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Progetto Scuola Le Fonti di Prato

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Academic year: 2022

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Comune di Prato

Progetto Scuola Le Fonti di Prato

“Adeguamento impianti illuminazione di sicurezza ed esecuzione impianto diffusione sonora EVAC”

Progetto Esecutivo

Relazione tecnica di progetto

Marzo 2018

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I N D I C E

Art. Descrizione Pag.

1 Note generali ed elenco elaborati di progetto………. 3

2 Riferimenti normativi e legislativi………... 5

3 Caratteristiche elettriche principali……… 8

3.1 Sistema elettrico ………. 8

3.2 Protezione contro i contatti indiretti ……….. 8

3.3 Protezione delle condutture elettriche ………... 9

3.4 Protezione contro i contatti diretti ……….. 11

3.5 Prescrizioni per illuminazione di sicurezza………... 11

3.6 Sistemi di ancoraggio apparecchiature ………... 14

4 Classificazione degli ambienti……….. 15

4.1 Attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco………. 15

4.2 Classificazione delle aree e prescrizioni di cui al D.M. 26 Agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica”……….. 15

4.3 Classificazione delle aree e prescrizioni di cui al D.M. 16 luglio 2014 - “Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costru- zione ed esercizio degli asili nido”………. 16 4.4 Classificazione delle aree secondo norme CEI 64-8/7 (ambienti a maggior rischio in caso di incendio)………... 19

4.5 Locali ad uso bagno e doccia……….. 20

5 Descrizione sommaria degli interventi da realizzare………. 21

5.1 Interventi da eseguire sugli impianti elettrici esistenti………... 21

5.2 Impianto diffusione sonora EVAC………. 23

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1. Note generali ed elenco elaborati di progetto

Gli interventi di impiantistica elettrica oggetto dell’appalto si riferiscono agli adeguamenti degli impianti di illuminazione di emergenza e di sicurezza ed alla nuova installazione di un impianto di diffusione sonora EVAC all’interno dei locali presenti all’interno del plesso scolastico della Scuo- la “Le Fonti” ubicata in Via Luigi Pasteur, Prato.

La Ditta Appaltatrice dovrà provvedere alla effettuazione di tutti gli interventi nonché alla fornitu- ra ed installazione dei materiali per la realizzazione degli impianti elettrici oggetto dell’appalto.

La documentazione tecnica di progetto comprende i seguenti elaborati:

TAVOLE SCHEMATICHE (Schemi unifilari di potenza):

TAVOLA IEs01: Schema elettrico: modifiche ed integrazioni da eseguire sul quadro generale esistente QG

TAVOLA IEs02: Schema elettrico: modifiche ed integrazioni da eseguire sul quadro asilo esistente QAS

TAVOLA IEs03: Schema elettrico: modifiche ed integrazioni da eseguire sul quadro cucina esistente QCUC

TAVOLA IEs04: Schema elettrico: modifiche ed integrazioni da eseguire sul quadro palestra esistente QPAL

TAVOLA IEs05: Schema elettrico: modifiche ed integrazioni da eseguire sul quadro piano primo esi- stente QP1

TAVOLE PLANIMETRICHE:

TAVOLA IEp01: Pianta piano terra: disposizione apparecchiature impianti illuminazione di emergen- za.

TAVOLA IEp02: Pianta piano primo: disposizione apparecchiature impianti illuminazione di emergen- za.

TAVOLA IEp03: Pianta piano terra: disposizione apparecchiature impianti diffusione sonora EVAC.

TAVOLA IEp04: Pianta piano primo: disposizione apparecchiature impianti diffusione sonora EVAC.

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ELABORATI DI TESTO:

ELABORATO IERT: Relazione tecnica di progetto ELABORATO IEEPU: Elenco prezzi unitari

ELABORATO IECM: Computo metrico estimativo ELABORATO IEAP: Analisi dei prezzi

ELABORATO IEQIM: Quadro Incidenza Manodopera ELABORATO IECSA: Capitolato Speciale di Appalto ELABORATO IEPM: Piano Manutenzione

ELABORATO IERCI: Relazione di calcolo illuminotecnico

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2. Riferimenti Normativi e Legislativi

I riferimenti normativi e legislativi assunti come base nella presente Relazione sono quelli vigenti attualmente in materia, con più espresso richiamo a quelli di seguito elencati:

Decreto Legislativo n. 81 del 9 Aprile 2008 “Attuazione dell’art. 1 della legge 3/8/07 n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

 Legge n. 186 del 1 Marzo 1968 - “Disposizioni concernenti la produzione di materiali, appa- recchiature, macchinari, installazione ed impianti elettrici ed elettronici”.

 D.M. n. 37 del 22 Gennaio 2008 - “Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11, comma 13, lettera a) della Legge n. 248 del 2 Dicembre 2005, recante riordino delle disposi- zioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici”.

 D.P.R. n. 462 del 22 Ottobre 2001 - “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di di- spositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”.

 D.M. del 16/02/1982 - "Modificazione del D.M. 27/09/1965 concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi".

 D.P.R. 1 agosto 2011 n. 151 - “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei pro- cedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. (11G0193)”.

 D.M. 26 agosto 1992 - “Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica”.

 D.M. 7 agosto 2017 - “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le attività scolastiche, ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. 8 marzo 2006, n.139”.

 D.M. 10 Marzo 1998 - “Criteri generali di sicurezza antincendio e gestione emergenza luoghi di lavoro”.

 D. Lgs. 16 Giugno 2017 n. 106 - “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializza- zione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE”.

 Norma UNI EN 1838 - Applicazione dell'illuminotecnica - “Illuminazione di emergenza”.

 Norma CEI 0-21 - “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica”.

 Norma CEI 20-67 - “Guida per l'uso dei cavi 0,6/1 kV”.

 Norma CEI 20-105 -“Cavi elettrici resistenti al fuoco, non propaganti la fiamma, senza alo- geni, con tensione nominale 100/100 V per applicazioni in sistemi fissi automatici di rivela- zione e di segnalazione allarme d'incendio”

 Norma CEI 23-42 CEI EN 61008-1 - “Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracor- rente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.

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 Norma CEI 23-44 CEI EN 61009-1 - “Interruttori differenziali con sganciatori di sovracor- rente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 1: Prescrizioni generali”.

 Norma CEI 34-22 CEI EN 60598-2-22 - “Apparecchi di illuminazione. Parte 2-22: Prescri- zioni particolari. Apparecchi di emergenza”.

 Norma CEI 34-111 CEI EN 50172 – “Sistemi di illuminazione di emergenza”

 Norma CEI UNI 11222 -“Luce e illuminazione Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici Procedure per la verifica periodica, la manutenzione, la revisione e il collaudo”

 Norma CEI 64-8 - “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua”.

o Norma CEI 64-8/1 - Class. CEI 64-8/1 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua- Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali”.

o Norma CEI 64-8/2 - Class. CEI 64-8/2 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua - Parte 2: Definizioni”.

o Norma CEI 64-8/3 - Class. CEI 64-8/3 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua - Parte 3: Caratteristiche generali”.

o Norma CEI 64-8/4 - Class. CEI 64-8/4 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza.”

o Norma CEI 64-8/5 - Class. CEI 64-8/5 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici”.

o Norma CEI 64-8/6 - Class. CEI 64-8/6 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. Parte 6: Verifiche”

o Norma CEI 64-8/7 - Class. CEI 64-8/7 - CT 64 - “Impianti elettrici utilizzatori a ten- sione nominale non superiore a 1 000 V in corrente alternata e a 1.500 V in corrente continua. Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari.”

 Norma CEI 64-52 e variante Norma It. CEI 64-52;V1 - “Edilizia ad uso residenziale e ter- ziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per edifici scolastici”.

 Norma CEI 70-1 CEI EN 60529 e variante - “Gradi di protezione degli involucri (Codice IP)”.

 Norma CEI EN 61439-1 - Class. CEI 17-113 - CT 17 - “Apparecchiature assiemate di prote- zione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Regole generali”.

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 Norma CEI EN 61439-2 - Class. CEI 17-114 - CT 17 - “Apparecchiature assiemate di prote- zione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Quadri di potenza”.

 Norma CEI UNEL 35024/1 - “Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplasti- co per tensioni nominali non superiori a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa in aria”.

 Norma CEI 100-55 CEI EN 60849 - “Sistemi elettroacustici applicati ai servizi di emergen- za”.

 Tutte le ulteriori norme CEI ed UNI applicabili in materia di impianti elettrici.

 Tabelle unificazione elettrica Unel.

 Disposizioni dell’Ente erogatore dell’energia elettrica (Enel, ecc.).

 Disposizioni ASL ed ex ISPESL.

 Disposizioni Comunali.

 Disposizioni del comando Provinciale dei Vigili del Fuoco (VVF)

 Guida per le connessioni alla rete elettrica di ENEL distribuzione.

Al termine dei lavori la Ditta appaltatrice dovrà rilasciare la regolare Dichiarazione di conformità di quanto eseguito in ottemperanza a quanto disposto dal D.M. 37/08.

Considerata inoltre la tipologia di attività da eseguire a cura di Impresa/quadrista nei casi in cui si andrà ad intervenire su quadri elettrici esistenti costruiti secondo la precedente norma CEI EN 60439 (CEI 17/13) in vigore, non sarà evidentemente possibile per l’Impresa stessa rilasciare delle certificazioni che attestino la rispondenza dei vecchi quadri alle norme attuali (CEI EN 61439-1/2, CEI 17/113 e 17/114). In ogni caso l’Impresa/quadrista dovrà rilasciare una sorta di attesta- zione (parificata ad una dichiarazione di corretta installazione) che, pur non corrispondendo ad una Dichiarazione di Conformità per il quadro specifico, renda evidenza del fatto che le attività eseguite garantiscono i livelli di sicurezza minimali per lo stretto fine del rispetto dei nuovi requisiti correlati alle implementazioni eseguite e relativi accessori.

Si precisa, riguardo alla Dichiarazione di Conformità ed al resto delle lavorazioni, che la Re- sponsabilità dell’impresa sarà evidentemente limitata alle opere di propria stretta pertinen- za e previste all’interno del presente progetto.

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3. Caratteristiche Elettriche Principali

3.1 Sistema elettrico

L’energia elettrica è fornita dall’Ente distributore mediante consegna in bassa tensione 400 V 50 Hz, trifase con neutro.

In riferimento alle tensioni nominali il sistema elettrico risulta pertanto essere di 1°

categoria.

In riferimento al modo di collegamento a terra il sistema elettrico risulta essere del tipo TT.

3.2 Protezione contro i contatti indiretti.

Devono essere protette contro i contatti indiretti tutte le parti metalliche accessibili dell’impianto elettrico e degli apparecchi utilizzatori, normalmente non in tensione ma che, per cedimento dell’isolamento principale o per altre cause accidentali, potrebbero trovarsi sotto tensione (masse).

Per la protezione contro i contatti indiretti ogni impianto elettrico utilizzatore deve avere un proprio impianto di terra.

A tale impianto di terra devono essere collegati tutti i sistemi di tubazioni e carcasse metalliche accessibili destinate ad adduzione, distribuzione e scarico, nonché tutte le masse metalliche accessibili di notevole estensione esistenti nell’area dell’impianto elettrico utilizzatore stesso.

Impianto di messa a terra e sistemi di protezione contro i contatti indiretti.

Elementi di un impianto di terra

Per ogni edificio contenente impianti elettrici deve essere opportunamente previsto un proprio impianto di messa a terra (impianto di terra locale) che deve soddisfare le pre- scrizioni delle vigenti norme CEI 64-8. Tale impianto deve essere realizzato in modo da poter effettuare le verifiche periodiche di efficienza; esso comprende:

a) il dispersore (costituito da uno o più elementi metallici posti in intimo contatto con il terreno) che realizza il collegamento elettrico con la terra;

b) il conduttore di terra, non in intimo contatto con il terreno, destinato a collegare i dispersori fra di loro e al collettore (o nodo) principale di terra. I conduttori par- zialmente interrati e non isolati dal terreno, debbono essere considerati a tutti gli effetti, dispersori per la parte interrata e conduttori di terra per la parte non interra- ta (o comunque isolata dal terreno);

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c) il conduttore di protezione, partente dal collettore di terra, e collegato a tutte le prese a spina (destinate ad alimentare utilizzatori per i quali è prevista la protezio- ne contro i contatti indiretti mediante messa a terra) o direttamente alle masse di tutti gli apparecchi da proteggere, compresi gli apparecchi di illuminazione con parti metalliche comunque accessibili.

È vietato l’impiego di conduttori di protezione non protetti meccanicamente con sezione inferiore a 6 mmq (nei sistemi TN-S il conduttore di neutro non può essere utilizzato come conduttore di protezione);

d) il collettore (o nodo) principale di terra nel quale confluiscono i conduttori di terra, di protezione, di equipotenzialità;

e) il conduttore equipotenziale, avente lo scopo di assicurare l’equipotenzialità fra le masse e/o le masse estranee (parti conduttrici, non facenti parte dell’impianto elettrico, suscettibili di introdurre il potenziale di terra).

Coordinamento dell’impianto di terra con dispositivi di interruzione

Una volta attuato l’impianto di messa a terra, la protezione contro i contatti indiretti deve essere realizzata attuando il coordinamento fra impianto di messa a terra e inter- ruttori automatici (magnetotermici e/o differenziali).

Questo tipo di protezione richiede l’installazione di un impianto di terra coordinato con interruttori che assicurino l’apertura dei circuiti da proteggere non appena even- tuali correnti di guasto creino situazioni di pericolo.

Affinché detto coordinamento sia efficiente deve essere osservata la seguente relazio- ne:

Rt<50/Id

3.3 Protezione delle condutture elettriche

I conduttori che costituiscono gli impianti devono essere protetti contro le sovracor- renti causate da sovraccarichi o da corto circuiti.

La protezione contro i sovraccarichi deve essere effettuata in ottemperanza alle pre- scrizioni delle norme CEI 64-8.

In particolare i conduttori devono essere scelti in modo che la loro portata (Iz) sia su- periore o almeno uguale alla corrente di impiego (Ib) (valore di corrente calcolato in funzione della massima potenza da trasmettere in regime permanente).

Gli interruttori automatici magnetotermici da installare a loro protezione devono avere una corrente nominale (In) compresa fra la corrente di impiego del conduttore (Ib) e la sua portata nominale (Iz) ed una corrente di funzionamento (If) minore o uguale a 1,45 volte la portata (Iz). In tutti i casi devono essere soddisfatte le seguenti relazioni:

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La seconda delle due disuguaglianze sopra indicate è automaticamente soddisfatta nel caso di impiego di interruttori automatici conformi alle norme CEI 23-3 e CEI 17-5.

Gli interruttori automatici magnetotermici devono interrompere le correnti di corto circuito che possono verificarsi nell’impianto in tempi sufficientemente brevi per ga- rantire che nel conduttore protetto non si raggiungano temperature pericolose.

Essi devono avere un potere di interruzione almeno uguale alla corrente di corto cir- cuito presunta nel punto di installazione.

La protezione deve essere assicurata sia per le correnti di corto circuito massimo sia per le correnti di corto circuito minimo:

Icc (della linea) < Icc (dell’interruttore)

Deve inoltre essere soddisfatta la relazione (Verifica dell’energia specifica passante):

I2t < K2S2 essendo:

- I = Corrente di corto circuito in valore efficace.

- t = Durata in secondi.

- s = Sezione del conduttore in mmq.

- k = Parametro pertinente il tipo di isolante del cavo impiegato.

Ai sensi della norma CEI 0-21, il valore della corrente di cortocircuito massima, da considerare per la scelta delle apparecchiature dell’Utente, è convenzionalmente as- sunto pari a:

- 6 kA per le forniture monofase;

- 10 kA per le forniture trifase per Utenti con potenza disponibile per la connes- sione fino a 33 kW;

- 15 kA per le forniture trifase per utenti con potenza disponibile per la connes- sione superiore a 33 kW;

- 6 kA per la corrente di cortocircuito fase-neutro nelle forniture trifase.

In riferimento a quanto sopra, si inseriscono quindi in forma tabellare i valori delle correnti di corto circuito da assumere di riferimento in ingresso in corrispondenza del punto di fornitura di energia elettrica da parte del Distributore:

Norma CEI 0-21

Correnti di cortocircuito nel punto di connessione Tipo di Fornitura BT Corrente di cortocir-

cuito trifase

Corrente di corto- circuito monofase

Monofase - 6 kA

Trifase

Potenza disponibile < 33 kW 10 kA 6 kA

Potenza disponibile > 33 kW

(non limitata) 15 kA 6 kA

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3.4 Protezione contro i contatti diretti.

La protezione contro i contatti diretti consiste nelle misure intese a proteggere le per- sone contro i pericoli risultanti dal contatto con parti attive.

In linea generale le parti attive devono essere poste entro involucri o dietro barriere ta- li da assicurare almeno il grado di protezione IPXXB, inteso nel senso che il “dito di prova” non possa toccare parti in tensione; gli involucri e le barriere devono essere saldamente fissati, avere sufficiente stabilità e durata nel tempo in modo da conservare il richiesto grado di protezione e una conveniente separazione delle parti attive, nelle condizioni di servizio prevedibili, tenuto conto delle condizioni ambientali. Il grado di protezione minimo richiesto è, in linea generale, IP4X.

3.5 Prescrizioni per illuminazione di sicurezza.

Si ritiene opportuno riportare di seguito un estratto integrale dalla norma UNI EN 1838, in merito agli apprestamenti particolari previsti per gli impianti di illuminazione di sicurezza:

“4.1.2 Punti da evidenziare

I punti da evidenziare nella collocazione dei dispositivi di illuminazione sono i se- guenti:

a) vicino (vedere Nota 1) ad ogni porta di uscita prevista per l'uso in emergenza;

b) vicino (vedere Nota 1) alle scale, in modo che ogni rampa riceva luce diretta;

c) vicino (vedere Nota 1 ) ad ogni variazione di livello;

d) sui segnali di sicurezza delle vie di esodo illuminate esternamente, sui segnali di direzione delle vie di esodo e altri segnali di sicurezza che devono essere illumi- nati nelle condizioni di illuminazione di emergenza;

e) ad ogni cambio di direzione, (vedere Nota 2);

f) ad ogni intersezione di corridoi, (vedere Nota 2);

g) vicino (vedere Nota 1 ) ad ogni uscita e all'esterno dell'edificio verso un luogo si- curo;

h) vicino (vedere Nota 1) ad ogni punto di pronto soccorso, in modo che ogni conte- nitore di pronto soccorso sia illuminato verticalmente con un livello di illumina- mento di 5 Ix;

i) vicino (vedere Nota 1 ) ad ogni dispositivo antincendio e punto di chiamata in modo che ogni punto di chiamata antincendio, dispositivi antincendio e pannello sia illuminato verticalmente con un livello di illuminamento di 5 Ix.

j) vicino (vedere Nota 1 ) ad ogni apparecchiatura di evacuazione fornita per i disa- bili;

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k) vicino (vedere Nota 1) ai rifugi e punti di raccolta per disabili. Si devono include- re anche sistemi di comunicazione a due vie per i rifugi dei disabili che compren- dano il punto di chiamata dei servizi igienici per disabili.

Nota 1 Ai fini del presente punto, per "vicino" si intende una distanza minore di 2 m misurata orizzontalmente.

Nota 2 Nei punti indicati con e) e f) "ad" indica che l'apparecchio di illuminazione di emergen- za dovrebbe illuminare in entrambe le direzioni al cambio di direzione o all'intersezione.

5 Segnali Di Sicurezza

5.1 Generalità

Tutti i segnali di sicurezza e simboli freccia supplementari richiesti durante l'evacua- zione di emergenza devono soddisfare i requisiti della ISO 3864-1, ISO 3864-4 (foto- metrica) e della EN ISO 7010 (progettazione).

Tutti i segnali e le indicazioni richiedono illuminazione tale da assicurarne la leggibi- lità e la visibilità. Esistono diverse opzioni per ottenere questo scopo, tra le quali:

- illuminazione esterna; e - illuminazione interna.

È importante assicurare che, nelle condizioni di illuminazione di emergenza il segnale sia sufficientemente illuminato da essere visibile e che il colore di sicurezza verde si mantenga verde e il colore di contrasto bianco si mantenga bianco, nei limiti dei colo- ri specificati nella ISO 3864-4.

Nota: In normali condizioni di illuminazione si applicano altri requisiti.

5.2 Cosa comprendono i segnali di sicurezza

I segnali di sicurezza comprendono i segnali di indicazione delle vie di esodo, i segna- li delle uscite di emergenza e altri segnali di sicurezza che, in base alla determinazio- ne dei rischi, devono essere leggibili in condizioni di illuminazione di emergenza.

5.3 Requisiti dei segnali di sicurezza

I segnali di sicurezza devono essere in conformità alla ISO 3864-1, ISO 3864-4 (foto- metrica) e EN ISO 7010 (progettazione).

Nota I significati dei segnali di indicazione delle vie di esodo e dei segnali delle uscite di emergenza con freccia di direzione supplementare, utilizzati con o senza un segnale supple- mentare di testo, sono fomiti nella EN ISO 7010.

5.4 Luminanza dei segnali di sicurezza

5.4.1 La luminanza di ogni area del colore di sicurezza del segnale deve essere di almeno 2 cd/m2.

5.4.2 Il rapporto di diversità tra il valore massimo e il valore minimo di luminanza,

sia del bianco sia del colore di sicurezza non deve essere maggiore di 10:1. Si dovrebbe evitare variazioni elevate tra punti adiacenti.

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5.4.3 Il rapporto fra luminanza Lcolore di contrasto e luminanza Lcolore di sicurezza non deve essere minore di 5:1 e non maggiore di 15:1 (vedere appendice A).

5.4.4 Il colore di sicurezza e il colore dello sfondo devono essere in conformità ai re- quisiti della ISO 3864-1 e della ISO 3864-4, e devono essere misurati n conformità al- la ISO 3864-4.

5.4.5 La durata minima dell'illuminazione dei segnali di sicurezza deve essere 1 h.

5.4.6 I segnali di sicurezza devono fornire almeno il 50% della luminanza richiesta entro 5 s e il 100% della luminanza richiesta entro 60 s.

5.4.7 La conformità ai requisiti di cui ai punti da 5.4.1 a 5.4.6 può essere verificata per mezzo di misurazioni o per confronto con dati autenticati.

5.5 Distanza di osservazione

Poiché un segnale illuminato internamente è distinguibile a distanza maggiore rispet- to ad un segnale illuminato esternamente avente la stessa dimensione, la massima di- stanza di visibilità (vedere figura 4) deve essere determinata utilizzando la formula seguente:

I = zxh dove:

x è la distanza di osservazione;

H è l'altezza del segnale;

Z è il fattore di distanza (z è una costante: 100 per i segnali illuminati esterna- mente; 200 per i segnali illuminati internamente).

Le unità dimensionali di h e I devono essere le stesse.

Per una migliore e inequivocabile leggibilità il segnale di sicurezza dovrebbe essere installato non oltre i 20° sopra la vista orizzontale.

figura 4 Distanza di visualizzazione

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3.6 Sistemi di ancoraggio apparecchiature.

Nella realizzazione dei sistemi di ancoraggio e staffaggio di componenti ed apparec- chiature elettriche (con particolare riguardo alle passerelle portacavi, ai condotti blin- do, alle tubazioni portacavi, ecc.) si dovrà tenere conto delle disposizioni di cui alla Circolare 2 febbraio 2009, n. 617 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, avente per oggetto “Istruzioni per l'applicazione delle «Nuove norme tecniche per le costruzioni» di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008. (GU n. 47 del 26-2-2009 - Suppl. Ordinario n.27)”.

Si riporta inoltre di seguito quanto prescritto nel paragrafo “C7.2.4 - Criteri di proget- tazione degli impianti” della suddetta circolare: “In aggiunta a quanto già indicato nelle NTC, si segnala che i corpi illuminanti debbono essere dotati di dispositivi di so- stegno tali da impedirne il distacco in caso di terremoto; in particolare, se montati su controsoffitti sospesi, devono essere efficacemente ancorati ai sostegni longitudinali e trasversali del controsoffitto e non direttamente ad esso”.

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4. Classificazione degli Ambienti

4.1 Attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco.

Per quanto cogente con le aree soggette ad intervento di cui al presente progetto (escludendo ad esempio la centrale termica, all’interno della quale non sono previsti adeguamenti e/o opere di natura elettrica), nel complesso si individuano le seguenti al- tre diverse ATTIVITÀ SOGGETTE al CONTROLLO dei VIGILI del FUOCO, con riferimento all'Allegato I del D.P.R. 151/11:

- attività n. 67: complesso scolastico (Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti) con range > 300 persone;

4.2 Classificazione delle aree e prescrizioni di cui al D.M. 26 Agosto 1992

“Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica”.

In relazione al punto del D.M. 26 Agosto 1992, il complesso è da classificare come scuola di “tipo 3: scuole con numero di presenze contemporanee da 501 a 800 per- sone”.

Per quanto relativo agli impianti elettrici, il D.M. 26 Agosto 1992, fornisce le seguenti indicazioni e prescrizioni:

“7. Impianti elettrici 7.0. Generalità

Gli impianti elettrici del complesso scolastico devono essere realizzati in conformità ai disposti di cui alla legge 1° marzo 1968, n. 186.

Ogni scuola deve essere munita di interruttore generale, posto in posizione segnalata, che permetta di togliere tensione all'impianto elettrico dell'attività; tale interruttore deve essere munito di comando di sgancio a distanza, posto nelle vicinanze dell'in- gresso o in posizione presidiata.

7.1. Impianto elettrico di sicurezza

Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da apposita sorgente, di-stinta da quella ordinaria.

L'impianto elettrico di sicurezza, deve alimentare le seguenti utilizzazioni, strettamen- te connesse con la sicurezza delle persone:

a) illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello di illuminazione non infe- riore a 5 lux;

b) impianto di diffusione sonora e/o impianto di allarme.

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L'alimentazione dell'impianto di sicurezza deve potersi inserire anche con comando a mano posto in posizione conosciuta dal personale.

L'autonomia della sorgente di sicurezza non deve essere inferiore ai 30'.

Sono ammesse singole lampade o gruppi di lampade con alimentazione autonoma.

Il dispositivo di carica degli accumulatori, qualora impiegati, deve essere di tipo au- tomatico e tale da consentire la ricarica completa entro 12 ore.

Nota: è stato chiarito (Nota prot. n. P14163/4122 Sott. 32 del 9/12/1993). che l’illuminazione di sicurezza deve essere installata anche nelle aule, sia pure limitata alla segnalazione dei va- ni di uscita dalle stesse.

8. Sistemi di allarme 8.0. Generalità

Le scuole devono essere munite di un sistema di allarme in grado di avvertire gli alunni ed il personale presenti in caso di pericolo.

Il sistema di allarme deve avere caratteristiche atte a segnalare il pericolo a tutti gli occupanti il complesso scolastico ed il suo comando deve essere posto in locale co- stantemente presidiato durante il funzionamento della scuola.

8.1. Tipo di impianto

Il sistema di allarme può essere costituito, per le scuole di tipo 0-1-2 dallo stesso im- pianto a campanelli usato normalmente per la scuola, purché venga convenuto un particolare suono.

Per le scuole degli altri tipi deve essere invece previsto anche un impianto di altopar- lanti”.

4.3 Classificazione delle aree e prescrizioni di cui al D.M. 16 luglio 2014 -

“Regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costru- zione ed esercizio degli asili nido”.

In relazione all’articolo 4 del D.M. 16 Luglio 2014, l’ambito di applicazione vige in questo caso in riferimento al comma 2, il quale recita testualmente: “Le disposizioni riportate nel Titolo II della regola tecnica allegata al presente decreto si applicano:

- ………;

- agli asili nido esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, con ol- tre 30 persone presenti, nel caso di interventi di ristrutturazione, anche parziale, o di ampliamento successivi alla data di pubblicazione del presente decreto, limita- tamente alle parti interessate dall'intervento”.

(18)

Si riporta di seguito un estratto dal D.M. 16 Luglio 2014 in argomento a definizioni generali:

“Titolo III

Asili nido esistenti con più di trenta persone presenti 13.5. Altre disposizioni

1. Gli asili nido esistenti con più di trenta persone presenti dovranno inoltre rispettare le disposizioni di cui ai precedenti punti: 2.1, commi 1 e 5; 2.3; 3.2; 3.3, fatte salve le indicazioni di cui al successivo comma 2; 3.5; 4, ad esclusione del punto 4.7; 5; 6; 7;

8; 9; 10; 11; 12”.

Si riportano di seguito degli estratti dal D.M. 16 Luglio 2014 in argomento ad impianti elettrici e speciali:

“6. IMPIANTI ELETTRICI 6.1. Generalità

1. Gli impianti elettrici devono essere realizzati a regola d'arte e nel rispetto delle specifiche disposizioni di prevenzione incendi in vigore.

2. Ai fini della prevenzione degli incendi, devono avere le seguenti caratteristiche:

- non costituire causa di innesco di incendio o di esplosione;

- non costituire causa di propagazione degli incendi;

- non costituire pericolo per gli occupanti a causa della produzione di fumi e gas tossici in caso di incendio;

- garantire l'indipendenza elettrica e la continuità di esercizio dei servizi di si- curezza;

- garantire la sicurezza dei soccorritori.

6.2. Sezionamento di emergenza

1. Al fine di garantire la salvaguardia degli operatori di soccorso, gli impianti elettri- ci ed elettronici installati all'interno del fabbricato e/o dei compartimenti, esclusi quelli di sicurezza antincendio, devono poter essere sezionati in caso di emergenza.

2. I dispositivi di sezionamento devono essere installati in una posizione facilmente raggiungibile anche dalle squadre di soccorso esterne, segnalata, protetta dal fuoco e dall'azionamento accidentale.

3. Gli eventuali circuiti di comando utilizzati per i sezionamenti di emergenza, devono essere protetti dal fuoco.

6.3. Servizi di sicurezza

1. I seguenti impianti devono essere dotati di alimentazione di sicurezza:

a) illuminazione di sicurezza;

(19)

c) rivelazione;

d) impianto di diffusione sonora;

e) sistema di controllo fumi;

f) ascensori antincendio;

g) impianti di estinzione.

2. L'alimentazione di sicurezza deve essere realizzata secondo la normativa tecnica vigente, in grado di assicurare il passaggio automatico dall'alimentazione primaria a quella di riserva entro:

- 0,5 s per gli impianti di cui alle lettere a-b-c-d, - 15 s per gli impianti di cui alla lettera e-f-g.

3. L'autonomia di funzionamento dei servizi di sicurezza, è stabilita come segue:

- 30 minuti per gli impianti di cui alle lettere b-c-d;

- 60 minuti per gli impianti di cui alle lettere a-e-f-g.

4. L'installazione della sorgente di riserva deve essere conforme alle regole tecniche e/o alle norme tecniche applicabili.

5. Il dispositivo di ricarica degli eventuali accumulatori e/o dei gruppi di continuità deve essere di tipo automatico e con tempi di ricarica conformi a quanto previsto dal- la regola dell'arte.

6.4. Illuminazione di sicurezza

1. Tutti gli ambienti accessibili a lavoratori e bambini devono essere serviti da un im- pianto di illuminazione di sicurezza, realizzato secondo la regola dell'arte e tale da assicurare livelli di illuminamento in conformità alle norme di buona tecnica.

8. IMPIANTI DI RIVELAZIONE, SEGNALAZIONE E ALLARME

1. L'attività deve essere dotata di impianti fissi di rivelazione, segnalazione e allarme incendio realizzati nel rispetto del decreto del Ministro dell'interno del 20 dicembre 2012.

9. SISTEMI DI ALLARME

1. Le attività devono essere provviste di un sistema di allarme in grado di diffondere avvisi e segnali attraverso canali diversi di percezione sensoriale:

- segnali acustici eventualmente integrati da messaggi vocali contenenti le spe- cifiche informazioni relative al tipo di comportamento da adottare;

- segnali ottici e/o messaggi visivi.

2. Le procedure di diffusione dei segnali di allarme devono essere opportunamente regolamentate nel piano di emergenza.

(20)

10. SEGNALETICA DI SICUREZZA

1. Al fine di favorire l'esodo in caso di emergenza deve essere installata la seguente segnaletica:

a) segnaletica di tipo luminoso, finalizzata a indicare le uscite di sicurezza e i percorsi di esodo, che dovrà essere mantenuta sempre accesa durante l'esercizio dell'attività e alimentata anche in emergenza (Il percorso di esodo dovrà essere evidenziato da se- gnaletica a pavimento visibile in ogni condizione di illuminamento);

b) apposita cartellonistica, nelle aree con presenza di bambini, che indichi:

- presenza di gradini e/o ostacoli sui percorsi orizzontali;

- non linearità dei percorsi;

- presenza di elementi sporgenti;

- presenza di rampe delle scale, nel caso di ambienti posti al piano diverso da quello dell'uscita.

2. Le indicazioni di cui alla lettera b) potranno essere realizzate con misure alternati- ve alla cartellonistica utilizzando più canali sensoriali tra i seguenti:

- realizzazione di sistemi di comunicazione sonora;

- realizzazione di superfici in cui sono presenti riferimenti tattili;

- contrasti cromatici sul piano di calpestio percepibili nelle diverse condizioni di illuminamento.

3. Per quanto non indicato, la segnaletica di sicurezza, espressamente finalizzata alla sicurezza antincendio, deve comunque essere conforme al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni”.

4.4 Classificazione delle aree secondo norme CEI 64-8/7 (ambienti a maggior rischio in caso di incendio).

Il complesso scolastico nella sua generalità rientra tra gli ambienti definiti dalla norma CEI 64-8/7 sezione 751.03 come “Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio”. In particolare l’articolo 751.03.1 “Generalità” della suddetta norma reci- ta testualmente quanto segue: “Il rischio relativo all’incendio dipende dalla probabili- tà che esso si verifichi e dall’entità del danno conseguente per le persone, per gli ani- mali e per le cose. L’individuazione degli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio non rientra nello scopo della presente Sezione; essa dipende da una molte- plicità di parametri quali per esempio:

- densità di affollamento;

- massimo affollamento ipotizzabile;

- capacità di deflusso o di sfollamento;

(21)

- comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati nei compo- nenti dell’edificio;

- presenza di materiali combustibili;

- tipo di utilizzazione dell’ambiente;

- situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio (ade- guati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi, piano di emergenza e sfol- lamento, addestramento del personale, distanza del più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, esistenza di Vigili del Fuoco azien- dali ecc.).

Tali parametri devono essere opportunamente esaminati nel più vasto ambito della valutazione dei rischi e della prevenzione incendi, a monte del progetto elettrico (D.Lgs. 81/08, corretto e integrato dal D.Lgs.106/09, e D.M. 10-03-1998).

………

In generale, in assenza di valutazioni eseguite nel rispetto di quanto indicato in 751.03.1.1, gli ambienti dove si svolgono le attività elencate nel D.P.R. 151/2011 so- no considerati ambienti a maggior rischio in caso di incendio. In generale, gli am- bienti dove non si svolgono le attività elencate nel DPR 151/2011 non sono ambienti a maggior rischio in caso di incendio; tuttavia, essi possono essere ambienti a maggiori rischio in caso di incendio se si verificano le condizioni di cui in 751.03.1.1, ad esem- pio luoghi soggetti a specifiche prescrizioni dei VV.F.

Nell’allegato 751A sono riportate le attività elencate nel D.P.R. 151/2011”.

Il D.P.R. 151/2011 al punto elenco 67 definisce come attività soggette: “Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti; Asili nido con oltre 30 persone presenti”.

L’articolo 751.03.2 individua nel particolare gli “Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose”; le scuole rientrano eviden- temente in questa classificazione.

4.5 Locali ad uso bagno e doccia

I locali ad uso bagno e doccia sono da considerare ambiente particolari rientranti fra quelli definiti dalle norme CEI 64-8/7 Sezione 701; nei suddetti locali deve essere po- sta particolare cura nella scelta ed installazione dei singoli componenti, tenendo conto della necessità di dover osservare, nella collocazione delle apparecchiature ed utilizzi, le distanze di rispetto prescritte.

(22)

5. Descrizione sommaria degli interventi da realizzare

Gli interventi da realizzare all’interno del plesso scolastico riguardano l’adeguamento degli im- pianti di illuminazione di emergenza e di sicurezza e la esecuzione di un nuovo impianto di diffu- sione sonora tipo EVAC da eseguire all’interno dell’intero complesso scolastico; nei capitoli suc- cessivi si andranno a descrivere sommariamente gli interventi da realizzare che sono puntualmente indicati all’interno degli elaborati di progetto allegati alla presente relazione.

Si intendono a carico dell’Impresa anche tutti gli ulteriori oneri espressamente specificati nel Computo Metrico/Elenco Prezzi a base di gara e negli altri elaborati facenti parte integrante del progetto.

5.1 Interventi da eseguire sugli impianti elettrici esistenti

Gli interventi riguardanti gli impianti elettrici previsti all’interno dei vari locali della scuola riguardano l’adeguamento degli impianti di illuminazione di emergenza e di si- curezza.

A seguito di precise indicazioni della Committenza, per la realizzazione di detti im- pianti si procederà in parte al recupero funzionale delle plafoniere al momento esisten- ti ed in parte alla installazione di corpi illuminanti di nuova fornitura ed installazione.

I corpi illuminanti attualmente esistenti dovranno essere tutti rimossi dalla loro posi- zione attuale e momentaneamente alloggiati all’interno di apposito locale presente nel plesso scolastico; successivamente alla predisposizione dei vari punti di utilizzo (di seguito descritti), l’Impresa provvederà alla reinstallazione di parte di questi corpi il- luminanti nei punti indicati all’interno degli elaborati di progetto allegati alla presente relazione. Sulle plafoniere che verranno riutilizzate l’Impresa dovrà procedere alla ve- rifica della perfetta efficienza meccanica e luminosa del singolo corpo illuminante con eventuale sostituzione dei componenti che risultino danneggiati e/o non più funzionan- ti; per quanto concerne, invece, i corpi illuminanti in eccedenza, sarà definito in fase d’opera in accordo con la Committenza se procedere alla dismissione dei vari compo- nenti (con trasporto dei vari materiali a pubblica discarica) oppure se lasciare le varie plafoniere a disposizione della Committenza in modo da poter reperire in futuro com- ponenti non più in commercio per l’esecuzione delle varie opere di manutenzione sui corpi illuminanti reinstallati.

Le plafoniere di nuova fornitura ed installazione, invece, saranno costituite da corpi il- luminanti completi di batteria autoalimentata interna avente autonomia minima 1 ora e ricaricabile in 12 ore; le lampade saranno a tecnologia LED e dovranno garantire un il- luminamento minimo pari a 800 lumen per le lampade da 24W e 315 lumen per le lampade da 11W.

(23)

I vari punti di utilizzo saranno suddivisi in punti di utilizzo di nuova fornitura ed in- stallazione e punti di utilizzo esistenti di cui viene previsto il riutilizzo funzionale.

Nel primo caso, l’Impresa dovrà procedere alla creazione di nuove vie cavo (tubazioni in PVC da esterno a parete/soffitto e cassette di derivazione) da derivare dalla dorsali attualmente esistenti all’interno del plesso scolastico fino al singolo punto luce; nel se- condo caso, invece, si prevede il riutilizzo funzionale delle tubazioni e cassette di de- rivazione attualmente esistenti dalla dorsale in loco fino al singolo punto di utilizzo.

In entrambi i casi, comunque, si dovrà provvedere alla sostituzione della linea elettrica di alimentazione (sia dorsale che derivata); i motivi di detta sostituzione scaturisce dal fatto che gli impianti di illuminazione di emergenza attualmente installati all’interno del plesso scolastico dovranno subire alcune significative modifiche (descritte nel pro- sieguo della relazione) e, pertanto, dovranno essere installate nuove linee dorsali di alimentazione in derivazione dai singoli quadri elettrici anziché dal solo quadro gene- rale.

I cavi dovranno essere tipo FG16(O)M16 rispondenti a quanto previsto dalle attuali normative vigenti (Regolamento cavi CPR attualmente in vigore) della sezione e for- mazione indicata all’interno degli allegati elaborati di progetto. Si precisa che, in caso di mancato reperimento sul mercato dei cavi sopra citati, l’Impresa avrà facoltà di in- stallare cavi non CPR (tipo FG7(O)M1).

Anche all’interno delle singole aule, in prossimità delle varie uscite di sicurezza ed all’interno delle varie vie di esodo saranno altresì installate delle plafoniere autonome per l’individuazione della via di fuga comprensive di cartello di segnalazione non lu- minoso il quale dovrà essere apposto a parete in modo che possa ricevere adeguata il- luminazione dal corpo illuminante.

Per un più corretto funzionamento degli impianti di illuminazione di emergenza e si- curezza, dovranno essere apportate delle modifiche ed integrazioni sui quadri elettrici attualmente esistenti in quanto, con la situazione attuale, un intervento delle protezioni previste per gli impianti di illuminazione ordinaria non garantisce l’automatica entrata in funzione degli impianti di emergenza lasciando, così, al buio l’area interessata. Per- tanto, si dovrà provvedere, in gran parte dei casi, alla sostituzione degli interruttori au- tomatici e differenziali a protezione degli impianti di illuminazione ordinaria (in quan- to costituiti da apparecchiature ormai fuori produzione e su cui non è possibile reperire sul mercato l’accessoristica necessaria) con altri presenti in commercio provvisti di appositi contatti di scattato interruttori i quali andranno ad agire su un contattore posto sul circuito di illuminazione di emergenza facendo così entrare in funzione gli impian- ti.

(24)

Le modifiche da apportare ai vari quadri sono riportate all’interno degli elaborati gra- fici di progetto allegati alla presente relazione; si precisa, come già in precedenza rile- vato, che la tipologia di attività da eseguire a cura di Impresa/quadrista nei casi in cui si andrà ad intervenire su quadri elettrici esistenti costruiti secondo la precedente norma CEI EN 60439 (CEI 17/13) in vigore, non sarà evidentemente possibile per l’Impresa stessa rilasciare delle certificazioni che attestino la rispondenza dei vecchi quadri alle norme attuali (CEI EN 61439-1/2, CEI 17/113 e 17/114). In ogni caso l’Impresa/quadrista dovrà rilasciare una sorta di attestazione (parificata ad una dichiarazione di corretta installazione) che, pur non corrispondendo ad una Di- chiarazione di Conformità per il quadro specifico, renda evidenza del fatto che le attività eseguite garantiscono i livelli di sicurezza minimali per lo stretto fine del rispetto dei nuovi requisiti correlati alle implementazioni eseguite e relativi acces- sori.

Al termine delle varie lavorazioni, l’Impresa elettrica dovrà provvedere allo smalti- mento dei vari componenti smontati dagli impianti esistenti con loro trasporto a pub- blica discarica con conseguente rilascio di avvenuto smaltimento da inserire nella do- cumentazione finale da allegare alla Dichiarazione di Conformità.

5.2 Impianto diffusione sonora EVAC

Come già in precedenza accennato, il plesso scolastico in oggetto è classificato di tipo 3 e, pertanto, gli impianti di allarme dovranno essere costituiti da altoparlanti.

Pertanto, all’interno delle aree comuni saranno installati dei diffusori sonori che do- vranno garantire l’udibilità dei messaggi di allarme in ogni luogo presente all’interno del plesso scolastico.

Detti altoparlanti, disposti come evidenziato all’interno degli elaborati grafici allegati alla presente relazione, faranno capo ad una centrale ubicata in prossimità del locale tecnico in cui è attualmente installato il quadro generale e la quale dovrà garantire il corretto funzionamento dell’intero impianto e dovrà altresì essere provvista di batteria interna ricaricabile che ne garantisca un’autonomia di funzionamento, in caso di as- senza di rete normale, non inferiore a 30 minuti.

La centrale sarà alimentata a 230V da un circuito dedicato da installare sul quadro elettrico generale del plesso scolastico; la linea elettrica di alimentazione sarà costitui- ta da un cavo del tipo resistente al fuoco tipo FTG10OM1 di adeguata sezione e for- mazione.

(25)

L’interconnessione fra la centrale ed i vari componenti previsti in campo dovranno es- sere realizzati con cavi per sistemi di segnalazione allarme vocale EVAC resistenti al fuoco, non propaganti la fiamma, senza alogeni, con tensione nominale 100/100 V (EVAC) come rappresentato dalla seguente figura:

Il cavo dovrà avere rivestimento esterno del cavo (Guaina) necessariamente in mate- riale Duraflam LSZH di colore viola, idoneo alla posa in interno ed in esterno.

La tensione nominale dovrà essere necessariamente Uo/U = 100/100 V espressi in va- lore efficace RMS.

La linea sopra citata dovrà necessariamente essere rispondente alle seguenti norme di riferimento: CEI 20-37, CEI 20-22/III CEI EN 60332-3-25, CEI EN 50200 PH30, CEI 20-105V1, CEI EN 60228 (CEI 20-29), CEI EN 50363-0 (CEI 20-11/0, CEI 20-34 (EN 60811), CEI 20-50 (HD 605), CEI EN 50395 (CEI 20-80), CEI EN 50396 (CEI 20-84), CEI EN 62230 (CEI 20-70), CEI EN 50267-2-1 (CEI 20-37/2-1), CEI EN 50267-2-2 (CEI 20-37/2-1), CEI EN 61034-2 (CEI 20-37/3-1).

Per la posa di detti cavi, questi saranno alloggiati, per quanto possibile, all’interno del- le vie cavo attualmente esistenti mentre gli stacchi finali alla singola utenza saranno eseguite con tubazioni rigide in PVC complete di raccordi ed accessori.

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