• Non ci sono risultati.

Pretto Alice U.O. Medicina, Osp. San Bortolo, Vicenza. L INTERAZIONE TRA FARMACI: qualità e sicurezza nella pratica clinica

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Pretto Alice U.O. Medicina, Osp. San Bortolo, Vicenza. L INTERAZIONE TRA FARMACI: qualità e sicurezza nella pratica clinica"

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

Pretto Alice – U.O. Medicina, Osp. San Bortolo, Vicenza

L’INTERAZIONE TRA FARMACI: qualità e sicurezza nella pratica clinica

(2)

Il sottoscritto PRETTO ALICE

ai sensi dell’art. 3.3 sul Conflitto di Interessi, pag. 17 del Reg. Applicativo dell’Accordo Stato-Regione del 5 novembre 2009,

dichiara

X che negli ultimi due anni NON ha avuto rapporti diretti di finanziamento con soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario

che negli ultimi due anni ha avuto rapporti diretti di finanziamento con i seguenti soggetti portatori di interessi commerciali in campo sanitario:

- ………..

- ……….

- ………..

(3)

Per interazione farmacologica si intende la

modificazione dell'effetto del farmaco dovute all'uso recente o contemporaneo:

di un altro farmaco o più farmaci (interazioni farmaco-farmaco)

di cibo (interazioni farmaco-cibo)

di integratori dietetici (interazioni farmaco- integratori)

(4)

Nell’interazione la risposta farmacologica e/o clinica può portare :

• Un potenziamento (solo uno dei due farmaci esercita l’effetto, il secondo lo potenzia)

• Un effetto sinergico

(l’effetto finale è superiore delle risposte individuali)

• Una diminuzione (

effetto antagonista)

• Una reazione nuova ed inaspettata

(5)

In particolare le interazioni tra farmaci risultano

essere una parte importante delle reazioni avverse al farmaco (ADR) che si rispecchiano con una tra le cause di ricoveri ospedalieri, causando in tal modo significativi problemi medici ed economici.

(6)

Il numero di potenziali interazioni si rileva significativamente correlato al numero di farmaci presi per ciascun paziente

(7)

Il numero dei farmaci assunti per paziente e il numero di interazioni per paziente sono più alti durante il ricovero ospedaliero rispetto al

periodo di ammissione e ricadono dopo la degenza ospedaliera

(8)

• Fondamentale è la relazione tra :

Le conoscenze dei meccanismi di azione dei farmaci

Il tema della compatibilità molto vasto e in continua espansione

L’interazione tra farmaci

(9)
(10)

I farmaci possono interagire tra loro attraverso quattro meccanismi:

1. Interazione chimico fisica: si verifica quando un farmaco viene mescolato a un altro e ha come conseguenze l’alterazione della

potenza del farmaco e il rischio che si

formino torbidezza, cristalli, bolle di gas o precipitati

2. Interazioni farmacocinetiche: si verifica

quando due molecole somministrate assieme interagiscono influenzando tutti e quattro i processi farmacocinetici

(11)

4. Interazioni farmacodinamiche: si verifica quando un farmaco può alterare l’effetto di un altro farmaco

5 . Tossicità combinata: se due farmaci sono entrambi tossici per lo stesso organo, quando somministrati

assieme causeranno un danno maggiore rispetto alla somministrazione non combinata

(12)

Le persone coinvolte nel processo sono:

 Pazienti con patologie croniche

 Pazienti che necessitano di pluri terapie

Oltre ai professionisti sanitari quali:

 Medico prescrizione

 Infermiere  somministrazione

(13)

L’infermiere risulta essere parte attiva della gestione della terapia farmacologica:

Profilo Professionale: “l’infermiere garantisce la corretta applicazione delle prescrizione diagnostico-terapeutiche”

(art. 1 comma III)

Codice Deontologico: “l’Infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate dalla comunità scientifica e aggiorna le competenze attraverso lo studio e la ricerca, il pensiero critico, la riflessione fondata sull’esperienza e le buone pratiche, al fine di garantire la qualità e la sicurezza delle attività. Pianifica, svolge e partecipa ad attività di

formazione e adempie agli obblighi derivanti dal

programma di Educazione Continua in Medicina.” (art.10)

(14)

La responsabilità professionale dell’infermiere in relazione alla somministrazione della

terapia farmacologica, non è riconducibile al solo atto specifico, ma a tutto quel complesso di azioni che, nel loro insieme, consentono di raggiungere una gestione della terapia tale da fornire garanzie di sicurezza e di efficacia per il paziente.

(15)

Affinché l’infermiere possa legittimamente

somministrare la terapia è richiesta la presenza della prescrizione medica, composta da:

1. il nome del farmaco, ovvero il nome commerciale dello stesso;

2. il dosaggio;

3. i tempi di somministrazione

(16)

4. la via di somministrazione;

5. la forma farmaceutica

6. la sottoscrizione del medico.

(17)

A seconda della via prescritta, l’infermiere ha

l’impegno di adottare accortezze poiché l’azione del farmaco stesso abbia effetto:

 PER OS o NE: triturazione o apertura della

compressa;

 EV: rischio di insorgenza di

complicanze secondo i principi di:

DILUIZIONE

COMPATIBILITA’

ESPOSIZIONE ALLA LUCE DURANTE LA SOMMINISTRAZIONE (≠ fotosensibilità)

(18)

In particolare si vuole dimostrare come alcuni

farmaci, considerati spesse volte da somministrare al riparo dalla luce, non necessitino dell’uso di

appositi presidi quali siringhe e deflussori

schermati. Gli unici farmaci, propri dell’area critica, che hanno bisogno di tale attenzione sono:

1. l’amfotericina B;

2. il NaNitroprussiato Anidro;

3. La Nimodipina;

4. altri propri della Medicina Nucleare e specifici chemioterapici.

(19)

Quindi…

Con questo approfondimento, si vuole far luce

sulle criticità che possono presentarsi in un reparto di internistico.

I turni di lavoro rapidi e stressanti, caratteristici di quest’area dove l’uso dei farmaci non

sempre risulta semplice e lineare, ha suscitato l’ipotesi che l’attività di gestione della terapia diventi talvolta difficoltosa.

(20)

Un’adeguata formazione del personale

infermieristico nell’ottica del beneficio per il

paziente, associata ad un’applicazione pratica può migliorare l’assistenza erogata in corsia.

Uno sviluppo della gestione integrata del rischio con auspicabili cambiamenti nella pratica clinica per migliorare la qualità delle prestazioni e

garantire la sicurezza dei pazienti

Riferimenti

Documenti correlati

● La lettura dei dati più recenti non mette in evidenza alcun nesso cau- sale tra l’uso dei PPI e la comparsa di eventi avversi cardiaci e quegli studi che ipotizzano

Questa tecnica relativamente sem- plice, quando ben applicata, può essere praticata ambulatorialmen- te anche in combinazione sinergica con altre terapie.. La

Nel complesso occorre quindi ri- flettere sull’appropriatezza delle prescrizioni delle BDZ nella pratica clinica, consapevoli che un uso non monitorato, al di fuori

Gli autori dello studio concludono affermando che all’atto della prescrizione di un farma- co potenzialmente interattivo con l’alcol, questa abitudine dovrebbe

po che dedica all’ascolto dei propri collaboratori, che non abusano del- la sua disponibilità proprio perché sanno che la sua porta è per loro sempre aperta e dall’importanza

 Sostenere lo sviluppo delle attività per la sicurezza dei pazienti, rap- presentando il commitment della direzione aziendale e delle unità operative. DESTINATARI

Il Corso è rivolto a figure professionali operanti nella gestione del rischio clinico e della sicurezza dei pazienti, della qualità delle cure e dell’assistenza,

z crediti ECM assegnati a ciascuna sessione della stessa giornata z certificato di partecipazione. z colazione di lavoro