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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Un tempo la maggior parte dei libri veniva suddivisa in due grandi categorie legate al pubblico a cui si rivolgevano: esistevano i libri per adulti e quelli per i bambini. Per capire che lo scenario è cambiato e che anche il solo pensiero di individuare i confini precisi di un genere letterario è un’impresa tutt’altro che facile, basta entrare in una libreria o accedere alla pagina web di una casa editrice: letteratura internazionale, gialli, letteratura italiana, guide turistiche, psicologia, fumetti, libri per ragazzi, libri per bambini, musica, scienze umane, arte e spettacolo, tempo libero, lingue straniere, fantasy, horror, thriller, discipline educative, graphic novels e tanto altro ancora. A una scelta così variegata corrispondono le richieste da parte di un pubblico anch’esso costituito da lettori di età e interessi diversi.

In questo lavoro mi soffermerò nello specifico sulla produzione letteraria rivolta ai più giovani e, in particolare, ad alcuni generi che per caratteristiche e tematiche risultano intrinsecamente più adatti a questo pubblico.

Relegata a lungo ai margini della letterarietà, è soltanto negli ultimi decenni

che la letteratura per l’infanzia ha visto un incremento di interesse nei

propri confronti, anche grazie a un modo diverso di pensare al libro per

ragazzi, non più come strumento meramente educativo, ma come vera e

propria opera letteraria, riconoscendo così ai testi prodotti e al pubblico a

cui si rivolgono pieno valore e assoluta dignità. Si è assistito negli anni a

una dilatazione e a un’evoluzione dei generi letterari e delle modalità

narrative, oltre alla nascita di un apposito mercato editoriale, di biblioteche,

di riviste e di librerie specializzate.

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Come diretta conseguenza della marginalizzazione della letteratura per l’infanzia, ancora oggi anche l’attenzione rivolta alla traduzione dei testi per bambini e per ragazzi risulta piuttosto scarsa. Si è a lungo pensato che si trattasse di una forma di traduzione secondaria e subordinata alla più autorevole letteratura per adulti, sia per importanza che per difficoltà.

Tuttavia, se si considera che in Italia si importa, soprattutto dal mondo anglofono, gran parte delle opere destinate al pubblico dei più giovani, è facile comprendere quanto invece anche in questo ambito disciplinare sia importante ricorrere a dei traduttori specializzati.

Cercherò di mostrare nel corso del lavoro alcune delle peculiarità della

letteratura per l’infanzia e di mettere in evidenza le caratteristiche di due

generi letterari spesso rivolti al pubblico dei più giovani: il romanzo

d’avventura e il graphic novel. Lo farò analizzando nello specifico le due

versioni, ancora inedite nel nostro Paese, del libro della scrittrice australiana

Anna Fienberg, intitolate Horrendo’s Curse. Si tratta del romanzo,

pubblicato nel 2002 con le illustrazioni di Kim Gamble, e dell’adattamento

come graphic novel realizzato con la collaborazione di Rémy Simard e

pubblicato a distanza di oltre dieci anni. Lo scenario in cui sono ambientate

entrambe le opere sfrutta uno dei capisaldi della letteratura dedicata ai più

giovani: il mondo pirata. La figura del pirata è entrata a far parte

dell’immaginario collettivo da moltissimo tempo: ha invaso le pagine di

romanzi e saggi, di film e serie Tv, di cartoni animati e di fumetti, e la

Fienberg la sfrutta per creare una storia avvincente, ironica e allo stesso

tempo istruttiva. Si tratta della storia di Orrendo, un bambino cresciuto in

un villaggio in cui le buone maniere sono ormai desuete e in cui la

prepotenza è la cifra del comportamento quotidiano. Ogni anno la nave

pirata comandata dal temutissimo Capitano approda al porto del villaggio e

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ritorna tra i mari carica di tutte le provviste sottratte ai cittadini e di tutti i ragazzini che hanno compiuto il loro dodicesimo anno d’età. Tempo e luoghi del racconto restano indistinti; il narratore, presente quasi esclusivamente nel romanzo, aiuta il lettore ad ambientarsi, mentre è soprattutto nei dialoghi, farciti di espressioni colorite e caratterizzate dal diverso modo di parlare di pirati e bambini, che si incontrano degli interessanti spunti di riflessione dal punto di vista traduttologico, che saranno discussi nel corso di questo elaborato.

Nel primo capitolo mi propongo di presentare le principali questioni sollevate da diversi studiosi riguardo alla “giusta” denominazione da assegnare al settore disciplinare di cui mi sono occupata; di affrontare il problema della sua “dignità” e autonomia, e, infine, di passare in rassegna i vari generi e sottogeneri che ne fanno parte, mediante un breve escursus che va dalla fiaba al romanzo d’avventura, dal fumetto al più recente graphic novel, indicandone i temi principali e le caratteristiche distintive.

Nel secondo capitolo darò spazio a una presentazione dell’autrice

Anna Fienberg e alla sua collaborazione con i disegnatori Kim Gamble e

Rémy Simard. Mi occuperò di alcuni aspetti che caratterizzano le due opere

e di quelli che invece li differenziano maggiormente e, infine, nel terzo

capitolo, procederò con l’analisi di alcune questioni traduttologiche comuni

nei testi per l’infanzia e l’adolescenza, e nello specifico nei due testi trattati,

come ad esempio l’importanza dei nomi, l’oralità del testo, le espressioni

idiomatiche più frequenti e più caratteristiche del gergo piratesco e il

diverso utilizzo e le funzioni svolte dagli elementi fonosimbolici quali le

onomatopee e le interiezioni.

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