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magna e Anoplocephalides (Paranoplocephala) mamillana (Proudman et al., 2003

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Academic year: 2021

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PREFAZIONE

I cestodi appartenenti alla famiglia Anoplocephalidae che interessano il cavallo sono rappresentati dalle specie: Anoplocephala perfoliata, A. magna e Anoplocephalides (Paranoplocephala) mamillana (Proudman et al., 2003; Gasser et al, 2005). A. perfoliata è la specie di più frequente riscontro nel cavallo in tutto il mondo (Gasser et al, 2005), mentre le altre due specie sono reperite con minor frequenza.

Fino a poco tempo fa, le infestazioni da cestodi Anoplocefalidi degli equini erano ritenute poco importanti perchè questi parassiti non erano considerati patogeni (Gasser et al, 2005).

Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che gli Anoplocefalidi possiedono una patogenicità non trascurabile, potendo determinare una serie di lesioni a carico del tratto intestinale del cavallo che possono evidenziarsi con quadri riferibili a colica spasmodica (Pearson et al., 1993; Gasser et al, 2005). Le lesioni anatomo-patologiche determinate dagli Anoplocefalidi, più volte associate soprattutto alla presenza di infestazioni di grado elevato da A. perfoliata, comprendono diverse alterazioni a carico della valvola ileo- cecale; in particolare si può osservare edema, ispessimento della mucosa, granulomi ai siti di attacco dello scolice, infiltrazioni eosinofiliche ed ulcere (Pearson et al., 1993; Gasser et al, 2005).

Queste infestazioni sono probabilmente sottostimate in quanto attualmente manca ancora un test caratterizzato da una sensibilità elevata per la diagnosi sia di A. perfoliata che delle altre specie di cestodi Anoplocefalidi che interessano il cavallo (Meana et al., 1998).

Infatti, uno dei metodi di diagnosi coprologica ritenuto più sensibile, messo a punto da

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Proudman ed Edwards (1992), riesce ad individuare solo il 61% dei positivi ed anche la sensibilità del test sierodiagnostico (ELISA), basato sulla ricerca di anticorpi verso un antigene escretore-secretore di A. perfoliata, è solo del 68%.

Queste parassitosi sono state riscontrate nel mondo con prevalenze variabili dal 13,6 % all’81,5% (Bain et al., 1977; Benton et al., 1994; Beroza et al., 1986; Ihler et al., 1995).

In Italia la prevalenza dei cestodi Anoplocefalidi nel cavallo non è stata mai ampiamente indagata; ciononostante, i pochi dati disponibili sono indicativi di livelli di positività non trascurabili. Infatti, in uno studio svolto in Sardegna su cavalli esaminati in periodi diversi dell’anno sia con il metodo copro-diagnostico che con il test ELISA, la prevalenza di A.

perfoliata è risultata del 5,2% con un picco pari al 20,1% negli equini al pascolo in

primavera (Scala et al., 2001).

Un altro lavoro, riguardante anche altri parassiti gastrointestinali del cavallo e finalizzato a valutare la validità e la sicurezza dell’utilizzo di un farmaco in fattrici gravide, ha evidenziato la positività di alcuni soggetti per A. perfoliata (Rinaldi et al., 2004).

In Italia attualmente gli operatori del settore non prevedono l’uso di farmaci attivi sui cestodi nei programmi profilattico–terapeutici del cavallo. Pertanto, allo scopo di verificare l’eventuale necessità di adottare misure terapeutiche e profilattiche specifiche nei confronti di questi parassiti, è stato ritenuto utile effettuare la presente indagine volta a conoscere, attraverso l’utilizzo di diverse metodiche diagnostiche su campioni individuali di cavallo, in primo luogo la presenza e la variabilità degli Anoplocefalidi in tre differenti tipologie di allevamento in Toscana ed in secondo luogo la tecnica diagnostica più sensibile per l’individuazione del parassita in soggetti in vita e naturalmente infetti. Su alcuni soggetti risultati positivi è stata inoltre valutata l’efficacia di un trattamento farmacologico.

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Le metodiche diagnostiche utilizzate sono state un test ELISA per la ricerca di Anticorpi sierici (Proudman e Trees, 1996 a,b), l’esame coprologico messo a punto da Proudman ed Edwards (1992) e, per la prima volta in questo studio, una tecnica di nested-PCR su campioni fecali. Per la valutazione dell’efficacia del farmaco utilizzato, le tre diverse tecniche diagnostiche di laboratorio sono state utilizzate anche sui campioni post- trattamento.

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