II
MATERIALI E METODI
Il lavoro affrontato presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie
dell'Università di Pisa aveva l'obiettivo di descrivere la situazione
epidemiologica del genere
Aspergillus
in Italia centrale e meridionale, mettendo in relazione i risultati ottenuti di resistenza e sensibilità neiconfronti degli antimicotici con i risultati di mera emergenza delle altre
nazioni europee. All'uopo ci siamo avvalsi di tecniche avvalorate da alto
coefficiente di attendibilità e riproducibilità, quale l'EUCAST, al fine di
caratterizzare con piena concordanza con i metodi europei il
comportamento del genere
Aspergillus
nei confronti dell'itraconazolo, antimicotico di largo uso sia in Medicina Veterinaria che Umana, conmeccanismo d'azione comune ad altri azoli impiegati come
anticrittogamici in campo agricolo.
2.1
Provenienza degli isolati
Sono stati eseguiti N. 96 campionamenti, ambientali e da lesioni aviari
compatibili con aspergillosi in diverse zone delle provincie di Pisa,
Livorno e Pistoia, e nella Regione Sicilia nella provincia di Siracusa. I siti
di prelievo sono stati selezionati allo scopo di cercare eventuali
correlazioni con la gestione agronomica delle aziende locali, e
caratterizzarli con collegamenti deduttivi tra le varie attività svolte nelle
sedi di campionamento, in virtù della presenza di allevamenti, e di
colture anche intensive.
Allo scopo, per i campionamenti ambientali, veniva compilata una
anticrittogamici e dei principi impiegati.
La sperimentazione è stata suddivisa in due fasi. La prima consisteva
nell’isolamento ed identificazione delle colonie fungine, la seconda nella
effettuazione delle prove di sensibilità delle specie di aspergilli isolati
agli azoli.
La sperimentazione è stata effettuata presso il laboratorio di micologia
del Dipartimento di Scienze Veterinarie.
In relazione alle stagioni, i campionamenti sono stati effettuati da
gennaio 2011 a gennaio 2013 per quanto riguarda i substrati di origine
ambientale, mentre i campionamenti provenienti dai casi clinici sono
stati effettuati nella prima decade di Febbraio 2013.
La lavorazione dei campioni in laboratorio fino all'ottenimento dei
risultati finali sulla sensibilità in vitro degli isolati si è protratta fino alla
fine di Ottobre 2013.
I campioni seguono una numerazione crescente in base all'ordine di
lavorazione. I campioni provenienti dalla Regione Toscana saranno
preceduti nella numerazione dalla lettera T, i campioni provenienti dalla
Regione Sicilia saranno preceduti dalla lettera S, i campioni clinici
provenienti dal C.R.U.M.A. di Livorno saranno preceduti dalla lettera C:
per quest'ultima categoria la numerazione parte dal numero 1: C1, C2,
etc.
Tra i campioni ambientali di origine toscana sono stati esaminati n. 9
campioni provenienti da San Piero a Grado (T1-T9),
4
campioni provenienti da San Rossore (T10-T13),11
campioni ambientali dal Cruma di Livorno (T14; T15), (T24-T26), (T30-T34). Altri6
campioni sono statiprelevati a Pistoia (T18-T23) e per finire con la Toscana n.
28
campioni, T16 e T17 e da T47 a T72, provengono dalla provincia di Siena. DallaSicilia invece provengono i campioni S28 e S29 e i campioni da S35 a
S46.
Un discorso a parte meritano i 24 campioni di casi clinici recuperati al
C.R.U.M.A. Salvo quando trattasi di lettiera proveniente da beccapesci
(
Thalasseus sandvicensis)
, i campioni sono stati recuperati da sacchi aerei, cloache, trachee di N. 19 gabbiani zampegialle (Larus cachinnans
michahellis)
e di N.1 pappagalli cenerini (Psittacus erithacus)
dopo l'effettuazione di esame autoptico. Tutti i volatili indagati con esameautoptico mostravano segni clinici riferiti da esperti e macroscopici
compatibili con aspergillosi. Su questi è stato condotto un
campionamento tramite tampone dei già citati organi, dopodiché si è
proceduto con la messa in coltura su agar Sabouraud addizionato a
gentamicina per inibire la carica microbica. Il procedimento differisce
dallo studio dei casi ambientali solo nella prima semina per la differenza
di antibiotico usato, in quanto come sarà meglio visto nella sezione 2.2
dedicata alla metodologia d'isolamento per gli ambientali abbiamo
preferito usare cloramfenicolo secondo protocollo standard.
In Tabella N. 2.1 si elencano i substrati utilizzati per le indagini, nonché
numerazione e provincia di provenienza dei campioni/substrati.
Tabella N. 2.1 Substrato utilizzato Campio -ne N. Provincia di provenienza Scheda
anamnestica con principi impiegati
Terreno vicino Ospedale
Veterinario Terreno appena
lavorato T 2 Pisa S. Piero a Grado / Terreno T 3 Pisa S. Piero a Grado
Insilato di mais T 4 Pisa S. Piero a Grado Insilato triticale T 5 Pisa S. Piero a Grado Prato T 6 Pisa S. Piero a Grado Sabbia umida T 7 Pisa S. Piero a Grado Lettiera cavalli T 8 Pisa S. Piero a Grado Paglia T 9 Pisa S. Piero a Grado Letamaia cavalli T 10 Pisa San Rossore Lettiera box T 11 Pisa San Rossore Lettiera box T 12 Pisa San Rossore Terreno adibito
a pascolo T 13 Pisa San Rossore Lettiera
gabbiani T 14 Livorno Cruma Lettiera
gabbiani T 15 Livorno Cruma Lettiera pulcini 20 gg T 16 Siena Lettiera pulcini 11 gg T 17 Siena Foglie rose trattate T 18 Pistoia N.D Terreno rose trattate T 19 Pistoia N.D Terreno rose
non trattate T 20 Pistoia /
Terreno per vasi
di rose T 21 Pistoia N.D
Terreno rose
Terreno rose
trattate T 23 Pistoia N.D
Alimento per
volatili T 24 Livorno Cruma /
Lettiera
gabbiani T 25 Livorno Cruma /
Piume tordo T 26 Livorno Cruma / Lettiera capinera T 27 Livorno Cruma / Vinaccia residuo di mostificazione T 28 Siracusa / Residui palmento T 29 Siracusa / Lettiera
gabbiani cruma T 30 Livorno Cruma / Lettiera
gabbiani cruma T 31 Livorno Cruma / Lettiera cruma T 32 Livorno Cruma / Lettiera cruma T 33 Livorno Cruma / Lettiera
gabbiani cruma T 34 Livorno Cruma / Terreno carciofi S 35 Siracusa / Lettiera pecore
in disuso S 36 Siracusa /
Serra con rose e
Zucchine S 37 Siracusa /
Letamaia cavallo S 38 Siracusa / Lettiera conigli S 39 Siracusa / Serra garofani S 40 Siracusa
Terreno in
riposo S 41 Siracusa /
Letamaia di
origine canina S 42 Siracusa /
gigli coltivati Ricoveri animali
vari S 44 Siracusa /
Letamaia pecore S 45 Siracusa / Letamaia cavallo S 46 Siracusa / Piantagione mais T 47 Siena / Piantagione grano T 48 Siena DISERBANTE PER DICOTILEDONI
Vigneto T 49 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME Vigneto T 50 Siena DIMETOMORF (azotorganici) RAME PENCONAZOLO METRAFENONE FOSETIL Al (fosforganici) Vigneto T 51 Siena DIMETOMORF (azotorganici) RAME PENCONAZOLO METRAFENONE FOSETIL Al (fosforganici) Fieno T 52 Siena / Lettiera conigliera T 53 Siena /
Oliveto T 54 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME Oliveto/Vigneto T 55 Siena DIMETOMORF (azotorganici) RAME PENCONAZOLO METRAFENONE FOSETIL Al (fosforganici) Piantagione alberi da frutto/Oliveto
T 56 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME
Oliveto/Vigneto T 57 Siena RAME ZOLFO MANCOZEB (ditiocarbammati)
CIMOXANIL (acetammidi) FOSETIL Al (fosforganici) Piantagione pomodori T 58 Siena CLORPIRIFOS METILE (piridina) RAME Vigneto T 59 Siena MANCOZEB (ditiocarbammati) METALAXIL RAME ZOLFO Piantagione
insalata T 60 Siena /
Piantagione
cavoli T 61 Siena /
Fieno T 62 Siena /
Insilato mais T 63 Siena /
Oliveto T 64 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME
Piantagione
grano T 65 Siena
DISERBANTE PER DICOTILEDONI
Oliveto T 66 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME Vigneto T 67 Siena DIMETOMORF (azotorganici) RAME PENCONAZOLO METRAFENONE FOSETIL Al (fosforganici) Piantagione orzo T 68 Siena / Vigneto T 69 Siena DIMETOMORF (azotorganici) RAME PENCONAZOLO METRAFENONE FOSETIL Al (fosforganici)
Oliveto T 70 Siena DIMETOATO (fosforganici) RAME
Lettiera bovini
finissaggio T 71 Siena /
finissaggio 1 cenerino
sacchi aerei C 1 C.R.U.M.A. /
1 cenerino trachea C 2 C.R.U.M.A. / 1 cenerino lettiera C 3 C.R.U.M.A. / 1 beccapesci lettiera C 4 C.R.U.M.A. / Gabbiano1 cloaca C 5 C.R.U.M.A. / Gabbiano2
sacchi aerei C 6 C.R.U.M.A. /
Gabbiano3 C 7 C.R.U.M.A. / Gabbiano4 C 8 C.R.U.M.A. / Gabbiano5 C 9 C.R.U.M.A. / Gabbiano6 C 10 C.R.U.M.A. / Gabbiano7 cloaca C 11 C.R.U.M.A. / Gabbiano8 trachea C 12 C.R.U.M.A. / Gabbiano9
sacchi aerei C 13 C.R.U.M.A. /
Gabbiano10 C 14 C.R.U.M.A. / Gabbiano11 cloaca C 15 C.R.U.M.A. / Gabbiano12 cloaca C 16 C.R.U.M.A. / Gabbiano12
sacchi aerei C 17 C.R.U.M.A. /
Gabbiano13 C 18 C.R.U.M.A. /
Gabbiano14 C 19 C.R.U.M.A. /
Gabbiano15 C 20 C.R.U.M.A. /
Gabbiano17 C 22 C.R.U.M.A. /
Gabbiano18 C 23 C.R.U.M.A. /
Gabbiano19
sacchi aerei C 24 C.R.U.M.A. /
2.2
Metodologia d'isolamento
Due grammi del materiale in esame sono stati disciolti in 8 ml di acqua
distillata contenente l'1% di Tween (10ml/litro) e cloramfenicolo in
quantità pari a 0,5 g/litro. Il tutto veniva fatto riposare fino a 60 minuti.
Cento microlitri materiale così ottenuto sono stati inoculati in quattro
capsule Petri: due piastre con agar Sabouraud addizionato a
cloramfenicolo (0,5 gr/litro) e itraconazolo (4 mg/litro), le altre della
stessa composizione, ma priva di itraconazolo. Le piastre così preparate
venivano contrassegnate come piastre “ITZ+” e piastre “ITZ-”.
Dopo la semina, 1 coppia di piastre ITZ+ e ITZ- veniva posta ad incubare
a 37 °C, 1 coppia ITZ+ e ITZ- veniva invece posta ad incubare a
temperatura di 42 °C, per valutare la termotolleranza dell’isolato. Il
tempo di incubazione in entrambi i casi era fissato in 48 ore.
2.3
Identificazione di genere e specie
Le colonie venivano identificate come appartenenti al genere
Aspergillus
sulla base delle caratteristiche macro e microscopiche. L’identificazione
a livello di specie è stata effettuata su base fenotipica, utilizzando le
2.4
Coltura in purezza degli identificati
Le specie identificate come appartenenti al genere
Aspergillus
venivano mantenute in coltura su terreno di Czapeck, per effettuare le successiveindagini.
2.5
Creazione inventario delle specie isolate
Gli isolati così ottenuti sono stati utilizzati per le prove di sensibilità in
vitro effettuate con metodo EUCAST. Dapprima le colonie pure venivano
riseminate in terreno Czapek e, dopo incubazione a 25 gradi, in seguito
a crescita avvenuta, una quantità di 5 ml di acqua sterile contenente lo
0,1% di Tween 20 veniva versata sulle piastre. Dopodiché tramite una
spatolina si cercava di liberare i conidi dal resto della colonia, così da
renderle singolarmente visibili al microscopio e permetterne la conta di
ogni singola spora sul reticolo di una camera Thoma.
2.6
Prove di sensibilità con metodo della microdiluizione seriale
(EUCAST E.DEF 9.1)
Consta di 5 fasi
•
preparazione del brodo di coltura RPMI 1640•
preparazione di 10 provette contenente 10 ml di RPMI 1640ciascuna dove ogni provetta doveva avere concentrazione di
itraconazolo da 0,0156 mg/L a 8 mg/L. Le provette venivano
numerate da 1 a 10 con concentrazioni decrescenti di itraconazolo
(da 8 mg/L a 0,0156 mg/L).
compresa tra 2- 5 x 105 CFU/mL da saggiare con le diluizioni
8 mg/L
1
4 mg/L
2
2 mg/L
3
1 mg/L
4
0,5 mg/L
5
0,25 mg/L
6
0,125 mg/L
7
0,0625 mg/L
8
0,03125 mg/L
9
0,0156 mg/L
10
Tutte le determinazioni sono state eseguite in doppio.
Lettura dei campioni e valutazione
delle MIC:
avvalendosi di uno
stereomicroscopio potevano
essere individuati i pozzetti in cui
la crescita micotica aveva avuto
luogo. I pozzetti per essere
positivi dovevano essere
impegnati dai miceti per l'intera
area coperta da terreno, piccoli
spot non sarebbero stati indicativi di crescita.
I valori delle MICs venivano poi valutati sulla base dei valori di
breakpoint utilizzati dal “
Mycology Reference Centre Manchester”
per la specie diA. niger
, e con i dati esposti dall'EUCAST (Antifungal ClinicalBreakpoint) in data 11 Marzo 2013, per l'assegnazione delle classi di
sensibilità per le restanti specie identificate: