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258 4.3. Il progetto architettonico.

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Academic year: 2021

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258 4.3. Il progetto architettonico. 44

Il progetto architettonico interessa specificatamente l’AREA SALOV, individuata su PRG come zona omogenea D1 che sarà convertita in zona B4.

L’area è situata nella U.T.O.E. 9 (Migliarina-Terminetto) ad est della ferrovia, in corrispondenza del canale Burlamacca. Ad essa si accede attraverso la via di Montramito che da qualche anno è stata trasformata (fino al ponte sulla Farabola) in strada di categoria F per il suo carattere prevalentemente residenziale.

Lo studio di riqualificazione di questa area è stato reso possibile dal trasferimento dell’omonima industria verso est della strada, nel comune di Massarosa (si allegano gli articoli tratti dai quotidiani che documentano il trasferimento).

4.3.1. Il progetto in base alle caratteristiche ambientali. Il sito è caratterizzato da una storia controversa e da aspetti ambientali molto significativi.

In esso sorgeva il vecchio castello di Viareggio. La ricerca storica, condotta nel primo capitolo, ha evidenziato lo stato di rovina del castello agli inizi del ‘900 e l’utilizzo dei suoi resti per la costruzione della Torre Matilde e il trasferimento di parte di essi nel vecchio cimitero; si può pertanto assicurare che nel sito non sia più presente traccia alcuna di esso.

Una ricerca condotta su mappe catastali presso l’Archivio di Stato di Lucca ha permesso di tracciare sul suolo i possibili ingombri del vecchio castello. Attraverso l’estratto da una mappa catastale (riportato in figura), posizionato in modo opportuno in corrispondenza del canale navigabile del Burlamacca, che nel tratto in esame non ha subito pesanti modifiche nel corso degli anni, è stata individuata la sua posizione.

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260 La mappa catastale risale ai primi del novecento e mostra una particolare divisione particellare. Come abbiamo detto in precedenza, il terreno fu infatti acquistato da privati i quali lo divisero in due particelle: la 1139 e la 5045. La forma curvilinea delle particelle permette di individuare il contorno del castello. Dalla sovrapposizione con l’aerofogrammetrico del 1992 (mostrato in figura) è possibile stabilire la posizione sul terreno attuale (segno in blu). Tuttavia, è presente in sito una curvatura netta in corrispondenza della fine dei silos della Salov e del distributore di carburante AGIP, sottolineata anche da un forte dislivello fra i terreni a sud e a nord di essa. Questa curvatura può essere considerata come tratto di divisione particellare e pertanto parte del perimetro del vecchio castello, cosicché la sua localizzazione si sposta di pochi metri rispetto alla ricostruzione effettuata attraverso la sovrapposizione delle carte.

Oltre al castello, ad influenzare la progettazione di questa area interviene anche (e soprattutto) il canale stesso.

Il canale Burlamacca trova storicamente la propria importanza per la sua navigabilità fino al mare. Ancora oggi è navigabile: ad ovest della ferrovia collega il porto con il mare ed è utilizzato ogni giorno dalle barche a vela e dai pescherecci, ad est della ferrovia (in particolare in corrispondenza della nostra area) è utilizzato ormai quasi esclusivamente come punto di partenza dell’ECOTOUR che organizza escursioni guidate in motonave a Massaciuccoli e Torre del Lago: molti turisti, ma anche molti residenti, apprezzano questa iniziativa. Si tratta di visite guidate alle affascinanti specie del mondo ornitologico ma anche ma anche all’archeologia e storia antica: il lago ha preservato fino ai giorni nostri i resti di una grande villa e di terme romane, chiamate nella tradizione locale “le buche di Nerone”.

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261 Sede dell’ECOTOUR, punto di partenza della motonave.

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262 Due foto del canale Burlamacca in corrispondenza dell’AREA SALOV.

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263 Si riscopre quindi l’acqua come elemento fondamentale di sviluppo della città: da sempre considerata, fin dagli albori della filosofia, come elemento primordiale per la creazione del mondo, può essere utilizzata come richiamo verso i punti di convergenza caratteristici di uno sviluppo urbano, soprattutto in un ambiente come quello in esame in cui il contatto con l’acqua assume anche connotati tradizionali.

Con la costruzione della ferrovia alla fine del 1800 si perde il collegamento naturale fra l’est e l’ovest del canale Burlamacca. Il ponte della ferrovia infatti lo divide in due parti non comunicanti fra loro, impedendo alla parte est il contatto con il mare. Ad aggravare questa situazione interviene la costruzione di via della Circonvallazione. Il ponte, solo in parte rialzato, impedisce il passaggio di barche anche di modesta entità, individuando una terza parte del canale interposta fra le due sopradescritte. Si vengono così a creare tre settori: quello ad ovest, in diretta comunicazione con il mare, anch’esso caratterizzato da una successione di ponti che tuttavia non ne impediscono l’utilizzo; quello centrale, caratterizzato dalla presenza delle vecchie strutture di bonifica, assimilabile a un lago morto per la sua inutilizzabilità e il suo degrado (ma che testimonia un fascino prepotente soprattutto nelle ore del tramonto); quello ad est, in collegamento solo con le aree paludose e il lago di Massaciuccoli.

Il recupero del canale come percorso ecologico, “pulito”, può rappresentare il collegamento naturale che conduce il visitatore dal centro antico della città (sede del vecchio castello), ormai distrutto dall’industrializzazione e ricreato come centro artificiale ad esso parallelo attraverso il progetto proposto, al centro attuale della Viareggio turistica, fino al mare. Questo percorso può godere del fascino di una cittadina nata e cresciuta in funzione del suo mare che mostra le proprie tradizioni abitative: dalle cosìdette “viareggine” sviluppate su un solo livello, alle case più importanti (ma nello stesso carattere) su due

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264 livelli, fino alle costruzioni turistiche liberty ed eclettiche del viale a mare. Ad aggiungersi alle caratteristiche insediative si pone la riscoperta di scenari ormai perduti, di giochi di luci ed ombre variabili nelle diverse ore del giorno, di un percorso naturale est-ovest che per il suo orientamento risulta costantemente sulla traiettoria del sole: partendo all’alba dal centro antico si termina al tramonto sul mare.

Il progetto sull’AREA SALOV si pone così l’obiettivo fondamentale di ricostruire fisicamente e simbologicamente il vecchio centro motore della città e di creare parallelamente ad esso un centro artificiale, prodotto della società post industriale.

Il centro antico viene ricreato tracciando in negativo sul suolo il perimetro del vecchio castello, per mezzo di una pavimentazione che richiama il suo materiale lapideo testimoniato dai conci squadrati della Torre Matilde. Questo tracciato è contenuto in uno spazio di verde urbano destinato a piazza, racchiuso nel segno circolare caratterizzato da una pavimentazione in travertino che si contrappone al tracciato lapideo del castello.

Al centro della piazza una fontana richiama il diretto contatto con l’acqua che diviene elemento accentratore a testimonianza della propria importanza. La conservazione dei due silos di diametro maggiore e il loro recupero in favore di spazi espositivi da dedicare alla storia della città, simboleggia la spaccatura che l’industrializzazione ha prodotto sull’equilibrio di una città di mare; essi sono a loro volta tagliati da una quinta di separazione fra il centro antico e il nuovo centro artificiale. La quinta accoglie una “finestra” sulla piazza urbana: da essa si affaccia un percorso pedonale sopraelevato che conduce il visitatore fino al nuovo centro urbano.

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265 Il centro artificiale, sede della modernità (spazi residenziali integrati con attività commerciali-produttive-direzionali), è anch’esso racchiuso da un segno circolare, distinto per mezzo della stessa pavimentazione che contraddistingue il primo centro (il centro antico) ed è centrato su una fontana che richiama di nuovo il contato con l’acqua. Sia i segni circolari a terra che le fontane risultano aumentare di diametro con l’avanzare di un percorso che richiama il trascorrere del tempo: nel nuovo centro, il cerchio che contraddistingue la piazza e la fontana circolare hanno diametro maggiore rispetto a quelli presenti nel centro antico. Questo simboleggia una sorta di “prospettiva temporale”, in cui l’antichità è vista ormai come qualcosa di presente, importante ma lontano, e in cui si affida la soluzione dei problemi a strutture nuove che pur rispettando l’identità di un luogo possano rispondere funzionalmente alle esigenze della società e divenire centri di primaria importanza nella quotidianità dei propri utenti.

Mentre il patrimonio edilizio esistente rispetta l’impianto ortogonale della città, le nuove costruzioni sembrano voler deformare con movimenti rotatori questa griglia così restrittiva, fino a trovare vie di accesso e di fuga oblique (a 45°) che tagliano la maglia urbana. Questi percorsi costituiscono il collegamento fra il lungocanale e i centri sopradefiniti (antico e moderno) e conducono il visitatore lontano dall’inquinamento atmosferico e acustico degli spazi destinati al traffico veicolare: si riscopre un contatto con un ambiente naturale ma allo stesso tempo interno alla città e vissuto quotidianamente.

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266 4.3.2. L’orientamento del sito rispetto all’asse eliotermico.

La buona riuscita di un progetto architettonico dipende prima di tutto dall’orientamento del suo edificato.

Il sito presenta i seguenti limiti spaziali: - Nord via di Montramito;

- Ovest via di Circonvallazione; - Sud canale Burlamacca;

- Est proprietà privata.

La ristrutturazione degli edifici presenti lungo via di Montramito impedisce l’ottimizzazione del loro orientamento rispetto al ciclo solare. Essendo infatti, entità già presenti e fortemente strutturate (irrigidite anch’esse dalla maglia) è possibile solo una loro ristrutturazione più o meno fedele all’ impostazione attuale. L’esposizione nord-sud e il principale affaccio a nord li espone a scarsa illuminazione e sbalzi termici. C’è da rilevare tuttavia che il clima a Viareggio è mite in tutto l’anno e se l’esposizione è molto importante per lo sfruttamento dell’illuminazione naturale ha poca rilevanza da un punto di vista termico.

Gli edifici esistenti paralleli a via della Circonvallazione presentano invece un orientamento ottimale est-ovest: il prospetto ad est raccoglie la luce solare della prima mattina, quello ad ovest gode di illuminazione diretta nelle ore pomeridiane. Le stesse considerazioni valgono per la piazza ad essi antistante. La piazza si articolerà principalmente in due parti: una parte esposta a sud (a quota inferiore) ed una esposta a nord (a quota superiore). Nelle ore del mattino in cui l’irraggiamento proviene da est, sud-est, la parte di piazza esposta a sud potrà garantire condizioni di benessere fisiologico dei propri utenti in tutti i periodi dell’anno, mentre la parte esposta a nord potrà svolgere solo la sua funzione di accesso all’area. A mezzogiorno la parte esposta a sud godrà di luce solare diretta: l’assenza di elementi frangisole permetteranno il suo utilizzo solo nei mesi invernali e nelle stagioni intermedie, mentre in estate sarà luogo di caldo afoso e insostenibile;

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267 tuttavia la parte esposta a nord viene a sopperire a questi limiti: l’assenza di ostacoli altimetrici a sud porrebbe l’area alla stregua di quella a quota inferiore ma la presenza di alberature la protegge in parte dai raggi solari diretti. Nelle ore pomeridiane, che rappresentato ipoteticamente i momenti di massimo utilizzo della piazza, la parte a quota inferiore è ancora priva di protezioni frangisole e potrà soddisfare i propri utenti principalmente in inverno, mentre quella a quota superiore grazie alla presenza di fitte alberature permette all’utente di trovare refrigerio nel periodo estivo.

Nella progettazione delle nuove costruzioni, quando non vincolati dagli edifici esistenti, si cercherà di massimizzare i vantaggi che derivano da un corretto orientamento rispetto al ciclo solare. Sarà costante la ricerca di un doppio affaccio che permetta di godere di benessere termico e illuminotecnico naturale durante la maggiorparte delle ore diurne, e che doti le costruzioni di prospettive esterne favorevoli. L’attenzione posta nella scelta delle aperture e degli elementi trasparenti sarà d’aiuto al raggiungimento di condizioni di benessere termico e visivo all’interno dei locali progettati.

4.3.3. Le variazioni altimetriche attuate sul terreno.

Il sito è caratterizzato da una disomogeneità altimetrica, in accordo con le aree limitrofe.

In corrispondenza dell’uscita di via di Montramito si riscontra una quota di +3.10slm, che rappresenta il massimo altimetrico riscontrabile nell’area. Procedendo lungo via di Montramito vediamo che la strada discende gradualmente: si trova +2.90 in corrispondenza dell’attuale distributore AGIP, +2.40 in corrispondenza del muro di confine della proprietà Salov, +2.30 all’ingresso principale all’azienda, +2.20 in corrispondenza degli uffici amministrativi.

Per quanto riguarda il lungocanale, si rileva la quota di +1.20slm in corrispondenza di via della Circonvallazione e la

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268 quota di +1.00slm costante sul suo percorso. Pertanto nella parte ovest del sito si individua un cambiamento brusco di quota da +1.20slm a +3.10slm. Nella parte interna del sito la quota si mantiene in media su +2.30slm.

Il progetto prevede il rispetto delle quote sopradescritte nelle parti perimetrali dell’area: essendo la sede stradale di via di Montramito un’invariante di progetto, e poiché su di essa si interviene esclusivamente con la ristrutturazione dell’esistente, le quote del piano di campagna rimangono quelle dello stato attuale; il percorso lungo il canale è vincolato dalla L.R.74/84 che ne impedisce ogni variazione. La progettazione della piazza rispetta le quote attuali, anzi le utilizza a suo favore per creare dislivelli che generano visuali non monotone e che invogliano l’utilizzatore allo spostamento all’interno di essa.

Per quanto riguarda la progettazione della parte centrale dell’area, completamente di nuovo impianto, il vincolo primario deriva dalla presenza del canale. La L.R.74/84 definisce di ambito A la fascia di 10m che lo costeggia; questa fascia è identificabile con il percorso già presente. All’interno di essa la normativa stabilisce il divieto assoluto di qualsiasi tipo di costruzione. La legge stabilisce inoltre un secondo ambito di vincolo idraulico: l’ambito B è descritto dalla normativa come una fascia al massimo di 300m di estensione che termina in corrispondenza di un dislivello di 2m rispetto all’argine del canale. Da queste disposizioni si evince che l’AREA SALOV è interamente contenuta nella fascia di ambito B (come testimonia anche la tavola di pericolosità idraulica del Piano Strutturale), per la quale la normativa ammette solo pochi interventi. Tuttavia, la progettazione di un nuovo impianto costruttivo che risponda agli obiettivi che si prefigge uno studio di riqualificazione deve proporre una soluzione per sfruttare al meglio un’area così strategica.

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269 Il progetto del nuovo impianto si basa sulla costruzione di un terrapieno che permette di raggiungere un dislivello di due metri rispetto al piano dell’ambito A, così da annullare i divieti relativi all’ambito B. Si viene così a creare una parte centrale rialzata alla quota di +3.10slm relazionata con le quote inferiori per mezzo di rampe e scalinate. Il dislivello sottolinea anche simbologicamente la presenza di un nuovo centro artificiale e la sua maggiore importanza nella società attuale.

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270 4.3.4. Ristrutturazioni e nuove costruzioni proposte.

L’intervento di riqualificazione dell’AREA SALOV prevede la ristrutturazione di parte del patrimonio edilizio esistente integrata con la costruzione di nuovi edifici. Occorre stabilire quali sono gli edifici degni di conservazione e ristrutturazione.

L’edificato che si sviluppa nella parte più interna all’area e lungo il canale risulta estremamente degradato e fatiscente; la sua espansione a macchia d’olio nega la possibilità di un suo recupero anche parziale; il suo sviluppo in altezza e la grande volumetria che lo contraddistingue non è consono ai requisiti di una zona omogenea B. Risulta pertanto necessaria la sua demolizione. I vecchi magazzini situati sul confine ovest del sito e retrostanti i silos sono stati in parte ristrutturati recentemente e possono essere conservati. Inoltre, facendo parte del primario impianto dell’azienda testimoniano una tipologia edilizia tipica di Viareggio: un edificio su un solo livello con copertura a due spioventi e aperture modulari che alternano porte a finestre. Davanti ad essi, un capannone industriale in buono stato, con copertura in volta a botte, può essere recuperato per la sua elevata volumetria e trasformato sia funzionalmente che costruttivamente per accogliere quelle destinazioni d’uso che necessitano di collegamento diretto con il canale. Gli edifici ad ovest in corrispondenza di via di Montramito, che precedentemente al trasferimento dell’azienda accoglievano la casa del custode e gli uffici di controllo dei prodotti in entrata e uscita, pur apparendo in buone condizioni, sono estranei a qualsiasi tipo edilizio della zona (è più facile riscontrare una somiglianza con tipi edilizi lucchesi, forse a causa dell’origine dei proprietari). La loro conservazione risulterebbe pertanto incompatibile con il carattere del luogo. I restanti edifici su via di Montramito individuano due gruppi di costruzioni: un agglomerato, centrale rispetto all’area (ad ovest) e il vecchio casolare ristrutturato che raggiunge il confine est. Il primo, destinato al

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271 confezionamento dei prodotti, si sviluppa principalmente su un livello unendo 4 edifici distinti: quello ad ovest e i due ad est hanno copertura a doppio spiovente, l’edificio centrale è caratterizzato da una torretta che sormonta un tetto piano. Questo agglomerato edificato non presenta aperture sul fronte strada ma solo una superficie unita, intonacata che corre lungo il marciapiede talvolta interrotta da piccole superfici in vetro-cemento. Le sue condizioni sono abbastanza buone ed è possibile ricercare un modo di conservazione e riprogettazione della costruzione. Il secondo edificio deriva dalla ristrutturazione di un vecchio casolare agricolo (per molti anni estraneo alla proprietà dell’azienda) ora destinato agli uffici amministrativi. Le sue condizioni sono ottime e può pertanto essere conservato.

Facendo riferimento al condono edilizio (tavola allegata al cap.1) presentato dalla società Salindo s.r.l nel 1986, a cura del geom. M.Bonuccelli, si definiscono le parti costruite da demolire e quelle che possono essere ristrutturate:

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273 Il recupero di questa parte del patrimonio edilizio esistente viene integrato con la costruzione di nuovi impianti, caratterizzati da volumi trasparenti in vetro e volumi opachi intonacati o rivestiti con materiali lapidei.

Come già detto nel paragrafo relativo al calcolo degli indici nell’AREA SALOV si individuano tre comparti:

1. a destinazione residenziale;

2. a destinazione mista (in parte residenziale e in parte commerciale)

3. di pubblico interesse. Nel comparto 1 si collocano:

– il blocco A1, edificio su due piani derivante dalla ristrutturazione dell’esistente (casolare agricolo): l’edificio prevede un cambiamento a destinazione residenziale, e in particolare la costruzione di sei appartamenti duplex dotati di parcheggio privato;

– i blocchi B1, C1, D1, E1, F1, G1, complesso di edifici di nuova costruzione, su struttura intelaiata in c.a.: in essi vengono definiti in totale 72 appartamenti distribuiti su tre livelli.

Nel comparto 2 si collocano:

– il blocco A2, edificio di nuova costruzione, su struttura leggera in acciaio e tamponamento in vetro: in esso vengono individuati sei fondi commerciali-direzionali distribuiti su un unico livello;

– il blocco B2, edificio su due livelli derivante dalla ristrutturazione dell’esistente (edifici destinati al confezionamento dei prodotti): l’edificio prevede la destinazione a commerciale al piano di campagna (ristrutturazione dell’esistente) e la costruzione di un volume interrato con struttura indipendente in c.a., da destinare a parcheggio pubblico;

– il blocco C2, edificio di nuova costruzione, su struttura intelaiata in c.a.; in esso è possibile distinguere 4 parti principali: un volume trasversale su due livelli che si sviluppa a partire dal secondo piano, un’ala circolare di

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274 sud-est, un’ala circolare di sud-ovest e un’ala circolare di nord-ovest che si sviluppano su tre livelli a partire da un terrapieno che rialza il piano di campagna di due metri a causa del vincolo idraulico. L’edificio è prevalentemente a destinazione commerciale-direzionale, ma ai livelli superiori prevede anche 7 appartamenti residenziali: 2 in corrispondenza dell’ala sud-est ai livelli 2 e 3, e 5 in corrispondenza dell’ala sud-ovest al livello 3;

– il blocco D2, complesso di edifici su un livello derivante dalla ristrutturazione dell’esistente (edifici destinati a magazzino). Il blocco interamente a destinazione commerciale e produttiva si articola in quattro sezioni: una sezione a nord che accoglie 4 fondi, una centrale che ne accoglie altri 4, una sezione a sud che ne accoglie 3, una sezione a sud-ovest (in corrispondenza dell’attuale capannone industriale) che accoglie uno spazio di ristorazione a livello del terrapieno e un volume su due livelli in corrispondenza del canale Burlamacca; questo volume accoglie al livello del piano di campagna due piccoli fondi commerciali-artigianali (di cui uno da destinare a sede dell’ECOTOUR, attualmente situata in loco in una struttura precaria), e al livello superiore gli spazi di servizio del centro di ristorazione.

Nel comparto 3 si collocano:

– due silos esistenti a cui si annette un volume di distribuzione in acciaio e vetro, su tre livelli. Si propone il recupero dei due silos in acciaio che saranno destinati ad accogliere uno spazio espositivo dedicato alla stria della città, e l’annessione di un volume di distribuzione in vetro che al secondo livello si estende in un percorso sopraelevato (sostenuto da una maglia di pilastri in c.a.) che collegandosi verso est al blocco C2, si trasforma in finestra urbana verso ovest, affacciandosi alla piazza di progetto;

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275 – la piazza urbana centrata nel fulcro ideale del castello di Viareggio, che viene riproposto in negativo come segno a terra in pavimentazione diversa.

4.3.5. Spazi di sosta e percorsi fissati: la definizione della planimetria. 45

Il progetto architettonico prende avvio dall’individuazione di due centri focali: il centro dell’antichità e il centro della modernità. Questi due centri rappresentano i punti di sosta principali attorno ai quali si sviluppa un sistema di percorsi che conducono agli ambiti funzionali degli edifici commerciali e residenziali.

I due punti di sosta differiscono nella specifica utenza che sono destinati ad accogliere. Il centro antico si presenta come luogo di quiete, serenità, riflessione grazie anche al contatto diretto con la natura; all’interno di esso il suo utilizzatore si deve sentire protetto, accolto, e deve essere assorbito dalle numerose componenti simboliche che lo pervadono. Si tratta pertanto di un centro di sosta prolungato e come tale deve essere progettato. La presenza di numerosi spazi a verde, ricchi di arredo urbano, e del centro di ristoro permette all’utente di progettare una sosta medio lunga all’interno di esso. Il centro moderno invece rappresenta un centro sociale, di interscambio, di comunicazione all’interno del quale prevale una visione “dinamica” della sosta. L’utente deve essere invitato al movimento, all’attività, al confronto. La presenza di numerosi locali commerciali intensifica l’idea di centro dinamico e produttivo.

I due centri sono connessi fra di loro attraverso due percorsi (uno sopra all’altro) con caratteristiche diverse: quello a livello inferiore si può descrivere come spazio di passaggio, collegamento fra il centro di sosta “contemplativo” e il centro di sosta “dinamico”; quello al livello superiore,

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276 sorretto da un sistema di pilastri e dalla quinta di separazione, ha invece connotati di staticità. Il percorso sopraelevato infatti si affaccia ad una “finestra” urbana, un’apertura ricavata all’interno della quinta che rende il visitatore uno spettatore della storia di Viareggio, e prosegue come sede di vedute panoramiche fino ad essere inglobato nell’edificio centrato sul centro artificiale. A partire da questo i due percorsi si unificano ad un livello intermedio (livello del terrapieno) per divenire esclusivamente distributivo nei confronti dei locali commerciali che si sviluppano a nord di esso, e dei locali residenziali a sud di esso.

A questo percorso uniforme con la maglia ortogonale della città e alla rettilineità di via di Montramito si contrappongono due assi di penetrazione obliqui (a 45°) che terminano nei centri di sosta definiti. Entrambi i percorsi rappresentano una via di fuga dalla città: il primo, corrispondente al centro antico, evade verso il percorso “pulito” lungo il canale mantenendo il contatto della piazza con la natura; il secondo, conduce l’utente alla propria residenza.

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277 Nel comparto residenziale si individuano percorsi meramente distributivi a contatto con gli spazi a verde privati e separati da essi per mezzo di un cordolo di arredo urbano che può essere utilizzato per soste brevi.

4.3.6. I materiali per le diverse scelte funzionali.

Il progetto architettonico sopra descritto necessita della definizione del trattamento delle superfici, atte a segnalare i cambiamenti funzionali e simbolici all’interno dell’area.

Per le superfici intonacate si propongono 3 colorazioni: - giallo ocra, in corrispondenza delle parti ristrutturate; - azzurro, per contraddistinguere le nuove costruzioni o

parti di esse (complesso residenziale, ali residenziali del centro commerciale, bagni pubblici);

- bianco, per il trattamento delle superfici interne e per il trattamento dei tamponamenti del complesso residenziale (le pareti esterne risultano arretrate rispetto al filo dell’edificio per la presenza dei balconi e degli aggetti, così da risultare interne, private, rispetto ad essi).

Per le superfici rivestite (pavimentazione esterna e rivestimenti di parete decori) si individuano 5 materiali.

Il primo deriva direttamente dalla dismissione dei silos: le parti in acciaio recuperabili vengono utilizzate come decoro nei punti di sosta e come rivestimento superficiale dell’ala nord-ovest del centro commerciale.

Per quanto riguarda le pavimentazioni esterne occorre distinguere un materiale all’apparenza antico e meno nobile che richiami i conci squadrati di materiale lapideo del vecchio castello, di cui è testimone l’attuale Torre Matilde. Questo materiale sarà utilizzato in particolare per sottolineare gli spazi destinati a percorso prevalentemente di natura dinamica; quando utilizzato per il rivestimento esterno di pareti assume carattere esclusivamente estetico. Si propone a questo scopo il seguente materiale.

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Depostone, Normandie (grigio), formato standard 20x50 cm.46

La pietra ricomposta di Rastone nasce da un’analisi del prodotto naturale da cui prende vita, ed è il risultato di un processo tecnologico perfezionato nel corso degli anni. In essa sono miscelati opportunamente materiali compatibili con il rispetto delle persone e dell’ambiente circostante: quantità di cemento Portland con argilla refrattaria, sabbie, polveri di pietre e altri inerti e aggreganti leggeri.

Nella produzione della pietra ricomposta di Rastone assume particolare importanza la colorazione che, come per la pietra naturale deve essere mossa e difforme, creando ricche variazioni di tono e sfumature: ogni singolo pezzo è colorato individualmente con pigmenti di ossido di ferro. L’aspetto realistico è ottenuto dagli stampi in cui è colata la miscela di base, veri e propri “calchi” di pietra naturale.

La pietra ricomposta nasce in favore della tutela della natura e delle sue riserve sempre più scarse a causa delle quali aumentano i costi della pietra naturale. Per questo, la pietra ricomposta può essere la soluzione più vantaggiosa in termini di:

- vantaggi di spazi, dato che gli spessori e il peso si riducono sensibilmente rispetto ai prodotti naturali;

- vantaggi di tempo di applicazione, dato che i vari modelli di pietra ricomposta si possono posare ovunque con facilità e rapidità;

- vantaggi di costo, con un prodotto più economico e con una gestione e manutenzione più flessibili e semplificate;

- Vantaggi estetici: la sua struttura e i colori caratteristici le conferiscono un aspetto estremamente naturale. Anche al più attento esame visivo e tattile risulta indistinguibile dalla pietra naturale da cui nasce.

46 www.rastone.com

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279 In contrapposizione alla pavimentazione in pietra ricomposta, a segnare i punti chiave del progetto quali gli spazi di sosta, le lastre di separazione e i marcapiani delle ali dell’edificio centrale si ricerca un materiale più nobile.

Ceramica tecnica, Travertino classico, levigato, formato

standard 30x60cm.47

Le lastre si presentano con un colore di fondo non omogeneo che va dal grigio rosato al nocciola chiaro. Glanulometrie variabili di colore nocciola disegnano le venature longitudinali.

Fabbrica Marmi e Graniti si è affermata negli ultimi anni come azienda leader nella produzione e distribuzione di lastre in ceramica tecnica per pavimenti e rivestimenti. Impiegando materie prime di altissima qualitá, minerali naturali ed elevate pressioni, Irisfmg mette a disposizione di architetti e progettisti l'aspetto prezioso ed elegante dei marmi, graniti, pietre e travertini di cava ma con qualità superiori che solo la ceramica tecnica è in grado di offrire.

Come dimostrato dai test condotti sulla produzione di Fabbrica Marmi e Graniti, i materiali in ceramica tecnica hanno caratteristiche tecnico prestazionali superiori rispetto ai materiali di cava, offrendo una maggiore resistenza al gelo, al calpestio e all'abrasione profonda, presentando valori effettivi nettamente superiori a quelli richiesti dalle norme. Recente é inoltre la certificazione ANAB per l'intera produzione di marmi, graniti, travertini e pietre Fmg: nel 2004 é stata certificata come prima azienda operante nel settore della produzione di lastre in ceramica tecnica nel rispetto delle norme dettate dall' Architettura Bioecologica.

47 www.irisfmg.it

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280 A contrassegnare i nuovi spazi funzionalmente dedicati ad attività commerciale-direzionale, qualora non siano presenti superfici vetrate, interviene un rivestimento in gres porcellanato, cromaticamente in accordo con i colori proposti dalle superfici intonacate e in formato tale da rispettare le eventuali curvature planimetriche.

Ceramica Caesar, Selecta marmi, levigato, formato standard

45x45cm.48

Azul cielo

Nero marquina

Selecta è la nuova collezione delle ceramiche Caesar ispirata ai marmi e graniti più prestigiosi presenti in natura. Sui materiali si riscoprono le venature naturali, casuali che attraversano tutto il corpo della piastrella rendendola eterna e inattaccabile.

Le piastrelle e i pezzi speciali in gres fine porcellanato hanno sezione piena e omogenea greificata a tutto spessore composta da impasto finissimo di argille pregiate, con aggiunta di feldspati e caolini, ottenute per pressatura (450 Kg/cm2) di impasto atomizzato.

Per i tamponamenti in vetro facciamo riferimento ai vetri della Sait-Gobain.

I prodotti vetrari della famiglia Saint-Gobain Glass Vision sono stati particolarmente concepiti per il controllo visivo, lo sfruttamento ottimale della luce naturale e la perfetta trasparenza. Per il più totale comfort visivo, luce e trasparenza vengono sfruttati al meglio nelle realizzazioni tradizionali e nei centri commerciali, sia nel settore abitativo che nelle applicazioni in interni.

48 www.caesar.it

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SGG PLANILUX, vetro chiaro multiuso. 49

es. Torre Siglum, Mexico.

Disponibile in una vasta gamma di spessori, SGG PLANILUX è il vetro di base che può essere trasformato in vetrata isolante, stratificato, temprato, serigrafato, decorato, opacizzato, sabbiato, laccato, molato, ecc. per diverse applicazioni che vanno dall'arredamento d’interni alle facciate strutturali in vetro. SGG PLANILUX è un vetro chiaro, trasparente, ricotto con entrambe le facce parallele, ottenuto per flottazione sopra un bagno di stagno in fusione (processo float).

Prestazioni : acustiche e spettrofotometriche.

Possibilità di trasformazione: può essere opacizzato all’acido

Per gli elementi strutturali si sfrutta la tessitura del materiale proprio (c.a. o acciaio) quando l’elemento ha valenza esclusivamente costruttiva, mentre i pilastri che segnano i percorsi subiscono una tinteggiatura rossa che per la presenza di ossidi metallici risulta particolarmente lucida e cangiante. La stessa tinteggiatura è applicata ai parapetti metallici in barre parallele, che a loro volta segnano i possibili percorsi della collettività.

49 www.saint-gobain-glass.com

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