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Inquadramento storico e geografico

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Academic year: 2021

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Inquadramento storico e geografico

1.1 Inquadramento geografico

Collesalvetti è un comune situato nell'entroterra livornese, distante 20km sia da Livorno che da Pisa. Confina a nord con Pisa e Cascina, a sud con Crespina e Rosignano Marittimo, ad est con Livorno ed a ovest con Fauglia.

Il territorio di competenza (circa 110kmq) è piuttosto ampio: di questo fanno parte le frazioni di Castell'Anselmo, Colognole, Guasticce, Nugola, Parrana San Giusto, Parrana San Martino, Stagno e Vicarello, oltre al centro da cui prende il nome.

L’edificio in esame è ubicato a Colle Alto, nel capoluogo, in via Palestro n.23, in prossimità della piazza della Repubblica e della monumentale via Umberto I. E' nascosto alla vista dalla piazza da alcuni edifici a schiera che si affollano lungo i bordi della stessa.

Nel lato sud dell'edificio corre la via Don Bosco, vecchio accesso all'intero complesso.

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Il corpo centrale dell'edificio ha orientamento nord-sud, mentre l'area terapeutica semicircolare e la chiesa sono prevalentemente orientate est-ovest. Il complesso si trova sul limitare dell'aggregato urbano comunale, ad ovest di questo.

Il terreno su cui poggia l'Istituto è caratterizzato dal declivio della collina sulla quale è realizzato Colle Alto: a sud-ovest dello stabile i dislivelli aumentano con una certa rapidità e per questo il complesso, frutto dell'aggregazione di più edifici, presenta quote dei solai del piano terra notevolmente diverse.

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1.2 Inquadramento storico

1.2.1 Collesalvetti

Il nome originario della cittadina è semplicemente Colle, e probabilmente deriva dall'orografia locale.

Il più antico documento che nomina questi luoghi è una bolla di papa Alessandro III del 1178, con la quale venivano confermati al priore Ugone, pievano di S. Maria a Fine, tutti i possedimenti di detta pieve, tra cui quelli di Civite in Colle.

A Colle fu poi aggiunto Salvetti dal nome del suo proprietario vissuto nel XIII sec., il notaio Salvetto. Il toponimo esteso comparve per la prima volta in un contratto di vendita di terreni posti in prossimità di Nugola, rogato dallo stesso Salvetto il 25 aprile 1272.

Nel 1316 Coscetto da Colle, Signore di Collesalvetti, guidò un complotto per liberare Pisa dalla tirannia di Uguccione della Faggiola e nel 1322, tornato a Pisa per lottare contro Ranieri di Donoratico, fu arrestato, fatto a pezzi e gettato in Arno. Tutti i suoi beni furono confiscati da Ranieri e nel 1388 risultano proprietà del conte Bonifazio Novello della Gherardesca, successore di Ranieri alla guida di Pisa.

Durante la signoria dei Gherardesca, a Collesalvetti e Vicarello soggiornarono le milizie di Luchino Visconti, signore di Milano e loro alleato, che saccheggiarono il territorio per tutto il 1345 ed abbandonarono la città solo per sfuggire alle febbri miasmatiche.

Nel 1406 la Repubblica di Pisa cadde sotto il dominio di Firenze. Le campagne pisane, all’arrivo dei fiorentini, erano costituite da una vasta ed insalubre palude (Stagno ne conserva il ricordo) spesso colpite dalle piene dell’Arno.

La popolazione era allo stremo: la guerra ed i saccheggi duravano oramai da cento anni, le risorse economiche repubblicane erano state investite principalmente nel conflitto, mentre, fuori dalla città, si assisteva ad una grave crisi demografica, accentuata dalle due epidemie di Peste Nera nel 1348 e nel 1400.

Nel 1476 la fattoria di Collesalvetti passò nelle mani dei Medici: fu stipulato un atto notarile di vendita tra Cesare di Guido di Nanni da Arezzo e Lorenzo e Giuliano de’Medici riguardante una villa chiamata Colle Salvetti situata nell’area pisana sulla collina omonima. All’epoca alla villa erano annessi vasti appezzamenti di terra coltivati a mezzadria, casali, acquedotti e forni. La villa fu abitata principalmente dal fattore e dalla sua famiglia, fu visitata solo occasionalmente dai Medici che la utilizzavano quale luogo di sosta durante gli spostamenti tra Firenze e Livorno.

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I successori di Lorenzo il Magnifico si preoccuparono di ingrandire i possedimenti della villa, nonostante le forti difficoltà idrauliche. Nella metà del Settecento i possedimenti arrivarono a ricoprire un’area di circa 3000ha, il cui fulcro economico era costituito dalla villa stessa, di fronte alla quale trovava spazio un’ampia piazza con Piaggione ed alcuni laboratori ed abitazioni di artigiani e commercianti.

Quando nel 1807-1814 il Granducato di Toscana, divenuto Regno di Etruria, entrò a far parte dell’impero napoleonico, Collesalvetti fu nominata capoluogo di una nuova comunità (Mairie) su modello francese e mantenne la propria autonomia anche dopo la Restaurazione.

3. G. Utens, La Villa Medicea di Collesalvetti, fine del sec. XVI (Biblioteca di Collesalvetti, cartella Foto Grandi, n.557)

4. G. Caluri, La fattoria di Collesalvetti con casetta contigua e Piaggione adiacente, 1777 (Biblioteca di Collesalvetti, cartella

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Oggi Collesalvetti è una tranquilla cittadina di circa 16000 abitanti la cui vita economica è imperniata nell'agricoltura, nelle attività produttive legate alle attività della raffineria di petrolio presso Stagno, e nelle attività logistiche dell'Interporto toscano Amerigo Vespucci. Con il passare del tempo, il comune ha aumentato la sua dimensione inglobando numerosi centri limitrofi e giungendo ad estendersi per circa 110kmq.

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1.2.2 L'Istruzione in Italia (1861-1962)

Le vicende storiche del complesso architettonico in esame sono strettamente legate alla funzione che questo ha ricoperto nel tempo, in particolar modo quando ancora serviva da scuola per la comunità colligiana.

Nel 1859 venne approvato nel Regno di Sardegna il Regio Decreto Legislativo n.3725 a cura del ministro Gabrio Casati, esteso senza alcuna modifica all'Italia Unita nel 1861. Il decreto sanciva la formazione obbligatoria e gratuita dei primi due anni delle elementari: lo Stato impose ai Comuni di farsi carico del problema scolastico al posto ed al fianco della Chiesa Cattolica che fino ad allora ne detenne il monopolio. La legge restò sostanzialmente in vigore sino al 1923 ma rimase inascoltata per mancanza di insegnanti, di scuole e per l'estesa diffusione del lavoro minorile.

Nel 1877, durante il governo di Agostino Depretis, venne varata la legge Michele Coppino che portò l'obbligatorietà dell'istruzione elementare ai primi tre anni specificando eventuali sanzioni per gli inadempienti. Anche questa seconda legge fu attuata solo parzialmente, perciò, al fine di far applicare la legge Casati-Coppino, nel 1886 venne varata la prima legge italiana contro il lavoro minorile, la quale tutelava i bambini sotto i 9 anni per i lavori diurni e quelli sotto i 12 per i lavori notturni. Nel 1910, infine, diventò vincolante per legge la notazione dell'adempimento dell'obbligo scolastico sul libretto di lavoro per poter assumere un minore. Nel 1911 la legge Edoardo Daneo - Luigi Credaro decretò che fosse lo Stato e non i Comuni a farsi carico delle spese scolastiche in modo tale che le comunità con deficit economici potessero comunque dotarsi delle scuole obbligatorie.

Una importante riforma scolastica si ebbe durante il governo Mussolini, nel 1923, ad opera del ministro Giovanni Gentile. Per identificare le radicali trasformazioni operate in questa fase si usa spesso l'espressione di sistema scolastico a canne d'organo, intendendo l'istituzione di corsi separati, non comunicanti, di lunghezza diversa e caratterizzati da una tendenziale corrispondenza tra l'indirizzo di scuola ed il ceto sociale. Il principe dei corsi superiori era il liceo classico, che si pensava dovesse formare la classe dirigente italiana ed era l'unico che dava accesso a tutte le facoltà universitarie. Si istituì inoltre l'obbligatorietà dell'istruzione sino ai 14 anni, ma rimase lettera morta.

Nel 1928 il ministro Giuseppe Belluzzo istituì la Scuola di Avviamento Professionale ed il libro unico per l'insegnamento elementare, strumento di controllo dell'istruzione da parte del governo. Circa dieci anni dopo, nel 1939, il ministro Giovanni Bottai promosse la Carta della Scuola che

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rimane in larga parte inattuata per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Tra le novità, l'istituzione della Scuola Media come canale parallelo alla Scuola di Avviamento Professionale. Dopo la Guerra il dibattito scolastico si accese all'assemblea costituente. Il risultato delle discussioni furono gli articoli 30, 33, 34 e 38 della Costituzione Italiana, che si possono riassumere nei seguenti punti-cardine: la parificazione delle scuole private e statali, la libertà di insegnamento, il dovere dello Stato di assicurare una rete di istituzioni scolastiche di ogni tipo e grado aperte a tutti senza distinzioni di alcun tipo, il diritto delle università, accademie e istituzioni di alta cultura di darsi ordinamenti autonomi; il diritto dei privati di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato; il diritto-dovere dei genitori di istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio; il diritto dei capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi economici, di raggiungere i gradi più alti degli studi, mediante adeguate provvidenze; il diritto all'educazione e all'avviamento professionale degli inabili e dei minorati.

Una nuova riforma scolastica venne promossa nel 1962 dal governo democristiano, istituendo la Scuola Media unica, obbligatoria e gratuita.

E' questo il periodo della grande rivoluzione culturale adoperata dalla televisione: laddove la scuola non riusciva ad appianare le differenze culturali ci riuscì il nuovo organo di comunicazione, con programmi tv come Telescuola e Non è mai troppo tardi.

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1.2.3 Passaggi di proprietà e cambiamenti funzionali

Il primo nucleo dell'edificio risulta ultimato nel 1893; da allora fino ad oggi ha visto ter passaggi di proprietà e destinazioni funzionali differenti.

Il primo proprietario fu l'Ordine Salesiano, dal 1893 al 1973. Il fabbricato fu costruito con l'idea di ospitare un collegio-convitto provvisto di tutti gli ordini scolastici, dalla Scuole Elementari al Liceo Ginnasio passando per la Scuola di Avviamento Professionale e la Scuola Media. Nel 1933 il Ginnasio venne trasferito a Livorno, la Casa di Collesalvetti diventò un seminario per giovani salesiani (Aspirantato). Le scuole tecniche furono chiuse durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre quelle elementari risentirono della costruzione delle scuole comunali. La scuola media chiuse definitivamente alla fine degli anni Sessanta.

Nel 1973 il complesso fu venduto al Centro Italiano Femminile (CIF) che trasformò l'immobile in un centro riabilitativo per disabili. Tale funzione è rimasta invariata sino ai giorni nostri con un cambio di consegne nel 1999 quando lo stabile passò nelle mani della fondazione Casa

Cardinale Maffi.

1.2.3.1 I Salesiani di don Bosco

Don Giovanni Bosco, divenuto santo nel 1934, nacque il 16 agosto 1815 a Castelnuovo d'Asti, nei pressi di Torino. Proveniva da una famiglia poverissima che lo fece studiare con enormi sacrifici e prese i voti nel 1841 a Torino. Da sempre attento ai problemi dei giovani, sin da subito diede inizio ad una intensa attività benefica, caritativa, pastorale ed educativa fondando oratori festivi per i bambini, scuole serali e domenicali, gruppi giovanili e collegi per studenti ed apprendisti artigiani. Su modello di quanto fatto da lui, sorsero oratori, scuole e laboratori in tutta l'area torinese per poi estendersi all'intera penisola ed all'estero.

La Società Salesiana nacque nel 1859, ma l'approvazione della Santa Sede arrivò solo dieci anni più tardi. L'ideale di base, tutt'oggi perseguito, è quello di promuovere e conservare lo spirito di

vera carità che richiedesi nell'opera degli oratorii per la gioventù abbandonata e pericolante1.

Il nome prescelto dal Santo è un riferimento devozionale a S. Francesco di Sales, santo vescovo di Ginevra, particolarmente venerato nell'area torinese e conosciuto per la vocazione educativa a servizio dei giovani.

Gli anni travagliati dell'Unità d'Italia videro rafforzarsi la nuova Istituzione: la frattura tra il diffuso spirito anticlericale e l'attaccamento ai valori tradizionali venne colmata dalla nuova

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Società che dimostrò come poter essere contemporaneamente buoni cristiani ed onesti cittadini. A partire dal 1863 l'orientamento prevalente del nuovo Ordine fu quello dell'insegnamento elementare, secondario, delle arti e dei mestieri, con particolare attenzione per le attività di sartoria, falegnameria, legatoria e calzoleria. Gli oratori per i più piccoli vennero ridotti mentre la preferenza andò all'internato nei collegi.

Dopo la morte del fondatore nel 1888, don Michele Rua raccolse la sua eredità sino al 1910. Questi promosse notevolmente l'opera salesiana fondando circa trecento nuove Case Salesiane, tra cui quella di Collesalvetti.

Anche i rettori successivi, nonostante le difficoltà incontrate durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, furono promotori di un'intensa attività di espansione che arriverà al culmine nel 1967.

1.2.3.2 Il Centro Italiano Femminile

Il Centro Italiano Femminile nacque a Roma nel 1944 e raccolse l'invito di papa Pio XII del 21 ottobre 1945 affinché le donne fossero presenti a tutti i livelli della società: La vostra ora è

suonata, donne e giovani cattoliche, la vita pubblica ha bisogno di voi: ad ognuna di voi si può dire “Tua Res Agitur”.

Alla fondazione il CIF era costituito da un insieme di associazioni, persone ed enti femminili che sentivano la necessità di adoperarsi e cooperare con gli altri per uscire dalla condizione di miseria ed intraprendere il cammino della pace cristiana all'indomani della Seconda Guerra Mondiale. Inizialmente fu poco considerato dalle forze politiche, più abituate alla presenza maschile e convinte che il suo operato non avrebbe riscosso consensi dato che le donne, escluse dal voto, potevano dar vita solo a forze di natura apolitica.

Il CIF opera ed ha operato a livello assistenziale sia materiale che morale per le donne, per i disabili, per i bambini ed all'epoca anche per i reduci e le famiglie dei defunti in guerra.

1.2.3.3 La fondazione Casa Cardinale Maffi

L'Ente, originariamente denominato Casa della Carità Cardinale Maffi, voluto e realizzato da don Pietro Parducci, Parroco di San Pietro in Palazzi (Cecina), fu istituito nel 1947. Le attività dell'ente erano all'epoca costituite dalla gestione dell'asilo infantile di San Pietro in Palazzi, di un orfanotrofio femminile e di una casa di riposo per anziani.

La denominazione attuale arrivò nel 1959 e soltanto nel 1998 l'ente ha ottenuto il riconoscimento della natura giuridica di Fondazione.

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La Fondazione Casa Cardinale Maffi persegue finalità di solidarietà sociale ed ha per scopo lo svolgimento di attività educative, di assistenza sociale, socio-sanitaria e sanitaria, improntate ai valori cristiani, a favore di minori, adulti autosufficienti e non autosufficienti.

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