα
jdH
n−1= Z
∂A
f ν
iα
jdH
n−1. Sommando su j = 1, . . . e tenendo conto che P
∞j=1
α
j= 1 in Ω, che il ricoprimento {B
j} `e localmente finito e che H
n−1(∂A ∩ Ω) = H
n−1(r(∂A)) = H
n−1(∂A) per ipotesi, si ha
Z
A
D
if dx = Z
A∩Ω
D
if dx = Z
A
∞
X
j=1
(D
if)α
jdx =
∞
X
j=1
Z
A
D
i(f α
j) dx
=
∞
X
j=1
Z
∂A
f ν
iα
jdH
n−1= Z
∂A
f ν
i∞
X
j=1
α
jdH
n−1= Z
∂A∩Ω
f ν
idH
n−1= Z
∂A