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34567FEBBRAIO 2018 ARTICOLI DI STUDIO PER IL PERIODO:

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(1)

34567

FEBBRAIO 2018

ARTICOLI DI STUDIO PER IL PERIODO:

2-29 APRILE 2018

(2)

La Torre di Guardiae un periodico mensile con supplemento quadrimestrale` edito in Italia dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Via della Bufalotta 1281, Roma.

Direttore responsabile: Gabriele Nannini. Reg. Trib. Roma n. 14289 - 10/1/1972.

ISSN: 0271-3004

Stampata in Gran Bretagna da: Watch Tower Bible and Tract Society of Britain,

34567

February 2018

Vol. 139, No. 3 ITALIAN

IN COPERTINA:

CAMBOGIA

Una coppia di Testimoni parla del messag- gio della Bibbia a una madre chee andata` a prendere suo figlio a scuola. La donna indossa come copricapo una sciarpa tradizionale.

PROCLAMATORI

1.021

STUDI BIBLICI

2.524

PRESENTI ALLA

COMMEMORAZIONE (2016)

2.790

Questa pubblicazione non

`e in vendita. Viene distribuita nell’ambito di un’opera mondiale di istruzione biblica sostenuta mediante contribuzioni volontarie.

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Salvo diversa indicazione, le citazioni della Bibbia sono tratte dalla Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture

INDICE

SETTIMANA:2-8 APRILE

Imitiamo la fede e l’ubbidienza di No`

e, Daniele e Giobbe

SETTIMANA:9-15 APRILE

Conoscete Geova come lo conoscevano No`

e, Daniele e Giobbe?

Noe, Daniele e Giobbe affrontarono problemi simili a` quelli che affrontiamo noi oggi. Cosa permise loro di continuare a mostrare fede e ubbidienza? Come riu- scirono a conoscere Geova cosı bene da mantenere` l’integrita in ogni circostanza? Questi due articoli ri-` sponderanno a queste domande.

BIOGRAFIA A Geova tutto `

e possibile

SETTIMANA:16-22 APRILE

Cosa significa essere una persona spirituale?

SETTIMANA:23-29 APRILE

Continuiamo a crescere spiritualmente

Nel primo di questi due articoli, vedremo cosa signi- fica essere persone spirituali e cosa possiamo impa- rare dall’esempio di persone spirituali. Nel secondo articolo considereremo come diventare persone pi` u spirituali e come questo ci aiuta nella vita di tutti i giorni.

La gioia: una qualit`

a che viene da Dio

DAI NOSTRI ARCHIVI

3 8

13

18 23

28

31

(3)

SIETE alle prese con situazioni difficili, come malattie, problemi economici o persecuzione? A volte fate fatica a mantenere la gioia nel servizio che rendete a Geova? See cos` ı, l’esempio di` Noe, Daniele e Giobbe pu` o darvi coraggio. Erano imperfetti, e` affrontarono molte delle difficolt`

a comuni anche oggi; in alcune circostanze rischiarono addirittura la vita. Nonostante tutto que- sto, mantennero l’integrit`

a e cos`

ı agli occhi di Dio diventarono esempi di fede e di ubbidienza. (Leggi Ezechiele 14:12-14.)

2 Ezechiele scrisse le parole della scrittura base di questo artico- lo nel 612 a.E.V.1 mentre si trovava in Babilonia (Ezec. 1:1; 8:1).

Come predetto, si stava avvicinando la distruzione dell’apostata

1 Ezechiele fu portato in esilio nel 617. Il brano di Ezechiele 8:1–19:14 inizia ripor- tando la data del “sesto anno” dell’esilio, ovvero il 612.

1, 2. (a) Perch´

e l’esempio di No`

e, Daniele e Giobbe pu`

o darci coraggio?

(b) Qual era la situazione quando Ezechiele scrisse le parole di Ezechiele 14:14?

Imitiamo la fede e l’ubbidienza di No `

e, Daniele e Giobbe

Noe, Daniele e Giobbe a motivo della loro giustizia` libererebbero la loro anima(EZEC. 14:14)

CANTICI:89, 119

COME PENSATE DI IMITARE LA FEDE DI. . .

No` e?

Daniele?

Giobbe?

3

(4)

Gerusalemme, che avvenne nel 607. Pochi mostravano le stesse qualita di No` e, Danie-` le e Giobbe, e solo quei pochi ricevettero il “segno” che permetteva di sopravvivere (Ezec. 9:1-5). Fra loro c’erano Geremia, Ba- ruc, Ebed-Melec e i recabiti.

3 Anche oggi solo le persone che Geova considera giuste — persone come Noe, Da-` niele e Giobbe — riceveranno il segno che permettera di sopravvivere alla fine dell’at-` tuale sistema di cose (Riv. 7:9, 14). Vedia- mo quindi perche Geova consider´ o questi` uomini esempi di giustizia. Per ciascun personaggio analizzeremo (1) le difficolta` che affronto e (2) come possiamo imitare` la sua fede e la sua ubbidienza.

NO`

E MOSTR `

O FEDE E UBBIDIENZA PER 900 ANNI

4 Le difficolta.` Ai tempi di Enoc, il bisnon- no di Noe, la gente era diventata molto` malvagia. Diceva addirittura “cose offensi- ve” contro Geova (Giuda 14, 15). Col tem- po la violenza aumento cos` ı tanto che ai` giorni di Noe “la terra si [era riempita] di` violenza”. Angeli malvagi assunsero forma umana, si presero delle mogli e misero al mondo figli ibridi che si comportavano in modo spietato (Gen. 6:2-4, 11, 12). Ma Noe era diverso; infatti “trov` o favore agli` occhi di Geova. [...] Si mostro senza difet-` to fra i suoi contemporanei. Noe cammin` o` con il vero Dio” (Gen. 6:8, 9).

5 Cosa rivelano queste parole su quel- l’uomo giusto? Innanzitutto, No`

e non cammin`

o con Dio in quel mondo malvagio solo per 70 o 80 anni, la vita media di mol- te persone oggi. Visse in quel mondo per quasi 600 anni prima che arrivasse il Dilu- vio (Gen. 7:11). Inoltre, a differenza no-

3. Cosa vedremo in questo articolo?

4, 5. Quali difficolt` a affront`

o No`

e, e perch´ e la sua perseveranza `

e degna di nota?

stra, per ricevere sostegno spirituale non poteva contare su una congregazione, ed evidentemente nemmeno sui suoi fratelli e sulle sue sorelle.1

6 Noe non si accontent` o di essere una` brava persona. Divent`

o un “predicatore di giustizia”: con coraggio parlo ad altri della` sua fede in Geova (2 Piet. 2:5). “Per mez- zo di questa fede condanno il mondo”,` scrisse l’apostolo Paolo (Ebr. 11:7). Sicura- mente Noe avr` a sub` ıto scherni e opposi-` zione, e forse addirittura minacce. Ma non

‘trem`

o davanti agli uomini’ (Prov. 29:25).

Mostro piuttosto il coraggio che Geova d` a` ai suoi fedeli servitori.

7 Dopo che Noe ebbe camminato con` Dio per pi `u di 500 anni, Geova gli disse di costruire un’arca per salvare uomini e ani- mali (Gen. 5:32; 6:14). Quell’incarico gli dev’essere sembrato davvero difficile, e non solo per la complessita della costruzio-` ne. Senz’altro Noe sapeva che si sarebbe` attirato ancora pi `u scherni e opposizione.

Eppure ubbidı e and` o avanti con fede;`

“fece proprio cosı” (Gen. 6:22).`

8 Un’altra difficolta che si present` o a No` e` fu quella di provvedere alla moglie e ai figli.

Prima del Diluvio, bisognava faticare mol- tissimo per coltivare la terra, e sara stato` cosı anche per No` e (Gen. 5:28, 29). Nono-` stante questo, non lasci`

o che la preoccupa- zione di provvedere alla famiglia lo distraes- se dalla cosa pi `u importante della sua vita, cio`

e servire Dio. Anche durante la costru-

1 Il padre di Noe, Lamec, che era un uomo devoto,` morı circa cinque anni prima del Diluvio. Se la madre, i` fratelli e le sorelle di Noe erano ancora vivi quando ini-` zio il Diluvio, non sopravvissero.`

6. In quali modi Noe mostr` o grande coraggio?` 7. Quando costru`

ı l’arca, quali difficolt` a affront`

o No`

e?

8. In che modo No`

e dimostr`

o di aver fiducia che Geova avrebbe provveduto a lui e alla sua fami- glia?

(5)

FEBBRAIO 2018 5 zione dell’arca, che potrebbe aver richiesto

40 o 50 anni, No`

e rimase concentrato sulle cose spirituali. E continu`

o a esserlo per altri 350 anni dopo il Diluvio (Gen. 9:28). Che bell’esempio di fede e ubbidienza!

9 Come possiamo imitare la fede e l’ubbi- dienza di Noe?` Lo possiamo fare sostenen- do le giuste norme di Dio, non facendo parte del mondo di Satana e tenendo gli in- teressi del Regno al primo posto (Matt.

6:33; Giov. 15:19). Ovviamente il nostro modo di vivere non ci fa guadagnare l’ap- provazione del mondo. Anzi, il fatto che siamo decisi a seguire le leggi di Dio, come quelle relative al matrimonio e alla morali- ta sessuale, in alcuni paesi ha suscitato` commenti negativi che sono stati riportati dai media. (Leggi Malachia 3:17, 18.) Ma come No`

e, noi temiamo Geova, non gli uo- mini. Sappiamo che solo lui puo dare la` vita eterna (Luca 12:4, 5).

10 Che dire di noi? Continueremmo a camminare con Dio anche davanti a scher- ni e critiche? E cosa faremmo se le difficol- ta economiche dovessero mettere alla pro-` va la nostra fede nel fatto che Geova provveder`

a alle nostre necessit`

a? Se imitia- mo la fede e l’ubbidienza di No`

e, possiamo essere sicuri che Geova avra cura di noi` (Filip. 4:6, 7).

DANIELE MOSTR `

O FEDE E UBBIDIENZA IN UNA CITT`

A MALVAGIA

11 Le difficolt`

a.Daniele era in esilio a Ba- bilonia, una citta piena di idolatria e spiri-` tismo. I babilonesi inoltre disprezzavano gli ebrei, e schernivano sia loro che il loro Dio, Geova (Sal. 137:1, 3). Daniele e gli al-

9, 10. (a) Come possiamo imitare la fede e l’ub- bidienza di Noe? (b) Se siamo decisi a seguire le` leggi di Dio, di cosa possiamo essere sicuri?

11. Quali grosse difficolt`

a affrontarono Daniele e i suoi tre amici a Babilonia? (Vedi l’immagine ini- ziale.)

tri ebrei fedeli devono aver sofferto molto per questo. Per di pi `u, gli occhi di tutti era- no puntati su di lui e sui suoi tre amici, Ha- nania, Misael e Azaria, perch´

e dovevano essere preparati per lavorare al servizio del re. Era stata decisa perfino la loro dieta. E proprio l’alimentazione divent`

o presto un problema, perche Daniele aveva deciso che´

“non si sarebbe contaminato con i cibi pre- libati del re” (Dan. 1:5-8, 14-17).

12 Daniele potrebbe aver affrontato anche una difficolta pi `u insidiosa. Aveva` eccezionali capacit`

a, e per questo ricevet- te privilegi speciali (Dan. 1:19, 20). Ma non divent`

o una persona arrogante o che pen- sava di avere sempre ragione; rimase umi- le e modesto, e attribu`

ı sempre a Geova il merito dei suoi risultati (Dan. 2:30). Fatto interessante, Daniele era ancora un ragaz- zo quando Geova lo menziono come esem-` pio di giustizia insieme a Noe e Giobbe. La` fiducia che Dio aveva in Daniele era malri- posta? Niente affatto! Daniele mostro fede` e ubbidienza per tutta la vita. Infattie pro-` babile che avesse quasi 100 anni quando un angelo di Dio gli disse in tono affettuo- so: “O Daniele, uomo molto desiderabile”

(Dan. 10:11).

13 Dato che aveva l’approvazione di Dio, Daniele fu nominato alto funzionario sia sotto il dominio babilonese sia sotto quel- lo medo-persiano (Dan. 1:21; 6:1, 2). Forse Geova guido le cose in questo modo per-` che Daniele potesse aiutare il suo popolo,´ come nel caso di Giuseppe in Egitto o di Ester e Mardocheo in Persia (Dan. 2:48).1

1 La stessa cosa si potrebbe dire dei tre amici di Da- niele, perche anche loro rivestirono alte cariche (Dan.´ 2:49).

12. (a) Quali belle qualita dimostr` o Daniele?` (b) Che opinione aveva Geova di Daniele?

13. Perch´

e Geova potrebbe aver aiutato Daniele a diventare un alto funzionario?

(6)

Quanto dev’essere stato rincuorante per gli esuli ebrei, incluso Ezechiele, vedere in questa maniera la mano di Geova!

14 Come possiamo imitare la fede e l’ubbi- dienza di Daniele? Oggi siamo come stra- nieri in un mondo che e stato corrotto` sul piano morale e spirituale da Babilonia la Grande, l’impero mondiale della fal- sa religione, “luogo di dimora di demo- ni” (Riv. 18:2). Di conseguenza anche noi siamo diversi, e veniamo scherniti (Mar.

13:13). Come Daniele, quindi, avvicinia- moci a Geova, il nostro Dio. Se siamo umi- li e mostriamo fiducia in lui ubbidendogli, anche noi saremo preziosi ai suoi occhi (Agg. 2:7).

15 Chi ha figli pu`

o imparare molto dall’e- sempio dei genitori di Daniele. Quando Daniele era bambino, in Giuda dilagava la malvagit`

a. Ci`

o nonostante lui impar` o ad amare Dio. Questo non fu frutto del caso, ma della buona educazione ricevuta dai ge- nitori (Prov. 22:6). Il nome stesso di Da- niele, che significa “il mio giudicee Dio”,` lascia intendere che i suoi genitori amasse- ro Dio. Quindi, genitori, siate pazienti

14, 15. (a) Perch´

e le nostre circostanze sono si- mili a quelle di Daniele? (b) Cosa pu`

o imparare chi ha figli dai genitori di Daniele?

quando insegnate ai vostri figli, e non ar- rendetevi! (Efes. 6:4). Pregate con loro e per loro. Fate del vostro meglio per impri- mere la verit`

a della Bibbia nel loro cuore, e Geova potra benedirvi riccamente (Sal.` 37:5).

GIOBBE MOSTR`

O FEDE E UBBIDIENZA SIA DA RICCO CHE DA POVERO

16 Le difficolta.` Giobbe affront`

o drastici cambiamenti nella vita. Inizialmente “era il pi `u grande di tutti gli orientali” (Giob. 1:3).

Era ricco, conosciuto e molto rispettato (Giob. 29:7-16). Nonostante questo non credeva di essere migliore degli altri ne´ pensava di non aver bisogno di Dio. Anzi, Geova lo chiamo “mio servitore” e lo de-` scrisse come un “uomo irriprovevole e ret- to, che teme Dio e si ritrae dal male” (Giob.

1:8).

17 In pochissimo tempo la vita di Giobbe cambio completamente. Perse tutto e cad-` de nella disperazione pi `u nera. Oggi sap- piamo che a causare tutto questo fu Sata- na, che mentendo lo accuso di adorare Dio` solo per tornaconto. (Leggi Giobbe 1:

9, 10.) Geova non ignor `o quelle malvage 16, 17. Quali sfide si presentarono a Giobbe in momenti diversi della sua vita?

Geova considera prezioso chi mantiene l’integrit`

a

(Vedi i paragrafi 14 e 15)

(7)

accuse. Diede invece a Giobbe l’opportu- nit`

a di dar prova della sua integrit` a e di di- mostrare che lo adorava mosso da un cuo- re puro, e non per egoismo.

18 Satana lancio contro Giobbe una serie` di crudeli attacchi, facendogli credere che la colpa fosse di Dio (Giob. 1:13-21). Poi arrivarono tre uomini che dicevano di es- sere suoi amici e lo aggredirono con paro- le spietate. Fondamentalmente dissero che Dio gli stava dando quello che si meritava (Giob. 2:11; 22:1, 5-10). Eppure Giobbe si mantenne integro. `

E vero che a volte par- lo in modo avventato, ma Geova capiva` che questo era dovuto al dolore che prova- va (Giob. 6:1-3). Dio vedeva un uomo che era profondamente depresso ma che non gli volto mai le spalle, anche se Satana lo` aveva gettato a terra e aveva infierito su di lui con insulti e menzogne. Finita la prova, Geova diede a Giobbe il doppio di quel- lo che aveva prima, e gli concesse altri 140 anni di vita (Giac. 5:11). In quel perio- do Giobbe continu`

o a servire Geova con tutto il cuore. Perche possiamo dirlo? Per-´ che Giobbe era morto da centinaia di anni´ quando Ezechiele scrisse le parole della scrittura base di questo articolo.

19 Come possiamo imitare la fede e l’ubbi- dienza di Giobbe?Indipendentemente dalle nostre circostanze, facciamo in modo che Geova sia sempre la Persona pi `u importan- te della nostra vita. Mostriamo completa fiducia in lui e ubbidiamogli con tutto il cuore. Dopotutto, rispetto a Giobbe noi abbiamo ancora pi `u motivi per farlo. Sap- piamo molte cose su Satana e le sue tatti- che (2 Cor. 2:11). Grazie anche al libro di

18. (a) Cosa vi colpisce dell’integrita di Giobbe?` (b) Cosa impariamo su Geova dal modo in cui tratt`

o Giobbe?

19, 20. (a) Come possiamo imitare la fede e l’ubbidienza di Giobbe? (b) Come possiamo mo- strare compassione come fa Geova?

Giobbe, comprendiamo perche Dio per-´ mette le sofferenze. Dalla profezia di Da- niele capiamo che il Regno di Dioe un go-` verno mondiale nelle mani di Cristo Ges `u (Dan. 7:13, 14). E sappiamo che questo Re- gno eliminer`

a presto tutte le sofferenze.

20 Le vicende di Giobbe ci ricordano an- che l’importanza di mostrare compassione ai fratelli che stanno affrontando proble- mi. Come Giobbe, a volte alcuni potrebbe- ro parlare in modo avventato (Eccl. 7:7).

Anziche giudicarli, cerchiamo di capire´ cosa c’e dietro e di essere comprensivi. In` questo modo imiteremo Geova, chee un` Padre premuroso e misericordioso (Sal.

103:8).

GEOVA “VI RENDER`

A FORTI”

21 Noe, Daniele e Giobbe vissero in pe-` riodi diversi e in situazioni molto diverse, ma superarono le difficolta che incontraro-` no. La loro vita ci ricorda le parole dell’a- postolo Pietro, che scrisse: “Dopo che avrete sofferto per un po’, l’Iddio di ogni immeritata benignita [...] completer` a egli` stesso il vostro addestramento, vi render`

a fermi, vi render`

a forti” (1 Piet. 5:10).

22 Le parole scritte da Pietro si applicano anche ai servitori di Dio oggi. Geova ci ga- rantisce che ci rendera fermi e forti. Tutti` noi desideriamo che Geova ci renda forti, e vogliamo rimanere fermi per continuare ad adorarlo. Imitiamo dunque la fede e l’ubbidienza di Noe, Daniele e Giobbe!` Come vedremo nel prossimo articolo, que- sti uomini riuscirono a mantenere l’integri- ta perch` e conoscevano davvero bene Geo-´ va. ‘Capivano ogni cosa’ che lui voleva che facessero (Prov. 28:5). Possiamo riuscirci anche noi.

21. Perche le parole di 1 Pietro 5:10 rispecchiano´ cio che accadde a No` e, Daniele e Giobbe?` 22. Cosa tratteremo nel prossimo articolo?

FEBBRAIO 2018 7

(8)

MENTRE gli ultimi giorni si avvicinano alla loro conclusione, i malvagi “germogliano come la vegetazione” (Sal. 92:7). Non ci sorprende quindi che le norme morali vengano sempre pi `u spes- so ignorate. In un contesto del genere, come possiamo essere

“bambini in quanto a malizia” e al tempo stesso “uomini fatti nel- le facolta d’intendimento”? (1 Cor. 14:20).`

2 La risposta si trova nella scrittura base di questo articolo, che in parte dice: “Quelli che cercano Geova possono capire ogni cosa”, ovvero tutto quello chee necessario per avere la sua ap-` provazione (Prov. 28:5). Un concetto similee espresso in Prover-` bi 2:7, 9, dove si legge: “Ai retti [Geova] riserver`

a la saggezza”. Di conseguenza, questo tipo di persone sono in grado di ‘compren- dere la giustizia e il giudizio e la rettitudine, l’intero corso di cio` chee buono’.`

3 Noe, Daniele e Giobbe ebbero questa saggezza di origine di-` vina (Ezec. 14:14). Lo stesso vale per i servitori di Dio oggi. Ma

1-3. (a) Cosa ci aiuter`

a ad avere l’approvazione di Dio durante gli ultimi giorni? (b) Cosa analizzeremo in questo articolo?

Conoscete Geova

come lo conoscevano No `

e, Daniele e Giobbe?

“Gli uomini dediti al male non possono capire il giudizio, ma quelli che cercano Geova possono capire ogni cosa”(PROV. 28:5)

CANTICI:126, 150

IN CHE MODO QUESTI PERSONAGGI

MOSTRARONO FEDE E SAPIENZA?

Noe`

Daniele

Giobbe

(9)

FEBBRAIO 2018 9 che dire di noi personalmente? ‘Capiamo

ogni cosa’ necessaria per avere l’approva- zione di Geova? Il segreto sta nel conoscer- lo davvero bene. Con questo in mente, ve- diamo (1) come Noe, Daniele e Giobbe` impararono a conoscere Dio, (2) come questa conoscenza li aiut`

o e (3) come pos- siamo sviluppare una fede come la loro.

NO`

E CAMMIN`

O CON DIO IN UN MONDO MALVAGIO

4 Come Noe impar` o a conoscere Geova.` Fin dagli albori della storia umana, uomini e donne di fede hanno imparato a conoscere Dio principalmente in tre modi: osservan- do la creazione, ascoltando altri fedeli ser- vitori di Dio e sperimentando di persona i benefıci che si hanno quando si seguono le` norme e i princ`

ıpi di Dio (Isa. 48:18). Os- servando la creazione, Noe avr` a avuto mol-` te prove non solo dell’esistenza di Dio ma anche delle sue tante invisibili qualita, tra` cui “la sua sempiterna potenza e Divinita”` (Rom. 1:20). Di conseguenza No`

e non si li- mito a credere in Dio, ma svilupp` o anche` una forte fede in lui.

5 “La fede segue cio che si ode” (Rom.` 10:17). In che modo No`

e sent`

ı parlare di Geova? Di certo imparo molto dai suoi pa-` renti. Tra questi c’era suo padre Lamec, un uomo di fede che nacque quando Adamo era ancora vivo. (Vedi l’immagine iniziale.) Tra i parenti di Noe c’erano anche il nonno` Metusela e il trisavolo Iared, che morı` 366 anni dopo la nascita di Noe (Luca 3:` 36, 37).1 Forse questi uomini e magari le loro mogli parlarono a No`

e degli inizi della

1 Anche Enoc, il bisnonno di Noe, “continu` o a cam-` minare con il vero Dio”. Ma “Dio lo prese” 69 anni pri- ma della nascita di Noe (Gen. 5:23, 24).`

4. In che modo No` e impar`

o a conoscere Geova, e questa conoscenza cosa gli permise di fare?

5. In che modo No`

e venne a conoscenza del pro- posito di Dio per gli esseri umani?

storia umana, del proposito di Dio che la terra fosse popolata da persone giuste, e della ribellione in Eden, le cui conseguenze erano sotto i suoi occhi (Gen. 1:28; 3:16- 19, 24). In ogni caso, quello che No`

e impa- ro tocc` o il suo cuore e lo spinse a servire` Dio (Gen. 6:9).

6 La fede diventa pi `u forte grazie alla speranza. Pensiamo, quindi, a come dev’es- sersi sentito No`

e quando cap`

ı che il suo nome, che probabilmente significa “ripo- so” o “consolazione”, dava motivo di spera- re! (Gen. 5:29, nt.). Sotto ispirazione La- mec aveva detto di Noe: “Questi ci recher` a` conforto [...] dal dolore delle nostre mani derivante dal suolo che Geova ha maledet- to”. Noe sperava in Geova: come i suoi an-` tenati Abele ed Enoc, credeva nel “seme”, o discendenza, che avrebbe schiacciato la testa del serpente (Gen. 3:15).

7 Forse Noe non aveva compreso la pro-` fezia di Genesi 3:15 in tutti i suoi dettagli, ma aveva capito che dava una speranza per il futuro. Enoc aveva proclamato un mes- saggio simile a quello contenuto nella pro- messa fatta nell’Eden, preannunciando il giudizio di Dio sui malvagi (Giuda 14, 15).

Le parole di Enoc, che avranno il loro adempimento definitivo ad Armaghedon, rafforzarono sicuramente la fede e la spe- ranza di Noe.`

8 Conoscere bene Dio aiuto No` e.` Conoscere bene Dio permise a Noe di sviluppare fede` e sapienza, che lo protessero soprattutto in senso spirituale. Per esempio, siccome

“cammino con il vero Dio”, non cammin` o` con persone malvage, cioe non stette in` loro compagnia. Quelle persone prive di fede si erano fatte impressionare dai pote- ri sovrumani dei demoni scesi sulla terra

6, 7. In che modo la speranza rafforz`

o la fede di No`

e?

8. In quali modi conoscere bene Dio protesse No`

e?

(10)

e forse erano addirittura arrivate al punto di adorarli; No`

e invece non si fece ingannare (Gen. 6:1-4, 9). Inoltre sapeva che il coman- do di riprodursi e di riempire la terra era sta- to dato agli esseri umani (Gen. 1:27, 28).

Quindi doveva sapere che l’unione tra don- ne e spiriti materializzati era innaturale e sbagliata. Questa conclusione fu senz’altro confermata quando i figli nati da quelle unioni si rivelarono pi `u grandi e pi `u forti del normale. Alla fine Dio avvis`

o No`

e che inten- deva portare un diluvio sulla terra. Noe` ebbe fede in quell’avvertimento; di conse- guenza costruı l’arca, grazie alla quale lui e` la sua famiglia si salvarono (Ebr. 11:7).

9 Come possiamo sviluppare una fede come quella di No`

e?Il segreto `

e studiare attenta- mente la Parola di Dio, prendere sul serio quello che impariamo e permettere a questa conoscenza di modellarci e guidarci (1 Piet.

1:13-15). Cos`

ı facendo, fede e sapienza ci proteggeranno dalle astute tattiche di Sata- na e dal malvagio spirito del mondo (2 Cor.

2:11). Questo spirito alimenta l’amore per la violenza e per l’immoralita, e induce le per-` sone a concentrarsi sui desideri della carne (1 Giov. 2:15, 16). Potrebbe anche spingere quelli che sono spiritualmente deboli a igno- rare le prove del fatto che il grande giorno di Geova `

e vicino. Non dimentichiamo che, quando paragon`

o i nostri giorni a quelli di Noe, Ges `u non parl` o di violenza e immora-` lita, ma di quanto sia pericoloso essere in-` differenti verso le cose spirituali. (Leggi Matteo 24:36-39.)

10 Chiediamoci: “Il mio modo di vivere dimostra che conosco bene Geova? La mia fede mi spinge a vivere secondo le sue giu- ste norme e a insegnarle ad altri?” Le no- stre risposte ci permetteranno di capire se anche noi stiamo ‘camminando con il vero Dio’.

9, 10. Come possiamo imitare la fede di No` e?

DANIELE MOSTR `

O SAPIENZA IN UNA CITT`

A PAGANA

11 Come Daniele impar`

o a conoscere Geo- va.Daniele doveva aver ricevuto un’ottima educazione dai suoi genitori, che gli aveva- no insegnato ad amare Geova e la sua Paro- la. Daniele continuo ad avere questo amore` per tutta la vita; anche in tarda et`

a studiava attentamente le Scritture (Dan. 9:1, 2). Dal- la sua sentita preghiera riportata in Daniele 9:3-19 emerge la profonda conoscenza che aveva di Dio e di come Lui aveva agito con gli israeliti. Potremmo leggere questa pre- ghiera e meditarci su, prestando attenzione a quello che ci dice sul conto di Daniele.

12 Conoscere bene Dio aiuto Daniele.` Per un ebreo fedele vivere nella pagana Babilonia non dev’essere stato per niente facile. Per esempio, agli ebrei Geova aveva detto:

“Cercate [...] la pace della citta alla quale vi` ho fatto andare in esilio” (Ger. 29:7). Allo stesso tempo richiedeva che adorassero solo lui con tutto il cuore (Eso. 34:14).

Cosa permise a Daniele di trovare l’equili- brio tra questi due comandi? La sapienza lo aiut`

o a capire appieno il principio della sot- tomissione relativa alle autorita secolari.` Centinaia di anni dopo, Ges `u insegn`

o que- sto stesso principio (Luca 20:25).

13 Pensiamo a quello che Daniele fece quando un decreto vieto per 30 giorni di ri-` volgere preghiere a qualsiasi dio o uomo al- l’infuori del re. (Leggi Daniele 6:7-10.) Daniele avrebbe potuto accampare scuse e dire: “Sono solo 30 giorni!” Ma non permi- se che un editto reale diventasse pi `u impor- tante dell’adorazione che rendeva a Dio.

Avrebbe anche potuto pregare con discre-

11. (a) Cosa impariamo sui genitori di Daniele dall’amore che lui aveva per Dio? (b) Quali quali- ta di Daniele vorreste imitare?`

12-14. (a) In quali modi Daniele mostro sapien-` za? (b) In che modo Dio benedisse il coraggio e la lealt`

a di Daniele?

(11)

zione cosı da non essere visto, ma sapeva` che le sue abitudini in relazione alla pre- ghiera erano note a tutti. Percio, anche se` significava mettere in pericolo la propria vita, Daniele decise di non dare nemmeno l’impressione di essere sceso a compro- messi.

14 Prendendo questa decisione dimostro` coraggio e lealta, e Geova lo benedisse: con` un miracolo lo salvo da una morte crudele.` In seguito a questo, molti, anche nelle pi `u distanti parti dell’impero medo-persiano, sentirono parlare di Geova (Dan. 6:25-27).

15 Come possiamo sviluppare una fede come quella di Daniele? Il segreto per avere una forte fedee non solo leggere la Parola di` Dio ma anche ‘afferrarne il significato’

(Matt. 13:23). Abbiamo bisogno di sapere come la pensa Geova, e quindi anche di ca- pire bene i princ`

ıpi biblici. Per fare questo

`e necessario meditare su quello che leggia- mo. `

E altrettanto importante pregare re- golarmente e in modo sentito, soprattut- to quando affrontiamo situazioni difficili.

Quando preghiamo con fede per avere sa-

15. Come possiamo sviluppare una fede come quella di Daniele?

pienza e forza, Geova ce le concede gene- rosamente (Giac. 1:5).

GIOBBE SEGU`

I I PRINC`

IPI DIVINI NEL BENE E NEL MALE

16 Come Giobbe impar`

o a conoscere Geova.

Giobbe non era un israelita, ma era un pa- rente alla lontana di Abraamo, Isacco e Giacobbe, e a loro Geova aveva rivelato dettagli sulla sua personalita e sul proposi-` to che aveva per gli esseri umani. In un modo che la Bibbia non rivela, Giobbe im- paro molte di quelle preziose verit` a (Giob.` 23:12). “Per sentito dire ho udito di te”, dis- se (Giob. 42:5). Inoltre, Geova stesso con- fermo che quello che Giobbe aveva detto` su di lui era vero (Giob. 42:7, 8).

17 Giobbe aveva anche visto molte delle in- visibili qualit`

a di Dio nella creazione (Giob.

12:7-9, 13). E sia Eliu che Geova si servirono di alcuni aspetti della creazione per ricordar- gli la piccolezza dell’uomo rispetto alla gran- dezza di Dio (Giob. 37:14; 38:1-4). Le paro- le di Geova toccarono il cuore di Giobbe, che infatti gli rispose umilmente: “Ho sapu- to che tu puoi fare ogni cosa, e non c’e idea`

16, 17. In che modo Giobbe imparo a conoscere` bene Dio?

La nostra fede si rafforza quando vediamo

le invisibili qualit` a di Dio evidenti nella creazione

(Vedi il paragrafo 17)

(12)

che sia per te irrealizzabile. [...] Mi pento nel- la polvere e nella cenere” (Giob. 42:2, 6).

18 Conoscere bene Dio aiuto Giobbe.` Giob- be capiva a fondo i princıpi divini, conosce-` va bene Geova e agiva sulla base di questa conoscenza. Per esempio, sapeva che non poteva dire di amare Dio e al tempo stesso trattare male il prossimo (Giob. 6:14). Non si considerava superiore agli altri; anzi, si interessava di tutti, ricchi o poveri, come se facessero parte della sua famiglia. “Co- lui che fece me nel ventre non fece for- se [loro]?”, disse (Giob. 31:13-22). Anche quando ebbe ricchezza e prestigio, non penso mai che gli altri fossero meno impor-` tanti di lui. Che differenza rispetto a molti che oggi sono ricchi e potenti!

19 Giobbe respinse tutte le forme di idola- tria, anche quelle che potevano nasconder- si nel suo cuore. Sapeva che la falsa adora- zione, compreso l’attaccamento alle cose materiali, lo avrebbe portato a rinnegare “il vero Dio di sopra”. (Leggi Giobbe 31:24- 28.) Inoltre, per lui il matrimonio era un le- game sacro tra un uomo e una donna. Ave- va addirittura fatto un patto con i suoi occhi per non guardare una vergine in modo im- morale (Giob. 31:1). E lo aveva fatto in un periodo in cui Dio tollerava la poligamia.

Quindi, se avesse voluto, avrebbe potuto avere una seconda moglie.1 Evidentemente, per`

o, aveva preso a modello il matrimonio cosı come Dio lo aveva stabilito nell’Eden, e` vi si attenne come se fosse una legge (Gen.

2:18, 24). Circa 1.600 anni dopo, Ges `u Cri- sto insegno gli stessi giusti princ` ıpi in rela-` zione al matrimonio e alla morale in campo sessuale (Matt. 5:28; 19:4, 5).

1 Lo stesso si potrebbe dire di Noe: aveva una sola` moglie, anche se la pratica della poligamia era iniziata subito dopo la ribellione in Eden (Gen. 4:19).

18, 19. In quali modi Giobbe dimostro di cono-` scere bene Geova?

20 Come possiamo sviluppare una fede come quella di Giobbe?Ancora una volta il segre- toe conoscere bene Geova e permettere` a questa conoscenza di guidarci in ogni aspetto della vita. Per esempio, il salmista Davide disse che Geova “odia chiunque ama la violenza” e che non dovremmo sta- re in compagnia di “uomini di falsita”.` (Leggi Salmo 11:5; 26:4.) Cosa ci rivelano questi versetti sul modo di pensare di Dio?

Come dovrebbe influire questo sulle nostre priorit`

a, sull’uso che facciamo di Internet e sulle decisioni che prendiamo in fatto di amicizie e divertimenti? Le nostre risposte ci aiuteranno a capire quanto conosciamo Geova. Per rimanere integri in questo mon- do complicato e malvagio, dobbiamo eser- citare le nostre “facolt`

a di percezione”

cosı da distinguere non solo quello che` e` giusto da quello che `

e sbagliato, ma anche quello chee saggio da quello che non lo` e` (Ebr. 5:14; Efes. 5:15).

21 Noe, Daniele e Giobbe ricercarono` Geova con tutto il cuore, e lui si lascio tro-` vare; li aiuto a “capire ogni cosa” necessa-` ria per avere la sua approvazione. Cosı loro` diventarono esempi di giustizia ed ebbero una vita davvero soddisfacente (Sal. 1:

1-3). Percio chiediamoci: “Conosco Geova` quanto lo conoscevano No`

e, Daniele e Giobbe?”A dirla tutta, grazie all’abbondan- te luce spirituale che abbiamo oggi possia- mo conoscerlo anche meglio! (Prov. 4:18).

Percio scaviamo a fondo nella Parola di` Dio, meditiamoci su e preghiamo per avere spirito santo. Cosı ci avvicineremo ancora` di pi `u al nostro Padre celeste e agiremo con perspicacia e saggezza in questo mondo malvagio (Prov. 2:4-7).

20. In che modo conoscere bene Geova e le sue norme ci aiuta a scegliere in modo saggio amici- zie e divertimenti?

21. Cosa ci permetter`

a di “capire ogni cosa” ne- cessaria per avere l’approvazione di Geova?

(13)

AL LAVORO DALL’ALBA AL TRAMONTO

Sono nato nel 1937 in un kolchoz (azienda agri- cola a gestione collettiva) vicino a Tokmok, in Kir- ghizistan. La mia famigliae di etnia kirghisa, e par-` liamo kirghiso. I miei genitori erano contadini e lavoravano nel kolchoz dall’alba al tramonto. Ai braccianti venivano regolarmente date provviste di cibo, ma lo stipendio in denaro lo ricevevano solo una volta l’anno. Mia madre faceva fatica a pren- dersi cura di me e della mia sorellina. Dopo soltan- to cinque anni di scuola, iniziai anch’io a lavorare tutto il giorno nel kolchoz.

Nella zona in cui vivevo c’era molta poverta, e` per arrivare a fine mese bisognava spaccarsi la schiena. Ero giovane, e non pensavo allo scopo della vita o al futuro. Non avrei mai immaginato

che le meravigliose verita riguardo a Geova Dio e` al suo proposito mi avrebbero cambiato la vita. La storia di come queste verita arrivarono e si diffuse-` ro qui in Kirghizistane entusiasmante. Tutto ebbe` inizio nella regione in cui sono nato, nel nord del paese.

EX DEPORTATI FANNO ARRIVARE LA VERIT` A IN KIRGHIZISTAN

La verita su Geova Dio cominci` o a diffondersi in` Kirghizistan negli anni ’50, ma dovette avere la me- glio su una potente ideologia. A quel tempo il Kir- ghizistan faceva parte dell’Unione delle Repubbli- che Socialiste Sovietiche (URSS). In tutta l’URSS i Testimoni di Geova rimanevano neutrali nelle que- stioni politiche (Giov. 18:36). Per questo erano BIOGRAFIA

A Geova tutto

e possibile `

NARRATO DA

BEJˇ

SENBAJ BERDIBAEV

“LA MORTE non ci sar ` a pi `

u; addirittura torneranno in vita i morti”, sent ` ı dire sull’autobus mia moglie, Majrambjubju. Si incurios `

ı e volle saperne di pi ` u.

Quando l’autobus si ferm `

o e i passeggeri scesero, rincorse la donna che aveva pronunciato quelle parole. Si chiamava Apun Mambetsadykova, ed era testimone di Geova. A quei tempi parlare con i Testimoni era pericoloso, ma quello che in seguito imparammo grazie ad Apun ci cambi `

o la vita.

FEBBRAIO 2018 13

(14)

considerati nemici dello Stato comunista e veniva- no perseguitati. Ma non c’e ideologia che possa im-` pedire alla Parola di Dio di raggiungere il cuore di chie sincero. Una delle pi `u preziose lezioni che io` abbia imparato nella mia lunga vitae proprio que-` sta: a Geova “ogni cosae possibile” (Mar. 10:27).`

La persecuzione fece arrivare i Testimoni di Geova anche in Kirghizistan. L’URSS includeva la Siberia, regione in cui venivano deportati i nemici dello Stato. Al loro rilascio, molti venivano in Kir- ghizistan, e alcuni portarono con se la verit´ a. Uno` di questi fu Emil’ Jancen, nato in Kirghizistan nel 1919. Emil’ era stato mandato in un campo di lavo- ro, e lı aveva incontrato i Testimoni. Aveva accet-` tato la verita ed era tornato a casa nel 1956. Si era` stabilito vicino a Sokuluk, nella mia regione. E pro- prio in quella citta, nel 1958, venne formata la pri-` ma congregazione del Kirghizistan.

Un annetto dopo si trasferı a Sokuluk Viktor` Vinter. Questo fratello fedele attraverso pi `u volte` grosse difficolta. Scont` o per due volte una pena` detentiva di tre anni per essere rimasto neutrale.

Come se non bastasse, trascorse altri 10 anni in pri- gione e 5 in esilio. La persecuzione, comunque, non impedı che la vera adorazione si diffondesse.` LA VERIT`

A SI AVVICINA A CASA MIA

Nel 1963 c’erano circa 160 Testimoni in Kirghizi- stan, molti dei quali erano di origine tedesca, ucrai- na e russa. Fra questi c’era Eduard Warter, un de- portato che si era battezzato nel 1924 in quella che oggie la Lituania. Negli anni ’40 i nazisti lo aveva-` no mandato in un campo di concentramento, e po-

chi anni dopo i comunisti sovietici lo avevano de- portato. Nel 1961 questo fratello fedele si trasferı a` Kant, molto vicino alla mia citta.`

A Kant viveva anche un’altra leale servitrice di Geova, Elizaveta Fot. Elizaveta si guadagnava da vivere facendo la sarta. Era molto brava nel suo la- voro, percio medici, insegnanti e altri professioni-` sti si facevano fare abiti da lei. Una delle sue clienti era Aksamaj Sultanalieva, moglie di un funzionario della procura. Una volta Aksamaj ando da Elizave-` ta per alcuni vestiti, ma inizio a fare un sacco di do-` mande: si chiedeva quale fosse il senso della vita e dove fossero i morti. Elizaveta le rispose diretta- mente con la Bibbia. In seguito Aksamaj divento` una zelante proclamatrice della buona notizia.

Pi `u o meno in quel periodo Nikolaj ˇ

Cimpoes, unˇ fratello della Moldova, fu nominato sorvegliante di circoscrizione, incarico che ricoprı per quasi` 30 anni. Nikolaj non solo visitava le congregazioni ma organizzava anche la duplicazione e la distri- buzione delle pubblicazioni. Le sue attivita non` passarono inosservate alle autorita. Per questo` Eduard Warter gli diede un incoraggiante consi- glio: “Se le autorita ti interrogano, di’ apertamen-` te che riceviamo le pubblicazioni dalla nostra sede di Brooklyn. Guarda l’agente del KGB dritto negli occhi. Non hai niente da temere” (Matt. 10:19).

Non passo molto da quella conversazione che` Nikolaj venne convocato al quartier generale del KGB a Kant. Lui stesso racconto cosa successe:`

“L’agente mi chiese come facevamo a ricevere le pubblicazioni. Gli dissi che ci arrivavano da Brook- lyn. Non seppe come rispondere, al che mi lascio`

(15)

FEBBRAIO 2018 15 andare. Non mi richiamo mai pi `u”. Tutti questi in-`

trepidi Testimoni continuarono con discrezione a diffondere la buona notizia nella mia regione, nel nord del Kirghizistan. Erano gli anni ’80 quando la preziosa verita riguardo a Geova arriv` o finalmen-` te a casa mia. Mia moglie, Majrambjubju, fu la pri- ma a sentirne parlare.

SUBITO COLPITA DALLA VERIT` A

Majrambjubju viene dalla regione di Naryn. Nel- l’agosto del 1974 ando a casa di mia sorella, e fu l` ı` che ci incontrammo la prima volta. Mi piacque dal primo istante. Ci sposammo quello stesso giorno.

Quando nel gennaio del 1981 Majrambjubju sen- tı la conversazione di cui vi ho parlato all’inizio, si` trovava sull’autobus per andare al mercato. Voleva saperne di pi `u, percio chiese alla donna nome e in-` dirizzo. La donna le disse che si chiamava Apun, ma, dato che negli anni ’80 le attivita dei Testimo-` ni erano ancora proibite, fu cauta e, invece di

dare il suo indirizzo, prese quello di mia moglie.

Majrambjubju arrivo a casa emozionata.`

“Ho sentito delle cose meravigliose!”, esclamo.`

“Una donna mi ha detto che presto le persone non moriranno pi `u. E pensa, gli animali selvatici saran- no addomesticati”. Mi sembrava un po’ una favo- la. “Aspettiamo che venga a spiegarci meglio que- ste cose”, le dissi.

Apun venne da noi tre mesi dopo. Seguirono al- tre visite, durante le quali conoscemmo alcuni dei primi Testimoni di etnia kirghisa. Le sorelle che ve- nivano a trovarci ci fecero conoscere le stupende verita relative a Geova e a quello che si propone` per l’umanita. Ci leggevano il libro Dal paradiso per-` duto al paradiso riconquistato.1 E dato che a Tokmok c’era una sola copia di questo libro, ce lo copiam- mo a mano.

Una delle prime cose che imparammo fu la pro- fezia di Genesi 3:15. Sara Ges `u, nel suo ruolo di Re` messianico costituito da Dio, ad adempiere questa profezia. Che importante messaggio da far sapere a tutti! Sicuramente un buon motivo per procla- marlo anche noi (Matt. 24:14). Ben presto la verita` della Bibbia inizio a cambiarci la vita.`

ADUNANZE E BATTESIMO NELLA CLANDESTINIT` A Un fratello di Tokmok ci invito a un matrimo-` nio. Io e mia moglie ci accorgemmo subito che i

1 Edito dai Testimoni di Geova ma non piu in ristampa.` Nikolaj

ˇCimpoeˇ s

Apun Mambetsadykova

KIR GHIZISTAN

1. SOKULUK 2. BISHKEK 3. KANT 4. TOKMOK 5. BALYKCHY

6. REGIONE DI NARYN 7. CATENA MONTUOSA

DEL TESKEY ALA-TOO

1 2 3 4 5

6 7

KAZAKISTAN

CINA

(16)

Testimoni erano diversi. I festeggiamenti erano sobri, e non c’erano alcolici. Che differenza ri- spetto agli altri matrimoni a cui eravamo stati!

Spesso avevamo visto invitati che si ubriacavano, si comportavano male e parlavano in modo vol- gare.

Andammo anche ad alcune adunanze della con- gregazione di Tokmok. Venivano tenute nel bosco, tempo permettendo. I fratelli sapevano che la po- lizia li teneva d’occhio, per questo mettevano qual- cuno di guardia. D’inverno, invece, ci riunivamo in una casa. Un paio di volte la polizia arrivo e prete-` se di sapere cosa stessimo facendo. Io e Majram- bjubju ci battezzammo nel luglio del 1982, nel fiu- me Chu. In quell’occasione dovemmo stare molto attenti (Matt. 10:16). I fratelli arrivarono nel bosco a gruppetti. Cantammo un cantico e ascoltammo il discorso del battesimo.

COGLIAMO L’OPPORTUNIT`

A DI FARE DI PI` U Nel 1987 un fratello mi chiese di andare a fare vi- sita a una persona interessata che viveva nella cit- ta di Balykchy. Per arrivarci ci volevano quattro ore` di treno. Dopo essere andati pi `u volte a predicare a Balykchy, riscontrammo che c’erano diverse per- sone interessate. Quella era senz’altro un’opportu- nita di fare di pi `u nel ministero.`

Io e Majrambjubju andavamo spesso a Balykchy.

Trascorrevamo la quasi tutti i fine settimana, pre-` dicavamo e tenevamo adunanze. Avevamo biso- gno di sempre pi `u pubblicazioni. Ce le portavamo dietro da Tokmok in un mu¨ ˇ

ok, un sacco dove si

mettevano le patate. Due sacchi pieni di pubblica- zioni bastavano a malapena per un mese. Davamo testimonianza anche sul treno, sia all’andata che al ritorno.

Nel 1995, otto anni dopo la nostra prima visita, a Balykchy venne formata una congregazione.

Quegli anni di viaggi tra Tokmok e Balykchy ci era- no costati molti soldi. Avevamo poco, ma eravamo comunque riusciti ad andare avanti. Un fratello, in- fatti, ci aveva dato regolarmente del denaro per co- prire le spese. Geova aveva notato il nostro deside- rio di fare di pi `u, e ci aveva aperto “le cateratte dei cieli” (Mal. 3:10). `

E proprio vero che a Geova tut- toe possibile!`

IMPEGNATI TRA FAMIGLIA E MINISTERO

Nel 1992 fui nominato anziano, il primo anziano kirghiso del paese. Nella congregazione di Tokmok ci si presentarono nuove forme di servizio. Teneva- mo studi biblici con vari giovani kirghisi che fre- quentavano istituti tecnici. Uno di questi ragazzi ora fa parte del Comitato di Filiale, e altri due sono pionieri speciali. Cercammo anche di aiutare i pre- senti alle adunanze. Per esempio, agli inizi degli anni ’90 le nostre pubblicazioni e le adunanze era- no in russo. Ma sempre pi `u persone in congrega- zione erano di madrelingua kirghisa. Allora facevo da interprete, cosa che le aiuto ad afferrare meglio` la verita.`

Io e Majrambjubju eravamo anche impegnati con la nostra famiglia sempre pi `u numerosa. Por- tavamo i bambini in predicazione e alle adunanze.

Con mia moglie e otto dei nostri figli, nel 1989

(17)

Nostra figlia Gul’zira, che all’epoca aveva solo 12 anni, parlava volentieri della Bibbia ai passanti per strada. A tutti i nostri figli piaceva imparare i versetti a memoria. Sia loro, che poi i nostri nipo- ti, si sono sempre sentiti molto coinvolti nelle atti- vita della congregazione. Dei nostri 9 figli e 11 ni-` poti ancora in vita, 16 servono Geova o vanno alle adunanze con i genitori.

CAMBIAMENTI ENTUSIASMANTI

I cari fratelli e le care sorelle che negli anni ’50 hanno iniziato l’opera di Geova nella nostra zona rimarrebbero meravigliati se potessero vedere i cambiamenti che ci sono stati. Sin dagli anni ’90, ad esempio, siamo pi `u liberi di predicare la buona notizia e di riunirci in gruppi pi `u grandi.

Nel 1991 io e mia moglie abbiamo assistito al no- stro primo congresso ad Alma-Ata, oggi chiamata Almaty, in Kazakistan. E nel 1993 i fratelli kirghisi hanno organizzato per la prima volta un congres- so, allo Spartak Stadium di Bishkek. I proclamato- ri hanno passato una settimana a pulire lo stadio.

Il direttoree rimasto cos` ı colpito che ci ha conces-` so l’uso della struttura gratis.

Abbiamo raggiunto un’altra pietra miliare nel 1994, anno in cuie stata stampata la prima pubbli-` cazione in kirghiso. Oggi le pubblicazioni vengono regolarmente tradotte in kirghiso da un team di traduzione presso la filiale di Bishkek. Per di pi `u, nel 1998 le attivita dei Testimoni in Kirghizistan` hanno ottenuto il riconoscimento giuridico. L’or- ganizzazionee cresciuta, e ora siamo pi `u di 5.000` proclamatori. Abbiamo un totale di 83 congrega- zioni e 25 gruppi in cinese, inglese, kirghiso, lingua dei segni russa, russo, turco, uiguro e uzbeco. I cari fratelli che ne fanno parte sono di origini diverse ma servono Geova in unita. Tutti questi cambia-` menti entusiasmanti sono stati possibili grazie a Geova.

Geova ha anche cambiato la mia vita. Sono cre- sciuto in una famiglia di contadini e sono andato a scuola solo cinque anni, eppure Geova mi ha per- messo di prestare servizio come anziano e di inse- gnare preziose verita bibliche a persone pi `u istrui-` te di me. Geova rende davvero possibili le cose pi `u impensabili! Se ripenso alla mia vita, non posso fare a meno di continuare lealmente a far conoscere Geova, a cui “ogni cosae possibile” (Matt. 19:26).`

Catena montuosa del Teskey Ala-Too Con mia moglie in predicazione

(18)

“ESSERE una persona spirituale mi ha reso pi `u felice e mi ha aiu- tato ad affrontare i problemi della vita quotidiana”, ha detto una sorella che vive in Canada. Un fratello del Brasile ha affermato:

“I nostri 23 anni di matrimonio sono stati molto felici, ede sta-` to grazie al fatto che ci siamo impegnati ad avere una mentalita` spirituale”. E un fratello che vive nelle Filippine ha osservato:

“Essere una persona spirituale mi ha permesso di avere pace in- teriore e mi ha aiutato ad avere rapporti migliori con fratelli di ambienti diversi”.

2 `

E chiaro che se siamo persone dalla mentalita spirituale pos-` siamo raggiungere molti risultati positivi. Di conseguenza, ognuno di noi puo chiedersi: “Come posso diventare pi `u matu-` ro dal punto di vista spirituale e ricevere in misura ancora mag- giore i benefıci appena menzionati?” Prima di rispondere a que-` sta domanda, pero, dobbiamo capire cosa dice la Bibbia delle` persone spirituali. In questo articolo si dara risposta a tre im-` portanti domande: (1) Cosa significa essere persone spirituali?

(2) Quali esempi possono contribuire alla nostra crescita spiri-

1, 2. (a) Cosa pensano molti fratelli dell’importanza di essere persone spirituali? (b) A quali domande daremo risposta?

Cosa significa essere una persona spirituale?

Dio vi conceda di avere fra voi la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Gesu` (ROM. 15:5)

CANTICI:17, 13

COME RISPONDERESTE?

Da cosa si pu` o capire se una persona `

e spirituale?

Cosa possiamo imparare da esempi di persone spirituali?

Perch´

e dovremmo sforzarci di avere “la mente di Cristo”?

(19)

FEBBRAIO 2018 19 tuale? (3) In che modo avere “la mente di

Cristo” ci aiuta a essere persone spirituali?

COSA SIGNIFICA ESSERE UNA PERSONA SPIRITUALE?

3 L’apostolo Paolo ci aiuta a capire cosa significa essere una persona spirituale mettendo a confronto “l’uomo spirituale”

con “l’uomo fisico”. (Leggi 1 Corinti 2:

14-16.) Che differenza c’ `e tra i due? “L’uo- mo fisico” non accetta “le cose dello spiri- to di Dio, poiche per lui sono stoltezza; e´ non le puo conoscere”. “L’uomo spiritua-` le”, invece, “esamina [...] tutte le cose” e ha “la mente di Cristo”. Paolo ci incorag- gia a essere persone spirituali. Ma sotto quali altri aspetti “l’uomo spirituale” e

“l’uomo fisico” sono diversi?

4 Per prima cosa, analizziamo il modo di pensare di un “uomo fisico”. Una persona del genere si concentra sui desideri carnali perche assume l’atteggiamento prevalente´ del mondo. Paolo descrive tale atteggia- mento come “lo spirito che ora opera nei figli di disubbidienza” (Efes. 2:2). Questo spirito spinge la maggioranza a fare quel- lo che fanno gli altri. Molti fanno cio che`

`e giusto ai loro occhi, senza interessarsi minimamente delle norme di Dio. Chi ha una mentalita carnale spesso si preoccu-` pa eccessivamente di ottenere prestigio e cose materiali o di difendere quelli che se- condo lui sono i suoi diritti.

5 Vediamo cos’altro puo contraddistin-` guere “l’uomo fisico”. In questa categoria rientra chi pratica “le opere della carne”

(Gal. 5:19-21). Nella sua prima lettera alla congregazione di Corinto, Paolo elenca diverse altre caratteristiche delle persone che hanno una mentalita carnale. Queste` 3. Che differenza c’`

e tra “l’uomo spirituale” e

“l’uomo fisico”?

4, 5. Quali caratteristiche ha “l’uomo fisico”?

persone promuovono divisioni, si schiera- no quando sorgono contrasti, fomentano discordie, portano altri fratelli in tribuna- le, non rispettano chi ha autorita ed esa-` gerano con il cibo e l’alcol. Se si trova da- vanti a una tentazione, la persona carnale finisce per cedere (Prov. 7:21, 22). Giuda parlo di alcuni che sarebbero addirittura` arrivati al punto di ‘non avere spiritualita’` (Giuda 18, 19).

6 Cosa significa invece essere un “uomo spirituale”? La persona spiritualee l’oppo-` sto dell’“uomo fisico”, perche ha la mente´ rivolta a Dio e cerca di imitarlo (Efes. 5:1).

Di conseguenza, fa il possibile per capire come la pensa Geova e vedere le cose come le vede lui. Ai suoi occhi Dioe mol-` to reale. Al contrario di chi ha una menta- lita carnale, si sforza di seguire le norme` di Geova in ogni aspetto della vita (Sal.

119:33; 143:10). None una persona che si` concentra sulle opere della carne; piutto- sto, fa del suo meglio per manifestare “il frutto dello spirito” (Gal. 5:22, 23). Attri- buisce un particolare valore alle cose spi- rituali e alla religione.

7 La Bibbia descrive i risultati positivi che abbiamo se siamo persone spirituali.

Matteo 5:3 dice: “Felici quelli che si rendo- no conto del loro bisogno spirituale, poi- che a loro appartiene il regno dei cieli”.´ E Romani 8:6 aggiunge: “Rivolgere la men- te alla carne significa morte, ma rivolgere la mente allo spirito significa vita e pace”.

Se ci concentriamo sulle cose spirituali, gia oggi abbiamo pace con Dio, pace inte-` riore e la prospettiva della vita eterna.

8 Purtroppo, pero, viviamo in un mondo`

6. Cosa significa essere un “uomo spirituale”?

7. Secondo la Bibbia, quali risultati abbiamo se siamo persone spirituali?

8. Perch´ e non `

e facile diventare persone spiri- tuali e rimanere tali?

(20)

pericoloso. Siamo circondati da persone che hanno un modo di pensare carnale, quindi dobbiamo fare grandi sforzi per di- ventare persone spirituali e rimanere tali.

Se non ci alimentiamo di cose spirituali, nella nostra mente si crea un vuoto che viene presto riempito dall’“aria” contami- nata di questo mondo. Come possiamo evitare che questo accada? E cosa possia- mo fare per crescere spiritualmente?

ESEMPI DA CUI IMPARARE

9 I bambini diventano persone mature osservando e imitando il buon esempio dei genitori. Anche noi possiamo crescere dal punto di vista spirituale se osserviamo e imitiamo persone spiritualmente forti.

Dall’esempio negativo di chi ha la mente rivolta alla carne, invece, impariamo cosa dobbiamo evitare (1 Cor. 3:1-4). Nella Bib- bia troviamo esempi sia positivi che nega- 9. (a) Come possiamo crescere dal punto di vi- sta spirituale? (b) Quali buoni esempi esamine- remo?

tivi. Dato che vogliamo diventare spiri- tualmente pi `u maturi, esamineremo ora tre esempi da imitare: Giacobbe, Maria e Ges `u.

10 Consideriamo per primo l’esempio di Giacobbe. Come molti di noi oggi, Gia- cobbe non ebbe una vita facile. Suo fratel- lo Esa `u, un uomo dalla mentalita carnale,` voleva ucciderlo. Per di pi `u, suo suocero cerco diverse volte di sfruttarlo con l’in-` ganno. Nonostante fosse circondato da persone carnali, Giacobbe fu sempre un uomo spirituale. Aveva fede nella promes- sa fatta ad Abraamo e si prese cura della sua famiglia, che avrebbe avuto un ruolo speciale nella realizzazione del proposito di Geova (Gen. 28:10-15). Dalle sue paro- le e dalle sue azioni capiamo che teneva costantemente presenti le norme e la vo- lonta di Dio. Per esempio, quando si sent` ı` minacciato da Esa `u, disse a Dio: “Libe-

10. Da cosa capiamo che Giacobbe era una per- sona spirituale?

Cosa possiamo imparare da Giacobbe e da Maria?

(Vedi i paragrafi 10 e 11)

(21)

rami, ti prego [...]. E tu, tu hai detto: ‘Sen- za dubbio ti trattero bene e certamente` costituiro il tuo seme come i granelli di` sabbia del mare’” (Gen. 32:6-12). `

E chia- ro che Giacobbe aveva fede nelle promes- se che Geova aveva fatto a lui e ai suoi an- tenati, e voleva vivere tenendo conto della Sua volonta e del Suo proposito.`

11 Vediamo ora l’esempio di Maria.

Come mai Geova la scelse perche di-´ ventasse la madre di Ges `u? Sicuramen- te perche era una persona spirituale. Lo´ dimostrano le bellissime parole di lode che pronuncio quando and` o a trovare i` suoi parenti Zaccaria ed Elisabetta. (Leg- gi Luca 1:46-55.) Quello che disse rivela che amava profondamente la Parola di Dio e che conosceva molto bene le Scritture Ebraiche (Gen. 30:13; 1 Sam. 2:1-10; Mal.

3:12). `

E anche interessante notare che lei e Giuseppe, nonostante fossero sposati da poco, non ebbero rapporti sessuali fino alla nascita di Ges `u. Questo indica che consideravano l’incarico dato loro da Geova pi `u importante dei propri desideri (Matt. 1:25). Maria osservava attentamen- te quello che accadeva nella vita di Ges `u e prestava attenzione alle sagge parole che lui pronunciava. Inoltre “riteneva accura- tamente tutte queste parole nel suo cuo- re” (Luca 2:51). `

E evidente che era molto interessata alle promesse di Dio relative al Messia. Senza dubbio, l’esempio di Maria ci aiuta a riflettere su come possiamo met- tere la volonta di Dio al primo posto nella` nostra vita.

12 Quando si parla di persone spirituali, comunque, Ges `ue certamente il pi `u gran-` 11. Da cosa capiamo che Maria era una persona spirituale?

12. (a) In che modo Ges` u imit`

o il Padre?

(b) Come possiamo imitare l’esempio di Ges` u?

(Vedi l’immagine iniziale.)

de esempio. Durante tutta la sua vita e il suo ministero dimostro di voler imita-` re suo Padre, Geova. I suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue azioni riflettevano quelli di Geova, e la sua vita era in armo- nia con la Sua volonta e le Sue norme` (Giov. 8:29; 14:9; 15:10). Confrontiamo, per esempio, il modo in cui il profeta Isaia descrive la compassione di Geova con il modo in cui l’evangelista Marco descrive quella di Ges `u. (Leggi Isaia 63:9; Marco 6:34.) Ora chiediamoci: “Sto imitando Ges `u, essendo sempre pronto a mostrare compassione a chi ha bisogno di aiuto?

Sto imitando il suo impegno nell’opera di predicare e insegnare la buona notizia?”

(Luca 4:43). Sono sentimenti e azioni di questo tipo a contraddistinguere le perso- ne spirituali.

13 Oltre agli esempi contenuti nella Bibbia, oggi abbiamo molti altri esempi di persone spirituali che si sforzano di imitare Cristo. Forse abbiamo notato le loro belle qualita, tra cui lo zelo nel` ministero, l’ospitalita o la compassione.` Come tutti noi, lottano contro le loro de- bolezze e cercano di sviluppare quali- ta che piacciono a Dio. Rachel, una so-` rella che vive in Brasile, ha detto: “Mi piaceva tanto seguire la moda, e quindi non mi vestivo in modo modesto. Ma quando ho conosciuto la verita ho capito` che dovevo impegnarmi per diventare una persona spirituale. None stato faci-` le cambiare, ma ora sono pi `u felice e la mia vita ha un senso”.

14 Reylene, che vive nelle Filippine, ha affrontato un altro tipo di problema. Si era impegnata a fondo per farsi un’i- struzione universitaria e trovare un buon

13, 14. (a) Cosa possiamo imparare da esempi di persone spirituali dei nostri giorni? (b) Fate un esempio.

FEBBRAIO 2018 21

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lavoro che le permettesse di diventare qualcuno. “Iniziai a perdere di vista le mie mete spirituali”, racconta. “Ma a un certo punto capii che mancava qualcosa nella mia vita, qualcosa di molto pi `u importan- te del lavoro. Allora ricominciai a con- centrarmi sul servire Geova”. Reylene e` diventata un esempio di cosa significhi confidare nella promessa di Geova conte- nuta in Matteo 6:33, 34. “Sono sicura che Geova si prendera cura di me!”, aggiunge.` Forse pensando alla nostra congregazione ci vengono in mente esempi simili. Non ci sentiamo spinti a imitare queste persone fedeli che a loro volta imitano Cristo?

(1 Cor. 11:1; 2 Tess. 3:7).

DOBBIAMO AVERE

“LA MENTE DI CRISTO”

15 Come possiamo anche noi imitare Cristo? Primo Corinti 2:16 ci ricorda l’importanza di avere “la mente di Cri- sto”. E Romani 15:5 ci incoraggia ad ave- re “la medesima attitudine mentale che ebbe Cristo Ges `u”. Quindi per essere simi- li a Cristo dobbiamo conoscere il suo modo di pensare e le varie sfaccettature della sua personalita, e poi seguire il suo` esempio. Ges `u si concentro sulla sua rela-` zione con Dio. Di conseguenza, se siamo simili a Ges `u, saremo anche pi `u simili a Geova. `

E chiaro, dunque, chee molto im-` portante imparare a pensare come Ges `u.

16 Come possiamo riuscirci? I discepo- li di Ges `u assisterono ai suoi miracoli, ascoltarono i suoi discorsi, videro come si comportava con diversi tipi di persone e osservarono come metteva in pratica i princıpi divini. Per questo dissero: “Sia-` mo testimoni di tutte le cose che egli 15, 16. (a) Cosa dobbiamo fare per essere simi- li a Cristo? (b) Come possiamo rendere il nostro modo di pensare sempre pi`

u simile a quello di Cristo?

fece” (Atti 10:39). Noi non possiamo ve- dere Ges `u con i nostri occhi, ma Geova nel suo amore ha fatto in modo che aves- simo a disposizione i Vangeli, grazie ai quali possiamo farci un quadro preciso della personalita di suo Figlio. Leggendo` i libri biblici scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni e meditandoci su, il no- stro modo di pensare sara sempre pi `u si-` mile a quello di Cristo. Cosı potremo`

‘seguire attentamente le sue orme’ e ‘ar- marci della sua stessa disposizione men- tale’ (1 Piet. 2:21; 4:1).

17 In che modo ci puo essere d’aiuto im-` parare a pensare come Cristo? Proprio come mangiare cibo nutriente rende forte il nostro fisico, cosı assimilare il modo di` pensare di Cristo ci rende forti dal punto di vista spirituale. Col tempo riusciamo a capire quello che Cristo avrebbe fatto in ogni situazione, e questo ci aiuta a pren- dere decisioni sagge. Cosı avremo una co-` scienza pura e l’approvazione di Dio. Pen- sando a questi risultati positivi, avremo buone ragioni per ‘rivestirci del Signore Ges `u Cristo’ (Rom. 13:14).

18 In questo articolo abbiamo visto cosa significa essere una persona spirituale; ab- biamo anche compreso che c’e molto da` imparare dai buoni esempi e che avere “la mente di Cristo” ci aiuta a crescere spiri- tualmente. Comunque ci sono molte altre cose da considerare su questo argomento.

Per esempio, come possiamo capire quan- to siamo forti spiritualmente? Cos’altro possiamo fare per crescere ancora di pi `u a livello spirituale? In che modo la nostra spiritualita influisce sulla vita di tutti i` giorni? Il prossimo articolo rispondera a` queste domande.

17. Perch´ e ci `

e d’aiuto avere lo stesso modo di pensare di Cristo?

18. Cosa avete imparato da questo articolo?

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ROBERT si battezzo quando era adolescente, ma non aveva pre-` so davvero sul serio la verit`

a. “Non avevo mai fatto niente di sba- gliato”, racconta. “Semplicemente facevo le cose in modo mecca- nico. Sembravo spiritualmente forte: andavo a tutte le adunanze e ogni tanto facevo il pioniere ausiliario durante l’anno. Ma c’era qualcosa che non andava”.

2 Fu solo dopo essersi sposato che Robert capı qual era il proble-` ma. A volte lui e la moglie passavano il tempo facendosi a vicenda domande bibliche. Sua moglie, che era una persona spiritualmen- te forte, non faceva fatica a dare le risposte, mentre lui era costan- temente in imbarazzo perche non sapeva cosa rispondere. Robert´ dice: “Era come se non sapessi niente. Allora cominciai a pensare:

‘Se voglio essere il capo di mia moglie dal punto di vista spirituale, devo fare qualcosa’”. Cosa decise di fare? “Mi misi a studiare la Bibbia”, spiega. “E pi `u studiavo, pi `u i vari pezzi del puzzle andava- no al loro posto. Il mio intendimento crebbe, e, cosa pi `u impor- tante, sviluppai una stretta amicizia con Geova”.

3 Possiamo trarre lezioni importanti dall’esperienza di Robert.

1, 2. Cosa cap`

ı un fratello riguardo alla sua condizione spirituale, e cosa de- cise di fare?

3. (a) Cosa impariamo dall’esperienza di Robert? (b) Quali punti importan- ti tratteremo?

Continuiamo

a crescere spiritualmente

“Continuate a camminare secondo lo spirito”(GAL. 5:16)

CANTICI:22, 75

SAPRESTE SPIEGARE?

Quali aspetti potremmo considerare quando esami- niamo la nostra condizione spirituale?

Cosa dobbiamo fare per cre- scere spiritualmente?

In che modo avere “la mente di Cristo” influisce sulla no- stra vita quotidiana?

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