IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS L
A RIFORMA DEL CARDINALEQ
UIGNONES E IL SUO INFLUSSO NELLE RIFORME DELB
REVIARIOS
TUDIO STORICO-
COMPARATIVOH
YUNGS
UBS
O(Matr. 9623)
ABSTRACT
Cristo, Sommo Sacerdote, affidò alla sua Chiesa il mistero del culto e nel compimento di esso egli prosegue l’opera salvifica in mezzo al suo popolo
1. Cristo compie questa opera di redenzione anche attraverso la celebrazione dell’Ufficio Divino. Perciò, durante il lungo cammino in cui la Chiesa dedicò uno speciale impegno a curare l’Ufficio divino, la sua forma e la sua modalità celebrativa cambiavano affinché esso venisse adeguato alle varie esigenze storiche, giungendo a noi con tutta la sua diversità e ricchezza.
La presente ricerca si concentra su un periodo particolare di questo lungo e complesso percorso, ovvero, sulla prima metà del XVI secolo, in cui ci fu un tentativo di riformare la preghiera della Chiesa da parte di un cardinale di nazionalità spagnola, Francesco Quignones (1480-1540).
Il Breviario del cardinale Quignones, noto come Breviarium Sanctae Crucis
2, fu promulgato da Paolo III nel 1525. Fu utilizzato per soli 17 mesi, e in seguito, dopo essere stato riveduto e corretto, il 3 luglio 1536 venne approvato e successivamente ristampato. Come prova della sua grande popolarità in 32 anni ebbe più di cento edizioni. Nonostante questo successo evidente, il Breviarium Sanctae Crucis, per il suo carattere profondamente innovativo che non si confaceva alla tradizione precedente, ricevette molte critiche e venne proibito prima da Paolo IV (1558), poi nuovamente approvato da Pio IV (1559) e definitivamente abolito nel 1568 da Pio V.
Il Breviarium Sanctae Crucis, quindi, ebbe una storia molto travagliata. Ma la sua entusiasmante popolarità e allo stesso tempo la severa opposizione dei teologi avrebbero dato a questo libro liturgico un carattere peculiare; tanto che continuò a distinguersi nell’ambito della tradizione romana. Inoltre, questa riforma attira in particolare la nostra attenzione perché alcune idee fondamentali del cardinale Quignones ispirarono anche altre riforme posteriori, sia dentro che fuori la Chiesa romana, continuando ad apparire con insistenza sino al Vaticano II
1 Cf. O. CASEL, Il mistero del culto cristiano, Roma 1960, 42.
2 Fu chiamato così dalla Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, di cui Quignones ebbe il titolo cardinalizio nel gennaio del 1529.
e ai nostri giorni
3. Pertanto si può asserire che il Breviario di Quignones, «nella sua vita effimera, ma a risonanza larghissima, anticipò da molto lontano in tanti punti la riforma del Vaticano II»
4.
La particolare riforma del Breviario di Quignones sollecita alcune domande alle quali tenteremo di dare una risposta nel corso della ricerca: alla base di un tale libro liturgico, quali motivi e quali esigenze storiche erano presenti? Quali sono stati i criteri con cui il cardinale elaborò il Breviarium Sanctae Crucis? Come fu composto? Perché fu criticato con asprezza fino ad essere definitivamente proibito dopo che aveva avuto un così grande successo? Quali aspetti di questo Breviario venivano accettati dalle riforme posteriori e perché? Quali principi- guida della riforma della Liturgia Horarum mostrano un’affinità con quella di Quignones? E soprattutto, quale rapporto potrebbe esserci fra il Breviarium Sanctae Crucis e la Liturgia
Horarum di Paolo VI?Naturalmente le diverse opere che ripercorrono la storia dell’Ufficio divino hanno accennato al tentativo di Quignones
5. Tuttavia, ad oggi, non sono numerosi gli studi scientifici sul Breviario di Quignones basati in modo specifico sulla fonte, e neppure studi sugli influssi che esso potrebbe aver avuto nelle epoche posteriori.
La curiosità scaturita da tale constatazione motiva la nostra ricerca che intende perciò affrontare e rispondere ai suddetti interrogativi. Il nostro metodo di ricerca è stato sempre quello di analizzare in maniera diretta e approfondita le fonti liturgiche, allo scopo di mettere in risalto il carattere e gli eventuali influssi del Breviario di Quignones nelle diverse tappe della storia dell’Ufficio fino ad arrivare alla Liturgia Horarum. Attraverso il nostro metodo analitico e comparativo, siamo riusciti ad individuare diversi particolari che gli altri studi non avevano ancora indagato. Questo si evidenzia soprattutto nell’analizzare i vari elementi del Breviario di Quignones e i principi che lo caratterizzarono e nel metterli a confronto con le altre forme di Breviario.
3 Cf. J.A. GOENAGA, «Le diverse riforme dell’Ufficio dal secolo XVI al Vaticano II», in La celebrazione della Chiesa, vol. 3: Ritmi e tempi della celebrazione, ed. D. Borobio, Leumann (TO) 1994, 370.
4 V. RAFFA, «Dal Breviario del Quiñones alla Liturgia delle Ore di Paolo VI», in Liturgia delle Ore (Quaderni di Rivista Liturgica 14), Leumann (TO) 1972, 289.
5 Per esempio, RAFFA, «Dal Breviario del Quiñones alla Liturgia delle Ore di Paolo VI», 289-364; J.A.
JUNGMANN, «Perché la riforma del Breviario del card. Quiñonez è fallita?», in Eredità liturgica e attualità pastorale, Roma 1962, 310-330; S. BÄUMER-R. BIRON, Histoire du Bréviaire, vol. 2, Roma 1967, 125-149; M.
RIGHETTI, Manuale di storia liturgica, vol. 2: L’anno liturgico e il Breviario, Milano 1969, 667-670; P.
BATIFFOL, Histoire du bréviaire romain, Paris 1911, 274-288; H. JEDIN, «Il Concilio di Trento e la riforma dei libri liturgici», in Chiesa della fede Chiesa della storia, ed. G. Alberigo, Brescia 1972, 391-425. Esiste una tesi di dottorato presso la Facoltà di Teologia dell’Università Gregoriana che tentò una comparazione fra il Breviarium Sanctae Crucis e la Liturgia Horarum. Tale opera però si è limitata all’aspetto teologico, senza
Lo studio è proseguito, quindi, dopo aver analizzato la riforma di Quignones, il suo contesto storico ed ecclesiale e la sua composizione, rintracciando gli influssi di essa sulle diverse riforme posteriori. Abbiamo tenuto in considerazione i vari contesti storici di riferimento, fino ad arrivare all’ultima grande riforma del Concilio Vaticano II, la Liturgia
Horarum di Paolo VI, che merita particolare attenzione. Riguardo a quest’ultima, esaminandola sua composizione, abbiamo mostrato alcuni significativi punti in comune con il Breviarium
Sanctae Crucis e poi, alla luce delle motivazioni e del significato che tali aspetti in comune cisuggeriscono, abbiamo potuto rivalutare lo stesso Breviarium Sanctae Crucis e interpretare meglio anche la Liturgia Horarum.
INDICE GENERALE
SIGLE E ABBREVIAZIONI ... 7
INTRODUZIONE GENERALE ... 9
PRIMA PARTE LA RIFORMA DEL CARDINALE QUIGNONES E IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS CAPITOLO PRIMO I PRODOROMI DELLA RIFORMA DI QUIGNONES ... 17
1.1. L’UFFICIO DIVINO DELLE ORIGINI ... 17
1.2. L’UFFICIO CATTEDRALE E L’UFFICIO MONASTICO ... 19
1.2.1. L’Ufficio cattedrale ... 20
1.2.1. L’Ufficio monastico ... 25
1.3. L’UFFICIO BENEDETTINO ... 27
1.3.1. Lo schema generale ... 28
1.3.2. La distribuzione della salmodia ... 30
1.3.3. La distribuzione delle letture ... 32
1.4. L’UFFICIO ROMANO-BENEDETTINO ... 33
1.4.1. Lo schema generale ... 35
1.4.2. La distribuzione della salmodia ... 38
1.4.3. La distribuzione delle letture ... 40
1.5 IL BREVIARIUM SECUNDUM USUM ROMANAE CURIAE ... 41
1.5.1. I caratteri dell’Ufficio romano dopo Carlo Magno ... 41
1.5.2. La nascita del Breviarium secundum usum romanae Curiae e i Frati Minori ... 43
1.5.3. Lo schema generale ... 44
1.5.4. Gli Uffici addizionali ... 45
1.5.5. La distribuzione della salmodia ... 46
1.5.6. La distribuzione delle letture ... 47
1.5.7. Osservazioni sul Breviario della Curia ... 51
Conclusioni ... 52
CAPITOLO SECONDO
L’ITER DELLA RIFORMA DI QUIGNONES ... 55
2.1. LA BIOGRAFIA DEL CARDINALE QUIGNONES ... 56
2.1.1. Quignones: il Frate Minore ... 56
2.1.2. Quignones: il diplomatico ... 60
2.1.3. Quignones: il cardinale e pastore ... 63
2.1.4. Note sintetiche sul rapporto tra biografia e principi riformatori ... 64
2.2. L’ORIZZONTE STORICO DELLA NASCITA DEL BREVIARIO DI QUIGNONES 65 2.2.1. Le conseguenze dello scisma avignonese ... 65
2.2.2. I tentativi della riforma del Breviario nel XVI secolo ... 66
2.3. IL PROCESSO DI RIFORMA DEL BREVIARIO DA PARTE DI QUIGNONES ... 68
2.3.1. L’incarico ... 68
2.3.2. La pubblicazione ... 70
2.3.3. La diffusione ... 70
2.4. I CRITERI E LE CARATTERISTICHE DELLA RIFORMA DI QUIGNONES ... 73
2.4.1. Alleggerimento della struttura dell’Ufficio divino ... 74
2.4.2. Ritorno all’antico ... 76
2.4.3. Nuova distribuzione dei salmi ... 78
2.4.4. Ampliamento e selezione delle letture annuali ... 78
2.5. LA CRITICA E LA PROIBIZIONE ... 80
2.5.1. La condanna dei teologi della Sorbona ... 80
2.5.2. Le critiche di alcuni teologi ... 81
2.5.3. La proibizione ... 85
Conclusioni ... 87
CAPITOLO TERZO ANALISI DELLA FONTE: IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS ... 89
3.1. LA PRESENTAZIONE DELLA SECONDA EDIZIONE ... 89
3.2. LO SCHEMA GENERALE ... 92
3.2.1. La descrizione della struttura generale delle Ore ... 93
3.2.2. Gli elementi costitutivi delle Ore ... 95
3.3. LA DISTRIBUZIONE DELLA SALMODIA ... 106
3.3.1. Matutinum ... 107
3.3.2. Laudes ... 109
3.3.3. Vesperae ... 111
3.3.4. Horae minoris e Completorium ... 113
3.4. LA DISTRIBUZIONE DELLE LETTURE ... 114
3.4.1. Le letture bibliche ... 115
3.4.2. Le letture patristiche ... 120
3.4.3. Le letture agiografiche ... 120
3.5. UNA VALUTAZIONE DEL BREVIARIO DI QUIGNONES ... 122
3.5.1. Alcuni limiti del Breviario di Quignones ... 123
3.5.2. Il valore del Breviario di Quignones ... 124
Conclusioni ... 129
SECONDA PARTE BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS NELLE RIFORME POSTERIORI CAPITOLO QUARTO IL CONCILIO DI TRENTO E IL BREVIARIUM ROMANUM DI PIO V ... 133
4.1. IL CARD. CARAFA E IL SUO PIANO DI RIFORMA DEL BREVIARIO ... 134
4.1.3. Alcune osservazioni sulla riforma di Carafa ... 137
4.2. IL CONCILIO DI TRENTO E IL BREVIARIO DI QUIGNONES ... 138
4.2.1. La prima fase del Concilio di Trento ... 139
4.2.2. La seconda fase del Concilio di Trento e Paolo IV ... 140
4.2.3. La fase finale del Concilio e il decreto per la revisione del Breviario ... 141
4.3. PIO V E IL BREVIARIUM ROMANUM ... 147
4.3.1. La Commissione di Pio V e la promulgazione del nuovo Breviario ... 148
4.3.2. La Bolla Quod a nobis ... 149
4.3.3. Osservazioni sulle revisioni del Breviarium Romanum ... 152
4.3.4. L’influsso di Quignones sul Breviario di Pio V ... 156
4.4. LE REVISIONI POSTERIORI DELL’UFFICIO A PIO V ... 158
4.4.1. Gregorio XIII ... 158
4.4.2. Sisto V ... 159
4.4.3. Clemente VIII ... 160
4.4.4. Urbano VIII ... 161
Conclusioni ... 162
CAPITOLO QUINTO LE RIFORME DEL BREVIARIO NELL’EPOCA MODERNA ... 165
5.1. I BREVIARI GALLICANI ... 166
5.1.1. I fondamenti dottrinali dei Breviari gallicani ... 166
5.1.2. Lo sviluppo dei Breviari gallicani ... 168
5.1.3. Alcuni giudizi sui Breviari gallicani ... 172
5.2. IL PROGETTO DEL BREVIARIO PRIVATO DEL CARDINALE TOMASI ... 174
5.2.1. Il fondamento del Breviario privato ... 175
5.2.2. I vantaggi dell’uso del Breviario privato ... 177
5.2.3. Lo schema del Breviario privato e gli elementi principali ... 178
5.2.4. L’analisi degli elementi costitutivi ... 180
5.2.5. Il nostro giudizio sul progetto di Tomasi ... 182
5.2.6. Una nuova valutazione del progetto di Tomasi secondo i mutati parametri storici ... 183
5.3. PAPA BENEDETTO XIV ... 185
5.3.1. I problemi del calendario e del Breviario sotto Benedetto XIV ... 185
5.3.2. Il processo della riforma ... 186
5.4. IL SINODO DI PISTOIA ... 191
Conclusioni ... 194
CAPITOLO SESTO LE RIFORME DEL BREVIARIO COME PRELUDIO DEL CONCILIO VATICANO II .... 197
6.1. IL CONCILIO VATICANO I ... 198
6.2. LA RIFORMA DI PIO X ... 201
6.2.1. La riforma di Pio X e la Costituzione Divino Afflatu ... 201
6.2.2. Analisi del nuovo Salterio ... 203
6.2.3. La regolamentazione per il restauro dell’Ufficio Temporale ... 208
6.2.4. Riflessioni critiche sulla riforma di Pio X ... 210
6.3. LA RIFORMA DI PIO XII ... 212
6.3.1. La nuova traduzione del Salterio ... 213
6.3.2. Le proposte per la riforma del Breviario e i Piccoli Breviari ... 214
6.3.3. La Commissione per la riforma generale della liturgia ... 217
6.3.4. Il Congresso di liturgia pastorale ad Assisi e la relazione del card. Lercaro ... 231
6.3.5. Il Novus rubricarum Breviarii ac Missalis Romani Codex ... 234
Conclusioni ... 235
TERZA PARTE
IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS E LA LITURGIA HORAURM CAPITOLO SETTIMO
VERSO LA PROMULGAZIONE DELLA SACROSANCTUM CONCILIUM ... 241
7.1. LE PROPOSITIONES DELLA COMMISSIONE ANTEPREPARATORIA ... 242
7.1.1. Le proposizioni dell’episcopato mondiale ... 243
7.1.2. Le proposizioni della Congregazione dei Riti ... 254
7.2. QUAESITIO DE OFFICIO DIVINO DELLA COMMISSIONE PREPARATORIA .... 258
7.3. LO SCHEMA DELLA CONSTITUTIO DE SACRA LITURGIA ... 260
7.4. LA CONSTITUTIO DE SACRA LITURGIA ... 266
7.4.1. Ripristino della natura originale dell’Ufficio Divino ... 266
7.4.2. Revisione della struttura dell’Ufficio Divino ... 270
7.4.3. L’Ufficio come fonte delle azioni pastorali e della spiritualità personale ... 272
Conclusioni ... 273
CAPITOLO OTTAVO CONFRONTO FRA IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS E LA LITURGIA HORARUM ... 275
8.1. LE IDEE FONDAMENTALI CONDIVISE DA ENTRAMBE LE RIFORME ... 276
8.1.1. Rispondere alle esigenze della propria epoca: l’adattamento alla vita del clero .... 276
8.1.2. Qualità dell’Ufficio come nutrimento spirituale ... 279
8.2. CONFRONTO TRA GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEI DUE UFFICI ... 282
8.2.1. La distribuzione della Salterio ... 282
8.2.2. L’ordinamento delle letture ... 297
8.2.3. Il confronto degli altri elementi costitutivi ... 307
8.3. ALCUNE OSSERVAZIONI SULLE DIFFERENZE SOSTANZIALI FRA DUE RIFORME ... 310
8.3.1. L’osservazione della tradizione romana ... 311
8.3.2. Dalla preghiera del clero a quella della Chiesa ... 314
8.3.3. La possibilità di forme diverse della preghiera della Chiesa ... 318
CONCLUSIONI GENERALI ... 321
1. PREGARE MOLTO IN FRETTA O PREGARE MEGLIO? ... 322
2. LA RIFORMA DI QUIGNONES: PRESENTE NONOSTANTE L’OBLIO ... 323
3. LA LITURGIA HORARUM, IN CONTINUITÀ O MENO CON IL BREVIARIUM SANCTAE CRUCIS? ... 326
4. L’INSEGNAMENTO DI QUIGNONES VALIDO PER IL FUTURO ... 329
BIBLIOGRAFIA ... 331
INDICE GENERALE ... 347