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Impianto percutaneo della protesi valvolare aortica (CoreValve) in pazienti anziani affetti da stenosi aortica degenerativa

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Academic year: 2021

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RIASSUNTO

Introduzione.

La stenosi aortica degenerativa è la forma più frequente di restringimento della valvola aortica nell’adulto.

Questa patologia presenta un’evoluzione lenta ed a lungo asintomatica; tuttavia la comparsa dei tre sintomi fondamentali -angina, dispnea e sincope- è espressione, generalmente, di un peggioramento della prognosi del paziente.

Il trattamento chirurgico è indicato nei pazienti sintomatici con stenosi severa. In aggiunta ad esso, è disponibile oggi una nuova metodica terapeutica: l’impianto percutaneo di una protesi valvolare aortica.

Materiali e Metodi.

Il presente studio prende in considerazione 267 pazienti trattati mediante l’impianto percutaneo di una protesi valvolare aortica autoespandibile (CoreValve, Medtronic, Inc., Minneapolis, MN), dal settembre 2007 al maggio 2013.

Tutti i pazienti sono stati selezionati in base all’età ( ≥75 anni), al rischio chirurgico (Logistic EuroSCORE ≥ 15%), o alla presenza di gravi comorbilità in associazione ad un’età superiore ai 65 anni.

Lo studio ha preso in considerazione i dati clinici prima dell’intervento, quelli a 30 giorni, 12 e 24 mesi dall’operazione; sono stati valutati attentamente la mortalità, la classe funzionale NYHA e le complicanze che si sono verificate a seguito della procedura.

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Risultati.

La procedura di impianto percutaneo della protesi è stata eseguita sotto anestesia locale nel 79% dei casi ( i primi casi eseguiti nel primo anno sono stati effettuati in anestesia generale), mediante un approccio trans-femorale in 210 casi ( 79%), e con un accesso attraverso l’arteria succlavia e/o trans-aortico nei rimanenti casi.

I tassi di mortalità a 30 giorni risultano dell’8%, mentre la sopravvivenza a 12 e 24 mesi è dell’80,7% e del 77,2% rispettivamente.

Alcune gravi complicanze si sono verificate durante l’intervento, come la morte procedurale (2%), l’ictus (2%), complicanze vascolari maggiori (5%) e la necessità di impiantare un Pacemaker nel 27% dei casi.

I dati a 30 giorni, a 12 e 24 mesi dalla procedura dimostrano un netto miglioramento della sintomatologia per quasi tutti i pazienti trattati, ciò è valutabile mediante la classe funzionale NYHA della dispnea. Sul totale di 267 pazienti, 152 soggetti (57%) presentavano prima dell’intervento una classe NYHA III/IV, mentre già a 30 giorni dall’impianto 145 pazienti (78,8%) avevano una classe NYHA I.

Conclusioni.

L’impianto percutaneo della protesi valvolare aortica CoreValve è una nuova opzione terapeutica per i pazienti ad alto rischio con stenosi aortica severa. I tassi delle complicanze sembrano accettabili, considerando l'alta frequenza di malattie coesistenti in tali pazienti.

La TAVI sembra quindi essere una scelta ragionevole in pazienti inoperabili o ad alto rischio con grave stenosi aortica sintomatica.

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