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Richiesta di adesione all Unione europea della Croazia

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P5_TA(2004)0273

Richiesta di adesione all’Unione europea della Croazia

Risoluzione del Parlamento europeo recante una proposta di raccomandazione del

Parlamento europeo destinata al Consiglio sulla domanda di adesione all'Unione europea della Croazia (2003/2254(INI))

Il Parlamento europeo,

– vista la proposta di raccomandazione destinata al Consiglio presentata da Alexandros Baltas a nome del gruppo PSE sulla domanda di adesione all’Unione europea della Croazia (B5-0476/2003),

– vista la sua risoluzione legislativa del 12 dicembre 2001 sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la

Repubblica di Croazia, dall'altra1,

– vista la sua risoluzione legislativa del 12 dicembre 2001 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione e all'applicazione provvisoria dell'accordo interinale tra la Comunità europea, da una parte, e la Repubblica di Croazia, dall'altra2,

– viste le conclusioni del Consiglio europeo di Copenaghen del 1993 che stabilisce i criteri cui devono attenersi i paesi candidati all'adesione all'Unione europea,

– vista la sua risoluzione legislativa del 6 ottobre 2000 sulla proposta di decisione del Consiglio recante modifica della decisione 2000/24/CE allo scopo di estendere la garanzia concessa dalla Comunità alla Banca europea per gli investimenti ai prestiti per progetti da realizzare in Croazia3,

– vista la sua risoluzione legislativa del 15 novembre 2000 sulla proposta modificata di regolamento del Consiglio relativo all'assistenza all'Albania, alla Bosnia-Erzegovina, alla Croazia, alla Repubblica federale di Iugoslavia e alla ex Repubblica iugoslava di

Macedonia e recante modifica del regolamento (CEE) n. 3906/89, della decisione 97/256/CE e del regolamento (CEE) n. 1360/904,

– vista la risoluzione 827 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, del 25 maggio 1993, che istituisce il Tribunale penale internazionale per la ex Iugoslavia (TPIY), – vista la risoluzione 1503 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,

1 GU C 177 E del 25.7.2002, pag.122.

2 GU C 177 E del 25.7.2002, pag.123.

3 GU C 178 del 22.6.2001, pag. 297.

4 GU C 223 dell'8.8.2001, pag.168.

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 vista la sua risoluzione del 20 novembre 2003 sul processo di stabilizzazione e di associazione a favore dell'Europa sudorientale: seconda relazione annuale1,

– visto l'accordo di stabilizzazione e di associazione firmato dalla Croazia e dalla Comunità europea il 29 ottobre 2001,

– visto l'accordo interinale firmato dalla Croazia e dalla Comunità europea il 29 ottobre 2001,

 vista la domanda di adesione all’Unione europea presentata dalla Croazia il 21 febbraio 2003,

 visto il programma CARDS e il programma annuale adottato dalla Commissione nel giugno 2003 a favore della Croazia,

 vista la relazione della Commissione sul processo di stabilizzazione e di associazione a favore dell'Europa sudorientale: seconda relazione annuale (COM(2003) 139),

 vista la dichiarazione della conferenza ministeriale di Venezia a favore di una pesca sostenibile e responsabile nel Mediterraneo, svoltasi il 25-26 novembre 2003,

 viste le conclusioni dei Consigli europei di Salonicco (20-22 giugno 2003) e di Bruxelles (12-13 dicembre 2003) riguardo alla Croazia,

 viste le conclusioni del Consiglio (Affari esteri) del 13 ottobre e 9 dicembre 2003 riguardo alla Croazia,

– visti l'articolo 49, paragrafo 3, e l'articolo 104 del suo regolamento,

– vista la relazione della commissione per gli affari esteri, i diritti dell'uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa (A5-0206/2004),

A. accogliendo con soddisfazione la domanda di adesione della Croazia all'Unione europea e sottolineando la vocazione europea del paese e il carattere simbolico della domanda di adesione presentata da un altro paese dell'ex Iugoslavia,

B. affermando che la volontà della Croazia di aderire all’Unione europea potrebbe servire da esempio e da stimolo per gli altri paesi della regione balcanica,

C. considerando che la domanda di adesione costituisce un seguito logico dei passi già compiuti dalla Croazia per raggiungere il massimo grado di avvicinamento possibile tra questo paese e l'Unione europea, come la firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione e la definizione e la progressiva attuazione delle riforme giuridiche necessarie per la piena incorporazione dell'acquis comunitario,

D. ritenendo che l'ancoraggio della Croazia all’Unione europea imprimerà un nuovo impeto alla regione, favorendone altresì lo sviluppo,

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E. considerando che l'avvicinamento della Croazia all'Unione europea e lo stimolo che esso genera nella regione dei Balcani riflettono il ruolo chiave che l'Unione può continuare a svolgere a favore della pace, della stabilità e della prosperità nella regione e che l'Unione, grazie alla propria esperienza storica e recente, conosce l'impatto positivo che la

prospettiva di una potenziale adesione genera in tutti i paesi che aspirano a diventare candidati,

F. considerando che le elezioni legislative del 23 novembre 2003 si sono svolte correttamente, nel rispetto delle norme previste per qualsiasi paese democratico, G. accogliendo con soddisfazione la legge costituzionale del 13 dicembre 2002 sui diritti

delle minoranze nazionali, che costituisce un quadro indispensabile e utile per disciplinarne lo status,

H. prendendo atto che il nuovo governo, al pari del governo precedente, appoggia l'adesione della Croazia all'Unione europea,

I. rilevando che le riforme avviate dalla Croazia nel corso degli ultimi anni in ambito economico hanno favorito un migliore andamento dell'economia nazionale (il tasso di crescita è passato dal 4,1% del PNL nel 2001 al 5,2% nel 2002; l'inflazione è passata dal 7,4% nel 2000 al 2,3% nel 2002),

J. osservando che la Croazia è già beneficiaria dell'accordo interinale, che favorisce l'apertura del mercato europeo e si ripercuote positivamente sull'economia croata ma deplorando la mancata entrata in vigore dell'accordo di stabilizzazione e di associazione, K. essendo comunque consapevole del fatto che la firma di tale accordo ha promosso riforme

legislative di grande rilievo e ha contribuito direttamente al rafforzamento della

cooperazione in materia di sviluppo economico e sociale e alla definizione di quadri di dialogo politico e di cooperazione in materia di giustizia e di affari interni,

L. accogliendo con soddisfazione il fatto che la Croazia è stato il primo paese dell'Europa sudorientale a ratificare lo statuto recante istituzione del Tribunale penale internazionale, rifiutando nel contempo di concludere un accordo bilaterale con gli Stati Uniti in ordine al Tribunale penale internazionale; rilevando che la cooperazione della Croazia con il TPIY non è sempre stata soddisfacente, il che ha danneggiato l'immagine del paese in seno alla comunità internazionale, influendo sul processo di ratifica dell'accordo di stabilizzazione e di associazione da parte di alcuni Stati membri; si compiace ciò nondimeno

dell'impegno del nuovo governo croato a cooperare pienamente con il Tribunale, M. sostenendo la posizione comune adottata dal Consiglio il 16 aprile 2003 intesa ad

appoggiare un'applicazione effettiva del mandato del TPIY, imponendo il divieto di viaggiare alle persone che si sottraggono alla giustizia,

N. considerando che, benché la partecipazione attiva della Croazia al patto di stabilità abbia favorito la cooperazione regionale, si rende necessario un ulteriore impegno da parte di tutti i paesi interessati per rafforzare il clima di sicurezza e di fiducia reciproca;

O. affermando che la prospettiva dell'adesione potrà fungere da incentivo per proseguire le riforme necessarie all'ammodernamento del paese e soprattutto al consolidamento delle

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istituzioni democratiche, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti dell'uomo e delle minoranze,

P. accogliendo favorevolmente l'accordo concluso dal nuovo governo con la minoranza serba; sottolineando l'importanza delle misure intese a favorire il ritorno dei profughi e rammentando a tale proposito gli impegni assunti dalla Croazia nell'ambito degli accordi di Dayton, di Parigi e di Erdut,

Q. considerando che la decisione del governo croato in ordine alla creazione di una zona ecologica di protezione della pesca nell'Adriatico nonostante la prospettiva di concludere un accordo multilaterale con tutti i paesi del bacino adriatico, ha sollevato tensioni politiche nei rapporti con la Slovenia e l'Italia,

R. prendendo atto della dichiarazione della conferenza ministeriale sullo sviluppo sostenibile della pesca nel Mediterraneo, secondo cui creazione di zone di pesca permette anche di migliorare la salvaguardia e il controllo delle risorse ittiche e contribuisce ad una migliore gestione delle risorse e ad un impegno comune per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata; che è opportuno, fatti salvi i diritti sovrani degli Stati e nel rispetto delle pertinenti disposizioni del diritto internazionale, approfondire la

riflessione sulle modalità di creazione di zone di protezione della pesca; tenendo conto dei precedenti esistenti per raggiungere a un approccio concertato, regionale e fondato sul dialogo e il coordinamento,

S. riaffermando che l'allargamento è un processo evolutivo e aperto a qualsiasi paese europeo che soddisfi i criteri enunciati all'articolo 6 del trattato sull'Unione europea e i criteri di Copenaghen,

T. riconoscendo che la domanda della Croazia di aderire all’Unione europea rappresenta una sfida che tale paese è pronto a raccogliere; sottolineando che una decisione positiva avrebbe un impatto significativo sugli altri paesi dell'Europa sudorientale,

1. rivolge al Consiglio le seguenti raccomandazioni:

a) sottolineare la necessità che la Croazia onori gli impegni derivanti dagli accordi di Dayton e di Parigi, in particolare per quanto riguarda il ritorno dei profughi;

b) invitare la Croazia a proseguire il dialogo con i paesi vicini, allo scopo di giungere a un accordo sul tracciato delle proprie frontiere con la Slovenia e sulle questioni ancora in sospeso con l'Italia;

c) incoraggiare la Croazia a proseguire la sua partecipazione all'organizzazione Alpe- Adria al fine di migliorare la cooperazione transfrontaliera con l'Italia, la Slovenia e l'Ungheria ed attuare nuovi programmi di cooperazione transfrontaliera con la Bosnia, la Serbia e il Montenegro,

d) invitare la Croazia a contribuire all'ulteriore rafforzamento del Patto di stabilità dei paesi dell'Europa sudorientale allo scopo di sviluppare la sicurezza e la fiducia reciproca tra tutti i paesi della regione,

e) rammentare la necessità di rispettare il diritto internazionale e l'importanza di

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atteggiamento di compromesso e di dialogo nella prospettiva di una gestione multilaterale delle risorse ittiche ed ambientali nell'Adriatico;

f) chiedere alla Croazia di migliorare ulteriormente la cooperazione con il TPIY, rammentando l'importanza che vi annette l'Unione europea;

g) incoraggiare la Croazia ad adottare le misure necessarie per impedire l'entrata o il transito sul proprio territorio di individui ricercati dal TPIY, in armonia con la predetta posizione comune del Consiglio;

h) accogliere favorevolmente la celebrazione di processi interni contro presunti criminali di guerra; sottolineare che andrebbero istruiti procedimenti giudiziari contro le persone sospettate indipendentemente dalla loro origine etnica e che a tutti coloro che affrontano imputazioni di crimini di guerra dinanzi ai tribunali croati deve applicarsi una sola norma di responsabilità penale,

i) chiedere alle autorità croate di proseguire la politica di incoraggiamento al ritorno dei profughi mediante:

– l'effettiva applicazione del quadro giuridico, in particolare per quanto riguarda la restituzione dei beni immobili, segnatamente a livello locale,

– incentivi a carattere economico, quali l'accesso all'alloggio, le possibilità di lavoro, il sostegno finanziario ai lavori di edilizia,

– l'instaurazione di un clima sociale e psicologico improntato alla fiducia e all'accoglienza, favorevole nei confronti dei profughi e degli sfollati;

j) insistere sull'indipendenza della magistratura e incoraggiare le autorità croate a proseguire la strategia avviata nel 2002 e mirata alla riforma del sistema giudiziario;

in ordine ai processi interni per crimini di guerra, la Croazia dovrebbe applicare in particolare la legislazione recentemente entrata in vigore, che prevede adeguate misure di protezione dei testimoni,

k) coadiuvare in qualsiasi modo possibile le autorità croate nel loro impegno per la realizzazione di strutture amministrative efficaci onde assicurare l'applicazione delle riforme;

l) insistere sulla libertà e l'indipendenza dei mezzi di informazione e incoraggiare le autorità croate a perfezionare le disposizioni legislative inerenti alla legge sulla radiotelevisione croata (HRT) onde escluderne le possibilità di ingerenza politica e renderla pienamente conforme agli standard europei;

m) incoraggiare la partecipazione attiva di tutti i cittadini e delle organizzazioni non governative al consolidamento della democrazia, provvedendo a garantire i diritti delle minoranze etniche e della popolazione Rom;

n) complimentarsi per la nomina dei rappresentanti della minoranza serba in seno al governo croato come pure per l'elezione di otto rappresentanti delle minoranze etniche al Parlamento croato, un evento reso possibile grazie alla nuova legge

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elettorale e che ne ha pertanto aumentato il numero rispetto alla legislatura precedente;

o) incoraggiare la Croazia a proseguire le riforme economiche e strutturali, allo scopo di sviluppare e garantire un'economia di mercato valida, richiamando nel contempo l'attenzione sulla necessità di assicurare la trasparenza e di accelerare il processo di privatizzazione;

p) invitare i nuovi Stati membri a interessarsi attivamente agli orientamenti europei della Croazia, mettendo a frutto la propria conoscenza della regione e facendo beneficiare la Croazia della loro esperienza in questa fase di riforme;

q) esortare gli Stati membri che ancora non lo hanno fatto a ratificare l'accordo di stabilizzazione e di associazione;

r) invitare la Croazia a proseguire la lotta alla corruzione, che va supportata dall'applicazione efficace di una legislazione in materia;

s) invitare il Consiglio a prevedere una maggiore assistenza dell'Unione, attivando, a sostegno dei programmi CARDS, SAPARD e ISPA, nonché degli strumenti Twinning e TAIEX, risorse finanziarie supplementari attraverso la BEI, la BERS e altri istituti finanziari internazionali, nonché fonti di investimento private, allo scopo di favorire più efficacemente possibile il processo di riforma e assicurare il finanziamento di reti e infrastrutture nei settori chiave dell'economia del paese, nonché il reinsediamento dei profughi;

t) promuovere l'informazione sull'Unione europea, i suoi valori, nonché i vantaggi e gli obblighi che derivano dall'adesione;

u) approvare la determinazione della Croazia di vincolare il proprio avvenire a quello dell'Unione europea, alle sue norme e ai suoi doveri democratici, come pure ai suoi valori condivisi da tutti i popoli europei;

2. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione e al governo e al parlamento della Croazia.

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