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1. AUTHORITY FILE: DEFINIZIONI, EVOLUZIONE DEL CONCETTO, PROBLEMATICHE

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1. AUTHORITY FILE: DEFINIZIONI, EVOLUZIONE DEL

CONCETTO, PROBLEMATICHE

La catalogazione ha a che fare con l’ordine, la logica l’obiettività, la denotazione precisa e la coerenza e deve possedere dei meccanismi che assicurino questi attributi.11

1.1. Definizioni, ovvero le matrioske dell’access point

control

Definire l’oggetto del contendere è, nel caso in questione, un percorso

bifronte: “l’

authority file

è [semplicemente] l’archivio all’interno del quale

vengono raccolti gli

authority record

12

ma al contempo “un archivio di

autorità è molto più che una lista di intestazioni, che un indice

normalizzato o un thesauro; è costituito di notizie con un contenuto”

13

.

I punti di accesso controllati devono essere normalizzati secondo uno standard. Questi punti di accesso controllati devono essere memorizzati in registrazioni di autorità insieme con identificatori per l’entità e per le forme varianti del nome.14

11 Michael Gorman, L’authority control nel contesto del controllo bibliografico in ambiente

elettronico in Authority control: definizione ed esperienze internazionali: atti del Convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, a cura di Mauro Guerrini e Barbara B. Tillett, con la collaborazione di Lucia Sardo. Firenze: Firenze university press; Roma: Associazione italiana biblioteche, 2003, p. 17;

reperibile online all’URL: <http://www.sba.unifi.it/ac/it/programma.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008).

12 Biblioteconomia: guida classificata, diretta da Mauro Guerrini, Milano: Bibliografica,

2007, p. 444.

13 “Un fichier d’autorité est bien plus qu’une liste de vedettes, qu'un index normalisé ou

un thésaurus; il est constitué de notices ayant un contenu”. Bibliothèque nationale de France, Autorité BnF: présentation et statistiques,

<http://www.bnf.fr/pages/zNavigat/frame/infopro.htm?ancre=autorites/fa-notaut.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008).

14 IFLA, Dichiarazione dei principi internazionali di catalogazione, 2008, p. 5; reperibile

online all’URL: < http://www.ifla.org/VII/s13/icc/imeicc-statement_of_principles-2008_italian.pdf> (ultima consultazione: ottobre 2008).

(2)

Queste registrazioni, composte di

authority data

organizzati e strutturati,

dovrebbero svolgere le seguenti funzioni:

• registrare la forma standardizzata di ciascun punto d’accesso;

• assicurare il raggruppamento di tutte le registrazioni con lo stesso

punto d’accesso;

• consentire registrazioni catalografiche standardizzate;

• documentare le fonti e le decisioni prese in merito ai punti

d’accesso;

• registrare tutte le forme del punto d’accesso diverse da quella

scelta come forma normalizzata;

• registrare le forme precedenti e gli altri usi del punto d’accesso

standardizzato come guida per i catalogatori.

“L’authority file [quindi] è il sistema di rinvii che costituisce la spina

dorsale dell’authority control e che rende possibile la funzione di

localizzazione e di raggruppamento”

15

. L’

authority control

è dunque il

processo che soprassiede a tutto ciò identificando le varie manifestazioni

di un nome e di un titolo per individuare una forma standard (quella

preferita o più usata, non quella gerarchicamente superiore) e una lingua

e un ordine di citazione che garantiscano “la corrispondenza tra ciascuna

entità, assunta come indice di una registrazione presente nel catalogo, a

una sola

forma standardizzata o autorizzata

, a fronte di sue possibili

varianti

16

e di conseguenza la stabilità dell’intestazione. Ciò permette

anche di includervi manifestazioni linguistiche differenti che nella

costruzione di un catalogo omogeneo ma non monolitico vedono

valorizzata la loro ricchezza.

L’attività di authority control si occupa del controllo di:

• nomi di persona (autori di testi, musiche, registi, interpreti, etc.); • nomi di enti (permanenti e temporanei);

15 Mauro Guerrini, Authority control, p. 89.

(3)

• nomi di autorità politico-amministrative; • nomi geografici;

• titoli di opere; • titoli di serie; • nomi degli editori;

• nomi degli stampatori, dei tipografi e dei librai (per il libro antico); • voci di soggetto;

• voci dell’indice verbale del catalogo classificato17

Il collegamento dell’authority file con il file bibliografico costituisce

l’

authority system

anche se, a livello meno “locale”, la stessa definizione

riguarda l’auspicato sistema per lo scambio internazionale degli authority

data.

L’

authority work

è tutto questo complesso di attività riguardanti la

creazione, l’implementazione, l’aggiornamento, la manutenzione e la

valutazione di authority data, authority record, authority file, dei loro

legami e relazioni sindetiche col catalogo al fine di creare un efficiente

authority system.

18

1.2. Nascita ed evoluzione del concetto

Il concetto di authority control, pur presente implicitamente nella funzione

stessa del catalogo, comincia ad essere esplicitamente elaborato dagli anni

’60.

Nel 1961 la Conferenza internazionale sui principi di catalogazione (ICCP)

svoltasi a Parigi mira, nella direzione di una standardizzazione delle

procedure catalografiche, a definire dei principi internazionali sui quali

basare le diverse regole nazionali di catalogazione. Il risultato di questa

elaborazione è lo

Statements of principles

(o

Principi di Parigi

)

19

17 Biblioteconomia: guida classificata, p. 444.

18 Cfr. 025.3222 Controllo d’autorità (Authority control), in Biblioteconomia: guida

classificata, p. 442-446.

19 International Conference on Cataloguing Principles, International Conference on

cataloguing principles. Paris, 9 october, 1961: report, ed. by A. H. Chaplin and Dorothy Anderson, London: International Federation of Library Associations, 1963.

(4)

riguardante la scelta e la forma delle intestazioni principali e secondarie e i

relativi rinvii, per garantirne l’uniformità formale: pur non comparendo

ancora i termini di authority file ed authority control è appunto di questo

che si sta discutendo.

1. Scopo dei Principi

I principi qui indicati si applicano solo alla scelta e alla forma delle intestazioni […] nei cataloghi di libri a stampa nei quali gli accessi per autore e […] per titoli delle opere siano combinati in un'unica sequenza alfabetica.

[…]

7. Scelta dell’intestazione uniforme

L’intestazione uniforme deve corrispondere di norma al nome o titolo più frequentemente usato (o forma del nome) nelle edizioni delle opere catalogate o nei riferimenti ad esse da fonti autorevoli.

7.1 Quando esistono edizioni in diverse lingue, la preferenza deve essere di norma accordata all’intestazione desumibile dall’edizione in lingua originale; tuttavia se questa lingiua non è abitualmente utilizzata nel catalogo, l’intestazione va ricavata dall’edizione o da repertori in una delle lingue normalmente usate in esso20.

Qualche anno dopo è possibile riscontrare un’applicazione positiva più per

quanto riguarda la scelta dell’intestazione che non per la sua forma:

quest’ultima continua tendenzialmente a seguire la tradizione catalografica

del paese in cui viene registrata; inoltre, specie quando la forma

“autorizzata” di un autore non è inequivocabilmente individuabile, vi sono

casi nei quali i

Principi di Parigi

danno indicazioni per la scelta in antitesi

tra loro:

1. la forma con cui l’autore è più frequentemente identificato in edizioni delle sue opera […];

2. la forma ricorrente nella critica e nei repertori; 3. la forma divenuta costante nell’uso generale.21

Per cercare di dare una maggiore uniformità nell’organizzazione della

forma autorizzata, la 28ª sessione del Consiglio dell’IFLA tenutasi a Berna

20 International Conference on Cataloguing Principles, Statement of principles adopted at

the International Conference on cataloguing principles: Paris, October, 1961, London: International Federation of library Associations, 1971; reperibile online all’URL: <http://www.d-nb.de/standardisierung/pdf/paris_principles_1961.pdf> (ultima consultazionre: ottobre 2008).

(5)

nel 1962 propone l’adozione di guide nazionali per l’ordine degli elementi

del nome e la formazione di liste internazionali d’autorità.

Permane tuttavia una condizione spuria che non permette l’interscambio

internazionale di dati: l’Incontro internazionale di esperti di catalogazione

svoltosi a Copenhagen nel 1969, dopo un’analisi delle diverse

interpretazioni nazionali dello

Statement of principles

22

, ribadisce infatti la

necessità di superare l’ambito linguistico o nazionale per perseguire la

collaborazione internazionale. Questa visione, piuttosto che l’uso

linguistico, alfabetico o catalografico del paese dell’agenzia bibliografica

operante, predilige come intestazione principale la forma originale di autori

e titoli. La questione è indicativa di un clima favorevole alla nascita e allo

sviluppo della tematica – poi lungamente discussa e perseguita - del

Controllo bibliografico universale

23

.

Con l’espressione “controllo bibliografico universale” si designa un sistema internazionale finalizzato a rendere universalmente e immediatamente disponibili, su diversi supporti e in una forma standardizzata definita e accettata in ambito internazionale, le registrazioni bibliografiche delle pubblicazioni prodotte in tutti i paesi; tale sistema si fonda sull’insieme dei sistemi nazionali di controllo bibliografico, responsabili, ciascuno per il proprio paese, della documentazione completa e autorevole della propria produzione editoriale.

Il programma […] intende riprendere e realizzare in termini attuali e secondo i canoni della moderna biblioteconomia un’antica aspirazione della comunità degli studiosi e dei bibliotecari-bibliografi a dominare l’universo

22 International Conference on Cataloguing Principles, Statement of principles adopted at

the International Conference on cataloguing principles. Paris, October, 1961.

23

In sintesi i principi su cui si fonda il controllo bibliografico universale: • controllo e scambio delle informazioni bibliografiche;

• copertura della produzione bibliografica mondiale tramite la cooperazione delle componenti nazionali;

• rendere universalmente e tempestivamente disponibili dati bibliografici in formato standard di tutte le pubblicazioni edite nel mondo;

• registrare una sola volta nel paese di origine dall’agenzia bibliografica nazionale i dati completi di ogni pubblicazione;

• all’agenzia bibliografica nazionale è appunto riconosciuto il ruolo più autorevole per identificare e registrare autori e pubblicazioni di sua pertinenza territoriale; • l’agenzia bibliografica deve produrre e distribuire rapidamente e in diversi formati

la bibliografia nazionale corrente;

• l’agenzia bibliografica nazionale deve costituirsi presso le biblioteche nazionali che – di solito – usufruiscono del diritto di stampa;

• le singole agenzie nazionali si integrano in un sistema internazionale per lo scambio delle registrazioni.

(6)

delle conoscenze registrate nella produzione libraria, che nelle diverse epoche storiche ha dato vita a svariati tentativi di compilazione di bibliografie generali universali.24

Questo progetto aspira, alla luce delle nuove possibilità aperte

dall’informatica e dalle telecomunicazioni, ad una rinnovata

Bibliotheca

Universalis

, in cui l’onniscienza relativa all’esistenza di tutti i documenti

informativi prodotti sia realizzabile tramite l’adozione di standard e la

cooperazione internazionale tra agenzie bibliografiche qualificate.

Gli anni ’70 vengono scanditi da una serie di congressi e incontri che li

configurano come il decennio dell’UBC:

Nel 1971, al Congresso IFLA di Liverpool, viene proposto per la prima volta un long-term program contrassegnato dalla sigla UBC; nel 1973 l’IFLA seglie il controllo bibliografico universale come tema della 39ª Conferenza generale che si tiene a Grenoble […]. Per seguire lo sviluppo del progetto viene costituito un ufficio permanente con sede a Londra che diviene operativo nel 1974 […]. Il varo del programma UBC è completato nel 1974 nel corso della Conferenza Unesco sulla pianificazione delle infrastrutture nazionali.25

A Parigi, nel 1977, l’International Conference on National Bibliographies si

occupa di fissare i compiti delle agenzie bibliografiche nazionali e

determina che, a latere della redazione delle bibliografie nazionali correnti,

loro compito sia quello di individuare gli accessi per le notizie

bibliografiche e costruire e mantenere un authority file.

Sul piano nazionale il funzionamento del sistema presuppone in primo luogo l’esistenza dei mezzi necessari all’acquisizione di ogni nuovo documento al momento della sua pubblicazione e in secondo luogo l’esistenza dei mezzi necessari alla redazione della descrizione bibliografica, cioè di un’agenzia bibliografica nazionale.26

24

Giovanni Solimine, Controllo bibliografico universale, p. 1.

25 Mauro Guerrini, Authority control, p. 29-30.

26 Allocution du Président, in IFLA annual 1973. Proceedings of the 39th

General Council Meeting, Grenoble, 1973. Annual reports, München: Verlag Dokumentation, 1974, p. 28.

(7)

In rispondenza al progetto CBU quindi, ciascun paese dovrebbe rendersi

responsabile delle intestazioni uniformi per gli autori nazionali.

27

Tuttavia,

l’applicazione delle regole di catalogazione e intestazione nazionali

risponde spesso alle esigenze e abitudini dell’utenza di riferimento:

superare l’inevitabile adattamento locale avrebbe richiesto da un lato la

creazione di authority list internazionali, dall’altro la formulazione di regole

internazionali per strutturare le registrazioni d’autorità. Alla prima esigenza

risponde, per gli autori collettivi,

Form and structure of corporate headings

(FSCH)

, risultato di un accordo internazionale e del lavoro di analisi del

Working Group on Corporate Headings dell’IFLA

28

; per gli autori personali,

in un’ottica più ossequiosa delle tradizioni nazionali che attenta alla

standardizzazione, l’IFLA propone

Names of persons

29

, un elenco di

pratiche nazionali sulla strutturazione delle intestazioni.

27

Da questo punto di vista il caso italiano è legato alle difficoltà stesse del controllo bibliografico nazionale con le carenze nell’applicazione delle norme sul deposito legale e la conseguente non esaustività della Bibliografia nazionale italiana. “La BNI, nella sua funzione di agenzia bibliografica nazionale, non è mai stata in grado - né lo è tuttora – di provvedere sistematicamente a uno dei suoi compiti peculiari: l’authority control”. Gloria Cerbai Ammannati, La Bibliografia nazionale italiana e il controllo dei punti di accesso, in Authority control: definizione ed esperienze internazionali: atti del Convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, p. 73.

28 Nel 1976 l’IFLA costituisce un Working group on corporate headings - la cui creazione

era stata già proposta l’anno precedente – al fine di condividere un insieme di principi per l’uniformità della forma e della struttura delle intestazioni a enti che consentisse un loro scambio internazionale. Il gruppo approva il testo finale del suo lavoro nel 1980 (International federation of library associations and institutions: Working group on corporate headings, Form and structure of corporate headings, London: IFLA International office for UBC, 1980): il testo non menziona la formulazione di rinvii e non si occupa di ordinamento delle parti del nome in quanto manca uniformità internazionale a tal proposito.

29

Names of persons è suddiviso in capitoli per nazioni e per ognuna di esse redatto da bibliotecari e bibliografi; fornisce informazioni sul codice catalografico in uso e sull’ente emanatore dello stesso, sugli schemi di traslitterazione usati, su authority file, fonti bibliografiche e opere di consultazione del paese.

La lista ha origine dalla Conferenza di Parigi, la prima edizione provvisoria è del 1963 (International Conference on Cataloguing Principles, National usages for the entry of names of persons, London: ICCP, 1963) seguita nel 1967 dalla definitiva che però viene riveduta e ampliata già dal 1975; la terza edizione viene data alle stampe nel 1977 cui segue un supplemento nel 1980 (International federation of library associations and institutions: International office for UBC, Names of persons: national usages for entry in catalogues, 3. ed., London: IFLA international office for UBC, 1977; International federation of library associations and institutions, Supplement to names of persons, London: IFLA international office for UBC, 1980). Negli anni ’90, a seguito dei cambiamenti intervenuti in vari codici di catalogazione – nel 1988 le AACR2 – si elabora la

(8)

Occorreva inoltre iniziare ad individuare standard di organizzazione dei

dati all’interno degli authority record che svolgessero la stessa decisiva

funzione che le ISBD

30

avevano svolto per i dati bibliografici: l’elaborazione

della questione porta nel 1984 alla stesura definitiva delle

Guidelines for

Authority and Reference Entries (GARE)

.

31

Purtroppo la lunga elaborazione

ha progressivamente esautorato GARE da diversi campi d’autorità

32

e

anche l’intenzione di ricalcare gli ISBD per la definizione e la strutturazione

degli elementi richiesti per le voci di autorità e rinvio viene disattesa:

quarta edizione (International federation of library associations and institutions: International office for UBC, Names of persons: national usages for entry in catalogues, 4. ed., Munchen: K. G. Saur, 1996; reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/NamesOfPersons_1996.pdf> (ultima consultazione: ottobre 2008).

30

“Lo scopo principale delle International Standard Bibliographic Descriptions (ISBD) è facilitare la comunicazione internazionale delle informazioni bibliografiche (i) rendendo possibile lo scambio di registrazioni provenienti da fonti diverse, in modo che le registrazioni prodotte in un paese possano essere facilmente inserite in cataloghi di biblioteche o in altri elenchi bibliografici di un altro paese; (ii) favorendo l'interpretazione delle registrazioni oltre le barriere linguistiche, in modo che le registrazioni prodotte per gli utenti di una lingua possano essere interpretate dagli utenti di altre lingue; (iii) favorendo la conversione delle registrazioni bibliografiche in forma leggibile dalla macchina”. ISBD(G), ed. it. a cura di Rossella Dini, Roma: AIB, 1987, p. 11.

Le ISBD sono ora in corso di revisione per la creazione di una edizione complessiva (International federation of library associations and institutions, International standard bibliographic description (ISBD), preliminary consolidated ed., München: K.G. Saur, 2007; reperibile online all’URL:

<http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBD_consolidated_2007.pdf> (ultima consultazione: ottobre 2008).

31 Nel 1977 gli Steering and Advisory Committees dell’IFLA International Office for UBC

approvano un progetto per stabilire principi di creazione e di scambio delle authority information; nel 1978 A survey for authority files and authority control systems for catalogne headings: first report raccoglie i dati ottenuti dalla somministrazione di un questionario sullo stato della questione e nello stesso anno viene costituito il Working Group on an International Authority System che nel primo incontro dell’anno successivo comincia a lavorare a GARE. La discussione occupa tutta una serie di successivi incontri (1979-1983) fino alla stesura definitiva nel 1984 di International federation of library associations and institutions: Working group on guidelines for subject authority files, Guidelines for authority and reference entries, London: IFLA international programme for UBC, 1984. Cfr. Mauro Guerrini, Authority control, p. 43-50.

32 Nelle diverse revisioni GARE subisce un ridimensionamento escludendo dalla sua

pertinenza: 1. le autorità per soggetto per specifici problemi linguistico-concettuali; 2. le autorità sulle serie in attesa di chiarimenti con la sezione IFLA dedicata; 3. le autorità relative a titoli uniformi di opere legali, religiose, musicali, opere pubblicate con più titoli in attesa di ulteriori analisi sulle esigenze legate a questo tipo di opere. Spettano quindi a GARE le autorità per i nomi personali, gli enti, i titoli uniformi per i classici anonimi. Mauro Guerrini, Authority control, p. 47.

(9)

Le GARE trattano unicamente la struttura più ampia della voce, non prescrivono la forma delle intestazioni, i rinvii e le note, né prescrivono la punteggiatura interna agli elementi […] non si occupano di definire le informazioni necessarie all’identificazione non equivoca di un’entità e non forniscono indicazioni delle fonti da utilizzare prioritariamente per la creazione di un authority record.33

Su questi argomenti viene lasciata ampia autonomia alle agenzie

bibliografiche nazionali costituendo un limite alla leggibilità internazionale

dei dati; inoltre la struttura non è concepita come direttamente leggibile

dalla macchina e, altro grande limite, nonostante fossero state concepite

come linee guida per le agenzie bibliografiche nazionali, non prevedono il

dato relativo alla nazionalità nella registrazione dell’autore nell’authority

record

34

.

Negli stessi anni in cui le

GARE

sono all’elaborazione finale si inizia a

pensare allo sviluppo di un linguaggio UNIMARC

35

relativo alle authorities.

La prima edizione di UNIMARC/Authorities

36

è pubblicata nel 1991 con

l’intenzione di favorire lo scambio di authority data in una forma leggibile

dalla macchina. Il collegamento con le registrazioni catalografiche avviene

in un secondo momento creando una modularità degli archivi che scardina

l’idea monolitica della catalogazione: “le diverse parti sono messe in

relazione e collegate in base alle domande dell’utente”

37

.

Nel segno delle

GARE

, anche

UNIMARC/Authorities

non definisce il

contenuto degli authority records; sulla spinta delle raccomandazioni del

Working Group on Minimal Level Authority Record

38

, gli elementi

33

Mauro Guerrini, Authority control, p. 48.

34

Mauro Guerrini, Authority control, p. 51.

35 UNIMARC (UNIversal MAchine Readable Cataloguing) è un formato macchina

standardizzato per lo scambio di record bibliografici conforme a ISO 2709 e alle ISBD. Risponde all’esigenza di uno scambio internazionale di dati bibliografici formulati nelle varianti nazionali del formato MARC.

36 International federation of library associations and institutions: Steering group on a

UNIMARC format for authorities, Unimarc/authorities: universal format for authorities, Munchen: Saur, 1991; reperibile online all’URL: < http://www.ifla.org/VI/3/p1996-1/uniafull.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008).

37 Mauro Guerrini, Authority control, p. 59. 38

L’IFLA UBCIM Working Group on Minimal Level Authority Record ad the ISADN viene costituito nel 1996 per identificare gli elementi base per la condivisione internazionale di

(10)

obbligatori da inserire per favorire lo scambio degli authority data vengono

invece indicati nella seconda edizione del 2001

39

.

Anche

Form and structure

, dopo un decennio di revisione

40

subisce un

profondo ripensamento soprattutto nel modo di intendere la

collaborazione internazionale: nel 2000 scaturice da queste riflessioni

Structures of corporate name headings (SCNH)

41

.

Richiedere al mondo di usare la stessa forma per le intestazioni (uniformità) non è un’operazione fattibile.

[…] per favorire la condivisione internazionale di authority record è necessario:

1. armonizzare gli authority record per la stessa entità; 2. usare numeri per ciascuna entità;

3. redigere un insieme di principi e direttive di base per le intestazioni per gli enti, in quanto strumento indispensabile per i catalogatori42

Il lavori del Working Group on MLAR and ISDAN vengono ripresi anche

dall’IFLA con la costituzione nel 1998 del Working Group on Functional

record d’autorità, fornire una loro definizione, capire quali siano già esistenti nei formati di comunicazione, indicare quali aggiungere; i risultati emersi daranno indicazioni per la revisione delle GARE e di UNIMARC/Authorities. Essenziale è ritenuta l’indicazione di: status della registrazione; tipo di registrazione; categoria dell’entità; livello di codifica; identificativo/numero di controllo della registrazione; international standard authority data number (ISADN); data; identificativo della versione; lingua della catalogazione; set dei caratteri; alfabeto della catalogazione; regole di descrizione; agenzia responsabile della registrazione; nomi personali differenziati e non; intestazione autorizzata; nazionalità dell’entità; forme varianti dell’intestazione autorizzata (rinvio “vedi”); intestazioni autorizzate correlate (rinvio “vedi anche”); citazione della fonte; sono inoltre raccomandate informazioni di carattere bibliografico, storico o di altro genere sull’entità. IFLA, Mandatory data elements for internationally shared resource authority records: report of the IFLA UBCIM Working Group on Minimal Level authority Records and ISADN, 1998; reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VI/3/p1996-2/mlar.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008); Mauro Guerrini, Authority control, p. 65-66.

39

International Federation of Library Associations and Institutions, IFLA Universal Bibliographic Control and International MARC Programme, UNIMARC manual. Authorities format , 2. rev. and enl. ed., München: K.G. Saur, 2001; coincise version reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VI/3/p2001/guideindex.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008).

40 L’IFLA costituisce un Gruppo per la revisione di Form and structures già nel 1990; nel

1992 vengono approvate le prime modifiche. Il Working group individua alcune aree critiche di miglioramento e di possibile revisione - anche sulla base delle revisioni di AACR2 e RAK e dei risultati dell’UBCIM Working Group on Minimal Level Authority Records and ISDAN - dalle quali nel 2000 scaturisce la versione definitiva.

41 IFLA, Working Group on the Revision of FSCH, Structures of Corporate Name Headings

(reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VII/s13/scatn/final2000.htm>. Ultima consultazione: ottobre 2008).

(11)

Requirements and Numbering of Authority Records (FRANAR)

43

,

presieduto da Françoise Bourdon, per sviluppare le finalità FRBR

nell’ambito degli authority record

44

; gli scopi principali sono i seguenti:

1. definire i requisiti funzionali degli authority record, continuando il lavoro iniziato da FRBR per i sistemi bibliografici;

2. studiare la fattibilità di un ISADN (International standard authority data number), definirne i possibili usi e utenti, determinare per quali tipi di authority record sia necessario, esaminare la possibile struttura di questo numero e il tipo di gestione necessario;

3. agire come punto di raccordo ufficiale dell’IFLA e collaborare con altri gruppi di lavoro che si occupano di authority file, quali <indecs> (Interoperability of data in e-commerce systems), ICA/CDS (International Council on Archives/Committee on Descriptive Standards) ISO/TC46 per quanto riguarda la creazione di sistemi di numerazione e di standard descrittivi, CERL (Consortium of European Research Libraries), ecc.45

Anche alla luce di queste nuove riflessioni e per ovviare a diversi gap

teorici ed operativi delle

GARE

dovuti al loro concepimento nell’epoca del

catalogo cartaceo, escono nel 2001 le

Guidelines for Authority and

Reference Records (GARR)

46

:

È stato realizzato il formato UNIMARC/Authorities, è nata Internet, è stato migliorato il protocollo Z39.50, il quale offre una nuova prospettiva alla condivisione internazionale di authority file.

[…]

Le GARR danno importanza al principio, emerso nel lavoro del Working Group on Minimal Level Authority Record, teso a preservare le differenze nelle forme autorevoli per le intestazioni, che deve ora coesistere con l’altro principio, relativo all’uniformità dell’accesso.47

43

Ora FRAD (Functional Requirements for Authority Data).

44

FRBR si ripropone di individuare il modello più essenziale ma al contempo esaustivo del record bibliografico rispondente alle diverse esigenze di interrogazione da parte dell’utente, bibliotecario, editore, etc.

45 Glenn E. Patton, FRANAC. Un modello concettuale per gli authority data, in Authority

control: definizione ed esperienze internazionali: atti del Convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, p. 88.

46 Guidelines for authority records and references, 2. ed., München: K.G. Saur, 2001;

reperibile online all’URL: <http://www.ifla.org/VII/s13/garr/garr.pdf> (ultima consultazione: ottobre 2008). Tradotto in italiano a cura dell'ICCU: International federation of library associations and institutions, Linee guida per registrazioni di autorità e di rinvio, ed. it., Roma: Iccu, 2005. Le GARR, a differenza delle GARE, si occupano anche di opere giuridiche e religiose, delle composizioni ed esecuzioni musicali, di opere conosciute con più titoli, di pubblicazioni speciali.

(12)

Il documento non propone quindi al suo interno alcuna artificiale omogeneizzazione, a marcare anche in questo aspetto l’abbandono della forma unica universale […]. Non stupirà quindi la innovazione che pare di maggior momento, l’eliminazione dalla iniziale lista delle definizioni [1, § 0.2] dell’«intestazione uniforme» (Uniform heading), che viene ora sostituita dall’ dell’«intestazione autorizzata» (Authorised heading).48

Nel mutato contesto degli opac a connessione remota, l’utenza di

riferimento e i suoi bisogni non sono più chiaramente individuabili;

tantomeno lo sono quelli del pubblico “in locale” che è quanto più

miltilinguistico, multigrafico e multietnico possibile. Da una struttura

piramidale-gerarchica in cui le varie intestazioni conducevano tramite rinvii

alla forma accettata si passa quindi ad una strutturazione reticolare

paratattica in cui le diverse intestazioni che perlomeno rispondano ad un

codice di regole di catalogazione hanno la medesima dignità:

la forma preferita veniva meglio definita e relativizzata: non "la forma giusta" né semplicemente la "forma da preferire", ma "la forma adottata secondo date regole da una data istituzione".49

L’intestazione parallela è una forma autorizzata collegata per la medesima entità, ma formulata sulla base di differenti regole di catalogazione o lingue, se l’agenzia bibliografica nazionale utilizza più di una lingua ufficiale.50

Al posto di usare la medesima forma globalmente e universalmente, la stessa funzionalità viene ottenuta tramite il meccanismo di collegamento che permette la ricerca e la visualizzazione di tutte le forme disponibili.51

Le GARR, pur seguendo la strada tracciata dalle

GARE

non trattando di

forme di intestazioni, rinvii o URL - ritenuti di pertinenza delle agenzie

catalografiche

nazionali

-

segnano

comunque

una

notevole

riconsiderazione delle

Direttive

.

48 Antonio Scolari, Dal controllo di autorità all’accesso e all’interscambio dei dati

d’autorità, in «Bollettino AIB», n. 1, 2003, p. 33; riassunto disponibile online all’URL: <http://www.aib.it/aib/boll/2003/03-1-029.htm> (ultima consultazione: ottobre 2008).

49 Alberto Petrucciani, Nuovi standard (GARR e UNIMARC/A) e nuovi modelli concettuali

per gli archivi di autorità, in ICCU, Catalogazione e controllo di autorità. Giornate di studio. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 21 e 22 novembre 2002; reperibile online all’URL: <http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/PetruccianiAF.doc> (ultima consultazione: ottobre 2008).

50 Antonio Scolari, Dal controllo di autorità all’accesso e all’interscambio dei dati

d’autorità, p. 33.

(13)

Con l’aprirsi del nuovo millennio, l’IFLA e tutta la comunità bibliotecaria

internazionale, sentono più pressante l’esigenza di rinnovare i Principi di

Parigi alla luce della nuova struttura del catalogo elettronico, dell’uso

esteso che dello stesso viene fatto come opac, delle nuove tipologie di

materiali esistenti in biblioteca. Gli incontri IME ICC Committee

52

per la

condivisione di un codice internazionale di catalogazione sfociano

nell’approvazione della

Dichiarazione di principi internazionali di

catalogazione

che recita:

questo documento fornirà la struttura per raggiungere gli obiettivi originali dell’IFLA che sono quelli di incrementare la condivisione di informazioni bibliografiche tra differenti comunità, linguaggi e alfabeti.

[…]

l’IFLA, all’inizio del ventunesimo secolo, si è assunta l’onere di adeguare i Principi di Parigi a obiettivi che siano adatti a cataloghi on-line di biblioteche e non solo a questi. Il primo di tali obiettivi è quello di servire l’interesse degli utenti del catalogo.53

Dal punto di vista più strettamente bibliografico si vuole poi estendere

l’analisi “dalla sola scelta e forma dell’accesso a tutti gli aspetti delle

registrazioni bibliografiche e di autorità utilizzate nei cataloghi di

biblioteca”

54

.

La

Dichiarazione

è quindi l’ennesimo passo verso una cooperazione per la

condivisione delle risorse da un lato e per una sempre maggiore

“amichevolezza” verso l’utente dall’altro:

se fino a oggi la forma del nome di un’entità visualizzata di default è unica (cioè quella preferita), potremo a breve avere registrazioni di autorità che si occupino esclusivamente di raggruppare tutte le diverse forme del nome di un’entità, lasciando alla fase della visualizzazione (e non più a quella di creazione della registrazione) la scelta sulla forma da preferire.Questa è anche l’idea alla base di un importante progetto per la creazione di un archivio di autorità internazionale (VIAF). Il VIAF, di cui un primo modello è

52 Incontri annuali dal 2003 che sono sfociati nel 2008 al Congresso IFLA di Quebec City

all’approvazione della Dichiarazione dei principi di catalogazione internazionali che fonda la sua elaborazione su FRBR.

53 IFLA, Dichiarazione dei principi internazionali di catalogazione, p. 1. 54

(14)

già in corso di esame, dovrebbe infatti consentire all’utente di scegliere la lingua e la scrittura che preferisce per i nomi.55

Attualmente il Virtual International Authority File è in fase di prototipo e si

basa sulla collaborazione tra la Library of Congress, la Deutsche

Nationalbibliothek, e la Bibliothèque nationale de France

56

per la creazione

di un archivio condiviso che garantisca il collegamento tra gli authority

record relativi agli autori personali. Tuttavia occorre ricordare che molto

lavoro è da fare alla base della cooperazione in quanto

il primo, fondamentale passo resta comunque la disponibilità di authority file a livello nazionale, non solo autorevoli, ma come si è visto, sufficientemente ricchi e strutturati in modo da consentire davvero il passaggio da un puro controllo di correttezza dell’operazione di autorità all’accesso e all’interscambio dei dati.57

1.3. Problematiche

Le problematiche ancora aperte sono diverse, a cominciare dall’effettiva

costruzione e pratica degli authority file.

Tuttora irrisolto a livello di pratica catalografica è il trattamento

tendenzialmente opposto che si fa nel controllo degli autori e dei titoli: i

primi soggetti ad una serie di legami tra forme varianti a livello di archivio

di autorità, i secondi sottoposti ad un trattamento spurio all’interno della

descrizione bibliografica stessa che rimanda a titoli propri, originali,

55 Giuliano Genastasio, L’universo bibliografico e i nuovi principi di catalogazione dell’IFLA.

Lectio magistralis di Barbara B. Tillett, p. 11; reperibile online all’URL: <http://www.aib.it/aib/editoria/n20/0611.htm3> (ultima consultazione: ottobre 2008).

56 Il prototipo è consultabile all’URL: <http://orlabs.oclc.org/viaf/> (ultima consultazione:

ottobre 2008). OCLC, VIAF: The Virtual International Authority File, <http://www.oclc.org/research/projects/viaf/> (ultima consultazione: ottobre 2008).

57

Antonio Scolari, Dal controllo di autorità all’accesso e all’interscambio dei dati d’autorità, p. 39.

(15)

varianti

58

, escludendo una metastruttura di legami autori-opere che si

renda invisibile all’utente e automaticamente operante nella ricerca

59

.

Esiste inoltre, con la progressiva estinzione della preminenza della

intestazione in lingua originale a favore di un più amichevole approccio per

l’utenza, una “tendenza a considerare, in maniera piuttosto superficiale, le

varie forme tradotte o adattate e quelle originali come mere varianti

linguistiche, da mettere sullo stesso piano”

60

quando invece, “nella

maggior parte dei casi, per persone, enti, luoghi ed opere, l'unica forma

esistente è quella originale”

61

; è necessaria quindi una riflessione sulla

sostanziale distinzione di merito tra le “traduzioni” o gli adattamenti delle

intestazioni tra lingue omografe e invece la traslitterazione delle stesse da

alfabeti e scritture diverse, caso questo che pertiene alla leggibilità

dell'informazione.

6.2. Lingua del punto di accesso autorizzato

Quando i nomi sono espressi in più lingue, si deve dare la preferenza a intestazioni basate su informazioni ricavate da manifestazioni dell’espressione nella lingua e nella scrittura originali ma se la lingua e la scrittura originali non sono normalmente usate nel catalogo, l’intestazione può essere basata su forme presenti in manifestazioni o in citazioni in una lingua e scrittura più adatta agli utenti del catalogo.

Quando possibile, si dovrà fornire l’accesso nella lingua e scrittura originali, tramite l’intestazione autorizzata o un rinvio. Nel caso si preferisse traslitterare, si dovrà seguire uno standard internazionale di conversione dei caratteri.62

Al di là dei legami tra forme autorizzate e varianti è inoltre lo scopo stesso

della costruzione degli authority file che va pensato: se da un lato il

58

“La prassi corrente mescola questi due aspetti [titolo proprio trascritto come si trova sul frontespizio a scopo d’informazione e d’identificazione e il titolo proprio corretto a scopo di indicizzazione] infarcendo gli elementi effettivamente tratti dal documento con interpolazioni e aggiunte come “sic” e “i.e.”, creando confusione negli indici”. Patrick Le Bœf, FRBR. Indagine su un modello concettuale al di sopra di ogni Codice, p. 189.

59

Cfr. Alberto Petrucciani, L’altra metà della catalogazione. Nuovi modelli e prospettive per il controllo degli autori e delle opere, in Authority control: definizione ed esperienze internazionali: atti del Convegno internazionale, Firenze, 10-12 febbraio 2003, p. 127.

60 Alberto Petrucciani, Nuovi standard (GARR e UNIMARC/A) e nuovi modelli concettuali

per gli archivi di autorità in ICCU, Catalogazione e controllo di autorità. Giornate di studio. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 21 e 22 novembre 2002.

61

(16)

principale compito catalografico di una biblioteca consisterebbe nel dare

informazioni sulla presenza e disponibilità delle pubblicazioni possedute,

dall’altro, anche alla luce dell’utilizzo extra-locale ed extra-bibliografico

degli opac attuali, l’istituzione bibliotecaria si inserisce nell’ottica di una più

vasta ed esaustiva funzione informativa. Un’ipotesi di cui valutare

l’opportunità è quindi quella di alleggerire le registrazioni bibliografiche da

tutto ciò che non compete la pubblicazione predisponendo da un lato -

verso il bisogno di informazioni sull’entità creatrice - un authority file

maggiormente orientato verso informazioni “contenutistiche”

63

e dall’altro

- verso la necessità di accedere al documento - un efficiente reference

linking in ottica OPAL

64

.

62 IFLA, Dichiarazione dei principi internazionali di catalogazione, p. 6.

63 Informazioni sull’entità stessa (sesso, nazionalità, lingua, cronologia, notizie

bio-bibliografiche) più che tecnico-gestionali relative al record (indicazione dell’istituto produttore, norme di riferimento, fonti utilizzate, etc.): individuare quindi, “pur senza negare l'utilità pratica che la comune disambiguazione per data può avere”, altre indicazioni più rivolte alla “sostanza delle cose” come l'individuazione del campo di attività che sarebbe anche utile strumento di ricerca e selezione orientato all'utente. Alberto Petrucciani, Nuovi standard (GARR e UNIMARC/A) e nuovi modelli concettuali per gli archivi di autorità in ICCU, Catalogazione e controllo di autorità. Giornate di studio. Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 21 e 22 novembre 2002.

64

Online public access library: definisce l’accesso tramite ricerca di informazioni bibliografiche all’effettivo full text del documento cercato qualora fosse disponibile nelle collezioni digitali della biblioteca.

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